24 gennaio 2021

NON SONO VACCINI MA TERAPIA GENICA – STEFANO MONTANARI


Secondo il nanopatologo Stefano Montanari, i vaccini anti covid, recentemente approvati in via d’emergenza e immessi in commercio, non possono essere definiti propriamente come vaccini, perché costituiscono una terapia genica. Il ricercatore modenese sostiene, contrariamente alla tesi ufficiale, che l’mRna contenuto nel farmaco sia in grado di arrivare al nucleo cellula dando istruzioni al DNA.

Sui vaccini anti covid c’è ancora molta incertezza. Secondo uno stimato ricercatore dell’Università del Maryland, Peter Doshi, mancano i dati grezzi per poter valutare la loro efficacia e affidabilità. Peter Doshi sostiene che l’efficacia dei vaccini Pfizer/Biontech e Moderna sia di gran lunga inferiore a quanto dichiarato dalle multinazionali farmaceutiche. Purtroppo i dati definitivi saranno disponibili solo nel 2022.

23 gennaio 2021

EFFICACIA DEI VACCINI / ECCO LA “BOMBA” DEL BRITISH MEDICAL JOURNAL


Test taroccati per sventolare – e quindi millantare – una incredibile efficacia, pari almeno al 95 per cento. E comunque ben al di sopra di quel 50 per cento ritenuto minimo dalle autorità scientifiche internazionali per avviare un qualsiasi iter di validazione.

Mentre il dato più attendibile – quello cioè che in realtà sarebbe stato ottenuto da Pfizer e Moderna – è attestato tra il 19 e il 29 per cento.

Risultati finali fasulli, perché ottenuti su pazienti non adatti, trattandosi di “casi solo sospetti di Covid” oppure di “soggetti asintomatici non confermati”.

Queste e altre cento anomalie sui nuovi vaccini miracolosi, quelli di Pfizer e Moderna, che balzano sotto gli occhi nelle pagine del British Medical Journal: non un gazzettino rionale, ma una delle più autorevoli riviste scientifiche a livello mondiale.

 

IL SUPER J’ACCUSE DI PETER DOSHI

Peter Doshi

A firmare l’intervento che rade al suolo ogni credibilità dei vaccini è nientemeno che Peter Doshi, secondo il New York Times – neanche in questo caso un foglio di quartiere – uno degli scienziati di maggior valore sul fronte internazionale, docente all’Università del Maryland.

Non solo Doshi è l’autore dello studio scientifico pubblicato il 4 gennaio dal British Medical Journal, ma è anche il coeditore della rivista. Siamo, quindi, alla super Cassazione in campo scientifico. E lo studio del BMJ è stato avallato da un’altra prestigiosa rivista scientifica, Lancet.

La Voce aveva già scritto, a novembre, di due interventi ‘pesanti’ di Doshi sull’attendibilità delle ricerche di Pzifer e Moderna. Li potete leggere cliccando sui link in basso.

Bazzecole – direbbe Totò – pinzellacchere rispetto ai macigni che pochi giorni fa Doshi scrive in un lungo report per il BMJ, datato 4 gennaio 2021.

Pensate che qualcuno in Italia ne abbia fatto parola? Che i media di casa nostra si siano svegliati dal consueto letargo, almeno una volta, per dare ai cittadini una notizia di tale rilevanza, in un momento tanto drammatico?

Niente, non si è mossa neanche una foglia. Neanche un minimo movimento in quella orrenda palude che è diventata l’informazione di regime, una cassa di risonanza per le baggianate più colossali – restando in campo scientifico, tema Covid – come quelle sciorinate quotidianamente dai saltimbanchi della ricerca, plasticamente emblematizzati dall’ospite perpetuo nei salottini di Fabio Fazio, ossia Roberto Burioni, l’allergologo-massone il quale su internet in queste ore annuncia che la magistratura sta indagando sui servizi che gli hanno dedicato le Iene. Ottimo per “Scherzi a parte”…

22 gennaio 2021

Bergoglio coi Rothschild, Soros e il Great Reset di Davos

Lord Mark Malloch-Brown Donald Trump annuncia di aver raggiunto la più grande vittoria elettorale di sempre, nella storia degli Stati Uniti, con qualcosa come 74 milioni di voti: la frode contestata a Biden tramite «brogli di proporzioni mostruose» non sarebbe stata solo una beffa, ma un vero e proprio attentato alla dimensione democratica del paese. Mentre Trump mobilita la base in vista della battaglia legalitaria che dovrebbe culminare il 6 gennaio, con il rifiuto parlamentare di convalidare il risultato “truccato” da Biden, grazie all’abuso del voto postale e alla manipolazione che sarebbe stata realizzata dai dispositivi elettronici Dominion attraverso il software Smartmatic, l’influente George Soros ha appena nominato a capo della sua Open Society Foundation proprio il presidente di Smartmatic Voting System: si tratta di Lord Mark Malloch-Brown, alto funzionario delle Nazioni Unite. Se i media hanno già “deciso” che il nuovo presidente americano sarebbe Biden (in realtà non ancora eletto: il voto espresso dai suoi grandi elettori il 14 dicembre non conta nulla, data l’opposizione di Trump), dalla parte di Biden, Soros e colleghi sembra schierarsi anche Jorge Mario Bergoglio. Duramente attaccato da Mike Pompeo per aver concesso a Pechino il potere di nomina dei vescovi cattolici in Cina, Papa Francesco ha formalizzato un’alleanza in Vaticano con il Council for Inclusive Capitalism, organismo promosso da Lynn Forester de Rothschild, «grande amica di Hillary Clinton e di Jeffrey Epstein», l’uomo che ricattava i potenti tramite favori sessuali a base di minorenni.

A sottolineare la notizia è l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ormai guida la “guerra” dei prelati tradizionalisti contro il pontificato di Bergoglio, il Papa che ha accettato di “silenziare” anche il Natale in ossequio alla psicosi-Covid, arrivando a far allestire in piazza San Pietro un inquietante presepe in cui compaiono un Gesù bambino “svitabile”, un astronauta e figure pagane di guerrieri cornuti. «E’ di questi giorni – scrive Viganò – l’accordo siglato tra la Santa Sede e l’Onu per promuovere la sostenibilità e l’uguaglianza di genere, dando contestualmente supporto ad un’organizzazione che diffonde l’aborto e la contraccezione». Spiega Viganò: «Nel giorno dedicato all’Immacolata – l’8 dicembre 2020 – quasi come un indegno oltraggio alla Madonna, è stata ufficializzata la nuova partnership tra il Vaticano e il Council for Inclusive Capitalism». Viganò critica anche il messaggio di elogio inviato da Bergoglio a Klaus Schwab, presidente del World Economic Forum di Davos e teorizzatore del Great Reset. «E per non dare adito a equivoci, dopo i numerosi appelli ad obbedire alle autorità nell’emergenza della psico-pandemia, pare che il vaccino contro il Covid sarà reso obbligatorio per tutti i funzionari della Città del Vaticano, nonostante esso sia prodotto con materiale fetale abortivo e non dia alcuna garanzia di efficacia e innocuità», scrive ancora l’arcivescovo dissidente.

21 gennaio 2021

20 gennaio 2021

Biden e il potere con la forza, di Thierry Meyssan

L’occupazione del Campidoglio da parte dei partigiani di Trump è presentata come tentativo di colpo di Stato, nonostante il presidente sia ancora alla Casa Bianca. A ben guardare potrebbe essere l’inverso. La libertà di parola è stata requisita da un potere illegittimo, a vantaggio di Joe Biden.

Aogni elezione presidenziale statunitense ci spiegano che il presidente uscente era un mostro, che si è dispiaciuti per i crimini che ha commesso, ma che, con l’accesso al potere di un nuovo capo, per l’umanità sta per sorgere un nuovo giorno. Unica eccezione: l’elezione di Donald Trump nel 2016. Prima ancora che il miliardario prestasse giuramento, ci spiegarono ch’era stato eletto per uno spiacevole errore, che era misogino, omofobo, razzista, che non incarnava il “Paese della libertà” bensì il suprematismo dei “piccoli bianchi” e gl’interessi dei ricchi. Per quattro anni ci hanno assillato per convincerci che questa diagnosi era esatta. È stato trattato da impostore e le sue idee e i suoi successi sono passati sotto silenzio.

Ora l’insurrezione del Campidoglio consente alle agenzie di stampa egemoni di addossargli nuove colpe. Il presidente uscente, Donald Trump, è unanimemente accusato di aver distrutto la democrazia che il presidente entrante, Joe Biden, certamente saprà ripristinare. Chi si ricorda delle elezioni di George H. Bush, di Bill Clinton, di George W. Bush e di Barack Obama è disposto a lasciarsi abbindolare di nuovo?

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Secondo Milliyet (Turchia) la virtuosa America è impazzita.

Sì, perché lo shock della presa del Campidoglio è tale che si è pronti a credere qualunque cosa: se gli Stati Uniti si avviassero inesorabilmente alla guerra civile [1], cosa ne sarebbe di noi Occidentali?

Per questa ragione non abbiamo voluto veder arrivare la crisi ora agli albori. Solo alcuni giornali greci hanno di recente descritto le ragioni della collera, che noi analizziamo da cinque anni (ossia prima dell’elezione di Trump).

Ed è per la stessa ragione che non vogliamo guardare in faccia la crisi e ci accontentiamo di commenti ottusi che ci assicurano che quest’increscioso episodio non avrà seguito. Ma chi può crederlo? Certo le cose si calmeranno per un po’ e la macchina repressiva schiaccerà i manifestanti del 6 gennaio, ma si tratterà solo di un rinvio e la guerra civile non si farà attendere.

Già ora i non-Occidentali hanno capito che gli Stati Uniti hanno problemi interni tali da non consentirgli più di ergersi a modello per il mondo intero e, a maggior ragione, di dare lezioni di democrazia a quanti vogliono sottomettere.

19 gennaio 2021

JOHN PILGER / IL VIRUS PIU’ LETALE E’ LA GUERRA


Giornalista, regista e documentarista australiano, John Pilger da decenni è impegnato nella difesa dei diritti umani.

Comincia a lavorare per il Sidney Sun, poi passa al Daily Mirror, dove fa l’inviato di guerra. Per mesi è il corrispondente dal Vietnam. Due volte ha ricevuto in Inghilterra il premio come giornalista dell’anno. Il suo ultimo libro si intitola “War on Democracy”.

Ecco un suo intervento di qualche giorno fa, il 15 dicembre, su guerra & covid.

 

  

John Pilger. In apertura e qui sotto, lo Staffordshire

Il memoriale delle forze armate britanniche è un luogo silenzioso e inquietante.

Situato nella bellezza rurale dello Staffordshire, in un arboreto di circa 30.000 alberi e ampi prati, le sue figure omeriche celebrano determinazione e sacrificio.


Sono elencati i nomi di oltre 16.000 militari e donne britanniche. Sull’epigrafe è scritto che “sono morti in operazioni militari o sono stati presi di mira dai terroristi”.

18 gennaio 2021

L’ANALISI DEI NUMERI DELL’INFLUENZA E DEL COVID19 NEGLI USA


Tutta la vicenda Sars-Cov2 si gioca, soprattutto, lo sappiamo, sul terreno dei numeri e della statistica.

Ad esempio, dallo scoppio dell’emergenza ci si è chiesti come distinguere il Covid-19 dall’influenza stagionale?

Come vengono catalogati gli individui infetti dal primo tipo di virus e quelli contagiati dal secondo?

I virologi in questi mesi non hanno fatto altro che confondere le idee alla gente, ma, se la matematica non è un’opinione, per capirne di più ci sono i dati statistici. Quelli che stiamo per analizzare sono del Center for Desease Control and Prevention negli Stati Uniti, il centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie. Si tratta di un istituto di controllo sulla sanità pubblica che, tra i vari campi, si occupa anche di monitorare le malattie infettive.