Siete pronti a fare la rivoluzione?
Ieri Michele Placido difendeva Renato Vallanzasca, parlando di una vera e propria etica del male, rispetto a quelli che dal Parlamento orchestrano le loro malefatte facendo di peggio.
Oggi Mario Martone, intervistato in occasione della presentazione di "Noi credevamo", il suo ultimo film dedicato a Giuseppe Mazzini, dice dei carbonai:
E, riconoscendo che viviamo in una democrazia incompiuta, si augura che il suo lavoro sia da sprone per i cittadini dormienti, stimolando gli italiani a impegnarsi per l'unità.« Credevano nella democrazia, nella giustizia, nella lotta armata per un'Italia unita. »
Il sospetto francamente viene. Stiamo forse assistendo ai primi segnali di un'Italia stanca di subire, esasperata, i cui intellettuali iniziano in qualche modo, in sordina, a sdoganare l'uso della violenza come uno strumento accettabile per fermare questo lento, progressivo e inesorabile decadimento?
Questo blog è frequentato perlopiù da persone insofferenti al degrado etico e morale del sistema, per cui rappresenta un campione attendibile per fornire una stima sulle massime temperature che la febbre da esasperazione collettiva può raggiungere.
Rispondi a questa domanda:
Giustificheresti una nuova lotta armata?
Sì, ormai non vedo altre soluzioniSì, se le cose dovessero peggiorare ulteriormente
No, concepirei l'uso della violenza solo come ultima, estrema risorsa
No, la violenza è sempre e comunque inaccettabile
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