15 gennaio 2021

VACCINO? O MANIPOLAZIONE DEL NOSTRO DNA?


La Francia, vero baluardo di numerose associazioni anti-OGM, si è distinta in numerose occasioni per la lotta ai giganti dell’agroalimentare e alle trasformazioni genetiche delle specie vegetali commestibili destinate al consumo di massa. Questa storia, ancora lontana dall’essere conclusa, è stata ampiamente pubblicizzata ed è chiaro che se non abbiamo ancora vinto la nostra causa, l’opinione pubblica si è schierata con chi è convinto che ci si stia giocando. il genoma della carota o del porro è a dir poco incerto e pericoloso.

Ora, nella vicenda Covid-19, ci viene detto, con il pretesto di un nuovo tipo di “vaccino”, di un prodotto che in definitiva non è altro che una terapia transgenica ricavata dal cappello degli apprendisti stregoni quali sono i grandi laboratori farmaceutici, tutto questo in pochi mesi.

Come non essere sospettoso? In questo, i media mainstream ci rimproverano, ancora una volta e giustamente, di essere un popolo resistente al progresso della scienza; ma di che scienza stanno parlando? Quella di Big Pharma che vediamo raccogliere giorno dopo giorno miliardi di dividendi e, in accordo con i governi che collaborano, nel rifiutare di risarcire le vittime collaterali che pagheranno il prezzo dei suoi esperimenti. Ricordiamo coloro che hanno visto la propria vita distrutta durante l’ultima grande tirannia vaccinale dell’H1N1, la rinascita della narcolessia, della sclerosi multipla e di altre cosiddette malattie autoimmuni.

Secondo Big Pharma la buona vecchia tecnica del vaccino pastorizzato, sebbene già controversa per tutti i pericolosi adiuvanti che vi vengono introdotti, che consiste nell’inoculare un virus indebolito nel nostro corpo per far reagire naturalmente il nostro sistema immunitario, sarebbe obsoleta. La nuova tecnologia di prodotto basata su RNA “Moderna, Pfizer”, pubblicizzata come i “vaccini” del futuro e il proiettile d’argento per questa tempestiva crisi del Covid, offrirebbe niente di meno che forse manomettere il nostro DNA per il nostro bene ? Come se la biologia plurimillenaria del corpo umano fosse così imperfetta e quell’uomo, dotato di un’irragionevole pretesa di conoscenza ultima, dovesse imperativamente modificare la sua stessa natura. Saremmo scambiati per carote o porri?

14 gennaio 2021

VACCINI / PER L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ SONO INEFFICACI!


Non siamo affatto certi dell’efficacia dei vaccini contro la pandemia”.

Una affermazione clamorosa, dirompente, la notizia del secolo.

Perché a pronunciarla non è il taxista di turno o un aiuto infermiere del Cardarelli (con il dovuto rispetto), ma il capo scientifico dell’Organizzazione Mondiale per la SanitàSoumya Swaminathan, nominata sul campo a marzo 2019 – quindi allo scoppio dell’epidemia – come “Chief Scientist” presso la prestigiosa OMS, l’organismo internazionale che dovrebbe tutelare la salute di tutti i cittadini del mondo.

Avete letto quelle parole di fuoco su qualche giornale, sui nostri media di regime? O le avete per caso ascoltate nel corso di qualche tiggì? Niente. Neanche una sillaba. Solo intenti – quei vomitevoli organi di disinformazione di massa – a tessere le lodi di questo o quel vaccino, oppure immortalare sorrisetti e risolini dei ‘testimonial’ delle taumaturgiche pozioni.

 

Il J’ACCUSE DEL CHIEF SCIENTIST DELL’OMS

Ma veniamo alle parole pronunciate dalla scienziata indiana, nota per le sue ricerche su tubercolosi e HIV, pronunciate nel corso di una videoconferenza diffusa su twitter e quindi consultabile da tutti: “Non credo che abbiamo le prove su nessuno dei vaccini per essere sicuri che impediranno alle persone di contrarre effettivamente l’infezione e quindi di essere in grado di trasmetterla”.

Una autentica picconata sulla credibilità di tutti qui vaccini annunciati con trombe & fanfare, a partire da quello griffato Pzifer-BioNTech, per proseguire con quello a stelle e strisce di Moderna, per non parlare poi di quello ancora in fase di stallo made in AstraZeneca.

13 gennaio 2021

VACCINI / IL “NO” DEI SANITARI, LO DENUNCIA IL FINANCIAL TIMES


Una sonora bocciatura ai vaccini anti Covid-19 arriva nientemeno che dall’autorevole Financial Times, foglio non sospetto di simpatie bolsceviche. Né tantomeno anti vax.

Un lungo editoriale-inchiesta del 6 gennaio, infatti, è destinato a far discutere molto e, soprattutto, a gettare scompiglio tra i governi alla frenetica caccia dei vaccini.

L’allarme arriva proprio da quel settore medico-infermieristico che non solo è tenuto a vaccinarsi in primissima battuta, ma deve provvedere alla somministrazione di quei vaccini (in cui per buona parte non ha fiducia) nelle vene dei cittadini.

Il prestigioso quotidiano britannico ha raccolto una serie di sondaggi in mezza Europa e pareri eccellenti. Ne esce fuori un quadro desolante, destinato a scoraggiare chi abbia anche solo lontanamente in testa di rendere obbligatori i vaccini anti coronavirus, ed anche coloro che si augurano di raggiungere la tanta sospirata immunità di gregge.

 














12 gennaio 2021

PROFESSORE DI INFERMIERISTICA SUL VACCINO: “RIDUCE IL RISCHIO DI CONTRARRE IL COVID DELLO 0,87%”


Un professore di Infermieristica dell’Università di Firenze ha sollevato diversi dubbi sull’efficacia e sulla sicurezza del vaccino Pfizer. Con una scrupolosa analisi dei dati affidata ad un post pubblicato sul suo profilo Facebook, il professore Filippo Festini è giunto alla conclusione che questo tipo di vaccino “riduce il rischio di contrarre il Covid dello 0,87%, cioè meno dell’1%”.
Il docente ha sottolineato inoltre i molti dubbi sulla sua sicurezza: “Lo capite che è impossibile sperimentare e mettere a punto un farmaco in sette mesi? Lo capite – ha scritto ancora – che, a meno di essere dei veggenti, in sette mesi non è possibile sapere nulla di attendibile riguardo alla sua efficacia, alla sua sicurezza ed agli effetti indesiderati?”

Naturalmente, come accade ormai sempre più di frequente in questi casi, sollevare dubbi e scetticismo sull’efficienza e sulla sicurezza di un vaccino messo a punto in pochi mesi ha scatenato la reazione di chi è pronto a bollare chiunque come no vax e negazionista. E il professore ha voluto rispondere anche a loro: “Sono insulti alla mia onorabilità e chi userà questi termini può già contare sulla mia querela”, ha scritto specificando tra l’altro il principale motivo per il quale ha deciso di non sottoporsi al vaccino anti Covid: “Non lo farò perché nel 1995 ho avuto una patologia neurologica seria a seguito della vaccinazione antinfluenzale di quella stagione, i medici mi hanno detto di evitare vaccinazioni future”.

“È un farmaco ancora in fase sperimentale”

Il docente, che per molti anni ha lavorato anche presso il “Meyer” di Firenze, è poi tornato sull’analisi dei dati sottolineando che lo studio del vaccino Pfizer in realtà non è ancora terminato: siamo in fase sperimentale, manca il 20% dei dati per cui occorre prudenza.

In Toscana circa il 18% degli operatori sanitari non ha aderito alla campagna di vaccinazione, ma ciò che colpisce è sempre la stessa cosa: voler approfondire, volerne capire di più, sollevare dubbi e scetticismi su un farmaco di fatto ancora sperimentale sembra ormai essere diventato un peccato mortale.

www.byoblu.com

11 gennaio 2021

USA ► Nella frode elettorale ai danni di Trump è coinvolta anche l'Italia

Nelle ultime ore gli eventi negli Stati Uniti si susseguono in velocità, ed è difficile per molti capire cosa stia succedendo o cosa sia successo nei mesi scorsi.

Di certo Trump aveva le prove inconfutabili della frode attraverso i server sparsi per il mondo, come quelli di Dominion a Francoforte e gestiti dalla CIA. Settimane fa era trapelata la notizia di un'incursione in Germania dove dopo uno scontro a fuoco, fossero stati sequestrati i detti server. Fatto adesso confermato dalle accuse della Procura della Repubblica di Napoli, contro Arturo D'Elia, che vedremo qui di seguito, e di cui avevamo parlato in un articolo del 3 dicembre: Operazione Sequestro Server CIA ►Cos'è successo a Francoforte?


Nei giorni scorsi il segretario di stato Mike Pompeo, in un twit "ringrazia" l'Italia e Di Maio per aver "messo in mostra" una delle grandi esportazioni italiane"

Di Maio ha risposto sempre su Twitter, ribadendo la vicinanza dei due paesi e ringraziando per il commento...ma adesso sappiamo, che il commento di Pompeo era una frecciatina sottile e mirata.

INFARTI / TRIPLICATI NEI MESI DELLA PANDEMIA


Colpo al cuore.

Nei mesi della pandemia è triplicata la mortalità per infarto, secondo l’ultimo studio elaborato dalla Società Italiana di Cardiologia e di prossima pubblicazione sul prestigioso European Health Journal.

Una diagnosi impressionante di come – in tempi di coronavirus – siano state penalizzate le terapie cardiologiche, in tutti i sensi.

Dalla restrizione degli spazi e delle strutture dedicate, per via dell’emergenza Covid; alle paure di ricoverarsi, o anche solo controllarsi, per il timore di contrarre l’infezione.

Ma ecco le drammatiche cifre. La mortalità è di tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo, passando dal 4,1 per cento addirittura al 13,7 per cento.

Sottolinea Ciro Indolfi, ordinario di Cardiologia all’Università Magna Grecia di Catanzaro, che ha coordinato la ricerca: “L’attenzione della sanità sul Covid 19 e la paura del contagio rischiano di vanificare in Italia i risultati ottenuti con le terapie più innovative per l’infarto e gli sforzi per la prevenzione degli ultimi venti anni”.

Prosegue Indolfi: “l’organizzazione degli ospedali e del 118 in questa fase è stata dedicata quasi esclusivamente al Covid 19 e molti reparti cardiologici sono stati utilizzati per i malati infettivi. Se questa tendenza dovesse persistere e la rete cardiologica non verrà ripristinata, ora che è passata questa prima fase di emergenza, avremo più morti per infarto che per Covid 19”.

10 gennaio 2021

Italiagate, parte II: Obama e Renzi accusati di essere le menti della frode elettorale USA


L’ultimo articolo pubblicato precedentemente su questo blog ha rivelato la partecipazione dell’Italia nella frode elettorale eseguita contro le elezioni USA.

Un ex agente della CIA e già capo di una delle stazioni dell’agenzia di intelligence, Bradley Johnson, ha spiegato come l’Italia abbia avuto un ruolo determinante in quello che può essere definito a tutti gli effetti un colpo di Stato internazionale contro Donald Trump.

L’attore principale di questa frode sarebbe stato Leonardo, la società governativa leader nel settore della difesa e delle tecnologie aerospaziali.

Ora c’è un’altra persona che ha completamente confermato il ruolo dell’Italia in tutto questo e si tratta di Maria Zack.

Maria Zack è la presidente dell’associazione “Nazioni in azione” e in un documento audio trapelato due giorni fa su Twitter ha spiegato esattamente come sarebbe avvenuto l’attacco hacker.

Secondo la Zack, il centro che avrebbe coordinato questa operazione sarebbe stata effettivamente l’ambasciata americana a Roma.

Questa versione dei fatti coincide completamente con quella fornita da Johnson, ma l’attivista americana fornisce ulteriori dettagli semplicemente fondamentali.

A coordinare il piano sarebbe stato il generale Claudio Graziano dal secondo piano dell’ambasciata a Via Veneto, assistito a sua volta da un ex agente dei servizi segreti, Stefano Serafini.

Il generale Graziano è un personaggio di assoluto rilievo in questa storia. Graziano ha già ricoperto il ruolo di Capo di Stato Maggiore sotto i governi Renzi e Gentiloni ed è attualmente presidente del comitato militare dell’Unione europea.