18 maggio 2022

GIALLO PASOLINI / IL MURO DI GOMMA DELLE ARCHIVIAZIONI


L’ultimo insulto alla memoria di Pier Paolo Pasolini risale a cinque anni fa, quando la procura di Roma archivia per l’ennesima volta la richiesta di riaprire il caso avanzata dall’avvocato della famiglia, Stefano Maccioni.

Ci sono nuovi elementi  e, soprattutto, c’è il test del DNA che può essere di fondamentale aiuto per individuare gli altri (almeno due quelli identificabili) protagonisti sulla scena del crimine (oltre a Pino Pelosi).

Ma il pm, Francesco Minisci, ancora una volta, impedisce che verità e giustizia possano farsi luce, pur a tanti decenni di distanza da quella tragica notte all’idroscalo di Ostia.

La Voce ha scritto decine di articoli e inchieste, nell’ultimo decennio, per contribuire alla ricerca di quella verità, individuando nella pista “Petrolio” quella più attendibile, e suffragata da una considerevole mole di prove e di riscontri. Pista che porta ai grandi affari di Stato targati soprattutto ENI, all’epoca di quella ‘Razza Padrona’ impersonificata dal numero uno, all’epoca, del cane a sei zampe, Eugenio Cefis. Guai a toccare quei fili, come invece aveva osato fare, non solo da grande scrittore, ma anche da giornalista investigativo di razza, Pier Paolo. Che, a quel punto, “Doveva Morire”….

Potete rileggere articoli e inchieste della Voce sul giallo Pasolini – uno dei misteri di Stato più dolorosi, uno dei buchi neri più profondi – cliccando sui link in basso.

Intanto, vi proponiamo una breve intervista con l’avvocato Maccioni.

17 maggio 2022

IL GENERALE FABIO MINI / LA NATO VA SCIOLTA


“La NATO, così come è oggi strutturata e organizzata, dovrebbe essere sciolta”.

Non ha peli sulla lingua Fabio Mini, ex Capo di Stato Maggiore del Comando NATO per il Sud Europa, al Comando Interforze delle operazioni nella ex Jugoslavia e quindi Comandante della Forza internazionale a guida NATO in Kosovo.

Un generale che di forze armate se ne intende come pochi e soprattutto di strategie geomilitari e geopolitiche.

Non è nuovo, da quando è iniziato il conflitto in Ucraina, a remare contro il mainstream corrente, una voce fuori dal coro, soprattutto quello rappresentato da politici nostrani che di storia non capiscono un tubo. Sembra, in qualche modo, di sentir riecheggiare le parole del grande Giulietto Chiesache ha più volte chiesto l’uscita dell’Italia dalla NATO e ha ‘profetizzato’ l’inizio del terzo conflitto mondiale proprio in Ucraina, dopo il golpe filo Usa del 2014.

Sentiamo le fresche parole del generale Mini nel corso di un’intervista rilasciata a Guido Ruotolo per ‘Ambienteweb’.

16 maggio 2022

La pedofilia dei preti italiani che i vescovi vogliono tenere nascosta


Sappiamo tutto di ciò che è accaduto nel mondo, nulla sull’Italia. Eppure negli ultimi 15 anni si contano 325 sacerdoti denunciati per pedofilia. Ecco l’inchiesta per la quale chiediamo il sostegno dei lettori: SOSTIENI LA SUA REALIZZAZIONE! Per ogni euro versato, noi ne aggiungiamo un altro fino al raggiungimento dell’obiettivo.

Lo chiamavano don Mercedes. A Crema era un pezzo grosso di Comunione e Liberazione il parroco Mauro Inzoli; gli piacevano il lusso e le belle macchine, lo si vedeva spesso nei ristoranti alla moda, un sigaro cubano all’angolo della bocca.

Aveva amicizie politiche importanti e poco senso del pudore: nel gennaio 2015 applaudiva insieme a Roberto Formigoni al convegno sulla famiglia tradizionale organizzato dalla Regione Lombardia, eppure già da anni molestava i ragazzini, come conferma la condanna definitiva per pedofilia del 2018. Li toccava persino durante la confessione, per rinnovare l’alleanza fra Abramo e Isacco descritta nell’Antico Testamento, diceva. La più piccola delle sue vittime aveva 12 anni.

13 maggio 2022

Ucraina: la seconda guerra mondiale non è finita, di Thierry Meyssan


Nel 1950, mentre lavorava per la CIA, il criminale contro l’umanità Stepan Bandera scriveva: «La linea generale della nostra politica di liberazione è basata sul fatto che la lotta per uno Stato ucraino indipendente è una lotta contro la Russia, non soltanto contro il bolscevismo, ma contro ogni imperialismo espansionista russo, connaturato al popolo russo. Se anche il bolscevismo fosse sostituito da un’altra forma d’imperialismo russo, esso dispiegherebbe comunque tutta la propria forza contro l’Ucraina indipendente per asservirla. Il popolo russo supporta questo imperialismo. Farà di tutto pur di mantenere l’Ucraina in schiavitù. Lo dimostrano il pensiero e i sentimenti politici della massa russa, di qualsiasi ambiente russo, sia comunista sia antibolscevico.»

La propaganda della Nato tenta di minimizzare il peso dei neonazisti in Ucraina, ponendolo sullo stesso piano dei gruppuscoli presenti nel resto dell’Occidente. La verità è molto diversa. Negli ultimi trent’anni, in Ucraina, i banderisti hanno gradualmente preso il potere, riscrivendo la storia, formando la gioventù e modificando uno dopo l’altro tutti i simboli dello Stato. Hanno addottrinato un terzo della popolazione e ora costituiscono un terzo delle forze armate. Il loro obiettivo è distruggere la Russia: cercano di farlo con l’aiuto degli straussiani.

12 maggio 2022

IL GATTO E LA VOLPE: CEI E STATO A BRACCETTO NEL “NUOVO” OSSERVATORIO SULLA PEDOFILIA


Ludovica Eugenio – 41069 ROMA-ADISTA. «La nostra partecipazione a questo tavolo per parlare insieme di prevenzione degli abusi è una pagina nuova che si apre nella prospettiva di un cammino consapevole in sinergia, volto a costruire una comunità educante e sicura»: così ha esordito mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), a un incontro dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pedopornografia minorile, organismo statale istituito presso il Dipartimento per le politiche della famiglia, il 5 maggio; incontro svoltosi alla presenza della ministra per le pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, durante il quale è stato approvato il “nuovo Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale minorile” e che ha svelato, così, con l’ingresso della Cei in un’istituzione dello Stato, la strategia dei vescovi per fare fronte alla questione improcrastinabile degli abusi nella Chiesa.

Tutto bene? No. La netta impressione è che la Cei voglia minimizzare la suddetta questione aderendo a una operazione preventiva che non prevede, come prerequisito, una rigorosa indagine sul pregresso: «Alla Chiesa che è in Italia – afferma il segretario Cei – stanno a cuore la sicurezza e la salvaguardia dei piccoli e dei vulnerabili. Ci adoperiamo a ogni livello per una responsabilizzazione attiva, avviando una serie di misure, di prassi e di attività formative, volte a contrastare possibili abusi in ambito ecclesiastico». “Possibili”, quindi non riconosciuti come reali. La Chiesa italiana, insomma, sembra prendere le distanze dalla piaga sistemica che la abita, e non è certamente un buon segnale.

11 maggio 2022

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 11 mag 2022



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VOCE SOTTO ATTACCO / CHIEDIAMO IL VOSTRO SOSTEGNO


Voce sotto attacco.

Anni fa succedeva per minacce e intimidazioni mafiose.

Ora soprattutto per via “giudiziaria”: a colpi, cioè, di querele penali e citazioni civili, lo strumento più comodo per chiunque intenda tacitare, zittire chi dà fastidio, chi ficca il naso e alza il sipario su affari sporchi, trastole, combine.

Lo documenta e denuncia ogni giorno “Ossigeno per l’Informazione”, la battagliera associazione fondata da Alberto Spampinato una quindicina d’anni fa a tutela dei giornalisti non solo minacciati dalle mafie, appunto, ma anche da querele e citazioni il più delle volte infondate, pretestuose, strumentali, però autentici revolver puntati alle tempie di cronisti e free lance, spesso abbandonati al loro destino da editori altrettanto spesso collusi col potere.

 

40 ANNI DI “CONTRO INCHIESTE

La Voce da quasi 40 anni, ormai, sta vivendo sulla sua pelle questa via crucis. Abbiamo deciso di cominciare il nostro percorso nel 1984 ed oggi ne avvertiamo tutto il peso, soprattutto sotto il profilo economico: l’ossigeno, infatti, sta per finire, le risorse sono ridotte al lumicino.

Ma non vogliamo mollare, fino a che le forze, fisiche e morali, ce lo consentiranno. Perché la vita professionale, la vita in sé, non avrebbe alcun senso senza la ‘Voce’: ossia senza quell’impegno quotidiano, da quasi 40 anni ad oggi, di fare informazione, anzi “contro-informazione” – come abbiamo sempre detto – scrivendo e pubblicando “contro-inchieste”, “contro-storie”.

Quello che purtroppo oggi sta sparendo, sommerso da un deserto informativo sempre più desolato e desolante, da un’omologazione che fa venire i brividi, da censure e ancor più autocensure mai immaginate, in una gigantesca bolla popolata di fake news raccapriccianti, proprio come l’immagine al microscopio del Covid-19: ricordate? una sorta di riccio, o mina, zeppa di aculei.