27 maggio 2018

IL GIALLO DEL DISCORSO DI CONTE - ControRassegna Blu #10 - 24/05/2018

NOVARTIS / PILLOLE & TANGENTI IN MEZZO MONDO, DALLA CASA BIANCA ALLA GRECIA


Tsunami sul colosso farmaceutico svizzero Novartis. Negli Stati Uniti sta scoppiando lo scandalo della "consulenza d'oro" pagata al team legale di Donald Trump in tutto il 2017, per allargare i suoi affari nel dopo Obamacare. E nell'affaire fa capolino anche una pornostar con gusti presidenziali, nonché un magnate russo amico di Rocket Donald.
In Grecia, poi, si sta scoperchiando il pentolone sulla montagna di tangenti pagate a mezza classe politica ellenica per una decina d'anni: tra i beneficiari il numero uno della Banca di Grecia ed ex super ministro delle finanze.
Di tutto e di più sul fronte dei maxi affari griffati Big Pharma.

QUELLA CONSULENZA DA 100 MILA DOLLARI AL MESE 
Partiamo dalla patata bollente servita negli Usa. Nella bufera è finito il potente studio legale che cura gli interessi di Donald Trump in veste presidenziale, ossia il "Michael Cohen's Essential Consultants", vero e proprio crocevia di affari, attraverso cui sono passate maxi tangenti che hanno condizionato e condizionano la politica a stelle e strisce, anche a livello internazionale.


Elliot Ehrat. In apertura Donald Trump

Interlocutore privilegiato, per tutto il 2017, del prestigioso studio, un altro pezzo da novanta di super contratti, vale a dire il "top lawyer" di Novartis, il legale a capo di un folto stuolo di avvocati e consulenti, Ellix Ehrat. Il quale ha appena rassegnato le sue irrevocabili dimissioni, a far data dal 1 giugno 2018, per via della sporca connection che il colosso farmaceutico ha cercato di stabilire con lo stesso entourage di Trump. Il quale, del resto, è in ottimi rapporti con il Ceo di Novartis, Vasant Narasimhan, con cui si è intrattenuto affettuosamente a cena durante l'ultimo summit che si è tenuto a Davos.


Vasant Narasimhan

Ma qual è, in dettaglio, il rapporto Casa Bianca-Novartis? A pochi giorni dall'insediamento presidenziale lo staff legale di Trump, capeggiato dall'avvocato Michael Cohen, stabilisce "in tempo reale" un rapporto contrattuale con quello di Novartis, rappresentato da Ehrot. Una sorta di super consulenza pagata la bellezza di 100 mila dollari al mese: il tutto perchè Novartis potesse contare sul supporto e i consigli operativi di "Essential Consultants" per districarsi meglio nella politica sanitaria che la nuova amministrazione Usa intendeva portare avanti, in particolare per il domani dell'Obamacare.
Il contratto è stato firmato a febbraio 2017, con una durata annuale.
Dopo un paio di mesi – raccontano fonti investigative – l'avvocato Ehrot "si è accorto che le cose non funzionavano per il verso sperato, ha constatato che il team Cohen non era l'interlocutore giusto e ha deciso di mettere fine alla collaborazione". Non mancando, però, di rispettare quanto previsto dal contratto: quindi per tutto il 2017 è stato versato da Novartis ad Essential Consultants l'importo pattuito di 100 mila dollari al mese.
Nel rassegnare le sue dimissioni, Ehrot ha voluto sottolineare: "Questo contratto, anche se perfetto sotto il profilo giuridico, è stato un errore. Nella mia veste di cofirmatario, pertanto, mi assumo la responsabilità di ciò per porre fine alle polemiche". Stesso copione, più o meno, recitato dall'altra super toga, Cohen. Scusate per la combine, voltiamo pagina e scordammoce 'o passato: anche se freschissimo, perchè si tratta di tutto lo scorso anno, il 2017.
Val la pena di rammentare che negli Stati Uniti l'industria farmaceutica è ormai saldamente attestata al primo posto nella sua attività di lobbyng, ed in particolare sul fronte del finanziamento alle campagne presidenziali, con una montagna da milioni di dollari suddivisi in modo praticamente bypartizan tra il partito democratico e quello repubblicano: come dire, vi paghiamo tutti, quindi dovete eseguire i nostri ordini. Ha perfino superato la sempre strapotente industria delle armi…

LA PORNO STAR & IL MAGNATE 

Michael Cohen

Ma eccoci ad un giallo nel giallo. Perchè il rampatissimo studio Michael Cohen's Essential Consultants ha curato un'altra pratica bollente: quella relativa ad una denunciante eccellente di Donald Trump sul fronte delle molestie, la porno star Stormy Daniels. Alla quale quale lo studio ha versato 130 mila dollari.
Il legale della bella Stormy, Michael Avenatti, ha verbalizzato pochi giorni fa, l'8 maggio, davanti agli inquirenti che indagano sulle acrobazie trumpiane, Russiagate e non solo. Ed ha ricostruito le tappe di un'altra bella somma, 500 mila dollari, che alla porno star sarebbe pervenuta dai conti del magnate russo-svizzero Viktor Vekselberg, una fortuna da 15 miliardi di dollari accumunalata negli States (petrolio e acciaio) e in ottimi rapporti con l'entourage trumpiano. La somma da mezzo milione di dollari, infatta, è transitata – secondo le ricostruzioni degli 007 a stelle e strisce – attraverso due sigle, Columbus Nova e Renova Group, quest'ultima direttamente controllata dal magnate russo e con quartier generale proprio in Svizzera.
Non è finita: perchè al dinamicissimo studio dell'avvocato Cohen fanno capo parecchie altre transazioni eccellenti, come nei casi del colosso AT&T e addirittura della Corea Aerospace, tutte con grossi interessi negli Usa. E su cui sono ora accesi i riflettori degli inquirenti.
Ma torniamo alle rogne giudiziarie di casa Novartis. E dagli States passiamo in Europa, per la precisione in Grecia.

E NOVARTIS CAVALCA IL CRAC DELLA GRECIA
Stavolta il bottino è da 3 miliardi di euro. Tanto è stato versato a politici e banchieri ellenici nell'arco di un decennio, tra il 2006 e il 2015, dalla Novartis, affinchè i suoi prodotti potessero essere non solo leader nel mercato farmaceutico locale, ma strapagati.
Con il crac finanziario, infatti, tutti i prodotti, anche quelli farmaceutici, hanno subito una battuta d'arresto: ma guarda caso le 'carissime' confezioni targate Novartis non hanno conosciuto crisi, perchè i consumatori potevano averle gratis. Lo strasforacchiato sistema sanitario greco rimborsava il prezzo pieno alle farmacie dietro presentazione della ricetta. Molti, all'epoca, si sono chiesti il motivo di quel miracolo. Ed eccolo ora spiegato con la maxi inchiesta delle toghe elleniche, che sta coinvolgendo mezza classe politica e non pochi banchieri di nome.
"Il più grande scandalo dalla costituzione dello stato greco, alla pari se non maggiore di quello Siemens di anni fa, e paragonabile a quello della Lista Lagarde", commentano alcuni media.
Tirati in ballo autorevoli membri del Pasok e di Nea Dimokratia: fior tra fiori, l'ex premier Antonis Samaras, l'ex ministro della salute Adonis Georgiades, quello degli Esteri Evangelos Venizelos e soprattutto delle Finanze Yannis Stournaras, che oggi siede sulla strategica poltrona di governatore della Banca di Grecia, e la cui abitazione è stata perquisita di cima a fondo ad aprile.


Stavros Kontonis

Secondo l'attuale ministro della Giustizia del governo Tsipras, Stavros Kontonis, "Novartis probabilmente ha corrotto migliaia di medici e dipendenti pubblici (le ultime stime parlano di circa 4 mila persone, ndr) per promuovere i suoi prodotti e ha continuato a vendere farmaci 'troppo cari' anche dopo che il paese è stato colpito dalla crisi economica nel 2010".
L'inchiesta è partita due anni fa e da allora – racconta la stampa locale – "sono stati interrogati dagli inquirenti decine e decine di manager, collaboratori, faccendieri, medici, pazienti e cittadini per far luce sul maxi buco creato nei conti pubblici greci dalla multinazionale elvetica".
Tutto è cominciato nel 2016 con il tentato suicidio di un ex manager di Novartis, per ore sul cornicione del centralissimo Hilton di Atene, salvato in extremis e poi deciso a vuotare il sacco con rivelazioni – viene raccontato – da far tremare le vene e i polsi.
Va rammentato che al summit del potente gruppo Bilderberg che si è tenuto nel 2009 ad Atene, erano presenti sia l'allora Ceo di Novartis, lo svizzero Daniel Vasella, che l'attuale numero uno della Banca di Grecia, l'inquisito Strournaras. Il quale dopo tre anni diventò ministro delle Finanze e già anni prima era salito alla ribalta delle cronache internazionali, per aver condotto, nel 2001, il passaggio dalla dracma all'euro.


Yannis Natsis

Sulla gravità dello scandalo Novartis in Grecia, ecco le parole di Yannis Natsis, una figura da non poco, visto che ricopre la carica di "Policy Coordinator" presso la "European Public Health Alliance": "Le accuse di corruzione dimostrano che l'industria farmaceutica ancora una volta abusa del suo strapotere. E nonostante la Grecia possa essere considerato ancora un paese a forte rischio sotto il profilo economico, numerosi medicinali con prezzi esorbitanti, soprattutto oncologici, sono ancora pienamente rimborsati dallo Stato, con profitti fiume per le multinazionali".
Anche il governo Tsipras, a questo punto, chiude gli occhi e incassa?  Staremo a vedere.
Tanto per distrarsi e non pensare alle rogne, Novartis continua nei suoi investimenti esteri (anche in Italia: nel prossimo triennio spenderà 200 milioni di euro) e nel suo shopping a livello internazionale.
Guarda caso, i più freschi affari issano la bandiera a stelle e strisce. Appena portato a termine, infatti, l'acquisto di un pezzo pregiato della farmaceutica statunitense, AveXis, specializzata in terapie geniche: in particolare, l'azienda sviluppa trattamenti per pazienti affetti da malattie rare in neurologia. Il prezzo per l'acquisizione è pari a 8,7 miliardi di dollari. Notano le cronache finanziarie: "Dal 2020 l'acquisizione avrà un impatto positivo sui conti economici di Novartis, grazie ad un forte incremento delle vendite in tale segmeno commerciale". La sigla che ha portato a termine l'operazione è la controllata Novartis Am Merger Corporation.
Sarà mai in grado, top Novartis, di brevettare e commercializzare un vaccino anti corruzione?

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26 maggio 2018

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 25 maggio 2018


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
La Knesset potrebbe appoggiare ufficialmente la creazione di un Kurdistan
 

 
Germania, Stati Uniti e Regno Unito disponevano del Novtichok
 

 
Lo Stato Profondo USA e la campagna di Trump
 

 
Il Canada impedisce ai venezuelani che vivono sul suo territorio di eleggere il loro presidente
 
Controversie

 
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"Vaccini: Cavie Civili e Militari" di Gianni Lannes


VACCINI
Cavie Civili e Militari
di Gianni Lannes
DATA DI USCITA: 4 GIUGNO 2018
Il libro è in prevendita sul nostro sito
L'inchiesta sul campo di Gianni Lannes continua, dopo Vaccini Dominio Assoluto il giornalista (ora condirettore della nostra rivista PuntoZero) svela i retroscena del panorama vaccinale italiano in ambito militare.
La voce dell'autore riporta l'attenzione dell'opinione pubblica su dati ignoti o trascurati, a partire dal 1926 fino ai giorni nostri, quando l'Italia è diventata a norma del decreto Lorenzin-Mattarella, la "nazione capofila a livello mondiale delle strategie vaccinali" dettate da un consorzio privato straniero finanziato dagli stessi produttori di vaccini. Una disamina con riferimenti oggettivi dal passato remoto all'incubo del presente che include anche gli innumerevoli casi documentati di soldati italiani danneggiati dai vaccini. Perché imporre la somministrazione obbligatoria di così tanti vaccini a chi si è appena affacciato alla vita, quando in ben 15 nazioni dell'Unione Europea non ne hanno nemmeno uno obbligatorio?
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25 maggio 2018

Radiazioni e fede nella giustizia

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Published on America Oggi (http://americaoggi.info)

Radiazioni e fede nella giustizia

Creato 11/28/2010 - 02:56

È uno dei periodi storici più bui per la Santa Sede. Scandali sessuali ed economici, legami con politica ed imprenditoria annessa al malaffare, scivoloni mediatici, fino ai recenti fischi recapitati a Benedetto XVI in terra di Spagna, stanno turbando la Chiesa, causando altresì una grave emorragia di fedeli. Una violenta burrasca che imperversa con onde invisibili, si sta abbattendo adesso sul colonnato di piazza San Pietro. È Radio Vaticana, accusata di aver già mietuto dozzine di vittime. Con la conclusione dell'incidente probatorio, si è appena archiviata la fase preliminare del processo che vede indagati i responsabili dell'emittente.

"In Italia è impossibile comandare senza la Chiesa"
Lo sapeva bene Benito Mussolini, anticlericale di ferro, quando nel 1929 controfirmò i Patti Lateranensi. Atto aggiornato da Bettino Craxi nel 1985, quando rattificò l'accordo di Villa di Madama (il Concordato bis), insieme al Cardinale Segretario di Stato, Agostino Casaroli. Forte di cotanta esperienza, anche l'attuale premier Silvio Berlusconi, sempre più nel rigagnolo dopo l'uscita dei finiani dal governo che lo avvicina pericolosamente alla tagliola della magistratura, corre ai ripari. Il quasi pluridivorziato di Arcore, per porre rimedio al salasso di voti cattolici, sta creando con i suoi potenti mezzi imprenditoriali una campana di vetro ad impermeabilizzare questo scandalo legato alla Chiesa, quello relativo all'emittente vaticana.

"Come una bomba atomica"
Sabato 13 novembre, nel silenzio pressoché assoluto dei media, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Zaira Secchi, dall'aula 1 della palazzina A, tenuta rigorosamente al riparo dai cronisti, ha dichiarato concluso l'incidente probatorio richiesto nel 2006 dalla Procura della Repubblica di Roma nell'ambito del procedimento penale indiziario in corso nei confronti dei responsabili di Radio Vaticana. Gli atti sono stati rimessi al sostituto Procuratore della Repubblica, Stefano Pesci, che al più tardi della prossima settimana si pronuncerà se istituire o meno il processo penale formale ed eventualmente con quale capo d'accusa. A difendere il Cardinale Roberto Tucci (direttore negli anni 1985 - 2001), Costantino Pacifici (responsabile della gestione tecnica) e padre Pasquale Borgomeo (storico redattore dell'emittente, quindi direttore, morto nel luglio 2009) c'è un pool di avvocati tra i quali spicca il principe del foro Franco Coppi, già difensore del senatore a vita Giulio Andreotti durante il processo Pecorelli. In attesa di giustizia, vi sono decine di famiglie che hanno perso i propri cari, spesso bambini, a causa di tumori che potrebbero essere stati scatenati dalle radiazioni. All'epoca del primo processo contro l'emittente, istituito nel 2000 con l'accusa di "getto pericoloso di cose" a chiedere la testa dei responsabili c'erano circa seicento persone riunitesi in comitati. Nel tempo, tuttavia, la maggior parte ha misteriosamente abbandonato la causa  lasciando l'incombenza di scontrarsi contro le sfere più alte dell'istituzione ecclesiastica a pochi irriducibili. Il perito epidemiologo Andrea Micheli, dirigente dell'istituto nazionale tumori di Milano, ha condotto uno studio durato ben quattro anni, scontrandosi spesso contro l'ostracismo degli ospedali cattolici che non fornivano dati: "L'indagine" - ha affermato Micheli in aula - "dimostra un'associazione coerente, importante e significativa di rischio di morte per leucemia o di rischio di ammalarsi di leucemia, linfoma e mieloma per lunga esposizione residenziale alla Radio Vaticana fino a  dodici chilometri di distanza da questa. L'eccesso di rischio è clamorosamente alto" - continua lo scienziato - "l'effetto è molto importante e non può essere dovuto al caso. I risultati ottenuti sono assolutamente impressionanti, non siamo stati in grado di trovare un fattore di causa diverso dalla Radio Vaticana". La chiosa è shoccante: "Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, soltanto negli studi epidemiologici relativi alle zone che hanno subito gli effetti dell'esplosione di una bomba atomica."
Il dossier ha analizzato i decessi per tutte le età avvenuti negli anni 1997 - 2003 ed ha evidenziato un fattore di rischio di morte per leucemia 4,9 volte superiore al valore atteso oltre i 12 chilometri di distanza ed un fattore di rischio pari a 1,7 volte se si considerano tutte le patologie tumorali del sistema emolinfopoietico (leucemie, linfomi, mielomi). Tale incidenza sale rispettivamente a 6,6 ed a 2,2 volte fra 6 e 12 chilometri. E' stata chiamata in causa anche una base della marina militare, Maritele, che insiste nella località La Storta. La struttura, però, secondo i dati non presenta livelli allarmanti di inquinamento elettromagnetico.

Prove di consapevolezza
Dalla perizia del dottor Micheli, un faldone di centoquaranta pagine, c'è da domandarsi se i responsabili della radio o gli apparati dello Stato, fossero o meno a conoscenza della pericolosità delle emissioni. Due documenti, fin'ora inediti, gettano un po' di luce. Il primo è una raccomandata A.R. con carta  intestata al Pontificum Collegium Germanicum et Hungaricum con sede a Roma in via San Nicola da Tolentino 13, scritta il 26 ottobre 1987. E' una delle missive con cui il Collegio Germanico, dopo esattamente trent'anni, risolveva i contratti con i braccianti che vivevano e lavoravano all'interno dell'area di Santa Maria di Galiera dove sono dislocate le antenne. Il numero dei tralicci, alla fine degli anni Ottanta, pochi mesi dopo la stipula del Concordato bis che sancì anche l'extraterritorialità della zona, subì un significativo incremento fino ad arrivare a quello attuale di cinquantotto. "(...) Nel frattempo" - si legge nella missiva - "furono installate due grandi antenne rotanti ed una per onde medie con quattro tralicci di una impressionante intensità di trasmissione. In breve tempo sarà, notevolmente, aumentata anche l'intensità della Stazione Trasmittente. (...) Tutto questo porta con sé costruzioni di nuove strade, posa in opera di nuovi cavi sotterranei e condutture elettriche in aria che traversano ed intersecano il terreno ostacolando il nostro lavoro di agricoltori e rendono l'attività svolta anche pericolosa per le radiazioni emesse. Gli specialisti raccomandano prudenza, vietano l'accesso a chi porta apparecchi speciali per il cuore. Quanto mi risulta anche la Rai ha allontanato tutti dal terreno della sua Stazione Radio (...)"La firma in calce è quella di padre Alessandro Csele, allora procuratore del Collegio Germanico. Nel "Bollettino per l'Occidente Cristiano", diretto da Pierre Fautrad a Fye, numero 12, risalente al luglio 1976, risulta che padre Csele è massone dal 25 marzo 1960 e possessore della tessera numero 1354-09 col nome di battaglia di Alcse. Il secondo documento  proviene dalla Scuola di Fanteria di Cesano, distante pochi chilometri dalle antenne. La comunicazione, avente come oggetto "Inquinamento elettromagnetico ambientale" è protocollata 5493/50008 ed è indirizzata agli utenti degli alloggi demaniali/palazzine 48 e 49. La data è quella del 6 novembre 1996: "Per questioni di sicurezza dispongo che, a partire dal 6 novembre 1996, è vietato a chiunque permanere sul terrazzo condominiale delle palazzine n. 48 e n. 49 per più di sessanta minuti". La firma, in omissis, è quella di un generale. C'è da chiedersi cosa sarebbe accaduto ai militari nel caso di una permanenza prolungata. A questa domanda, ahìloro, potrebbero rispondere le anime dei carabinieri chiamati a prestare servizio all'interno dell'area dove sorgono i tralicci. Il loro compito è quello di proteggere il perimetro, anche a costo della vita. Negli ultimi decenni, infatti, si è avuto un significativo tasso di mortalità tra le divise. Le cause ovviamente, sono tutte riconducibili ai tumori. Per tacere dei citofoni, i piccoli elettrodomestici ed i telefoni che avevano la sinistra abitudine di recitare il rosario a tutte le ore del giorno, come fossero posseduti.

MassonerIor
Il 12 settembre 1978, il settimanale Osservatore Politico, diretto da Mino Pecorelli, giornalista iscritto alla P2, pubblicò un articolo intitolato "La grande loggia vaticana", un elenco di centoventuno esponenti vaticani indicati quali affiliati alla massoneria. Nella famosa lista Pecorelli, in posizione 111, è inciso il nome di Roberto Tucci, iscritto dal 21 giugno 1957 col nome in codice di Turo. "Turo" è stato dal 1985 al 2001 il direttore di Radio Vaticana, braccio destro di Giovanni Paolo II che lo proclamò cardinale nel 2001. Ben peggior sorte è toccata, invece, a Pecorelli, ammazzato il 20 marzo 1979 nel quartiere Prati di Roma, poco distante dalla sua redazione, con quattro colpi di pistola calibro 7,65. Tra i responsabili dell'omicidio, spuntò il nome di Giulio Andreotti, indicato dai pentiti di mafia. A difenderlo c'era l'avvocato Coppi, lo stesso che ora prende le parti di Radio Vaticana.
Torniamo ad oggi. Durante l'indagine preliminare, la difesa ha riferito che quando furono erette le antenne a Santa Maria di Galeria, la zona adiacente non era popolata come adesso. Riscontro tanto veritiero quanto faziosamente incompleto poiché fu lo stesso Ior ad inaugurare gli insediamenti di Roma nord. L'emittente nasce il 12 febbraio 1931, esattamente due anni dopo i patti Lateranensi. Il taglio del nastro dell'attuale centro trasmittente, ampio circa 430 ettari, è invece datato 27 ottobre 1957, grazie ad un accordo tra governo e Santa Sede risalente al 1952. Nei primi anni Trenta, il pacchetto azionario di controllo della storica Società Generale Immobiliare passò all'Amministrazione Speciale della Santa Sede, guidata dal banchiere cattolico Bernardino Nogara ("il banchiere di Dio") che investì nel mattone parte del denaro vaticano. Il periodo più florido della società coincise con la fine della Seconda guerra mondiale. L'Immobiliare, con la copertura dello Ior, si impegnò nello sviluppo di Roma, edificando vari quartieri tra cui l'Olgiata (distante un tiro di schioppo dai tralicci) la quale, secondo perizia, è uno dei territori maggiormente falciati dalle radiazioni. Nel 1968 (a pochi anni dal completamento del comprensorio), l'Immobiliare passa sotto al controllo dell'avvocato affiliato alla loggia P2, Michele Sindona, uno dei più famigerati criminali del tempo, che in breve distruggerà il patrimonio aziendale fino al fallimento. Sindona morirà da mano ignota il 22 marzo 1986, dopo essere stato avvelenato nel supercarcere di Voghera dove scontava l'ergastolo per l'omicidio Ambrosoli. Ad essergli fatale fu il cianuro di potassio.

"Male non fa". O forse sì.
Di seguito, una serie di dichiarazioni su Radio Vaticana. "Non credo che abitare sotto i tralicci sia rischioso e chi ci vive accanto deve solo stare tranquillo" (Umberto Veronesi, oncologo e Ministro della Sanità 2000 - 2001); "Non risulta in nessun modo un nesso tra le emissioni elettromagnetiche della radio ed i casi di leucemia. Questa allarme, dal punto di vista razionale, è esagerato e non si basa su dati scientifici seri. I residenti possono stare tranquilli, le emissioni non provocano nessun danno" (padre Federico Lombardi, responsabile dei programmi); "Ciò che minaccia realmente è la campagna stampa che rischia di creare una psicosi artificialmente indotta, questa sì preoccupante" (padre Pasquale Borgomeo, ex direttore); "La maggior parte dei certificati di morte che redigo sono a causa di patologie tumorali (dottor Antonio Santi, medico condotto di Cesano); "Chiudete quella radio" (Il Coordinamento dei Comitati contro l'elettrosmog); "Si sono venduti le anime dei propri figli" (un genitore che commenta l'abbandono della causa di chi, come lui, ha perso un figlio morto di leucemia). 

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23 maggio 2018

Paolo Borsellino, l'ultima stagione



Il pomeriggio del 23 maggio 1992 il giudice Giovanni Falcone muore in un attentato a Capaci insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della sua scorta. Iniziano allora i 57 giorni più difficili del magistrato che più di altri ha condiviso con lui i successi e le difficoltà della stagione di lotta contro la mafia: l'amico Paolo Borsellino. Borsellino si lancia nel lavoro d'indagine. Vuole fare luce sulla morte dell'amico, scoprendone le cause e trovandone i responsabili. Ma l'uomo che ha visto morire Falcone tra le braccia, non è più quello di prima: è indurito, chiuso e si isola persino da amici e familiari. A raccontarlo è "Paolo Borsellino, l'ultima stagione" di Tommaso Franchini e Alessandro Chiappetta con la regia di Graziano Conversano che Rai Cultura propone martedì 18 luglio alle 21.10 su Rai Storia per "Diario Civile", con l'introduzione del Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti.
Ai colleghi, Borsellino annuncia: "Sappiate che questo è anche il nostro destino". Sa che lui sarà il prossimo obiettivo di Cosa Nostra e un attentato sembra ogni giorno più inevitabile. I carabinieri ricevono informative sull'arrivo di tritolo destinato al giudice mentre alcuni pentiti svelano oscuri legami tra Cosa Nostra e uomini delle istituzioni che non fanno un gioco pulito.
Borsellino viene anche informato che uomini dello Stato hanno iniziato un dialogo con i boss mafiosi per arrestare le stragi e avverte attorno a sé un clima di crescente isolamento. 
Vive 8 settimane di rabbia e inquietudine durante le quali ricorda con amarezza gli anni delle prime indagini di mafia, il sacrificio degli amici come il Capitano dei Carabinieri Emunuele Basile e il magistrato Rocco Chinnici, ripercorre i successi del Maxiprocesso istruito insieme a Falcone ma a anche le delusioni per le successive critiche e delegittimazioni che miravano a smantellare il Pool Antimafia e mortificare Falcone.
Diventato Procuratore Capo di Marsala Borsellino subisce l'attacco del famoso articolo di Sciascia sui "professionisti dell'antimafia" ma reagisce alle delegittimazioni con una durissima intervista pubblica che gli procura un procedimento disciplinare davanti al Csm.
Nel suo ultimo discorso tenuto alla Biblioteca Comunale di Palermo nel giugno del 1992, Borsellino afferma che la morte di Falcone era iniziata in quella stagione di veleni e parla di "giuda" che lo hanno ingannato.  Dimostra di sapere dunque che esistono persone pronte ad abbandonare anche lui, e in un drammatico episodio ricordato da una sua collega, Borsellino per la prima volta parla di aver saputo di "amici che tradiscono".
Dimostra però un senso inflessibile della lealtà e decide di non venire meno a ciò che considera un dovere ineludibile, un obiettivo da perseguire anche in solitudine e fino in fondo, a costo di rinunciare a tutto.

www.raistoria.rai.it