Ieri l'intervento a "Nemo"
di AMDuemila - Video
"L'assassino di mio figlio non ha mai pagato per quello che ha fatto perché non l'hanno voluto cercare. Perché l'assassino è dentro lo Stato, dentro agli uomini deviati dello Stato". Vincenzo Agostino, il papà del poliziotto Nino, ucciso davanti ai suoi occhi assieme alla moglie il 5 agosto 1989, torna a chiedere giustizia. Ieri sera è intervenuto alla puntata di Nemo - nessuno escluso, la trasmissione condotta da Enrico Lucci e Valentina Petrini andata in onda su Rai 2. Un racconto commovente il suo, in una puntata che ha visto come ospiti la giornalista Bianca Berlinguer e l'attore Giampaolo Morelli.
Agostino, che ha deciso di non tagliare più barba e capelli fin quando non avrà giustizia, ha detto con forza: "Mio figlio è stato ucciso 40 giorni dopo il fallito attentato all'Addaura. Sono forse l'unico padre vivente che ha visto uccidere il figlio davanti ai propri occhi. Ricordo bene quei colpi di proiettile che maledettamente entravano nel corpo di mio figlio. Lui mi chiamava mentre trascinava la moglie per terra per proteggerla. Io correvo verso di lui per non farlo cadere. Lei, giovane donna di 19 anni, dice a quei bastardi che hanno ucciso mio figlio 'io so chi siete'. E questi sparano anche a lei". "Prima che venisse il medico legale sono passate ore - ha ricordato ancora - Poi hanno trovato un biglietto addosso a mio figlio dove era scritto: 'se mi succede qualcosa andate nel mio armadio'. Nessuno mi ha mai detto cosa vi fosse. Cosa hanno trovato? Chi c'era sugli scogli all'Addaura? Io ancora non ho verità e giustizia".
Agostino ha anche ricordato il giorno in cui un uomo, con la "faccia da mostro", venne a chiedere notizie del figlio tempo prima dell'omicidio. "Lui era partito in viaggio di nozze e viene questo uomo che ho definito 'faccia da mostro'. Ci sono voluti 26 anni per poterlo cercare. Alla fine l'ho trovato e l'ho riconosciuto in un confronto all'americana all'aula bunker dell'Ucciardone. Questo uomo è stato lasciato libero ed è morto il 21 agosto. Si chiamava Giovanni Aiello, stroncato da un infarto. Che posso pensare io? Che è un infarto vero o un infarto di Stato?".
Infine, quando Lucci gli ha chiesto se riuscirà mai a tagliarsi i capelli e la barba, ha risposto: "Io me lo auguro ma non più per me, ma per i giovani che sono il presente. Loro devono costruire il domani".
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