Lo scorso mese di maggio l’agenzia di rating, Standard & Poor's, aveva tagliato la prospettiva italiana da
stabile a negativa, con la motivazione che il potenziale ingorgo politico poteva
contribuire ad un rilassamento nella gestione del debito pubblico, da cui
derivava un impegno incerto nelle riforme a sostegno della produttività. Quindi
per S&P's diminuiscono le prospettive dell'Italia per ridurre il debito
pubblico.
Dpo Standard & Poor's
anche Moody's inizia il pressing
contro l’Italia, annunciando che il rating italiano ”Aa2” è sotto osservazione
e potrebbe essre ridotto. Le motivazioni, ovviamente sono le solite: le
debolezze strutturali dell’Italia, la probabile crescita degli interessi,
l’incapacità di tenere sotto controllo i conti pubblici e quindi il debito
pubblico.
Dalla
settimana scorsa, l’attacco all’Italia si concretizza: inizia il crollo della
borsa, aumentano gli interessi sul debito pubblico Italiano e la manovra
presentata dal Governo con l’inasprimento di bolli e balzelli sui titoli di
stato potrebbe far allontanare gli investitori da questi titoli, con la
conseguenza di far aumentare ulteriormente gli interessi. Successivamente tale
manovra è stata ritirata.
Nella
sola giornata del’11 luglio i buoni italiani a due anni sono crollati del
19,88%, pssando da 3,53 a 4,203; negli ultimi giorni hanno un po recuperato, ma
siamo sempre a livelli che triplicano i tassi dell’aprile del 2010, poco più di
un anno fa; infatti il 16 aprile i bond a 2 anni erano a 1,27.
Anche
la borsa italiana è scesa fino a 18.295,19 l’11 luglio, per poi risalire leggermente
nei giorni successivi e chiudere la settimana del 15 luglio a 18.450,45; se
consideriamo che lo scorso 18 febbraio aveva raggiunto il massimo per l’anno in corso a 23.273,80, significa che da allora, in questi ultimi cinque
mesi ha perso il 20% circa.
Inoltre, se consideriamo che
l’indice della borsa italiana era a 41.074,00 il 9 di ottobre del 2007, giorno
in cui il Dow Jones fece registrare il suo massimo storico, significa
che da allora sta perdendo circa il 55% e se, infine, consideriamo che
approssimativamente 4 anni fa, il 18 maggio del 2007 l’indice della borsa
italiana era a 44.364,00 significa che da allora
sta perdendo il 60% circa. Ricordiamo anche, che il 9 marzo del 2009 l’indice FTSE MIB era
sceso a 12.332,00; quindi al momento è ancora ben sopra quella quota e dunque
se dovesse continuare a scendere non sarebbe una novità. Due anni fa, insomma
la borsa era in una situazione peggiore.
Come mai l’attacco all’italia?
Il Financial Times in un articolo
dello scorso 10 luglio titolava: "Gli hedge fund Usa scommettono contro i bond italiani".
In realtà, da anni i
giornali anglo-americani ed in particolare gli organi ufficiali del
capitalismo, come il “The Economist” o il “Financial Times” sono
all’attacco dell’Italia. Si sono scagliati anche contro Silvio Berlusconi,
massimo rappresentante del capitalismo italiano, praticamente da 17 anni alla
guida del paese, alternandosi con i rappresentanti del liberismo del
centro-sinistra (Ciampi, Dini, Amato, Prodi).
Come abbiamo già scritto in varie occasioni, il signor Berlusconi, sceso in política per risolvere esclusivamente i suoi problemi, nel pensare troppo agli affari suoi ha finito per frapporsi agli interessi delle grandi multinazionali, della globalizzazione, dei fautori di progetti vuoti come il "Nabucco".
Il Cavaliere sa
bene che le necessità energetiche (primariamente quelle sue e poi,
indirettamente quelle degli italiani) non possono essere coperte dai
globalisti, dagli anglo-statunitensi e con la sua adesione al progetto di
oleodotto South Stream, che si contrappone all’oleodotto “Nabucco”, di
interesse anglo-statunitense, necessariamente ha finito per inimicarsi gli USA,
che evidentemente hanno deciso di scaricarlo, di liberarsi di lui quanto prima
(consiglio sul tema l’articolo: “Gli Stati Uniti, il
gasdotto South Strean, Berlusconi e la sinistra”).
Per questa ragione,
ultimamente abbiamo assistito a continui viaggi in Usa di politici italiani,
alleati (oggi ex) ed avversari di Berlusconi. Negli USA sono stati il suo ex
alleato Gianfranco Fini (Vedasi:
"E' Fini la nuova carta
degli USA" oppure "Giancarlo Fini
interlocutore privilegiato degli USA") e Massimo D'Alema,
rappresentante del partito anglo-statunitense in Italia, di cui la fedeltà al
liberismo è ben provata, fin dall'epoca dei bombardamenti della ex Jugoslavia,
quando era capo del governo italiano; negli USA è stato perfino Nichi Vendola che ha incontrato il non
certo progressista Schwarzenegger (Vedasi: "Vendola incontra Schwarzenegger").
Sembra veramente
strano, ma tutti stanno giocando contro l’Italia ed in particolare contro Berlusconi
che alla fine, per certi versi, un po' facendo marcia indietro, un po' grazie
alle circostanze è risucito, almeno per il momento, a salvare la pelle,
ovviamente quella politica, ossia la sua carica di capo del governo. In ogni
caso il suo destino è segnato; non andrà avanti per troppo tempo.
E gli italiani, in
particolare il proletariato italiano, andrà di male in peggio! I neo moralisti
e puritani nostrani che stanno attaccando Berlusconi
per via degli scandali sessuali e che presto si sostituiranno al governo di
Silvio Berlusconi, sono i rappresentanti di Goldman Sachs, della BCE, del FMI,
del partito dei globalisti e degli anglo-statunitensi, che continuamente
attaccano l’Italia.
Dunque, perchè i continui
attacchi anglosassoni al Cavaliere ed all’Italia? Berlusconi certamente non è
attaccato per i suoi scandali sessuali! E’ da ingenui credere una cosa del
genere.
L’Italia
è un paese in crisi, in profonda crisi economica, con un debito pubblico
praticamente impagabile, attorno al 120% del PIL e con le principali imprese
del paese che a causa della caduta dei tassi di guadagno si stanno riubicando
altrove, in zone che permettono guadagni superiori a quelli dell’Italia. Ma
l’italia, pur in profonda crisi ha ancora tanti gioielli, molto appetibili e
che le multinazionali anglo-americane sperano di “comprare” a prezzi
stracciati.
Gli interessi dei
globaloisti e degli anglosassoni puntano a privatizzare quanto c'è rimasto da
privatizzare in Italia: dall'ENI, di cui una parte è ancora in mano allo stato,
così come pure l’Enel, oltre a Finmeccanica, Fincantieri, Trenitalia, Poste,
Televisione pubblica, Ospedali e centri sanitari all’avanguardia nella ricerca,
Università, Scuole e imprese municipalizzate, come quelle dell'acqua e della
raccolta dei rifuti. A tutto ciò va aggiunto che l’Italia possiede un ricco
patrimonio paesaggistico e ambientale, decisamente invidiabile e un ricchissimo
patrimonio artístico; in Italia è concentrato il 60/65% di tutti i beni
artistici e archeologici dell’umanità.
A tutto questo va aggiunta una ulteriore
ricchezza posseduta dall’Italia, di cui nessuno parla: il suo oro!
Nessuno ne parla,
ma l’Italia ha la quarta riserva di oro del mondo, che allo scorso giugno
ammontava a ben 2.451,80 tonnellate, che al prezzo odierno dell’oro equivale a
circa 100 miliardi di euro. Solo FMI e due stati, USA e Germania, hanno riserve
auree superiori alla riserva italiana. L’oro è un prodotto altamente strategico
destinato a rivalutarsi fortemente nel futuro inmediato, per cui questa
ricchezza è molto appetibile.
In
questo momento, l’oro italiano è il principale obiettivo su cui hanno messo
gli occhi i globalizzatori.
Quindi, l’Italia
pur essendo un paese in forte crisi, possiede ingenti ricchezze. Come impossessarsi o meglio derubare queste
ricchezze all’Italia ed al popolo italiano? Approfittando dell’enorme
debito pubblico, i grandi predatori con l’aiuto dei propri rappresentanti
all’interno del paese, ovvero i liberisti nostrani, gli stipendiati di Goldman
Sachs, FMI, BCE, Federal Reserve, World Bank, WTO ed affini faranno pressione
per ridurre il debito pubblico attraverso la privatizzazione, la vendita, ovviamente
a prezzi fortemente scontati, dei beni sopra citati. Come già successo con la privatizzazione delle grandi banche statali, ad esempio, negli
anni novanta, lo stato incasserà delle somme che andranno ad incidere in minima
parte sulla riduzione del debito, ma allo stesso tempo l’Italia perderà definitivamente
i grandi guadagni che queste imprese producono.
La privatizzazione, come insegna la
storia, non è mai servita a risolvere i problema di un paese, anzi li ha
ingigantiti. Pertanto, nei prossimi anni l’Italia andrà incontro a problemi
economici moltio più gravi. Il mancato introito dei guadagni derivanti dalle
imprese pubbliche privatizzate, la riduzione della spesa pubblica e lo
smantellamento del welfare state, dello stato assistenziale, ma anche
l’incremento della disoccupazione e la riduzione dei consumi accentuerà la
crisi, che porterà alla chiusura di ulteriori imprese; tutto ciò si ripercuote ovviamente
anche sugli introiti dello stato, dato che si determina una riduzione del
gettito fiscale, una riduzione delle imposte dirette ed indirette e per
conseguenza lo stato avrà sempre meno soldi da distribuire. Come insegna la
storia recente, per esempio dell’Argentina o dell’Ecuador, per restare
all’America Latina, la conseguenza diretta sarà una inevitabile esplosione sociale, placabile solo con la repressione,
con la forza ovvero con una dittatura.
Il futuro dell’Italia appare sempre più nero
ed inveitabilmente il popolo italiano sarà costretto a riprendere la via
dell’emigrazione.
Come mai gli
attacchi a Berlusconi, uno dei massimi rappresentati del capitalismo italiano? Berlusconi,
da quando è al governo, fra una orgia e l’altra non ha avuto il tempo di
continuare con la svendita del patrimonio italiano, occupandosi esclusivamente
degli affari suoi, ovvero di come risolvere i propri problema giudiziari. Ai
globalizzatori ha concesso poco, certamente molto meno di chi lo ha preceduto e
quindi è normale che sia attaccato. Berlusconi, però dovrebbe comuqnue essere
ringraziato dai globalizzatori anglo-aemricani, perchè con la sua política ha
contribuito non poco ad incrementare il debito pubblico italiano, dando quindi una
grossa mano ai globalizzatori che sulla base del forte debito pubblico,
lasciato in eredità anche da Berlusconi, potranno chiedere a gran voce che si
proceda con la massima urgenza alla privatizzazione di tutto quanto è possibile
svendere.
Ricordiamo che Berlusconi,
la prima volta che arriva al Governo era stato preceduto da Carlo Azeglio Ciampi,
e questi poco dopo essere diventato capo del governo, il 30 giugno del 1993
nomina un Comitato di consulenza per le privatizzazioni, presieduto da Mario Draghi, uomo Goldman Sachs, non a
caso, oggi, arrivato alla presidenza della BCE.
Ciampi aveva
proseguito la svendita del patrimonio italiano iniziata dal socialista Giuliano Amato, braccio destro di Craxi
(inspiegabile miracolato dai giudici che provvidero a far piazza pulita della
classe politrica italiana di allora) e dal “lottizzatore” democristiano Romano Prodi; Romani Prodi venne così
definito, per il suo comportamento quando era presidente dell’IRI, da Franco Bechis in un articolo pubblicato
su Milano Finanza: “Prodi, all'Iri, lottizzò come un democristiano“.
Sul tema delle
privatizzazioni in Italia, invitiamo ancora una volta a leggere l'articolo di
Eugenio Caruso su Impresa oggi:
"Iri tra
conservazione e privatizzazioni"
Insomma l’attacco
al Cavaliere si spiega perchè non è considerato all'altezza dei suoi
predecessori privatizzatori e quindi si preme per un immediato ritorno di
questi.
L’attacco all’italia è finalizzato al furto
del suo oro, del suo enorme patrimonio ambientale, artístico e archeologico e
delle imprese pubbliche dai grandi guadagni.
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