25 febbraio 2011

La Cina gioca la carta dell'Euro

   
  Sepolto a pagina 3 della pagina economica del New York Times del 7 gennaio c'era un articolo che segnalava che la Cina si era impegnata ad acquistare bond spagnoli per un valore di 6 miliardi di euro (7,8 miliardi di dollari). Quel che il giornalista non ha notato è l'ampia portata delle conseguenze politiche ed economiche che quest'evento potrebbe avere.

La Cina attualmente detiene 2700 miliardi di dollari in riserve valutarie, oltre 900 miliardi dei quali sotto forma di debiti del Tesoro americano. Per anni i critici della politica monetaria degli Stati Uniti hanno sostenuto che in risposta ai bassi rendimenti sui titoli del Tesoro statunitense e al rischio di un declino precipitoso del valore del dollaro la Cina potrebbe staccare la spina ai suoi investimenti sulla Tesoreria americana. Altri sostengono che ciò non accadrà mai perché l'economia cinese è così dipendente dalle esportazioni verso gli Stati Uniti che esse potrebbero cessare se la Cina con le proprie azioni dovesse innescare un collasso dell'economia statunitense.

Nel contempo, la Casa Bianca continua ad assillare la Cina riguardo al suo record (di violazione) dei diritti umani, oltre a sostenere che il valore della valuta cinese, lo yuan, sia gonfiato.
Quando la Cina si è rifiutata di permettere al Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo di andare ad Oslo per ricevere il premio è stata oggetto di numerose critiche da parte di Washington.

In una serie di recenti visite nelle capitali europee il vice primo ministro esecutivo cinese Li Keqiang ha promesso il sostegno cinese alle economie dell'Unione Europea. Promettendo di comprare obbligazioni per miliardi di euro e impegnandosi per altri miliardi in accordi economici con gli europei, Pechino potrebbe star avvisando Washington che la misura è colma. Investendo nelle economie europee, la Cina rafforza uno dei suoi altri mercati di esportazioni più importanti e si rende meno dipendente dagli Stati Uniti.

E' interessante il fatto che i bond spagnoli dovrebbero essere il primo investimento su Stati facenti parte dell'euro fatto dalla Cina. La Spagna è senza dubbio il paese più indipendente dell'Unione Europea. Il suo primo ministro, José Luis Rodriguez Zapatero, è l'unico leader in Europa che ha il coraggio di resistere a Washington, a Tel Aviv e al Vaticano. Il governo socialista spagnolo è anche il più orientato a sinistra nell'Europa di oggi.

La Spagna ha significative partecipazioni strategiche in America Latina e in Africa, due parti del mondo in cui la Cina vorrebbe espandere la sua influenza nel quadro della ricerca di petrolio e di altre risorse naturali. Giocare la carta spagnola è stato un colpo di genio da parte di Pechino.

Credo che ci siano due motivi per cui Washington non abbia ceduto alle pressioni israeliane per smantellare il programma nucleare iraniano. In primo luogo, la Russia potrebbe danneggiare gravemente l'economia europea se dovesse tagliare le forniture di gas naturale verso l'Europa per rappresaglia. In secondo luogo la Cina potrebbe accelerare il collasso dell'economia statunitense abbandonando i buoni del Tesoro americano. Intervenendo per aiutare salvare l'Unione europea, la Cina dimostra che la minaccia di staccare la spina sui propri investimenti in titoli del Tesoro USA è credibile.

L'unica cosa sorprendente della mossa della Cina sull'Europa è che essa non sia avvenuta prima.
Ma il messaggio di Pechino a Washington è forte e chiaro: "Non scherzate con noi, né con l'Iran."

Thomas H. Naylor è professore emerito di economia alla Duke University. E' co-autore di "Ridimensionare degli Stati Uniti" e "La generazione abbandonata: ripensare l'istruzione superiore" nonché co-fondatore dell'Istituto Middlebury.

Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/naylor01142011.html


Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PASCAL SOTGIU
 
 

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