30 ottobre 2018

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 30 ott 2018


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
L'Oman invita gli Stati arabi a riconoscere Israele
 

 
L'Assemblea Generale dell'ONU non potrà discutere del Trattato INF
 

 
Pubblicato in italiano «Sous nos Yeux»
 

 
La Macedonia diventa una "democrazia" in stile statunitense
 

 
Apertura della sessione 2018 della Future Investment Initiative di Riad
 

 
La disinvoltura di Laurent Fabius
 
Controversie

 
abbonamento    Reclami


MIRELLA GREGORI / IN USCITA UN LIBRO SULLA SUA SCOMPARSA


Ora finalmente esce un libro "Mirella Gregori, storia di una scomparsa", autore il giornalista Mauro Valentino e prefazione di Pietro Orlandi, il fratello di Manuela.
Il solito quesito che in questi casi ci si pone: potrà servire a far riaprire le indagini? Come scalare l'Everest, visto che l'omologa vicenda di Manuela Orlandi, che pure ha visto negli ultimi mesi grosse novità (la permanenza a Londra a metà anni '90 pagata dal Vaticano), non fa segnare per ora nessuno sviluppo sotto il profilo giudiziario, con una procura capitolina del tutto inerte.
Mostra però ottimismo l'autore: "Credo che nel libro ci siano alcuni elementi importanti per riaprire il caso. Riportando le indagini a livelli più credibili, lontani quindi da quegli scenari internazionali e vicende vaticane in cui si è impantanata". Ci sorge qualche perplessità, a tal proposito, visto che quella di Manuela è invece tutta dentro le mura vaticane con ovvie implicazioni estere.
Ma proseguiamo. "A cominciare dal luogo della scomparsa – osserva Valentino – dalla citofonata con cui Mirella viene attirata nella trappola. Si dovrebbe tornare a quel maledetto 7 maggio 1983, a ciò che accadde in quei minuti. Credo che gli attori possibili di questo crimine siano pochi e tutti legati a quel crocicchio di vie divise dalla statua del Bersagliere (a piazzale di Porta Pia, ndr), dove Mirella disse di avere un appuntamento".
E aggiunge: "Mesi fa ci furono delle rivelazioni di un monsignore novantenne, anonimo, il quale raccontò che Mirella sarebbe fuggita di casa con la promessa di restare nascosta per qualche giorno, e in cambio avrebbe avuto in regalo un motorino Ciao. Sarebbe rimasta in un appartamento all'Anagnina, poi uccisa e il cadavere gettato nel fiume". Una vicenda, francamente, poco verosimile.
nella foto Mirella Gregori e, a destra, Emanuela Orlandi

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29 ottobre 2018

LRV: Réédition du livre L’Effroyable Imposture 2 de Thierry MEYSSAN



Réédition de L'Effroyable Imposture 2, le livre essentiel du géopolitologue français le plus lucide et courageux...
Avec L'Effroyable Imposture & Le Pentagate et Sous nos yeux, la trilogie MEYSSAN est maintenant complète aux éditions Demi-Lune !

L'AUTEUR


Thierry MEYSSAN est le président du Réseau Voltaire (www.voltairenet.org). Il est l’auteur de la trilogie L’Effroyable Imposture, dont le premier tome, traduit en 26 langues, a ouvert un débat mondial sur les événements du 11-Septembre et sur la fiabilité des médias dominants. Ce second volume narre la guerre israélo-libanaise de 2006. Sous nos yeux, le troisième volet, expose en détail les stratégies des Printemps arabes et les guerres djihadistes actuelles.

DISSONANT


Depuis 2001, sous couvert de la « guerre contre la Terreur » ou des « Printemps arabes », Washington mène de manière incessante, directement ou par procuration, de nouvelles guerres au Proche-Orient élargi (Afghanistan, Irak, Libye, Syrie, Yémen). De fait, nous assistons en réalité à l’élargissement d’un seul et unique théâtre d’opérations sans fin. Dans ce paysage dévasté, le conflit israélo-libanais de 2006 fait figure d’exception : c’est le seul qui se soit terminé.
S’appuyant sur des centaines de sources indiscutables et indiscutées, Thierry Meyssan révèle les plans et les arrière-pensées qui ont conduit à cette guerre, mensongèrement présentée comme la réaction à l’enlèvement de deux soldats israéliens. Il expose les responsabilités de chacun, à la fois en Israël, au Liban et dans la communauté internationale.
Revenant sur la nature de l’État d’Israël et sa fonction dans la région, l’auteur remet en cause le rôle attribué au mouvement sioniste de Theodor Herzl ; il dévoile également la théopolitique qui motive l’action déterminante des leaders politiques évangéliques, en Angleterre et aux États-Unis, pour la création d’un État juif en Palestine.
Cette analyse très documentée s’oppose de plein fouet à la narration faite à l’époque par les grands médias, laquelle s’apparente à ce que ces derniers dénoncent aujourd’hui comme des « fake news ». Elle permet non seulement de comprendre ce qui s’est vraiment passé au Liban, mais aussi ce qui se déroule aujourd’hui en Syrie et au Proche-Orient.
Cet ouvrage a été unanimement salué par toutes les composantes de l’Axe de la Résistance.
***
Nouvelle introduction de l'auteur.
Nouveau chapitre sur l'assassinat de Rafic Hariri.
Nouvelle mise en page plus confortable et nouvelles cartes, pour un prix réduit par rapport à la version originale (quasiment épuisée).
***
UN LIVRE MAJEUR… À L’ÉPREUVE DU TEMPS !

Parution du livre
L’Effroyable Imposture 2

de Thierry MEYSSAN
Caractéristiques techniques
Livre à la française
Format 15 x 23 cm
Couverture brochée, pelliculage mat,
dos carré collé
352 pages

N° ISBN : 978-2-917112-35-9

Prix indicatif : 20,00 €

Pour plus d'informations, cliquez ici.


Du même auteur, dans la collection Résistances:

« Les faits et analyses présentés ici vont vous donner le vertige : pratiquement tout ce que vous croyez savoir sur les "Printemps arabes" et le terrorisme jihadiste relève de la propagande de guerre. Apprêtez-vous à vivre un choc. »
Ce témoignage est tellement différent de ce que les lecteurs ont pu lire ou entendre sur le sujet que certains prendront peur des conséquences. D’autres au contraire s’interrogeront sur cette gigantesque manipulation et la manière d’y mettre fin.


La réédition, réactualisée et annotée, des 2 ouvrages parmi les plus controversés au monde !
Contient les fac-similés de l'Opération Northwoods reproduits (en anglais et dans leur traduction française) pour la première fois dans un livre publié en France.
« Le terrorisme international n’existe pas » affirme, dans sa préface, le général Leonid IVASHOV qui était le chef d’état-major des armées russes au moment des attentats du 11 Septembre 2001. Ayant vécu les événements de l’intérieur, il nous en donne une analyse très différente de celle de ses homologues états-uniens. « Ce que nous voyons n’est qu’un terrorisme instrumentalisé par les grandes puissances et qui n’existerait pas sans elles

26 ottobre 2018

LinuxDay in tutta Italia domani 27 ottobre 2018




Domani il LinuxDay 2018: mappa degli eventi, talk LPI a Roma

Domani si celebra il LinuxDay 2018. Sul sito il dettaglio degli eventi previsti in tutta Italia.

A Roma il talk LPI di Andrea Polidori:  'Linux, DevOps e oltre'.

Linux Professional Institute Italia è sponsor del LinuxDay anche per il 2018.

SFScon 2018: Bolzano, venerdì 16 novembre


SFScon, conferenza annuale dedicata al Free Software in Alto Adige, è rivolta a sviluppatori, programmatori e altri talenti, ma anche al grande pubblico. SFScon promuove l'uso del software libero nelle infrastrutture IT come strumento per ottenere maggiore innovazione e competitività.

Linux Professional Institute Italia è Media Partner di SFScon 2018.

Linux e Open Source: segnala eventi e storie di successo

La mission di LPI è sostenere la formazione e il movimento Linux e Open Source: se sei coinvolto in eventi del settore, non esitare a contattarci per segnalarceli.

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L’ascesa della Cina dal Circolo polare artico alla Terra del Fuoco


Donald Trump, per favorire la riformulazione della sua politica estera proto-neoconservatrice, è tornato agli inizi del 19° secolo. Parlando all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 25 settembre, Trump ha invocato l’arcana e discutibile Dottrina Monroe(1) del 1824. Ha affermato: “Il nostro respingere l’interferenza delle nazioni straniere in questo emisfero e nei nostri affari èla linea politica formale del nostro Paese, dal Presidente James Monroe.” L’obiettivo delle parole di Trump era chiaro: la Cina.
Il 4 ottobre, il Vicepresidente Mike Pence ha fatto seguito alla retorica anti-cinese di Trump, rendendo pubblico un avvertimento alla Cina. Nelle osservazioni fatte da Pence, davanti all’Hudson Institute di Washington di linea neo-conservatrice, ha accusato la Cina di usare “attori segreti, gruppi di facciata e organi di propaganda per spostare la percezione degli Americani riguardo alle politiche cinesi”. Ora sotto l’influenza del Consigliere per la Sicurezza Nazionale, il neoconservatore della guerra John Bolton, l’amministrazione Trump fa tintinnare sciabole contro chiunque essa e il suo principale burattinaio, Israele, ritiene opportuno sfidare: Iran, Venezuela, Siria, Cina, Nicaragua, Cuba, Bolivia e altri che resistono agli Stati Uniti. L’amministrazione Trump è diventata ciò che al rivoluzionario fondatore della moderna Cina, Mao Zedong, piaceva chiamare una “tigre di carta”.
Mentre Trump e Pence, con quest’ultimo che ha compiuto il suo terzo viaggio in America Latina nel giugno di quest’anno, stanno promuovendo i mantra della discreditata diplomazia delle cannoniere insiti alla Dottrina Monroe, in America Latina, la Cina sta arruolando i partner dell’emisfero occidentale per la sua Belt and Road Initiative, sostenuta dal Presidente Xi Jinping. Gli investimenti cinesi in infrastrutture latinoamericane e caraibiche hanno spinto tre nazioni latinoamericane – Panama, Repubblica Dominicana ed El Salvador – a cambiare i rapporti da Taiwan a Cina. L’amministrazione Trump, con una mossa infantile e poco diplomatica, ha fatto tornare a Washington i suoi Ambasciatori nella Repubblica Dominicana ed El Salvador e l’incaricato d’affari a Panama per “consultazione”.
L’amministrazione Trump ha messo in guardia Belize, Guatemala, Honduras e Nicaragua dal riconoscere la Cina, un avvertimento rivolto anche a Paraguay e ad alcune nazioni delle isole dei Caraibi che hanno legami con Taiwan. Considerando il fatto che i neoconservatori dell’amministrazione Trump stanno applicando sanzioni sul governo nicaraguense, inerenti alla finanza e al visto statunitense, è solo una questione di tempo prima che il Nicaragua sarà costretto ad abbandonare i suoi legami con Taiwan. La Cina sta investendo 50 miliardi di dollari per il Canale Interoceanico del Nicaragua, che fornirà un collegamento a livello del mare tra il Pacifico e i Caraibi,promosso dalla Cina ed è parte fondamentale della sua Belt and Road Initiative e un’alternativa al Canale di Panama, dipendente dalla sua chiusa.
Il Nicaragua e St. Lucia hanno in passato mantenuto relazioni diplomatiche con la Cina, ma si sono rivolti a Taiwan durante la competizione tra Pechino e Taipei per gli alleati diplomatici, la cosiddetta “diplomazia del libretto di assegni”. Washington sta cercando di garantire che Nicaragua, Paraguay e St. Lucia, Guatemala, Belize, Honduras e St. Vincent continuino i loro legami con Taiwan, ma gli investimenti per la Belt and Road Initiative della Cina sono più di ciò che l’amministrazione Trump, che sta riducendo gli aiuti esteri, può eguagliare oppure superare.
Inoltre, migliaia di studenti cinesi stanno studiando spagnolo e portoghese, una chiara indicazione che la Cina sta pianificando un’importante mossa nell’emisfero occidentale e i suoi progetti per rimanere nella regione.
Nel gennaio 2018, il Ministro degli Esteri cinese WangYi ha invitato i 33 membri della Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), riuniti a Santiago, a unirsi all’iniziativa One Belt, One Road, l’ex nome della Belt and Road Initiative. Il CELAC è stato fondato dal defunto Presidente venezuelano Hugo Chavez, come alternativa all’Organizzazione degli Stati Americani (OAS), dominata dagli Stati Uniti, un residuo dell’era della diplomazia americana delle cannoniere per assicurare che i Paesi latinoamericani fossero governati da dittatori da repubblica delle banane,condiscendenti ai capricci di Washington.
Panama è stato il primo ad aderire alla Belt and Road [Initiative] e presto è stata seguita da Antigua e Barbuda, Trinidad e Tobago e Bolivia. La Repubblica Dominicana, la Guyana e il Suriname hanno fatto seguito alcuni mesi dopo. Il Venezuela, che sostiene la Belt and Road Initiative, ha iniziato a commerciare il suo petrolio in yuan cinesi, un chiaro rimprovero all’amministrazione Trump, che ha minacciato l’invasione militare del Venezuela. Dopo il vertice CELAC-Cina a Santiago, i Ministri degli Esteri di Barbados, Argentina, Brasile, Ecuador e Giamaica hanno annunciato di essere interessati al programma Belt and Road.
Al vertice CELAC-Cina, la Cina ha delineato i suoi “Cinque principi” che governano le sue relazioni con l’emisfero occidentale. I Cinque Principi della Cina sono stati originariamente enunciati negli anni ’50 dal Capo del governo Zhou Enlai e hanno funto da base per le relazioni della Cina con il Movimento dei Paesi non allineati(2). I principi sono:
1) Rispetto reciproco dell’integrità territoriale e della sovranità;
2) Mutua non-aggressione;
3) Mutua non interferenza negli affari interni di ciascuno;
4) Uguaglianza e mutuo beneficio;
5) Coesistenza pacifica.
Quando questi principi vengono paragonati alla bellicosità dell'”imperialismo Yankee”, insita nella Dottrina Monroe, le nazioni dell’emisfero riconoscono che l’OAS, la Banca Interamericana di Sviluppo e altri strumenti basati a Washington sono usati per mascherare il paternalismo americano e, in misura crescente quello canadese, sugli affari dell’emisfero occidentale che sono minacce alla loro sovranità e indipendenza. E la Cina apporta progetti infrastrutturali che Washington non è disposta a offrire senza enormi vincoli politici, economici e militari.
I legami sino-latinoamericani hanno una forte base storica. Antropologi e archeologi cinesi e latino-americani scoprono continuamente antichi legami tra la Cina e le civiltà precolombiane nell’America meridionale e centrale. I manufatti scoperti dell’antica cultura peruviana Chavin, iniziata intorno al 1000 a.C., suggeriscono forti legami con la dinastia Shang della Cina, che esisteva tra il 1600 e il 1046 a.C. Altri antropologi stanno scoprendo indizi che indicano il possibile contatto della dinastia Shang e Ming con le civiltà degli Aztechi e Olmechi del Mesoamerica. Il DNA cinese è stato scoperto anche tra le popolazioni indigene che vivono nello Stato messicano di Nayarit, sul Pacifico. Le antiche mappe cinesi indicano anche che, per prima, la Cina era a conoscenza della grande massa continentale a est, ora conosciuta come le Americhe.
La Cina sta enfatizzando questi possibili collegamenti antichi con i popoli e le nazioni dell’emisfero occidentale. Rispetto ai “contributi” post-colombiani degli Europei all’emisfero: genocidio, conquista, distruzione di cultura e religione e introduzione di malattie veneree, vaiolo e altri patogeni importati, la Cina ha un vantaggio rispetto agli Stati Uniti, noti per il loro genocidio della popolazione nativa americana e le guerre dell’imperialismo in America centrale e meridionale e nei Caraibi.
Dopo l’invocazione della dottrina Monroe da parte del signor Trump davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la sua politica di separare i genitori provenienti dall’America Centrale dai loro figli, al confine sud degli Stati Uniti, e di inviarli a campi di concentramento separati, e le sue ripetute minacce di invadere il Venezuela, non ci si dovrebbe sorprendere che la Cina sia accolta a braccia aperte in tutto l’emisfero.
L’America Latina sta anche colmando un vuoto commerciale lasciato dai dazi di Trump sulla Cina. Un terzo del surplus commerciale del Brasile è dovuto alle esportazioni verso la Cina. La Cina ha fornito prestiti di salvataggio al Venezuela, che ha sofferto di sanzioni paralizzanti e una destabilizzazione finanziata dalla CIA,indetta dagli Stati Uniti. L’accordo di libero scambio tra Cina e Cile del 2006 è in netto contrasto con la guerra commerciale di Trump con la Cina. Da gennaio ad agosto 2017, il commercio tra Cina e America Latina ha superato i 166 miliardi di dollari, con un aumento del 18% rispetto allo stesso periodo del 2016. Mentre Trump ha espanso la sua guerra commerciale e ha fatto ritornare gli Stati Uniti alla loro vecchia politica paternalistica verso l’emisfero, la Cina era disposta e desiderosa di prendersene carico.
Le “vie della seta”, marittima e terrestre, della Cina sono state estese dalla Groenlandia, al di sopra del Circolo polare artico, fino alla Terra del Fuoco nel sub-antartico. Queste vie della seta stanno bypassando gli Stati Uniti, poiché il signor Trump e le sue politiche letargiche e superate rendono gli Stati Uniti ancora più irrilevanti in un mondo che si modernizza.
Tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88
Note a cura del traduttore
  •  La dottrina Monroe, elaborata da John Quincy Adams e pronunciata da James Monroe al messaggio annuale al Congresso il 2 dicembre 1823, esprime l’idea della supremazia degli Stati Uniti nel continente americano. Monroe affermò in quel discorso che gli Stati Uniti non avrebbero tollerato alcuna intromissione negli affari americani, ad eccezione delle colonie americane di proprietà europea, da parte delle potenze del vecchio continente. Essa sanciva, di conseguenza, la volontà degli USA di non intromettersi nelle dispute fra le potenze europee, e fra ciascuna potenza europea e le rispettive colonie d’oltremare.Considerata la primissima formulazione teorica dell’imperialismo statunitense […].
  • Il Movimento dei paesi non allineati (o, più raramente, Movimento dei non allineati) è un gruppo di 120 Stati, più altri 17 Stati osservatori, che si considerano non allineati con, o contro, le principali potenze mondiali.
Rappresenta oltre due terzi di tutti gli Stati del mondo e dal 2016 il suo segretario generale è NicolásMaduro, presidente del Venezuela.

Fonte: comedonchisciotte.org

25 ottobre 2018

YARA – TROPPO SCOMODA PER I PM LA PISTA DELLA CAMORRA


Anche Roberto Saviano torna sulla sentenza di Cassazione che condanna in via definitiva Massimo Bossetti per il delitto di Yara Gambirasio.
Convinto della non colpevolezza di Bossetti, si chiede oggi e si era già chiesto altre volte: "perchè non è stata mai battuta dalla magistratura la pista della camorra?".
In sostanza Saviano, che riprende pari pari l'inchiesta della Voce pubblicata la prima volta nel 2012, fa riferimento alla circostanza che il padre di Yara, Fulvio Gambirasio, lavorava in un cantiere edilizio che faceva capo alla famiglia Locatelli: patròn Pasquale Paolo Locatelli, la ditta svolgeva piccoli e medi appalti nella Bergamasca. Anni prima si era trasferita dal vesuviano, dove aveva lavorato negli anni del dopo terremoto. Diradatisi gli appalti, i Locatelli hanno pensato bene di trasferirsi al Nord, visto che non poche imprese campane già a fine anni '80 avevano cominciato a localizzarsi nelle regioni del centro e del nord.
La Voce, dopo l'omicidio di Yara, ha scritto infatti un paio di inchieste molto dettagliate in cui viene ricostruito una scenario letteralmente alternativo a quello messo su dai magistrati della procura di Bergamo in anni di ricerche e centinaia di migliaia di test del Dna, facendo spendere allo Stato cifre colossali.
Perchè, invece, non seguire una pista che sembra subito più credibile del delitto psico-passionale, facile chiave per ogni crimine che non si riesce – o vuole – spiegare? E cioè quella del delitto di camorra, un "avvertimento" terribile al padre di rispettare certi accordi?
Nella prima inchiesta della Voce – che potete leggere nel link in basso – si parlava degli appalti, dei rapporti tra i Locatelli e Fulvio Gambirasio, di certe tensioni, sulle quali Fulvio ha cercato di minimizzare.
E soprattutto di una cena in vista del 25 dicembre, alla quale presero parte i Locatelli, il padre di Yara e alcuni magistrati ed esponenti delle forze dell'ordine. Un bel quadretto natalizio.
Hanno mai indagato  altri magistrati su quei colleghi che parteciparono alla cena? Chiesto dei loro rapporti con i Locatelli? Approfondito con maggior impegno la reale portata dei rapporti tra Fulvio Gambirasio e Pasquale Paolo Locatelli? Immersi nella gran mole di test per il Dna, non c'era il tempo per rivolgere qualche domandina del genere?
Ormai è troppo tardi, perchè la Cassazione ha chiuso porte e portoni. Però, non si sa mai…
LEGGI LE INCHIESTE DELLA VOCE SUL CASO YARA


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