26 maggio 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 26 mag 2019


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Liberato il prigioniero politico della Nato, Mateusz Pskorski
 

 
Washington riprende le accuse di Al Qaeda contro Damasco
 

 
L'ONU ingiunge a Londra di restituire l'arcipelago delle Chagos, fra cui Diego Garcia
 

 
L'Arabia Saudita sapeva in anticipo degli attentati in Sri Lanka
 

 
Notre-Dame: è iniziata l'operazione immobiliare più grande d'Europa
 

 
Circa 200 mila ciprioti non potranno votare per le elezioni europee
 
Controversie

 
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24 maggio 2019

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 23 mag 2019

Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
Le prisonnier politique de l'Otan, Mateusz Piskorski, libéré !
 

 
L'Onu enjoint Londres de restituer l'archipel des Chagos, dont Diego Garcia
 

 
Washington reprend les accusations d'Al-Qaïda contre Damas
 

 
L'Arabie saoudite était informée à l'avance des attentats au Sri Lanka
 

 
Notre-Dame : la plus grande opération immobilière d'Europe a débuté à Paris
 

 
Près de 200 000 Chypriotes ne pourront pas voter aux élections européennes
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Utilisation présumée d'armes chimiques par le régime d'Assad
 

 
Entretien d'Emmanuel Macron avec Youssef Ier Absi
 

 
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22 maggio 2019

Newsletter Voce delle Voci - 22 maggio 2019

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LA NEWSLETTER DI MERCOLEDI' 22 MAGGIO 2019


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17 Maggio 2019
  di Luciano Scateni


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16 Maggio 2019
  di Andrea Cinquegrani




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19 Maggio 2019
  di PAOLO SPIGA
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21 Maggio 2019
  di Giulietto Chiesa
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19 Maggio 2019
  di MARIO AVENA
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DI LUCIANO SCATENI
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La società siriana e la laicità, di Thierry Meyssan


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Il mausoleo di Giovanni Battista nella moschea degli Omayyadi a Damasco.

Prima della guerra la società siriana era organizzata secondo i principi della laicità, in modo che le numerose comunità religiose potessero convivere mescolandosi fra loro. L'intera popolazione siriana ha sofferto per le atrocità commesse dagli jihadisti (di cui oggi gli europei addossano la responsabilità alla Repubblica Araba Siriana). Molti siriani si sono perciò rivolti a Dio. La percentuale di praticanti è passata dal 20 all'80. Buona parte della comunità cristiana facente capo alla chiesa di Roma è emigrata, mentre gli ortodossi sono rimasti. La comunità dei mussulmani sunniti è adesso largamente maggioritaria. Paradossalmente, alcuni dei loro imam, dimenticando la retorica di Daesh e la resistenza del Paese, oggi designano i laici come nemici.

Il generale sunnita Hassan Turkmani aveva concepito la difesa della Siria poggiandosi sui suoi abitanti [1]. Secondo Turkmani era possibile far sì che le comunità si prendessero cura le une delle altre, pur conservando le proprie peculiarità culturali, e difendessero così il Paese.
Era solo una teoria, oggi però constatiamo quanto fosse giusta. La Siria è sopravvissuta all’assalto della più vasta coalizione della storia, così come in epoca romana sopravvisse alle guerre puniche.
Delenda Carthago, «Cartagine deve essere distrutta» [2], diceva Catone il Censore, «Bashar deve andarsene», gli ha fatto eco Hillary Clinton.
Chi ancora spera di distruggere la Siria ora sa che bisogna innanzitutto distruggerne il mosaico religioso, sicché le minoranze vengono diffamate ed elementi della comunità maggioritaria incoraggiati a imporre il proprio culto agli altri.
La Siria ha una lunga storia di collaborazione fra le religioni. Nel III secolo la regina Zenobia, che si ribellò alla tirannia occidentale dell’Impero Romano e si mise alla testa degli arabi d’Arabia, d’Egitto e dell’intero Levante, fece di Palmira [3] la sua capitale. Sotto il suo regno fiorirono le arti e tutte le comunità religiose furono indistintamente tutelate.
Nel XVI secolo la Francia fu teatro di terribili guerre di religione tra due rami del cristianesimo, il cattolico e il protestante, cui mise fine la concezione del filosofo Montaigne di relazioni interpersonali che permettano a tutti di vivere in pace.
Il progetto del siriano Hassan Turkmani va oltre Montaigne. Non basta tollerare che altri, pur credendo nel nostro stesso Dio, lo celebrino in modo diverso dal nostro. Si tratta di pregare insieme. Infatti nella grande moschea degli Omayyadi di Damasco la testa di Giovanni Battista era ogni giorno venerata da ebrei, cristiani e mussulmani [4]. È l’unica moschea in cui i mussulmani hanno pregato insieme a un papa, Giovanni Paolo II, attorno a reliquie oggetto di comune venerazione.
In Europa, dopo le sofferenze delle due guerre mondiali, i preti delle diverse religioni hanno predicato il timore di Dio su questa terra per ottenere la ricompensa nell’aldilà [5]. La pratica religiosa ha progredito, ma bisogna fortificare i cuori. Dio però non ha inviato i profeti per minacciarci. Trent’anni dopo, i giovani, che volevano emanciparsi anche da questa coercizione, hanno respinto con veemenza l’idea stessa di religione. La laicità [6], una forma di governo per vivere insieme nel rispetto delle reciproche differenze, è diventata un’arma contro queste stesse differenze.
Evitiamo di commettere lo stesso errore.
Il ruolo delle religioni non è né imporre un modo di vita, come ha fatto Daesh, né terrorizzare le coscienze, come hanno fatto gli europei in passato.
Lo Stato non ha il compito di essere arbitro nelle dispute teologiche, men che meno di scegliere tra le religioni. Come in Occidente, anche nel mondo arabo i partiti politici invecchiano male, ma quando sono stati fondati il PSNS [7] e il Baas [8] volevano fondare uno Stato laico, ossia uno Stato che garantisse a chiunque la libertà di celebrare senza timori il proprio culto. Questa è la Siria.

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