Il servizio intero:
http://mariorossinet.ning.com/video/il-luogo-che-fu-la-prima
Roma, 11/01/2010 - Don Piero Vergari, il monsignore che autorizzò la sepoltura di Enrico De Pedis nella chiesa di SantApollinare, è stato interrogato dalla Procura di Roma sul sequestro di Emanuela Orlandi. A "Chi l'ha visto?" tornano gli interrogativi sulla sparizione della ragazza e sul ruolo giocato nella vicenda dalla banda della Magliana. Per il pubblico di "Chi l'ha visto?" anche le indicazioni su quella che potrebbe essere stata la sua prima prigione fornite da Sabrina Minardi, ex compagna di De Pedis. Come tenere nel dovuto conto anche la scomparsa di Mirella Gregori?
12 gennaio 2010
Il luogo che fu la prima prigione di Emanuela Orlandi?
10 gennaio 2010
Inizia un caldo 2010 per il Messico
Inizia un caldo 2010 per il Messico
CITTÀ DEL MESSICO – L’anno per i messicani, quelli delle classi medie e
popolari s’intende, è cominciata con una rabbia ancora sorda e con una
preoccupazione diffusa. In un continente dove le tasse dirette sulla
ricchezza sono semplicemente risibili, l’aumento dell’IVA al 16% dal
primo gennaio suona come una beffa e una nuova ingiustizia. Così il
governo di Felipe Calderón, che ha sulla coscienza già 16.000 morti in
tre anni nella guerra del narcotraffico nella quale lo stato, la
politica, l’esercito sono parte in causa, ha scelto su quali spalle far
pesare l’assoluta incapacità del suo governo e del modello neoliberale
di risollevare il paese: quegli 80 milioni di messicani che già hanno
difficoltà ad arrivare a fine mese. Che però reagiscono: alla chiusura
di questo articolo, l’alba di martedì in Messico, decine di blocchi
stradali sono segnalati nelle principali strade del paese.
Leggi tutto in esclusiva su Latinoamerica.
Mario Balotelli, il mio eroe italiano del XXI secolo
Il lento declino di Internet Explorer (e di Microsoft)
La vera missione di Álvaro Uribe: far crescere la disuguaglianza in Colombia
È il presidente brasiliano Lula l’uomo dell’anno
Giornalismo partecipativo
G. Carotenuto Giornalismo partecipativo, Storia critica dell'informazione al tempo di Internet, Come i media hanno distrutto l'informazione, stanno sprecando l'occasione di Internet ma il giornalismo rinasce online. Leggi tutto e acquista a 10.20 Euro.
Giornalismo partecipativo
03 gennaio 2010
29 dicembre 2009
Byoblu.Com - Via tutti i Vittorio Mangano dall'Europa
Via tutti i Vittorio Mangano dall'EuropaSi dice che i panni sporchi si lavino in famiglia. Noi i panni sporchi li facciamo lavare agli altri. Per la precisione, li mandiamo in tintoria all'estero. I soldi li portiamo nei paradisi fiscali, gli facciamo dare una energica smacchiata e ce li facciamo recapitare a domicilio al costo di un onestissimo 5%, grazie allo scudo fiscale. I cittadini che hanno problemi con la giustizia, invece, li mandiamo al Parlamento Europeo a esportare un po' di malcostume tutto italiano. Una volta, quando non c'era la globalizzazione, esportavamo piccoli mafiosi con la valigia di cartone. Oggi. siccome abbiamo imparato che il pesce puzza dalla testa, mandiamo le nostre teste di ponte in Europa, un po' come Cosa Nostra mandava Vittorio Mangano a Milano per occuparsi di fare affari con i ricchi imprenditori del nord. La disonestà è un virus che si trasmette molto più rapidamente della suina, ed è molto più pericoloso dell'aviaria. Dobbiamo vaccinare l'Europa, immunizzarla in fretta, dotarla di anticorpi efficaci contro i nostri europarlamentari disonesti prima che sia troppo tardi e non resti che diramare un codice rosso: la disinfestazione non selettiva di ogni amministrazione pubblica esposta al contagio. Ricevo e pubblico l'appello di Andrea D'Ambra. Caro Claudio,
dopo il successo ottenuto con l'abolizione dei costi di ricarica, da marzo scorso sul mio blog mi sono fatto promotore di un'altra iniziativa, riprendendo il tema VDAY per un Parlamento Pulito alla luce della lentezza e della scarsa sensibilità delle nostre istituzioni alle istanze democratiche (ricordo che il disegno di legge per un parlamento pulito, previsto dalla nostra Costituzione, giace in Senato da 2 anni nonostante 350mila persone lo abbiano firmato, mentre il lodo Alfano fu approvato in pochi giorni per le esigenze di una sola persona). Checché ne pensi e ne dica il nostro Presidente della Repubblica Napolitano per cui i problemi italiani devono restare all'interno dei nostri confini, l'Europa è sempre più spesso la nostra ultima ancora di salvezza, così come dimostrato anche con l'iniziativa contro i costi di ricarica dei telefonini (le firme vennero inviate dal sottoscritto a Bruxelles che scrisse alle Authority Italiane le quali al quel punto si smossero dopo che per 10 anni "non avevano visto" quella che era un anomalia tutta italiana che fruttava ai gestori di telefonia mobile quasi 2 miliardi di Euro l'anno) anche questa volta è necessario uscire dai nostri confini per adeguare il nostro paese a quelli che sono gli standard europei in materia di eleggibilità dei condannati. Ad oggi infatti non esiste un unica regolamentazione europea ma l'atto che regola l'elezione degli eurodeputati rimanda per questo alle varie legislazioni nazionali e, sebbene al Parlamento Europeo ci siano anche condannati di altre nazionalità (perlopiù per reati di opinione) , l'Italia è l'unico paese a non aver regolamentato la materia neanche per reati gravi con la conseguenza che i condannati possono essere inviati anche a Strasburgo e Brussels. Mi sono quindi attivato scrivendo già prima delle ultime elezioni europee all'allora Presidente del Parlamento Europeo Hans Gert Poettering che mi ha invitato a rivolgermi alla Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, competente ad emendare l'atto riguardante l'elezione degli eurodeputati del 1976. L'allora presidente della Commissione Affari Costituzionali, il socialista tedesco Jo Leinen, (al contrario del suo omologo italiano Vizzini che preferisce non rispondere a 350mila cittadini) mi ha scritto che una possibilità c'è per cambiare le cose, e consiste nell'inserire tale previsione nella proposta di modifica dell'Atto (http://www.europarl.europa.eu/oeil/file.jsp?id=5806882) presentata dall'On Andrew Duff (Alde). Nel frattempo, con le elezioni europee la composizione della Commissione è cambiata. Ora il Presidente della Commissione AFCO (http://www.europarl.europa.eu/activities/committees/membersCom.do?language=IT&body=AFCO) del Parlamento Europeo è un Italiano, Carlo Casini (UDC-PPE). Gli altri italiani in Commissione sono Potito Salatto (PDL-PPE)e Roberto Gualtieri (PD-S&D). "Assente" l'Italia dei Valori (partito che ha inserito l'ineleggibilità dei condannati al 4° dei suoi 12 punti del programma in campagna elettorale) ,ma ci sono i colleghi di gruppo ALDE di cui lo stesso relatore Andrew Duff, che non sembra però convinto di inserire questa nostra richiesta nella sua proposta di emendamento, nonostante gli sforzi e il sostegno su tutti di Sonia Alfano che dal primo momento ha appoggiato questa iniziativa e a cui va tutto il mio ringraziamento. Il rischio che si corre è che, così come con la risoluzione per la libertà di stampa (bocciata alla fine per un solo voto), ci sia qualche "franco tiratore" che remi contro anche in questo caso. Per evitare ciò qualcosa possiamo ancora farlo. C'è bisogno di inondare letteralmente il Parlamento Europeo di e-mails. Qui tutte le istruzioni: http://www.andreadambra.eu/?s=parlamento+europeo+pulito Per questo spero nel tuo sostegno. Grazie! Cordialmente Andrea D'Ambra
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24 dicembre 2009
Byoblu.Com - Intervista a Giampaolo Giuliani dopo il proscioglime
Giampaolo Giuliani prosciolto dal procurato allarmeLe ricerche condotte da Giampaolo Giuliani hanno provocato una delle più feroci polemiche vissute da questo paese negli ultimi anni. Giampaolo è passato dall'accusa di ciarlataneria alla seggiola del banco degli imputati, mentre la mano ispirata di Dio distruggeva le sue apparecchiature eretiche, affinchè la purezza e il candore immacolato del popolo abruzzese venisse preservato da ogni peccato. Oggi, la magistratura ha sancito che ogni accusa inerente al presunto procurato allarme circa i fatti di Sulmona è da considerarsi decaduta. Di più, il Gip di Sulmona, Massimo Di Cesare, ha rilevato la generale attendibilità che la comunità scientifica conferisce alla correlazione tra l'emissione di gas radon e l'eventualità che si verifichino forti terremoti. Due pesanti fendenti inferti ai detrattori di Giamapolo Giuliani, ai quali l'onestà intellettuale dovrebbe ora suggerire di porgere se non altro le proprie scuse per la lunga sequela di interminabili e infamanti accuse protrattasi nel corso degli ultimi nove mesi. Un Natale professionalmente migliore di così, giunto tra l'altro dopo la recente partecipazione al congresso di San Francisco, Giampaolo Giuliani non avrebbe osato neppure sperarlo, e questo blog non poteva non rivendicare con orgoglio la veridicità di quanto sostenuto a spada tratta nel corso di lunghi interminabili articoli. L'ho raggiunto al telefono per voi. Ecco cosa mi ha detto.
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21 dicembre 2009
Genchi, le stragi e la nascita di Forza Italia
Roma, 17 dicembre 2009. Gioacchino Genchi rivela i legami telefonici tra il pentito Spatuzza ed esponenti berlusconiani, e la strana cronologia della nascita di Forza di Italia. L'occasione è la presentazione del libro di Edoardo Montolli Il caso Genchi. Storia di un uomo in balia dello Stato. Video di Paolo Dimalio http://www.youtube.com/watch?v=yq3pl2dTXyA http://antefatto.it/
23 dicembre 2009, tutti in silenzio e sdraiati a terra
23 dicembre 2009, tutti in silenzio e sdraiati a terra in piazza del Popolo (Roma)
dalle ore 17 alle 19 -organizzato da Diritto alla Rete e Istituto per le Politiche dell'Innovazione
• aderiscono e partecipano: il popolo Viola del No B Day, centinaia di blogger e associazioni
Libera Rete in libero Stato
Internet è una piazza libera. Una sterminata piazza in cui milioni di persone si parlano, si confrontano e crescono. Internet è libertà: luogo aperto del futuro, della comunicazione orizzontale, della biodiversità culturale e dell’innovazione economica. Noi non accettiamo che gli spazi di pluralismo e di libertà in Italia siano ristretti anziché allargati. Non lo accettiamo perché crediamo che in una società libera l’apertura agli altri e alle opinioni di tutti sia un valore assoluto. Non lo accettiamo perché siamo disposti a pagare per questo valore assoluto anche il prezzo delle opinioni più ripugnanti. Non lo accettiamo perché un Paese governato da un tycoon della televisione ha più bisogno degli altri di una Rete libera e forte. Non lo accettiamo perché Internet è un diritto umano. Libera Rete in libero Stato.
dirittoallarete.ning.com
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Free Internet in a free Country Free Internet in a free Italy The internet is a free space. It is an endless place in which millions communicate, exchange ideas and grow. The internet is freedom: it is the open space of the future, of horizontal communication, cultural diversity and economic innovation. We cannot accept that pluralism and freedom in Italy be limited instead of broadened. We cannot accept it because we believe that, in a free society, openess to others and to their ideas is a value of absolute importance. We cannot accept it and are prepared to listen to the most repugnant of views. We cannot accept it because Italy, a country ruled by a television tycoon, needs more than other nations the counterweight of a free and strong Network. We cannot accept it because the internet is a human right. Free Internet in a free Country Free Internet in a free Italy