Il giorno 20 marzo si è tenuta l’assemblea pre congressuale del Partito Pirata, il cui video è disponibile su Youtube.
Di seguito un estratto degli interventi con il link al video
3’37
macfranc: il premier dispone di pieni poteri, ma non c’è un piano strategico, non c’è interpretazione dei dati; la limitazione progressiva delle libertà personali avviene con approssimazione, imprecisione, eccessiva frequenza e così sono scomparsi potere legislativo e giudiziario. Come hackerare questo incipiente stato di polizia, nel rispetto della salute pubblica e in un’ottica europea?
10’36
mac0005: la crisi è un momento di rottura in cui vengono messi in discussione i paradigmi condivisi, ma anche un’opportunità. Oggi la battaglia sulla conoscenza e in particolare quella sul file sharing può segnare la differenza per mettere sempre più l’uomo al centro della società e per dare alla società l’aspetto che ci piace.
23’18
zafferanory: è evidente il fallimento dell’attuale modello dell’industrializzazione, anche sanitaria: gli ospedali sembrano fatti per l’industria medica e non per il cittadino; una sanità in cui la sicurezza sul lavoro non viene presa sul serio; un sistema sanitario che non riesce a trasmettere messaggi che non siano intimidatori, commoventi o tossici.
34’00
solibo: La stampa mainstream è ancora più raccapricciante del solito: da #lItalianonsiferma si arriva all’apocalisse, alla guerra, all’assenza di visione del futuro. Lo stato di cattività in cui ci troviamo ci porta a una limitazione dei diritti perché è la politica stessa che per incompetenza sta delegando la propria sovranità ai presunti comitati scientifici.
46’42
Rasna: il potere oggi non è né nel parlamento né in un governo che, dopo essersi alleato con Salvini e con Zingaretti, si è alleato con il Coronavirus: il potere è nella Presidenza della Repubblica che è l’unica ad aver contestato le uscite della Lagarde. Tuttavia i limiti dell’Europa in questa fase critica emergono nel voler finanziare il sistema finanziario e non quello sociale.
55’55
o_zone: l’iperregolazione incoerente e la nostra incapacità di rispettare le regole stanno determinando le sorti di un paese che non viene governato ma che rischia di essere comandato. Oggi le istituzioni non stanno promuovendo chiarezza ma un clima di sospetto e di terrore.
1.05’25
exedre: come reagisce la non-democrazia italiana a una situazione di emergenza? Con un parlamento che scappa; con un governo che legifera a colpi di DPCM. Ma la stessa Europa reagisce ripristinando i confini interni. Come deve reagire il Partito Pirata? Immaginando un futuro più sicuro e più reattivo di fronte ai rischi, ma anche più protettivo rispetto ai diritti umani.
1.17’27
exekias: non spariamo sulla BCE che finora ha contrinìbuito a salvare il sistema Italia. Il finanziamento per il benessere sociale però va corretto andando nella direzione del reddito universale già promosso dal Partito Pirata.
1.23’17
macfranc: l’emergenza c’è da un mese e va gestita a termine e per obiettivi misurabili in modo trasparente: linee guida per le imprese e gli esercizi commerciali, per i cittadini, la smart PA. Ma soprattutto deve esserci la misurazione dei risultati, altrimenti avremo emergenza democratica E generazionale, con ragazzi che non voteranno, non andranno a scuola e non potranno circolare.
L’Italia supera la Cina per il numero dei morti da Coronavirus, 3.500 contro 3.400.
Tutti i giornali sparano titoloni.
E tutti danni i numeri. Senza però pensare per un solo momento cosa significano quei numeri. Leggendoli con attenzione si scopre che la Coronavirus story è la bufala del secolo, la più colossale fake news mai fabbricata dall’uomo.
A sua insaputa?
LA CINA ESCE DAL TUNNEL
Partiamo da un dato ormai consolidato, quello cinese. A quanto pare non ci sono più contagi, né infetti, nè tantomeno morti nell’area bollente di Wuhan. Se ciò è vero e le cifre corrispondono alla realtà, vuol dire che in due mesi esatti la Cina è uscita dal tunnel.
In Europa, invece, siamo nel pieno della crisi, nell’occhio del ciclone. Il famigerato picco deve essere ancora raggiunto: si parla tra fine marzo e metà aprile.
Il resto del mondo è in una fase di quasi “attesa”: il virus deve ancora manifestare la sua “forza” e dispiegare la sua azione. I tempi sono quelli.
Come numeri totali, è stata appena superata la soglia dei 10.000 morti a livello mondiale, con 244.523 contagi e 86.031 guariti.
A grandi linee, se Italia e Cina da sole sfiorano quota 7.000 morti, i restanti 3.000 sono sparsi per il mondo (tra i paesi più colpiti l’Iran e, in fase iniziale, la Corea del Sud che però, al pari della Cina, ha bloccato il virus).
Altre considerazioni.
La SARS, che seminò il terrore nell’arco di otto mesi in 17 paesi, da novembre 2002 a luglio 2003, causò 8 mila casi, i decessi furono 774. Il tasso di letalità sfiorò il 10 per cento (9,6 per la precisione).
La MERS fece registrare, invece, 424 casi nel mondo e 131 morti. Ma aveva un altissimo tasso di letalità, pari ad 1 su 3, con il 34 per cento.
IL TASSO DI MORTALITA’ PIU’ BASSO
Torniamo al Covid 19. Che presenta un tasso di letalità bassissimo, molto più basso rispetto a Sars e Mers: tra l’1 e il 3 per cento.
Da tener presente, poi, che l’età media dei deceduti per Coronavirus è molto alta, circa 80 anni, e solo negli ultimi giorni si sta registrando un poco significativo abbassamento dell’età.
Roberto Burioni
Ancora. I contagiati e soprattutto i deceduti erano già affetti da una o più patologie anche gravi. Per cui – secondo alcuni esperti, non i ciarlatani e i saltimbanchi di turno – quando si riusciranno ad effettuare seri screening, si noterà che una percentuale molto bassa è morta di solo coronavirus: la stragrande parte “anche per il Coronavirus”. Esattamente il contrario di quanto sostiene il catastrofista Roberto Burioni, secondo cui sono tutti morti solo per il Covid 19.
Torniamo ai numeri della Cina, estremamente significativi perché ora praticamente fermi, con zero contagi e zero morti.
Ed esaminiamo il numero dei decessi in quel Paese: 3.400.
Facciamo un raffronto. In Italia il numero medio dei decessi annui per la normale influenza è di 8.000. Significa che in Cina – nell’arco dei due mesi bollenti – sono morti meno della metà di quanti muoiono in Italia per influenza. Ad oggi (ma il numero da noi è destinato a crescere) siamo alla stessa percentuale.
NUMERI DA INFLUENZA STAGIONALE
Tutto ciò vuol dire che i numeri non sono da catastrofe nera.
Ma indicano il trend di una normale influenza, anzi meno.
Con il carattere “stagionale” che hanno tutte le influenze.
Perché, allora, creare tanto allarme che – stando ai freddi numeri – è del tutto ingiustificato? Campato per aria? Con ogni probabilità costruito a tavolino (l’allarme, la strategia del panico)?
Perché un tale diluvio disinformativo mediatico?
Perché le cialtronerie di pseudo scienziati a tutte le ore del giorno, quando i ricercatori veri, con la R maiuscola, non vengono mai interpellati?
Di certo sono più acute e numerose le patologie che, in questo stesso periodo, si stanno scatenando proprio per la paura, il panico, lo stress: ottimi terreni di coltura per altre patologie solo inizialmente psicosomatiche.
Sul cui prodest abbiamo scritto ormai tante volte. Le star di Big Pharma, le aziende farmaceutiche stanno raccoglieranno, e ancor più raccoglieranno in questi mesi con la corsa al vaccino, danari con la pala.
Un reparto di emergenza in Lombardia
Ora, non si tratta si sapere se qualcuno, una potenza oppure un pazzo o un terrorista, ha “inventato” il virus.
Quel che importa è “l’effetto che fa”, l’allarme che crea, il capovolgimento di tutti gli standard di vita, forse per creare cittadini-fantoccio, obbedienti e genuflessi di fronte al Potere.
Ma di tutto questo sarà possibile parlare nei prossimi tempi.
Torniamo per un momento al Coronavirus, il cui arrivo ha visto l’Italia del tutto impreparata, per via dei folli tagli alla sanità effettuati da tutti i governi nell’ultimo decennio. Tagli di posti letto, soprattutto quelli per la terapia intensiva.
Facciamo un raffronto.
Già a gennaio la Francia ha raddoppiato il numero dei posti per la terapia intensiva, da noi non si è mossa una foglia, fino a qualche giorno fa.
La stessa Lombardia si era fatta trovare impreparata per l’epidemia influenzale (quella di routine) dell’inverno 2018, e poco o niente è stato fatto.
Il governo degli Stati Uniti e le sue numerose agenzie e istituti d’istruzione e sanità, hanno condotto per molti decenni un’intensa ricerca sulla guerra batteriologica, in molti casi fortemente focalizzata su agenti patogeni specifici.
In un rapporto al Congresso degli Stati Uniti, il Dipartimento della Difesa ha rivelato che il suo programma di creazione di agenti batteriologici artificiali includeva la modifica di virus non fatali per renderli letali e l’ingegneria genetica per alterare l’immunologia degli agenti biologici, per rendere impossibile il trattamento e le vaccinazioni. Il rapporto militare ha ammesso che all’epoca [il Dipartimento della Difesa] gestiva circa 130 strutture di ricerca sulle armi batteriologiche, molte nelle università statunitensi e altre in molti siti internazionali al di fuori della prerogativa del Congresso degli Stati Uniti e della giurisdizione dei tribunali.
Questa conoscenza non è stata un segreto per molto tempo. In un rapporto classificato del 1948, da parte del Committee on Biological Warfare del Pentagono, il principale punto di forza era che:
“Un’arma o una bomba non lascia dubbi sul fatto che si sia verificato un attacco deliberato. Ma se … un’epidemia si abbatte su una città affollata, non c’è modo di sapere se qualcuno ha attaccato, tanto meno chi”, aggiungendo fiduciosamente che “Una parte significativa della popolazione umana all’interno di aree bersaglio selezionate potrebbe essere uccisa o inabilitata” solo con piccole quantità di un agente patogeno. (1) (2)
Un manuale operativo dell’esercito americano, risalente al 1956, affermava esplicitamente che la guerra batteriologica e chimica era una parte operativa integrale della strategia militare degli Stati Uniti, non era limitata in alcun modo e che il Congresso aveva dato l’autorità militare di “First Strike” sul loro uso. Nel 1959, un tentativo del Congresso di rimuovere questa autorità di first-strike è stato sconfitto dalla Casa Bianca e le spese per armi biochimiche sono aumentate da 75 milioni a quasi 350 milioni di dollari. Questa era un’enorme quantità di denaro nei primi anni ’60. (3)
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Robert McNamara (immagine sotto) ha eseguito 150 programmi top-secret di armi batteriologiche negli anni ’60, eseguendo esperimenti sulle armi batteriologiche e test pratici su un pubblico inconsapevole, a volte in Paesi stranieri, ma spesso nei confronti di cittadini americani. McNamara ha ordinato ai Capi di Stato Maggiore Congiunto di “considerare tutte le possibili applicazioni” di questi agenti contro le nazioni nemiche, in un piano coerente per una “capacità deterrente batteriologica e chimica” totale, il piano per includere stime dei costi e una “valutazione delle conseguenze politiche internazionali”. (4) (5)
Nel 2000, The Project for the New American Century (6) (7) ha pubblicato un rapporto intitolato “Rebuilding America’s Defenses” [n.d.T. “Ricostituire le difese americane”], che conteneva un’ambizione politica radicale e bellicosa di destra per l’America. Il loro rapporto si definiva un “progetto per mantenere la preminenza globale degli Stati Uniti … e modellare l’ordine di sicurezza internazionale, in linea con i principi e gli interessi americani”. Gli autori, evidente la loro mentalità genocida, hanno affermato:
“Forme avanzate di guerra batteriologica che riescono a ‘prendere di mira’ genotipi specifici, possono trasformare la guerra batteriologica … in uno strumento politicamente utile.”
Istituzioni di ricerca sulle armi batteriologiche
Il US Army’s Medical Research Institute of Infectious Diseases di Fort Detrick, nel Maryland, è la principale struttura militare per la ricerca sulla guerra batteriologica. È esteso su 80.000 m². A metà degli anni ’80, questa sezione per le armi batteriologiche di Fort Detrick riceveva quasi 100 milioni di dollari all’anno, e questa era solo una delle molte sezioni.
Quando il Giappone ha invaso la Cina, uno dei grandi successi del Dr. Ishii (unità 731) è stato lo sviluppo di metodi per la produzione di massa di pulci e zecche infette dalla peste e da altri patogeni letali, per la distribuzione tra le popolazioni civili –il che è come gli Americani hanno imparato a usare gli insetti per scopi militari – allevare e diffondere le zecche infestate dalla malattia di Lyme, a partire dal loro segreto Plum Island Germ Laboratory nello Stato di New York. Questa è stata anche la fonte dei programmi statunitensi di allevamento e diffusione di zanzare e pulci infette da colera e febbre gialla in Cina e Corea del Nord, a prescindere dai programmi a livello nazionale sulle zanzare che gli Stati Uniti hanno inflitto alla propria gente.
Sulla base della ricerca di Ishii, condotta sugli esseri umani, l’esercito americano ha sviluppato una struttura per la guerra entomologica (con gli insetti) e inizialmente ha preparato piani per attaccare la Russia e gli Stati sovietici con bio-armi entomologiche. La struttura è stata progettata per produrre ogni mese 100 milioni di zanzare infette da febbre gialla, la sua produzione è stata testata su inconsapevoli civili americani,sganciando zanzare infette e altri insetti su vaste porzioni degli Stati Uniti. Come è tipico per le forze armate statunitensi, questi progetti a partire dagli anni ’50 e ’60 hanno ricevuto denominazioni spontanee come “Project Big Buzz” e “Project Big Itch” e “Operation Mayday” (8) (9) (10), ma erano test sulla fattibilità della produzione di miliardi di insetti, infettandoli con agenti patogeni letali, quindi raggruppandoli come munizioni e disperdendoli sulla Russia da velivoli o persino [con] missili.
Da un rapporto dell’esercito americano del marzo del 1981, uno autore ha osservato che “ci si può meravigliare di quanto (o quanto poco) sarebbe costato lanciare un attacco per mezzo di zanzare infette da febbre gialla in una città – con un pratico grafico ‘Cost per Death’che merita pure attenzione!”. Anche l’incidente di Dugway Sheep merita attenzione. (11)
Quindi abbiamo avuto “Operation Drop Kick” (12), progettata per testare vari modi di disperdere gli insetti infetti su vaste aree geografiche, i test effettuati su varie parti degli Stati Uniti continentali, compresa la maggior parte della costa orientale. Abbiamo avuto“Project SHAD” (Shipboard Hazard and Defense). Quindi, non più tardi del 2000, abbiamo avuto l’ideazione del “Project Bacchus”per determinare la fattibilità della costruzione di un impianto di produzione di antrace in un Paese straniero, pur rimanendo non rilevato. Esistevano ovviamente altri programmi, tutti con nomi assurdi e tutti progettati per valutare la diffusione di insetti infetti e di altri agenti patogeni letali nelle popolazioni civili. Erano tenuti molto segreti poiché erano illegali, secondo il diritto interno, e violavano il diritto internazionale e molti trattati sulle armi che altre nazioni avevano firmato con gli Stati Uniti in buona fede.
Oltre a Fort Detrick, l’esercito americano ha un impianto per la produzione di armamenti batteriologici a Vigo, nell’Indiana, che è stato un enorme impianto di produzione specializzato in agenti patogeni batteriologici e in grado di produrre ogni mese 275.000 bombe contenenti botulino o un milione di bombe con antrace. A Vigo, le vasche per la fermentazione contenevano 250.000 galloni, ovvero circa un milione di litri, il che lo rendeva secondo i rapporti di gran lunga il più grande impianto al mondo per la produzione batteriale di massa.
Questo non è stato uno sviluppo recente. Vigo è stato pienamente operativo durante la Seconda Guerra Mondiale, essenzialmente una fabbrica di bio-antrace; uno dei suoi primi ordini è stato quello di Winston Churchill nel 1944 per 500.000 bombe all’antrace, e che [come] Churchill ha dichiarato doveva essere considerata solo la “prima quota”. Alla fine,[l’impianto a] Vigo è stato ceduto a Pfizer per la “produzione di antibiotici” ed è stato sostituito a metà degli anni ’50 da una nuova struttura all’avanguardia presso l’Arsenal di Pine Bluff. (13) (14) (15)
Il Daily News ha pubblicato un articolo il 24 settembre 2005, in cui descriveva in dettaglio i piani dell’esercito americano per gli acquisti all’ingrosso di antrace, relativi a una serie di contratti che erano stati scoperti da Edward Hammond, Direttore del Sunshine Project, emanati nello Utah dallo Dugway Proving Ground dell’esercito. Queste notifiche hanno richiesto a varie aziende di presentare offerte per la produzione di grandi quantità di antrace, nonché di produrre “volumi significativi” di altri agenti batteriologici. Un contratto specificava che la società di appalto “deve avere la capacità e la volontà di incrementare (l’antrace) in quantità di 1.500 litri” e “deve anche essere in grado di produrre lotti da 3.000 litri” di altri agenti batteriologici non specificati. (16) (17)
Quando l’esercito di una nazione produce patogeni batteriologici letali in quantità di milioni di litri, è tempo di smettere di fingere che non siamo impegnati in una guerra batteriologica. Non è di conforto che l’esercito possa affermare che questi sono ceppi “innocui” di agenti patogeni, dal momento che (1) qualsiasi struttura in grado di produrre agenti patogeni benigni può facilmente produrre varietà letali e (2) non esiste qualcosa come l’antrace “innocuo”.
Non vi è alcuna differenza materiale tra un programma di guerra batteriologica difensiva e offensiva, e persino gli idioti non possono rivendicare “autodifesa”, quando producono milioni di litri di antrace. Perfino il US Government Accountability Office, nel suo rapporto del 1994 su questi programmi, ha affermato che il Biological Defense Program dell’esercito americano conteneva “svariate divisioni, dipartimenti, gruppi di ricerca, bio-intelligenza e altro, affatto collegabili in qualsiasi senso alla“difesa”, ed erano per natura programmi militari, belligeranti e offensivi. Ci viene comunque assicurato che gli Stati Uniti “non hanno mai usato armi batteriologiche”, dalle stesse persone che contemporaneamente appaltavano contratti per la produzione di antrace e altri “patogeni” in più lotti di 3.000 litri. Nascondere la propaganda è impossibile da evitare in America, persino nei libri medici ufficiali di testo dell’esercito.
C’erano altri siti e strutture oltre a Fort Detrick che sono stati costruiti dall’esercito americano, esclusivamente per lo sviluppo di bio-armi, tra cui la stazione di prova di Horn Island nel Mississippi che doveva essere il principale sito di test di bio-armi e il Plum Island Germ Laboratory nello Stato di New York, da cui l’esercito ha diffuso la malattia di Lymetra la metà della popolazione dell’area.
Una parte della struttura di Plum Island è stata progettata esclusivamente per sviluppare e testare agenti patogeni animali letali che potrebbero distruggere l’approvvigionamento di cibo di una nazione nemica, come gli Stati Uniti hanno tentato di fare in Corea del Nord. I ceppi mortali dell’afta epizootica sono stati il risultato di questa ricerca, che in seguito gli Americani hanno condiviso con i loro colleghi psicopatici a Porton Down nel Regno Unito, che ne hanno fatto buon uso. Un ulteriore segmento era lo sviluppo, il collaudo e la produzione di bombe contenenti quello che veniva chiamato un “acido killer per i vegetali” e che poteva distruggere cereali, chicchi e la maggior parte delle colture orticole coltivate. Ho il forte sospetto che molte delle recenti epidemie di influenza aviaria e suina siano originate da agenti patogeni creati a Plum Island.
Il libro di testo intitolato Medical Aspects of Biological Warfare (2007), pubblicato dal Surgeon-General dell’Esercito Americano, ammette la creazione di “un impianto di produzione su larga scala a Pine Bluff, nell’Arkansas”, con il nuovo impianto che ha un “laboratorio avanzato … misure che consentono la fermentazione, la concentrazione, lo stoccaggio e la creazione, a scopo militare, su larga scala di microrganismi”.
E ammette anche che nel 1951, gli Stati Uniti avevano prodotto le loro prime armi batteriologiche, bombe anti-raccolto e munizioni “antiuomo”, avendole “accumulate e create a scopo militare”. Aggiunge che la CIA aveva “sviluppato armi in modo indipendente, usando tossine tra cui il veleno di cobra e la sassitossina per operazioni segrete”, ma sfortunatamente “tutti i documenti riguardanti il loro sviluppo e dispiegamento sono stati distrutti nel 1972” quando le informazioni sono divenute pubbliche. (18)
E le forze armate statunitensi hanno tentato di utilizzare a scopi militari le malattie veneree, conducendo a farse come il progetto Guatemala Syphilis, dove hanno infettato migliaia [di abitanti] e poi li hanno lasciati morire. La cronaca ufficiale, pur ammettendo la criminalità, aderisce ostinatamente alla storia di uno scopo benefico di testare i farmaci – per le migliaia a cui sono stati specificamente negati i medicinali che avrebbero salvato la loro vita. (19)
L’Esercito Americano sembra spietato, non solo nel trovare modi batteriologici per uccidere nazioni di persone, ma è ugualmente interessato a metodi per distruggere le loro scorte di cibo. Di conseguenza, ha anche confessato (almeno) un’altra dozzina di occasioni in cui erano stati liberati agenti patogeni devastanti per colture e piante, in esperimenti per testare metodi per distruggere l’intero ciclo vitale delle piante alimentari di una nazione nemica. Nel 2012, i media giapponesi hanno rivelato che il governo degli Stati Uniti aveva testato armi batteriologiche specifiche, con DNA modificato, per annientare le colture a Okinawa e Taiwan negli anni ’60 e nei primi anni ’70 e che le Forze Armate Statunitensi ne avevano testato alcune anche all’interno degli Stati Uniti continentali. Sono state anche applicate in Vietnam. Lo scopo dell’Agente Orange non è mai stato un defoliante come affermato, ma è stato sviluppato invece per distruggere le intere colture di riso del Vietnam e contaminare sufficientemente il suolo per impedire la ricrescita.
Questo testo è la Prima parte di un articolo in 3 parti.
Seconda parte: Lageopolitica delle armi batteriologiche
Terza parte: Semi geneticamente modificati: concepiti come arma
Larry Romanoffè un consulente di gestione in pensione e uomo d’affari. Ha ricoperto posizioni dirigenziali in società di consulenza internazionali e possedeva un’attività di import-export internazionale. È stato Professore ospite presso l’Università Fudan di Shanghai, presentando casistiche in affari internazionali a classi EMBA senior. Il signor Romanoff vive a Shanghai e sta attualmente scrivendo una serie di dieci libri, per lo più legati alla Cina e all’Occidente. Può essere contattato all’indirizzo: 2186604556@qq.com. Collabora frequentemente con Global Research.