28 novembre 2011

The Secret - Recensione e riassunto della serie

Recensione e riassunto della serie a cura di Freeanimals!:
Il primo incontro tra Freeanimals e "The Secret" è stato uno scontro. In altri casi i fumettisti avrebbero potuto sbattere la porta offesi e l'autore della recensione avrebbe potuto picchiare ancora più forte. Ma non è andata così. Freeanimals è un blogger molto colto e dalla penna arguta. Beffarda, a volte, ma la sua mano è sempre armata di fioretto. Per avere un quadro più chiaro della pubblicazione, con grande intelligenza e curiosità, ha deciso comprarsi e leggersi tutta la serie di The Secret. Ma non solo. L'ha analizzata e riassunta in quatto post che vale davvero la pena leggere e che vi ripropongo su queste pagine. Freeanimals e io abbiamo idee diverse su tutto quello che è spirituale, animico e sciamanico, ma siamo dalla stessa parte. La parte di chi è spinto dalla curiosità e ama ascoltare le opinioni diverse dalle proprie. Un grazie di cuore dal sottoscritto e da tutto lo staff di The Secret.



Recensione e riassunto degli otto episodi della serie The Secret. Attenzione, il testo contiene SPOILER.
01 - Il fattore cigno nero Il fumetto The secret è pieno zeppo di archetipi, a cominciare da Eros e Tanatos. Amore e morte. La ragazza di Adam Mack, infatti, muore a pagina tre, durante un litigio, ma riappare sotto forma eterica già a pagina diciannove, per comparire di tanto in tanto lungo tutto il percorso degli otto albi della miniserie. Il grullo Adam, invece di levare un peana della vittoria per essersi tolto dalle scatole una rompiballe simile, fa il tenerone incazzoso per tutti gli otto fumetti, andando alla ricerca della sua innamorata con ogni mezzo possibile. Qui vediamo un altro archetipo all’opera, che Hollywood ci ha presentato in tutte le salse: il poliziotto vedovo che muore di nostalgia e che confonde i suoi doveri d’ufficio con la vendetta privata da portare a segno contro i cattivi che gli hanno ucciso la moglie. O contro il Fato che ha fatto la stessa cosa. Ma un uomo fedele non è un po’ un fenomeno contro natura? Sì, ma alla femministe sioniste e ai registi gay piace così! Comunque, come espediente, anche se non originalissimo, ci può stare. In fondo, anche Ulisse bramava tornare da Penelope, esattamente come Mack desidera incontrare di nuovo Soul. Evidentemente, altro archetipo, tira più un pelo di **** che una pariglia di buoi. E infatti, grazie a questo espediente della ricerca dell’anima, Adam entrerà in contatto con personaggi interessanti, un po’ inventati e un po’ tratti dalla realtà. Prima di conoscerli, però, va detto che in questa storia ci sono altri archetipucci: quello della fine del mondo, per esempio, rappresentato dall’undici settembre. Furono già i profeti biblici a proporre il tema dell’attesa dell’intervento divino, ma anche loro lo avevano adottato dalla fine di Atlantide, di cui non avevano coscienza ma che già a quell’epoca aleggiava nell’inconscio collettivo dei popoli. Asteroide o punizione divina fa lo stesso, l’importante è che su questa Terra si stia come d’autunno sugli alberi le foglie. Qualcosa di molto brutto – lo sapete – è successo 11.500 anni fa. Il Nostoi greco [1] ci mette le ali ai piedi e ci obbliga a tornare a casa, mentre l’apocalisse giudaico-cristiana c’induce a un ravvedimento dei nostri peccati, così da farci trovare preparati di fronte al giudizio divino, o al caso che ci farà sopravvivere all’impatto della cometa, in mezzo a milioni d’altri che non avranno avuto lo stesso privilegio. Sempre che di privilegio si tratti. Nel primo episodio di The secret la ricerca e il pentimento in vista della fine, rappresentata come un cigno nero, s’intrecciano. Di questi tempi, tra crisi economiche e paventato NWO, sembra che l’archetipo della fine del mondo sia quello predominante. Anche gli otto albi di Star Comics portano il loro granello d’incenso sull’altare della trepidante attesa. A volte – lo confesso – ho come la sensazione che gli Illuminati che tanto detestiamo siano grandi esperti di archetipi e simbologia occulta, oltre che di manipolazione mentale, ma questo non significa che Giuseppe Di Bernardo faccia parte del loro piano. Anzi, anche lui come tutti noi sta cercando di portare alla luce della consapevolezza collettiva quei meccanismi che la cricca massonica attuerebbe comunque, indipendentemente dai nostri sforzi di denuncia. Infine, oltre allo stereotipo del detective vedovo e perennemente innamorato, c’è in Adam Mack anche un po’ di Doctor House, con quel suo vizio d’impasticcarsi per smorzare le voci dello Spirito Guida, da lui misconosciuto. A pagina 75 c’è anche la riproposizione di una scena di Matrix, con Adam Mack che si lascia mettere elettrodi in testa, collegandosi con la veggente Hopi, che non poteva mancare e che si trova sia in Matrix che in Minority Report, arzilla fumatrice nel primo caso, paranoica allucinata nel secondo. Di Conrad Malcor, preso di sana pianta da “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, parlerò più avanti, ma c’è ancora un archetipo che mi preme evidenziare: i sacrifici umani. Nel primo episodio se ne portano a termine ben tre. Curiosamente, le tre ragazze-agnello vengono uccise all’interno dei cerchi nel grano, non in onore di una divinità precisa ma nel tentativo di esorcizzare il potere che i cerchi avrebbero di risvegliare il cuore dell’uomo dal suo sonno millenario (pag. 87). Mai sacrifici cruenti sono stati fatti per un motivo più inconsistente. Nel primo album, che segnerà la strada anche per i seguenti, ci sarà in definitiva molto Tanatos e poco Eros, a cominciare dai 2974 morti delle torri gemelle. Anzi, niente Eros del tutto, ma va bene così. Se volevamo Eros ci compravamo i fumetti di Milo Manara. 02 - Predatori di anime Nel secondo episodio alcuni tasselli del puzzle vanno al loro posto. Si viene a sapere che Soul Sewell, fidanzata di Adam, in realtà non morì in seguito allo schianto, vero o olografico, del Boeing contro il WTC, ma fu rapita dagli alieni un attimo prima dell’impatto. Come Adam sia riuscito a sopravvivere rimanendo in coma e riportando una eterocromia alle iridi oculari, resta un mistero, ma comunque si tratta di una licenza poetica meno fastidiosa della spada di legno trovata da Soul bambina in fondo al lago, dato che normalmente, a parte l’ebano, il legno galleggia. Veniamo anche a conoscere la storia di Conrad Malcor che, una volta liberato dall’ospedale psichiatrico, va a raggiungere il Circo Spaziale, dove può riabbracciare Malachia, il prete rasta e Lucien, il tuttologo sapientone. Se Malcor, con la sua ossessione bulimica per i muffin ai mirtilli ricorda Dustin Hofmann in “Rain Man” che andava pazzo per lo sciroppo d’acero, la comitiva stravagante del Circo Spaziale, sempre in fuga con i campers, ricorda gli ufologi a cui chiedevano consulenze Fox Mulder e Dana Schelly. In fondo, similis similem amat, e il potenziale Guerriero della Luce Adam ha bisogno di qualcuno che lo guidi, anche se si ostina a fare lo scettico ad oltranza. D’altra parte, lui era così anche da piccolo e lo si capisce quando offrì a Robin, la sorella maggiore di Soul, di darle una gabbia in cui mettere il pettirosso che ogni giorno andava a trovarla. La bella citazione di William Blake, secondo cui se un pettirosso viene messo in gabbia il cielo s’arrabbia, fa capire quanto sensibili siano le bambine e quanto rozzi siano i maschietti. Qui entriamo in ragionamenti ormonali avulsi dalla nostra storia, ma io devo ancora sentire casi di bambine che strappino le ali alle mosche, che uccidano lucertole e diano fuoco ai gatti. Niente niente, quando le femministe affermano che la psiche femminile è superiore a quella maschile, in riferimento agli aspetti etici dell’animo umano, mi sa che c’azzeccano di brutto. E’ curioso però che il protagonista si rifiuti di accettare il ruolo di Guerriero di Luce, ma anche questo è un cliché spesso utilizzato nei film, con il protagonista che non sa di essere dotato di un grande potere, salvo poi accorgersene nel momento del bisogno, sullo stile di “Eroe per caso”. Adam è un criptoeroe, molto più accattivante di quelli in calzamaglia e patentino, giacché ognuno può riconoscersi in lui, anche il più scialbo dei Fantozzi. Tuttavia, sarà proprio Adam, dopo che la caduta dal secondo piano l’aveva mandata in coma, a liberare Robin dallo stato vegetativo e lo farà magicamente durante uno dei suoi viaggi in compagnia del Carlino Guida [2]. In quelle sortite oniriche dentro la mente di Adam ne succedono di tutti i colori ed è difficile trovare dei significati e rimanere ancorati alla realtà, mentre come Robin sia entrata in coma è del tutto verosimile. Incinta al terzo mese, suo marito Harry Lloyd si era messo in testa che stesse covando un essere mostruoso, risultato delle interferenze aliene che sia lei che sua sorella Soul avevano subito. Harry, che era anche medico, chiede la collaborazione di Malcor per far abortire sua moglie. Malcor accetta, anche se riluttante, perché non aveva bisogno della prova dell’esistenza degli alieni, impossessandosi di un loro feto da mettere in formalina. Accettando di aiutare il disperato marito di Robin, Malcor commette quell’errore fatale che lo condurrà dritto dritto in manicomio, e che porterà invece Harry in prigione, dal momento che Robin sul più bello si sveglia dalla narcosi e si getta dalla finestra, non senza che i veri padri del nascituro, a bordo dell’immancabile disco volante, non intervengano per impedire l’infanticidio. Una volta all’ospedale, i medici definiranno quella di Robin una gravidanza isterica. Succede anche a certe cagnette! Adam, uccidendo il Minotauro rettiliano in uno dei suoi sogni peggiori, in compagnia dell’immancabile Spirito Guida dal muso rincagnato, farà uscire il pettirosso dalla gabbia toracica del mostro e Robin, nello stesso istante, dallo stato vegetativo in cui era condannata a vivere. I credenti nell’anima umana saranno contenti, ma io che non ci credo liquido il tutto come una delle tante trovate romanzesche e delle licenze poetiche che si perdonano agli artisti, compresi gli scrittori di fumetti. Anche Adam bambino, la notte in cui con le due sorelle si era inoltrato nel bosco, vivendo l’esperienza del missing time, aveva subito un’interferenza aliena mediante impianto di chip nell’osso sfenoide. Lasciate alle 23.55 le tende in giardino, dove avrebbero dovuto dormire grazie a un’improbabile autorizzazione della severa madre delle bimbe, si svegliano tutt’e tre alle 23.40, accorgendosi di essersi addormentati in una radura della foresta. Malcor, al quale le due sorelle si erano rivolte qualche anno più tardi, riferendogli questa stranezza, spiega il fenomeno con la scarsa accuratezza con cui gli alieni riportano a casa gli addotti. Interferendo nel fluire del tempo, per praticare interventi invasivi sui soggetti, non sono o non possono essere precisi nella scelta del momento in cui far ripartire l’orologio temporale. In fondo, pare che i Grigi, principali responsabili dei rapimenti, siano solo delle macchine e non dei veri organismi viventi. Anche i robot possono sbagliare! Note: [1] http://it.wikipedia.org/wiki/Nostoi [2] http://freeanimals-freeanimals.blogspot.com/2011/06/carlini-complottisti.html 03 - Fili invisibili Se nell’episodio precedente gli alieni ginecologi la fanno da padrone, nel terzo atto della saga passano in secondo piano e vengono alla ribalta i padroni occulti del mondo, in carne e ossa. Questi sono molto più temibili dei Grigi, che tutto sommato giocano al dottore con singoli individui, mentre i padroni del mondo manipolano interi popoli inducendoli alla fame, alla miseria e a combattersi gli uni gli altri, in quella guerra fra poveri che vediamo spesso sui telegiornali, con gli abitanti di Rosarno che danno addosso agli emigrati e i manifestanti che attaccano i poliziotti. E viceversa. Già Pasolini lo aveva fatto notare. L’episodio comincia con la brutta copia dell’assassinio di JFK in versione coloured. Gli afroamericani, che evidentemente fanno fatica a capire che Obama è solo un negro bianco, si arrabbiano e vanno a rubare gli stereo nei negozi di Hi-fi. Il che ci fa capire quanto sia vero che i negri hanno la musica nel sangue e, per loro, sentire musica è come farsi una trasfusione. Non possono vivere senza! Per riscattarsi da tanta miopia, c’è un attivista di quelli giusti, David Jones, che le cose le ha capite fino in fondo, e che sarà salvato dal provvidenziale intervento di Soul dagli sbirri che volevano approfittare delle sommosse per toglierlo di mezzo. Non ci riescono, grazie ai superpoteri della ragazza, che ancora gioca a nascondino con il suo spasimante e svanisce quando lui arriva: l’avevo detto che era una rompiballe! Attivista di colore e Adam s’incontrano subito dopo, fanno amicizia e vanno a rimettere un po’ di cose a posto, in giro per la città di Washington. Prima però Adam fa in tempo ad accorgersi che dietro la facciata dell’agitatore di folle, c’è la fragilità di un uomo di colore che ha sposato una donna bianca e che ha violato la legge del tribunale dei minori, sottraendo il ragazzino alla sua legittima madre. Tocco d’artista che non poteva mancare, l’attivista David Jones ha il vizio di attaccarsi alla bottiglia, come reazione per la rabbia impotente che lo assilla. A quel punto, il tutore della legge che è in lui viene a galla e Adam decide di approfittare del sonno etilico in cui Jones è precipitato per riportare il ragazzino cieco a sua madre. Cieco sì, ma non scemo, e sembra quasi che ne sappia più del padre: magari anche lui è un bambino indaco o cristallo come Sophia Rebirth, figlia dell’ufologo Travis e terza vittima sacrificale della Salamandra. Adam sale sul taxi di Jones con il ragazzo, per cercare sua madre, ma non sarà lui a trovare lei, bensì lei a trovare lui, grazie ad una serie di coincidenze provvidenziali che faranno andare in brodo di giuggiole mistici ed esoterici. Raggiunto dalla vendetta di un bullo di colore, che Adam aveva un po’ strapazzato, durante il percorso viene speronato e rischia di morire nell’incendio del taxi, se non avvenissero una serie di miracoli a partire dal recupero della vista del fanciullo. Un classico della miracolologia mondiale! Poi, nella strada resa deserta dalle ore notturne e dalle rivolte in corso, si ferma a prestare soccorso e ad estrarre Adam svenuto dall’abitacolo del taxi proprio quel banchiere che aveva rifiutato un prestito al nero che si era vendicato massacrandogli di botte la sua ex. Anche il banchiere correva a prestare soccorso alla ragazza che lo aveva abbandonato e anche lui fa la figura del grullo che resta fedele all’eterno femminino. Archetipi che si rincorrono e vendette che cercano la loro strada. Senza peraltro riuscire nell’impresa. Né Adam brucia nell’auto speronata, né l’ex ragazza del banchiere, benché fedifraga, resta uccisa sotto i colpi del vendicatore nero. Sul più bello arriva la madre del ragazzo, che di professione faceva la dottoressa. Si riabbracciano. Lui, non più cieco. Lei, di nuovo madre. Jones continua a dormire in preda ai fumi dell’alcol: forse il destino che aspetta a noi complottisti. Adam viene recuperato dal Settimo Cavalleggeri, arrivati con l’immancabile Malcor a bordo dell’immancabile camper. Ma prima che accadessero questi rocamboleschi miracoli, e prima che Jones si abbandonasse al sonno etilico, Adam viene reso edotto dei piani degli Illuminati, che dovrebbero approfittare delle sommosse per instaurare il NWO, passando attraverso cataclismi e pandemie da loro stessi indotte e provocate. Viene anche a sapere che David Jones aveva partecipato presso il bosco Boemo ad un raduno di uomini potenti, tra cui quell’Ephrem che probabilmente fu il mandante dell’omicidio del presidente. Lì David assistette ad un sacrificio umano, poiché pare che la combriccola degli annoiati uomini potenti abbia anche il vizietto di adorare il Dio Moloch, il loro antico protettore babilonese, dal momento che la leggenda vuole che essi siano i diretti discendenti di quelle antiche famiglie di regnanti mesopotamici. Siamo in piena forzatura parastorica e si sente odore di David Icke, odore di zolfo di gatekeeper. Ecco dunque il lieto fine: Adam guarisce dai postumi dell’incidente e, assaporando il piacere della sincronicità degli eventi, sotto lo sguardo benevolo del Fato, tutti si congedano con un sorriso e si apprestano ad una nuova avventura. La ricerca dell’anima continua, mentre David Jones continua a sognare, stravaccato in poltrona, cullato tra le braccia di Bacco e Morfeo. 04 - L’avvento del quinto mondo Con il quarto episodio si comincia a parlare di cose serie: scie chimiche. Peccato che vi si mescoli lo sciamanesimo, con i suoi animali totemici e i viaggi astrali, più adatti ad un pubblico New Age che a scettici ricercatori di verità. Capisco che, se si deve parlare dell’avvento di un ipotetico quinto mondo, si deve far riferimento ai miti e alle leggende che ne hanno parlato per primi. Francamente, però, non mi ero accorto di essere nel quarto. E’ che non siamo abituati alle culture native! Io faccio già fatica a sopportare i nostri miti e leggende; figurarsi se devo sobbarcarmi anche quelli degli altri, alieni alla nostra cultura giudaico-cristiana. Li si può studiare come si studia la Storia antica, cioè con un interesse di tipo antropologico, e morta lì, ma io mi sto accorgendo che in seno al movimento complottista (e uso questo termine solo per comodità e pigrizia), molti ci credono veramente, al risveglio delle coscienze e ad ipotetici nuovi mondi in cui l’armonia, la giustizia e la pace regneranno sovrane. Ho avuto anche recentemente degli scontri ideologici con ammiratori dello sciamanesimo [1], che credo di aver fatto arrabbiare come un eretico farebbe arrabbiare un uomo di fede. Del resto, se Hopi, Maya e Aztechi parlano dell’avvento del quinto mondo, lo fa anche Huxley [2], lo fa Zeitgeist, lo fanno gli Illuminati e, prima ancora, lo facevano i profeti biblici: non è che stiamo parlando tutti della stessa cosa? Se il Nuovo Mondo di Huxley, del Venus Project [3] e dei massoni è cattivo, perché quello della New Age, degli indiani americani e del Vecchio Testamento sono buoni? Chi li ha divisi in questo modo? Forse perché Huxley, Jacques Fresco e gli Illuminati sono laici (e invisi alla Chiesa) e le altre dottrine nascono da menti religiose? E non importa che siano sciamaniche o veterotestamentarie; basta non darla vinta a quegli atei mangiabambini! Se il NWO che gli Illuminati hanno in mente di attuare è riprovevole, chi ci garantisce che non siano sempre loro, che non per niente si chiamano illuminati, a lasciarci trastullare con filosofie millenaristiche nate secoli or sono o riproposte negli anni della Beat Generation? Se consideriamo il ruolo avuto dalla religione nei secoli passati, ci accorgiamo che essa è sempre stata al servizio del potere temporale, quando non lo incarnava ella stessa, e dunque potrebbero essere gli Illuminati stessi a far circolare e a rendere di moda le teorie di un prossimo possibile e, perché no, auspicabile risveglio delle coscienze. Non c’è alcun dubbio che se l’umanità potesse fare un salto di qualità, vibrazionale o meno, acquisendo quella mentalità e quei comportamenti di cui i veri illuminati (Budda, Gesù Krisna e compagnia bella) predicano da sempre, sarebbe tutto di guadagnato per tutti, ma se accadesse veramente una cosa del genere non ci sarebbe più posto per una società gerarchica e per i privilegi degli altri Illuminati, quelli cattivi. E dunque, quelle menti raffinatissime che tutto vedono e prevedono con il loro occhione in cima alla piramide, lasciano che ci appassioniamo per ideali che non saranno mai realizzati. Da nessuno. Né da noi, né tanto meno da loro. Finché, ad un certo punto, decideranno che abbiamo giocato abbastanza, azzuffandoci pure su sciamanesimo e altre piacevolezze salottiere, e diranno basta. Ci metteranno a dormire, come tanti bravi bambini ubbidienti e rispettosi dell’autorità paterna. Eppure, duemila anni di manipolazione mentale da parte del clero cristiano – o sedicente tale – avrebbero dovuto metterci in guardia e far nascere in noi una sana diffidenza per tutto ciò che ha a che fare con il mondo dello Spirito. Amanthea, figlia di Sybill, la veggente dello Space Circus, a pagina 95 si dice convinta che “tutti quanti torneremo a vedere il mondo spirituale”. Lo strumento per far ciò è stato individuato nella ghiandola pineale, chiamata anche terzo occhio, e secondo alcuni i nostri antenati di qualche razza perduta erano in grado di usarla appieno, magari per comunicare telepaticamente o per vedere gli spiriti, come si dice sappiano fare gli sciamani. Io parto dal presupposto che gli spiriti non esistano e che gli sciamani siano la forma larvale dello sfruttamento di furbi intermediari tra divinità inventate e uomini che invece hanno bisogno di crederle reali. Il nostro corpo ha altri organi vestigiali, come l’appendice e, in rari casi, un mozzicone di coda, che viene tagliata subito dopo la nascita. In casi ancora più rari, a certe donne spuntano ventralmente altre coppie di capezzoli, oltre quella in dotazione, anch’esse vestigia del nostro lontano passato di prolifici mammiferi. L’epifisi potrebbe appartenere a tale categoria d’organi dismessi, oppure potrebbe avere solo la funzione di inibire lo sviluppo sessuale dei bambini. Tutte le sovrastrutture costruite su di essa potrebbero essere solo parto di teosofi, antroposofi e altri amanti della Sofia prima di loro. Cioè nient’altro che fantasie spacciate per verità scientifica. Tutt’altro che fantasie, purtroppo, sono le scie rilasciate nel cielo da aerei militari, oltre a quelli commerciali che si sono prestati all’uopo. Se non riusciamo ancora a capire lo scopo delle incessanti irrorazioni è perché non siamo militari. Se ci cospargono di sostanze è perché farlo è uno degli scopi dell’aeronautica, ovvero colpire dall’alto i nemici. E’ per questo che gli aerei sono stati inventati! Che poi si possa utilizzarli per volare da un punto del Pianeta ad un altro, è solo un optional. Sono sicuro che se Icaro non fosse precipitato durante il volo di prova, al secondo tentativo si sarebbe portato dietro un sacchetto di sterco da gettare in testa ai comuni e appiedati mortali. Così, tanto per sfizio. Per divertirsi un po’, per vedere dall’alto le facce della gente, sganasciandosi dalle risate. Senso di divina, irraggiungibile potenza. Quegl’Icari che lo fanno oggi sui nostri cieli, ammesso che non siano droni, parimenti si sbellicano dalle risa, soprattutto quando vengono a sapere che ci sono ricercatori come i fratelli Marcianò che ci danno dentro denunciando il loro mostruoso crimine. Quei piloti si divertono e noi non possiamo più dire: “Lassù qualcuno mi ama”. Piuttosto, il contrario. A distanza di quasi cent’anni, La Russa e Napolitano s’ostinano a celebrare il Milite Ignoto, ma c’è un altro milite ignoto che vola sulle nostre teste, anzi più d’uno: se i nostri servili cani da pastore non ne parlano mai è perché il loro padrone gli ha ordinato di non farlo. La faccenda è grossa e tanta omertà istituzionale non fa presagire nulla di buono. Potrebbe essere anche preludio a svolte sociali apocalittiche, che non osiamo nemmeno immaginare. Alla fine dell’episodio, Malcor manda Malachia a far saltare il ripetitore dei militari e quel fessacchiotto di Adam cerca, senza riuscirci, d’impedirglielo. Qui si vede che oltre ad essere succube di una ragazza che continua a giocare a nascondino, benché lo faccia per esigenze di copione, è anche un inveterato ACAB [4]. Habitudo est secunda natura e lui non può proprio farne a meno! Per fortuna, gli altri compagni d’avventura ci mettono sempre una pezza e Malachia è più svelto di lui. Con la distruzione del traliccio Sybill rientra dal piano astrale, cioè torna in sé dal sonno ipnotico dov’era rimasta bloccata. Quanto ci sia di scientifico in tutto ciò non so. Non ho mai visto sciamani o medium cadere in stato di trance, ma che le onde elettromagnetiche siano nocive alla salute non ho difficoltà a crederlo. Per una volta tanto, anche se tira sempre fuori versetti biblici, Malachia ha fatto la cosa giusta, a dispetto del poliziotto innamorato, manesco e anche un po’ ottuso. Quel prete rasta sciupasuore comincia a starmi simpatico! Note: [1] http://www.stampalibera.com/?p=32314 http://www.stampalibera.com/?p=33651 [2] http://doc.studenti.it/scheda-libro/italiano/mondo-nuovo-aldous-huxley-scheda.html [3] http://www.zeitgeistitalia.org/node/30 [4] http://it.wikipedia.org/wiki/A.C.A.B. 05 - Cuore sacro Ritornano i cattivoni Ishtar, dall’ampia scollatura, dea dell’amore e della guerra, e il cappellano Belial, fratello di Bafometto. Nomi appropriati per raffigurare la malvagità allo stato puro, ma io devo ancora capire perché quel losco figuro con la coda da cavallo sia stato chiamato cappellano. Forse perché, a pagina 23, entrambi s’incontrano con un alto prelato del Vaticano, che dà loro preciso ordine di uccidere Adam Mack. E quest’ambigua frequentazione mostra che il Male è molto più ramificato di quanto s’immagini, tanto che perfino Paolo VI parlava del fumo di Satana infiltratosi nella Chiesa [1]. Naturalmente, siccome le forze del male non prevarranno [2], nessuno riuscirà a sconfiggere il nostro protagonista. Nemmeno Roland Alter, padrone d’azienda messicano con la passione per i sacrifici umani. Prima di trovare la donna giusta, la donna fatale che dovrebbe compiere per lui un rito speciale, Roland fa uccidere tredici sue operaie per intimorire tutti gli altri e costringerli a rivelare il nome della prescelta. Motivazione inverosimile, ma pare che da quelle parti lo stupro e l’uccisione di giovani donne sia stato un fenomeno reale e i colpevoli vanno ricercati a più livelli, tra i narcotrafficanti, i poliziotti e la stessa magistratura [3]. Il nostro Paolo Franceschetti ne avrebbe da indagare e da scrivere su quegli strani omicidi, che hanno tutta l’aria di essere rituali! Le uccisioni di giovani donne nella città di frontiera Ciudad Juarez iniziarono nel 1992. Fino al 2001 i corpi straziati delle ragazze venivano fatti trovare in diversi punti della città ma, a partire da tale data, a causa dell’intensificarsi delle indagini, i malviventi cominciarono a sciogliere nell’acido i cadaveri, di modo che al momento attuale si contano 300 omicidi rituali, mentre di altre duecento donne non si è saputo più nulla. La connivenza delle istituzioni è ormai chiara, visto il modo grossolano di condurre le inchieste di polizia. E’ chiaro che la magistratura sta proteggendo i veri responsabili, dopo aver cercato di addossare la colpa ai soliti capri espiatori, e il motivo risiederebbe nel fatto che alcuni ricchi imprenditori della zona si dilettino a far rapire le ragazze per usarle in orge a base di droga e sesso violento, con lo scontato finale della soppressione delle malcapitate. Quei pervertiti pieni di soldi e cocaina sono gli stessi che finanziano le campagne elettorali del presidente Vicente Fox ed essendo suoi amici sono quindi intoccabili. Come i rapitori infieriscono sulle loro prede torturandole e seviziandole, così i poliziotti che arrestano incolpevoli balordi fanno la stessa cosa. A questo punto, se i metodi sono identici, ne risulta che lo spirito del Male pervade tanto i criminali quanto le forze dell’ordine: cambiano solo le finalità. Gli esecutori e i mandanti torturano e violentano le ragazze per puro divertimento e gli sbirri torturano i capri espiatori per estorcere improbabili confessioni, divertendosi un po’ anche loro. Qui si vede che il concetto “Il fine giustifica i mezzi” è immorale, non meno che fascista. Se avessi qualche propensione per l’esoterismo, direi che i sacrifici umani e animali degli antichi Aztechi abbiano lasciato traccia nelle cose e nel terreno, anzi più probabilmente nella memoria storica di quella gente, quasi una specie di maleficio, o una vibrazione tossica che impregna cose e persone. La faccenda è meno campata in aria di quel che sembra, se solo pochi giorni fa anche la trasmissione Voyager si è occupata della memoria del DNA, ma non ho avuto tempo di indagare sull’argomento e so solo che scrittori di genere horror come Stephen King hanno spesso ambientato i loro macabri racconti in cimiteri indiani e non avrei difficoltà a credere che luoghi come i mattatoi, le prigioni o le abitazioni dove ci siano stati omicidi conservino tracce maledette, qualche fantasma o qualche larva, per usare un termine tecnico. Di sacrifici umani e animali ne sono stati fatti in tutto il mondo, ma il centro e sud America devono avere qualcosa di speciale, se si mettono insieme le terribili informazioni che negli anni ci sono giunte a proposito della propensione dei sudamericani per i golpe, per l’eliminazione fisica dei dissidenti politici, per la corruzione elevata a regola di vita e, come nel caso di Ciudad Juarez, per la totale mancanza di legalità che può albergare in vaste zone. Se a tutto ciò aggiungiamo che i militari colombiani insegnano alle reclute a pugnalare dei cani tenuti fermi su un tavolo, allo scopo d’indurire i cuori dei futuri soldati, verrebbe da credere che la violenza sugli animali non solo è propedeutica alla violenza sugli uomini, come dicevano gli antichi saggi, ma nasce dalle stesse menti e viene messa in pratica dalle stesse mani. In altri termini, gli stessi sbirri/spacciatori/gangsters che uccidono le ragazze messicane, uccidono anche i cagnetti colombiani. E’ all’opera la stessa matrice culturale e sadica. E, come se non bastasse, qui da noi c’è sempre qualcuno che se mi azzardo a mettere sullo stesso piano cagnetti e ragazze, si scandalizza! Adam Mack fa bene, a pagina 72, a rifiutarsi di prendere l’ayahuasca, anche se poi si lascia convincere da Mayahuel Castaneda, la Custode dei Giorni, prigioniera di Roland Alter, a berne un po’. Tutti i presenti ne bevono, compresi Roland e Xelhua, il suo muto gorilla guardaspalle, e tutti sprofondano in un sonno presumibilmente sciamanico, che permetterà ad Adam di fare uno dei suoi soliti viaggi all’interno della sua mente. Ma, mentre di solito il ragazzino Adam deve combattere con mostri partoriti dal suo inconscio, stavolta si ritrova a compiere con l’Hulk muto agli ordini di Roland una di quelle assurde partite degli antichi aztechi, in cui la palla non poteva essere toccata né con le mani, né con i piedi, ma solo con gli avambracci. E tuttavia, con un po’ di fortuna e molta agilità, riuscivano a far passare la palla attraverso un anello di pietra, infisso su un muro laterale del campo di gioco. Neanche a farlo apposta, nonostante la disparità di dimensioni, novello Davide alle prese con il gigante Golia, Adam segna l’agognato punto, per scoprire subito dopo che a venir sacrificati sull’altare in cima alla piramide non erano i perdenti, ma i vincitori, a mo’ di premio per la vittoria. Virgilio, il suo carlino guida, aveva omesso questo piccolo particolare. E’ in questo modo che si tocca l’acme della storia: Adam fanciullo, disteso sulla pietra dell’altare, sotto il coltello d’ossidiana dei sacerdoti che glielo estraggono ancora palpitante, scopre di essere uno Yolteotl, un cuore sacro, un guerriero di luce. Solo in quel momento, nel sogno, rivede la sua amata Soul e può baciarla com’era già successo a pagina 91 del quarto episodio. Un bacio tra anime, vero premio di una finta partita a palla cerchio, se posso permettermi di chiamarla così. Di quattro che si erano addormentati grazie alla dimetiltriptamina, solo tre si svegliano. Xelhua resta nell’oltretomba, causa infarto, e i rapporti numerici si ribaltano. Ora Roland è solo, armato di spada, nella cripta dove voleva compiere il sacrificio, contro Adam e Mayahuel: sembra che il loro destino sia segnato. Ma piccole mani d’orfanelle intervengono a vendicare la morte delle loro più anziane e sfortunate concittadine. Roland viene spinto nel pozzo delle anime, dal fondo irto di pietre aguzze, simbolo del viaggio all’inferno che attende i malvagi. Precipita e muore, ché è proprio quello a cui anelava. Per Adam Mack il viaggio continua, come direbbe Roberto Giacobbo. Ishtar e il cappellano Belial sono ancora in circolazione. 06 - Coloro che dal cielo caddero Individuata Soul dall’altra parte del Pianeta, senza l’intervento di Sybill ma grazie alle capacità da hacker buono di Lucien, Adam viene preso dalla furia e decide di partire per l’Iraq, portandosi dietro Malachia, Lucien e l’immancabile Malcor. Amalthea, figlia di Sybill, protesta perché il circo è una famiglia che viaggia insieme e non deve separarsi, ma la forza d’attrazione esercitata da Soul è troppo forte e Adam non sente ragioni. Così, i quattro s’imbarcano a Città del Messico e scendono a Bagdad, non senza mettersi nei pasticci, durante il volo, a causa del carattere collerico e attaccabrighe del nostro protagonista. Per fortuna, ad attenderli a Bagdad, ci sarà un sufi amico di Malcor, che pagherà la cauzione per aver violato le norme di comportamento a bordo degli aerei, cioè per aver preso a pugni uno steward. Indovinate chi ha alzato per primo le mani? Domandina facile facile! Sasha, l’anfitrione che li ospita, li conduce nell’albergo più lussuoso della città, dove egli stesso è alloggiato, e poi si capirà perché poteva permetterselo. Li porta anche a vedere una danza derviscia e presenta loro un rabbino, Zecharia, di modo che, tra quest’ultimo, il sufi e Malcor, Adam si trova preso fra tre fuochi e il suo scetticismo viene messo a dura prova. Fra le altre astruserie, il rabbino spiega ad Adam che i ventidue caratteri dell’alfabeto ebraico sono stranamente somiglianti agli amminoacidi del DNA umano e quando ho letto questo passaggio, mi è venuto in mente che a fare tale scoperta dev’essere stato un genetista ebreo, magari grazie a quel fenomeno eidetico della mente [4], che ci fa vedere forme conosciute in disegni astratti. Malcor rincara la dose dicendo che secondo le ultime teorie della fisica, l’intero universo è fatto di vibrazioni, le stesse che escono dalla nostra bocca quando parliamo. Da ciò deriverebbe il potere magico delle parole e in questo senso andrebbe interpretata la prima frase della Bibbia: “In principio era il Verbo”. Da questo deriverebbe anche la capacità dell’essere umano di plasmare la propria realtà, facoltà che gli è stata sottratta dall’élite che comanda il mondo. La quale lascia che l’umanità usi, seppur inconsapevolmente, la magia nera, ottenendone risultati disastrosi. Stronzate, le giudica Adam. Compresa quella che sarebbero stati gli Anunnaki di Nibiru a creare l’uomo mediante manipolazioni genetiche, dal momento che, scesi sulla Terra per procurarsi l’oro di cui avevano bisogno, i loro minatori Igigi erano entrati in sciopero e gli Anunnaki si videro costretti a creare i Lullu, cioè l’Homo sapiens, affinché li sostituisse. Fesserie, le giudica ancora Adam. E alla sua domanda del perché gli Anunnaki, che erano tecnologicamente progrediti, l’oro non se lo fossero cercato ed estratto da soli, invece di creare schiavi umani, gli viene risposto che non di oro letterale si tratta ma “dell’oro degli antichi alchimisti, il seme divino nascosto in tutte le cose” (pag. 68), e questo mi sembra un buon modo per svicolare dalla questione e rispondere senza dare una risposta. Durante quell’incontro, viene anche detto ad Adam che a creare l’uomo furono i giganti, e questo per il semplice fatto che gli Anunnaki erano alti più di tre metri, cosa di cui verso la fine dell’episodio lo scettico poliziotto sarà testimone oculare, grazie al ritrovamento di uno scheletro intero di tali dimensioni. Se il ritrovamento di tali reperti, in diverse parti del mondo, non può più essere sottaciuto, non significa che quegli scheletri extralarge appartengano a popolazioni extraterrestri. Se ciò fosse confermato, la cosa sarebbe extraordinaria. E invece sembra che quelle ossa abbiano DNA totalmente umano e a me piacerebbe sapere come la scienza ufficiale spiega la loro esistenza. Non la scienza ufficiale, ma Paolo Pasqualini, ufologo monfalconese, mi rese edotto per la prima volta degli Anunnaki. Succedeva due anni fa, durante una sua conferenza a Udine sui cerchi nel grano. Ero seduto in prima fila e quando disse che il Dodicesimo Pianeta era in avvicinamento ed era abitato, timidamente gli chiesi: “Ma, è uno scherzo, vero?!?”. Lo vidi strabuzzare gli occhi e lo sentii rispondermi con enfasi: “No, no, non è uno scherzo! E’ tutto vero!”. Sono passati due anni e tutto ciò di cui sono venuto a sapere in proposito è che il pianeta X, o pianeta del Passaggio (vedasi pag. 71), è ancora in rotta verso la Terra. Tuttavia, l’ultima notizia in proposito, riportatami dal mio esoterista di fiducia, ha incrementato i miei sospetti: più che una cospirazione degli astronomi, Nibiru è un’altra bufala millenaristica, nonché, con tutto il rispetto per Zecharia Sitchin, l’ennesimo buco nell’acqua. Quando il mio ufologo di fiducia mi disse che in realtà Nibiru non è un pianeta come gli altri, seppure con un’orbita sui generis, ma un pianeta astronave che è in grado di andare dove vuole, ho capito che anche stavolta verrà messo in campo il solito trucchetto dell’impossibilità di reperire prove scientifiche. Se può andare dove vuole, significa che non si farà mai vedere, cioè che non esiste per niente. Io non ho pazienza e non posso aspettare che gli Anunnaki facciano i loro comodi e si degnino di venirci a trovare, anche se fossero i nostri creatori. Noi siamo qui, da millenni scrutiamo il cielo, di giorno e di notte, in attesa che gli Dei ritornino e questi presunti e presuntuosi Anunnaki che fanno? Nicchiano? Glissano? Si defilano? Nemmeno un salutino, prima di morire, al loro beniamino Zecharia, non quello del fumetto, ma quello serio, che ha dedicato la vita a studiare le tavolette sumere? Il trucco dell’impossibilità di provare un certo assunto è vecchio come il cucco. Lo usavano le streghe quando davano istruzioni impossibili da realizzare, con l’avvertenza che se non le si fossero seguite alla lettera l’incantesimo non sarebbe riuscito. E l’adepto rimaneva invariabilmente con le pive nel sacco. Lo usano medici e chirurghi quando sbagliano diagnosi o operazione, colpevolizzando il paziente che non è guarito o è morto sotto i ferri. Lo usano gli ufologi e gli esoteristi in genere quando pongono le basi segrete dei nazisti che custodiscono il Vril tra i ghiacci dell’Antartide, dove nessuno può andare a verificare. O quando affermano che il Vaticano ha spedito in orbita, incontro a Nibiru, una sonda spaziale (pag. 58), ché tanto, anche in questo caso, nessuno può andare a controllare. Di modo che, se verso il dicembre 2012 non ci dovesse essere nessun avvistamento di nessun pianeta, sarà perché gli Anunnaki che lo popolano e lo pilotano hanno cambiato idea. Troppo comodo! Io non ci sto! Viceversa, sempre in clima millenaristico, ha più serie basi la possibilità di un rovesciamento dei poli magnetici e Malcor lo spiega ad Adam a pagina 15 con un esperimento empirico discutibile, perché denota mancanza di rispetto per gli animali: l’esperimento del cane bagnato. Del resto, se anche Adam, a pagina 37, si presenta come un entusiasta consumatore di kebab, non si può dire che The secret sia un fumetto animalista. Malcor avrebbe potuto spiegare ad Adam cosa succederebbe al pianeta Terra se s’invertissero i poli anche senza gettare un secchio d’acqua a un cane dello Space Circus. Che la Terra possa andare incontro a terremoti, tsunami e altri sconvolgimenti è più credibile di un pianeta astronave in avvicinamento, giacché sembra sia già successo più di una volta nella storia della Terra, l’ultima circa 11.500 anni fa e quindi Malcor sbaglia di mille anni nella datazione di pagina 14, anche se il concetto di fondo è corretto. Inversione dei poli che, come mostrato a pagina 17, causò il congelamento improvviso di moltissimi animali tra cui i famosi mammut ritrovati in Siberia. Tutto questo è molto interessante e non ci sarebbe bisogno di infiorarlo con fantasie ufologiche tirate per i capelli, ma rappresenta solo il contorno della nostra storia. Il piatto base è la tentata vendetta del curdo Birwa, a cui Saddam Hussein aveva ucciso moglie e figlio, anche se Soul che da lui era stata soccorsa, una volta giunta come un turbine nei pressi del suo villaggio, gli aveva detto che non sarebbe stato capace di portare a termine i suoi piani. E questo è il terzo caso di vendetta mancata, dopo il balordo afroamericano che non riesce ad uccidere Adam e l’altro nero che non riesce a uccidere Gilda, l’ex ragazza del banchiere Nicolas, che abbiano incontrato nel terzo episodio. E’ una Nemesi un po’ fiacca, quella che aleggia nelle pagine di The Secret. Birwa vorrebbe far fuori un alto papavero riciclatosi dopo la conquista da parte degli americani, uno dei responsabili degli eccidi del popolo curdo, e per questo piazza una bomba ad orologeria nel museo dove il funzionario sarebbe andato per l’inaugurazione. Verso la fine Birwa si pente, per un meraviglioso caso di sincronicità incontra Adam al museo e lo porta a casa sua (la bomba può aspettare) dove aveva ospitato Soul. I due si ricongiungono, per un attimo, perché lo scopo della fanciulla era di mostrargli uno scheletro gigante, come se l’arrapato Adam avesse voglia di mettersi a fare l’archeologo e non avesse in testa qualcosa di meglio da fare con la sua sfuggente innamorata. Lui attraversa l’Atlantico, rischia di finire in prigione in Iraq e di salare in aria in un attentato e lei gli mostra un mucchio di ossa! Ma si può? La bomba viene disinnescata all’ultimo secondo e nessuno si fa male, a parte gli abitanti del villaggio di Birwa, eliminati dai militari perché testimoni scomodi di un ritrovamento eccezionale che deve rimanere segreto. E qui si scopre che Sasha lavorava per il governo e poteva permettersi di vivere nel più lussuoso albergo della città. Della serie: anche i sufi mangiano fagioli. Tuttavia, se fossi un archeologo e mi attribuissero stragi di testimoni scomodi, mi offenderei, ma l’esito sanguinario del fumetto lo accettiamo come si accetta una licenza poetica. Come in tutte le storie, anche qui ci vuole un po’ di sangue, meglio se innocente. Non dimentichiamo che le colonne portanti di questa e di tutte le storie del mondo sono Eros e Tanatos e finora, lo ribadisco, di Eros ne abbiamo visto pochino, solo un paio di bacetti tra i due fidanzati, ma di Tanatos ne abbiamo visto sufficientemente. Da rilevare anche il passato torbido di Malachia, di cui non ho parlato perché, come si suol dire, questa è un’altra storia. Note: [1] http://www.30giorni.it/articoli_id_2564_l1.htm?id=2564 [2] http://www.debarim.it/pietro.htm [3] http://it.peacereporter.net/articolo/2016/La+citt%E0+della+morte [4] http://it.wikipedia.org/wiki/Memoria_eidetica 07 - L’ultima mietitura Si capiva subito che padre Malachia era un prete sui generis. E infatti, nel settimo episodio si scoprono gli altarini, che per in sacerdote mi sembra un’espressione alquanto appropriata. Egli era un esorcista, e ciò lo rende di per sé abbastanza interessante. Era un gesuita, e ciò lo rende piuttosto sospetto, ma che lavorasse anche per i servizi segreti del Vaticano, ci lascia un po’ sconcertati. Ma poi, esistono veramente i servizi segreti del Vaticano? Se io ora sto qui a domandarmelo, significa che, se esistono, sono stati piuttosto bravini a non farlo sapere in giro. Della banca vaticana sapevamo, ma se dovessimo credere che la Chiesa Cattolica si serva anche di agenti segreti, a meno che non si voglia considerare tali i gesuiti, dobbiamo accettare anche che usino gli stessi metodi ortodossi tipici della professione, cioè uccisioni, raggiri e tradimenti vari. Il che significherebbe un tradimento ancora peggiore: quello dei principi evangelici. E dunque, abbandono in massa della fede da parte dei fedeli. E quindi fine del potere della Chiesa. I libri di Dan Brown che ho letto, li spiego con il classico antipapismo anglosassone e potrebbero essere infarciti di maldicenze. In ogni caso, si tratta di fiction. Anche The secret, che è un’altra forma di fiction letteraria, accenna ad un legame tra gli Illuminati e la Chiesa cattolica, ma non calca la mano come fa Dan Brown e la cosa non turba nessuno. E allora, nelle prime pagine del settimo episodio veniamo a conoscere la storia di Malachia, prima che si aggregasse allo Space Circus. Veniamo a conoscerla attraverso le sue parole e quelle di Aset Samahel, una ragazza che all’epoca era novizia in un convento e aveva qualche problemino mentale. Per sua stessa ammissione, se si fosse trovata in una scuola laica anziché in un convento, le insegnanti avrebbero chiamato uno psichiatra, ma per sua sfortuna le suore chiamarono un esorcista: Malachia. Il quale fa del suo meglio per scacciare il Maligno ma, per non smentirsi, il Maligno gli tira uno scherzo da prete: lo incastra. Nel corso dell’esorcismo la ragazza estrae un coltello da sotto il cuscino e comincia ad incidersi la pelle del petto con il segno di una croce, che – genialata di Di Bernardo – rappresenta la croce del tempo a cui tutti i comuni mortali sono inchiodati, come Gesù su quella di legno. Sembra quasi che Satana o i suoi accoliti si divertano a prendere in giro noi comuni mortali, assoggettati al passare del tempo, all’invecchiamento e alla morte, mentre loro se la spassano per l’eternità e del tempo si fanno un baffo. Anzi, un Bafometto! Insomma, per farla breve, Malachia si getta sulla ragazza in stato di trance per toglierle di mano il coltello, ma lo fa in ritardo. Aset si è già tagliata sul petto e sul ventre con due incisioni perpendicolari tra loro e quando le due suore che erano rimaste fuori dalla stanza irrompono sentendo le urla dell’indemoniata, trovano Malachia con il coltello in mano e la ragazza grondante sangue fra le sue braccia. Malachia, dando dimostrazione di avere troppi muscoli e poco cervello, si comporta come se avesse a che fare con l’FBI e non con due suore malleabili e assoggettabili: si dà alla fuga! E così non può spiegare com’erano andate veramente le cose. L’ho già sentita questa storia. La moglie di Potifar [1] accusa Giuseppe di aver cercato di sedurla, dopo ch’era stata lei a insidiarlo, ma mentre nel caso biblico si trattava della moglie del capo delle guardie del faraone, nel caso di Malachia era lui l’autorità e le due suore avrebbero creduto a lui, piuttosto che a un’adolescente in vena di giocare al Poltergeist, nonché preda del diavolo mentitore. Ma, anche qui, esigenze di copione prevedono un altro sviluppo. Forse, l’unica cosa per cui Malachia avrebbe potuto temere conseguenze spiacevoli era l’ambigua situazione in cui lui teneva in mano un tagliente simbolo fallico e la ragazza si offriva nella sua nudità con una sanguinante ferita simbolica di una precisa parte anatomica femminile. Ma, se non avessero avuto fiducia in lui, non avrebbero concesso una deroga al divieto d’incontro tra religiosi e religiose, e non l’avrebbero nemmeno lasciato solo in camera con Aset. Di fatto, quell’equivoco di quand’era un giovane prete germoglierà qualche anno più tardi e lo porterà all’espulsione dall’Iraq insieme a Conrad Malcor, che non aveva avuto a che fare con ragazze indemoniate, ma era semplicemente scappato da un ospedale psichiatrico. Tuttavia, mentre i due vengono condotti dalla polizia verso il luogo dove si sarebbe concretizzata la loro espulsione, gli avvenimenti precipitano. Il direttore del Majic 12 (ma sarebbe più corretto chiamarlo Majestic) [2] convoca i membri per metterli al corrente sia del fatto che un’astronave di forma piramidale – altra genialata – si sta avvicinando alla Terra, sia della diminuzione del campo magnetico terrestre in concomitanza con i previsti flares solari. Al che uno dei presenti chiede come mai la Terra abbassi le sue difese immunitarie proprio nel momento in cui stanno per arrivare tempeste solari straordinarie e il direttore del Majic 12 rispolvera l’idea già incontrata in Matrix secondo cui l’umanità è un virus sulla pelle di Gaia che, con terremoti e cataclismi, sta semplicemente cercando di curarsi. Benché i membri del gruppo segreto ricevano l’ordine di tenere la bocca cucita, onde evitare che la folla in preda al panico si metta a devastare le città prima del tempo, interviene Lucien, l’hacker buono, a sottrarre dai computer della NASA l’informazione dell’imminente “fine del mondo”, inviandola via fax a tutte le redazioni dei giornali. Nel frattempo, i membri della nobiltà nera vengono avvisati a fatti arrivare sull’isola Spitsbergen, in Norvegia, presso lo Svalbard Global Seed Vault che, oltre a conservare milioni di semi congelati, è attrezzato per ospitare per molto tempo un certo numero di persone. Quelle che avranno il compito di ripopolare la Terra dopo il disastro planetario che sta per verificarsi. Che i notabili predestinati a sopravvivere se ne vengano via dalle loro regge e dai loro palazzi alla chetichella, ricorda molto il comportamento del re Vittorio Emanuele III e di Pietro Badoglio, quando firmarono l’armistizio con l’America l’otto settembre 1943 [3], ma lo stesso comportamento si ritrova giù giù scendendo nei bassi livelli del comando, di modo che anche semplici capitani e colonnelli lasciarono privi di disposizioni gli alpini in Russia e si dileguarono senza avvisare nessuno. E’ un comportamento da vigliacchi e non lascia ben sperare sulla rinascita di un’eventuale umanità che dovesse sopravvivere ad un’ipotetica catastrofe. Dal punto di vista genetico non è il massimo che ci si potrebbe aspettare. Coerentemente, a pagina 25, a fare gli onori di casa agl’illustri ospiti in arrivo, è quella Ishtar che abbiamo già incontrato in compagnia dal cappellano Belial. E così, con lei, i fili cominciano ad annodarsi. E il puzzle a completarsi. Prima che arrivino tutti gli eletti, c’è il tempo per una battuta di caccia all’orso e ad interpretare la parte del cattivo che impugna il fucile e uccide l’animale simbolo dell’artico, un’orsa con il suo cucciolo, pensando magari che di lì a poco il cataclisma in arrivo li avrebbe uccisi ugualmente, è quell’Ephrem Wogan che avevamo già incontrato nel terzo episodio e che probabilmente era stato il mandante dell’omicidio del presidente Obama. Ennesima conferma del fatto che chi è abituato a uccidere animali trova la strada spianata, a livello psicologico, anche quando si tratta di uccidere esseri umani. Tuttavia, sommo esempio di Nemesi, l’uccisione di quell’orsa e del suo cucciolo, sarà la molla scatenante di una giusta vendetta, patrocinata da Soul, come vedremo fra poco. Intanto bisogna dire che Aset, una volta cresciuta e lasciato il convento, viene messa a capo di una squadra speciale antiterrorismo, chiamata Kabal, e dopo aver fatto arrestare Malcor e Malachia, sembra essersi invaghita di Adam, tanto che gli riserva un trattamento del tutto speciale: gli dà appuntamento nel bagno turco delle donne, a Bagdad. In una scena degna delle migliori spy story, Aset Samahel, in ammollo nella piscina con Adam, gli rivela che tutte le apparizioni di Soul non sono altro che immagini olografiche che gli erano state mostrate per portarlo al punto in cui erano giunti, ovvero per arruolarlo nella stessa squadra di Aset. Adam, dapprima incredulo, si lascia alla fine convincere e accetta anche di lavorare con lei, chiedendo in cambio che gli venga fatta tacere la voce che da molto tempo gli martella il cranio. Adam chiede così di essere liberato dai consigli del carlino Virgilio. E viene accontentato. I medici militari agli ordini di Aset gli estraggono dal cervello quello che era stato scambiato per un tumore alla ghiandola pineale: un microchip. Aset e Adam, ristabilitosi in fretta dall’operazione, partono per l’Etiopia, dove s’impossesseranno dell’Arca dell’Alleanza, tradizionalmente considerata una potentissima arma, forse di origine aliena. Dopo la riapparizione di Ishtar, come padrona di casa del centro norvegese di conservazione dei semi, a pagina 84 entra in scena anche il cappellano Belial, dalla coda di cavallo, di cui si erano perse le tracce. Lo vediamo irrompere nel laboratorio da dove Lucien era riuscito ad entrare nei computer della NASA, divulgando dati sensibili. Belial, accompagnato da alcuni soldati della Salamandra, sequestra Lucien per portarlo verso la resa dei conti, ovvero verso la fine di The secret. Dall’altra parte del mondo, le guardie di sorveglianza all’interno della banca dei semi dell’isola Spitsbergen, vedono sui loro monitor una ragazza che si aggira all’esterno e pensano che si tratti di qualcuno dei membri della nobiltà nera rimasto fuori. Era Soul. Le aprono la porta, commettendo un errore fatale, ma io mi chiedo: se Soul aveva il potere di apparire in qualsiasi posto, anziché piombare sulla scena dell’uccisione dei due orsi, non poteva introdursi direttamente all’interno della struttura blindata? La risposta è che per esigenze di sceneggiatura è molto meglio l’entrata inferocita degli orsi, che invadono insieme a lei il centro per fargliela pagare a quegli spietati Illuminati, piuttosto che Soul apra il portone blindato, dopo essersi introdotta nell’edificio. E’ più spettacolare una famosa invasione degli orsi in Sicilia [4], che non un astuto inganno alla maniera di Ulisse a Troia. Siamo in dirittura d’arrivo. Malcor e Malachia, grazie ai poteri ipnotici del primo e alla determinazione da guerrigliero del secondo, salgono su un elicottero diretti in Egitto, moderna Armageddon dove i conti saranno saldati. 08 - Il grande progetto Confesso che ho dovuto leggermi due volte quest’ultimo episodio, per riuscire a capirci qualcosa. Forse, se fossi un fedele lettore di “X Times”, sarei stato avvantaggiato, ma proprio leggendo il numero otto di The Secret, ho scoperto quanto sono ignorante in fatto di ufologia. Dunque, i nodi vengono al pettine e molti tasselli del puzzle vanno al loro posto. I cattivi, naturalmente, perdono. Non prima però che la Terra subisca cataclismi devastanti a causa del ribaltamento dei poli, che genera terremoti e tsunami e dell’affievolirsi del campo magnetico, che permette alle tempeste solari di bruciare tutto ciò che sta sulla superficie terrestre. Come se non bastasse, la regia occulta che governa il mondo approfitta di questa situazione per inscenare un’invasione aliena, culmine delle loro interferenze. Se queste ultime sono un fenomeno reale, studiato da Corrado Malanga [5], in arte Conrad Malcor, l’invasione dovrebbe essere olografia, secondo molti autori, ma potrebbe anche essere vera e andare sotto il nome di “mietitura”, come se ne parlava nel capitolo precedente. Ad essere mietuti saranno gli esseri umani, naturalmente, e i mietitori dovrebbero essere quegli alieni cattivi di cui parlerò tra poco. In principio erano le tenebre, dice il Genesi. In principio era l’anima, dice Giuseppe Di Bernardo in The secret. Senza l’anima non si può costruire tutta la sovrastruttura del fumetto. Prima di lui, migliaia di teologi in tutto il mondo, e voglio comprendere anche gli sciamani, hanno disquisito sull’esistenza dell’anima. Adam, scettico fino all’ultimo, osserva giustamente che nessuno ha mai dimostrato la sua esistenza e dunque serve un atto di fede per credere che esista. Nel nostro caso, per poter addentrarci nella storia e tirare i fili che erano rimasti in sospeso come polimeri rilasciati nell’aria dagli aerei degli Illuminati, dobbiamo dare per scontato che l’anima esista, sorvolando su cosa essa sia di preciso. Con la presenza dell’anima, di cui solo l’essere umano sarebbe dotato, entrano in scena anche altri personaggi. Una volta c’era il diavolo che voleva rubarla agli uomini (alcuni come il dottor Faust gliel’hanno data volentieri); oggi ci sono gli alieni e Malcor è convinto che siano sempre le stesse entità, conosciute con nomi diversi. The secret va oltre. E si viene a sapere che gli alieni sono anch’essi, come noi, vittime di un raggiro da parte dei creatori. Se gli alieni rapiscono esseri umani, oltre che per creare una razza ibrida, è per nutrirsi delle nostre emozioni, cioè della nostra anima. E’ una guerra fra poveri, in cui noi perdiamo sempre, anche se sia noi che i cosiddetti extraterrestri siamo figli dello stesso creatore. Se non ho capito male, a creare sia l’uomo che gli alieni furono gli Anunnaki, chiamati anche uomini serpente, da non confondersi con i rettiliani, che sono anche loro frutto di manipolazione genetica. Gli Anunnaki scesero sulla Terra migliaia di anni fa e cominciarono a modificare il genoma di insetti, rettili e mammiferi, allo scopo di trovare il contenitore giusto per impiantarvi l’anima. Alla fine, lo trovarono nell’Homo habilis [6], che era una delle tante specie di scimmie che popolavano il pianeta Terra. Le altre chimere ottenute con gli esperimenti genetici non furono soppresse, ma furono lasciate andare a vivere da qualche parte, in qualche dimensione per noi irraggiungibile e, da allora, provarono sempre invidia nei nostri confronti. Rettiliani, Insettoidi, e perfino Nordici, per tacere di quelle macchinette sofisticate conosciute come Grigi, cercarono sempre d’impossessarsi della nostra anima e di nutrirsi delle nostre emozioni, la più forte delle quali sembra essere la paura. In questo senso, li si potrebbe chiamare anche vampiri energetici. Tuttavia, i veri responsabili del degrado e del caos che domina la nostra vita sociale non sono tanto gli alieni summenzionati, ma gli altri, quelli che furono i primi a sbarcare sulla Terra, gli Anunnaki. Furono loro, o alcuni di loro meno accorti e responsabili, che scollegarono l’anima dal nostro DNA, così che abbiamo perso la consapevolezza d’essere parte dell’ente supremo e di avere in noi una sua scintilla divina. Con questa cesura nessuno di noi terrestri è in grado di evolvere spiritualmente. Ecco che Soul, messa incinta da Adam poco prima di partire insieme per l’America, porta in sé la promessa di riscatto, ovvero una bambina indaco (anche se nell’ottavo episodio non è specificato) che, insieme a tutti gli altri bambini della stessa specie sparsi per il globo, rappresenta la promessa di un’evoluzione futura della nostra specie. E’ per questo motivo che la Salamandra, ovvero uno degli scienziati Anunnaki che avevano scompigliato il DNA di molte creature terrestri, unica rimasta di quella schiatta di semidei, vuole a tutti i costi sopprimere la bambina che Soul porta in grembo. Nell’ottavo episodio si scopre che Adam serviva come esca per attirare la ragazza, detta la Portatrice, e il luogo dove viene tesa la trappola è all’interno della piramide di Cheope, novanta metri sotto la superficie. Nella piana di Giza, come una specie di Armageddon, mentre sembra che in tutto il mondo si stia realizzando l’Armageddon dell’Apocalisse, convengono Malcor, Malachia, con tutto lo Space Circus, agli ordini di Leonard e di Amalthea. Adam arriva in compagnia di Aset e solo quando è all’interno della piramide, scopre di essere caduto in trappola. A quel punto arriva anche il cappellano Belial e Aset scopre il velo affermando di essere la dea Ishtar, Iside, la Salamandra, l’ultimo esemplare della sua razza maledetta di succhiatori d’energie. Aset, abbandonata sulla Terra, vuole vendicarsi dei suoi compagni di viaggio e, avendo fatto un patto con rettiliani, insettoidi e compagnia bella, ha bisogno di mettere in funzione la colonna Zed che si trova al centro della piramide e che altro non sarebbe che un’antenna per aprire un varco spazio-temporale mediante il quale possa ritornare su Nibiru. Sempre che la mia interpretazione dell’identità di Aset come scienziato Anunnaki sia corretta, giacché nell’ottavo capitolo non viene specificato chiaramente. Mentre Aset/Ishtar si accinge a partire, il suo subalterno Belial ferisce a morte Adam messo su una specie di croce (qui i simboli saltano fuori da tutte le parti!) ed è proprio grazie al dolore e al rimorso provati da Adam che Soul si precipita in suo aiuto, mettendo a rischio la nascitura che porta in grembo e cadendo consapevolmente nelle grinfie di Belial. Con Adam morente e Soul ai suoi piedi in non migliori condizioni, sembra che la situazione sia disperata, ma all’ultimo momento arriva il Settimo Cavalleggeri nelle sembianze della scimmietta Semiase, che avevamo già incontrato in compagnia di Malcor nell’ospedale psichiatrico, quando i suoi amici andarono a liberarlo. Semiase si era allontanata da Conrad ed era entrata nella piramide attraverso uno dei condotti d’aerazione, larghi non più di venti centimetri. E come nel quinto episodio erano state le orfanelle del convento a spingere Roland Alter giù nel burrone, così in quest’ultimo capitolo sarà la scimmietta Semiase a far perdere l’equilibrio a Belial, che precipiterà in un pozzo ancora più profondo dei novanta metri in cui avvenivano questi fatti. E’ giusto che i demoni tornino a casa loro. Prima del tempestivo intervento del piccolo primate, Adam fa in tempo a morire a causa della ferita infertagli, ma invece di finire in qualche misterioso Aldilà, si ritrova ancora una volta nella sua mente, alle prese con l’immancabile drago da sconfiggere, che rappresenta la conflittualità che c’è in lui come anche in ciascuno di noi. Adam ritrova il carlino guida, Virgilio, viene in contatto con un insettoide pentito che lo vuole aiutare e gli fa capire come stanno effettivamente le cose. Alla fine del viaggio onirico all’interno della sua anima, Adam si risveglia, giusto in tempo per sconfiggere Belial con i nuovi poteri che si ritrova dopo essere resuscitato. Soul, distesa su un lettino chirurgico per essere uccisa, per sopprimere il germe che porta con sé, viene salvata all’ultimo momento, proprio quando il coltello del chirurgo è già levato su di lei, da quel Lucien di cui si erano perse le tracce ma che, fingendo di collaborare con la Salamandra, in realtà non aveva mai smesso di parteggiare per la causa dei suoi amici, ovvero per il bene dell’umanità. Saranno infatti loro tre, Lucien e Adam, con in braccio la partoriente Soul, ad allontanarsi dal cuore della piramide proprio quando la colonna Zed sta per scatenare tutta la sua potenza. Si salveranno per il rotto della cuffia. Fuori troveranno ad attenderli gli amici. Amalthea aiuterà Soul a partorire una bambina di nome Sophia, proprio come la figlia dell’ufologo Travis, che fu sacrificata da Belial all’interno di un cerchio nel grano. Lucien offrirà le spiegazioni del suo presunto tradimento, a dimostrazione del fatto che l’essere umano riesce perfino a gabbare personaggi del calibro di una dea chiamata Ishtar e un demone di nome Belial. L’essere umano vince sempre. La speranza che possa evolversi è assicurata e il riscatto dalle umane miserie viene delegato a un lontano futuro, un po’ come hanno fatto le religioni, come ha fatto il marxismo e come fa anche The secret. Ma….l’hic et nunc non sarebbe preferibile? Insomma, in fin dei conti, cos’è questo Segreto? Se non sbaglio è il fatto che siamo Dei, o per lo meno che abbiamo una scintilla divina. Ed è solo a causa della cattiveria dei nostri creatori Anunnaki che ci è stata tolta questa consapevolezza, quando hanno scollegato l’anima dal nostro DNA e ci hanno reso impossibile migliorare ed evolvere. Lo fecero perché ci volevano litigiosi e guerrafondai, ovvero fornitori dell’ambrosia degli Dei, le nostre emozioni, di cui vanno ghiotti e di cui non possono fare a meno. Insomma, questa storia è proprio un bel garbuglio, un reticolato aggrovigliato, spesso stiracchiato e tirato per i capelli, però sensato. Proprio un bel meccanismo, non c’è che dire! Un cofanetto laccato pieno d’ingranaggi. Estremamente convincente. Una serie di otto fumetti che non dovrebbe mancare nella biblioteca di ogni cercatore di verità. Anche se la verità non la sapremo mai! Note: [1] http://www.bibleview.org/it/Bibbia/Genesi/Fugge/ [2] http://www.usac.it/articoli/casalemajestic/majestic12.htm [3] http://it.wikipedia.org/wiki/Proclama_Badoglio_dell'8_settembre_1943 [4] http://www.italialibri.net/opere/famosainvasione.html [5] http://www.cesnur.org/religioni_italia/u/ufo_08.htm [6] http://it.wikipedia.org/wiki/Homo_habilis

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