20 dicembre 2018

LA VOCE rooseveltiana N° 3 di Giovedì, 20 Dicembre 2018


La Voce Rooseveltiana


D(i)RITTI VERSO LA LIBERTÀ DAL BISOGNO
 
Siamo una comunità di cittadini che sognano il Rinascimento democratico
di cui la società ha bisogno




Editoriale
 
KEYNES, IL NEOLIBERISMO E L'HOMO SAPIENS
di Marco Moiso



Patrizia Scanu

Dopo avere ricevuto l'apprezzatissimo invito del Presidente Gioele Magaldi a scrivere questo editoriale, ho contattato il Direttore de "LA VOCE rooseveltiana", Giorgio Cattaneo, il quale mi ha cortesemente mostrato la vignetta di Mirko Bonini che accompagnerà questo numero. La vignetta raffigura J.M. Keynes, vicino ad un'Europa bisognosa di lui. Nel mio editoriale, approfittando del lavoro di Bonini, esporrò le ragioni per cui, a mio parere, l'Europa abbia ancora bisogno di questo gigante del liberalismo, radicando il mio ragionamento nell'accadimento storico-biologico che ha dato inizio alla strutturazione della società come la conosciamo. 

 
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TragiComix
di Mirko Bonini

TragiComix by Mirco Bonini 01
 



Secondo Noi
   
GM MAGALDI: MASSONI COI GILET GIALLI, MENTRE I GIALLOVERDI DORMONO

L'attentato di Strasburgo, gestito da servizi deviati francesi per aiutare Macron, non fermerà la protesta dei Gilet Gialli, sostenuta dietro le quinte dalla massoneria progressista. Lo afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt. Che aggiunge: la rivolta francese doveva servire anche a supportare il governo gialloverde nella sua sfida alla tecnocrazia di Bruxelles. Purtroppo, l'esecutivo Conte – che pure chiede assistenza ai circuiti massonici progressisti – sembra invece rassegnato a rinunciare a combattere.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
CARPEORO: FRANCIA, TERRORISMO "FALSE FLAG" E PROTEZIONE A BATTISTI

I servizi segreti francesi non sono estranei né al tragico attentato dell'11 dicembre a Strasburgo, che ha giovato a Macron "assediato" dai Gilet Gialli, né alla fuga di Cesare Battisti, sfuggito all'arresto in Brasile grazie agli 007 di Parigi che lo infiltrarono nell'Italia degli anni di piombo. Lo afferma Gianfranco Carpeoro, del Consiglio di Presidenza MR.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
GFC
GC CATTANEO: GILET GIALLOVERDI, MA ORA GLI ITALIANI SI ASPETTANO I FATTI

Delusione per il cedimento del governo gialloverde di fronte all'imposizione della Commissione Europea che chiede all'Italia di ridurre la previsione di deficit 2019. Giorgio Cattaneo: Lega e 5 Stelle hanno il merito di aver reso evidente l'ingiustizia del diktat Ue, ma dopo tante promesse ora gli italiani si aspettano un sostanziale cambio di rotta.
(Intervento sul blog MR).
MAGALDI: ALTRO CHE GLOBAL COMPACT, SERVE UNA RIVOLUZIONE

Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt: la rivolta francese dei Gilet Gialli è indice di una situazione europea per molti aspetti pre-rivoluzionaria. Perfettamente inutile un Global Compact sui migranti che l'Onu non potrebbe far applicare, è tempo di una Organizzazione Mondiale delle Democrazie che promuova il ritorno (rivoluzionario) della sovranità democratica in ogni paese del mondo, dall'Ue all'Africa da cui scappano profughi.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
Gioele Magaldi
GC CATTANEO: JE SUIS NO-TAV, A TORINO I SINDACI FRANCESI CONTRARI ALL'OPERA

«Il progetto Tav Torino-Lione, ancora fermo, è inutile: la Francia accetta l'idea del traforo solo perché largamente a carico dell'Italia, mentre Parigi non riaprirebbe la discussione sull'eventuale nuova linea che nel 2038». Cattaneo: i grandi media hanno oscurato le rivelazioni dei sindaci francesi accorsi a Torino l'8 dicembre per sostenere i NoTav.
(Intervento sul blog MR, ripreso su Libreidee).
GALLONI: GILET GIALLI, L'ENNESIMA RIVOLTA SENZA GUIDA POLITICA

Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt: quella dei Gilet Gialli in Francia è l'ennesima rivolta priva di guida politica. Problema: senza una leadership è difficile ottenere risultati, mentre – per contro – una mediazione politica finirebbe per annacquare la protesta tra mille compromessi. La nostra società saprà ridefinire dal basso i rapporti di forza, trovando un modo più giusto di vivere?
(Intervento su Scenari Economici, ripreso da Libreidee).
Nino Galloni
PS SCANU: SPIRITUALITÀ (LAICA) IN POLITICA, PER DECOLONIZZARE LA MENTE

Patrizia Scanu, Segretario generale MR: si può parlare, oggi, di spiritualità (laica) in politica? Ovvero: come decolonizzare le menti dall'ideologia neoliberista. «Non basterà l'economia a salvarci, se perderemo di vista la nostra identità storica e il senso stesso del vivere civile. Ci servono perciò idee lungimiranti e uomini che le incarnino con passione disinteressata e profonda connessione spirituale con ciò che ci rende migliori».
(Intervento sul blog MR)
ZOFFI: DECENTRALIZZARE TUTTO, MANIFESTO PER UN NEW DEAL 4.0

Fabio Zoffi presenta il suo "Manifesto per un New Deal 4.0", che propone di riconvertire l'economia, e quindi la società, su basi partecipative. In sintesi: decentralizzare le imprese, le tecnologie e anche la finanza. E poi: educazione dei nuovi cervelli e investimenti pubblici strategici. «Una visione che può sembrare ambiziosa, ma l'attuale è meno impervia di quanto sembri: e il Dna dell'Italia, basti pensare al Rinascimento, ha tutto quello che serve (cominciando da Movimento Roosevelt) per accettare questa grande scommessa».
(Intervento sul blog MR)
FZ
NG GALLONI: FOLLE TAGLIARE IL DEFICIT, SE È IN ARRIVO LA RECESSIONE

Avverte l'ecomomista post-keynesiano Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt: è semplicemente folle pensare di rinunciare al deficit in un momento in cui si teme l'arrivo di una fase recessiva dell'economia. Alla crisi si deve rispondere con investimenti pubblici di valore strategico, che producano occupazione. Altri aiuti: un'agenzia di rating indipendente e il ricorso a moneta di Stato "non a debito".
(Intervento su Scenari Economici, ripreso da Libreidee). 
 
MAGALDI: IL FALLIMENTO GIALLOVERDE È ORMAI ALL'ORIZZONTE

«Diciamocelo: l'esperienza gialloverde sta fallendo. Lega e 5 Stelle rischiano grosso, di fronte alla cocente delusione degli elettori che avevano creduto nella loro scommessa». Parola di Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt. Spettacolo penoso, la retromarcia tattica del governo Conte di fronte alle minacce dell'euro-establishment, «come se il problema fosse davvero il deficit al 2,4%».
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
GM
Gianfranco Carpeoro CARPEORO: VIENE DALL'ESTERO L'ATTACCO FAMILIARE A DI MAIO
 

Gianfranco Carpeoro: ci sono "manine" non italiane dietro alla tempesta mediatica scatenatasi sul vicepremier e ministro del lavoro Luigi Di Maio. Un attacco strumentale, attuato usando come presto le presunte irregolarità riscontrate nell'azienda del padre. Va detto, aggiunge Carpeoro, che in campagna elettorale i grillini si erano distinti per attacchi di analogo tenore, sferrati senza complimenti contro gli avversari.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
MAGALDI: SE CEDONO ALLE MINACCE UE, I GIALLOVERDI PERDONO LA FACCIA

Niente di peggio che deludere le aspettative suscitate: guai, dice Gioele Magaldi, se i gialloverdi crollassero davvero, di fronte alle minacce della Commissione Ue, armate dal ricatto dello spread e rinforzate dal fiancheggiamento anti-italiano del vecchio establishment nazionale, affollato di quinte colonne. Un cedimento sostanziale sul Def, dichiara il presidente del Movimento Roosevelt, autorizzerebbe gli scettici ad archiviare la neonata speranza gialloverde, liquidandola come l'ennesima operazione di "gatekeeping" progettata solo per fare il pieno di voti e neutralizzare il malcontento, raggirando gli elettori.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
Gioele Magaldi
PW WINKLER: ADEGUARE LA COSTITUZIONE, I CITTADINI SIANO SOVRANI

«È necessario e impellente farsi promotori di profonde e radicali riforme, che permettano la realizzazione di quei valori che i padri fondatori europei sognavano: valori tesi a realizzare la pace e il benessere dei popoli, in primis il valore della piena occupazione e della giustizia sociale, non certo ad approfondire i solchi delle disuguaglianze per proiettarsi verso la società dei pochi». Da Pierluigi Winkler, vicepresidente e supervisore affari giuridici del Movimento Roosevelt, una riflessione su come migliorare la Costituzione (tema su cui si è espressa l'Assemblea generale il 23 novembre a Roma, approvando una bozza che spezza il bicameralismo perfetto e introduce elementi di "democrazia stocastica" per il Senato).
(Intervento sul blog MR).
MAGALDI: AL PD NON SERVONO I MINNITI, MA IDEE PROGRESSISTE

Perfettamente inutile il valzer di improbabili candidati alla successione di Matteo Renzi: non è certo grazie a vecchi arnesi come Marco Minniti che il Pd potrà risorgere, sostiene Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt. L'unica via d'uscita, per l'ex sinistra italiana, consiste nel gettare a mare vent'anni di politica neoliberista, recuperando una dimensione autenticamente progressista e cioè antitetica rispetto alla "teologia" Ue.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
GM
NG GALLONI: COME SOPRAVVIVERE ALLO SPREAD, SE SALE A QUOTA 400

Come sopravvivere allo spread, se salisse a quota 400? Secondo Nino Galloni, economista e vicepresidente del Movimento Roosevelt, servono quattro mosse: emissione di titoli di Stato a breve termine, creazione di moneta statale parallela (non a debito, a circolazione solo nazionale), proseguimento del "quantitative easing" da parte della Bce e istituzione di una agenzia di rating indipendente, «titolata a dare giudizi su basi serie e trasparenti», evitando il classico gioco speculativo normalmente innescato dalle agenzie di Wall Street.
(Intervento su Scenari Economici, ripreso da Libreidee).
MAGALDI E MOISO: GIUSTIZIA, PESSIMA IDEA SOSPENDERE LA PRESCRIZIONE

Senza più l'incombere della prescrizione, i tempi della giustizia potrebbero dilatarsi ulteriormente: ecco perché è controproducente, la sospensione della prescrizione già dopo il primo grado di giudizio introdotta dai 5 Stelle nel Ddl anticorruzione. Secondo Gioele Magaldi, a colloquio con Marco Moiso, così ci si allontana dal "giusto processo", che all'imputato (innocente, fino a prova contraria) andrebbero garantiti tempi non eterni.
(Intervento su YouTube, ripreso dal blog MR).
MR
GM MAGALDI: LA MONTAGNA GIALLOVERDE HA PARTORITO UN TOPOLINO

Diciamola tutta: alla fine, la montagna gialloverde ha partorito il classico topolino. Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt: dove lo vedete, il sacrosanto taglio delle tasse promesso dalla Lega in campagna elettorale? E qualcuno sa che fine abbia fatto, esattamente, il mitico reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei 5 Stelle per sostenere le fasce sociali più in affanno? Sembra arrivata l'ora del disincanto, anche per i più tenaci difensori d'ufficio del tentativo democratico rappresentato dal governo Conte.
(Intervento su YouTube, ripreso sul blog MR e su Libreidee). 
MAGALDI E MOISO: ATAC, BRUTTO REFERENDUM NEOLIBERISTA

Brutta pagina, quella vissuta a Roma (ma disertata dagli elettori) sul referendum promosso dai radicali per la "liberalizzazione" dell'Atac: per Gioele Magaldi e Marco Moiso, presidente e vice del Movimento Roosevelt, il quesito suggeriva che l'idea che il pubblico sia sempre meglio del privato. Nei trasporti una clamorosa smentita viene dall'Atm di Milano, indicata in Europa come modello di efficienza.
(Intervento su YouTube, ripreso sul blog MR).
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TORNARE
SOVRANI
ECCO COME

Un nuovo New Deal per il XXI secolo, che rimetta l'uomo al centro di politica ed economia: lo propone il documento politico di indirizzo programmatico per il lavoro dei Dipartimenti. Obiettivo: delineare strategie per rovesciare il paradigma dominante da qualche decennio, neoaristocratico e neoliberista, tutto incentrato su processi decisionali tecnocratici ed elitari, anche quando mantengano le forme e i rituali della democrazia.

BOZZA 1 e BOZZA 2

DIPARTIMENTI, COMMISSIONI, IL NUOVO TEAM

Dodici nuovi Dipartimenti, ciascuno con il suo direttore alla guida di un team di lavoro, più le Commissioni interdipartimentali: si è messa all'opera una grande squadra di lavoro.

LAVORO PER TUTTI 


Piena occupazione, un impiego dignitoso per tutti: a Gianluca Felicini (Terni, acciaierie) il Dipartimento per le Politiche del Lavoro e del Welfare, del Movimento Roosevelt.
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LANZI, L'ITALIA È ARTE


Non solo musei: beni culturali da valorizzare nel mosaico irripetibile del territorio italiano. Chiara Lanzi gestirà il Dipartimento Cultura, Arte e Spettacolo del Movimento Roosevelt.

PERON, SCIENZA E RICERCA


All'astrofisico Roberto Peron (Istituto Nazionale di Astrofisica, Iaps-Inaf) la direzione del Dipartimento per l'Università e la Ricerca del Movimento Roosevelt.

SOLDANO, INFORMARSI È UN DIRITTO

Una donna dalla parte dei diritti civili, partendo dalla trincea della comunicazione giornalistica: a Monica Soldano il Dipartimento MR per l'Informazione e i Mass Media.
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PINZAFERRI, UN FUTURO PIÙ VERDE

Ecologia e futuro, rifiuti ed energia: l'impegno di Franco Pinzaferri alla guida del Dipartimento Ambiente, Rigenerazione urbana e Tutela del territorio e del mare.

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Agenda MR

 

22 dicembre
POLITICA
(ROMA - h 14)
Il partito che serve all'Italia: riunione operativa verso l'assemblea costituente del nuovo soggetto politico di cui alcuni "rooseveltiani" si fanno promotori per il 2019

Appuntamento a Roma il 22 dicembre, (ore 14, via Sallustiana, 27) per una riunione destinata a costruire l'agenda costitutiva del Partito che Serve all'Italia, promosso da esponenti "rooseveltaini" per offrire al nostro paese un indirizzo post-keynesiano, basato sul ritorno alla piena sovranità democratica.




 
   



 
Movimento Roosevelt / Democrazia contro oligarchia
 
Il mondo non è mai stato così ricco, eppure la società è colpita da diseguaglianze inaudite:
senza giustizia sociale non si possono garantire né diritti né pari opportunità.
Grazie all'opposizione artificiosa tra destra e sinistra, l'élite neoliberista ha potuto privatizzare il mondo, minando, dagli anni '70, il futuro delle istituzioni democratiche.
Oggi la vera contrapposizione politica non è più tra destra e sinistra, ma tra democrazia e oligarchia. 
Il Movimento Roosevelt è un soggetto politico meta-partitico ispirato da Gioele Magaldi
e istituito da 500 soci fondatori a Perugia  il 21 marzo del 2015.
Il nostro movimento è impegnato a smascherare la pretesa scientificità economicistica
del rigore nei bilanci pubblici, contribuendo al risveglio democratico della politica italiana, europea e mondiale.
Dobbiamo utilizzare indicatori economici che siano accurati nel misurare il benessere della collettività e ricominciare a costruire ricchezza con le politiche economiche proprie del modello post-keynesiano,
fondato sull'investimento pubblico strategico per rilanciare il settore privato.
Si tratta di una sfida culturale per la quale il Movimento Roosevelt si rivolge a tutte le persone di animo sinceramente progressista, disposte a contribuire a far crescere una nuova consapevolezza.
Per ridiventare cittadini e smettere di essere "sudditi" di anonimi tecnocrati, al servizio di potentati economici privatistici, abbiamo bisogno della consapevolezza, del supporto e dell'impegno del popolo.
L'orizzonte per il quale lavoriamo è squisitamente democratico: vogliamo restituire alla collettività
un futuro prospero e degno di essere vissuto appieno.


 
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  LA VOCE Rooseveltiana
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IL CASO MATTEI / FU UNA BOMBA, I LEGAMI CON GLI OMICIDI DI MAURO DE MAURO E PIER PAOLO PASOLINI


Fresco in libreria "Il caso Mattei", edito da Chiarelettere e scritto a quattro mani dalla giornalista Sabrina Pisu e dal magistrato Vincenzo Calia, che a metà degli anni '90 riaprì la bollente inchiesta, trovò nuove piste ma non riuscì a chiudere il cerchio.
Cerchio che invece era stato "chiuso" sia dal giornlaista siciliano Mauro De Mauro, che lavorava alla sceneggiatura del film di Francesco Rosi, sia da Pierpaolo Pasolini impegnato nella stesura del suo "Petrolio" al caloro bianco. Entrambi, De Mauro e Pasolini, erano arrivati alla meta, e per questo anche loro, dopo Enrico Mattei, "dovevano morire".

LE ULTIME SCOPERTE DEL MAGISTRATO CALIA
Ma procediano con ordine, partendo dal libro appena uscito. In primo luogo viene affermato e poi spiegato con estrema chiarezza che non si è trattato di "incidente", come hanno sempre sostenuto all'epoca i vertici Eni e i nostri servizi segreti di allora, il Sifar. Ma si sia trattato di un attentato in piena regola, attraverso il posizionamento di una bomba sul velivolo, un Morane Saulnier 760, che trasportava il capo dell'Eni Mattei, il pilota Irnerio Bertuzzo e il corrispondente di Time Life William McHale. Era il 26 ottobre del 1962 e il velivolo, partito da Catania, doveva atterrare a Milano, ma cadde a Bescapè, in provincia di Pavia.
Calia, nel volume, descrive la dinamica dell'incidente, scrive della verbalizzazione "mutata" dell'agricoltore-testimone oculare che prima parlò di fiamme a bordo, poi ritrattò; e fa cenno soprattutto alla super perizia effettuata da una officina di riparazioni dell'aeronautica di Novara, condotta sui resti dell'aereo dopo il disastro, quindi volatilizzatasi.


La copertina. In alto da sinistra Mauro De Mauro, Enrico Mattei e Pier Paolo Pasolini

E documenta, Calia, tutta l'azione di depistaggio svolta dal Sifar (soprattutto a proposito della sparizione della perizia, ma anche della testimonianza poi taroccata), e il ruolo negativo svolto dai media. Vengono ad esempio ricordati i feroci articoli di una firma come quella di Indro Montanelli, tutti anti gestione Mattei, quasi ad aprire la strada – come poi avverrà – al suo successore, Eugenio Cefis.
Ed infatti sia Di Mauro che Pasolini, nelle loro indagini, puntarono dritti al bersaglio grosso, Eugenio Cefis, già allontanato dall'Eni nel '62, e poi, dopo la morte di Mattei, tornato in pompa magna. Tra i fondatori maximi della P2, Cefis diventerà il vero burattinaio degli affari italiani per oltre un decenno, impersonando quella "Razza padrona" che Eugenio Scalfari descrisse nel suo celebre libro.

UN FILM CHE FARA' "TREMARE L'ITALIA"
Sintomatica la frase pronunciata dal giornalista dell'Ora di Palermo trucidato dalla mafia, Mauro De Mauro, che stava completando le sue indagini. Parlando con un collega dell'Ansa, Lucio Galluzzo, gli disse: "sarà un film che farà tremare l'Italia".
Del resto sulla scrivania di De Mauro venne trovato il brogliaccio del "Petrolio" che Pasolini stava ultimando. Va poi ricordato, oltre al fondamentale capitolo "Lampi sull'Eni", dove campeggia la figura di Cefis, anche il furto di una settantina di pagine, che mancano all'appello di Petrolio. Cosa contenevano? La chiave del giallo? Con ogni probabilità pagine di fuoco & petrolio, costate la vita a Pier Paolo.
Una lunga scia di sangue, quindi, tutta griffata Eni: prima muore Mattei, la cui politica anti sette sorelle (le regine del petrolio) e in favore dello sfruttamento dei giacimenti africani in una prospettiva di ben diverso sviluppo mediterraneo, con una autentica collaborazione tra Italia e Nord-Africa; poi Mauro De Mauro, il quale stava terminando il suo lavoro per il film di Rosi (che uscirà evidentemente monco di quelle esplosive rivelazioni); quindi Pasolini, con il suo Petrolio bollente che tirava le fila su quella catena di sangue & potere.
Tutto basta e arci-avanza per una nuova apertura dell'inchiesta (anzi delle inchieste) basata sul filo rosso che unisce i tre omicidi.
Intanto, la procura di Roma dorme: due anni e mezzo fa il legale degli eredi Pasolini, Stefano Maccioni, ha chiesto la riapertura delle indagini, basandosi su una perizia del Dna, e scoprendo che vi sono almeno altre due presenze sulla scena del delitto, Ignoto 2 e Ignoto 3 (l'Ignoto 1 era evidentemente Pino Pelosi). Una prova schiacciante, presentata al pm Francesco Minisci, una strada spianata su cui procedere: ma fino ad oggi nessuna notizia.
Forse il pm Minisci è troppo occupato con il suo incarico di vertice all'Associazione Nazionale Magistrati, dove a marzo è stato nominato presidente?

LEGGI ANCHE
GIALLO PASOLINI / DA UN ANNO LA PROCURA DI ROMA DORME: QUEL TEST SUL DNA NON S'HA DA FARE

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19 dicembre 2018

GIALLO ROSSI / DOPO 5 ANNI AI RAGGI X ULTIME E-MAIL E IL NOTES


Ci ha messo la bellezza di 5 anni e mezzo la dormiente procura di Siena per trovare l'hard disk del pc e la "copia forense" di uno dei due notebook appartenuti a David Rossi, il responsabile per le comunicazioni del Monte dei Paschi di Siena volato giù dal quinto piano di palazzo Salimbeni il 6 marzo 2013.
Il procuratore capo, Salvatore Vitiello, solo dopo le ripetute sollecitazioni arrivate dai legali della famiglia, e cioè il fratello Ranieri Rossi e la moglie Antonella Tognazzi, ha "scoperto" quei documenti!
Tutto il prezioso materiale ora è stato inviato dalla procura senese al Racis, il gruppo per le investigazioni scientifiche dei carabinieri, affinchè ne verifichi minuziosamente il contenuto.
Da rammentare, infatti, che sono corse svariate voci e uscite versioni differenti circa il contenuto delle e-mail inviate da Rossi negli ultimi 2-3 giorni della sua vita.


Antonella Tognazzi, moglie di David Rossi (nella foto in alto)

In particolare, sono importanti i messaggi partiti all'indirizzo dell'allora amministratore delegato Mps, Fabrizio Viola. "Stasera mi uccido", uno tra i presunti messaggi. "Domani vado a verbalizzare in procura e dico tutto", il contenuto di un secondo. E' forse anche nei messaggi la chiave per capire chi possa aver "voluto" la morte di David?
Tra l'altro, con una bella faccia di bronzo, lo stesso Viola ha avuto il coraggio di querelare la vedova Rossi e un giornalista de il Fatto, Davide Vecchi, per aver osato parlare e scrivere di quelle mail non poi tanto fantasma (ma solo ora acquisite agli atti) e "violato la privacy" (sic) del top manager Mps. Sia la Tognazzi che Vecchio sono poi stati assolti con formula piena.

Sono stati incredibilmente persi 5 anni, dal momento che le Fiamme gialle avevano chiesto alla procura già nel 2013 quei materiali oggi magicamente saltati fuori.
Del resto per ben due volte la dormiente procura di Siena ha chiesto l'archiviazione del caso, ritenendo certa l'ipotesi del suicidio. Quando invece tutte le evidenze scientifiche, una bella sfilza, dimostrano chiaramente che si è trattato di omicido: sia la perizia grafologica (i messaggi lasciati da David alla moglie), sia la perizia dinamica della caduta (che contrasta del tutto con la 'traiettoria' da suicidio), sia quella medica (il corpo di David presenta segni evidenti di colluttazione e di trascinamento) non lasciano dubbi. Solo i pm di Siena hanno chiuso gli occhi.
Tanto che da alcuni mesi è al lavoro anche la procura di Genova, per accertare tutte le anomalie di quelle inchieste farlocche condotte a Siena e accertarne errori & omissioni.

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18 dicembre 2018

GRUPPO ROCCA / INCHIESTE BOMBA, DAL BRASILE ALL’ARGENTINA, VIA LUSSEMBURGO


Non bastava la maxi inchiesta "Lava Jato" in Brasile per corruzione internazionale. E nemmeno quella in Lussemburgo alla ricerca del tesoro di "San Faustin". Adesso scoppia in Argentina la più grossa "Mazzettopoli" del secolo.
Ad essere coinvolto il gruppo Rocca, con la sua corazzata Techint e la controllata Tenaris, che a fine novembre hanno fatto un autentico tonfo a piazza Affari, perdendo oltre il 7 per cento, mentre alla Borsa americana il crollo ha superato il 10 per cento.
A Paolo Rocca, amministratore delegato e presidente di Tenaris, le autorità argentine hanno confiscato 104 milioni di dollari, comunque una bazzecola rispetto ad un patrimonio personale valutato in circa 8 miliardi di dollari. Allo stesso Paolo Rocca è stato vietato di lasciare il Paese. L'accusa é da non poco: associazione illecita e pagamento di tangenti.

IL NOTEBOOK DI TUTTE LE TANGENTI MILIONARIE
Ma cosa è successo per scatenare un tale putiferio? Tutto parte dall'inchiesta soprannominata "Notebooks", ossia "taccuini", con riferimento ad una sorta di minuzioso diario tenuto da autista pentito che lavorava alle dipendenze del governo, in particolare al ministero per la Pianificazione. Quel memoriale bollente è stato consegnato, mesi fa, dalla moglie dell'autista "pentito", Oscar Centero, agli inquirenti argentini, che hanno così potuto ricostruire tutta la montagna di tangenti versate da imprenditori d'ogni settore – in prima fila Paolo Rocca – per un decennio, tra il 2005 e il 2015. A quanto pare un "sistema" ideato dall'ex capo dello Stato Cristina Fernandez Kirchner, e continuato con il successivo presidente, Mauricio Macri.


Cristina Fernandez Kirchner. In apertura Paolo Rocca

Obiettivo dei Rocca non era solo un occhio di riguardo nei confronti di Tenaris, da anni il colosso dell'acciaio in Argentina, ma anche risolvere la controversia insorta con il Venezuela di Hugo Chavez, che aveva prima confiscato e poi nazionalizzato la Sidor, una divisione di Ternium, controllata dal colosso Techint che fa capo al fratello di Paolo, ossia Gianfelice Rocca, ai vertici della hit tra i Paperoni d'Italia e per anni numero uno di Assolombarda.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti coordinati dal magistrato Claudio Bonadio (di evidenti origini italiane), le ricche mazzette di versate da Tenaris – prima una grossa fetta, poi una serie di versamenti mensili – servivano sia per sbloccare la situazione venezuelana sia per alimentare quell'associazione a delinquere, quel sistema che coinvolgeva una serie di imprese, argentine ed estere. Grazie ai buoni uffici presidenziali, infatti, il gruppo Rocca ha ricevuto un indennizzo da 2 miliardi di dollari versati dal governo Chavez a fronte della nazionalizzazione di Sidor. Una bella cifra.
L'ammontare totale delle tangenti affluite nelle casse presidenziali, secondo i calcoli degli investigatori argentini, ammonta a circa 200 milioni di dollari.

LO TSUNAMI BRASILIANO
Di gran lunga superiore, comunque, il totale delle tangenti versate in Brasile per l'affare Petrobras: fino ad oggi gli inquirenti carioca ne hanno accertate per 5 miliardi di dollari, ma la cifra può essere molto, molto superiore (secondo alcune stime potrebbe sfiorare il tetto dei 20 miliardi, il più grosso giro di tangenti di sempre).
Tra le imprese coinvolte il nostro colosso Eni, la consorella per l'impiantistica Saipem (nel cui azionariato c'è al 30 per cento la Cassa Depositi e Prestiti) e, of course, Techint capitanata da Gianfelice Rocca.
L'inchiesta "Lava Jato", pur essendo ancora in fase istruttoria (ma dura da quasi tre anni), ha già decapitato la classe politica verdeoro, portando all'impeachment del presidente Dilma Rousseff, alla condanna a 9 anni di galera per il suo amico e predecessore Ignacio Lula da Silva, e alle dimissioni di una sfilza di deputati di governo e opposizione. Un vero tsunami.


Ignacio Lula da Silva

Anche la procura di Milano indaga sull'affare Petrobras, e il capo d'imputazione è "corruzione internazionale". E sempre Milano un anno e mezzo fa ha aperto un fascicolo sul "Tesoro di San Faustin", la cassaforte di casa Rocca, a lungo acquartierata in Svizzera, poi trasferita in Lussemburgo. Ben protetta, quindi, da sguardi indiscreti: sia perché siamo in un classico paradiso fiscale, sia perché i veli delle fiduciarie sono stati ben allestiti. Nella cassaforte, comunque, non ci sono solo le ricchezze dei Rocca (ovviamene una parte), ma anche di parenti e amici eccellenti: una sorta di super salotto per vip.
Peccato che la procura meneghina abbia acceso i riflettori: c'è da sperare in qualche fortunata rogatoria internazionale?

L'AMICO DI UNA VITA, PAOLO SCARONI
Abbiamo più volte raccontato la Rocca story, lungo l'asse Italia-Argentina e anche Corno d'Africa. Trent'anni fa, infatti, la Somalia fu la vera palestra dove s'è fatta le ossa Techint, lavorando sia per progetti finanziati dal FAI, che per proprie iniziative, anche sul fronte dei rifiuti. Sul ponte di comando due pezzi da novanta del futuro: oltre a Gianfelice Rocca e ai suoi fratelli, anche Paolo Scaroni, allora rampante manager che negli anni successivi diventerà il re del parastato, occupando le poltrone di vertice all'Enel e all'Eni, oggi uomo strategico del colosso finanziario a stelle e strisce Elliot e presidente del Milan calcio.
Sui business somali di Techint, una quindicina d'anni fa realizzò un ottimo reportage Massimo Alberizzi del Corsera, centrata sulle rivelazioni di un ex dirigente Techint che fece causa alla sua azienda e in tribunale ne raccontò di cotte e di crude.
Sui traffici di rifiuti super tossici lungo l'asse Italia-Somalia e sui fondi della cooperazione stavano lavorando Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Le ultime ricerche, a quanto pare, riguardavano i tantissimi fusti tossici seppelliti lungo la superstrada che porta da Bosaso a Mogadiscio.
E proprio entro dicembre si dovrà pronunciare il gip del tribunale di Roma, Andrea Fanelli, sulla richiesta di archiviazione tombale del caso Alpi-Hrovatin avanzata dal pm Elisabetta Ceniccola e controfirmata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone. Resta solo da augurarsi che giustizia non sia sfatta.

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17 dicembre 2018

PANTANI / SILENZIO TOTALE SUL GIRO DEL ’99 TAROCCATO DALLA CAMORRA


Che fine ha fatto il fascicolo giudiziario su Marco Pantani e il Giro d'Italia del 1999 comprato dalla camorra? Due anni e mezzo fa il legale della famiglia, Antonio De Renzis, chiese alla Procura di Napoli la riapertura dell'inchiesta, allegando una ponderosa documentazione sul ruolo giocato dalla malavita organizzata nel taroccare – attraverso un vorticoso giro di scommesse – quel Giro in cui "Pantani non doveva arrivare a Milano".
Si è rivolto alla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, De Renzis, dopo l'archiviazione decisa dalla procura di Forlì, che pur avendo acquisito una gran mole di prove in grado di certificare il condizionamento dei clan, le pressioni sull'equipe medica a Madonna di Campiglio e aver raccolto le testimonianze di sportivi, addetti ai lavori e soprattutto di alcuni 'collaboratori di giustizia', sostenne che non però non si potevano provare quelle manovre intimidatrici, pur così evidenti. Alla procura di Forlì, infatti, non sanno quasi niente di camorra e dei suoi metodi, pur se da anni è penetrata nel tessuto economico e produttivo.

Tant'è. Archiviazione. Come è successo per il secondo filone d'inchiesta, quello della morte di Marco al residence Le Rose di Rimini. Un chiaro omicidio, con tutti i segni e le tracce ben evidenti che solo alla procura di Forlì non hanno visto. Rituale, è arrivata poi la pietra tombale della sentenza di Cassazione. Suicidio, pur se il suo corpo presentava (proprio come nel caso di David Rossi) molte ferite, segni di trascinamento… e altre cento anomalie, documentate in un ampio dossier dall'avvocato De Renzis.
Il quale, appunto, ad agosto 2016, ha inoltrato alla Dda di Napoli la richiesta di riaprire le indagini su quel maledetto Giro, del quale per primo parlò Renato Vallanzasca in carcere, raccogliendo le confidenze di un camorrista recluso. Da qui il via alle indagini che hanno portato alle verbalizzazioni bollenti di vari pentiti di camorra i quali hanno fornito ragguagli sulle mani della malavita organizzata per taroccare il Giro.
Riteneva, De Renzis, che la Dda di Napoli fosse il luogo più adatto dove poter effettuare ulteriori indagini e caso mai incrociarle con altre, tenuto conto della vasta esperienza accumulata dalla Dda in tanti anni di lavoro. Il fascicolo è stato assegnato al pm Antonella Serio.

E invece? Dopo due anni e mezzo il silenzio più totale. Nessuna notizia. Nel frattempo a quanto pare per la difesa della famiglia Pantani è subentrato un nuovo legale, Sabrina Rondinelli, che contattata per aver conferma circa la nomina e le novità sul caso, si chiude a riccio e sostiene di non voler parlare con i giornalisti.
Cosa ha fatto in questi mesi la Rondinella per smuovere le acque? E' mai venuta a Napoli, dalla sua Sicilia, per parlare con i magistrati? Perchè alimenta questo buio totale e questo silenzio che fa tanto rumore?

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