15 dicembre 2021
Gli ipocriti
30 novembre 2021
Blog Emanuela Orlandi: Capaldo: “Vaticano era disponibile al ritrovamento del corpo di Emanuela”
|
25 novembre 2021
In Italia mancano ancora le indagini sugli abusi della chiesa
Dopo la Francia, l’Italia dovrebbe avviare una grande inchiesta sugli abusi nella Chiesa cattolica, dicono gli esperti. Ma al momento sembra esserci poco supporto per questo. Come è successo?
Pauline Valkenet 3 novembre 2021, 08:52 – Colpisce la dichiarazione del sacerdote e teologo tedesco Hans Zollner, all’inizio di ottobre. Il tedesco, che consiglia papa Francesco sulla dolorosa e spinosa questione degli abusi sessuali all’interno della Chiesa, è sembrato sollecitare la Conferenza episcopale italiana ad avviare un’indagine approfondita su tali abusi in Italia. Perché Zollner ha dichiarato al quotidiano italiano La Repubblica poco dopo la pubblicazione in Francia di un corposo servizio al riguardo: “Le chiese cattoliche di altri Paesi dovrebbero ora avere lo stesso coraggio della chiesa francese. Spero che anche l’Italia si attivi. L’unico modo è quello della verità e dell’onestà”.
23 novembre 2021
La Cei è l’unica a ignorare la pedofilia. Commissione d’inchiesta inesistente
La piaga degli abusi sessuali sui minori: solo i vescovi italiani non indagano
Quattro giorni fa la Conferenza episcopale portoghese (Cep) ha annunciato la creazione di una commissione nazionale incaricata di indagare su tutti gli episodi di abusi sessuali su minori e adulti vulnerabili commessi all’interno delle strutture diocesane e religiose portoghesi. Si tratta di un passaggio importante che segna una conferma della ricezione dei documenti di Papa Francesco contro la pedofilia.
«Non abbiamo paura di fare tutto questo, al contrario», ha detto il presidente della conferenza, monsignor José Ornelas incontrando un gruppo di giornalisti al termine della assemblea plenaria che ha visto riuniti i vescovi portoghesi. Durante i lavori del summit è stata concordata la creazione della commissione nazionale con l’obiettivo di effettuare uno “studio storico” dei casi di abuso.
17 novembre 2021
The “Procession” di Netflix fa luce sugli orrori dei preti pedofili americani
15 novembre 2021
02 novembre 2021
LA SCUOLA CATTOLICA (2021) Trailer del Film di Crimine con Riccardo Scamarcio e Valeria Golino
01 novembre 2021
Pedofilia: immunità Vaticano, le vittime non ci stanno
L’associazione americana delle vittime dei preti pedofili contesta la decisione della Corte di Strasburgo
«Siamo rattristati per i sopravvissuti e turbati dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e crediamo che le vittime meritino di meglio dai tribunali secolari».
L’associazione americana delle vittime dei preti pedofili Snap (Survivors Network of those Abused by Priests) contesta radicalmente la decisione di ieri della Corte di Strasburgo che, rigettando la causa intentata da 24 vittime di nazionalità belga, francese e olandese, ha stabilito che il Vaticano, in quanto Stato sovrano e come tale titolare di «immunità», non può essere citato in giudizio per i casi di abusi sessuali di sacerdoti.
26 ottobre 2021
Pedofilia, la sentenza della Corte europea: «Il Vaticano non può essere denunciato per gli abusi»
«La Santa Sede non può essere chiamata in giudizio per i casi di abusi sessuali commessi dai sacerdoti di vari Paesi»: a deciderlo è la Corte europea dei diritti dell’uomo che ha rigettato 24 querelanti che citavano in giudizio il Vaticano per presunti atti di pedofilia commessi da preti cattolici. La stessa decisione era stata presa in precedenza da alcuni tribunali belgi per via dell’immunità giurisdizionale della Santa Sede. I querelanti di nazionalità belga, francese e olandese erano ricorsi al parere della Corte europea dei diritti dell’uomo sperando in un esito differente. I giudici della Cedu hanno però ritenuto legittimo il rigetto da parte dei tribunali locali che si erano occupati della vicenda: «Il rigetto non ha affatto deviato dai principi di diritto internazionale generalmente riconosciuti in materia di immunità dello Stato e che si applicano anche al Vaticano».
La richiesta di risarcimento
I 24 ricorrenti alla Cedu avevano intentato nel 2011 un’azione civile collettiva di risarcimento contro il Vaticano, i vertici della Chiesa cattolica in Belgio e le associazioni cattoliche «per il danno causato dal modo strutturalmente carente in cui la Chiesa cattolica ha affrontato il problema degli abusi sessuali al suo interno». «Il Vaticano ha caratteristiche paragonabili a quelle di uno Stato» hanno spiegato oggi i giudici, «per questo riteniamo legittimo che la giustizia belga abbia reputato la Santa Sede come un ente sovrano straniero, con gli stessi doveri ma anche diritti di uno Stato».
22 ottobre 2021
Vietato chiamare il Vaticano in giudizio sulla pedofilia: la Cedu riconosce l’immunità
Vietato chiamare in giudizio il Vaticano per i fatti di pedofilia. Vietato, in realtà, chiamarlo in causa sempre, perché è immune dai giudizi. Suona più o meno così la sentenza con la quale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto la richiesta di 24 persone che, in Belgio, avevano citato la Santa sede per atti di pedofilia commessi da alcuni preti cattolici. Nessun rappresentante del Vaticano, però, dovrà sedersi in tribunale.
Vale per il Belgio, ma anche per il altri Paesi. La Cedu, infatti, ha riconosciuto alla Santa sede un’immunità che ritiene rinvenibile nel diritto internazionale. E che la scherma da eventuali giudizi che riguardano uomini della Chiesa. Senza nessuna eccezione. E nulla cambia se il reato commesso da un religioso – in questo caso ai danni di un minore – è stato accertato da un giudice.
20 ottobre 2021
Hanno risolto il problema cancellando le vittime dei preti dalla storia d’Italia
Si è svolto a Berna, lo scorso settembre, il Simposio Europeo di tre giorni “Verità, Riconoscimento, Risarcimento, Prevenzione” che ha visto presenti i rappresentanti di 17 paesi europei, tra cui l’Italia, rappresentata dalla Rete L’ABUSO.
Un incontro quasi surreale per l’Italia che, se pur con problematiche del tutto simili agli altri paesi, non solo è l’unica a non aver mai sondato l’entità del fenomeno, ma ne vanta una carenza assoluta e strutturale anche nel contrastarlo, troppo spesso direttamente attribuibile alle pressioni della chiesa in materia che inevitabilmente, si riflettono in qualunque settore.
27 settembre 2021
Linee di sangue: dominano da 2000 anni, sempre loro
Finì nelle mani dell’“odinico” Ataulfo, cognato di Alarico e sposato con una donna di origine giudaica, il tesoro che il romanizzato capo dei Visigoti aveva sottratto ai forzieri di Roma? E in quell’immane bottino (tonnellate di oro di argento, ufficialmente sparite nel nulla) c’era anche il tesoro del Tempio di Gerusalemme, che l’ebreo Giuseppe Flavio aveva ceduto a Vespasiano? E in cambio di cosa? Di un ruolo di leadership nell’impero che, più tardi, sarebbe diventato cristiano per volere di Costantino e di Teodosio, a loro volta imparentati con le “famiglie farisee” che avevano fondato a tavolino la nuova religione basata sul peccato originale, quindi sul senso di colpa, a scopo di sottomissione. Quello che pochi raccontano – rivela Nicola Bizzi – è la comune origine delle dinastie reali europee: normanni e scandinavi, inglesi e russi, casati come gli Asburgo e i Lorena, e prima ancora Merovingi e Carolingi. «Hanno retto il potere per secoli, vantando la loro discendenza (vera o presunta) con la famiglia di Cristo. E questi signori sono al timone ancora oggi».
«Cosa lega tanti personaggi che tuttora reggono le redini del pianeta? Sono poche famiglie, sempre le stesse, da secoli. Sono unite da legami di sangue, ed esercitano il potere sostenendo di discendere direttamente da Gesù Cristo, o comunque dalla stirpe davidica. Ne emerge una realtà insospettabile, imbarazzante. Ne hanno trattato autori come Diego Marin e Riccardo Tristano Tuis, cogliendo alcuni aspetti essenziali. E ne ha parlato anche Paolo Rumor nel libro “L’altra Europa”, scritto con Giorgio Galli e Loris Bagnara. Secondo un dossier rimasto segreto per decenni, un’unica entità di potere – la Struttura – reggerebbe il mondo da qualcosa come 12.000 anni, attraverso imperi, Stati e religioni. La data non è casuale: corrisponde alle recenti acquisizioni della geofisica, secondo cui la Terra sarebbe stata sconvolta da una “pioggia cometaria” attorno al 10800 avanti Cristo; la seconda ondata, nel 9600, avrebbe provocato immani cataclismi e l’innalzamento degli oceani di 150 metri, fino a ridisegnare la geografia terrestre.
10 agosto 2021
Bogre, l’odore della paura: se sei eretico, devi tremare
La Crociata è passata, Montségur è in rovina, ma tu sei vivo: sei sopravvissuto, sei sfuggito al gran carnaio. E sei a casa, tornato alla tua vita quotidiana. E cerchi di dimenticarli, qui giorni bui. Ma quella sera è alla tua porta, che battono. La tua porta viene sfondata. Ti prendono, ti trascinano, ti spingono. Hai un bel gridare, protestare, dire che non hai fatto niente. Ti portano nelle prigioni dell’Inquisizione. Ogni sforzo di immaginazione è vano: la prigione, la miseria, la puzza. Non quella degli escrementi, dei topi, della paglia marcia. No: la puzza della paura. Perché si marcisce in dieci, in venti, in cinquanta per cella. Ogni tanto la porta si apre, allora protesti: non ho fatto nulla, sono innocente! E ne portano via uno, due… Tu no. Poi ti rendi conto che chi viene portato via non lo rivedi più. Ecco da dove viene, l’odore della paura. A un certo punto immagini il peggio: non desideri più essere chiamato, oltrepassare quella porta. Vorresti rimanere lì, nella paglia. Ma quando non si vuole più qualcosa, ecco che accade. La porta si apre, e ti chiamano. Ti trascinano, tra due soldati, lungo un corridoio buio.
Già senti, intimamente, che ti uccideranno (non importa come: con la corda, con il ferro, con il fuoco). E invece no: o almeno, non subito. Ti portano davanti a Monsignore l’Inquisitore, un monaco domenicano dalla triste figura. Non osi guardarlo in faccia, perché conosci il potere di quell’uomo. Lui può tutto: può mandarti in prigione, toglierti le tue proprietà. Può distruggere la tua casa e trasformarla in un porcile, in una discarica di immondizia, se per caso hai ospitato un eretico. Può condannarti al rogo, o alla prigione a vita. E allora ti metti in ginocchio, protesti la tua innocenza. E quell’uomo – che avevi immaginato duro, come di pietra e ferro – si mostra empatico: ti tende la mano. Ti dice: «Ragazzo mio, se davvero non hai fatto niente sono desolato, evidentemente c’è stato un errore». E tu, che avevi così tanta paura, ora all’improvviso pensi alla porta che si riapre. Pensi alla tua casa, al tuo bestiame, alla tua pace. Ecco: scampare all’inferno. L’inquisitore intanto ti chiede come ti chiami. Tu rispondi: «Mi chiamo Guilhelm, sono zoccolaio, vivo a…». E lui: «Ah, vivi là? Allora dimmi, amico mio: non è che per caso hai visto, ascoltato, creduto, protetto, guidato, ospitato quei maledetti eretici che, come mele marce, guastano quelle buone?».
23 luglio 2021
Blog Emanuela Orlandi: Lo scambio di messaggi tra due prelati su Emanuela
|
05 luglio 2021
Borsa, il Vaticano ha scommesso e lucrato sul Covid
E’ ufficiale: il Vaticano ha incassato un bel po’ di soldi, dalla pandemia, speculando in Borsa e giocando d’anticipo sugli eventi. «Abbiamo investito in un fondo che prevedeva dei rischi ambientali, di guerra: non avremmo mai pensato a una pandemia», dice il broker Enrico Crasso, nell’intervista video rilasciata a “Report” nella puntata in onda il 17 maggio e anticipata sul profilo twitter del programma televisivo di RaiTre. «Abbiamo investito circa l’8% del patrimonio, cioè 4 milioni, proprio in uno strumento di questo genere, e credo veramente che sia stata un’ottima strategia», spiega Crasso. «Poi purtroppo è scoppiata la pandemia, e questo fondo ha cominciato a salire tantissimo». Con le sue dichiarazioni, Crasso spiega come avrebbe investito alcuni capitali della Segreteria di Stato vaticana che – secondo la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci – negli anni si sarebbero stati affidati proprio a lui e al suo fondo d’investimenti “Centurion”, che avrebbe ricevuto circa 400 milioni di euro da gestire.
Dalla sua villa sul lago di Lugano, in Svizzera, rispondendo alla domanda se tutti gli investimenti siano stati fatti d’accordo con la Segreteria di Stato vaticana, Crasso non ha esitazioni: «Nulla è stato fatto di nascosto». Il fondo in questione, che garantiva profitti altissimi in caso di crisi geopolitiche o pandemiche grazie alla speculazione sulle valute internazionali – ricorda “La Nuova Padania” – è il Geo-Risk gestito dalla banca d’affari Merrill Lynch, che dopo i primi mesi di pandemia (con i rendimenti schizzati alle stelle) ha poi dovuto addirittura chiuderlo. «Dovranno rispondere di questo – protesta Crasso – perché a febbraio, quando la pandemia scoppiò, il fondo fece un salto, facendo quasi il 20% in un solo giorno». Aggiunge il manager finanziario di fiducia del Vaticano: «Nel periodo successivo, non dico che avrebbe triplicato il valore, ma lo avrebbe almeno raddoppiato».
02 luglio 2021
Perché ho scritto “La Bibbia Nuda”, con Mauro Biglino
La grande sala congressi ammutolì quando Benazir Bhutto osò denunciare il generale Pervez Musharraf, allora presidente-dittatore del Pakistan. L’accusa: gli uomini dell’Isi, il servizio segreto di Islamabad (agli ordini della Cia), avevano “allevato” i Talebani e protetto Bin Laden, come richiesto dal “terrorista” Bush. Lei, Benazir, di lì a poco si sarebbe candidata per liberare il Pakistan dalla menzogna. Saltò in aria qualche anno dopo, nelle ultime tappe di una campagna elettorale che l’avrebbe incoronata trionfalmente alla guida del suo paese. Ricordo bene quel fugace incontro, a Torino, a margine dell’assise promossa da Gorbaciov insieme ad altri ex leader mondiali, che avevano messo fine alla guerra fredda. In un palazzo del centro, l’indomani, Benazir Bhutto ripeté a beneficio delle telecamere le sue accuse pericolosamente terribili, ma sempre con quel suo sorriso disarmante: quello di chi sa di avere ragione, e ha deciso che bisogna pur metterla in gioco, la vita, se il nemico è così insidioso da saper pervertire integralmente la verità. Pensieri che oggi, tra coprifuochi e pass vaccinali, suonano stranamente familiari.
Al World Political Forum ero arrivato tramite Giulietto Chiesa, che avevo conosciuto pochi anni prima conducendo una video-intervista sul suo esplosivo bestseller uscito nel 2002 e occultato dai grandi media, “La guerra infinita” (Feltrinelli), il primo libro in Italia a mettere in discussione la verità ufficiale sull’11 Settembre. Poco dopo, al Salone del Libro di Torino, vidi Giulietto Chiesa spiazzare il pubblico sventolando un foglietto: era il tabulato della telefonata con cui l’allora potente oligarca Boris Berezovskij, braccio destro di Eltsin, aveva ordinato all’uomo dei servizi segreti di Mosca di mettere in piedi una milizia per attaccare a freddo, in Cecenia, l’esercito russo. L’uomo era il colonnello Shamil Basaev, in forza al Kgb e poi all’Fsb. Scopo dell’operazione: inventare la rivolta in Cecenia per permettere al Cremlino di domarla facilmente: l’ipotetica guerra-lampo avrebbe dato modo a Eltsin di risollevare i suoi sondaggi (deprimenti) in vista delle elezioni. A Torino, interpellato sul conflitto ceceno, lo stesso Gorbaciov si espresse in modo tagliente: ho scoperto – ci disse – che i famosi comandanti della guerriglia cecena erano i miei vicini di ombrellone, in Costa Azzurra.
22 giugno 2021
“Bogre”, Fredo Valla: il mio film sul massacro dei Catari
«I perseguitati non hanno sempre ragione, ma i persecutori hanno sempre torto», sono parole di Pierre Bayle (1647-1706), filosofo francese contemporaneo di Spinoza, che, perseguitato per la sua fede ugonotta, si rifugiò a Rotterdam nei Paesi Bassi. Parole che mi sono state di ispirazione nella realizzazione del mio ultimo film documentario “Bogre – la grande eresia europea“. Film dedicato alla storia dei “bogre” (si legge bugre), ossia dei Bogomìli bulgari, cristiani dualisti, e della loro filiazione in Occidente, i Catari della Francia del Midì (l’Occitania dei Trovatori), dell’Italia settentrionale e centrale, delle Fiandre, della Germania e della Bosnia. Tra loro non si dicevano Catari, né Bogomìli, ma buoni uomini o buoni cristiani. Tuttavia, in Occitania, in segno di disprezzo, li dissero “bogre”, che significa bulgaro, per la derivazione dall’eresia sorta nel X secolo nelle terre balcaniche.
In Italia, il catarismo trovò terreno fertile a partire dal XI secolo, con forti comunità di buoni uomini a Desenzano, Concorezzo (Milano), Piacenza, Cremona, Sirmione, Verona, Marca Trevigiana, Firenze, Spoleto, Orvieto e, in Piemonte, a Monforte d’Alba, Roccavione, Cuneo e Acqui. Alcuni studiosi pensano che ai tempi di Farinata degli Uberti, una buona percentuale di fiorentini fosse catara. I rapporti fra le chiese catare d’Occitania, Italia e Bosnia con i bogomili di Bulgaria furono frequenti, perlomeno fino al XIII secolo, con un flusso dai Balcani di libri dottrinali e la partecipazione ai concili, favorito dai commerci e dal passaggio delle crociate verso la Terrasanta. A testimonianza della ricchezza di contatti e scambi in un’Europa medievale che siamo abituati a pensare chiusa e isolata.
In Occidente il catarismo si propose come alternativa alla Chiesa di Roma. Per questo motivo nel 1209 Papa Innocenzo III scatenò contro i Catari una crociata di cristiani contro cristiani, chiamando a raccolta baroni e cavalieri del nord della Francia, coraggiosi ma spiantati – un po’ come i conquistadores spagnoli in Messico e Perù – promettendo loro la salvezza eterna e i ricchi feudi della Linguadoca. Il colpo più duro lo diede nuovamente il Papa nel 1230, con l’istituzione dei tribunali dell’Inquisizione, che crearono un clima di terrore e di delazione, che non può non portare alla mente il terrore staliniano. Ultima a resistere fu la Bosnia, dove il catarismo si estinse nella seconda metà del XV secolo con la conquista ottomana, quando la dottrina originaria già si stava esaurendo in un sincretismo religioso compromesso col potere.
19 giugno 2021
Blog Emanuela Orlandi: Nuovo articolo e Sit-In per Emanuela
|
10 giugno 2021
Borsa: il Vaticano ha scommesso e lucrato sul Covid
E’ ufficiale: il Vaticano ha incassato un bel po’ di soldi, dalla pandemia, speculando in Borsa e giocando d’anticipo sugli eventi. «Abbiamo investito in un fondo che prevedeva dei rischi ambientali, di guerra: non avremmo mai pensato a una pandemia», dice il broker Enrico Crasso, nell’intervista video rilasciata a “Report” nella puntata in onda il 17 maggio e anticipata sul profilo twitter del programma televisivo di RaiTre. «Abbiamo investito circa l’8% del patrimonio, cioè 4 milioni, proprio in uno strumento di questo genere, e credo veramente che sia stata un’ottima strategia», spiega Crasso. «Poi purtroppo è scoppiata la pandemia, e questo fondo ha cominciato a salire tantissimo». Con le sue dichiarazioni, Crasso spiega come avrebbe investito alcuni capitali della Segreteria di Stato vaticana che – secondo la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci – negli anni si sarebbero stati affidati proprio a lui e al suo fondo d’investimenti “Centurion”, che avrebbe ricevuto circa 400 milioni di euro da gestire.
Dalla sua villa sul lago di Lugano, in Svizzera, rispondendo alla domanda se tutti gli investimenti siano stati fatti d’accordo con la Segreteria di Stato vaticana, Crasso non ha esitazioni: «Nulla è stato fatto di nascosto». Il fondo in questione, che garantiva profitti altissimi in caso di crisi geopolitiche o pandemiche grazie alla speculazione sulle valute internazionali – ricorda “La Nuova Padania” – è il Geo-Risk gestito dalla banca d’affari Merrill Lynch, che dopo i primi mesi di pandemia (con i rendimenti schizzati alle stelle) ha poi dovuto addirittura chiuderlo. «Dovranno rispondere di questo – protesta Crasso – perché a febbraio, quando la pandemia scoppiò, il fondo fece un salto, facendo quasi il 20% in un solo giorno». Aggiunge il manager finanziario di fiducia del Vaticano: «Nel periodo successivo, non dico che avrebbe triplicato il valore, ma lo avrebbe almeno raddoppiato».
25 maggio 2021
Pietro Orlandi: “Ho lo scambio di messaggi tra due persone vicine al Papa, ma il Vaticano non mi convoca”.
Nuovo duro intervento da parte di Pietro che continua a sostenere che all’interno del Vaticano non ci sia l’intenzione di andare a fondo sulla scomparsa della sorella. “Ci sono due persone molto vicine a Papa Francesco che usano telefoni riservati della Santa Sede e io ho un loro scambio di messaggi: parlano di documenti su Emanuela. Quando noi chiedevamo i documenti ci dicevano che non c’è nulla: non è vero” e nessuno ha convocato Pietro Orlandi per capire di cosa si tratta.
La trasmissione di approfondimento di La7, Atlantide, condotta da Andrea Purgatori nella puntata del 12 maggio 2021 si è occupata dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II e del caso Orlandi. Ospite in studio Pietro Orlandi e in collegamento l’avvocatessa Laura Sgrò.
...segue: emanuelaorlandi.altervista.org