15 settembre 2018

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 13 set 2018


Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
La Turquie déclare avoir enlevé un des terroristes de Reyhanlı
 

 
Iran : Esfandiar Rahim Mashaei condamné à 6 ans et demi de prison
 

 
Riyad achète un Dôme de fer israélien
 

 
Londres vient de commencer une opération sous faux drapeau à Idleb
 

 
La Maison-Blanche entre en guerre contre la Cour pénale internationale
 

 
La Guerre mondiale, une option US en Syrie (WSJ)
 

 
L'Allemagne se prépare à attaquer la Syrie
 

 
YouTube censure les chaînes du gouvernement syrien
 

 
L'Iraq à la croisée des chemins
 

 
Le spectaculaire retournement de cheikh Hassan Rohani
 

 
La Syrie devrait attendre le 6 novembre pour libérer Idleb
 

 
L'implication d'Israël dans la guerre contre la Syrie
 

 
Le Royaume-Uni relance l'affaire Skripal
 

 
Le plan des Kurdes pro-US contre les chrétiens
 

 
Israël revendique plus de 200 agressions contre la Syrie en 18 mois
 

 
L'opposition armée syrienne appelle Moscou et Ankara à bombarder Idleb
 

 
Attaques contre les chrétiens en Égypte
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Discours de Jean-Claude Juncker sur l'état de l'Union européenne en 2018
 

 
Déclaration commune des dirigeants français, allemand, américain, canadien et britannique sur l'attaque de Salisbury
 

 
Je fais partie de la résistance au sein de l'administration Trump
 

 
Déclaration des États-Unis d'Amérique, de la France, de l'Italie et du Royaume-Uni se félicitant du cessez-le-feu à Tripoli
 

 
Paramètres et principes de l'assistance des Nations Unies en Syrie
 

 

« Horizons et débats », n°20, 5 septembre 2018
Les transnationales et la guerre, les peuples et la paix
Partenaires, 7 septembre 2018
 La Syrie reconstruit ses écoles
Réseau Voltaire, 3 septembre 2018
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Migliaia di bambini violentati per decenni da preti cattolici: rapporto-shock in Pennsylvania

Il "reale numero" dei bambini abusati potrebbe ammontare a diverse migliaia - sostiene il Grand jury - perche' alcuni documenti segreti della chiesa sono andati perduti e le vittime hanno avuto paura a farsi avanti. "I preti hanno violentato ragazzini e ragazzine e i loro superiori non solo non fecero niente, ma hanno nascosto tutto", ha aggiunto Shapiro


Centinaia di preti cattolici in Pennsylvania avrebbero molestato migliaia di bambini dagli anni '40 ad oggi, e alti prelati, incluso l'attuale arcivescovo di Washington Donald William Wuerl, avrebbero sistematicamente coperto gli abusi: lo afferma il rapporto del Grand jury  diffuso al termine di 18 mesi di indagini guidate dall'Attorney general statale Josh Shapiro su sei delle otto diocesi dello stato e segue quella di un altro Grand jury che ha rivelato abusi e insabbiamenti nelle altre due.

Il "reale numero" dei bambini abusati potrebbe ammontare a diverse migliaia - sostiene il Grand jury - perche' alcuni documenti segreti della chiesa sono andati perduti e le vittime hanno avuto paura a farsi avanti. "I preti hanno violentato ragazzini e ragazzine e i loro superiori non solo non fecero niente, ma hanno nascosto tutto", ha aggiunto Shapiro parlando ai giornalisti ad Harrisburg e precisando che l'indagine sta andando avanti.

"Crediamo che il numero reale delle vittime - considerando le denunce perse o quelle mai fatte per paura di farsi avanti - sia di migliaia", si legge nel rapporto di circa 1.400 pagine sugli abusi sessuali su minori segnalati in quasi tutte le diocesi dello Stato.

Il rapporto finale della giuria indica che "quasi tutti i casi", riferiti a diversi decenni fa, sono caduti in prescrizione e non possono essere perseguiti penalmente. Tuttavia due sacerdoti sono stati incriminati per abusi ripetuti su diversi bambini in alcuni casi che risalgono al 2010.

"Alcuni preti abusarono di bambini e bambine e gli uomini di Chiesa che erano i loro responsabili non fecero nulla, per decenni", hanno scritto i membri della giuria nella relazione. I giurati scrivono di "riconoscere che molte cose sono cambiate in seno alla Chiesa cattolica in questi quindici ultimi anni" ma sottolineano che le due imputazioni mostrano che "gli abusi di bambini in seno alla chiesa non sono svaniti".

Malgrado le riforme istituzionali, "gli alti responsabili della Chiesa hanno evitato le loro responsabilita'", si legge ancora nel rapporto. Vescovi e cardinali "sono stati protetti". "Molti di quelli citati nel rapporti sono stati promossi", affermano i giurati secondo cui "finche' cio' non cambia, pensiamo che sara' prematuro chiudere il capitolo degli abusi all'interno della Chiesa cattolica".

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14 settembre 2018

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 13 set 2018


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Iran: Esfandiar Rahim Mashaei condannato a 6 anni e mezzo di prigione
 

 
Riad compera una Cupola di Ferro da Israele
 

 
Londra ha dato inizio a un'operazione sotto falsa bandiera a Idlib
 

 
La Casa Bianca dichiara guerra alla Corte Penale Internazionale
 

 
Guerra mondiale, opzione USA in Siria (WSJ)
 

 
La Germania si prepara ad attaccare la Siria
 

 
YouTube censura i canali del governo siriano
 

 
L'Iraq a un crocevia
 

 
Lo spettacolare dietro-front dello sceicco Hassan Rohani
 

 
La Siria dovrebbe aspettare il 6 novembre per liberare Idlib
 

 
Il coinvolgimento d'Israele nella guerra contro la Siria
 

 
Il Regno Unito rilancia l'affare Skripal
 

 
Il piano dei kurdi pro-Stati Uniti contro i cristiani
 

 
Israele rivendica oltre 200 aggressioni alla Siria in 18 mesi
 

 
L'opposizione armata siriana sollecita Mosca e Ankara a bombardare Idleb
 

 
Attacchi ai cristiani in Egitto
 

 
La Siria ricostruisce le scuole
 
Controversie

 
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Rita, picciridda dimenticata.

Rita, picciridda dimenticata.   Linkiesta.it 

13 settembre 2018

Bavaglio al web in Europa: ce l’hanno fatta, ora sarà legge

Bavaglio al web: alla fine ce l'hanno fatta. Il Parlamento Europeo ha dato il via libera alla proposta di direttiva sui diritti d'autore nel mercato unico digitale. La proposta sul copyright avanzata da Axel Voss è stata adottata con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astensioni, modificando leggermente i contestatissimi articoli 11 e 13, che furono bersaglio – a luglio – di una rumorosa campagna a favore della libertà di Internet. L'articolo 11, ricorda il "Corriere della Sera", è quello che coinvolge anche la stampa e introduce l'obbligo del pagamento, da parte delle piattaforme come Google e Facebook, per l'utilizzo delle notizie, anche sotto forma di "snippet", l'anteprima formata da titolo, sommario e immagini che i motori di ricerca catturano automaticamente. «Quindi: non si tratta più di riconoscere solo i diritti dell'intero testo, ma anche della sua presentazione online, che spesso è l'unica a essere consultata dai lettori». L'articolo 13 introduce invece l'obbligo per le piattaforme di mettere dei filtri per bloccare il caricamento dei contenuti protetti. YouTube, ad esempio, sarà direttamente responsabile delle copie e degli spezzoni pirata che vengono caricati dagli utenti. Il via libera della plenaria (arrivato il 12 settembre) apre ora la strada ai negoziati con il Consiglio.
«Con la scusa della riforma del copyright, il Parlamento Europeo ha di fatto legalizzato la censura preventiva. Una pagina nera per la democrazia e la libertà dei cittadini», protesta Isabella Adinolfi, europarlamentare 5 Stelle. «Il testo approvato oggi Antonio Tajanidall'aula di Strasburgo contiene l'odiosa "link tax" e filtri ai contenuti pubblicati dagli utenti. È vergognoso, ha vinto il partito del bavaglio». Purtroppo, aggiunge la Adinolfi, sono stati respinti tutti gli emendamenti che il Movimento 5 Stelle aveva presentato, «in particolare l'articolo 11, che prevede l'introduzione della cosiddetta "link tax", e il 13, che mira a introdurre una responsabilità assoluta per le piattaforme, nonché un meccanismo di filtraggio dei contenuti caricati dagli utenti», conclude. Che tirasse brutta aria, a Strasburgo, lo si capiva dalle premesse, anticipate di prima mattina dal "Blog delle Stelle": «L'Europa dei banchieri e dei lobbisti ha scelto la sua preda: il web libero. Anziché scardinare i paradisi fiscali e salvare in modo serio il diritto d'autore, il Parlamento Europeo rischia di usare il copyright come una mannaia dei diritti dei cittadini».
Non sono in pochi a ritenere che la riforma – avanzata nel 2016 dall'allora commissario Ue alla Digital Economy Günther Oettinger – potrebbe «distruggere Internet per come lo conosciamo». Per gli europarlamentari rappresentati da Julia Reda, relatrice per il Parlamento Europeo del dossier sulla riforma del copyright e membro del Partito Pirata tedesco, «il progetto limita la libertà di espressione online e mette in difficoltà i piccoli editori e le startup innovative». Di fatto, il divieto di citare liberamente le fonti (con l'introduzione della "link tax") equivale alla censura preventiva sul web: fine della libera circolazione di contenuti, come finora è stato nella Rete. Gioele Magaldi, massone progressista e presidente del Movimento Roosevelt, punta il dito contro lo stesso Oettinger, il tedesco secondo cui sarebbero stati "i mercati" a "insegnare agli italiani come Günther Oettingervotare". Proprio quell'Oettinger, dice Magaldi, milita nei circuiti supermassonici reazionari che hanno trasformato l'Ue in un mostro giuridico, gestito da tecnocrati al soldo di interessi privatistici che mirano a svuotare le democrazie e privatizzare Stati non più sovrani, a cui viene impedito di investire (sotto forma di deficit) per creare occupazione.
Comunque lo si legga, l'attacco al web finisce per colpire uno strumento di comunicazione potentissimo, cercando di riportarlo sotto il completo controllo dei media mainstream, spesso protagonisti di un uso pressoché criminale di autentiche "fake news". Il voto del Parlamento Europeo è stato salutato con soddisfazione da Antonio Tajani, coinvolto – secondo il saggista Gianfranco Carpeoro – nell'operazione che ha portato (premendo su Berlusconi) a bloccare la nomina, alla presidenza della Rai, di Marcello Foa, autorevole giornalista, autore del volume "Gli stregoni della notizia", che smaschera le tante imposture del mainstream. Secondo Carpeoro, la manovra anti-Foa è nata dalle parti dell'Eliseo: Jacques Attali (mentore di Macron ed esponente della superloggia reazionaria "Three Eyes") si sarebbe rivolto al massone Tajani e poi allo stesso Berlusconi, dopo essersi consultato con Giorgio Napolitano, che nel libro "Massoni" lo stesso Magaldi presenta come esponente della "Three Eyes", la medesima Marcello Foasuperloggia nella quale milita Attali, contigua al mondo supermassonico di cui fa fa parte, da molti anni, il tedesco Oettinger, vero e proprio "architetto" del bavaglio europeo imposto al web.
E' noto a tutti che le oligarchie al potere, in Europa e non solo, hanno sviluppato un'enorme diffidenza nei confronti della Rete: un network che si ritiene abbia avuto un ruolo assai rilevante in tutti i "dispiaceri" che gli elettori hanno rifilato, negli ultimi anni, all'establishment – la Brexit e il referendum di Renzi, quindi l'elezione di Trump e infine il boom dei "gialloverdi" in Italia. «Se Grillo vuole fare politica fondi un partito, se ne è capace», disse Piero Fassino, non immaginando che l'ex comico non solo ce l'avrebbe fatta, ma sarebbe finito praticamente al governo, scalzando il Pd. Il Movimento 5 Stelle è stato creato proprio via web, a partire dalle candidature. Colpire il web in Europa, proprio oggi, significa predisporre contromisure in vista delle elezioni europee 2019, in cui i grandi poteri economici e oligarchici che si nascondono dietro la tecnocrazia Ue temono l'exploit dei partiti "sovranisti" e "populisti", o meglio democratici. Mentre le televisioni sono letteralmente "militarizzate" dall'establishment, le vendite dei giornali sono in caduta libera. Ecco dunque la necessità, per gli oligarchi, di silenziare in ogni modo il web.

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GIALLO PANTANI / GIRO TAROCCATO & SCOMMESSE DI CAMORRA: E’ CALATO UN MURO DI GOMMA


"Voglio vederli in faccia questi bastardi che me lo hanno ucciso". Non si arrende, non arretra di un centimetro Tonina, la mamma di Marco Pantani, il nostro campione di ciclismo ammazzato ("suicidio" per la Cassazione) in un residence di Rimini il 14 febbraio 2004. Una sentenza da brividi.
Resta solo un filo di speranza a Napoli, dove da due anni esatti (fine agosto 2016) è depositata la richiesta di riapertura indigini presentata dall'ultimo avvocato della famiglia Pantani, Antonio De Rensis.


Tonina Pantani col figlio Marco

Ma ricostruiamo i fatti partendo dalle news. Una immensa folla di giovani, sportivi, turisti, concittadini e curiosi si raduna in queste ore (1 e 2 settembre) a Cesenatico per ricordare Marco, il Pirata, l'eroe della montagne, il campione che tutti gli italiani hanno nel cuore anche dopo tanti anni per il coraggio, l'eroismo, la sofferenza per la fatica che vedevi disegnata sul suo viso.
"La mia battaglia – sussurra tra le lacrime mamma Tonina – è iniziata 14 anni fa e non avrà mai fine. Ho cambiato sette avvocati e non è successo nulla. Muri di gomma, dai tribunali solo silenzi e archiviazioni. Sono andata in crisi tante volte, ma ogni volta mi rialzo e ricomincio, come faceva lui con le sue salite interminabili. Mi batto per uno sport pulito, soprattutto per i giovani, e la mia battaglia non avrà fine fino al momento in cui non avrò la verità. Voglio vederli in faccia quei bastardi".
Non sarà certo facile, un'impresa titanica, una di quelle che Marco era comunque abituato, con la sua tenacia senza confini, a compiere.
La Voce ha scritto varie inchieste sul giallo Pantani che potete trovare in archivio. Ma vogliamo riassumere gli ultimi sviluppi. O meglio, "non sviluppi".
Come abbiamo detto c'è in vita ancora un esile filo di speranza, si trova presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, visto che a fine agosto 2016 l'avvocato de Rensis depositò una articolata memoria per ottenere la riapertura delle indagini, negata dalla procura di Forlì, basandosi su una mole di elementi. E chiedendo il trasferimento del fascicolo, appunto, da Forlì a Napoli.

QUEL GIRO D'ITALIA 1999 ERA TAROCCATO 

Renato Vallanzasca

Come forse ricorderete, tutto parte da Renato Vallazzasca, che rinchiuso nel carcere di Bollate riceve alcune confidenze, molto particolareggiate, da un pentito di camorra, il quale gli consiglia, al Giro 'd'Italia del 1999, di scommettere sulla sconfitta di Marco: "'O Pelato non arriva a Milano".
E gli racconta di maxi scommesse effettuate dalla camorra, come ritualmente accade per grossi eventi sportivi, a cominciare dalla 'vendita' dello scudetto al Milan del 1989.
Vallanzasca scrive alla madre di Pantani descrivendole la storia. La signora Tonina in un baleno si precipita alla procura di Forlì, sporge denuncia e allega la lettera: il fascicolo è affidato al pm Sergio Sottani, il quale effettua una serie di riscontri. Per prima cosa individua il pentito che nel carcere aveva parlato con Vallanzasca: collabora, dà nomi e cognomi di altri camorristi con cui parlare e ulteriori elementi. Gli altri camorristi vengono sentiti dal pm, forniscono conferme, e soprattutto ribadiscono che quel Giro era taroccato: la camorra ci aveva puntato palate di soldi e 'O Pelato non doveva concluderlo.


Il pm Sergio Sottani

E' così che era successo, nel 1999, il dramma dalla tappa a Madonna di Campiglio: i valori del sangue di Marco risultano leggermente alterati, ma tali da farlo escludere dalla gara. I sanitari che hanno effettuato il prelievo sono reticenti, il capo dell'equipe, un medico svedese, Wim Jeremiasse, guarda caso un mese dopo finisce dentro un lago ghiacciato austriaco con la sua auto: e dopo quel prelievo aveva dichiarato, "oggi il ciclismo è morto". Poi è successo a lui.
Uno dei massaggiatori del campione, Roberto Bregnolato, parla espressamente di alterazione delle provette da parte dei sanitari, "convinti" con i metodi che la camorra solitamente usa. E afferma: "Marco Pantani fu ucciso quella mattina a Madonna di Campiglio".
Insomma, una montagna di elementi probatori che avrebbero dovuto condurre in dirittura d'arrivo verso il traguardo dei rinvii a giudizi e quindi l'inizio del processo. Invece niente: Forlì nicchia, sostiene che molte testimonianze sono solo "de relato", cioè di camorrristi che le riferiscono da altri camorristi. Insomma, non ci sarebbe la prova regina, la pistola fumante o, in questo caso, l'ago nella vena del campione e il sangue alterato davanti agli stessi pm.
Ma fateci il piacere… avrebbe detto Totò. La Procura di Forlì, del resto, non capisce un tubo di camorra e quindi avrebbe dovuto spedire il fascicolo a Napoli, anche perchè proprio nel capoluogo partenopeo in precedenza, e anche per altri fatti delittuosi, avevano testimoniato diversi camorristi che erano a conoscenza della combine creata intorno a quel maledetto Giro del 1999.


Il penalista Antonio De Rensis

Niente. Forlì è ben decisa a tenersi stretto il fascicolo, a far tutto da sola, ed ad archiviare il tutto. E così fa.
E' a questo punto, due anni fa, che l'avvocato De Rensis, proprio in forza di quelle carte, quei documenti, quelle verbalizzazioni, quei fatti successi, si presenta alla Dda di Napoli e deposita la richiesta di riapertura del caso.
Sono passati due anni esatti. Ma di quel fascicolo, oggi, non si ha un sola notizia. E' stato mai aperto? E' stata fatta un'indagine? E' stato sentito qualche pentito? E' stato effettuato qualche riscontro? A quanto pare no, perchè dopo un anno circa (settembre 2017) la Voce intervistò il pm incaricato Antonella Serio, che disse poche e vaghe parole: "il fascicolo è in evidenza. Quando ci sarà qualche sviluppo lo comunicheremo".
Invece, fino ad ogni lo zero più assoluto. Un muro di gomma. Ci fosse stato un minimo di sviluppo il procuratore capo avrebbe convocato una mini conferenza stampa – come di rito – e aggiornato sulle eventuali novità. Invece niente.
Abbiamo contattato anche lo studio dell'avvocato De Rensis, via telefono e via mail. Nessuna novità.
Passiamo al secondo atto, non meno sconcertante del primo. Perchè esiste un'altra inchiesta, sempre condotta dalla procura di Forlì, riguardante l'omicidio (etichettato ovviamente come "suicidio") di Marco, avvenuto appunto nella pensione Le Rose di Rimini.

UN SUICIDIO ALLA PINELLI O ALLA DAVID ROSSI 
Anche qui due inchieste parallele. Una condotta dalla polizia e dalla procura, l'altra dall'avvocato de Renzis.
La scena del crimine, per sintetizzare, è da tsunami: mobili distrutti, letto squarciato, suppellettili di ogni tipo fatte a pezzi. E il cadavere di Marco che presenta evidenti segni di ferite e di trascinamento. La scena somiglia molto a quella di un altro omicidio spacciato per suicidio, quello di David Rossi, il responsabile comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, che di segreti su Mps ne conosceva una caterva e avrebbe potuto rivelarli ai pm che l'avevano convocato per il giorno seguente al "volo" dal quarto piano di palazzo Salimbeni.

E anche Marco era una "mina vagante". Avrebbe potuto rivelare un mare di cose non solo su quel Giro taroccato, ma sul mondo della droga nello sport, sul colossale giro d'affari del doping, sui controlli taroccati, sugli organismi che sulla carta dovrebbero controllare e invece fanno esattamente il contrario, sulla maxi corruzione imperante. E poi sul mega giro di scommesse illegali e di camorra nella cui trappola era caduto.
Per gli inquirenti bazzecole, pinzellachere: si era drogato, aveva perso il controllo di sè, aveva distrutto tutto. Si era inferto quelle ferite, in palese stato di masochismo acuto, si era autotrascinato per metri.
In più, ciliegina sulla torta, due elementi che fanno a cazzotti con questa ricostruzione: un giubbotto che non apparteneva a Marco trovato nella stanza del residence e un cornetto gelato Algida nel contenitore dei rifiuti (marca che Marco non consumava). Commentano i pm: "lo aveva mangiato un poliziotto per distrarsi". E tu inquini la scena del crimine in quel modo?
Ai confini della realtà.
La controperizia redatta dall'avvocato De Renzis, soprannominata delle "100 anomalie", per la immensa mole di elementi contraddittori e mai chiariti, contiene una sequela di fatti che fanno a pugni con la ricostruzione ufficiale. La Voce li ha descritti nelle passate inchieste che potete rileggere.

ARCHIVIAZIONI KILLER
Ma alla fine di tutta questa battaglia giudiziaria cosa è partorito? L'ennesima richiesta di archiviazione della procura di Forlì. Per la quale non bastano tutti gli elementi e moventi: occorreva filmare il killer col pugnale nello stomaco di Pantani.
E pensare che anche una perizia scientifica aveva dimostrato come Pantani fosse stato costretto ad ingurgitare una pallina di coca, allo scopo di ammazzarlo con una maxi over dose. E microtracce di quella pallina si trovavano ancora sulla scena del crimine. Il filmato delle operazioni dei primi investigatori è stato poi tagliato. Perchè durava troppo, secondo alcune spiegazioni.
Come del resto è stato tagliato il filmato delle telecamere del Monte dei Paschi che documentano la caduta di David Rossi. Troppo lungo e noioso.
Dopo l'archiviazione richiesta dal pm e accettata dal gip di Forlì, tutto morto. Non è restato, a De Renzis, che fare l'estremo tentativo in Cassazione, dove quasi tre anni fa, il 19 settembre 2015, giorno di San Gennaro, le toghe non ha fatto certo un miracolo: ma semplicemente apposto una fredda pietra tombale sulla tragedia: archiviazione.  

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