Lo spettacolo ricorda - con la forza della poesia, del canto e della testimonianza diretta - lo sterminio del popolo ebraico e di tutti coloro che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte perché ebrei, zingari, omosessuali, handicappati o perché si opponevano al regime e al folle progetto di purificazione della razza ariana. L'artista yiddish riparte da Auschwitz, il luogo simbolo da cui cominciare a ricordare. Qui si sono incrociati due destini: quello dalla tredicenne italiana Liliana Segre deportata dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, e quello del poeta di origine russa Yitzhak Katzenelson, vissuto a Lodz in Polonia e passato attraverso la disperazione del ghetto di Varsavia. Sia Liliana che Yitzhak sono in modo diverso sopravvissuti: la prima salvando la vita e diventando testimone oculare della Shoah; il secondo lasciando ai posteri prima di morire nei forni di Auschwitz questo poema, il Canto del popolo ebraico massacrato. Il testo fu scritto da Katzenelson negli ultimi giorni di prigionia nel lager di Vettel, in Francia, poi fu nascosto in un barattolo e interrato. Solo dopo la fine della guerra fu ritrovato e pubblicato come straordinario documento poetico sull'Olocausto. Moni Ovadia con questo testo teatrale adattato appositamente per la televisione tramanda al grande pubblico il tragico ricordo della Shoah affinché niente di simile possa più accadere. Trasmesso da raidue.
28 gennaio 2010
26 gennaio 2010
Appello della madre di Emanuela Orlandi: "Via quella tomba da Sant'Apollinare"
Roma, 25/01/2010. Maria Orlandi, madre di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa ormai quasi 27 anni fa, rivolge un appello attraverso "Chi l'ha visto?": chiede che sia tolta la tomba del boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis, dalla basilica di sant'Apollinare. Riguardo le ultime dichiarazioni di Alì Agca, secondo cui la ragazza è viva e tenuta in luogo segreto, Maria Orlandi commenta: "Se sà qualcosa parli, io non ho mai perso la speranza".
www.rai.it
l'intero servizio:
mariorossinet.ning.com
22 gennaio 2010
Gianni Minà per Latinoamerica
NEL SITO DELLA RIVISTA LATINOAMERICA E' INSERITO L’EDITORIALE DI MINÀ DEL N. 109 DEL TRIMESTRALE CHE USCIRÀ A FINE MESE:
Storia 1: Haiti va aiutata o annessa?
A meno di 24 ore dalla catastrofe che ha disintegrato la già poverissima isola caraibica di colonizzazione francese, i 344 medici e specialisti della salute cubani che, in 227 dei 337 comuni del paese aiutano e curano da tempo, quotidianamente, quella martoriata umanità, erano già intervenuti in più di mille emergenze. Solo tre di loro erano feriti. Nello stesso frangente stava già arrivando a Port au Prince, con due ospedali da campo che si sarebbero collocati a fianco degli ospedali pubblici crollati, un altro gruppo di volontari, che avrebbe portato a circa mille il numero dei cooperanti cubani del settore della salute...
http://www.giannimina-latinoamerica.it/editoriali/522-editoriale-del-la-109-prossimamente-in-uscita
NEL SITO DI LATINOAMERICA, OGNI MARTEDÌ E VENERDÌ, RIFLESSIONI E NOTIZIE CHE POTETE LEGGERE TRA LE NEWS:
Il Cile va alla destra dura e pura |
di Gennaro Carotenuto |
Il Cile va alla destra dura e pura, sia pur mascherata con la paccottiglia mediatica, l’aberrazione dell’invocazione continua di dio (e il terzo comandamento?) e i cotillon dell’american dream, di . Il Berlusconi cileno per semplificare attenendosi al libretto, rappresenta quella concentrazione di potere economico, mediatico, perversione e capacità di corruttela e menzogna per la quale il modello neoliberale, l’informalizzazione di ogni rapporto di lavoro, l’azzeramento dello Stato come strumento di difesa dei deboli e il favorire senza limiti la concentrazione della ricchezza, sarebbe tuttora il destino naturale dell’uomo... |
http://www.giannimina-latinoamerica.it/archivio-notizie/521-il-cile-va-alla-destra-dura-e-pura
20 gennaio 2010
Byoblu.Com - Attacco alla rete!
20 gennaio 2010 - 13.00
Attacco alla ReteIl Decreto Romani, con il quale l'Italia da attuazione alla direttiva europea AVMSD (Audiovisual Media Services Directive), interpreta in maniera tutta italiana il principio condivisibile della Commissione Europea, secondo il quale la trasmissione di materiale audiovisivo deve rispondere agli stessi criteri indipendentemente dal media sul quale transita. Quello cui il governo si guarda bene dal dare attuazione è il considerando 16 della stessa direttiva europea, che chiarisce inequivocabilmente cosa deve rientrare in questa regolamentazione e cosa no. «La definizione di servizio di media audiovisivo non dovrebbe comprendere le attività precipuamente non economiche e che non sono in concorrenza con la radiodiffusione televisiva, quali i siti internet privati e i servizi consistenti nella fornitura o distribuzione di contenuti audiovisivi generati da utenti privati a fini di condivisione o di scambio nell’ambito di comunità di interesse.»Romani avrebbe potuto ricopiare il testo tale e quale, ma non sarebbe stato Romani, cioè il paladino del protezionismo televisivo e del controllo dell'informazione. Così ridefinisce nel seguente modo la direttiva europea: «Non rientrano nella nozione di servizio media audiovisivo i servizi prestati nell’esercizio di attività principalmente non economiche e che non sono in concorrenza con la radiodiffusione televisiva, fermo restando che rientrano nella predetta definizione i servizi, anche veicolati mediante siti internet, che comportano la fornitura o la messa a disposizione di immagini animate, sonore o non, nei quali il contenuto audiovisivo non abbia carattere meramente incidentale.»Sparisce il riferimento ai siti internet privati, sparisce il riferimento agli utenti privati così come spariscono i riferimenti alle paroline magiche: condivisione, scambio, comunità di interesse. In cambio, con una tortuosità degna del miglior azzeccagarbugli, si dice che se pubblichi video per uno scopo non precipuamente economico, non rientri nella definizione (qui fingono di recepire le indicazioni), fermo restando che ci rientri (e qui si fanno i cazzi loro) perchè metti a disposizione immagini animate (ma che è... un manga?), sonore e non (infatti la rete è piena di clip muti) nelle quali il contenuto audiovisivo non ha ovviamente carattere incidentale. Carattere incidentale? In quale video, sul tubo, il contenuto video potrebbe mai avere carattere incidentale? Sarebbe come aprire una concessionaria all'interno della quale la presenza di automobili avesse carattere incidentale, o come farsi una scopata nella quale l'attività sessuale abbia carattere puramente incidentale. Io credo che l'unica cosa davvero a carattere incidentale è il cervello del legislatore italiano, o più precisamente la sua onestà. Ieri sera tardi ho incontrato Guido Scorza alla stazione centrale di Milano. Guido è il Presidente dell'Istituto per le Politiche dell'Innovazione. E' avvocato, giornalista, membro di mille consigli, ma soprattutto è un uomo ragionevole e di buon senso. Se conosciamo con largo anticipo gran parte delle minacce che la banda bassotti IV perpetra costantemente ai danni della rete, lo dobbiamo anche e soprattutto a lui. Perchè non posso avere uno Scorza come Ministro dei Beni e delle Attività Culturali? Anzi, lo voglio a capo di un nuovo ministero che subito istituirò, alla mia prima Presidenza del Consiglio: il Ministero della Rete. |
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Diffondere, Divulgare, DiramareLe Tre D che salveranno il mondo! |
14 gennaio 2010
11 settembre: ipotesi di complotto
Le Torri Gemelle? Sono state fatte implodere volutamente. Il Pentagono? Colpito da un missile. L'11 settembre? Un grande complotto, ordito dal governo americano e dalle sue forze armate. Fantapolitica? Tutt'altro: sono alcune delle teorie cospiratorie che ruotano intorno a quella tragica giornata che sconvolse il mondo intero. Ma hanno una validità scientifica? A questa domanda risponde il documentario di National Geographic Channel 11 SETTEMBRE: IPOTESI DI COMPLOTTO.
La versione ufficiale è nota: terroristi islamici dirottarono alcuni voli di linea, facendoli schiantare contro il World Trade Center e il Pentagono e provocando la morte di circa 3.000 persone. Tuttavia, secondo un sondaggio del 2006, il 33% degli americani non credeva a questa versione. Negli USA è nata addirittura un'organizzazione, 9/11 Truth Movement, che propone una contro-teoria: è stato l'apparato militare americano a organizzare gli attentati, rimpiazzando gli aerei dirottati con dei veicoli telecomandati. "Il nostro Paese, il nostro governo, la nostra stessa mentalità non sarebbero quelle di oggi, se non ci fosse stato l'11 settembre" - spiega Dylan Avery, sostenitore delle teorie cospiratorie e regista del documentario sul tema Loose Change che tanto successo ha avuto sul web. National Geographic Channel analizza scientificamente la versione alternativa dell'11 settembre, confrontandola con quella ufficiale. Usa le più avanzate tecniche investigative, ricorre alla computer grafica, dà la parola ai testimoni oculari nonché agli studiosi per verificare in laboratorio le differenti ipotesi su avvenimenti come il crollo delle Torri Gemelle o l'attentato al Pentagono.
Prossima messa in onda: | domenica 31 gennaio alle 14.00 - National Geographic Channel |
12 gennaio 2010
Il luogo che fu la prima prigione di Emanuela Orlandi?
Il servizio intero:
http://mariorossinet.ning.com/video/il-luogo-che-fu-la-prima
Roma, 11/01/2010 - Don Piero Vergari, il monsignore che autorizzò la sepoltura di Enrico De Pedis nella chiesa di SantApollinare, è stato interrogato dalla Procura di Roma sul sequestro di Emanuela Orlandi. A "Chi l'ha visto?" tornano gli interrogativi sulla sparizione della ragazza e sul ruolo giocato nella vicenda dalla banda della Magliana. Per il pubblico di "Chi l'ha visto?" anche le indicazioni su quella che potrebbe essere stata la sua prima prigione fornite da Sabrina Minardi, ex compagna di De Pedis. Come tenere nel dovuto conto anche la scomparsa di Mirella Gregori?
10 gennaio 2010
Inizia un caldo 2010 per il Messico
Inizia un caldo 2010 per il Messico
CITTÀ DEL MESSICO – L’anno per i messicani, quelli delle classi medie e popolari s’intende, è cominciata con una rabbia ancora sorda e con una preoccupazione diffusa. In un continente dove le tasse dirette sulla ricchezza sono semplicemente risibili, l’aumento dell’IVA al 16% dal primo gennaio suona come una beffa e una nuova ingiustizia. Così il governo di Felipe Calderón, che ha sulla coscienza già 16.000 morti in tre anni nella guerra del narcotraffico nella quale lo stato, la politica, l’esercito sono parte in causa, ha scelto su quali spalle far pesare l’assoluta incapacità del suo governo e del modello neoliberale di risollevare il paese: quegli 80 milioni di messicani che già hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. Che però reagiscono: alla chiusura di questo articolo, l’alba di martedì in Messico, decine di blocchi stradali sono segnalati nelle principali strade del paese.
Leggi tutto in esclusiva su Latinoamerica.
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Il lento declino di Internet Explorer (e di Microsoft)
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Giornalismo partecipativo
G. Carotenuto Giornalismo partecipativo, Storia critica dell'informazione al tempo di Internet, Come i media hanno distrutto l'informazione, stanno sprecando l'occasione di Internet ma il giornalismo rinasce online. Leggi tutto e acquista a 10.20 Euro.