18 luglio 2020

Gli Usa fuori dall’Oms: Trump sfida la mafia del coronavirus

Tedros Adhanom Ghebreyesus Se qualcuno non l’avesse ancora capito, siamo in guerra: lo chiarisce nel modo più drastico Donald Trump, che ha ritirato formalmente gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In primavera, il gelo era sceso con il primo annuncio statunitense: stop alla contribuzione annuale da parte degli Usa, mezzo miliardo di dollari nel 2019. Poi le critiche sempre più accese alla gestione dell’organismo Onu, accusato di colpevole negligenza durante lo scoppio dell’epidemia di coronavirus in Cina. Infine, il 6 luglio, la decisione ufficiale comunicata al Congresso e alle Nazioni Unite: gli Usa sono ufficialmente fuori dall’Oms. La mossa di Donald Trump accende inevitabilmente i riflettori su quelli che ora sono i primi finanziatori dell’organizzazione: la Cina, poco trasparente al momento dell’esplosione pandemica, e un privato come il miliardario Bill Gates, patron della Microsoft e oggi trasformatosi nel maggior propagandista mondiale dell’obbligo vaccinale. Il figlio di Bob Kennedy, l’avvocato Robert Kennedy Jr., gli rivolge accuse terribili: Bill Gates foraggia l’Oms ma in cambio intasca molto più denaro, grazie ai vaccini che fanno capo alla sua holding, prescritti in vari paesi dai programmi vaccinali raccomandati dalla stessa Oms (recentemente espulsa dall’India con l’accusa di aver rovinato quasi mezzo milione di bambini, attraverso vaccini pericolosi per la salute).
Ombre cinesi si allungano da tempo sullo stesso direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, che deve a Pechino buona parte della sua carriera politica in un paese come l’Etiopia, strategica porta d’ingresso della Cina verso il continente africano. «Nel mese di maggio – ricorda il “Giornale” – l’Oms era stata accusata dalla stampa Usa e da testate come il “Wall Street Journal” di essere asservita all’influenza di Pechino, che fece sentire il proprio peso geopolitico nell’elezione dello stesso Ghebreyesus nel maggio 2017». Secondo il “Financial Times”, l’Oms è «un’istituzione compromessa», proprio perché «manca di indipendenza dai suoi paesi membri, e “non solo dalla Cina». Le sfide per la salute globale, infatti, «richiedono che l’Oms superi tali interessi parrocchiali», perché «un’istituzione internazionale indipendente e obiettiva» può servire al meglio «anche gli interessi nazionali». Il problema non sono solo i ritardi e la malagestione del Covid-19 ma anche, per esempio, nel 2009, la sua gestione “opaca” dell’epidemia di H1N1, comunemente nota come influenza suina. Il vero problema è che, attualmente, l’80% del bilancio dell’Oms proviene da contributi volontari.
Come lo stesso Trump ha più volte sottolineato nelle scorse settimane, l’organizzazione ha sbagliato «ripetutamente» difendendo Pechino dalle accuse di scarsa trasparenza all’inizio della diffusione del Covid. «Quegli errori reiterati – sottolinea Trump – sono stati estremamente gravosi per il mondo». Secondo il presidente Usa, «molte vite avrebbero potuto essere salvate» se l’attuale direttore «avesse seguito l’esempio» di uno dei suoi predecessori alla guida dell’Oms, la norvegese Harlem Brundtland, che nel 2003 riuscì a bloccare la diffusione della Sars. Quello che Trump non può dire apertamente, ma che invece da più parti si sospetta, è che l’attuale gestione dell’Oms – di concerto con la Cina – abbia deliberamente lasciato esplodere il problema Covid, per paralizzare l’Occidente e mettere Trump in difficoltà alla vigilia delle presidenziali americane. Una sorta di rappresaglia, dopo la decisione di Trump di frenare l’egemonia economica cinese, imponendo dazi sulle esportazioni di Pechino. Quello che l’Italia ha già pagato, sulla sua pelle, è intanto l’imposizione del “modello Wuhan” Donald Trumpraccomandato proprio dall’Oms: un blocco severissimo ma tardivo, che ha provocato un vero e proprio disastro economico. Ad aggravare la situazione, la decisione italiana di attenersi alle erronee disposizioni – sempre dell’Oms – per contenere il contagio e curare i pazienti.
Ora gli italiani fanno i conti con il lockdown “cinese” consigliato dall’Oms: il 50% della popolazione, secondo Bankitalia, è alle prese con difficoltà economiche. Nel frattempo, medici e magistrati denunciano il governo per aver ignorato cure salva-vita, insistendo nell’imporre terapie addirittura deleterie, come l’ossigenazione forzata: quelle, e non il virus, avrebbero provocato migliaia di vittime. Sullo sfondo, si delinea uno scontro geopolitico paragonabile a una nuova guerra fredda. La sfida di Trump ha per bersaglio un’organizzazione, l’Oms, che è stata usata come “arma letale” dall’oligarchia internazionale, anche occidentale e statunitense, che ha permesso alla Cina di realizzare il suo boom economico (con regole truccate) per far trionfare un modello da esportare poi in un Occidente non più democratico. In altre parole: colpendo l’Oms, Trump si scaglia contro il potere apolide, neoliberista, che ha permesso alla Cina di fare concorrenza sleale ai lavoratori e alle imprese occidentali, con prodotti a basso costo grazie a condizioni di lavoro prive di tutele, in un sistema senza democrazia e senza leggi a salvaguardia dell’ambiente. Ecco perché oggi Trump si sfila dall’Oms “cinese”, che probabilmente ha manipolato la stessa pandemia, trasformando il coronavirus in un’arma contro la libertà e la democrazia.

17 luglio 2020

Moby Prince / Dopo 30 Anni Spuntano “Nuove” Foto Satellitari…


A quasi trent’anni dalla tragedia del Moby Prince saltano fuori immagini satellitari inedite.
Sono parto degli archivi militari americani e francesi, decisamente un po’ lenti nell’elaborare quelle immagini.
Ai confini della realtà.
In questi trent’anni la giustizia italiana ha solo pensato a produrre inchieste e processi farlocchi. Dai quali non è emerso uno straccio di verità, nonostante ci fossero chiare prove di “traffici” inusuali, quella sera, nelle acque antistanti il porto di Livorno dove, con una perfetta visibilità, si verificò la tragica collisione tra il Moby Prince carico di passeggeri e la petroliera Agip Abruzzo di proprietà della SNAM.
Secondo gli inquirenti, invece, quella sera tra il 10 e l’11 aprile 1991, intorno alle ore 21, c’era una fitta nebbia, che avrebbe favorito la collisione. Niente di più falso, come invece emerso da non poche testimonianze e dalle rilevazioni meteo.

Tanto è bastato, comunque, per archiviare la scomoda “pratica” della tragedia del Moby.
Tre anni fa è partita una commissione parlamentare d’inchiesta, che ha prodotto qualche risultato concreto. Ad esempio, ha fatto luce proprio su quella inesistente nebbia killer. Ma poi la stessa commissione è finita in naftalina.
Adesso, a quanto pare, si starebbe rianimando un nuovo filone d’inchiesta da parte della sempre dormiente procura livornese. Filone che trarrebbe spunto proprio da quelle immagini satellitari, attraverso le quali viene documentato come la petroliera della Snam si trovasse in una posizione fuorilegge: e cioè in quel “triangolo” di mare davanti al porto di Livorno che doveva essere lasciato sempre libero, per via dei traffici marittimi massicci in entrata e in uscita.
Era ed è vietato rimanere in rada, in quelle acque. Ma la motonave Agip Abruzzo si trovava tranquillamente posizionata lì, quella tragica sera.
Si tratta di un elemento da non poco, visto che nel corso dell’inchiesta e anche al processo la circostanza non era emersa, ed anzi era prevalsa la tesi sostenuta dal comandante della Capitaneria di Livorno, Sergio Albanese, secondo cui l’Agip era posizionata in modo regolare. Tutto ok.
A scattare le immagini nel corso di alcuni mesi, prima e dopo la tragedia, sono stati due satelliti: uno americano e l’altro francese.
Il primo è il Landsat 5, che fa capo all’agenzia scientifica americana USGS, ossia l’equivalente del nostro ISPRA. Solo un paio d’anni fa, a quanto pare, ha provveduto a riorganizzare i suoi uffici e ad elaborare in modo decente le immagini (9 in tutto) di quasi 30 anni fa. Alla faccia dell’efficienza a stelle e strisce!

Le altre due (2) immagini sono parto del satellite francese Spot 2.
Come mai nessuno si sogna di chiedere ai due “satelliti” perché ci hanno messo trent’anni per “elaborare” le 11 fotografie?
Perchè nessuna procura ha mai avviato un’inchiesta sui colossali depistaggi che si sono verificati nel corso di questi anni?

16 luglio 2020

La spinta di Anthony Fauci alla ricerca pericolosa ha contribuito a creare la pandemia COVID-19?


Gli americani hanno validi motivi per mettere in dubbio la leadership di Fauci nella risposta al COVID-19.
Di: Matthew Cullinan Hoffman Lunedì 15 giugno 2020
 (1a parte) – (2a parte) – (3a parte) – (4a parte) – (5a parte) – (6a parte) – (7a parte)

La violazione della sicurezza in un laboratorio cinese ha portato alla pandemia di H1N1 nel 1977
Il peggior fiasco confermato nella storia della ricerca sui vaccini come risposta alle pandemie virali è stata la pandemia di H1N1 del 1977, che oggi la maggior parte dei ricercatori crede sia stata scatenata da uno dei laboratori incaricato di fare ricerche sul vaccino per una nuova influenza, che ha causato il panico nel 1976. La sequenza di eventi che ha portato alla pandemia è stata la commedia degli errori dei funzionari sanitari che è costata ai contribuenti milioni di dollari in ricerche non necessarie, ha ucciso decine di destinatari del vaccino e, infine, ha causato proprio il tipo di epidemia che la ricerca intendeva prevenire.
Il panico si diffuse negli Stati Uniti, quando un’epidemia di influenza dovuta al virus H1N1 (influenza suina) causò 13 ricoveri ospedalieri e un decesso a Fort Dix, New Jersey. L’epidemia fu bloccata a Fort Dix, ma suscitò timori nell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Gerald Ford, che riteneva il virus potenzialmente pericoloso quanto il virus H1N1 del 1918, che aveva ucciso 50 milioni di persone in tutto il mondo. Ford decise quindi di accelerare la realizzazione di un vaccino che proteggesse la popolazione, con lo scopo dichiarato di vaccinare tutti gli americani.
Quando il vaccino fu pronto, l’influenza era già scomparsa, ma l’amministrazione Ford decise comunque di lanciare una campagna di vaccinazione nazionaleQuarantotto milioni di americani ricevettero il vaccino che, essendo stato fatto in fretta e furia con virus vivo, alla fine provocò la sindrome di Guillain-Barré (paralisi) in oltre 500 persone. In totale 25 persone morirono a causa della reazione e altri subirono danni permanenti.
Tuttavia, il costoso vaccino e i decessi associati non rappresentano la fine della storia. In risposta all’epidemia di H1N1, i laboratori di tutto il mondo hanno iniziato a sperimentare con le scorte esistenti di H1N1 che avevano conservato nei congelatori per decenni, dopo la scomparsa del virus A dell’influenza H1N1 20 anni prima. Improvvisamente, nel maggio 1977, il virus A dell’influenza H1N1 è ricomparso esattamente nella stessa forma di vent’anni prima, dimostrando in modo definitivo l’origine di laboratorio (probabilmente uno cinese), dove la malattia è ricomparsa per la prima volta.
Il virus H1N1 resuscitato ha poi travolto il mondo causando una pandemia ormai dimenticata, chiamata erroneamente “influenza russa”, che ha colpito soprattutto i bambini e, fortunatamente, sembra non aver avuto alcun effetto rilevabile sui tassi di mortalità influenzale stagionale. Il tentativo globale di indagare sull’H1N1 allo scopo di creare un vaccino per una pandemia inesistente aveva ora creato una vera pandemia, anche se i suoi effetti erano lievi.
Poco più di trent’anni dopo, il mondo avrebbe vissuto una farsa simile con l’emergere, ancora una volta, di un’epidemia di “influenza suina” H1N1, questa volta originatasi in Messico nel 2009. L’influenza, che tendeva a essere più letale per i non anziani, ha scatenato il panico in Messico e in tutto il mondo, con la pubblicazione quotidiana del numero dei decessi negli ospedali (tò, che novità, n.d.t.). Cominciò una corsa alla ricerca di un vaccino a costi esorbitanti, e la preoccupazione che la fretta potesse produrre un vaccino pericoloso, come nel 1976.
Tuttavia, man mano che l’influenza si diffondeva, è diventato chiaro che l’influenza suina del 2009 non era nel complesso molto più mortale dell’influenza stagionale, anche se si stima che abbia ucciso circa 12.000 americani durante la sua corsa iniziale, di cui l’87% aveva meno di 65 anni. La maggior parte dei ricoverati aveva condizioni preesistenti.
Quando il vaccino è stato introdotto alla fine del 2009, la pandemia si era già affievolita, e c’era poco interesse per il vaccino tra gli americani, nonostante i suggerimenti del dottor Anthony Fauci e di Barack Obama. Gli operatori sanitari dello stato di New York hanno protestato contro le regole che impongono loro di ricevere il vaccino, preoccupati che non fosse stato testato e che potesse creare effetti negativi sulla salute. Alla fine, più della metà del massiccio stock di vaccino H1N1 acquistato dal governo degli Stati Uniti è rimasto inutilizzato, e la maggior parte di quelle dosi – 71 milioni in totale – è stata semplicemente smaltita.
I critici dicono che la ricerca pericolosa non dà “alcun risultato” per combattere le malattie virali
Un esempio più recente dello stesso tipo di ricerca pericolosa si trova nel recente finanziamento da parte di Fauci di esperimenti sui virus dell’influenza aviaria per la creazione di futuri vaccini, che ha comportato la modifica del virus dell’influenza per renderlo trasmissibile all’uomo. Sebbene tale ricerca suscitasse opinioni contrastanti tra gli scienziati, e fosse stata vietata dall’amministrazione Obama nel 2014 dopo la documentazione di allarmanti violazioni della sicurezza, i funzionari sanitari avevano nuovamente approvato gli esperimenti e permesso il finanziamento del governo degli Stati Uniti, come riferito dalla rivista Science nel febbraio del 2019, seguita dal New York Times nel marzo del 2019. L’articolo del Times citava Fauci che difendeva la ricerca, scrivendo che la considerava una “buona decisione di far riprendere la ricerca”, e rilevando che il suo istituto aveva contribuito con più di 600.000 dollari.
Gli Istituti Nazionali di Sanità non sono stati l’unica organizzazione a finanziare la ricerca sui virus animali. L’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) ha istituito nel 2009 un programma chiamato “PREDICT” per tentare di studiare i virus animali e anticipare le possibili minacce di malattie negli esseri umani. Gli studi hanno riguardato lo stesso tipo di ricerca di “gain of function” condannata dai ricercatori e limitata dai funzionari sanitari statunitensi.
In particolare, USAID e PREDICT hanno anche sostenuto la ricerca presso il Wuhan Institute of Virology. Il programma PREDICT è stato annullato nel 2018, una mossa che è stata decretata dai sostenitori ma sostenuta da scienziati che hanno dubitato della sua efficacia e si sono preoccupati dei pericoli che ha creato.
Richard Ebright, che studia le malattie infettive alla Rutgers, ha dichiarato a Newsweek in aprile che, nonostante i benefici propagandati di tale ricerca promossa dal PREDICT, dopo dieci anni di esistenza il programma aveva avuto zero risultati positivi nella lotta contro le malattie.
“Il programma PREDICT non ha prodotto alcun risultato – assolutamente nessun risultato – utile per prevenire o combattere le epidemie”, ha detto Ebright. “Non ci sono informazioni da quel progetto che contribuiscano in alcun modo, forma o modalità ad affrontare l’epidemia in questione”. La ricerca non fornisce informazioni utili per lo sviluppo di farmaci antivirali. Non fornisce informazioni utili per lo sviluppo di vaccini.
L’ossessione per i vaccini piuttosto che la prevenzione delle malattie alla radice del problema?
Una ricerca così pericolosa è stata abbracciata e promossa da Fauci, Collins e dall’establishment sanitario americano, a causa di un orientamento generale verso la ricerca sui vaccini e i farmaci antivirali, piuttosto che i metodi più tradizionali per affrontare le epidemie di malattie infettive, tra cui la ricerca di contatti e la quarantena. Tali metodi, se eseguiti in modo rigoroso e all’inizio di una nuova epidemia, possono eliminare completamente una nuova malattia.
Fauci ha usato la sua vasta esperienza con l’HIV e l’AIDS come pretesto per affrontare tutte le malattie virali con la stessa strategia di ricerca di vaccini e trattamenti medici. Anche se dopo decenni non è stato sviluppato alcun vaccino per l’HIV, i trattamenti medici possono ora prolungare la durata della vita dei malati per molti decenni. Tuttavia, lo stesso successo non è stato riscontrato in molti casi di malattie infettive, in particolare nelle pandemie di tipo influenzale che colpiscono rapidamente le popolazioni, che sviluppano rapidamente una “immunità del gregge” alla malattia in questione.
Una rassegna delle recenti pandemie illustra il punto. Nella pandemia influenzale del 1957, un vaccino è stato sviluppato rapidamente, ma è stato solo parzialmente efficace e ha avuto uno scarso impatto sulla malattia. Nel 1958 il virus era semplicemente diventato parte dell’influenza stagionale. Anche la pandemia influenzale del 1968 non sembra essere stata influenzata in modo sostanziale dal vaccino sviluppato per contrastarla. Anche gli allarmi “influenza suina” del 1976 e del 2009 hanno portato a una produzione frettolosa di vaccino, che ha avuto scarsi effetto benefici.
L’epidemia di SARS del 2002 è particolarmente esemplificativa. Nel 2004 è stato prodotto un vaccino per la malattia, che da allora ha letteralmente cessato di esistere perché la tradizionale ricerca di contatti e la quarantena l’aveva eliminata.
Il dottor Anthony Fauci ha ammesso da tempo che gli Stati Uniti non sono preparati ad un’epidemia pandemica. Tuttavia, invece di sostenere un sistema di test rapidi e di ricerca di contatti, che se applicato correttamente potrebbe salvare gli Stati Uniti da qualsiasi nuova epidemia di malattia contagiosa, ha spinto per ottenere sempre più denaro per la ricerca di vaccini, sperando che le nuove scoperte scientifiche eliminino in qualche modo la minaccia della malattia.
La disgraziata mentalità di Fauci è stata esposta in due diverse conferenze sulla preparazione alla pandemia nel 2017. In un incontro sul tema organizzata dalla Smithsonian Institution, Fauci ha tenuto una conferenza in cui ha ammesso che la produzione di vaccini arriva sempre troppo tardi per fermare le epidemie di influenza pandemicae così ha sostenuto la necessità di un “vaccino universale” per prevenire tutte le forme di influenza (eccolo qua, n.d.t.). Fino ad allora, ha affermato Fauci, saremo impreparati ad affrontare pandemie influenzali globali.
In un’altra conferenza organizzata da Bill Gates lo stesso anno, Fauci ha continuato a perseguire il tema di un “vaccino universale” anche ammettendo che le “misure antiquate” di rintracciamento e contenimento dei contatti avevano eliminato la SARS nel 2002 senza un vaccino. Al momento dell’iniziale epidemia di COVID-19 negli Stati Uniti nel gennaio del 2020, Fauci e altri importanti sanitari statunitensi non erano ancora riusciti a creare un sistema di test e di ricerca dei contatti a risposta rapida, l’unico metodo noto per sopprimere efficacemente potenziali focolai di pandemia.
La spinta ossessiva per lo sviluppo di farmaci e vaccini attraverso la ricerca virale, piuttosto che ragionevoli misure preventive, può essere trovata alla fine alla base della pandemia COVID-19. Potrebbe aver portato non solo alla creazione e allo scatenarsi del nuovo coronavirus, ma anche a uno stato di impreparazione per quanto riguarda il contenimento.
Per quanto la ricerca virale possa essere utile in certi contesti, l’eccessiva attenzione del Dr. Fauci e del Dr. Collins per le pericolose funzionalità di “gain of function” della ricerca, nonché la mancanza di enfasi sul tradizionale controllo dell’epidemia, possono ora aver contribuito a creare la pandemia più distruttiva che il mondo abbia mai visto, dai tempi della pandemia influenzale del 1918. Ha spinto loro e altri leader sanitari nazionali in un pericoloso intreccio con la Cina e in una ingenua dipendenza dall’Organizzazione Mondiale della Sanità influenzata dalla Cina. La situazione attuale del mondo dopo la pandemia COVID-19 dovrebbe portare a una rigorosa ricerca della fonte dell’epidemia e, in ultima analisi, a una rivalutazione dello stato di controllo della pandemia e della scienza – o della sua mancanza – del controllo delle malattie pandemiche.
Scelto e tradotto da Cinthia Nardelli per ComeDonChisciotte

15 luglio 2020

Giallo In Svezia / La “Morte” Di Un Blogger Che Indagava Su Soros


Un giornalista e blogger indipendente, con passaporto svedese, Bechir Rabani, è “morto” due anni e mezzo fa in circostanze ben poco chiare. Ma le autorità di Stoccolma stanno per archiviare il caso. Due le ipotesi secondo gli inquirenti: morte per cause naturali o suicidio con barbiturici.
Lo scrive un sito di controinformazione, “The Truth Seeker”, che nella sua inchiesta evidenzia come nessuna delle due ipotesi sia valida. Mentre è molto concreta una terza pista, quella che porta all’assassinio di un giornalista scomodo, in grado di alzare il sipario su non pochi misteri da novanta. Come gli affari “tanti umanitari” di non poche ONG, soprattutto quelle battenti bandiera griffata George Soros.
Ecco cosa hanno scoperto i reporter del sito.

14 luglio 2020

Vaccini / L’Italia Venduta A Big Pharma


Sul sito fondato e animato da Robert Kennedy junior “Children’s Health Defence”, dedicato ovviamente alla salute dei bambini e soprattutto per suscitare sempre maggiore consapevolezza e cautela nell’uso dei vaccini, compare un messaggio-sos sulla situazione italiana.
A lanciarlo Antonietta M. Gatti, presidente di “Health, Law and Science Association” (l’associazione per la salute, la legge e la scienza) e consulente della commissione governativa sul delicato tema dell’uranio impoverito.
Ecco quanto scrive Gatti a Robert Kennedy. “Non so se sei a conoscenza della situazione italiana. Riassumendo tutto in poche parole, l’Italia è stata venduta a Big Pharma ed è diventata un enorme laboratorio in cui vengono condotti esperimenti sulla popolazione: adulti, bambini, anziani, persone sane, malate… non fa alcuna differenza, siamo tutti cavie. Ora il business, e non solo economico, è quello di costringere 60 milioni di italiani a vaccinarsi contro il Covid, al punto che sono già state acquistate decine di milioni di dosi di un prodotto, un prodotto che in effetti è sconosciuto sia in termini di efficacia, sia, soprattutto, in termini di effetti collaterali”.
“Come sapete, da anni analizziamo i vaccini, trovandoli sempre pericolosamente inquinati e veniamo quotidianamente contattati da famiglie di bambini danneggiati dai vaccini”.
“Ora, nel nostro Parlamento non c’è più alcuna differenza tra maggioranza e opposizione e, se la situazione rimane quella di oggi, non avremo scampo”.
“Saremmo tutti molto grati se potessi informare la tua gente di ciò che sta accadendo in Italia. L’unica possibilità che resta è quella di far sentire una voce diversa da quella di regime”.

13 luglio 2020

La Svezia e lo strano orgoglio italico da Covid-19…


Da mesi, denigrare la Svezia per la sua gestione della pandemia Covid-19 provocata dal virus Sars-CoV-2 è diventato uno sport internazionale. In Italia di più, come ben si spiega qui https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/04/svezia-e-coronavirus/
Non vi si sottraggono nemmeno due italiani https://lanuovaprovincia.it/attualita/due-astigiani-in-svezia-raccontano-qui-chi-indossa-la-mascherina-viene-preso-per-matto/ emigrati da pochi anni nel paese scandinavo, supponiamo a scopo lavorativo. La Svezia ha un numero di stranieri di gran lunga superiore all’Italia, sia perché risulta più attraente lavorare là che per esempio in Italia, sia per le sue politiche di accoglienza nei confronti di rifugiati da molti paesi, anche quelli presi di mira da guerre alle quali il paese scandinavo, che della Nato non è membro ma solo partner, non ha preso parte.
I due italiani in Svezia, certo, non sono obbligati a parlare bene del paese che li ha accolti. E possono essere sicuri che le loro critiche non provocheranno loro alcun danno. Ma fanno affermazioni troppo paradossali per essere taciute. Nel loro racconto si mescolano isteria e campanilismo – degno di miglior causa. Il tutto rivela una serie di equivoci che la fifa inconsulta non basta a giustificare. Ecco qua.

11 luglio 2020

Esclusivo: come Ghislaine Maxwell e Kevin Spacey si sono rilassati a Buckingham Palace "come ospiti del Principe Andrew"


Esclusivo: Ghislaine Maxwell e Kevin Spacey seduti su troni appartenenti alla regina e al duca di Edimburgo a Buckingham Palace nel 2002
Seduto sul trono della regina a Buckingham Palace, Ghislaine Maxwell fa un cenno regale alla telecamera.
Accanto a lei nel posto normalmente occupato dal duca di Edimburgo c'è Kevin Spacey, l'attore di Hollywood accusato ma mai condannato per molteplici reati sessuali.
Al Daily Telegraph è stato detto che la coppia è stata invitata nella sala del trono in un tour privato del palazzo organizzato dal duca di York, un caro amico della signora Maxwell.
Ottenuta esclusivamente da The Telegraph, la foto è stata scattata nel 2002 e mostra Maxwell in una finta posa reale con Spacey che finge di essere il Principe Filippo... 

www.telegraph.co.uk