30 novembre 2020

COVID 19 / LOCKDOWN & TAMPONI, IL PESANTISSIMO J’ACCUSE DI DUE RICERCATORI


Un j’accuse in piena regola alle nostre autorità incapaci perfino di capire numeri e statistiche sul fronte del coronavirus e – figuriamoci – di attuare decenti politiche di contrasto alla pandemia.

Arriva da Martina D’Orazio, laureata in medicina e chirurgia, specializzata in psichiatria, da 10 anni trasferitasi a Stoccolma, dove esercita la sua professione. Conosce molto bene i due sistemi sanitari (e anche politici). Di seguito traccia un impietoso bilancio.

L’ha intervistata Riccardo Palleschi, blogger e animatore del portale realizzato per gli italiani emigrati in Svezia.

Ecco alcune significative dichiarazioni della D’Orazio.

 

FAKE NEWS & IGNORANZA

“La Svezia ha adottato sin dall’inizio un atteggiamento in netta controtendenza rispetto agli altri Stati europei ed extraeuropei dicendo no al lockdown e a qualsiasi forma di restringimento delle libertà collettive”.

Ciò ha provocato una serie di fake news da parte dei media italiani, con l’intento di screditare questo tipo di politica”.

“La Svezia ha portato avanti sin dall’inizio questa politica proprio perché ha preso il coronavirus per quello che è. Un virus che nell’80 per cento dei casi è asintomatico, nel 15 per cento dà una sintomatologia di tipo influenzale e solo nel 5 per cento dei casi porta all’attenzione del medico”.


Gente in strada a Stoccolma senza mascherina. In apertura Maria Pia D’Orazio e Stefano Scoglio

Portare all’attenzione del medico “non vuol dire andare in terapia intensiva – spiega – vuol dire che si ha bisogno di andare in ospedale, dove appunto si ricevono cure, ossigeno. Nei casi più gravi è capitato che le persone siano state intubate, fermo restando che 8 su 10 escono in piedi”.

Sulla base di questi dati, e contando su una letalità pari allo 0,3 per cento, sono state orientate le politiche sanitarie ed economiche svedesi.

“Hanno subito inquadrato il target – aggiunge – ossia chi veniva più colpito e chi moriva. La media è di 82 anni e riguarda persone con molte patologie. Quasi il 54 per cento è deceduto nelle case di riposo”.

“In Italia e all’estero si è spesso detto che la Svezia avesse adottato una politica diversa perché poco popolata. In realtà a Stoccolma ci sono 960.000 abitanti, più di Torino che ne ha 867.000. E la densità della capitale svedese è di 5.129 abitante per chilometro quadrato, maggiore di quella di Roma (2.195)”.

Continua D’Orazio: “Eppure qui non c’è stata una ecatombe. E questo nonostante non sia stato fatto alcun lockdown e non vengano utilizzate le mascherine”.

Ma eccoci al motivo del successo della politica svedese: “Qui hanno potenziato la sanità del 300 per cento perché, se non hai un posto letto, tutto può diventare un’emergenza. Prima dell’emergenza avevamo 500 posti letto di terapia intensiva in tutta la nazione, gli stessi della Lombardia. Sono stati raddoppiati nell’immediato, portandoli a 1.000”.

29 novembre 2020

TRUMP “RETROCEDE” LA CIA E L’FBI E ATTIVA LE FORZE SPECIALI USA PER LO SCONTRO FINALE. SI COMPIE COSI’ DI FATTO, L’EREDITA’ DI JFK!


Il 18 Novembre a Fort Bragg, un’importante base militare in North Carolina, Ezra Cohen-Watnick, l’attuale sottosegretario alla difesa per l’intelligence, ha fatto una dichiarazione storica (Acting Secretary of Defense Christopher Miller made a change):

27 novembre 2020

Usa, brogli informatici: milioni di voti taroccati da Dominion

Sidney Powell «Le evidenze stanno arrivando così velocemente che non riesco neanche a processarle: non posso rivelarvi cosa so, ma non farei mai affermazioni che non posso provare». Lo afferma l’avvocato Sidney Powell il 15 novembre: la donna fa parte dello staff legale di Trump, che sta analizzando i volumi (impensabili: 3,8 milioni di voti) della frode elettorale che sarebbe stata commessa per via elettronica. «Trump ha vinto con milioni di voti in più rispetto a Biden», dice l’avvocatessa, in una dichiarazione ripresa da “Fox News” e rimbalzata su Facebook. Parla dei voti che «sono stato spostati a Biden grazie al software Dominion, che era stato concepito esattamente per quello scopo». Aggiunge Powell: «Abbiamo prove che risalgono anche al 2016, che ci stanno arrivando come fossero sparate con un idrante. Ho un sacco di prove per dimostrarvi questo, ma non posso dirle sulla Tv nazionale. Vi dico solo che potevano prendere tutti i voti di Trump e, con quel software buttarli, essenzialmente nel cestino». Precisa la donna: «Abbiamo identificato matematicamente l’algoritmo esatto per modificare i voti. Più “backdoor”, “patch usb”, monitoraggio di Internet e anche tangenti ai funzionari corrotti per l’adozione del software Dominion. Tutto comincia a sembrare un “Major Cyber Attack” contro gli Stati Uniti».

E’ buio pesto sui sistemi elettronici di voto, sui quali incombono pesantissimi sospetti di brogli “scientifici”: occorre che gli inquirenti e la giustizia americana facciano luce, riassume “La Voce delle Voci“, citando il “Business Journal”. «Nonostante i media mainstream e Big Tech continuino a segnalare e sopprimere le informazioni riguardanti il coinvolgimento di Dominion nella frode elettorale, enormi prove continuano a dilagare». Il rappresentante Louie Gohmert ha confermato su “Newsmax” che la società informatica spagnola Scytl, titolare del software sotto accusa (ha raccolto i dati delle elezioni in modo improprio attraverso la Spagna), è stata «perquisita da una forza dell’esercito americano». La notizia: «I server sono stati sequestrati a Francoforte, in Germania». Sulle sue sigle, Scytl e Dominion, «aleggia l’ombra di George Soros, il miliardario-filantropo a bordo della sua voracissima Open Society Foundation». Scytl Secure Electronic Voting nasce nel 2001, come gemmazione dell’Università Autonoma di Barcellona, impegnata in un progetto di ricerca crittografica. Nel 2006 dà lavoro a 600 addetti e l’anno dopo decolla in piena regola, dividendosi in tre segmenti.

26 novembre 2020

UNA CLASS ACTION CONTRO IL GOVERNO PER LA GESTIONE DELL’EMERGENZA

Decine di avvocati di tutte le regioni d’Italia promuovono una class action per richiedere il risarcimento del danno materiale, morale, biologico e di relazione subito dai cittadini italiani, dalle famiglie, dai liberi professionisti, imprenditori e imprese, in conseguenza delle normative emergenziali, illogiche ed illegittime, emanate dal governo italiano in questi mesi.

Se ne è parlato in una conferenza nella sala stampa della Camera dei deputati, a Roma il 12 novembre scorso, in cui sono intervenuti l’onorevole del gruppo misto, Sara Cunial, gli avvocati Edoardo Polacco e Mauro Sandri, per il settore alberghiero Rosa LotitoFrancesco Orlando rappresentate dei ristoratori e albergatori e Tano Simonato, ristoratore.

25 novembre 2020

STATI UNITI / I SISTEMI “DEVIATI” DI VOTO ELETTRONICO


In apertura gli scrutatori per il voto elettronico delle presidenziali USA

Sembra placarsi la bufera negli Stati Uniti per il voto presidenziale, con gli stessi voti congressuali totalizzati da Joe Biden ora e da Donad Trump alle elezioni precedenti contro Hillary Clinton.

Ma è buio pesto sui sistemi elettronici di voto, sui quali incombono pesantissimi sospetti di brogli “scientifici” e sui quali occorre che gli inquirenti e la giustizia americana facciano luce. Anche per non trovarsi, al prossimo voto, con un sistema così permeabile a combine e pasticci, come è successo abbondantemente alle sgaruppate elezioni del 3 novembre.

 

George Soros

Scrive il Business Journal. “Nonostante i media mainstream e Big Tech continuino a segnalare e sopprimere le informazioni riguardanti il coinvolgimento di DOMINION nella frode elettorale, enormi prove continuano a dilagare. Oggi il rappresentante Louie Gohmert ha confermato su Newsmax che le persone sul campo in Germania riferiscono che SCYTL, che ha raccolto i dati delle elezioni in modo improprio attraverso la Spagna, è stata perquisita da una forza dell’esercito americano e che i server sono stati sequestrati a Francoforte, in Germania”.

A questo punto cerchiamo di collocare le pedine nello scacchiere, puntando i riflettori sulle due sigle, SCYTL e DOMINION, sulle quali aleggia l’ombra di George Soros, il miliardario-filantropo a bordo della sua voracissima Open Society Foundation.

24 novembre 2020

Morte Edoardo Agnelli, “una cappa impenetrabile”. Il giornalista Parisi racconta le ultime novità

Giuseppe Puppo per www.leccecronaca.it

“Sì, le indagini della magistratura sulla morte di Edoardo Agnelli in un modo o nell’altro sono state riaperte, in qualche modo sono ancora in corso. Risulta anche a me, al di là di quello che ti ha raccontato ieri Marco Bava e che hai fatto bene a sentire. Ho avuto anche io tante voci in tal senso, autorevolissime, da ambienti attendibili, ma non compiutamente verificabili…”.

Va beh, ho capito. Il cuore del vecchio cronista ora batte forte, al telefono me ne arriva come un’eco silente.

Sa egli, per antica scuola, che le notizie vanno sempre verificate. Fino a quanto è possibile.

Lui, non scrive per sentito dire, non fa copia/incolla, va sempre a indagare di persona, cita correttamente, scopre e riporta quello che ha scoperto, costruisce passaggi, si muove passo dopo passo verso la verità. Ci arriva vicino, già: quid est veritas? La verità forse non esiste, ma certo ci si può arrivare vicino.

Gli aggettivi ‘vecchio’ e ‘antico’ che ho appena adoperato, sono usati nel senso più nobile del termine, era per significare tutto questo.

Antonio Parisi, (nella foto), 60 anni, tarantino di Ginosa di origine, da sempre felicemente e alacremente trapiantato a Roma, ha attraversato nel corso dei decenni tanti misteri italiani, cito solo il caso di Emanuela Orlandi, ma potrei rievocare tanti casi di cronaca eclatanti da lui seguiti,  che ha raccontato sempre con grande costrutto quanto con estrema serietà.

Poi, gli toccò imbattersi professionalmente nel caso di Edoardo Agnelli, da cui rimase colpito e che ha spiegato – è questo il suo merito – ai lettori dei settimanali popolari, dei rotocalchi a grande diffusione, quindi al di fuori degli addetti ai lavori e del pubblico ristretto dei quotidiani.

Più trovava elementi nuovi da capire, più si metteva di piglio buono a investigare su quello successivo.

Ci fu un periodo – ricordo, subito dopo l’uscita del mio primo libro “Ottanta metri di mistero”, era il 2009 – in cui per mesi egli fece il pendolare Roma – Torino, con tanto di fotografi e video operatori al seguito.

Non si è mai fermato, anche con i suoi libri su quel caso, l’ultimo uscito un anno fa, “GLI AGNELLI Segreti, misteri e retroscena della dinastia che ha dominato la storia del Novecento italiano”, edito da Diarkos. Qui Antonio Parisi si è fermato, per ora.

Il giornalista che ha attraversato tanti misteri italiani, che è sgusciato, da uomo libero,  fra logge massoniche, servizi segreti e magistrati, per fare il suo dovere di cronista, qui non è riuscito ad andare oltre.

Sai cosa è? – mi dice, sbottando, dopo un lungo, reciproco silenzio al telefono – E’ che è scesa ed rimasta pesantissima, sulla morte di Edoardo Agnelli, una sorta di cappa impenetrabile, calata da chi ha evidentemente interesse a non far vedere la verità.

Detto da lui, che di misteri se ne intende, a lui che pure una cosa così non era mai capitata, ha un valore aggiunto.

– Hanno tutti una fottutissima paura, ecco la verità. A cominciare dia quelli del mondo dell’informazione, ma poi anche gli altri, dell’economia, della finanza, della famiglia stessa, o di  quelli alla famiglia legati in un modo o nell’altro.

Già, in qualche modo me ne ero accorto anche io, da tempo.

– Comunque, c’è ancora qualcuno che ha voglia di indagare, parlo dei magistrati..

– Chi?

 Non posso dirlo, non ho potuto verificare compiutamente…

E sì che ce n’è di robe su cui indagare…E Antonio Parisi si mette per un bel po’ a elencare tutte le incongruenze della versione ufficiale, e va avanti così, raccontandole a me come se io non le sapessi già, come se dovesse convincere me.

Silenzio al telefono.

Lo rompe di nuovo lui.

Beh, una cosa a te voglio dirla…E’ la novità più eclatante, almeno per quanto mi riguarda. Sai che cosa mi ha detto uno, ma non uno qualunque, uno in alto, ma molto in alto, con le mani in pasta in mezzo mondo, che abitava là, proprio in provincia di Cuneo?

– Chi è?

– Non te lo dico, se no tu lo scrivi…

– E certo che lo scrivo…

– Lo so, per questo non te lo dico…Ne verrebbe fuori un casino enorme, ci andrebbero di mezzo i suoi famigliari, che non c’entrano niente. Ma è una precisa confessione che mi ha fatto poco prima che morisse, un giorno, nel bel mezzo di tante altre questioni che stavo affrontando insieme a lui…

– Io non dubito di quello che mi dici tu…

– E io non dubito di quello che mi disse lui sul letto di morte, in casa sua, una mattina in cui ero andato a trovarlo, nel bel mezzo di altre questioni, così, all’improvviso…

– Che ti disse?

  C’avete preso – mi disse – Tu con i tuoi articoli sui rotocalchi e quel giornalista che scrisse il libro degli ottanta metri di mistero…Puppo? Come si chiama, Puppo? C’avete preso in pieno, sul povero Edoardo…Quello, lo hanno fatto fuori. E’ stata la soluzione più facile, per tanti è stato il danno minore…

Tace, come se rivedesse la scena di quella inaspettata rivelazione. Poi, conferma: – Furono queste le sue precise parole. Ho avuto anche altre ammissioni da ambienti economico-finanziari, ma questa è stata l’ultima e la più forte.

E ti è rimasto impresso qualcos’altro, di tutta questa storia?

– Sì, quando andai più volte fra Marene e Fossano, alla ricerca di testimoni, o di persone che potevano sapere qualcosa…Ero con il fotografo, oppure con altri giornalisti, una volta mi ricordo c’eri anche tu…

– Embé?

– Eh, girando per i paesi, ogni volta era sempre lo stesso…Appena facevamo il nome di Edoardo Agnelli, la gente sbiancava in volto, si cuciva la bocca e scappava via. Si chiudeva in casa e appena cercavo di avvicinarmi mi gridavano di andare via, ché stavano chiamando i Carabinieri…Una cosa allucinante. Credevo di aver visto l’omertà nei paesi siciliani della mafia di Cosa Nostra, ma una cosa così, come quella a lungo verificata fra i paesi della provincia di Cuneo, non l’avevo mai vista.

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