07 aprile 2009

Terremoto a L'Aquila

www.byoblu.com

Paolo Franceschetti: Le scie chimiche. Aspetti psicologici del problema.

Paolo Franceschetti Premessa.
. Nessun altro problema sul web crea discussioni come quello delle scie chimiche. Nessun altro argomento, quando viene sollevato, suscita una marea di insulti, reazioni scomposte, attacchi personali, ecc… Lo potete constatare osservando gli articoli del nostro blog. Abbiamo scritto, o fatto capire, che noti personaggi del mondo dello spettacolo o della politica o della magistratura, sono nella Rosa Rossa. E non si è sollevato se non qualche sporadico commento di critica o di dubbio, quasi sempre legittimo e in buona fede. Abbiamo scritto che dietro a tutte le stragi italiane c’era sempre lo stato, e Gladio in particolare. Ma nessuno ha protestato o tirato fuori ipotesi contrarie. Ma se si parla di scie chimiche succede un putiferio. Un semplice post, che non consisteva neanche in un articolo, ma nella semplice pubblicità di un convegno, ha suscitato un vespaio. Per giunta, in questo modo i detrattori del fenomeno delle scie chimiche raggiungono un effetto opposto. Cioè rafforzano la tesi di Marcianò e di tutti gli altri, perché chiunque veda questo caos, questi insulti, questi attacchi, questa rabbia dimostrata verso delle persone che, qualunque sia la verità, comunque lavorano per fare un servizio agli altri, non può non essere indotto a pensare che sotto ci sia del vero. Se infatti venisse qualcuno a sostenere in un sito apposito che il Gran Dio di tutte le Nutelle scenderà sulla terra nel 2011 portando la Nutella a tutti i popoli, io credo che nessuno si sognerebbe di criticare, insultare, o deridere. Né tantomeno di aprire un sito solo per criticare il sostenitore della divinità della Nutella. Al massimo qualche visitatore potrebbe fare qualche commento ironico e finirebbe li. Ci sono molti siti che sostengono tesi strampalate o che vengono considerate tali. Il sito Stazione Celeste ad esempio riporta messaggi canalizzati da altre entità angeliche… ma nessuno si prende la briga di attaccarlo o insultarlo. Il sito guardalamiamerda.it, blog tra l’altro che si dichiara iscritto al gruppo “i blog di merda” si becca al massimo qualche insultino del tipo “ma vai a cagare… pezzo di merda…”. In compenso raccoglie anche entusiastici consensi (un anonimo delle 18.57 dice infatti: La merda ha un suo fascino, trovo giusto dedicargli un blog, bravo. W la merda.) Poi abbiamo il sito http://www.chupacabramania.com/articoli/loch_ness.htm, dedicato a mostri vari… Ma nessuno si sogna di dare ai curatori del sito dei ladri, dei paranoici, ecc… Viene da domandarsi il perché di questo trattamento riservato a Marcianò e a chi si occupa di schi chimiche. Considerazioni.
. Prima però facciamo alcune considerazioni di tipo psicologico. Una persona equilibrata raramente si scaglia con violenza contro qualcosa o qualcuno. Scagliarsi violentemente, odiare e avere sentimenti forti, è indizio di un problema; è indizio cioè che la persona si sente colpita nel vivo. E’ una regola base della psicologia. Se avvicinate una persona di colore e le dite “sporco negro” avete buone possibilità di essere gonfiati di botte; se invece le dite “sporco marziano” quello vi guarderà con sufficienza. Se avvicinate un mafioso siciliano e gli dite “sciamano della foresta amazzonica” probabilmente quello vi guarderà con stupore pensando che avete qualche rotella fuori posto; ma se gli dite “frocio” avete ottime probabilità di non vedere l’alba del giorno dopo perché in certi posti l’omosessualità è un problema. In pratica quando voi parlate con una persona e la criticate, il fatto che questa si arrabbi è quasi sempre (salvo qualche rara eccezione) indizio che avete colto nel segno e avete individuato un suo punto debole. La rabbia e l’odio cioè, nascono sempre da qualcosa che ci tocca profondamente. Ecco il motivo per cui un sito sulla merda non riceve l’onore di avere dei contrositi dedicati a lui. E un sito sul mostro di Loch Ness non se lo fila nessuno, salvo gli appassionati dell’argomento. Occorre poi considerare un altro fattore. Dedicare troppo tempo ad andare “contro” qualcosa, significa avere qualche disturbo di personalità, a meno che il fenomeno contro cui ci si scaglia non abbia importanza. Essere contro la guerra ha un suo senso perchè si tratta di un male che investe la società; essere contro la povertà pure… Ma essere “contro” dei fenomeni innocui e marginali non è normale. Se infatti una persona dovesse perdere tempo a insultare tutte le persone che dicono qualcosa che non condivide, e se dovesse creare un sito contro tutto ciò che lo disturba, non basterebbe una giornata di 240 ore… Io ad esempio dovrei creare un sito contro il grande fratello, uno contro Maurizio Costanzo, uno contro Berlusconi, uno contro Sanremo, uno contro la frittura perchè fa male, uno contro tutti i surrogati della Nutella che fanno schifo, e poi dovrei passare il mio tempo a provocare, insultare e contestare i siti satanisti, i siti massonici, i siti frivoli di cucina e di moda, i siti di Forza Italia, i siti antibuddisti, i siti cattolici, i forum dei vari quotidiani asserviti al sistema ecc… Cioè non vivrei più. Personalmente non ho tempo da dedicare neanche a chi mi insulta e mi critica, preferendo dedicarmi a costruire, anziché a distruggere, perché lo trovo più sano. Quindi, coloro che dedicano troppo tempo ad un fenomeno hanno qualche disturbo, oppure, nella stragrande maggioranza dei casi, sono pagati ad hoc per disturbare e impedire le reali disscussioni su certi temi. L’atteggiamento di coloro che si scagliano contro le scie chimiche è stupido per una terza ragione. E’ logico infatti che Marcianò, Penna, e tutti gli altri che cercano di informare sulle scie chimiche, sarebbero felici di sapere che si sbagliano. Così come io sarei felice di scoprire che la Rosa Rossa non esiste, che mi sono sbagliato su tante cose; perché vorrebbe dire che il mondo è migliore di come lo vedo. Quindi è ovvio che Marcianò e gli altri “sciachimisti”, a torto o a ragione, fanno qualcosa che credono utile per la società. Allora scagliarsi contro di loro non ha senso perché delle due l’una: o gli schiachimisti sono in errore, e allora bisognerebbe spiegarglielo con calma e con argomenti convincenti; nel qual caso poi saremmo tutti felici che loro siano in errore, mentre la rabbia sarebbe una reazione fuori posto. Pensare che hanno torto dovrebbe dare anzitutto una reazione di sollievo. E in secondo luogo basterebbe lasciarli fare, perché il loro lavoro naufragherebbe da sé, senza bisogno di tanta fatica da parte di esterni.
Oppure hanno ragione. E allora bisognerebbe aiutarli e cercare di capire anche noi.
Se uno ha torto, in altre parole, non c'è bisogno di arrabbiarsi tanto e sprecare tanta fatica. Perchè il problema si risolverebbe da sè. Nel 2011 tutti vedremo che il gran Dio Della Nutella non porterà la Nutella a tutti i popoli, e non c'è bisogno di scaldarsi e insultare per dimostrarlo. In ogni caso però l’atteggiamento di rabbia, gli insulti e le altre reazioni scomposte, impededendo o ritardando la comprensione della verità, nuoce a tutti. Conclusioni
. Come ho detto più volte io so poco delle scie chimiche, e non posso dare un mio parere personale. Capisco però dalle varie reazioni demenziali che ha ragione Marcianò. Riprendo una frase che sentii dire da Carlo Palermo tempo fa: “mi minacciano, quindi sono sulla strada giusta”. Ecco, per coloro che si occupano di scie chimiche vale la stessa regola. La reazioni esagerate contro di loro, tanto che hanno creato addirittura un sito dedicato complottismo.blogspot.com, indica che queste persone sono sulla strada giusta. Resta da capire perché le reazioni sono addirittura più violente rispetto a chi si occupa di altri argomenti “complottisti” come l’11 settembre o la Rosa Rossa. Il motivo è semplice. Parlare della Rosa Rossa, di Gladio come regia unica in tutte le stragi italiane, di 11 settembre, di massoneria, ecc…, non tocca gli interessi immediati e vitali del cittadino (perlomeno questa è la percezione che ha il lettore...). Quindi non c’è il rischio di reazioni immediate. Il problema delle scie chimiche, invece, investe direttamente la salute e la sicurezza di TUTTI i cittadini, e paradossalmente anche di quelli che hanno una certa voce e un certo potere nella società; anche politici, amministratori pubblici, e persone potenti sono infatti soggetti a respirare i gas delle scie chimiche. E c’è il rischio di un sollevamento popolare, c’è il rischio che si creino comitati di cittadini che potrebbero intervenire, ecc… In altre parole. Un articolo su Gladio lascia indifferenti perchè in fondo hanno ammazzato altri, non un parente. C’è la Rosa Rossa dietro ai delitti di Cogne Erba o Garlasco? E che gliene frega al lettore? Mica abita a Cogne, Erba o Garlasco! Ma le scie chimiche stanno sulla testa di tutti. Nuocciono a tutti. E ledono interessi vitali ed immediati di tutti. E il sistema non può permettere che la verità venga resa nota. Il lettore potrebbe dire: “Cavolo… e se fosse vero? Sono guai per me…” Ecco il motivo della violenza degli attacchi contro chi si occupa di questi problemi. Il sistema deve intervenire in modo rapido ed immediato, perchè non può permettersi che il problema venga conosciuto. Alcune considerazioni finali su Internet e sul “sistema” in cui viviamo. Molti, privatamente e non, mi hanno chiesto di togliere i commenti di insulti al post sulle scie chimiche. In realtà ho preferito lasciarli per un motivo che vi spiego. La realtà virtuale, su internet, ripete gli stessi meccanismi della realtà corporale e fisica. Ci sono però due differenze non da poco. La prima è che nella realtà virtuale non ci sono grossi pericoli. Se ti minacciano, ti attaccano, ti disturbano, tutto ciò avviene solo per mezzo di parole e immagini; cioè avviene con l’utilizzo di strumenti che non possono farci del male veramente. Basta spegnere il PC e gli insulti svaniscono, le minacce non esistono. Il massimo del danno che possono provocare potrebbe essere la chiusura di un forum o di un blog (che poi riaprirebbe altrove). Ma la vita continuerebbe come al solito. Nella realtà fisica invece ti possono uccidere, togliere beni materiali, distruggere rapporti con le persone che ami, cioè creare difficoltà reali. La seconda differenza è la rapidità con cui i fenomeni sul web nascono e muoiono. I rapporti umani, le organizzazioni e le varie iniziative, che possono nascere sulla rete, hanno spesso una maggiore rapidità nel nascere e una maggiore rapidità nel distruggersi o essere distrutti. Per il resto però la realtà virtuale segue gli schemi della realtà fisica. Nascono e muoiono rapporti, ci si arrabbia, ci lasciamo attrarre dalle persone, ci sentiamo più o meno sereni a seconda di una parola giusta o sbagliata, impariamo, cresciamo, evolviamo, cambiamo idea, odiamo, ci scontriamo, stringiamo amicizie… I cosiddetti “poteri occulti” e i servizi segreti, agiscono sul web con le stesse modalità con cui agiscono nella realtà fisica, con la differenza che sul web non ci sono pericoli e tutto è più rapido. Osservare quindi come operano questi poteri sul web, può dare la misura di come essi operino anche nella realtà. Memorabile ad esempio, nel mio blog e nel forum “Poteri occulti”, è l’intervento di un personaggio che si firma Maestro di Dietrologia, il quale prima con il nick 33 ha postato della minacce su questo blog; poi dopo qualche tempo, dopo che molti lettori si erano preoccupati e qualcuno aveva addirittura decriptato il significato esoterico di quelle minacce, ha confessato di aver messo lui quelle minacce per farmi capire quanto io sia paranoico, e per farmi riflettere sul fatto che grido “al lupo al lupo” per degli innocui messaggi che in realtà erano semplici giochi di parole. A suo dire, questo personaggio l’avrebbe fatto “per il mio bene” e perché “mi stima”. Più o meno quello che è successo ad Antonella Randazzo, a cui hanno aperto un blog dedicato “le censure di Antonella Randazzo”, non per attaccarla ma – dice colui che ha aperto il sito – perché le vuole bene…. Per farla ragionare… per aiutarla a crescere. http://lecensurediantonellarandazzo.blogspot.com/ Stessa identica tecnica di Maestro di Dietrologia. La verità è che nessuno spreca tanto tempo ed energie per qualcosa che non condivide. A meno che non abbia un interesse personale nella questione. A meno che, cioè, non sia pagato dal sistema. Un lettore mi ha telefonato dicendo “Paolo, ora che ho osservato il comportamento di Maestro di Dietrologia, e di RosaR, se quello che vedo sul web corrisponde a quello che devi subire nella realtà, capisco quanto debba essere dura la tua vita”. Ho risposto che il problema non è il web. Qui tutto può essere preso con un enorme gioco, e i commenti di debunker professionisti talvolta mi hanno fatto addirittura ridere con le lacrime agli occhi per l’umorismo e l’intelligenza dimostrata. Lascio quindi senza censura i post sulle scie chimiche, come lascio sul mio forum tutti i commenti dei debunkers vari, affinchè chiunque abbia tempo e voglia possa andare ad analizzarli e avere, sul web, una specie di schema dell’operato di questi poteri in ogni altro campo. Le tecniche utilizzate sono sempre le stesse e sono state analizzate sia da Massimo Mazzucco in un recente articolo dal titolo “Manuale operativo dell’acchiappadebunker” se lo conosci lo combatti:
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3121 sia da Antonella Randazzo in un altro articolo dal titolo “Controllori all’attacco dei controllati”, a cui rimando: http://lanuovaenergia.blogspot.com/2009/03/le-false-dispute-controllori-allattacco.html Se volete farvi un’idea della tecnica usata, ma allo stesso tempo anche divertirvi, è perfetta la vicenda delle minacce di morte da parte di questo personaggio che si firma Maestro di Dietrologia, alias 33, minacce che poi sono diventate innocui scherzi per il mio bene. Chi avrà la pazienza di leggere tutto con attenzione ne trarrà degli spunti interessanti e potrà verificare l’applicazione pratica delle tecniche operative di cui parla Mazzucco. Il link è questo: http://poteriocculti.mastertopforum.net/minaccia-sul-blog-decriptazione-da-parte-di-un-esperto--vt129.html Occorre prendere le vicende del web come una specie di gioco virtuale, in cui per fortuna nessuno muore e nessuno ha problemi materiali, ricordando ai lettori e a chi è oggetto di attacco che “le parole non hanno nessun potere su di noi, se non siamo noi a darglielo”.
_______________________________________________________________
PS. Vorrei qui pubblicamente esprimere la mia protesta contro il sito
Il sito assegna ogni anno il perlone d'oro, al complottista che dice maggiori cazzate.
Se fosse un sito serio, includerebbe anche me tra i complottisti. Ritengo invece che anche questo sito sia condizionato dalle solite lobby, i favoritismi, ecc... Altrimenti non si capisce perchè gli insulti e il premio Perlone lo danno solo a Mazzucco e Marcianò.
Ho scritto al sito "complottismo" protestando per la discriminazione contro di me, e chiedendo di essere inserito tra i candidati al Perlone d'oro e loro mi hanno risposto che prenderanno in considerazione la mia richiesta. Ma finora nulla... non un articolo, non un insulto, una presa per il culo, niente di niente.
Credo infatti che il sito "complottismo" sia stato creato da Marcianò Mazzucco e dalla Randazzo, a fini pubblicitari.
Paolo Franceschetti: Le scie chimiche. Aspetti psicologici del problema.

25 marzo 2009

ZOMBIE GEITHNER'S CORPORATE STATE BAILOUT OF TOXIC DERIVATIVES

  • Need a Real Sponsor here
  • My Plan for Bad Bank Assets

    The private sector will set prices. Taxpayers will share in any upside.

    By TIMOTHY GEITHNER

    The American economy and much of the world now face extraordinary challenges, and confronting these challenges will continue to require extraordinary actions.
    [Commentary] AP
    No crisis like this has a simple or single cause, but as a nation we borrowed too much and let our financial system take on irresponsible levels of risk. Those decisions have caused enormous suffering, and much of the damage has fallen on ordinary Americans and small-business owners who were careful and responsible. This is fundamentally unfair, and Americans are justifiably angry and frustrated.
    The depth of public anger and the gravity of this crisis require that every policy we take be held to the most serious test: whether it gets our financial system back to the business of providing credit to working families and viable businesses, and helps prevent future crises.
    Over the past six weeks we have put in place a series of financial initiatives, alongside the Recovery and Reinvestment Program, to help lay the financial foundation for economic recovery. We launched a broad program to stabilize the housing market by encouraging lower mortgage rates and making it easier for millions to refinance and avoid foreclosure. We established a new capital program to provide banks with a safeguard against a deeper recession. By providing confidence that banks will have a sufficient level of capital even if the outlook is worse than expected, more credit will be available to the economy at lower interest rates today -- making it less likely that the more negative economy they fear will take place.
    [Commentary] Getty Images
    We started a major new lending program with the Federal Reserve targeted at the securitization markets critical for consumer and small business lending. Last week, we announced additional actions to support lending to small businesses by directly purchasing securities backed by Small Business Administration loans.
    Together, actions over the last several months by the Federal Reserve and these initiatives by this administration are already starting to make a difference. They have helped to bring mortgage interest rates near historic lows. Just this month, we saw a 30% increase in refinancing of mortgages, which means millions of Americans are taking advantage of the lower rates. This is good for homeowners, and it's good for the economy. The new joint lending program with the Federal Reserve led to almost $9 billion of new securitizations last week, more than in the last four months combined.
    However, the financial system as a whole is still working against recovery. Many banks, still burdened by bad lending decisions, are holding back on providing credit. Market prices for many assets held by financial institutions -- so-called legacy assets -- are either uncertain or depressed. With these pressures at work on bank balance sheets, credit remains a scarce commodity, and credit that is available carries a high cost for borrowers.
    Today, we are announcing another critical piece of our plan to increase the flow of credit and expand liquidity. Our new Public-Private Investment Program will set up funds to provide a market for the legacy loans and securities that currently burden the financial system.
    The Public-Private Investment Program will purchase real-estate related loans from banks and securities from the broader markets. Banks will have the ability to sell pools of loans to dedicated funds, and investors will compete to have the ability to participate in those funds and take advantage of the financing provided by the government.
    The funds established under this program will have three essential design features. First, they will use government resources in the form of capital from the Treasury, and financing from the FDIC and Federal Reserve, to mobilize capital from private investors. Second, the Public-Private Investment Program will ensure that private-sector participants share the risks alongside the taxpayer, and that the taxpayer shares in the profits from these investments. These funds will be open to investors of all types, such as pension funds, so that a broad range of Americans can participate.
    Third, private-sector purchasers will establish the value of the loans and securities purchased under the program, which will protect the government from overpaying for these assets.
    The new Public-Private Investment Program will initially provide financing for $500 billion with the potential to expand up to $1 trillion over time, which is a substantial share of real-estate related assets originated before the recession that are now clogging our financial system. Over time, by providing a market for these assets that does not now exist, this program will help improve asset values, increase lending capacity by banks, and reduce uncertainty about the scale of losses on bank balance sheets. The ability to sell assets to this fund will make it easier for banks to raise private capital, which will accelerate their ability to replace the capital investments provided by the Treasury.
    This program to address legacy loans and securities is part of an overall strategy to resolve the crisis as quickly and effectively as possible at least cost to the taxpayer. The Public-Private Investment Program is better for the taxpayer than having the government alone directly purchase the assets from banks that are still operating and assume a larger share of the losses. Our approach shares risk with the private sector, efficiently leverages taxpayer dollars, and deploys private-sector competition to determine market prices for currently illiquid assets. Simply hoping for banks to work these assets off over time risks prolonging the crisis in a repeat of the Japanese experience.
    Moving forward, we as a nation must work together to strike the right balance between our need to promote the public trust and using taxpayer money prudently to strengthen the financial system, while also ensuring the trust of those market participants who we need to do their part to get credit flowing to working families and businesses -- large and small -- across this nation.
    This requires those in the private sector to remember that government assistance is a privilege, not a right. When financial institutions come to us for direct financial assistance, our government has a responsibility to ensure these funds are deployed to expand the flow of credit to the economy, not to enrich executives or shareholders. These provisions need to be designed and applied in a way that does not deter the participation by the private sector in generally available programs to stabilize the housing markets, jump-start the credit markets, and rid banks of legacy assets.
    We cannot solve this crisis without making it possible for investors to take risks. While this crisis was caused by banks taking too much risk, the danger now is that they will take too little. In working with Congress to put in place strong conditions to prevent misuse of taxpayer assistance, we need to be very careful not to discourage those investments the economy needs to recover from recession. The rule of law gives responsible entrepreneurs and investors the confidence to invest and create jobs in our nation. Our nation's commitment to pursue economic policies that promote confidence and stability dates back to the very first secretary of the Treasury, Alexander Hamilton, who first made it clear that when our government gives its word we mean it.
    For all the challenges we face, we still have a diverse and resilient financial system. The process of repair will take time, and progress will be uneven, with periods of stress and fragility. But these policies will work. We have already seen that where our government has provided support and financing, credit is more available at lower costs.
    But as we fight the current crisis, we must also start the process of ensuring a crisis like this never happens again. As President Obama has said, we can no longer sustain 21st century markets with 20th century regulations. Our nation deserves better choices than, on one hand, accepting the catastrophic damage caused by a failure like Lehman Brothers, or on the other hand being forced to pour billions of taxpayer dollars into an institution like AIG to protect the economy against that scale of damage. The lack of an appropriate and modern regulatory regime and resolution authority helped cause this crisis, and it will continue to constrain our capacity to address future crises until we put in place fundamental reforms.
    Our goal must be a stronger system that can provide the credit necessary for recovery, and that also ensures that we never find ourselves in this type of financial crisis again. We are moving quickly to achieve those goals, and we will keep at it until we have done so.
    Mr. Geithner is the U.S. Treasury secretary.
     
     


    21 marzo 2009

    The Obama Deception - L'Inganno di Obama

    L'Inganno di Obama, di Alex Jones - Sottotitoli in italiano L'ultimo film documentario di Alex Jones sui legami oscuri di Barack Obama con gli influenti personaggi dell'economia mondiale e l'agenda globalista del Nuovo Ordine Mondiale. www.prisonplanet.com www.obamadeception.net

    06 marzo 2009

    Rebus Sequel - Gli uomini dietro le quinte

    Avete mai fatto caso agli uomini dietro le quinte? A quelli che ben celati tirano i fili? Chi sono? Quali sono i loro scopi? E' possibile che abbiano avuto parte nei tragici fatti dell'11 settembre 2001? E' possibile che sappiano la verità sulle Scie Chimiche"? Sono loro a tenere in vita il "Signoraggio"? Il controllo dell'informazione può essere causa di "grandi distrazioni". Essere informati, però, è l'unica salvezza possibile. In Studio: Vittorio Di Cesare, Direttore di Cronos; Alessandro Coscia, Esperto di intelligence ...SEGUE su google video: 11 settembre 2001 Scie Chimiche Signoraggio Rifiuti REBUS SEQUEL: GLI UOMINI DIETRO LE QUINTE - Condotto da Maurizio Decollanz - Andato in onda lunedì 9 febbraio alle 21.30 su Odeon e Odeon24 (SKY827). www.youtube.com

    05 marzo 2009

    A marce forzate verso la dittatura

    Le decisioni arbitrarie assunte dall'esecutivo in merito, ad esempio, alla dolorosa (ed ignobilmente strumentalizzata) vicenda di Eluana Englaro, dimostrano come questo governo sia l'avanguardia del Nuovo ordine mondiale. Non è un caso se è l'Italia, almeno per ora, lo stato in cui più evidenti sono i prodromi dell'instaurazione di una dittatura internazionalsocialista. In Italia si trova la Città del Vaticano e molti ministri dell'attuale governo sono legati all'Opus "Dei". E' inoppugnabile: i titolari dei vari dicasteri ottemperano agli ordini di Babilonia la Grande. Ormai belzebusconi, rimossi una serie di ostacoli, deve solo risolvere pochi problemi, in primo luogo eliminare l'impedimento costituito dalla già calpestata Costituzione. La Costituzione deve essere snaturata, stravolta, svuotata: una volta abbattuto questo piccolo argine che ancora ci separa dalla tirannia, il Leviatano non conoscerà più limiti al suo funesto strapotere. Il decreto sulla "sicurezza" contiene delle norme liberticide, volte a censurare i pochi blog liberi della Rete ed a ridurre al silenzio tutte le voci che osino criticare il sistema. Il ministro dell'Inferno, anche grazie ai media asserviti ai gerarchi, istiga atteggiamenti xenofobi, fomenta odi, attuando una politica finalizzata a creare le condizioni per una crisi sociale dirompente. L'obiettivo è chiaro: perseguire i reati di opinione (presto sarà la volta degli psicoreati) con il pretesto che su alcuni siti denominati "social networks", certi utenti inneggiano alla mafia. Si tratta certamente di una situazione creata ad hoc, seguendo il solito schema (problema, reazione, risoluzione): la Feccia del buco, infatti, è un portale che, oltre a carpire dati personali, è servito per trovare l'attuale alibi per azioni di censura cinese. Sembra che il nostro sciagurato paese sia la cavia per la creazione di uno stato di polizia che preluda al Nuovo ordine globale. Come dimenticare, infatti, altre avvisaglie inquietanti, come la digitalizzazione progressiva dell'identità personale e la sparizione del denaro non elettronico? "Le carte d’identità del futuro potrebbero funzionare anche come strumento di riconoscimento per accedere alla filiale della propria banca, ai propri servizi bancari e così via. Basti pensare che, a partire dal prossimo luglio, saranno emessi circa due milioni di passaporti elettronici all’anno, con un chip che oltre alla foto digitale (già registrata in tutti i passaporti rilasciati da ottobre 2006), contiene anche le impronte digitali del cittadino" (da un articolo del quotidiano La Stampa). Considerato poi che questi sistemi elettronici non sono del tutto affidabili, poiché si prestano a furti di identità, il passo successivo sarà quello del microprocessore sottocutaneo, il marchio per trasformare definitivamente gli uomini in capi di bestiame. Non è fortuito se la principale azienda produttrice di microchips sottocutanei ha recentemente cambiato denominazione, da Verichip, ad Xmark. Anche nel nome dunque l'infame società evoca ora il marchio dell'Apocalisse. E' inutile confidare nella falsa opposizione della cosiddetta "sinistra" o nell'informazione da smidollati di siti pseudo-indipendenti, capaci solo di perdersi in viete analisi sui limiti e le contraddizioni del capitalismo e di incensare quel cicisbeo di Travaglio. E' necessario, invece, contrastare con determinazione, in ogni modo legale, la deriva totalitaria del sistema. Occorre denunciare i progetti di dominio globale e promuovere una vera presa di coscienza. Se non si riuscirà in questi intenti, resteranno pochissime opportunità per invertire la rotta che ci sta conducendo verso la catastrofe. Antonio Marcianò zret.blogspot.com

    01 marzo 2009

    Come viene visto Berlusconi nel resto del mondo

    Raccolta di spezzoni di satira, interventi, interviste e pubblicità per capire meglio come, nel resto nel mondo, viene visto Berlusconi. I video raccolti nel filmato sono consultabili singolarmente qui: http://it.youtube.com/view_play_list?p=B304E23D72B6D9A3

    17 febbraio 2009

    US COP ADMITS 911 INSIDE JOB & FEMA DEATH CAMPS

    Jack Mclamb denuncia pubblicamente che l'11 settembre è stato un lavoro fatto dall'interno dell'apparato USA! Il suo sito web può essere trovato qui: http://www.jackmclamb.org/

    Strategie per una guerra mondiale: Una coalizione internazionale di politici vuole la verità sull’11/9

    Nel mondo pochi parlamentari hanno tenuto ferma una visione critica nei confronti delle versioni ufficiali sui fatti dell’11 settembre 2001. Queste personalità politiche, di diverse provenienze partitiche e nazionali, hanno trovato però il modo di coordinarsi per rafforzare la loro azione e riaprire le inchieste sui mega-attentati dell’11/9, la pietra angolare del nuovo secolo e delle sue guerre. Le assemblee elettive – misurandosi con lo stragismo degli anni duemila - non hanno tentato indagini paragonabili a quelle sperimentate in Italia per lo stragismo di qualche decennio fa. Allora si comprendeva la complessità dei fenomeni e perciò si cercava di scavare nelle complicità di Stato condizionate dalla “strategia della tensione”. Le commissioni parlamentari italiane, per quanto non fossero tribunali in grado di portare a una verità giudiziaria sufficiente a rendere giustizia, erano tuttavia capaci di frustrare il tentativo del potere di dar la colpa a un qualche capro espiatorio. Grandi movimenti, molti giornali e autorevoli politici creavano una consapevolezza collettiva molto forte. La ricerca della verità sul terrorismo era un terreno etico e politico di fondamentale importanza, sentito come tale da larghe porzioni dell’opinione pubblica, dei media e della politica. In questi anni invece ha vinto la linea Rumsfeld. I parlamenti si sono rifugiati nelle parole d’ordine che imponevano l’interpretazione corrente dell’11/9, che poi era quella dell’Amministrazione Bush-Cheney e delle sue officine della propaganda. Eppure, in molte aule e in molte tribune, diverse importanti voci ostinate hanno difeso con forza la necessità di una nuova inchiesta. Il network in cui ora queste voci si coordinano si chiama “Political Leaders for 9/11 Truth”, ossia “Leader politici per la Verità sull’11/9”. Il primo nucleo di parlamentari ed ex parlamentari della coalizione comprende fra i fondatori le seguenti personalità:
    Berit Ås, ex parlamentare, Norvegia Andreas von Bülow, ex ministro della difesa, Germania Giulietto Chiesa, europarlamentare, Italia Yukihisa Fujita, membro della Camera dei Consiglieri in seno alla Dieta nazionale, Giappone Dan Hamburg, ex deputato californiano della Camera dei Rappresentanti in seno al Congresso (USA) Tadashi Inuzuka, membro della Camera dei Consiglieri in seno alla Dieta nazionale, Giappone. Karen S. Johnson, ex senatrice, Stato dell’Arizona, USA Paul Lannoye, ex europarlamentare, Belgio Cynthia McKinney, ex deputata georgiana della Camera dei Rappresentanti in seno al Congresso (USA) Michael Meacher, ex ministro dell’ambiente, Regno Unito Jesse Ventura, ex governatore dello Stato del Minnesota, USA
    È imminente l’apertura di un sito che esporrà gli obiettivi del network. Intanto potete leggere di seguito la sua carta d’intenti e la petizione per una nuova inchiesta. Political Leaders for 9/11 Truth indirizzo e-mail: pl911truth@frontiernet.net Studiosi e professionisti con vari tipi di competenze - tra cui architetti, chimici, ingegneri, vigili del fuoco, agenti di intelligence, avvocati, ufficiali militari, filosofi, fisici, e piloti - hanno parlato apertamente in merito alle radicali differenze tra la versione ufficiale degli attentati dell’11/9 e quel hanno invece imparato in qualità di ricercatori indipendenti. Hanno stabilito al di là di ogni ragionevole dubbio che la versione ufficiale dell’11/9 è falsa e che, pertanto, le “inchieste” ufficiali sono davvero state operazioni di insabbiamento. Finora, tuttavia, non vi è stata alcuna risposta da parte dei leader politici a Washington né, se è per questo, in altre capitali in tutto il mondo. La nostra organizzazione, Political Leaders for 9/11 Truth (Leader politici per la Verità sull’11/9, ndt), è stata costituita per contribuire a far scaturire una tale risposta. Noi crediamo che la verità sul sull’11/9 abbia bisogno di essere svelata adesso - non fra 50 anni come una nota a piè di pagina nei libri di storia – in modo che possano essere cambiate le politiche fondatesi sull’interpretazione degli attacchi dell’11/9 da parte dell’amministrazione Bush-Cheney. Pertanto, facciamo appello a una nuova inchiesta indipendente sull’11/9, che tenga conto degli elementi di prova che sono stati documentati da ricercatori indipendenti, ma finora ignorati dai governi e dai media mainstream. Un’inchiesta "indipendente" significa, in particolare, indipendente dalle amministrazioni statunitensi che erano al potere, prima e al momento degli attentati dell’11/9, che potrebbero avere cose da nascondere. Come dimostrato dallo scrittore del New York Times Philip Shenon nel suo libro del 2008, The Commission, la Commissione sull’11/9 era guidata dal suo direttore esecutivo, Philip Zelikow, il quale era associato molto strettamente all'amministrazione Bush. Il National Institute of Standards and Technology (NIST), che ha rilasciato i rapporti ufficiali sulla distruzione del World Trade Center, è un’agenzia del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, il che significa che, durante la scrittura di queste relazioni, era una agenzia dell’amministrazione Bush-Cheney. Se ricoprite o avete ricoperto una carica politica negli Stati Uniti o in qualsiasi altro paese, siete invitati a firmare la petizione sotto riportata. (Partecipare a Political Leaders for 9/11 Truth non richiede in qualsiasi momento nient’altro che firmare la petizione, anche se ulteriori attività volte a diffondere la verità sull’11/9 saranno naturalmente incoraggiate.) Potete indicare la vostra disponibilità a firmare la petizione sia scrivendo un’email all’indirizzo pl911truth@frontiernet.net sia per iscritto inviando una lettera a Political Leaders for 9/11 Truth, P.O. Box 2289, Show Low, AZ 85902 U.S.A. Si prega di indicare esattamente come si desidera che il nome sia scritto, quali incarichi politici avete ricoperto, e qualsiasi altra cosa che eventualmente desideriate dire). PETIZIONE:
    CONSIDERANDO che la pubblica interpretazione degli attentati dell’11/9 da parte dell'amministrazione Bush-Cheney ha avuto conseguenze radicali, in gran parte negative, per gli Stati Uniti d'America e il mondo intero; CONSIDERANDO che le indagini ufficiali su questi attacchi effettuate finora sono state guidate da persone strettamente allineate all’amministrazione Bush-Cheney, o perfino da essa assunte; CONSIDERANDO che le conclusioni di tali indagini differiscono radicalmente da quelle raggiunte da ricercatori indipendenti con vari tipi di esperienza professionale; CONSIDERANDO che le organizzazioni dei ricercatori - Firefighters for 9/11 Truth, Lawyers for 9/11 Truth, Pilots for 9/11 Truth, Scholars for 9/11 Truth and Justice, and Veterans for 9/11 Truth - hanno fatto appello a un’indagine nuova, veramente indipendente; CONSIDERATO che riteniamo che sia passato molto tempo per i leader politici affinché prestassero attenzione a questi appelli; PER TUTTE QUESTE RAGIONI, i sottoscritti membri di Political Leaders for 9/11 Truth, chiedono che il governo degli Stati Uniti d'America autorizzi un’indagine nuova, veramente indipendente, volta a determinare quel che è accaduto l’11/9.
    di Pino Cabras - da «Megachip» Strategie per una guerra mondiale: Una coalizione internazionale di politici vuole la verità sull’11/9

    13 febbraio 2009

    Oscar Luigi Scalfaro Manifestazione in difesa della Costituzione

    Il Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro parla alla Manifestazione in difesa della Costituzione del 12/02/2009

    10 febbraio 2009

    Emanuela Orlandi e servizi segreti

    La presenza dei servizi segreti nel caso Orlandi. A "Chi l'ha visto" del 22 dicembre 2008.

    29 gennaio 2009

    Roma Piazza Farnese 28-01-2009

    Il giorno 28-01-2009. Difendiamo la democrazia e la legalità costituzionale. Giustizia per i magistrati, NO alla sospensione del procuratore Luigi Apicella. Why not, la repressione dei giudici, l'informazione deviante. La società civile reagisce alla grave ingerenza del potere politico nei confronti dell'autonomia della magistratura e risponde a quella stampa che confonde le masse inventando la guerra fra procure. L' associazione nazionale Familiari Vittime di Mafia (www.familiarivittimedimafia.com). Intervengono: Sonia Alfano, Carlo Vulpio, Salvatore Borsellino, Beppe Grillo, Benny Calasanzio, Serenetta Monti, Antonio Di Pietro, Marco Travaglio, Emiliano Morrone. Fonte: www.youtube.com/watch?v=XMFwX_wOxRs

    27 gennaio 2009

    Dialogo dopo "Canto del popolo ebraico massacrato"

    Lo spettacolo ricorda - con la forza della poesia, del canto e della testimonianza diretta - lo sterminio del popolo ebraico e di tutti coloro che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte perché ebrei, zingari, omosessuali, handicappati o perché si opponevano al regime e al folle progetto di purificazione della razza ariana. Lartista yiddish riparte da Auschwitz, il luogo simbolo da cui cominciare a ricordare. Qui si sono incrociati due destini: quello dalla tredicenne italiana Liliana Segre deportata dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, e quello del poeta di origine russa Yitzhak Katzenelson, vissuto a Lodz in Polonia e passato attraverso la disperazione del ghetto di Varsavia. Sia Liliana che Yitzhak sono in modo diverso sopravvissuti: la prima salvando la vita e diventando testimone oculare della Shoah; il secondo lasciando ai posteri prima di morire nei forni di Auschwitz questo poema, il Canto del popolo ebraico massacrato. Il testo fu scritto da Katzenelson negli ultimi giorni di prigionia nel lager di Vettel, in Francia, poi fu nascosto in un barattolo e interrato. Solo dopo la fine della guerra fu ritrovato e pubblicato come straordinario documento poetico sullOlocausto. Moni Ovadia con questo testo teatrale adattato appositamente per la televisione tramanda al grande pubblico il tragico ricordo della Shoah affinché niente di simile possa più accadere. Trasmesso da raidue.

    16 gennaio 2009

    REBUS SEQUEL, il ritorno

    Riprendono su Odeon TV le trasmissioni di "Rebus, questioni di conoscenza". Prima della nuova serie vera e propria (13 aprile), ci saranno 4 puntate denominate "Sequel" con le quali faremo il punto sulle cose dette in passato. I macrotemi dei 4 appuntamenti saranno: 1 - ufologia 2 - complottismo, scie chimiche, 11 settembre 2001 e signoraggio; 3 - misteri dell'antico Egitto, Maya e 2012; 4 - i misteri celati nei Vangeli, la figura della Maddalena e S. Giovanni. Appuntamento lunedì 2 febbraio alle 21.30 su Odeon e Odeon SAT (Sky827).

    08 gennaio 2009

    Dobbiamo aggiustare l’immagine distorta che abbiamo di Hamas

    timesonline Gaza è una società laica dove la gente ascolta musica pop, guarda la tv, e molte donne camminano per strada senza il velo.La settimana scorsa ero a Gaza. Mentre ero lì ho incontrato una ventina di poliziotti che partecipavano a un corso in gestione dei conflitti. Erano ansiosi di sapere se gli stranieri si sentivano al sicuro da quando Hamas era al governo. “Sì, certamente!” ho risposto. Senza dubbio gli ultimi 18 mesi hanno visto una relativa calma per le strade di Gaza; nessun uomo armato per le strade, niente più rapimenti. Hanno sorriso pieni di orgoglio e ci hanno salutato con un arrivederci. Meno di una settimana dopo tutti questi uomini erano morti, uccisi da un razzo israeliano durante una cerimonia di passaggio di grado. Erano “uomini armati e pericolosi di Hamas” ? No, erano poliziotti disarmati, impiegati pubblici uccisi non durante un “campo di addestramento militante” ma nella stessa stazione di polizia al centro di Gaza City usata dagli Inglesi, dagli Israeliani e da Fatah durante il periodo in cui questi guidavano il paese. Questa distinzione è cruciale perché mentre le terrificanti scene di Gaza e Israele vengono trasmesse nei nostri schermi televisivi, si sta combattendo anche una guerra fatta di parole che sta oscurando la nostra comprensione della realtà dei fatti. Chi o cosa è Hamas, il movimento che il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak vorrebbe annientare come se fosse un virus? Perchè ha vinto le elezioni palestinesi e perché permette che vengano sparati razzi su Israele? La storia degli ultimi tre anni di Hamas rivela come l’incomprensione riguardo a questo movimento da parte dei governi di Israele, degli Stati Uniti e Regno Unito ci abbia condotto alla situazione brutale e disperata in cui siamo. La storia comincia circa tre anni fa quando “Cambiamento e Riforma”, il partito politico di Hamas, ha inaspettatamente vinto le prime elezioni libere e regolari del mondo arabo, in una piattaforma politica che vedeva la fine della corruzione endemica e il miglioramento dei quasi inesistenti servizi pubblici nella Striscia di Gaza. Contro un’opposizione divisa questo partito apparentemente religioso si è impresso nella comunità a prevalenza laica tanto da guadagnare il 42 per cento dei voti. v I palestinesi hanno votato per Hamas perchè hanno pensato che Fatah, il partito del governo che hanno bocciato, li ha delusi. Nonostante la rinuncia alla violenza e il riconoscimento dello Stato d’Israele, Fatah non ha realizzato uno Stato palestinese. v E’ essenziale sapere questo per capire la cosiddetta posizione di rifiuto di Hamas. Che non riconoscerà Israele o rinuncerà al diritto di resistere finchè non sarà sicuro dell’impegno mondiale a raggiungere una soluzione per la questione palestinese. Nei cinque anni in cui ho visitato Gaza e la Cisgiordania ho incontrato centinaia di politici e di sostenitori di Hamas. Nessuno di loro ha professato lo scopo di islamizzare la società palestinese, in stile talebano. Hamas conta troppo sui votanti laici per fare questo. La gente ascolta ancora la musica pop, guarda la televisione e le donne ancora scelgono se indossare il velo o no. La leadership politica di Hamas è probabilmente la più qualificata nel mondo. Può vantare nelle sue file più di 500 laureati col titolo di dottorato, la maggioranza fatta di professionisti della classe media (dottori, dentisti, scienziati, e ingegneri). La maggior parte della leadership di Hamas si è formata nelle nostre università è non ha maturato nessun odio ideologico contro l’Occidente. E’ un movimento basato sul malcontento, dedicato ad affrontare l’ingiustizia compiuta sul suo popolo. Ha coerentemente offerto una tregua di dieci anni per fornire uno spazio di respiro per poter risolvere un conflitto che continua ormai da pià di 60 anni. La reazione di Bush e Blair alla vittoria di Hamas nel 2006 è la chiave dell’orrore di oggi. Invece di accettare il governo democraticamente eletto, hanno finanziato un tentativo di rimuoverlo con la forza; addestrando e armando i gruppi di combattenti di Fatah per rovesciare militarmente Hamas e imporre ai Palestinesi un governo nuovo e non eletto da loro. Come se non bastasse, 45 membri del Parlamento di Hamas sono ancora detenuti nelle prigioni israeliane. v Sei mesi fa il governo israeliano ha accettato una tregua, mediata dall’Egitto, con Hamas. In cambio del cessate il fuoco Israele ha acconsentito all’apertura dei valichi e permesso il libero flusso dei beni essenziali dentro e fuori da Gaza. I lanci di razzi sono terminati ma i valichi non sono stati mai totalmente aperti, e la popolazione di Gaza ha iniziato a morire di fame. Questo devastante embargo non è una vittoria della pace. Quando gli occidentali chiedono che cosa abbiano in mente i leader di Hamas quando ordinano o permettono il lancio di razzi su Israele, non stanno comprendendo la posizione dei palestinesi. Due mesi fa le Forze di Difesa israeliane hanno rotto la tregua entrando a Gaza e cominciando di nuovo il ciclo di uccisioni. Dal punto di vista palestinese ogni giro di razzi lanciati è una risposta agli attacchi israeliani. Dal punto di vista israeliano è il contrario. Ma cosa significa quando Barack parla di distruzione di Hamas? Significa uccidere il 42 per cento dei palestinesi che hanno votato per esso? Significa rioccupare la Striscia di Gaza da cui Israele si è ritirato così dolorosamente tre anni fa? O significa separare in modo permanente i palestinesi di Gaza e quelli della Cisgiordania, politicamente e geograficamente? E per coloro il cui mantra è la sicurezza di Israele, quale sorta di minaccia costituiscono i tre quarti di un milione di giovani che stanno crescendo a Gaza con un odio implacabile contro chi li riduce alla fame e li bombarda? E’ stato detto che questo conflitto è impossibile da risolvere. In realtà, è davvero semplice. Il vertice delle mille persone che governano Israele (politici, generali e lo staff della sicurezza) e il vertice dei palestinesi islamisti non si sono mai incontrati. Una pace che sia tale richiede che questi due gruppi si siedano insieme senza pregiudizi. Ma gli eventi di questi giorni sembra abbiano reso ciò più improbabile che mai. Questa è la sfida per la nuova amministrazione di Washington e per i suoi alleati europei. Fonte: Times on line Traduzione a cura di www.gennarocarotenuto.it

    27 dicembre 2008

    ZERO il film inchiesta sull' 11 settembre (parte 1)

    L'intero docufilm inchiesta sui misteri all'italiana dell'11 settembre 2001. Titolo Zero – Inchiesta sull’11 settembre Un film di Giulietto Chiesa, Franco Fracassi, Thomas Torelli, Francesco Trento e Paolo Jormi Bianchi Con la partecipazione straordinaria di Dario Fo, Lella Costa, Moni Ovadia e Gore Vidal Prodotto da Thomas Torelli per la TPF Telemaco s.r.l Coprodotto da Megachip – “Democrazia nella Comunicazione” e Xtend S.r.l. Regia Franco Fracassi, Francesco Trento Sceneggiatura Giulietto Chiesa, Franco Fracassi, Francesco Trento, con la collaborazione di Claudio Fracassi e Paolo Jormi Bianchi Consulente alla sceneggiatura Mario Balsamo Inchiesta giornalistica Giulietto Chiesa, Franco Fracassi, Paolo Jormi Bianchi con la collaborazione di Laura Di Pasquale e Salim Katrina Produttore esecutivo Thomas Torelli Direttore di produzione Vanessa Barreiro, Fulvia D’Ottavi, Gabriella Guido Art director Giuseppe Reggio Fotografia Christian di Prinzio, Marco Ricchello Post produzione Xtend s.r.l Responsabili di Post produzione Roberto Borrello, Alessandro Marinelli Montaggio Annalisa Schillaci Musiche originali Alessandro Molinari Durata 110’ Formato HDV e Super 8 Genere Film documentario Sito web Roberto Vignoli Tutti i credits

    13 dicembre 2008

    Hiroshima e Nagasaki: era necessario?

    Ad Ulisse si parla della bomba atomica e delle città di Hiroshima e Nagasaki. Si cercherà di capire come si arrivò, e sè era necessario, alla decisione di sganciare la bomba su Hiroshima, ripercorrendo le tappe dal 1943, anno in cui si riunirono a Los Alamos le migliori intelligenze della fisica, come Oppenheimer e Fermi, per sperimentare la prima bomba. L'esperimento riuscì e, durante un incontro al vertice tra Truman, Churchill e Stalin, cominciò a serpeggiare lidea di usare questa nuova bomba contro il Giappone. Andato in onda il 22 novembre 2008

    12 dicembre 2008

    Zeitgeist Addendum

    Zeitgeist Addendum è un web film non profit del 2008, diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph ed è il secondo capitolo di Zeitgeist, the Movie; è diviso in quattro parti: * Prima parte: viene criticata la tecnica della riserva frazionaria che permette la creazione di moneta tramite debiti. Secondo l'autore i dollari vengono stampati quando la Federal Reserve compra i titoli del tesoro americano. Questo denaro finisce nelle banche commerciali, dove viene moltiplicato attraverso il sistema della riserva frazionaria e quindi viene prestato ai consumatori. Nel film si afferma che tale sistema è assurdo in quanto il denaro che dev'essere pagato per saldare i debiti non esiste; non è stato mai creato. Nel film tale argomento non è trattato nei minimi dettagli perché è già stato sviluppato in Zeitgeist, the Movie. * Seconda parte: viene intervistato John Perkins, che si autodefinisce un killer economico. Perkins racconta di come ha aiutato la CIA e le elite politiche e industriali per le quali lavorava per minare dalle fondamenta legittimi regimi stranieri che ponevano gli interessi della propria popolazione prima di quelli delle multinazionali. * Terza parte: viene intervistato Jacque Fresco, fondatore del "Venus Project", progetto concepito per la liberazione della società dal denaro, utilizzando sapientemente la tecnologia e le risorse, in contrapposizione all'attuale società basata sul profitto e sulla scarsità delle risorse. Fresco propone numerose soluzioni per poter "migliorare" il mondo: in materia energetica, di trasporti, di lavoro(Fresco sostiene che:"l'America oggi è incline al fascismo, la sua filosofia religiosa e dominante ha una propensione verso il sostegno di punti di vista fascisti; l'industria americana è essenzialmente un'istituzione fascista") utilizzando l'ingegno umano, dunque la tecnologia ("Abbiamo la tecnologia per dare case e ospedali a tutta la popolazione"). Fonte: www.zeitgeistmovie.com it.wikipedia.org/wiki/Zeitgeist:_Addendum

    19 novembre 2008

    Berlusconi da RECORD!

    10 STRONZATE IN 3,14 MINUTI! E' RECORD! Dal Ballaro' del 18 Novembre 2008, ennesima conferma di che razza di individuo ha dirottato l' Italia.

    06 novembre 2008

    Nikola Tesla

    Il secolo uscente è stato il secolo di Einstein Albert; il secolo entrante è il secolo di Nikola Tesla! Chi occulta l'opera di un genio?

    30 ottobre 2008

    La terza bomba nucleare

    L’ACCUSA DEL VETERANO LA TERZA BOMBA NUCLEARE Nell’inchiesta un veterano americano che ha partecipato a “Desert Storm”, accusa l’Amministrazione americana di aver utilizzato una piccola bomba nucleare a penetrazione di 5 chilotoni di potenza nella zona tra la città irachena di Basra ed il confine con l’Iran. Per controllare queste dichiarazioni Rainews24 ha cercato di verificare se durante la prima guerra del Golfo era stato registrato un evento sismico pari a 5 chilotoni. Consultando l’archivio "on line" del "Sismological International Center" ha trovato che proprio nella zona descritta dal veterano, era stato registrato un evento sismico di potenza corrispondente a 5 chilotoni, l’ ultimo giorno del conflitto. Si tratta dunque di un indizio che richiede lo sviluppo di un vasto lavoro di verifiche che noi di Rainews24 vogliamo svolgere coinvolgendo giornalisti di altri paesi, i centri sismici che hanno registrato l'evento ai quali richiediamo ulteriori dati sulle onde sismiche, e le organizzazioni internazionali preposte al monitoraggio nucleare. La redazione ha deciso di trasmettere questa intervista perché la situazione sanitaria a Basra ha raggiunto livelli di pericolosità davvero critici: i decessi annuali per tumore, secondo il responsabile del reparto oncologico dell’ ospedale di Basra , Dott Jawad Al Ali , sono aumentati da 32 nel 1989 (prima della guerra del Golfo) a più di 600 nel 2002. Il Dipartimento della Difesa statunitense chiamato ad esprimersi sulle accuse del veterano ha dichiarato che durante “Desert Storm” sono state utilizzate solo armi convenzionali. www.rainews24.it

    24 settembre 2008

    Diario del Saccheggio

    La crisi economica in Argentina. A noi italiani non accadrà mai, perchè abbiamo "migliaia di siti archeologici, migliaia di opere d'arte, ecc", ed un presidente del consiglio disposto a venderle come garanzia per i prestiti della banca mondiale e del fondo mondiale!

    it.youtube.com

    12 settembre 2008

    11 settembre e Opus Dei

    Dal documentario "9/11 doppio gioco all'FBI", il coinvolgimento di un agente dell'fbi nonchè membro dell'Opus Dei nella realizzazione dell'attentato del'11 settembre 2001.

    06 agosto 2008

    Strategie per una guerra mondiale: I “piegacucchiai” e le guerra mentale.




    Fonte dell'immagine: dayleyzone.com


    La parola agli esperti. Un documentario statunitense sull’11/9, One Nation Under Siege, per valutare l’attacco al Pentagono dà spazio ai dubbi di un vecchio ufficiale, il generale a due stelle Albert Stubblebine III, il quale dichiara che non può essere stato un Boeing 757 a colpire il Dipartimento della Difesa.
    La dichiarazione proviene da una fonte di un certo peso. In piena guerra fredda, in anni di massima tensione USA-URSS, Stubblebine comandava una delle più delicate articolazioni dell’intelligence militare americana. L’organizzazione da lui comandata si chiamava (e si chiama tuttora) United States Army Intelligence and Security Command (INSCOM). Vi sono inquadrate decine di migliaia di unità con elevata specializzazione.


    Per non perderci nel ginepraio delle sigle, ci basti sapere che l’INSCOM è l’anello di collegamento fra US Army e National Security Agency (NSA), ossia fra l’esercito statunitense e il cuore dello spionaggio elettronico: congiunge la struttura che dispone i piani militari operativi sul terreno con la megastruttura d'intelligence che fornisce - in estremo dettaglio - le immagini e i suoni del territorio e di chi lo percorre, ovunque nel mondo. La sede dell'INSCOM è nella base di Fort Belvoir. L'11 settembre 2001 vi si svolgeva un’esercitazione che supponeva di «testare la sicurezza della base in caso d’attacco terroristico». Una delle tante esercitazioni in corso, proprio quel giorno, lungo tutto il paese, con decine di basi militari e ogni sorta d’agenzia governativa già mobilitate per delle simulazioni.




    I dubbi del vecchio Stubblebine – qui ancora incollati a un mondo materiale di misurazioni tangibili che gli americani definirebbero “no-nonsense” - vengono ripresi anche in altri documentari, come Inganno Globale e Zero:

    «Calcolavo le dimensioni di parti delle installazioni sovietiche partendo dalle fotografie. Era il mio lavoro» spiega Stubblebine, che aggiunge: «guardo al buco nel Pentagono e guardo alle dimensioni dell’aeroplano che si suppone abbia colpito il Pentagono. L’aereo non ci sta in quel buco. Dunque che cosa ha colpito il Pentagono? Cosa lo colpì? Che cosa succede?»





    Riepiloghiamo. Un militare al quale la massima superpotenza ha affidato negli anni più tesi della sua storia la valutazione delle immagini del nemico, oggi dice che le immagini dell’11 settembre non gli quadrano per nulla.
    È interessante o no, come attestazione?
    Parla una figura qualificata oppure no?
    A me sembra di sì. Converrete che si tratta di una faccenda degna di approfondimento, come minimo.
    A loro modo hanno voluto “approfondire” anche i mitografi della versione ufficiale. Dal cesto che contiene i frutti della biografia di Stubblebine hanno scelto un frutto storto e strano: il generale curava vasti programmi che studiavano i poteri paranormali come arma da addomesticare e utilizzare per le guerre future.
    I mitografi usano questa informazione per presentare Stubblebine come un mentecatto isolato, dedito a esperimenti folli e solitari. Fanno solo un vago cenno ad “altri” personaggi che sostennero questi programmi, ma lasciano la pazzia tutta a Stubblebine.
    Assai comodo, tutto ciò, e anche molto selettivo, oltremodo manipolatorio direi.

    Chi sono gli “altri”? Fra questi “altri” viene dimenticato nientemeno che il generale Peter Schoomaker, un personaggio che ha toccato l’apice della sua carriera addirittura dopo l’11 settembre, come Capo di Stato Maggiore dell’esercito USA (2003-2007) quando fu richiamato – fatto senza precedenti – dalla pensione, dopo una vita nelle forze speciali. Proprio il libro citato selettivamente per screditare Stubblebine (Jon Ronson, The Men Who Stare At Goats, Simon & Schuster, New York 2004), racconta che il generale Schoomaker ha costituito un think tank presso l’ufficio di Capo di stato maggiore della US Army volto a diffondere tecniche paranormali nell’esercito USA. Il libro descrive la propagazione di obiettivi estremi – fino alle frontiere più lunatiche della New Age – una diffusione che si è fatta strada nelle alte sfere militari statunitensi: si tratta di un sistema di idee inteso a forgiare le armi più impensabili, rivolte ai teatri di guerra più inimmaginabili, per le volontà di dominio più esagerate.

    Qualcuno definisce il mondo di militari descritto da Ronson come “the spoonbenders”, cioè “i piegacucchiai”. Come tutte le “volontà di potenza” incorporate nella burocrazia militare, anche le evocazioni dei “piegacucchiai” sono molto comiche. Il comico è il tragico visto di spalle. La guerra è molto tragica. Perciò è molto comica. Non esisterebbero capolavori come Il Dottor Stranamore o Il buon soldato Švejk, altrimenti.

    A un certo punto però possiamo anche smettere di ridere. E possiamo provare a capire perché enormi rivoli di denaro, grandi organizzazioni e interi pezzi delle nuove scienze militari siano inghiottiti da smisurati capitoli del budget della Difesa. Stanziamenti occulti (perché impenetrabili anche alle commissioni parlamentari). Stanziamenti occultisti (per il repertorio di forze parapsicologiche evocate).
    Il punto è che la “guerra totale”, oggi, vuol essere totale in tutti i sensi. La nuova corsa al riarmo ha obiettivi massimi: il controllo militare totale dello spazio , il controllo assoluto del clima come arma entro il 2025, il controllo delle menti e dell’opinione pubblica.

    Altro che Stubblebine, ancorato alla fisica e frustrato dal paranormale...
    Sono interi spezzoni della macchina bellica americana – fra i più accaniti difensori della verità ufficiale dell’11/9 – a voler spingere con preoccupante esaltazione la “Guerra al terrorismo” verso confini inauditi.

    Pensate ad esempio a uno di questi “piegacucchiai”, il generale Paul E. Vallely. È uno di quegli ufficiali a riposo beccato dal «New York Times» a fare in TV propaganda sfegatata e bugiarda per le guerre di Bush e Rumsfeld mentre nascondeva i suoi corposi interessi privati. Vallely scrisse assieme a Michael Aquino un inquietante saggio, From PSYOP to MindWar: The Psychology of Victory (ovvero “dalla guerra psicologica alla guerra mentale: la psicologia della vittoria”). Il saggio partiva da idee già spregiudicate:
    «La guerra mentale è soprattutto strategica ... Nel suo contesto strategico deve estendersi in ugual modo ad amici, nemici e neutrali in tutto il globo - non attraverso i primitivi volantini gettati sui campi di battaglia o gli altoparlanti della guerra psicologica, né attraverso gli sforzi deboli, imprecisi e limitati della psicotronica - ma attraverso i mezzi d'informazione posseduti dagli Stati Uniti che hanno la capacità di raggiungere virtualmente ogni popolo sulla faccia della terra. Questi mezzi d'informazione ovviamente sono quelli elettronici, radio e televisione.»
    Fin qui sembrano le parole di un Goebbels che abbia letto McLuhan. Ma Vallely – per anni colonna editoriale di Fox TV - si abbeverava a queste parole:

    «Gli sviluppi più avanzati delle trasmissioni permettono una penetrazione delle menti ovunque nel mondo in una maniera che sarebbe stata inconcepibile appena pochi anni fa. Come la spada di Excalibur, noi dobbiamo arrivare a prendere possesso di questo strumento e tutto ciò può trasformare il mondo per noi, se avremo il coraggio e l'onestà di promuovere con esso la civiltà.»


    Va bene, siamo ancora in zona Harry Potter. Ma è ora che arriva il bello, per i profeti della MindWar:


    «Ci sono delle condizioni puramente naturali in cui le menti posso diventare più o meno ricettive e la guerra mentale deve servirsi pienamente di fenomeni quali l'attività elettromagnetica dell'atmosfera, la ionizzazione dell'aria e le onde dalle frequenze estremamente basse».

    Capito dove arrivano i “piegacucchiai” con le stellette?

    Il co-autore era il maggiore Michael A. Aquino, uno specialista di guerra psicologica che nel 1975 aveva fondato una setta satanica denominata "Il tempio di Set", aspirante alla leadership della “Via della mano sinistra”. Si tratta di ambientini che incrociano facilmente le cose peggiori, dalla pedofilia ad Abu Grahib. E che infatti hanno incrociato le stanze dell’Amministrazione Bush.



    Michael A. Aquino. Fonte dell'immagine: Wikipedia

    Quel che possiamo notare è che il vecchio Stubblebine sembra un tizio ormai fuori dai giochi, mentre buona parte dell’ambiente psichico di riferimento della MindWar continua ad agire concretamente nel dispositivo della propaganda che sta modellando la parte occulta della nuova guerra. Ad uso del pubblico vengono rilasciate formule eufemistiche, vagamente orwelliane. Si parla di sviluppare "armi non letali", di curare la "ciber-organizzazione della guerra", di attuare una "intelligence in tempo reale". Dietro le formule si celano categorie meno inoffensive. Proprio Peter Schoomaker, proteso a contaminare metodi d’azione, ha parlato esplicitamente di "fusione tra guerra e criminalità".

    Altri militari puntano a creare "soldati cibernetici": truppe con un microchip impiantato nel cervello da interfacciare con i comandi di "intelligence in tempo reale".

    È però un lavoro di lunga lena, che non riesce dall’oggi al domani. C’è chi anticipa il nuovo scenario: «ora i figli vanno ribellicizzati», sebbene «in discontinuità generazionale», sottraendoli alle vecchie agenzie educative. In attesa di mezzi paranormali, qualcosa c’è già. «I veicoli d'istruzione migliori saranno i nuovi videogiochi e i film». Ecco dove spacciare sin dall’infanzia i videogiochi più spietati e violenti che affrontano le sfide «di gestione e superamento di difficoltà estreme». Chi usa parole tanto esaltate? Un tal Carlo Pelanda, in un articolo apparso sull’organo tartarinesco italiano della cultura neocon (Il progetto di rieducare i diciottenni di oggi alla possibilità reale della guerra, «Il Foglio», 28 giugno 2006).

    John Maynard Keynes, che collezionò molti degli scritti di Isaac Newton sull'alchimia, disse che «Newton non fu il primo dell'età della ragione: fu l'ultimo dei maghi.» Parafrasandolo – si parva licet componere magnis – potremmo dire che in questo mondo di Stranamore dissennati «Stubblebine non fu il primo dei nuovi maghi: fu l'ultimo dell’età della ragione.»

    Stubblebine sembra ancora potersi permettere incursioni nel mondo della vecchia fisica al momento di valutare un incidente aereo.

    Gli altri "piegacucchiai" sono invece in giro a colonizzare i cervelli intanto che anelano alla prossima grande guerra. Le loro incursioni nel mondo della fisica le riservano alle stanze in cui si spartiscono gli appalti della Difesa.

    Cosa diranno in quei momenti? Qualcosa come: «Odio la realtà, ma è l’unico posto dove mangiare una buona bistecca» (Woody Allen).



    Fonte:
    pino-cabras.blogspot.com

    17 luglio 2008

    Intervista a Pino cabras - TG Videolina

    Il 14 giugno 2008 il TG di Videolina, la prima televisione della Sardegna, ha trasmesso in varie edizioni un servizio di oltre 8 minuti curato da Giacomo Serreli, durante il quale sono stato intervistato sul mio libro. Le immagini scelte dal giornalista e il montaggio hanno fatto di questo servizio quasi un mini-documentario. Nel suo piccolo la cosa si inscrive anch'essa in una certa ripresa di attenzione sui temi posti dall'11 settembre che si sta accendendo in questo periodo sui media più 'tradizionali'. Fonte: http://pino-cabras.blogspot.com/2008/07/intervista-sul-libro-videolina.html

    05 luglio 2008

    Emanuela Orlandi nella Basilica di Sant'Apollinare

    "Riguardo al fatto di Emanuela Orlandi, per trovare la soluzione del caso, andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica si Sant'Apollinare e del favore che Renatino fece al cardinal Poletti, all'epoca". Legami che Enrico De Pedis aveva con la mafia siciliana, la loggia massonica P2 e Roberto Calvi del Banco Ambrosiano, oltre che nella scomparsa di Emanuela Orlandi. Sabrina Minardi aveva anche raccontato di avere accompagnato Enrico De Pedis, quando era latitante, a due cene in casa del senatore Giulio Andreotti. Episodi che adesso la donna avrebbe raccontato anche nelle sue deposizioni.