21 febbraio 2018

La cognata di Rita Atria dopo gli sfotto' in radio, 'Insulto a tutti i testimoni di giustizia'

"Li compatisco, sono due ignoranti e sto valutando se adire le vie legali. Quelle risatine mi hanno turbato, neppure i mafiosi hanno osato tanto, nelle aule di tribunale hanno mostrato più rispetto per la mia scelta di vita". Piera Aiello, cognata di Rita Atria e testimone di giustizia, candidata del M5s alla Camera in Sicilia, non nasconde la sua indignazione per quello sfottò andato in onda durante una trasmissione radiofonica del Trapanese. I due conduttori parlavano della sua candidatura e dell'impossibilità di inquadrarla per via del suo status di testimone di giustizia. "La metteranno sotto il banco" dice uno, "le verrà in aiuto il burqa" commenta una voce femminile. Battute che l'europarlamentare pentastellato, Ignazio Corrao, e il senatore dei Cinque Stelle, Maurizio Sant'Angelo, hanno subito bollato come "ironia inaccettabile e di cattivissimo gusto".
"Non le nascondo che ieri quando mi hanno fatto sentire quell'audio - racconta Aiello all'Adnkronos - mi sono molto arrabbiata. Avrei potuto accettare critiche alla mia candidatura, rilievi mossi alle mie scelte politiche, in quel caso sarebbero state bene accette come tutte le critiche costruttive, ma un attacco personale e che offende, oltre me, tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la giustizia e la legalità è inaccettabile". Il fatto poi che "quelle risatine" siano arrivate dalla sua stessa terra per Piera Aiello che da anni vive in una località segreta è "ancora più grave". "Come si può sconfiggere la mentalità mafiosa - dice - se persone del mondo dell'informazione e che, quindi, dovrebbero essere più sensibili su questi temi si comportano così". Di più. "Questi due hanno detto che io vado nelle scuole a portare sempre 'la stessa minestra' - attacca -. Io giro le scuole, spendendo tempo e denaro, per parlare ai ragazzi di legalità. E' la legalità per loro 'la solita minestra'? Non vorrei pensare che siano a favore della connivenza".
'Rimborsopoli? Mele marce ovunque, ma M5s caccia chi sbaglia'
Sul fronte della lotta alle mafie per Piera Aiello c'è ancora tanto da fare. "Negli ultimi tempi - spiega - l'argomento è un po' scomparso dall'agenda politica, se ne parla meno. Siamo rimasti pochi superstiti. Il mio impegno, in caso di elezione, su questo fronte resterà intatto. Continuerò a girare le scuole, come ho fatto in questi anni, e a incontrare gli studenti. Non cerco visibilità e non sono una primadonna, ma una persona semplice e una madre di famiglia che dopo 26 anni ha deciso di rimettersi in discussione e di impegnarsi in prima persona". A Roma in caso di elezione porterà le sue battaglie. "Parlerò di legalità" assicura, spiegando che prima di ora le offerte non sono mancate. "Ho detto sempre di no, perché non mi sentivo pronta. A dire la verità anche adesso ho tanta paura, ma è un'occasione perché la mia voce possa essere amplificata e il lavoro fatto in questi anni possa arrivare più lontano".
Ma perché proprio il M5s? "Ho fatto un ragionamento da semplice cittadina. Per anni abbiamo avuto le stesse facce e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: un'Italia devastata. Perché non dare fiducia a questi ragazzi. E poi condivido tutti punti del programma del Movimento, che ha restituito fiducia a tanti italiani disillusi e pronti all'astensione". Resta lo scandalo 'rimborsopoli' che negli ultimi giorni ha fatto finire il movimento nell'occhio del ciclone. "Molti aspetti sono da chiarire - dice Piera Aiello -, comunque in ogni caso in tutti i partiti possono esserci le mele marce. La differenza rispetto agli altri è che il Movimento caccia chi sbaglia. Negli anni siamo stati abituati a parlamentari indagati e condannati. Oggi assistiamo al ritorno di Berlusconi, dopo che per anni le vicende legate a lui hanno fatto sì che l'Italia fosse derisa all'estero. Io andavo in giro e mi sentivo dire 'gli italiani del bunga bunga'. Il nostro Paese non è questo e bisogna che gli italiani tornino ad avere speranza".
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