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11 ottobre 2019

Unione nazionale in Siria e Venezuela, di Thierry Meyssan


All’inizio di settembre siamo stati i soli ad annunciare il passo decisivo contemporaneamente compiuto in Siria e Venezuela. Paesi che ora non cercano più di negoziare con i terroristi, bensì di costruire un nuovo regime in collaborazione con l’opposizione patriottica.

Siria e Venezuela si giocano contemporaneamente e parallelamente il proprio futuro. Ed è normale sia così, perché trattasi di conflitti che non hanno origine locale, ma sono frutto della strategia del Pentagono di distruzione delle strutture statali, avviata dapprima nel Medio Oriente Allargato, in seguito nel Bacino dei Caraibi (dottrina Rumsfeld/Cebrowski [1]).
La situazione e le capacità dei due Stati sono molto diverse, ma la resistenza al capitalismo globale è la medesima. Hugo Chávez (presidente dal 1999 al 2013) è stato portavoce delle popolazioni delle periferie del mondo, di fronte alle ambizioni delle società transnazionali. Deluso dalla defezione di alcune nazioni del Movimento dei Paesi Non-allineati, diventate vassalle degli Stati Uniti, Chávez e il presidente siriano Bashar al-Assad immaginarono di rifondare il Movimento su basi rinnovate e di chiamarlo Movimento dei Liberi Alleati [2]. A chi si poneva domande sui tempi di realizzazione di quest’ambizioso progetto, il presidente venezuelano rispondeva con la previsione che l’omologo siriano avrebbe occupato il suo posto sulla scena internazionale. Nel piano quinquennale 2007-2013, che redasse in prima persona, Chávez inserì anche istruzioni per le amministrazioni del Paese affinché sostenessero un alleato politico tanto lontano, la Siria [3].
Da 18 anni la guerra imperversa nel Medio Oriente Allargato e da otto in Siria. Afghanistan, Iraq e Libia sono già stati distrutti. Lo Yemen è ridotto alla fame. In Siria un governo in esilio è stato riconosciuto dagli Stati Uniti e da un pugno di loro alleati. Il patrimonio del Paese in Occidente è stato confiscato. Nella Lega Araba un governo alternativo ha rimpiazzato quello costituzionale. I vassalli regionali del Pentagono si sono messi agli ordini della NATO.
Nel Bacino dei Caraibi il preludio alla guerra è già in fase avanzata, soprattutto in Nicaragua e a Cuba. In Venezuela un autoproclamato presidente è stato riconosciuto dagli Stati Uniti e da un pugno di loro alleati. Il patrimonio del Paese in Occidente è stato confiscato. Nell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) un governo alternativo ha rimpiazzato quello costituzionale. I vassalli regionali del Pentagono stanno riattivando il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR).
La guerra in Siria è al termine perché la presenza militare russa rende impossibile l’invio di nuove truppe per combattere il governo [legittimo] del Paese, siano esse formate da soldati regolari statunitensi, da mercenari ufficialmente ingaggiati dal Pentagono o da mercenari ufficiosamente ingaggiati dagli alleati della NATO. Ma la vittoria contro decine di migliaia di mercenari dell’Esercito Arabo Siriano non significa pace.
In Siria e Venezuela la pace sarà possibile solo a condizione che la società fratturata – dalla guerra nel primo caso e dalla sua preparazione nel secondo – venga riparata. In Siria la riparazione potrà avvenire attraverso la redazione e l’adozione d’una nuova Costituzione, come previde quattro anni fa la risoluzione ONU 2254. Anche in Venezuela la pace dovrà passare dalla creazione di un regime di unione nazionale, ove si associno gli chavisti e l’opposizione patriottica, ancora viva nel Paese, cui sta a cuore la preservazione della nazione.
Con l’assenso del presidente Trump, nonostante l’opposizione dei generali del Pentagono e dei diplomatici del dipartimento di Stato, il 16 settembre Siria e Venezuela hanno fatto passi avanti in questa direzione. Lo stesso giorno Iran, Russia e Turchia hanno annunciato la formazione della Commissione Costituzionale Siriana [4] e il Venezuela l’apertura di un Tavolo di dialogo che riunisce rappresentanti del governo e dell’opposizione patriottica [5]. Un’iniziativa che si sostituisce ai negoziati che il governo costituzionale aveva intavolato alle Barbados – alla presenza di mediatori norvegesi – con i rappresentanti dell’autoproclamato presidente Guaidó; negoziati che quest’ultimo dichiarò esauriti e abbandonò. Analogamente, la Commissione Costituzionale Siriana mette fine ai negoziati che il governo conduceva da anni con gli jihadisti “moderati”, sotto gli auspici dell’ONU.
Dopo l’inizio della guerra in Siria il principio di Unione Nazionale si è gradualmente affermato. Il presidente Assad riuscì a organizzare nel 2014 un’elezione presidenziale conforme agli standard internazionali dei regimi democratici. In Venezuela invece questo principio rappresenta una novità, di cui ancora non tutti sono convinti. Un precedente tentativo avviato da papa Francesco è fallito. Questa volta, in poche ore, i negoziatori sono riusciti ad accordarsi su tutto quel che Guaidó asserisce di rivendicare, ma che in realtà rifiuta di formalizzare. Gli chavisti hanno smesso di disertare le sedute dell’Assemblea Nazionale; la riforma della Commissione elettorale è in gestazione; il vice-presidente dell’Assemblea Nazionale, prima agli arresti, è stato rilasciato; e via di questo passo.
La diffusione della notizia di questi considerevoli progressi ha coinciso con la vacanza del posto di Consigliere per la Sicurezza Nazionale USA. La sostituzione di John Bolton con Robert O’Brien favorisce l’avvio di un nuovo indirizzo a Washington. I due uomini hanno le medesime referenze ideologiche, l’“eccezionalismo statunitense”, ma stili opposti: il primo minaccia di guerra l’intero pianeta, il secondo è consumato negoziatore.
Giacché i partigiani del terrorismo – gli jihadisti “moderati” e i guarimberos di Juan Guaidó – ne sono esclusi, Unione Europea e Gruppo di Lima, privi del pragmatismo del presidente Trump, condannano questi progressi.

www.voltairenet.org

10 ottobre 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 9 ott 2019


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In breve

 
L'accordo segreto sulla questione kurda
 

 
Iraq, trenta morti nelle manifestazioni
 

 
Il piano Erdoğan per il nord della Siria
 
Controversie

 
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18 settembre 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 18 set 2019


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In breve

 
Réseau Voltaire ha ancora bisogno di voi
 

 
Siria: costituzione della Commissione Costituzionale
 

 
In Yemen la NATO rifornisce di armi Daesh
 

 
A Parigi la Lega Islamica Mondiale vuole riabilitarsi
 

 
Riattivazione dell'alleanza militare continentale americana
 

 
L'Adrian Darya 1 attracca in Siria
 

 
I cittadini europei rifiutano di scegliere tra Stati Uniti e Russia
 

 
Riemerge la questione dei rifugiati in Turchia
 
Controversie

 
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29 agosto 2019

Rete Voltaire I principali titoli della settimana 29 ago 2019


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In breve

 
Precisazioni sulla foresta amazzonica
 

 
Elisabetta II sospende il parlamento britannico
 

 
La propaganda sull'Amazzonia
 

 
I kurdi distruggono le fortificazioni in "Rojava"
 

 
«Giustizia per le Sorelle»
 

 
Parziale liberazione del governatorato di Idlib
 

 
Contatti segreti USA-Venezuela
 
Controversie

 
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Notizie su Réseau Voltaire, di Thierry Meyssan


Dopo che una banca ha illecitamente stornato i fondi raccolti a favore di Réseau Voltaire e che molte altre banche hanno chiuso o rifiutato di aprire conti per la colletta, Thierry Meyssan fa il punto sulla situazione giuridica e finanziaria dell’associazione.

 | DAMASCO (SIRIA)  
Un mese fa abbiamo sollecitato il vostro aiuto per rimborsare un debito che metteva in pericolo la continuazione del nostro lavoro. La somma dovuta è stata raccolta in pochi giorni, ma il sito internet che gestiva la colletta non ci ha inviato il denaro e l’ha illegalmente restituito ai donatori.
Nonostante questa disavventura, siamo riusciti a raccogliere 26 mila euro su un conto aperto da Alain Benajam su Paypal.
La banca che gestisce questo conto si è spaventata del trambusto suscitato dalla nostra raccolta fondi e ha bloccato le transazioni: la legge glielo consente. Siamo riusciti alla fine a recuperare il denaro e abbiamo chiuso il conto.
Consapevoli che i lettori di Réseau Voltaire sono pronti ad aiutarci a rimborsare il debito e che il problema non è raccogliere fondi ma trasferirli, abbiamo raggiunto un accordo con il creditore: gli abbiamo inoltrato il denaro raccolto e abbiamo ottenuto una dilazione per saldare il debito.
Gli ostacoli incontrati a ripetizione ci confermano l’esistenza di una lista nera internazionale che, per motivi politici, c’impedisce di usufruire dei servizi bancari.
Sulla scia di Voltaire, non abbiamo mai distinto analisi politica e difesa delle libertà fondamentali. Per noi è importante far trionfare il Diritto. Nel periodo 2001-2003 siamo stati perseguiti da una multinazionale che reclamava un milione di euro di danni e interessi perché ne abbiamo usato marca e logo in una campagna di boicottaggio. Avevamo denunciato la chiusura di un’intrapresa redditizia, quindi in attivo, soltanto perché gli azionisti della società ambivano investirne il valore in un’operazione ancora più proficua. Secondo noi bisognava affermare che il diritto di proprietà non può privare del lavoro centinaia di lavoratori per la bramosia di lucro, non per necessità economica. La vicenda si presentava come quella del vaso di terracotta che cozza contro un vaso di ferro. Siamo invece riusciti a ottenere il riconoscimento da parte della giustizia del principio che la libertà di espressione viene prima della tutela dei marchi e che, nell’ambito di un dibattito democratico, era nostro diritto indicare nominativamente e visivamente la multinazionale attraverso il suo logo. La Corte di Appello di Parigi ci ha dato ragione [1] e abbiamo vinto anche sul piano politico: in Francia è stata votata una legge che regola questo tipo di licenziamenti.
Per ovviare alle difficoltà abbiamo istituito un sistema duraturo di raccolta fondi. Occorrerà però oltre un mese per attivarlo, quindi sarà operativo dopo la scadenza concessaci per rimborsare il debito.
Indipendentemente da queste iniziative, vogliamo comunque denunciare le due società che gestivano il sito internet di raccolta fondi. L’infrazione della legge riguarda non soltanto Réseau Voltaire, ma anche voi donatori: ci avete versato il vostro contributo dietro l’impegno che ci sarebbe stato girato. Con un falso pretesto il sito vi ha invece restituito il denaro. Lo riteniamo una forma di “abuso di fiducia”.
Un donatore non è stato rimborsato perché la carta bancaria utilizzata in seguito è scaduta, ha dovuto perciò pretendere la restituzione del denaro. Un altro donatore è stato rimborsato sotto forma di credito, ma non può ritirare i contanti, e così via.
Per raccogliere quanto ci manca per saldare il debito abbiamo aperto un nuovo conto PayPal, appoggiandolo al conto bancario del nostro avvocato.
Vi chiediamo di versare urgentemente un contributo affinché possiamo continuare a tenere vivo il sito e offrirvi così le nostre analisi delle relazioni internazionali.
Un grazie anticipato.

22 agosto 2019

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 21 ago 2019


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Focus




En bref

 
Libération partielle du gouvernorat d'Idleb
 

 
Contacts secrets USA-Venezuela
 

 
L'Australie pourrait adhérer à l'Otan
 

 
Affaiblir des pays en manipulant la démocratie
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Discours d'Emmanuel Macron pour le 75è anniversaire du débarquement en Provence
 

 

« Horizons et débats », n°18, 19 août 2019
Démocratie directe
Partenaires, 20 août 2019

« Horizons et débats », n°17, 5 août 2019
Fondement de la politique étrangère suisse
Partenaires, 20 août 2019

« Horizons et débats », n°16, 22 juillet 2019
La Russie contre l'Occident – ou l'inverse ?
Partenaires, 20 août 2019
abonnement    Réclamations


21 agosto 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 21 ago 2019


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
L'Australia potrebbe aderire alla NATO
 

 
Indebolire Paesi manipolando la democrazia
 

 
I britannici e la "rivoluzione colorata" a Hong Kong
 

 
Macron ha la pretesa di parlare a nome degli Stati Uniti
 

 
Doha Bank inquisita per aver finanziato Al Qaeda in Siria
 

 
L'Arabia Saudita contro la Turchia
 

 
Attenzione: la Finanziaria di pagamenti elettronici sospende il conto Réseau Voltaire
 

 
La Turchia prepara un'invasione del nord della Siria
 
Controversie

 
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