Il countdown per la crisi petrolifera è già iniziato. Mentre la BP continua ad essere sul banco degli imputati e miliardi di dollari vengono spesi nella speranza di minimizzare i danni di un disastro ambientale che ha lasciato il mondo senza parole, dagli oleodotti Nigeriani si riversa ogni anno nel delta del Niger una quantità di petrolio pari a quello riversatosi finora nel Golfo del Messico. Una storia lunga cinquant'anni.
Mentre la domanda di petrolio aumenta, diminuisce la quantità disponibile di greggio disponibile Qualche mese fa, precisamente a Marzo, un oleodotto della Exxon Mobil ha perso in pochi giorni ben
4 milioni di litri di petrolio prima di essere riparato. In Nigeria gli oleodotti sono centinaia e le loro perdite hanno compromesso interi corsi d'acqua, inquinato ettari di terreno e minato la salute di migliaia se non milioni di persone che di quell'acqua e di quella terra hanno vissuto per anni (l'aspettativa di vita in queste zone è di poco superiore ai 40 anni).
Tutto questo è già stato denunciato un paio di anni fa da un'inchiesta di Report sul Gas-flaring in Nigeria e di tutto questo siamo ancora qui a parlare perché da allora non è cambiato assolutamente niente, anzi.