31 agosto 2009

Nel Messico in carestia esploderà nel 2010 una nuova Rivoluzione?

Nel Messico ridotto alla carestia esploderà nel 2010 una nuova Rivoluzione?

hidalgoNel 1810 in Messico si dichiarò l’indipendenza dalla Spagna (nella foto il celeberrimo murales di José Clemente Orozco). Nel 1910 scoppiò la Rivoluzione zapatista. Alla vigilia del 2010, secondo la Conferenza Nazionale Contadina (CNC), il paese è al bordo della fame di massa.

Per i fagioli, i frijoles, si teme un meno 80% nel prossimo raccolto, una tragedia che potrebbe tradursi in migliaia di morti di fame nel prossimo anno. Solo un po’ meno peggio va per l’altro architrave dell’alimentazione di cento milioni di messicani, il mais, meno 50%.

E proprio la fame potrebbe essere il punto più triste d’inflessione di un modello fallito di paese che a 200 anni dalla nascita ha bisogno di un nuovo inizio.

di Gennaro Carotenuto

Il PIL intanto quest’anno cadrà del 9%. L’industria sta perdendo solo quest’anno un milione di posti di lavoro. La guerra civile dei narcos, ormai la prima industria nel paese come in Colombia negli anni ‘80, supererà la soglia dei 10.000 morti ammazzati nel 2009. La metà di questi è a Ciudad Juárez. La città, 1.5 milioni di abitanti, alla frontiera con il Texas vive in un contesto di violenza, non endemica ma causata dalla crisi, peggiore di quella di Baghdad. Un governo senza altra ricetta che quella neoliberale risponde tagliando salute ed educazione per far cassa oppure mandando l’esercito a reprimere e farsi complice del precipizio.

La Confindustria messicana dal canto suo, in sinergia con il ministro dell’Economia Agustín Carstens, uno degli ultimi “Chicago boy” con tanto di dottorato sulla piazza continentale, vuole lacrime e sangue sotto forma di IVA su medicine e alimenti. Nel loro delirio sostengono ancora che così si potrebbero ridurre le tasse ai ricchi e far da volano all’economia. Qualcuno sperava in Barack Obama, ma il presidente democratico elude ogni richiesta d’aiuto di Felipe Calderón a cominciare dall’alleviare le misere condizioni di vita di milioni di migranti che quest’anno, secondo il BID, invieranno vari miliardi in meno in rimesse.

Le politiche neoliberali dei governi del PAN, le conseguenze sempre più intollerabili del Trattato di Libero Commercio del Nordamerica (NAFTA) del 1994 e la siccità causata dal cambio climatico si abbattono così sul Messico come le bibliche piaghe d’Egitto. La siccità, la peggiore degli ultimi 70 anni, mette in grave crisi 3.5 milioni di contadini e 7 milioni di ettari di terre coltivate in 23 dei 32 stati del paese. Inoltre l’80% dei capi d’allevamento sta soffrendo la sete e una percentuale identica del territorio agricolo messicano è a rischio erosione. Senza fagioli né mais, le due principali sostanze della dieta del paese nordamericano, cosa mangeranno milioni di persone, soprattutto quelli di campagne sempre più desolate?

E’ strano che sulla bancarotta fraudolenta di una delle economie del G20, forse la più compiutamente neoliberale tra tutte, non vi sia alcuna analisi nei giornali italiani e ben poco in quelli occidentali che dovrebbero ammettere che il Messico, come già l’Argentina un decennio fa, sono lo specchio più fedele del fallimento pieno del modello post-coloniale imposto nel dopoguerra dal Fondo Monetario Internazionale.

Nell’immediato l’unica soluzione a disposizione del governo messicano per evitare la fame di massa è continuare a svenare il paese nell’importazione di alimenti. Questi proverranno ancora una volta dall’agricoltura iper-assistita degli Stati Uniti, infinitamente meno liberale di quella messicana e perciò più solida. E’ un paradosso che non consola perché invece sarebbe urgentissimo ripensare completamente la politica agraria dello Stato messicano e rinegoziare il Trattato di Libero Commercio del Nord America. Questo dal 1994 ad oggi ha obbligato all’esodo dalle campagne oltre dieci milioni di contadini senza che l’industria uscisse da una crisi ultraventennale e nonostante l’azzeramento di diritti sindacali imposto nell’arcipelago gulag delle maquiladoras dove 1.2 milioni di lavoratrici e lavoratori consumano la vita per pochi spiccioli e nulla apportano all’economia del paese. Dalle maquiladoras infatti partono il 47% delle esportazioni lasciando in Messico un controvalore pari ad appena il 3% del PIL. E’ un modello da buttare che Calderón non vuole, non sa e non può cambiare.

In questo contesto, col sistema educativo allo sfascio e (come la sanità) sottoposto a continui tagli dal governo, e non più in grado di creare opportunità e perequazione sociale, ai giovani e meno giovani messicani resta l’emigrazione (per dove se neanche il Canada li accoglie più?) oppure affiliarsi al narcotraffico e candidarsi a diventare un numero nella statistica dei morti ammazzati o dei sicari.

Oppure, lo desiderano gli ottimisti, lo temono gli oligarchi di sempre, l’implosione messicana sarà risolta dall’esplosione di un nuovo conflitto sociale, una ribellione aperta contro lo Stato liquido neoliberale che ha sostituito quello clientelar-assistenziale instaurato dal PRI e che è manifestamente fallito. Fatto sta che ogni cent’anni il Messico esplode. Nel 1810 fu dichiarata l’indipendenza dalla Spagna e cent’anni dopo, nel 1910, scoppiò la grande Rivoluzione zapatista, l’evento fondante del Messico moderno. In entrambi i casi ci volle più di un decennio di guerre, carestie e turbolenze per uscirne.

Giunti al tratto finale del 2009 quello che è certo è che il paese è nuovamente allo stremo. Il regime neoliberale farà la fine della corona spagnola al tempo dei lumi e del porfiriato un secolo dopo? E’ difficile dirlo. Sarà la divisa sinistra politica a condurre la rivolta? I sindacati? Oppure i movimenti sociali? O forse ancora un nuovo zapatismo che faccia ritrovare rappresentatività agli ultimi degli ultimi? Oppure i tempi dell’implosione del Messico saranno dettati da una caotica esplosione di violenza che prenderà magari la forma di saccheggi nei supermercati, una jaquerie premoderna che promuoverà un caos dagli esiti imprevedibili, forse perfino un ritorno dell’eterno PRI? Forse nulla di tutto questo succederà. Forse succederà qualcosa di completamente nuovo. Ma di sicuro nel Messico alla fame qualcosa dovrà accadere.

Giornalismo partecipativo - www.gennarocarotenuto.it

30 agosto 2009

Claudio Messora e Piero Ricca su ResetRadio

Claudio Messora e Piero Ricca intervistati su Reset Radio circa il sequestro di Byoblu.Com http://www.byoblu.com/

29 agosto 2009

VideoCrazy

VIDEOCRACY: La Rai non lo distribuisce? CI PENSIAMO NOI. Nelle televisioni italiane è vietato parlare di tv, vietato dire che c'è una connessione tra il capo del governo e quello che si vede sul piccolo schermo. La Rai ha rifiutato il trailer di Videocracy il film di Erik Gandini che ricostruisce i trent'anni di crescita dei canali Mediaset e del nostro sistema televisivo.

28 agosto 2009

28 agosto 1988: Frecce Tricolori e strage a Ramstein

Domenica 28 agosto 1988, durante l'Airshow Flugtag '88 nella base statunitense di Ramstein (Germania), l'esibizione acrobatica delle Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica italiana, si trasformò in tragedia. Durante l'esecuzione della figura detta del "Cardioide", gli Aermacchi MB-339 del Tenente Colonnello Ivo Nutarelli (Pony 10 della formazione), del Tenente Colonnello Mario Naldini (Pony 1) e del Capitano Giorgio Alessio (Pony 2) entrarono in collisione ad un'altezza di circa 40 metri dal suolo. Gli aerei numero 1 e 2 precipitarono in fiamme ai lati della pista. Il terzo aereo, sempre in fiamme, si abbatté sulla folla. Oltre ai tre piloti, persero la vita 67 spettatori (51 il giorno dell'incidente e 16 nelle settimane successive, deceduti a causa delle ustioni riportate), per la maggior parte tedeschi: tra essi, molti bambini. I feriti, ricoverati in 46 ospedali, furono circa 1.000, di cui 347 gravi.

26 agosto 2009

Influenza suina: un busines - RaiNews24

Con intervista a Wayne Madsen. I dubbi sullOms, le accuse su un business che coinvolge personaggi eccellenti. Internet ha seguito con straordinario disincanto la vicenda dellinfluenza suina. La maggioranza dei filmati messi in rete trasuda scetticismo sulla portata dellepidemia. I dubbi maggiori riguardano i grandi affari effettuati dalle multinazionali del farmaco con la complicità di personaggi eccellenti. Così sul Web si scopre che lex Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld è uno dei titolari della Gilean Sciences, la società californiana che ha prodotto lantivirale Tamiflù e che riceve il 10% del ricavato delle vendite del medicinale dalla svizzera Roche. Un altro interrogativo, che trova grande spazio sulla Rete, riguarda lorgine del virus. Molti autorevoli scienziati hanno parlato di una creazione in laboratorio, di una ricombinazione genetica che non poteva avvenire in natura. Il servizio completo: rainews24.it www.youtube.com

25 agosto 2009

Internet for Giuliani

La rete produce Giampaolo Giuliani e ne sovvenziona parte delle ricerche, facendo quello che il servizio pubblico deliberatamente sceglie di non fare. www.byoblu.com

22 agosto 2009

RaiNews24 e Zeitgeist

"Scenari, l'inchieste web" di RaiNews24, accenna al film Zeitgeist. L'intero servizio in questa pagina: http://scenari.blog.rainews24.it/2009/08/19/memorie-di-guerra/ e sullo spazio youtube di RaiNews24: http://www.youtube.com/watch?v=s3ySsbVt8EE

20 agosto 2009

Tele Vaticano

Il Trattato di Amsterdam obbliga l'Italia ad un servizio di televisione pubblica che risponda alle esigenze democratiche,sociali e culturali della società. Analizziamo insieme come RAI1 ottempera a questi obblighi che gli derivano dalla Comunità Europea. Fonte: www.byoblu.com

LA GUERRA AL TERRORISMO E' UN MITO

Intervista a WEBSTER TARPLEY
ReOpen911 e GeoPolIntel

Webster TARPLEY, storico e giornalista statunitense, lavora sulle forme di ingerenza, e in particolare sullo sfruttamento della minaccia terroristica. Si è specializzato nello studio delle operazioni false flag, ossia operazioni commando o terroristiche che usano false rivendicazioni per provocare una situazione conflittuale.

“Non si può capire la politica attuale degli Stati Uniti se si sottovaluta la portata reale dell'11 settembre. Gli attentati dell'11 settembre sono stati un colpo di Stato. La guerra contro il terrorismo si basa su un mito e a partire da questi eventi è diventata una religione di stato obbligatoria. Il solo modo di combattere i neoconservatori è di distruggere questo mito. L'apertura di una commissione di verità come quella di Russell-Sartre al momento della guerra del Vietnam, potrebbe contribuire a distruggerlo".

Non si può negare che Tarpley sia un esperto di geopolitica e la sua conoscenza dei meccanismi complessi della situazione attuale ci ha naturalmente spinti a chiederne il parere sulla situazione presente. Le domande sono state co-redatte da ReOpen911 e il sito 
GeoPolIntel che ha realizzato un'analisi estensiva dello scudo ABM (Anti Missili Balistici).

Prima di affrontare l'intervista vera e propria, Webster G. Tarpley, autore di diversi libri, tra cui la straordinaria opera 9/11 Synthetic Terror: Made in USA, ci ha chiesto di completare l'intervista con il paragrafo seguente.

“Il principale progetto americano-britannico del momento è di balcanizzare il Pakistan, in modo che non possa diventare un corridoio energetico per la Cina, l'Iran e il Medio Oriente, come possiamo vedere con la posizione del porto di Gwadar. La folle escalation di violenza in Afghanistan, che porta il segno di Obama, ha senso solo se capiamo che lo scopo è di distruggere il governo centrale del Pakistan e provocare l'esplosione di questo paese in cinque fasi, secondo il prolungamento del piano di Bernard Lewis.

Il Pakistan è un obiettivo molto più importante dell'Iran. Esiste addirittura un piano americano-britannico per distruggere la catena dei paesi pro-cinesi lungo l'Oceano Indiano. Ma lo Sri Lanka ha evacuato l'esercito del terrore (sostenuto dagli Stati Uniti e il Regno Unito): terroristi che avevano i loro quartieri generali a Londra e conosciuti con il nome di Tigri Tamil. Era davvero grottesco vedere Kouchner e Milliband (Ministri degli Esteri francese e britannico) cercare disperatamente di salvare le Tigri Tamil, affinché i macellai potessero combattere ancora! I posti come lo Zimbabwe, il Sudan, la Thailandia, la Cambogia, il Bangladesh e diversi gruppi di isole, sono oggi un campo di battaglia tra la Cina (quest'ultima fa pressioni in favore di un commercio e uno sviluppo pacifico), e l'alleanza Stati Uniti e Gran Bretagna che cerca di mandarli in rovina e di mantenere il consenso screditato di Washington contro il consenso di Pechino, che respinge l'intimidazione imperialista del tipo FMI-Banca Mondiale-WTO".

ReOpen911 : La lettera di Obama a Medvedev, nella quale chiede ai Russi di negoziare l'abbandono del nucleare iraniano, non sarebbe un mezzo per rinfocolare una nuova guerra in Medio Oriente?

Webster G. Tarpley: Come ho scritto in Obama, The Postmodern Coup, la politica generale dell'amministrazione Obama è di fomentare i conflitti tra l'Iran e la Russia. Lo chiamano il gioco della patata bollente – mettono uno Stato nemico contro un altro, sperando che entrambi vengano danneggiati o distrutti durante il processo. Il regime Obama vorrebbe spingere la Russia in una posizione di ostilità verso l'Iran, giocando sulla paura della Russia di ciò che alla fin fine l'Iran potrebbe fare con le armi nucleari nel caso ne avesse qualcuna. Con persone come Putin e Lavrov, i Russi non sono pronti a cadere in un trabocchetto del genere. La recente esperienza delle sommosse e della mobilitazione in Iran è incoraggiata da persone della CIA, una rivoluzione colorata, una rivoluzione di velluto che non sembra particolarmente riuscita.

Se una marionetta anglo-americana prendesse il potere in Iran, una delle prime cose che farebbe sarebbe tagliare l'approvvigionamento di petrolio in Cina, dato che, di questi tempi, è lì che si trova il maggior interesse degli Stati Uniti e della Gran Bretagna in Medio oriente. Il discorso di Obama al Cairo non è nient'altro che un tentativo di usare il mondo arabo-islamico del Medio oriente contro la Russia e la Cina.

Anche l'India è uno dei principali candidati a diventare la seconda arma eurasiatica degli Stati Uniti e del Regno Unito, ma anche qui, gli Indiani possono rivelarsi troppo intelligenti per cadere nella trappola. Tutti sanno che il Congresso americano ha adottato delle leggi ricorrenti che chiedono un cambio di regime in Iran, con il finanziamento di 400 milioni di dollari, e da cinque anni e passa, Seymour Hersh ha descritto nel New Yorker il ruolo attivo delle squadre di spionaggio e di destabilizzazione statunitensi in Iran, che tentano di fomentare le ribellioni con gli Arabi, gli Azeri, i Kurdi, i Baloutches, i Pashtun e altri, con lo scopo finale di dividere e balcanizzare l'Iran, nello stesso modo in cui lo furono la Jugoslavia, l'Iraq, e come potrebbe esserlo ben presto il Sudan. Il colore della rivoluzione in Iran è in gran parte l'opera del gruppo “soft power" (NdT: che sostiene una politica esterna di “bassa intensità") ispirato dagli scritti di Joseph Nye, e che include le cerchie di Brzezinski alla Rand Corporation, così come l'International Crisis Group e altri operatori che per raggiungere i propri scopi usano la sinistra come copertura, gli slogan umanitari, i diritti dell'uomo.

Se ho ben capito Jacques Sapir, egli sembra dire che gli slogan umanitari sono stati così bistrattati dagli imperialisti occidentali al servizio dei propri scopi predatori, che questi slogan sono stati completamente screditati in virtù dell'ipocrisia e del loro effetto “due pesi, due misure". Se sono proprio questi i propositi di Sapir, sono completamente giustificati. Direi che è tempo di sottolineare i diritti economici dei paesi in via di sviluppo, a cominciare dall'industrializzazione, il pieno impiego, e eliminando la povertà, la malattia, l'analfabetismo, e una situazione in cui vediamo un miliardo di persone che patiscono la fame o che rischiano la carestia, secondo un rapporto delle Nazioni Unite, e forse 2 miliardi di persone ridotte a un'esistenza miserabile, con meno di un dollaro al giorno. Queste sono le vere domande che oggi l'umanità deve affrontare.

ReOpen911: Il piano Gates-Brzezinski prevede un nuovo approccio con l'Iran. Se questo piano non funzionasse, gli Stati Uniti potrebbero colpire l'Iran con l'arma atomica, come diceva Schneider JR?

Webster G. Tarpley: Tutta la base del regime di Obama, tra le cerchie imperialiste statunitensi, è sempre più cosciente del fatto che gli Stati Uniti sono troppo deboli, troppo odiati, troppo in fallimento per intraprendere ora nuove avventure in Medio oriente. Ecco perché si tirano indietro addossando la responsabilità ad altri, facendo la guerra con l'uso di mandatari o marionette kamikaze, come avvenne con l'Etiopia, usata contro la Somalia qualche anno fa.

ReOpen911: Se gli Stati Uniti e la Russia falliscono nel tentativo di far accettare all'Iran la fine del suo programma nucleare, Israele può colpirlo come colpì l'Iraq di Saddam Hussein?

Webster G. Tarpley: In seguito Gates, Panetta, Biden e Obama stesso hanno ordinato a Israele di lasciar perdere, di abbandonare qualsiasi idea di attaccare da solo l'Iran, cosa che l’avrebbe staccato dai propri alleati. Ne parlo nel libro Obama: The Unauthorized Biography. Credo che gli Inglesi siano sulla stessa linea. Il senatore Kerry e Obama hanno anche detto che l'Iran ha diritto ad un programma nucleare pacifico. Tutto questo rinforza l'idea che gli Stati Uniti vogliano fare dell'Iran una marionetta kamikaze contro la Russia e/o la Cina. Chi continua ad ignorare questa tendenza vive nel mondo com'era prima del dicembre 2007, quando le valutazioni ufficiali dei servizi segreti statunitensi dicevano che non c'era nessun programma d'armi nucleari iraniano. Dubito che gli Israeliani avviino un tale attacco. Se lo facessero, si tratterebbe di una vera e propria catastrofe mondiale. I nostri amici del Quai d'Orsay (Ministero degli Esteri francese, Ndt) dovrebbero fare tutto il possibile per dissuadere Netanyahu & co.

ReOpen911: Dato che i servizi segreti statunitensi hanno detto che l'Iran ha fermato il proprio programma nucleare militare dal 2003, dobbiamo accettare un Iran con un nucleare civile?

Webster G. Tarpley: Certo, nonostante la demagogia bellicistica di Sarkozy e di Kouchner su quest'argomento quando tentarono di andare al fronte. Ogni paese ha un diritto inalienabile alla scienza, alla tecnologia, all'industria e alla produzione di energia moderna, e nel mondo d'oggi, questo può significare solo lo sfruttamento pacifico dell'energia nucleare. Questa era la base della politica estera americana durante la maggior parte della guerra fredda, l'iniziativa “Atomi per la pace" di Eisenhower.

Tutti i paesi del mondo che vogliono affermare la propria sovranità e il diritto allo sviluppo considerano seriamente l'esame di un'applicazione importante dell'energia nucleare, a cominciare dalla Cina, l'India, la Russia, la Giordania e molti altri. In questo seguono il ben riuscito esempio francese, molto più eloquente dei discorsi di Sarkozy. Dopo le violazioni massicce del regime di non proliferazione, suggellato da Stati Uniti e India sul nucleare, gli Stati Uniti non si fanno scrupoli quando si tratta di intimidire o tormentare gli altri su questo aspetto.

ReOpen911: La colonna vertebrale della politica estera americana in Europa è il Trattato ABM e l'allargamento della NATO. Cosa ne pensate di questa provocazione verso la Russia e del rischio di vedere affrontarsi alleati europei?

Webster G. Tarpley: Nella migliore delle ipotesi, l'allargamento della NATO è inutile e assai pericoloso nella maggior parte degli scenari probabili. Quale persona di buon senso si impegnerebbe a battersi e a morire per un demente come Saakashvili, dopo che quest'ultimo ha mostrato la propria instabilità mentale con l'attacco kamikaze contro la Russia nell'agosto 2008? Che persona di buon senso vorrebbe essere impegnata nell'ultima avventura di questi cleptocrati dell'FMI a Kiev? Quando la Germania dell'Est è stata reintegrata nella Germania dell'Ovest, gli Stati Uniti hanno preso degli impegni seri con la Russia: le forze della NATO non sarebbero entrate nell'ex Germania dell'Est. Ora, sono andate molto più lontane. È il momento di invertire questa tendenza. Invito la Francia a riconsiderare l'idea di reintegrare la struttura di comando della NATO.

Tenendo conto dell'impegno americano nei regimi instabili e aggressivi non lontani dalla Russia, la Francia corre il rischio di essere trascinata in una guerra catastrofica sulla scia anglo-americana. Questo non è il futuro di una grande nazione come la Francia. Possiamo vedere anche una seconda serie di paesi provocatori composta da Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Ucraina e altri paesi, che possono essere buttati nella lotta contro la Russia per questioni come l'interruzione della distribuzione di gas naturale in Europa dell'Ovest quasi ogni inverno.

ReOpen911: Riguardo al trattato ABM, cosa ne pensate dell'impianto dello scudo spaziale in paesi dell'Europa dell'Est come la Repubblica Ceca, senza previo accordo con il Parlamento europeo? Cfr http://fr.rian.ru/world/20081110/118227844.html

Webster G. Tarpley: Ho richiamato diverse volte Obama in pubblico affinché prendesse degli impegni precisi, se vuole provare di essere davvero l'angelo della pace che dice di essere. Il primo è annunciare che non ci sarà nessun schieramento di sistemi ABM in Polonia, poiché possono essere facilmente messi in atto in un primo attacco nucleare preventivo strategico contro la Russia, ributtando così il mondo nel contesto esplosivo della vecchia guerra fredda. Obama potrebbe semplicemente annunciare: “La crisi dei missili poloni non avverrà". L'altro impegno che Obama potrebbe prendere sarebbe quello di ritirare tutto il sostegno degli USA all'allargamento della NATO. È quello che qualsiasi Europeo con un po’ di buon senso esigerebbe che facesse. Invece, l'estate scorsa abbiamo avuto 200.000 fans raggirati da Obama alla porta di Brandeburgo.

ReOpen911 : In questo contesto, cosa ne pensa dell'integrazione della Francia alla NATO, e la sua partecipazione alla guerra contro il terrorismo?

Webster G. Tarpley : Raccomanderei alla Francia di non sottomettersi al comando della NATO. Il presidente de Gaulle aveva completamente ragione quando espulse da Versailles i quartieri generali della NATO e ritirò la Francia dalla struttura di comando della NATO. Questo non ha offuscato le relazioni franco-americane, ma ha impedito che gli elementi anarchici presenti nell'organizzazione causassero seri problemi alla Francia. In particolar modo penso al generale Lyman Lemnitzer, sostenitore dell'operazione Nothwood (NdT: piano concepito da alti dirigenti del Dipartimento della Difesa USA allo scopo di suggestionare l'opinione pubblica statunitense ed indurla così a sostenere un attacco militare USA contro il regime cubano di Fidel Castro) quand'era Presidente del Pentagono e stava per diventare il Comandante della NATO, e che fece di tutto per installare Gladio in Italia e nella maggior parte dei paesi della NATO (NdT: organizzazione paramilitare del secondo dopoguerra, legata ai servizi segreti occidentali promossa dalla NATO per contrastare un'eventuale invasione sovietica dell'Europa occidentale). Riassumendo, De Gaulle aveva ragione, l'Occidente ha bisogno che la Francia mantenga la propria indipendenza intellettuale e l'attitudine a sviluppare una critica responsabile e realista sugli eccessi degli Anglo-americani. Ciò che fece De Gaulle, è ciò che ci si aspetta dai futuri leader francesi.

ReOpen911 : Riguardo all'11 settembre, pensa che possa nascere un'inchiesta indipendente? E in caso affermativo, sarebbe per volere della giustizia americana o di un'azione internazionale come i "Politics for 9/11 Truth" (NdT: Dirigenti politici per la verità sull'11 settembre)

Webster G. Tarpley: L'importanza del movimento per la verità sull'11 settembre, sviluppatosi nella società americana tra il 2006 e il 2007, si è ampiamente disgregata fino a diventare impotente. Mentre la campagna delle primarie cominciava a riunire le energie nel 2007, molti vecchi attivisti dell'11/9 han commesso il grave errore di sacrificare la propria attività a politici professionisti che avevano promesso di fare qualcosa per indagare sulla questione. Dennis Kucinich, candidato di sinistra al partito liberal-democratico, promise pubblicamente che avrebbe indagato sull'11/9, così come sull'affaire del B-52 “canaglia" (NdT: Bombardiere strategico a largo raggio prodotto dalla Boeing) avvenuta tra l'agosto e il settembre 2007, poco dopo che un gruppo di attivisti di cui facevo parte emise l'avvertimento di Kennebunkport, col quale dicemmo che Cheney stava facendo un ultimo tentativo per avviare la guerra contro l'Iran. Questo succedeva nel momento in cui gli Israeliani lanciavano il raid aereo contro la Siria. Ma Kucinich non mantenne la promessa. Una parte ancor più grande dell' 11/9 Truth Movement venne inghiottita da Ron Paul, il deputato del Texas e candidato libertario repubblicano. Non fece promesse in pubblico come Kucinich, ma in privato disse agli attivisti dell'11/9 Truth Movement che condivideva il loro punto di vista e che l'avrebbe detto pubblicamente al momento opportuno. Con queste certezze, molti attivisti diedero il proprio tempo, denaro e sostegno alla campagna presidenziale di Ron Paul. Ma quando, durante un dibattito nazionale sulla televisione via cavo a cui assisteva tutta la stampa nazionale, Ron Paul venne interrogato, affermò con forza che riteneva assurde le idee dell'11/9 Truth Movement e che queste lo imbarazzavano; aggiunse inoltre che gli attivisti avrebbero dovuto abbandonare i loro sforzi. Disse anche che il suo scetticismo riguardo al rapporto della Commissione dell'11 settembre era uguale al suo scetticismo per i documenti del governo, né più né meno. Alla fine, quando fu chiaro che Obama aveva una reale possibilità di diventare Presidente, il resto dei liberali di sinistra rinunciò all'attivismo e si unì alla quête messianica e utopica proposta da Obama.

Di conseguenza, il movimento per la Pace, il movimento per la destituzione (NdT: e il processo di Bush) e l'11/9 Truth Movement vennero letteralmente spazzati via. Tutto questo mostra il ruolo importante svolto da Obama nella soppressione delle proteste e la protezione dell'Establishment di Wall Street contro l'agitazione popolare. Ora ci vorrebbe l'implicazione decisiva di uno o più leader mondiali fuori dagli Stati Uniti per realizzare l'indispensabile inchiesta internazionale indipendente dalla Commissione per la verità sull'11/9.

ReOpen911 : Molti cittadini hanno scoperto la geopolitica e i retroscena dei conflitti cercando di saperne di più sugli attentati dell'11 settembre 2001. Cosa direbbe a queste persone che scoprono, spesso con orrore, che un buon numero di guerre e attentati sono fatti dagli Stati Uniti e/o da gruppi di interesse contro gli interessi delle popolazioni?

Webster G. Tarpley: Il problema della politica straniera statunitense non si trova essenzialmente all'interno del governo federale, ma viene dal fatto che la politica straniera statunitense è ampiamente prodotta dagli interessi bancari della potentissima Wall Street, che opera attraverso organismi come il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale, il gruppo Bildeberg e l'insidiosa Mont Pelerin Society che si occupa di economia. Obama, Biden, Holbrook e molti altri sono i servi di questi banchieri di Wall Street. Queste forze non seguono una politica americana nazionale che imporrebbe, per esempio, buone relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia, come erano mantenute durante la Rivoluzione Americana nel momento della Guerra Civile americana e durante l'amministrazione di F.D. Roosevelt.

Invece di una politica nazionale americana, abbiamo una politica favorevole ai finanzieri e agli imperialisti. È la stessa mentalità della City di Londra e di una parte della Commissione Europea e della Banca Centrale. Viviamo un'epoca di preponderanza oligarchica su tutto il globo. Il solo modo di cambiare questa situazione è aumentare la politicizzazione e l'attivismo di una parte della società moderna che si limita solitamente a uno stupore passivo, all'apatia, a un'alienazione attraverso la cultura popolare.

ReOpen911 : Internet gioca un ruolo importante nel mettere a disposizione le informazioni e quindi a ciò che potremmo chiamare un' “educazione delle masse"; secondo lei, un'azione concertata che sfoci su una censura su questa rete è all'ordine del giorno?

Webster G. Tarpley: Uno degli aspetti positivi del sistema statunitense è stata la forte protezione della libertà d'espressione incarnata dal Primo Emendamento della Costituzione americana. Potete confrontarla con la terribile situazione di un paese come la Gran Bretagna. I liberali totalitari del regime Obama sono ostili al proseguimento della tradizione di libertà d'espressione. Vorrebbero ridurre l'ambito della libertà d'espressione usando il pretesto della legislazione del crimine destinata a dichiarare illegale non atti criminali, ma le opinioni sostenute da coloro che hanno commesso tali atti criminali – dichiarare illegali le opinioni è un'idea alquanto strana in giurisprudenza.

Il Partito Democratico sembra anche voler ridurre al silenzio o intimidire l'ala destra o i commentatori radio reazionari più in vista nel paese, e che rappresentano una delle forze principali che criticano il regime Obama. Con il pretesto d'obbligare i diffusori che usano le onde pubbliche, quest'ultimo è tentato di offrire un'ampia varietà di opinioni politiche, o di rappresentare gruppi di comunità locali. Sarebbe stato meglio vietare a una corporation il possesso totale dei mass media in una data città e lasciare così che il discorso evolvesse.

ReOpen911 : Lei che è spesso pessimista riguardo al futuro (basta pensare la suo ultimo libro nel quale spiega perché nutre poca speranza in Obama) ha qualche speranza per un futuro più pacifico?

Webster G. Terpley: Non credere alla demagogia delle marionette di Wall Street come Obama non fa di me un pessimista, ma un realista. Obama ha superato il proprio apogeo; si trova ora sulla discesa, sebbene il pericolo di nuove operazioni false flag che mirano alla Russia, alla Cina, al Sudan, al Pakistan o ad altri nuovi bersagli aumenti senza dubbio in questo momento. Avendo studiato Platone, Leibniz e Machiavelli, sono ottimista per ciò che riguarda le prospettive d'azione in questo mondo. Su questi punti sono con Leibniz e contro Voltaire. Approverei anche ciò che dice Dante sul punto essenziale della Divina Commedia nel Canto di Marco Lombardo, dove l'accento è messo sul fatto che lo stato del mondo non dipende da Dio, dalla predestinazione o dalla cattiva sorte, ma che si tratta invece di un compito dato agli esseri umani che devono esercitare il loro libero arbitrio.

Le persone devono capire che l'azione storica mondiale è più realizzabile al presente che in qualsiasi altro momento della storia; è il momento di trarre vantaggio da queste possibilità prima che la porta delle opportunità si chiuda, cosa che può succedere in qualsiasi momento.

ReOpen911 : Lei che conosce bene gli ingranaggi dei Machiavelli del nostro tempo, cosa possono fare i nostri lettori e i cittadini per aiutare il mondo a essere migliore e più in pace?

Webster G. Tarpley: Non c'è nessuna ragione di subire una depressione economica mondiale, né una guerra mondiale che potrebbe seguire la stessa sequenza di eventi che abbiamo conosciuto negli anni 1930.

Innanzitutto, le leggi dell'economia non sono affatto un mistero. Le spiego nel mio ultimo libro 
Surviving the Cataclysm (Sopravvivere al Cataclisma). Per uscire dalla depressione in primis bisogna fare tutto ciò che è necessario per ridurre il fardello del capitale fittizio e delle entrate speculative dell'economia mondiale.

Questo significa fare cose come vietare la bolla dei derivati di 1,5 milioni di miliardi di dollari, o tassare i derivati fino alla loro scomparsa, vietare i prestiti ipotecari a tasso aggistabile, dichiarare illegali i “fondi di copertura" altamente speculativi (hedge funds), fermare i pignoramenti delle case, delle fattorie, delle fabbriche, tassare gli speculatori con la tassa Tobin dell'1%, regolare di nuovo i mercati petrolieri, pignorare e chiudere le banche zombie in bancarotta che dominano Wall Street e la City di Londra.

Dobbiamo sequestrare la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, le banche centrali controllate da privati e nazionalizzarle. Dovrebbero cominciare col fare prestiti allo 0% per le attività produttive, ossia la creazione di beni fisici tangibili sotto forma di industria, agricoltura, costruzione, trasporti, edilizia, miniere, ricerca scientifica, attrezzature sanitarie e altri preamboli dell'esistenza umana.

Tutto questo è particolarmente necessario qui negli Stati Uniti, poiché tutta l'economia si avvicina al punto del crollo fisico e termodinamico. In questo paese dovremmo costruire un migliaio di ospedali, cento reattori nucleari ad alta temperatura di quarta generazione, costruire 170.000 km di rotaie Maglev (NdT: treno a levitazione magnetica), ricostruire il sistema autostradale interstatale, e ricostruire tutte le infrastrutture d'acqua e di depurazione. Abbiamo bisogno di un programma convincente in fisica di alta energia per risolvere i problemi attuali della fusione dell'energia termonucleare. Abbiamo bisogno di un programma persuasivo nella ricerca biomedica per trovare rimedi alle malattie che colpiscono l'umanità. Sono sforzi che per definizione dovrebbero essere internazionali.

Certo, dobbiamo finanziare e restaurare la rete di previdenza sociale, che sarà fondamentale per le vittime della depressione nei prossimi due o tre anni. E per finire, avremo bisogno di una nuova conferenza monetaria mondiale per creare un sistema monetario mondiale vivibile per rimettere in moto il commercio mondiale e promuovere lo sviluppo economico e tecnologico dell'Africa, dell'Asia meridionale, della maggior parte dei paesi dell'America Latina, dell'Europa dell'Est e di altre zone il cui sviluppo economico è stato impedito.

Bisogna interessarsi ai grandi progetti d'infrastruttura mondiale come il Maglev di Dakar a Dubai, il Maglev da Cap Town al Cairo, i ponti e i tunnel lungo il Mediterraneo a Gibilterra e tra la Sicilia e la Tunisia, un sistema Maglev eurasiatico, un ponte-tunnel sullo stretto di Bering, un nuovo Canale Thai (NdT: l'istmo di Kra in Malesia), una “Tennessee Valley Authority" per il Gange, il Brahmaputra, il Mekong, l'Amazzonia e altri sistemi fluviali nel mondo (NdT: Tennessee Valley Authority: impresa americana incaricata della navigazione, del controllo delle piene, della produzione di elettricità e dello sviluppo economico della valle del Tennessee), e lo sviluppo del trasporto fluviale in Africa con un sistema di chiuse e di canali tra l'alto Nilo e l'alto Congo.

Dovremmo fare tutto questo con la piena coscienza che se non realizziamo queste tappe progressive necessarie finché viviamo, la civiltà mondiale potrebbe sprofondare in un periodo di caos, di orrori che al momento è difficile concepire, ma che dovrebbero essere sufficientemente chiari. La mia litania preferita è quella di un minatore spagnolo di una regione settentrionale della Spagna, le Asturie, che mi diceva che il suo credo personale era: “La tua scelta nel mondo moderno è chiara. Sii attivo prima di diventare radioattivo. Allora scegli". Quest'alternativa non è cambiata molto. 
La mia speranza è che sempre più persone scelgano di essere attive.

ReOpen911 e GeoPOlIntel intervistano Webster Tarpley
Fonte:
http://www.reopen911.info
Link: http://www.reopen911.info/11-septembre/interview-de-webster-tarpley/
13.07.2009

Traduzione per
www.comedonchisciotte.org a cura di MARINA GERENZANI