Come compro l’informazione tivvù sparsa a macchia di leopardo in tutta Italia. In che modo acquisisco il consenso per orientare l’opinione pubblica a favore dei vaccini.
E’ questo il senso autentico di un decreto emanato a fine 2020 dal Ministero dello Sviluppo Economico per elargire la bellezza di 50 milioni di euro a circa 120 emittenti locali, dalle più grandi fino a quelle quasi parrocchiali.
Una pioggia di danari come neanche mamma DC, ai suoi gloriosi tempi, si sarebbe mai sognata di erogare, pena l’essere tacciata di bassa corruzione.
A festeggiare, come detto, sono tantissime antenne private, che in quelle palate milionarie trovano un nuovo propellente, dopo anni di vacche magre.
Si stropicciano le mani soprattutto due gruppi leader, da tempo, nel settore: largamente in testa nella special hit dei fondi allegramente erogati, infatti, troviamo il gruppo pugliese ‘Telenorba’, riconducibile alla famiglia Montrone, che fa un colpo da quasi 4 milioni di euro; seguito da quello griffato ‘Telelombardia’, che fa capo alla dinasty capitanata da Sandro Parenzo, il cui figlio Davìd spadroneggia tutte le sere sugli schermi de La 7, ora in compagnia della fascinosa Concita De Gregorio.
Non manca chi, nel mondo dell’informazione, storce il naso. E così commenta: “Un autentico golpe, un’operazione vergognosa. Il governo ha letteralmente comprato tutto il settore televisivo privato regionale, mettendo sul piatto una bella torta da 50 milioni di euro. Un settore che fino a quel momento vivacchiava con la pubblicità che riusciva a raccogliere sul territorio, a parte i successi ormai consolidati di Telenorba e Telelombardia. Ora la manna dal cielo, grazie al covid che i signori e signorini delle antenne non finiranno di benedire”.
E ancora: “Un’operazione sporca e basta vedere i notiziari d’informazioni che queste tivvù irradiano nell’etere per rendersene conto. Notiziari letteralmente genuflessi di fronte alle politiche governative per i vaccini, omettendo regolarmente le notizie ‘negative’ oppure una qualsiasi informazione sulle cure domiciliari, ad esempio. Il copione non cambia, anzi peggiora, con le reti di Stato, che forniscono un’informazione del tutto taroccata: ma è nella logica del controllo totale dei partiti sulla Rai. Nel caso delle tivvù private il discorso è diverso: perché qui si compra, nel senso più concreto del termine, il consenso”.
Evidentemente le cifre sono erogate per acquistare i rituali spazi di ‘pubblicità-progresso’. Ma basta, appunto, sentire un notiziario per rendersi conto della autentica sceneggiata – è proprio il caso di dire – messa in onda.
Sorge a questo punto spontanea una domanda. Come mai la sempre solerte Corte dei Conti non alza un dito? Non ha proprio nulla da obiettare su una simile operazione che tira in ballo ingenti cifre delle casse pubbliche per acrobazie del genere?
E la stessa magistratura, pur così incerottata dal ‘Palamaragate’ in poi, non ha ugualmente nulla da obiettare?