03 luglio 2020

Covid-19 / 36% Di Probalita’ In Piu’ Di Beccarlo Se Fai L’Antinfluenzale


Una notizia bomba in arrivo dagli Usa a proposito di Covid-19.
Secondo i risultati di uno studio appena elaborato da un’equipe di ricercatori del Pentagono, l’assunzione del vaccino anti influenzale aumenta di ben il 36 per cento il rischio di coronavirus.

Vale a dire: chi fa il rituale vaccino contro l’influenza stagionale ha più di una probabilità su tre di poter beccare il certo più pericoloso Covid-19.
Ecco cosa scrive il sito di informazione sulla salute dei bambini, Children’s Health Defence, promosso da Robert Kennedy junior, figlio del mitico Robert e nipote dell’altrettanto mitico John Fitzgerald.
“Nella ricerca in letteratura, l’unico studio che siamo stati in grado di trovare valutando i vaccini antinfluenzali e il coronavirus, è uno studio del Pentagono del 2020 che ha scoperto che il vaccino antinfluenzale incrementa i rischi del coronavirus del 36 per cento. ‘La vaccinazione antinfluenzale può aumentare il rischio di altri virus respiratori, un fenomeno noto come ‘interferenza virale’. L’interferenza virale derivata dal vaccino era significativamente associata al coronavirus”.
Sempre dal battagliero sito promosso da Robert Kennedy junior, ecco un’altra significativa testimonianza, quella del ricercatore Ted Krunz, presidente di “Vaccine Choice Canada”. Vediamo cosa sostiene.
“Uno studio randomizzato controllato con placebo su bambini ha mostrato che il vaccino antinfluenzale ha aumentato di cinque volte il rischio di infezioni respiratorie acute da un gruppo di virus non influenzali, compreso il coronavirus”.
“Uno studio del personale militare statunitense conferma che coloro che hanno ricevuto un vaccino antinfluenzale avevano una maggiore suscettibilità all’infezione da coronavirus. Lo studio ha concluso che ‘l’interferenza del virus derivato dal vaccino era significativamente associata al coronavirus’”.

Continua Krunz. “I numeri dell’Unione Europea mostrano una correlazione tra vaccino antinfluenzale e decessi da coronavirus. I paesi con i più alti tassi di mortalità (Belgio, Spagna, Italia, Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Irlanda e Stati Uniti) avevano tutti vaccinato almeno la metà della loro popolazione anziana contro l’influenza”.
E ancora. “In Canada l’82 per cento dei decessi attribuiti a Covid-19 si è verificato in strutture di assistenza a lungo termine. In molti paesi, gli operatori sanitari nelle strutture di assistenza per anziani sono tenuti a ricevere il vaccino antinfluenzale ogni anno e l’assunzione del vaccino in quelle case è molto elevata o addirittura richiesta”.
Chiudiamo il cerchio arrivando a casa nostra.
Le autorità sanitarie italiane, infatti, in modo colpevole non hanno fino ad oggi condotto alcuna indagine per dimostrare la connessione (o meno) tra assunzione del vaccino antinfluenzale ed insorgenza della patologia da coronavirus. Un nesso di causa ed eventuale effetto sul quale i ricercatori dovrebbero studiare, riflettere e produrre risultati, invece di saltimbancare fra un salotto tivvù e l’altro.
Il pesante j’accuse arriva da una mosca bianca nel mondo della ricerca, quella vera, e della scienza, quella con la S maiuscola. Si tratta di Giulio Tarro, autore di “Covid – Il Virus della paura”, subito censurato da Amazon, che ne impedisce la diffusione, per via del patto scellerato anti libertà d’informazione siglato con quell’Organizzazione Mondiale per la Sanità che ogni giorno dà “i numeri” e ne combina di tutti i colori.

02 luglio 2020

Bugiardi, spiegateci perché il Covid ha colpito la Lombardia

Il dottor Stefano Manera Inquinamento, antenne 5G e sovra-vaccinazioni (influenza e meningite). Tutto ciò ha a che fare con la strage Covid che ha devastato la Lombardia? «Soprattutto a causa degli inceneritori, quella tra Bergamo e Brescia è la zona più inquinata d’Europa: e tra fine 2019 e inizio 2020, in quell’area, ci sono stati 180.000 inoculi vaccinali, somministrati agli anziani», dice Marcello Pamio, nutrizionista, presente – fra gli altri – alla grande manifestazione (12.000 persone) organizzata a Firenze il 21 giugno dal Movimento 3V (Vaccini Vogliamo Verità), con oratori come Mauro Scardovelli e la coraggiosa parlamentare ex grillina Sara Cunial, promotrice del progetto di mobilitazione popolare R2020. Il tema: l’emergenza coronavirus nasconde un disegno totalitario. E nessuno, intanto, ci ha ancora spiegato perché la Lombardia è finita nell’occhio del ciclone: 238.000 contagi e oltre 16.500 morti, a fronte dei 4.000 di Piemonte e Veneto. Colpite in misura minore altre Regioni non lontane (1500 vittime in Liguria e 1000 nelle Marche), mentre nel resto d’Italia i numeri oscillano: da qualche centinaio a poche decine di decessi, ben al di sotto del bilancio di una normale influenza stagionale. Cosa c’è, dunque, dietro all’esplosione lombarda del fenomeno Covid? «Non lo sappiamo ancora, perché non ci vengono forniti i dati essenziali», dice un medico rianimatore, Stefano Manera.
Ai microfoni di “ByoBlu“, il dottor Manera – presente alla manifestazione fiorentina – racconta la sua esperienza: «Sono un anestesista che ha aderito all’appello della Regione Lombardia che chiedeva medici per gli ospedali. Sono stato mandato a Bergamo e ci sono rimasto per due mesi. Ho iniziato il 18 marzo, proprio mentre la Tv trasmetteva le immagini dei cortei di camion militari carichi di bare». I morti erano quelli delle valli bresciane e bergamasche: «Si deve assolutamente cominciare a fare delle ipotesi, ma il problema è che i dati non vengono forniti. Servono i dati epidemiologici: le casistiche dei pazienti, le condizioni di inquinamento, i farmaci somministrati prima dell’emergenza. Senza dati non possiamo fare correlazioni», sottolinea Manera. «Sono davvero fondamentali, gli studi epidemiologi: fornirli è un dovere morale, soprattutto nei confronti delle persone che sono morte, di quelle che si sono ammalate e dei medici che hanno sacrificato la loro vita per il bene di altre persone». Il governo che ha finora rifiutato di diffondere i dati è lo stesso che ha classificato come vittime del Covid moltissimi decessi di pazienti già affetti da patologie gravissime, dopo aver scoraggiato le autopsie sulle vittime. L’apparato dell’emergenza aveva persino sconsigliato l’uso del cortisone, farmaco in realtà efficacissimo, come segnalato inutilmente – due mesi fa, da 30 specialisti italiani – al ministro della sanità, Speranza, e ora convalidato ufficialmente dall’Oms.
«Tra Bergamo, Brescia e Milano è successo qualcosa che non è successo nel resto d’Italia», ribadisce la dottoressa Antonietta Gatti, tra i massimi esperti mondiali in bioingegneria. «Quindi – osserva – non si possono imporre vaccini se prima non si conoscono i meccanismi dell’azione di questo virus fino in fondo. C’è stata sovra-vaccinazione, in quelle zone? Bisogna dimostrarlo, e si può». Terreno scivoloso, quello dell’obbligo vaccinale: «Il No-Vax non esiste, è solo un genitore che ha letto con attenzione il foglietto illustrativo del farmaco che si vorrebbe somministrare a suo figlio, scoprendo tante cose», sostiene Marco Teodori, del Movimento 3V. Da non sottovalutare, nel caso-Lombardia, neppure l’elettrosmog: «Negli ultimi decenni la nostra esposizione alle radiofrequenze è aumentata di un miliardo di miliardi di volte, rispetto ai valori di fondo del pianeta Terra», ricorda Paolo Orio, dell’Associazione Elettrosensibili: «Le radiofrequenze causano stress ossidativo, che è il Paolo Oriomeccanismo alla base di numerose patologie oncologiche e cronico-degenerative». Uno studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna è stato finalmente trasmesso dalla Rai, sia pure alle due di notte: sulle cavie di laboratorio, il 5G induce disfunzioni devastanti e persino l’insorgenza di tumori cardiaci, che normalmente sono rarissimi.
Tra le voci in piazza a Firenze anche quella del battagliero Maurizio Martucci, portavoce dell’Alleanza Italia Stop 5G. «La società del 5G corrisponde al modello Cina, con l’introduzione di un’applicazione che gestisce in modo capillare la vita dei cittadini e delle aziende», spiega Martucci, illustrando l’allucinante “credito sociale” introdotto dal regime cinese: «L’app utilizza riconoscimento facciale, gestione degli algoritmi e Intelligenza Artificiale, scalando un “punteggio” fino ad arrivare a quota zero. Se passi col rosso, getti a terra la carta, ritardi il pagamento di bollette o esprimi dissenso verso il governo, perdi punti. Quando arrivi a zero sei totalmente spogliato di qualsiasi diritto: non hai più conto corrente bancario, passaporto, non puoi più prendere un autobus o un treno. Questo è il vero modello 5G». Per Martucci «siamo oltre Orwell: attraverso le smart city, sono andati a prefigurare una società dove la forza lavoro è stata sostituita da robot: una mutazione antropologica della specie umana». Secondo Martucci «il 5G nasconde ben altro, rispetto a un semplice “upgrade”: non è un aggiornamento di innovazione tecnologica, ma una vera e propria aggressione all’umanità».
Su temi scomodi come il recente obbligo vaccinale e il wireless 5G, è impossibile ottenere dati certi: il mainstream si rifugia nel silenzio, limitandosi ad accusare di complottismo gli attivisti che agitano sospetti, esibendo studi scientifici, in un clima da caccia alle streghe. Un reporter come Massimo Mazzucco, che si astiene sempre dal sostenere affermazioni che non siano documentate, sintetizza: prima ancora della psico-tragedia Covid, non c’era alcuna ragione medica per imporre in Italia altri 7 vaccini obbligatori, sapendo oltretutto che le aziende farmaceutiche sono depenalizzate in partenza (e gli Usa hanno già speso qualcosa come 4 miliardi di dollari per risarcire cittadini che hanno dimostrato di aver subito danni fisici dalle vaccinazioni somministrate). Quanto al misterioso 5G, sappiamo solo che non causa danni di origine termica, mentre sull’effetto delle “microonde” esistono studi che dimostrano l’impatto pericoloso sulle cellule del corpo umano. E’ presto per trarre conclusioni, Mazzuccoribadisce Mazzucco, ma il “principio di precauzione” spesso invocato giustamente dalla medicina dovrebbe suggerire – come richiesto da centinaia di scienziati – di attendere l’esito di almeno tre anni di test, prima di adottare una tecnologia che nessuno, oggi, può ancora garantire come sicura, per la salute umana.
Mazzucco – in qualità di giornalista – è stato il primo, in Italia, a dimostrare la correlazione tra la rete 5G e l’improvviso, indiscriminato taglio dei viali alberati italiani, attuato nel 2019 dopo la firma, da parte di Di Maio, del protocollo che trasforma il nostro paese in un’area sperimentale per l’introduzione del wireless di quinta generazione. «Due distinti documenti ufficiali del governo britannico – ricorda Mazzucco – spiegano che le fronde dei grandi alberi ostacolano la trasmissione del segnale, assorbita dall’acqua presente nel fogliame». Inutile aggiungere che lo stesso corpo umano è composto in gran parte di acqua. Il problema? «Perché nascondere il fatto che gli alberi di tante città sono stati abbattuti per rendere efficace il 5G?». Sono oltre 500, i sindaci italiani decisi a opporsi all’installazione delle antenne: e l’ultimissima proposta governativa di Vittorio Colao, grande sponsor del 5G, mira proprio a privare i sindaci del loro potere di interdizione. Il trend è pietosamente evidente: nell’immenso caos che stiamo vivendo, l’unica certezza riguarda l’ostinazione con cui le autorità negano l’evidenza, su tutta la linea. Fa eccezione l’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui la letalità del Covid-19 è modestissima: attorno allo 0,3%. Eppure, i medici italiani che hanno trovato risposte efficaci sono stati isolati e silenziati, ignorati, emarginati o addirittura criminalizzati.
A Napoli, l’oncologo Paolo Ascierto ha sperimentato con successo un farmaco contro l’artrite reumatoide dal nome impronunciabile, il Tocilizumab. A Novara, il professor Pietro Garavelli ha curato i malati Covid con l’idrossiclorochina, rispedendoli a casa guariti. Da Mantova ha fatto il giro del mondo il successo della sieroterapia collaudata da Giuseppe De Donno, che ha guarito i malati Covid con normalissime trasfusioni, aiutandoli col sangue dei pazienti guariti, ricchi di anticorpi. La televisione ha invece riproposto alla nausea i virologi nostrani come Roberto Burioni, che ha chiesto alla magistratura di “spegnere” una voce libera come “ByoBlu”, bullizzando un immunologo come Giulio Tarro – allievo di Albert Sabin – colpevole di aver denunciato il lockdown all’italiana come un’inutile sacrificio, devastante per l’economia e per l’equilibrio psico-fisico delle persone. Nei paesi europei che hanno minimizzato il coprifuoco (o l’hanno addirittura evitato, come la Svezia), il bilancio dell’epidemia non è superiore a quello italiano, con la differenza che l’economia non è stata Denis Mukwegedisastrata. Svizzera e Slovenia bloccano la rete 5G in attesa di conferme sul suo impatto sulla salute. In Italia invece di 5G non si parla (se non alle due di notte), anche grazie al Ministero della Verità istituito da Andrea Martella e Giuseppe Conte: silenzio sul mainstream, e decine di video rimossi da YouTube.
E così resta un mistero anche quello della Lombardia: nessuna risposta, ai medici di Bergamo e Brescia che invocano dati per capire come mai il virus ha fatto una carneficina solo in quei territori. Comodo, dare del complottista a chi rileva queste clamorose incongruenze: perché parlare in modo maniacale solo di vaccino anti-Covid (lo stesso Conte ha garantito milioni di euro al progetto vaccinale di Bill Gates), quando ormai quel virus non fa più paura, ai medici che ormai hanno imparato come affrontarlo e sconfiggerlo? I dodicimila italiani scesi in piazza a Firenze con Sara Cunial e Mauro Scardovelli fanno parte di una minoranza agguerrita, che negli ultimi anni ha fondato le sue convinzioni sullo studio di relazioni scientifiche accurate ma tuttora non accolte in modo unanime dalla cosiddetta comunità scientifica. Per capire l’aria che tira, in quell’ambiente, parla da sola la protesta del dottor Denis Mukwege, ginecologo, Premio Nobel per la Pace 2018: ha lasciato la guida della commissione sanitaria per la risposta alla pandemia di coronavirus nella provincia del Sud-Kivu, in Congo. «Non posso sporcare ulteriormente la mia coscienza per denaro: si riprendano pure il Nobel», scrive, su Twitter. «Ci hanno ordinato di dire che ogni morto è deceduto per Covid, e io non partecipo più a questo sporco gioco».
Inquinamento, antenne 5G e sovra-vaccinazioni (influenza e meningite). Tutto ciò ha a che fare con la strage Covid che ha devastato la Lombardia? «Soprattutto a causa degli inceneritori, quella tra Bergamo e Brescia è la zona più inquinata d’Europa: e tra fine 2019 e inizio 2020, in quell’area, ci sono stati 180.000 inoculi vaccinali, somministrati agli anziani», dice Marcello Pamio, nutrizionista, presente – fra gli altri – alla grande manifestazione (12.000 persone) organizzata a Firenze il 21 giugno dal Movimento 3V (Vaccini Vogliamo Verità), con oratori come Mauro Scardovelli e la coraggiosa parlamentare ex grillina Sara Cunial, promotrice del progetto di mobilitazione popolare R2020. Il tema: l’emergenza coronavirus nasconde un disegno totalitario. E nessuno, intanto, ci ha ancora spiegato perché la Lombardia è finita nell’occhio del ciclone: 238.000 contagi e oltre 16.500 morti, a fronte dei 4.000 di Piemonte e Veneto. Colpite in misura minore altre Regioni non lontane (1500 vittime in Liguria e 1000 nelle Marche), mentre nel resto d’Italia i numeri oscillano: da qualche centinaio a poche decine di decessi, ben al di sotto del bilancio di una normale influenza stagionale. Cosa c’è, dunque, dietro all’esplosione lombarda del fenomeno Covid? «Non lo sappiamo ancora, perché non ci vengono forniti i dati essenziali», dice un medico rianimatore, Stefano Manera.
Ai microfoni di “ByoBlu”, il dottor Manera – presente alla manifestazione fiorentina – racconta la sua esperienza: «Sono un anestestista che ha aderito all’appello della Regione Lombardia che chiedeva medici per gli ospedali. Sono stato mandato a Bergamo e ci sono rimasto per due mesi. Ho iniziato il 18 marzo, proprio mentre la Tv trasmetteva le immagini dei cortei di camion militari carichi di bare». I morti erano quelli delle valli bresciane e bergamasche: «Si deve assolutamente cominciare a fare delle ipotesi, ma il problema è che i dati non vengono forniti. Servono i dati epidemiologici: le casistiche dei pazienti, le condizioni di inquinamento, i farmaci somministrati prima dell’emergenza. Senza dati non possiamo fare correlazioni», sottolinea Manera. «Sono davvero fondamentali, gli studi epidemiologi: fornirli è un dovere morale, soprattutto nei confronti delle persone che sono morte, di quelle che si sono ammalate e dei medici che hanno sacrificato la loro vita per il bene di altre persone». Il governo che ha finora rifiutato di diffondere i dati è lo stesso che ha classificato come vittime del Covid moltissimi decessi di pazienti già affetti da patologie gravissime, dopo aver scoraggiato le autopsie sulle vittime. L’apparato dell’emergenza aveva persino sconsigliato l’uso del cortisone, farmaco in realtà efficacissimo, come segnalato inutilmente – due mesi fa, da 30 specialisti italiani – al ministro della sanità, Speranza, e ora convalidato ufficialmente dall’Oms.
«Tra Bergamo, Brescia e Milano è successo qualcosa che non è successo nel resto d’Italia», ribadisce la dottoressa Antonietta Gatti, tra i massimi esperrti mondiali in bioingegneria. «Quindi – osserva – non si possono imporre vaccini se prima non si conoscono i meccanismi dell’azione di questo virus fino in fondo. C’è stata sovra-vaccinazione, in quelle zone? Bisogna dimostrarlo, e si può». Terreno scivoloso, quello dell’obbligo vaccinale: «Il No-Vax non esiste, è solo un genitore che ha letto con attenzione il foglietto illustrativo del farmaco che si vorrebbe somministrare a suo figlio, scoprendo tante cose», sostiene Marco Teodori, del Movimento 3V. Da non sottovalutare, nel caso-Lombardia, neppure l’elettrosmog: «Negli ultimi decenni la nostra esposizione alle radiofrequenze è aumentata di un miliardo di miliardi di volte, rispetto ai valori di fondo del pianeta Terra», ricorda Paolo Orio, dell’Associazione Elettrosensibili: «Le radiofrequenze causano stress ossidativo, che è il meccanismo alla base di numerose patologie oncologiche e cronico-degenerative». Uno studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna è stato finalmente trasmesso dalla Rai, sia pure alle due di notte: sulle cavie di laboratorio, il 5G induce disfunzioni devastanti e persino l’insorgenza di tumori cardiaci, che normalmente sono rarissimi.
Tra le voci in piazza a Firenze anche quella del battagliero Maurizio Martucci, portavoce dell’Alleanza Italia Stop 5G. «La società del 5G corrisponde al modello Cina, con l’introduzione di un’applicazione che gestisce in modo capillare la vita dei cittadini e delle aziende», spiega Martucci, illustrando l’allucinante “credito sociale” introdotto dal regime cinese: «L’app utilizza riconoscimento facciale, gestione degli algoritmi e Intelligenza Artificiale, scalando un “punteggio” fino ad arrivare a quota zero. Se passi col rosso, getti a terra la carta, ritardi il pagamento di bollette o esprimi dissenso verso il governo, perdi punti. Quando arrivi a zero sei totalmente spogliato di qualsiasi diritto: non hai più conto corrente bancario, passaporto, non puoi più prendere un autobus o un treno. Questo è il vero modello 5G». Per Martucci «siamo oltre Orwell: attraverso le smart city, sono andati a prefigurare una società dove la forza lavoro è stata sostituita da robot: una mutazione antropologica della specie umana». Secondo Martucci «il 5G nasconde ben altro, rispetto a un semplice “upgrade”: non è un aggiornamento di innovazione tecnologica, ma una vera e propria aggressione all’umanità».
Su temi scomodi come il recente obbligo vaccinale e il wireless 5G, è impossibile ottenere dati certi: il mainstream si rifugia nel silenzio, limitandosi ad accusare di complottismo gli attivisti che agitano sospetti, esibendo studi scientifici, in un clima da caccia alle streghe. Un reporter come Massimo Mazzucco, che si astiene sempre dal sostenere affermazioni che non siano documentate, sintetizza: prima ancora della psico-tragedia Covid, non c’era alcuna ragione medica per imporre in Italia altri 7 vaccini obbligatori, sapendo oltretutto che le aziende farmaceutiche sono depenalizzate in partenza (e gli Usa hanno già speso qualcosa come 4 miliardi di dollari per risarcire cittadini che hanno dimostrato di aver subito danni fisici dalle vaccinazioni somministrate). Quanto al misterioso 5G, sappiamo solo che non causa danni di origine termica, mentre sull’effetto delle “microonde” esistono studi che dimostrano l’impatto pericoloso sulle cellule del corpo umano. E’ presto per trarre conclusioni, ribadisce Mazzucco, ma il “principio di precauzione” spesso invocato giustamente dalla medicina dovrebbe suggerire – come richiesto da centinaia di scienziati – di attendere l’esito di almeno tre anni di test, prima di adottare una tecnologia che nessuno, oggi, può ancora garantire come sicura, per la salute umana.
Mazzucco – in qualità di giornalista – è stato il primo, in Italia, a dimostrare la correlazione tra la rete 5G e l’improvviso, indiscriminato taglio dei viali alberati italiani, attuato nel 2019 dopo la firma, da parte di Di Maio, del protocollo che trasforma il nostro paese in un’area sperimentale per l’introduzione del wireless di quinta generazione. «Due distinti documenti ufficiali del governo britannico – ricorda Mazzucco – spiegano che le fronde dei grandi alberi ostacolano la trasmissione del segnale, assorbita dall’acqua presente nel fogliame». Inutile aggiungere che lo stesso corpo umano è composto in gran parte di acqua. Il problema? «Perché nascondere il fatto che gli alberi di tante città sono stati abbattuti per rendere efficace il 5G?». Sono oltre 500, i sindaci italiani decisi a opporsi all’installazione delle antenne: e l’ultimissima proposta governativa di Vittorio Colao, grande sponsor del 5G, mira proprio a privare i sindaci del loro potere di interdizione. Il trend è pietosamente evidente: nell’immenso caos che stiamo vivendo, l’unica certezza riguarda l’ostinazione con cui le autorità negano l’evidenza, su tutta la linea. Fa eccezione l’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui la letalità del Covid-19 è modestissima: attorno allo 0,3%. Eppure, i medici italiani che hanno trovato risposte efficaci sono stati isolati e silenziati, ignorati, emarginati o addirittura criminalizzati.
A Napoli, l’oncologo Paolo Ascierto ha sperimentato con successo un farmaco contro l’artrite reumatoide dal nome impronunciabile, il Tocilizumab. A Novara, il professor Pietro Garavelli ha curato i malati Covid con l’idrossiclorochina, rispedendoli a casa guariti. Da Mantova ha fatto il giro del mondo il successo della sieroterapia collaudata da Giuseppe De Donno, che ha guarito i malati Covid con normalissime trasfusioni, aiutandoli col sangue dei pazienti guariti, ricchi di anticorpi. La televisione ha invece riproposto alla nausea i virologi nostrani come Roberto Burioni, che ha chiesto alla magistratura di “spegnere” una voce libera come “ByoBlu”, bullizzando un immunologo come Giulio Tarro – allievo di Albert Sabin – colpevole di aver denunciato il lockdown all’italiana come un’inutile sacrificio, devastante per l’economia e per l’equilibrio psico-fisico delle persone. Nei paesi europei che hanno minimizzato il coprifuoco (o l’hanno addirittura evitato, come la Svezia), il bilancio dell’epidemia non è superiore a quello italiano, con la differenza che l’economia non è stata disastrata. Svizzera e Slovenia bloccano la rete 5G in attesa di conferme sul suo impatto sulla salute. In Italia invece di 5G non si parla (se non alle due di notte), anche grazie al Ministero della Verità istituito da Andrea Martella e Giuseppe Conte: silenzio sul mainstream, e decine di video rimossi da YouTube.
E così resta un mistero anche quello della Lombardia: nessuna risposta, ai medici di Bergamo e Brescia che invocato dati per capire come mai il virus ha fatto una carneficina solo in quei territori. Comodo, dare del complottista a chi rileva queste clamorose incongurenze: perché parlare in modo maniacale solo di vaccino anti-Covid (lo stesso Conte ha garantito milioni di euro al progetto vaccinale di Bill Gates), quando ormai quel virus non fa più paura, ai medici che ormai hanno imparato come affrontarlo e sconfiggerlo? I dodicimila italiani scesi in piazza a Firenze con Sara Cunial e Mauro Scardovelli fanno parte di una minoranza agguerrita, che negli ultimi anni ha fondato le sue convinzioni sullo studio di relazioni scientifiche accurate ma tuttora non accolte in modo unanime dalla cosiddetta comunità scientifica. Per capire l’aria che tira, in quell’ambiente, parla da sola la protesta del dottor Denis Mukwege, ginecologo, Premio Nobel per la Pace 2018: ha lasciato la guida della commissione sanitaria per la risposta alla pandemia di coronavirus nella provincia del Sud-Kivu, in Congo. «Non posso sporcare ulteriormente la mia coscienza per denaro: si riprendano pure il Nobel», scrive, su Twitter. «Ci hanno ordinato di dire che ogni morto è deceduto per Covid, e io non partecipo più a questo sporco gioco».

01 luglio 2020

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 1 lug 2020


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Il Libano chiede aiuto all'UE nei confronti degli USA
 

 
Un deputato australiano arrestato per spionaggio
 

 
L'UE sanziona l'opposizione venezuelana
 

 
Spie francesi arrestate in Turchia
 

 
Nella quarta città francese la sinistra si allea con i Fratelli Mussulmani
 

 
Israele bombarda l'esercito arabo siriano
 

 
Gli italiani sono favorevoli all'uscita dalla UE e a un'alleanza con la Cina
 

 
Negoziati segreti tra Siria e USA
 

 
Donald Trump potrebbe incontrare Nicolás Maduro
 

 
L'Egitto minaccia d'intervenire militarmente in Libia
 
Controversie

 
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Giallo Idrossiclorochina / L’Associazione Criminale Tra L’Oms E La Fondazione Gates


La connection criminale tra l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, la Bill and Melinda Foundation, il Wellcome Trust e alcune sigle di para-ricerca scientifica pilotate dall’OMS per delegittimare l’utilizzo della idrossiclorochina nel trattamento anti Covid-19. Attraverso test taroccati e complessi artifizi di sovradosaggio, in molti casi letali per i pazienti che vi si sono sottoposti.
Ai confini della realtà.
E’ un quadro allucinante, uno spaccato agghiacciate, con tanto di nomi, cognomi & sigle, quello che emerge dal report di un sito americano dedicato alla salvaguardia e alla salute dei bambini, “Age of Autism”, proprio sugli studi farlocchi messi in campo dall’OMS per impedire l’utilizzo di una sostanza economica ed efficace – l’idrossiclorochina – e per questo poco gradita alle star di Big Pharma, impegnate nella maxi lotteria dei miracolosi (sic) vaccini.
Ma da qui a falsificare gli studi, somministrando ai pazienti dosi ben maggiori rispetto a quelle previste dai normali protocolli, dosi quindi letali, ce ne corre.

30 giugno 2020

Pandemia, Una “Strage Di Stato” / Il Potente J’Accuse Di Giulio Tarro


La Grande Truffa della pandemia.
Le Maxi Menzogne dei politici di casa nostra.
L’Immensa Ignoranza di scienziati-burattini.
Gli Scientifici Depistaggi mediatici.
Una Montagna Organizzata di Fake News per rincoglionire i cittadini, renderli sempre più sudditi, calpestare ogni loro diritto.
Di tutto e di più nel gigantesco pandemonio della pandemia, come balza alla luce in “Covid – Il virus della paura”, scritto dal virologo Giulio Tarro, un pamphlet che tutti gli italiani dovrebbero leggere.

Proprio per capire chi li inganna, chi li massacra quotidianamente da ormai quattro mesi, chi li priva degli ultimi stracci di libertà e democrazia.
Con immensa capacità divulgativa ed estremo rigore scientifico, Tarro riesce a calarci – come in un perfetto thriller – nell’ingranaggio mortale, tra le spire del Covid-19: un virus che è riuscito a coagulare, come in un unico blocco mortale, gli interessi e gli appetiti di Big Pharma e dei suoi lacchè tutto affari & tivvù, dei politici di casa nostra e del relativo sottobosco, di giornalisti assoldati e scodinzolanti.
Di tutto e di più, un intreccio che più devastante non si può.
Un e-book – autoprodotto – che si può scaricare attraverso il battagliero sito de l’Antidiplomatico e poi avrà la sua edizione cartacea con i tipi di Feltrinelli.
Mozzafiato già l’incipit.



INCOMPETENZA, ARROGANZA, IRRESPONSABILITA’
“Di epidemie in Italia ne ho viste davvero tante. Il colera a Napoli nel 1973, il ‘Male oscuro’ nel 1978, le innumerevoli epidemie influenzali che congestionavano l’Ospedale Cotugno, dove ero Primario. E tantissime ne ho viste all’estero. Ho visto panico, disorganizzazione, eroismi, infamie; ho conosciuto scienziati che preparavano armi biologiche e progettavano epidemie; giornalisti e dirigenti di blasonate organizzazioni che, verosimilmente, gonfiavano la minaccia di qualche virus per conto di aziende produttrici di vaccini, ricercatori che, pur di avere il loro momento di gloria, attestavano qualsiasi sciocchezza in Tv; politici che minimizzavano il contagio pur di non perdere il loro consenso… . Credevo, quindi, di aver visto di tutto”.
“Ma mai avrei immaginato di vedere tanta incompetenza, arroganza, superficialità, irresponsabilità, quelle con le quali si è tentato di affrontare il virus del Covid-19. Una emergenza che avrebbe potuto riproporre uno scenario non molto dissimile da quello di tante epidemie influenzali che, periodicamente, sferzano anche il nostro Paese e che, invece, per sciagurate scelte, ha comportato dapprima un numero elevatissimo di vittime e poi ha lasciato il nostro Paese in ginocchio”.

Un giovanissimo Giulio Tarro nel suo laboratorio. In apertura lo vediamo accanto alla copertina del suo nuovo libro
Continua il j’accuse, fin dalle primissime battute: “Se questa tragedia si è verificata, grande è la responsabilità di tanti ‘esperti’ che pur di troneggiare in Tv non hanno avuto remore (oltre a dichiarare tutto e, il giorno dopo, il suo contrario) ad assecondare dissennate scelte che, se non avessero avuto qualche ‘avallo’ scientifico, avrebbero scatenato le piazze”.
“Questo libro nasce proprio per questo. Dall’amarezza e dalla rabbia nel constatare l’opportunismo di tanti ‘esperti’ che ora, paventando un fantomatico catastrofico ritorno del Covid-19, servilmente, si dichiarano entusiasti delle vessatorie – e inutili – misure che saranno messe in atto, prima tra tutte l’obbligatorietà della già fallimentare vaccinazione antiinfluenzale”.

“Stessa amarezza e rabbia per tante persone trasformate dal terrore profuso in questa emergenza in ipocondriaci burattini animati dai suddetti ‘esperti’. Un asservimento reso totale da tanti canti patriottici cantati dai balconi contro il ‘nemico virus’. Un fenomeno illuminante sulla vulnerabilità della nostra società agli stravolgimenti della realtà imposti dal Potere”.
Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane pubblicheremo stralci del libro. Di seguito, invece, ripercorriamo alcuni passaggi salienti.

UNA MANIPOLAZIONE DEI DATI
“La cosa più penosa della faccenda è che i dati dei ‘contagiati’ (raccolti a casaccio dalle Regioni e che, quindi, non erano l’indice di alcunchè) rivestivano caratteri di ufficialità nella comunicazione istituzionale dove venivano affiancati al numero dei ‘deceduti’. La questione ‘morti per Covid-19’ invece che ‘morti con Covid-19’ (e cioè se questo virus sia stata la causa principale della morte e se era presente nell’organismo di persone in procinto, comunque, di morire per altre patologie o per vecchiaia), è stata oggetto di innumerevoli polemiche che, comunque, non hanno impedito al Governo di continuare a divulgare il numero di non meglio specificati ‘Deceduti’ seguito dalla farisaica dicitura ‘in attesa di conferma Istituto Superiore di Sanità’. In realtà già il 13 marzo il direttore dell’ISS annunciava che solo per due persone, tra le tante ascritte come ‘morte per Coronavirus’, si poteva – per l’assenza di gravi patologie pregresse e per l’età – confermare questa diagnosi. Il 17 marzo un verdetto ancor più inequivocabile: su 355 cartelle cliniche esaminate, solo 12 decessi possono essere ascritti come ‘morti per Coronavirus’”.
“In più, per valutare la letalità del virus, l’esatto numero dei morti, avrebbe dovuto essere rapportato non già ai pochi positivi a tampone presentati come ‘contagiati’, ma alle stime del numero degli infettati in Italia che venivano già pubblicate da autorevoli istituti di ricerca”.
“Questo non è stato fatto. E così l’Italia, invece di un tasso di letalità del virus stimato inferiore a 12, faceva registrare dapprima un farlocco quanto agghiacciante 6,6 per cento e, poi, un ancor peggiore 10 per cento. Una manipolazione dei dati che ha avuto ripercussioni gravissime e per la quale, ci auguriamo, qualcuno pagherà”.


ASSISTENZA DOMICILIARE NEGATA
Un interessante paragrafo è dedicato a quell’assistenza medica domiciliare fondamentale, e invece boicottata dal Governo. “Numerosi studi attestano (soprattutto considerando l’impatto delle infezioni ospedaliere e del trauma che subisce una persona, soprattutto anziana, che deve abbandonare il proprio letto per andare in corsia) come l’assistenza medica domiciliare determini percentuali di sopravvivenza molto più alte del ricovero ospedaliero. Si direbbe abbia ignorato questa e altre considerazioni l’indicazione governativa (Protocollo sanitario 21 febbraio 2020) che dissuade il medico curante dal recarsi a casa del proprio paziente affetto da Covid-19 dovendo egli limitarsi a ‘consultarlo’ telefonicamente”.
“Scomparsa così l’assistenza sanitaria domiciliare, la velleitaria pretesa di una generale ospedalizzazione ha determinato ben presto il trasporto in sempre più affollate strutture ospedaliere di un numero spropositato di affetti da Covid-19 che sono stati ben presto falcidiati da infezioni ospedaliere. Il risultato è stato una impennata di mortalità Covid-19 e scene da lazzaretto medioevale diventate ‘piatto forte’ nelle trasmissioni Rai e di tanti altri media”.

VACCINI? NON UNA SOLUZIONE: UN PROBLEMA
Un illuminate focus sulle aree di Bergamo e Brescia. Zone in cui “appare verosimile una ipotesi tutta da verificare ma già rigettata con sdegno, senza che sia stata fatta una sola indagine al riguardo. E cioè che possa essere stata la straordinaria campagna di vaccinazione anti-meningococco C – svoltasi nella provincia di Bergamo (21.331 vaccinati) e di Brescia (12.200 vaccinati) – e la periodica campagna vaccinale contro l’influenza (che avrebbe registrato nelle suddette province adesioni, a detta dei media, ‘superiori ad ogni aspettativa’) a determinare in molte persone un abbassamento delle difese immunitarie che le hanno rese particolarmente vulnerabili al Covid-19”.
le ‘autorità’ (sic) parlano di obbligatorietà per la vaccinazione contro l’influenza. “Una misura assolutamente insensata, sia perché l’attuale vaccinazione antinfluenzale risulta inefficace per circa il 30 per cento dei vaccinati, sia perchè il vaccino non agisce affatto sul virus Sars-Cov2 che, tra l’altro, trovando un organismo con un sistema immunitario già impegnato dal vaccino antinfluenzale, troverebbe una più agevole strada per infettare”. 
Come detto, torneremo sul testo di Tarro per singoli argomenti. 
Intanto, ecco le altrettanto choccanti conclusioni.
CI VUOLE UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA
“Se questa emergenza è diventata un’ecatombe, la responsabilità è certamente di chi, non avendo pianificato nulla per affrontare l’epidemia, l’ha prima ritenuta impossibile e poi ha preteso di bloccarla costringendo tutta la popolazione a stare chiusa a casa. E, per fare questo, si è ricorso – oltre ad una terroristica informazione – ad una evidente falsità: considerare contagiati solo coloro che risultavano positivi ai pochi tamponi disseminati qua e là dalle Regioni e considerare come ‘morti per Covid’ TUTTI coloro che, prima o dopo la morte, risultavano positivi al tampone”.
“Si è istituzionalizzato, così, in Italia un tasso di letalità del virus Sars-Cov-2 elevatissimo, 28 volte superiore a quello della Germania”.
“Se questo è potuto accadere, gravissima è la responsabilità di tanti cialtroni, presentati come ‘scienziati’, che, non solo hanno taciuto sulle follie di questa gestione dell’emergenza, ma che continuano ad assecondarle, sperando così di poter essere ancora utili ai loro sponsor per farci accettare una società fatta di assurdi divieti e di vaccini”.
“E’ possibile che le voci critiche su questa gestione dell’emergenza portino ad una Commissione parlamentare di inchiesta degna di questo nome e, cosa ancora più importante, ad un risveglio dei tanti oggi intrappolati nell’ipocondria? Lo spero. Nonostante quello che sentenziava Mark Twain: ‘E’ più facile ingannare la gente piuttosto che convincerla di essere stata ingannata’”.