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12 gennaio 2018

Mobilità, arriva la rivoluzione elettrica


Quale sarà l'impatto di questa "rivoluzione"? E cosa comporterà a livello di costi di gestione della rete elettrica la graduale conversione del parco auto in mezzi a emissioni zero?
ANDREA BERTAGLIO

La rivoluzione elettrica è iniziata. Piaccia o meno, infatti, nel corso dell'ultimo paio di anni si è avviata una serie di dinamiche che, dopo lunghe attese da parte degli addetti del settore, stanno smuovendo le acque come mai prima a livello di mobilità green, nuove infrastrutture e percezione del pubblico della necessità di ridurre l'inquinamento atmosferico. Tanto che nel terzo trimestre del 2017 le auto elettriche e le ibride plug-in vendute sono state circa il 63% in più rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. E così temi o fenomeni fino a poco tempo fa riservati ai soli appassionati come l'auto e la moto elettrica, le Smart Grid o le Smart City sono finalmente sulle prime pagine dei giornali, protagonisti nelle fiere e ormai parte dell'immaginario collettivo. Ma quale sarà l'impatto di questa "rivoluzione"? E cosa comporterà a livello di costi di gestione della rete elettrica la graduale conversione del parco auto in mezzi a emissioni zero?
Se lo sono chiesto soprattutto in California, stato che da solo ospita più della metà dell'intero parco EV Usa (secondo mercato globale, dopo la Cina): il boom di veicoli elettrici avrà effetti negativi sui costi per la collettività nella gestione di rete elettrica e infrastrutture, o nell'applicazione di trasformatori e condensatori? Secondo alcuni studi e ricerche, la risposta è un secco "no". Come riportato in un approfondimento della rivista specializzata CleanTechnica, infatti, senza accorgimenti per una maggiore efficienza energetica un'auto elettrica può far aumentare di un terzo (33%) i consumi di corrente una famiglia, ma ciò non significa che le performance della rete vengano penalizzate. Al contrario, rappresenta un'opportunità di miglioramento per l'intero sistema.
In realtà lo ha rivelato già nel 2014 una rigorosa analisi guidata dalla California Public Utilities Commission con cui, sempre sulla West Coast, si sono stimati gli impatti sulla rete elettrica di una larga diffusione di veicoli elettrici: i costi per l'aggiornamento della rete di distribuzione locale sarebbero "sorprendentemente bassi", spiegano i ricercatori. Anche ipotizzando di ritrovarsi nel 2030 con una diffusione molto più elevata di auto e moto elettriche, ad esempio 7 milioni di veicoli (un quarto di tutti quelli immatricolati), i costi per le infrastrutture di distribuzione sarebbero solo l'1% del budget annuale delle utility. Non solo, secondo questo studio sempre entro il 2030 l'adozione di veicoli elettrici porterebbe a benefici per addirittura 3,1 miliardi di dollari, derivanti da numerosi fattori fra cui ad esempio l'acquisizione di crediti d'imposta federali, i risparmi di carburante e i crediti di carbonio della California nel mercato delle emissioni.
E in Italia, cosa ne pensano gli esperti del settore? Secondo il Tesla Club Italy, ormai punto di riferimento sui temi legati alla mobilità elettrica, non è affatto vero che se tutti avessero auto elettriche la rete non reggerebbe. "Da una parte perché i consumi di elettricità negli ultimi anni si sono talmente ridotti che prima di tornare ai livelli passati ci vorrà un po' di tempo; dall'altra perché anche le reti e le infrastrutture si fanno sempre più efficienti, e intelligenti (avrete sicuramente sentito parlare di Smart Grid)", scrive il Club in un articolo sui 5 falsi miti sulle auto elettriche: "E infine, perché le auto elettriche da sole non basterebbero ad aumentare così tanto i consumi da fare collassare le reti elettriche nazionali."
Altra voce autorevole a livello di mobilità elettrica nel panorama italiano è sicuramente Energica Motor, dal 2019 fornitore unico del Motomondiale per la nuova Moto-e, versione elettrica della MotoGP. Fresca di presentazione del suo nuovo modello Eva EsseEsse9, di vittoria con la Ego di "migliore moto elettrica del mondo" e di vari riconoscimenti fra cui il "Premio Innovazione amica dell'ambiente" di Legambiente, la casa modenese non vede la diffusione della mobilità elettrica come un problema. "Dal punto di vista tecnico la rete è ben in grado di sopportare quello che potrebbe essere un impatto su larga scala dei veicoli elettrici, anche perché seppure la diffusione degli EV stia aumentando esponenzialmente stiamo parlando di un processo graduale", spiega Giampiero Testoni, direttore tecnico (CTO) di Energica: "Non ci saranno da oggi a domani 2 miliardi di veicoli elettrici da caricare contemporaneamente. Inoltre, l'80% delle volte una moto o un'auto elettrica vengono ricaricate nelle ore notturne, quando i consumi sono al minimo. E oggi si sta lavorando per far sì che, grazie alle Smart Grid, i veicoli anche se collegati in gran numero durante il giorno possano funzionare come battery storage units, e quindi supportare la rete, invece di sovraccaricarla".
Lo sviluppo della mobilità elettrica deve andare quindi di pari passo con quello delle reti intelligenti, capaci di minimizzare sprechi, picchi, sovraccarichi e variazioni di tensione. Ma anche delle rinnovabili, senza cui la mobilità elettrica non si può dire veramente sostenibile. Un'ampia diffusione di auto, moto e camion elettrici, insomma, oltre a rappresentare un'importante opportunità per il sistema dei trasporti e quello infrastrutturale nel loro complesso può e deve contribuire alla totale conversione in chiave green del settore elettro-energetico. Il che andrebbe anche a levare ai detrattori dell'elettrico il principale argomento: quello per cui l'inquinamento atmosferico, con i veicoli elettrici, si sposta dalle città alle centrali, ma non si elimina.
"Con la crescita di una ramificata rete di ricarica il motore endotermico non ha proprio più senso, né a livello di costi di produzione e distribuzione dell'energia stessa, né per quanto riguarda l'inquinamento." spiega Livia Cevolini, amministratore delegato (CEO) di Energica Motor Spa: "Secondo lo studio belga Life Cycle Analysis of the Climate Impact of Electric Vehicles condotto dall'Università di Bruxelles Vrije, i Battery Electric Vehicle hanno un impatto significativamente minore sui cambiamenti climatici e sulla qualità dell'aria urbana, rispetto ai veicoli convenzionali."
"L'opportunità più importante per migliorare l'impatto dei BEV risiede nella scelta di energie rinnovabili per ricaricarli. Tuttavia la sostenibilità, aggiunge la ricerca, è in ogni caso positiva anche in situazioni svantaggiose come la Polonia, dove sebbene i veicoli elettrici utilizzino un mix di fornitura con le più alte emissioni di gas serra, queste sono ancora inferiori del 25% rispetto ad un veicolo diesel di riferimento", aggiunge Livia Cevolini. E per quanto riguarda le rinnovabili in Italia? "La situazione è molto favorevole rispetto ad altri Paesi: ad oggi il nostro energy mix è fra i migliori al mondo, e l'energia prodotta proviene già per oltre il 40 percento da fonti rinnovabili. Questo è dovuto a molteplici fattori, e rappresenta di sicuro una grande opportunità per l'Italia. Anche di cambio di mentalità".
Tra i molteplici fattori elencati dall'ingegnere modenese c'è la presenza nel nostro Paese di Enel, ad oggi primo operatore globale di rinnovabili, da diversi anni molto concentrato sullo sviluppo della mobilità elettrica. In effetti, i suoi sforzi per contribuire allo sviluppo di infrastrutture che ne permettano un pieno sviluppo sono stati notevoli, e con un investimento fra i 100 e i 300 milioni di euro punta a passare dalle attuali 930 colonnine di ricarica sul territorio italiano ad almeno 14mila entro il 2022. E tutto ciò, chiediamo anche al colosso dell'energia, non porterà a maggiori costi per gli utenti o a problemi per la rete elettrica? "È esattamente il contrario", spiega Francesco Venturini, Head of Global e-Solutions di Enel S.p.A: "In un mondo in cui le rinnovabili faranno da padrone, sia per motivi ambientali che di costo, in cui la digitalizzazione dematerializza l'importanza di chi possiede l'asset e permette che lo stesso asset abbia più funzioni, per rendere la rete più efficiente e quindi meno costosa le auto elettriche giocano un ruolo fondamentale". In pratica, i veicoli elettrici possono essere visti "come batterie su quattro ruote che prendono energia ma che la ridanno al sistema quando il sistema la richiede", aggiunge Venturini: "Gli EV democratizzano la rete, non il contrario".

@AndreaBertaglio

To see the article visit decrescitafelice.it

01 gennaio 2018

Un nuovo libro afferma: “Nel 2006 Majorana era vivo”

Dato alle stampe l'ultimo lavoro editoriale
di Alfredo Ravelli sulla vita di Rolando Pelizza

(RinoDiStefano.com, Venerdì 22 Dicembre 2017)
Copertina del libro
La prima volta che ci siamo incontrati, Alfredo Ravelli mi ha portato a vedere un piccolo locale nel quale spiccava una parete interamente ricoperta da una scaffalatura a giorno. Sui ripiani, in modo molto ordinato, si trovavano numerosi grossi faldoni straboccanti di documenti. Li ho contati: erano 26 raccoglitori. Ravelli, con fare compiaciuto, mi disse che quello era il lavoro ottenuto in almeno quarant'anni di attenta archiviazione. Decine di migliaia di documenti che raccontavano, passo passo, tutto ciò che il suo amico e parente Rolando Pelizza aveva fatto dalla fine degli anni Cinquanta a oggi. In altre parole, quei faldoni spiegavano l'incredibile e avventurosa vita di Pelizza, alle prese con vicissitudini di ogni tipo. Governi, Capi di Stato, servizi segreti, imprenditori, politici di primissimo livello: c'è di tutto nell'esistenza di quell'uomo. Ravelli, con cura e pazienza certosina, aveva raccolto ogni singolo documento, lo aveva catalogato ed era in grado, fornendo indicazioni su luoghi, tempi, nomi e cognomi, di dire tutto ciò che era accaduto all'uomo che afferma di essere il costruttore di una macchina fantastica e avveniristica, ideata e progettata dal genio di Ettore Majorana. Una macchina, tanto per essere precisi, che sarebbe in grado di annichilire la materia fornendo grandi quantità di energia pulita a costo zero. Alfredo RavelliE diverse altre cose ancora. Quel grande scienziato, sostiene Pelizza con prove periziate ben difficili da contestare, gli avrebbe insegnato le basi di una nuova fisica in grado di cambiare il mondo, come oggi lo conosciamo. Da qui, da questo assunto, l'inizio ed il progredire di tutti i suoi guai.
Sintetizzare quei 26 faldoni in un solo libro, non è dunque un'impresa da poco. Ravelli, però, lo ha fatto pubblicando il volume "2006: Majorana era vivo! – Le ultime lettere di Ettore Majorana  a Rolando Pelizza", per le Edizioni Print Service Srl di Pavia. In effetti, è il terzo libro che Ravelli manda in stampa in questi ultimi anni. Il primo, pubblicato nel 2013, si intitolava "Il Dito di Dio – Parte prima – Il fatto", sempre con la stessa tipografia. Il secondo, invece, era "Il segreto di Majorana – Due uomini, una macchina", nel 2015. Tuttavia, se si vanno ad osservare gli indici, ci si rende conto che non di tre libri diversi si tratta, bensì di una sola opera che viene di volta in volta aggiornata e rivista, con ulteriori aggiunte e aggiustamenti. Del resto, anche lo stesso autore nel suo sito web ammette di  riferirsi sempre allo stesso racconto, cioè alla vita di Rolando Pelizza. In pratica, dunque, i tre volumi sono tre edizioni diverse dello stesso lavoro. Quest'ultimo libro, per esempio, è molto ricco di documentazione, con nuove foto e lettere autenticate del presunto Ettore Majorana. Nel testo è stato inserito un accorgimento davvero geniale. Affinché il lettore possa prendere visione dei documenti che, per ragioni di spazio non potevano essere incorporati nel volume stesso (309 pagine), si fa un largo uso dei cosiddetti QR Code, cioè dei codici a barre bidimensionali che, usando la fotocamera di un qualunque telefono cellulare, permettono di collegarsi via Internet al sito dove i documenti sono ospitati. In questo modo, i segreti contenuti nei faldoni di Ravelli entrano nelle case di tutti i lettori interessati.
Rolando PelizzaL'autore, dunque, ripercorre per la terza volta la vita di Pelizza giungendo, con il suo racconto, fino agli anni Novanta. Per la precisione, il libro copre il periodo che va dal 1958 al 1992. Nell'arco di questi 34 anni è successo letteralmente di tutto. Si va dal supposto incontro di Pelizza con Majorana in un convento del Sud (il cui nome non viene mai citato), ai primi esperimenti con la macchina, alla frequentazione con Massimo Pugliese (tenente colonnello del Servizio Informazioni Difesa, diventato suo socio), ai rapporti con il governo Andreotti, alla conoscenza di Loris Fortuna (Presidente della Commissione Industria della Camera) e Flaminio Piccoli (Segretario politico della Democrazia Cristiana), all'intervento di Ezio Clementel (ordinario di Fisica all'Università di Bologna e presidente del CNEN), ai primi esperimenti di annichilazione, ai rapporti con Gerald Ford (presidente degli USA) e Leo Tindemans (Presidente del Belgio). E via via fino alla presunta trasmutazione di 130 cubi di gommapiuma in oro (oltre otto tonnellate), nel 1992, in un garage di Barcellona. Il problema è che ci sarebbero altri 25 anni da raccontare. "Questi ulteriori anni – scrive Ravelli a pagina 276 – sono stati ricchi di avvenimenti in un intreccio quasi surreale: faccendieri, uomini d'affari e alti prelati della Chiesa, noti e importanti politici e oltre agli ormai immancabili servizi segreti perfino Capi di Stato hanno partecipato a questo contorto ed intricato susseguirsi di eventi". Ma Rolando Pelizza non ha voluto che tutte queste cose, tanto delicate quanto potenzialmente pericolose per lui, i suoi cari e i suoi amici, fossero in qualche modo narrate al pubblico. E Ravelli, che ha raccontato tutto ciò che l'amico ha voluto raccontasse, ha rispettato questo suo volere. Così, si è limitato a pubblicare (pagina 295) anche le ultime lettere inedite del presunto Majorana all'allievo Rolando, risalenti al 2006. Dunque, come tutto lascerebbe credere, fino a quell'anno lo scienziato sarebbe stato in vita.
Forse, allora, assumono un valore più concreto le due frasi che Ravelli ha posto all'inizio del suo libro. La prima è "Alle verità nascoste"; la seconda "Viviamo in un periodo strano in cui la menzogna viene creduta sulla parola, mentre per la verità non bastano i La sezione verticale della macchina di Pelizza in corrispondenza della zona centralefatti". Quante sono, infatti, le verità che ancora oggi nasconde Rolando Pelizza? Ed è vero che, nonostante le numerose prove che durante la sua vita ha mostrato a governi e politici, non gli si vuole credere ufficialmente per evitare che la sua verità provochi un terremoto nella nostra società? Probabilmente, non avremo mai queste risposte. Anche perché, come recita una massima di Dostoevskij, citata dallo stesso Ravelli, "La verità autentica è sempre inverosimile". E chi si prenderebbe la briga di difendere a spada tratta una realtà inverosimile? Forse ha dunque una sua precisa logica l'amarezza che lo stesso Pelizza esprime in fondo al libro, ammettendo di aver lottato fino all'ultimo contro i mulini a vento. Stanco e sconfitto, alla fine si arrende: "Ora sono logorato da tanti anni di ricatti e battaglie con i maggiori gruppi di potere, i quali hanno già avuto e vorrebbero continuare a pretendere di avere gli esclusivi benefici dell'uso di questa macchina".
Non è facile credere a tutto ciò che è scritto in questo libro. Anche se Ravelli fornisce un'ampia documentazione probante. Non c'è dubbio, però, che valga la pena di leggerlo per riflettere sulla vita di uno degli uomini più misteriosi e discussi a cavallo dei due secoli.

"2006: Majorana era vivo! – Le ultime lettere di Ettore Majorana a Rolando Pelizza" di Alfredo Ravelli, Edizioni Print Service Srl Pavia, 2017, ISBN 9788898765508, 309 pagine, 16,90 euro.

Il sito web del libro "Il Segreto di Majorana" di Alfredo Ravelli è www.ilsegretodimajorana.it
Il sito web ufficiale di Rolando Pelizza è https://www.majorana-pelizza.it

22 settembre 2017

Venezuela comincia a vendere il proprio petrolio in Yuan cinese. Sempre più concreto il pericolo di una invasione statunitense

Attilio Folliero, Caracas, 15/09/2017

Vedasi anche: "Pesanti sanzioni degli Stati Uniti contro il Venezuela"

Il 15 settembre 2017 Venezuela ha cominciato a segnalare il prezzo di vendita del proprio petrolio inYuan cinese, la cui sigla internazionale è CNY. Il Ministero dell’Energia e Petrolio del Venezuela nella sua pagina web ha riportato il prezzo medio di vendita settimanale del proprio petrolio in 306,26 Yuan, in aumento rispetto alla settimana scorsa quando era stato in media 300,91 Yuan.

Prezzi del petrolio nella pagina web del Ministero dell'Energia e Petrolio del Venezuela

Per la prima volta nella sua storia il prezzo del petrolio venezuelano non è più indicato in dollari. Nella stessa pagina web, però si riporta anche il cambio Dollaro/Yuan. Per un dollaro la settimana scorsa (all’8 settembre) occorrevano 6,52 yuan, alla data odierna per un dollaro occorrono 6,55 yuan.

Si tratta di un altro segnale della decadenza del dollaro (e degli Stati Uniti).

Perché Venezuela ha cominciato a segnalare e vendere il proprio petrolio in Yuan? Lo scorso 25 agosto il Governo statunitense di Donald Trump ha emanato pesanti sanzioni contro il Venezuela e PDVSA, l’industria petrolifera statale. 

L’obiettivo di queste sanzioni è impedire al Venezuela l’approvvigionamento di dollari e l’accesso ai finanziamenti. PDVSA, attraverso CITGO, la sua filiale negli Stati Uniti, vende il petrolio venezuelano negli USA; i dollari derivanti da questa vendita, fino al giorno delle sanzioni, venivano trasferiti al Venezuela, che li utilizzava per importare i beni di cui il paese ha bisogno.

Il Venezuela vende agli USA oltre un milione di barili di petrolio al giorno, ma in virtù di queste sanzioni è materialmente impossibilitato ad incassare i dollari derivanti dalla vendita. Non solo: le sanzioni impediscono la compravendita di titoli (Bond) emessi legalmente da PDVSA e quindi viene impedito l’accesso ad ogni forma di finanziamento.

Secondo Peter Koening (1), economista ed ex funzionario della Banca Mondiale (Word Bank) si tratta delle sanzioni più dure della storia emanate dal Governo degli Stati Uniti; sono il frutto evidente di una guerra finanziaria diretta a paralizzare il paese e costituiscono, inoltre un crimine di guerra, dato che mettono in pericolo la vita di milioni di venezuelani.

In definitiva con queste sanzioni impedendo al Venezuela di accedere ai dollari, la moneta utilizzata nel commercio internazionale, si impedisce anche di poter comprare cibo e medicine nel mercato internazionale. Inoltre, le sanzioni hanno anche l’obiettivo di mandare il paese in default, in fallimento: non potendo accedere ai propri conti in dollari, il Venezuela sarebbe anche impossibilitato a pagare le rate in scadenza del proprio debito pubblico.

Queste sanzioni stanno spingendo il Venezuela ad abbandonare il dollaro ed a cercare nuovi mercati per la vendita del proprio petrolio e l’approvvigionamento dei beni di cui ha bisogno il paese.

La Cina è un paese in forte sviluppo che ha bisogno di energia, di petrolio e sta investendo fortemente in Venezuela e in tutto il continente americano; è sufficiente pensare che sta finanziando la costruzione del Nuovo Canale del Nicaragua, opera ingegneristica che permetterà il passaggio delle grandi navi cargo tra il Pacifico e l’Atlantico.

Cina, Russia, i paesi dell’Organizzazione di Shanghai (SCO) ed ora anche il Venezuela si stanno sempre più allontanando dall'egemonia del dollaro. Il commercio internazionale tra questi paesi si effettuerà attraverso le rispettive monete locali ed in particolare utilizzando sempre più le monete della Cina e della Russia (Yuan e Rublo).

Il dollaro, a cui è legato anche l’Euro, e tutto il complesso finanziario che ruota attorno ad esso (Federal Reserve, Wall Street, Bank for International Settlement, ovvero il BIS, ed il sistema SWIFT) saranno progressivamente sostituiti dal CIPS, il Sistema della Cina per i pagamenti internazionali e dal costituente Sistema per i pagamenti internazionali della Russia. Non va dimenticato che Russia e Cina in questi ultimi anni hanno acquistato grandi quantità di oro e continuano ad acquistarlo per sostenere la propria moneta. Sta dunque per terminare il monopolio del dollaro e della finanza statunitense ed occidentale. In definitiva stiamo assistendo al tramonto degli Stati Uniti.

Come reagiranno gli USA? Gli USA accetteranno di farsi pacificamente da parte? Certamente gli USA non accetteranno di farsi da parte; cercheranno in tutti i modi di mantenere il dollaro come principale moneta degli scambi commerciali internazionali.

In realtà per gli USA è una questione di vita o di morte: il giorno in cui il dollaro cesserà di essere la principale moneta del commercio internazionale, il giorno in cui il dollaro cesserà di essere la moneta di Riserva Internazionale per eccellenza sarà la fine per l’Impero statunitense. Nel momento il cui il dollaro cesserà di essere la moneta di riferimento internazionale, la grande quantità di dollari della Riserva Internazionale, la grande quantità di dollari  in circolazione, la grande quantità di dollari che la FED ha stampato per finanziare il debito pubblico USA sarà immessa nel mercato facendo letteralmente crollare il suo valore. In definitiva chi ha i dollari sarà costretto a venderli per acquistare le nuove monete internazionali. Il valore del dollaro crollerà e gli USA saranno interessati da una iperinflazione; l’Unione non reggerà e gli Stati Uniti termineranno dividendosi. Da tanti anni pensiamo e scriviamo che questo sia il futuro riservato agli Stati Uniti. Ovviamente gli USA sono ancora una grande potenza militare, anche se in declino, per cui utilizzeranno tutta la forza di cui dispongono per impedire l’abbandono del dollaro e quindi la loro fine.

Il Venezuela non aveva alternative: abbandonare il dollaro o sprofondare. La decisione di abbandonare il dollaro e vendere il proprio petrolio in Yuan inevitabilmente porterà gli Stati Uniti ad adottare provvedimenti di natura militare. Insomma non è difficile prevedere un intervento armato (diretto o indiretto) contro il Venezuela. In Venezuela tutti sono consapevoli di questo pericolo. Un anno fa circa, il Generale venezuelano Jacinto Pérez Arcay in una intervista a Russia Today, considerava "inevitabile" l'invasione statunitense del Venezuela. Oggi, dopo questa decisione di vendere il proprio petrolio in Yuan, il pericolo di una invasione statunitense diventa sempre più concreto e imminente.

Bisogna ancora aggiungere che la decisione di abbandonare il dollaro non riguarda solo il Governo, ma tutta la società venezuelana. La Banca Centrale del Venezuela ha cessato di offrire dollari al pubblico, sia imprese che privati (attraverso il Mercato cosiddetto Dicom); i cittadini e le imprese che disponevano di un conto corrente in dollari presto potranno aprire un conto corrente in Yuan, Rublo o Rupia. Insomma si va verso l’abbandono totale del dollaro.

Ovviamente il Venezuela non è isolato; Russia e Cina, le grandi potenze in ascesa che hanno grandi investimenti in Venezuela, non possono permettere una invasione del Venezuela; hanno il diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e sicuramente lo utilizzerebbero. Tutto ciò potrebbe non essere sufficiente per dissuadere gli USA da avventure militari contro il Venezuela o contro la Russia e la stessa Cina. Per gli USA – come analizzato – è una questione di vita o di morte.

Inevitabilmente il mondo sta andando incontro ad una guerra di proporzioni inimmaginabili. O meglio chi regge i destini del mondo sa benissimo quali sarebbero le conseguenze; non dimentichiamo che gli USA e altri paesi possiedono armi atomiche il cui utilizzo mette in pericolo la vita sul nostro pianeta. Loro, coloro che reggono i destini del mondo, sanno benissimo che stiamo andando verso una guerra catastrofica che potrebbe portare all'estinzione della vita sul nostro pianeta. È per questo motivo che si sono “preoccupati” di creare il “Deposito globale di sementi delle Svalbard" (Svalbard Global Seed Vault), un bunker quasi al Polo Nord in cui si conservano le sementi di tutto il mondo. Le sementi sembrano dunque a salvo, ma rimarrebbe vivo qualcuno per poterle utilizzare?

Nota

(1) Peter Koening lo scorso 2 settembre ha inviato una lettera al Presidente Maduro in cui appunto esprime le sue considerazioni circa le sanzioni imposte da Trump al Venezuela. La lettera è leggibile all’Url: http://www.laiguana.tv/articulos/67286-carta-maduro-economista-banco-mundial 

Venezuela comincia a vendere il proprio petrolio i...

24 agosto 2017

De Mauro, Mattei e i ''dubbi insuperabili''

de mauro mattei 610Su genesi ed individuazione degli autori degli omicidi nessuna certezza
di AMDuemila
La causale dell'omicidio De Mauro? Sarebbe "individuabile nelle informazioni riservate di cui la vittima era entrata in possesso in relazione alla sua attività professionale (verosimilmente - anche se non certamente - riconducibili, secondo le risultante del processo di merito, al coinvolgimento di esponenti mafiosi nella morte di Enrico Mattei").
E' così che la Suprema Corte di Cassazione si è espressa nelle motivazioni della sentenza che nel giugno 2015 ha portato all'assoluzione del Capo dei Capi, Totò Riina, accusato di essere il mandante dell'omicidio del cronista siciliano rigettando il ricorso del pg di Palermo.
I giudici evidenziavano come "gli elementi di prova raccolti sia di natura storico-dichiarativa che di natura logico-indiziaria, che sono stati puntualmente e congruamente analizzati e valutati, nella loro valenza singola e complessiva, da entrambe le sentenze di merito (anche in primo grado, nel 2011, Riina era stato assolto da tale accusa, ndr), all'esito di una disamina scrupolosa che costituisce il risultato congiunto delle ampie argomentazioni spese dalle Corti territoriali di primo e di secondo grado, non hanno tuttavia permesso di accertare un ruolo diretto o indiretto dell'imputato nel delitto", e la conseguente conclusione assolutoria (per non aver commesso il fatto) "risulta coerente a una corretta lettura delle emergenze processuali ed è perciò incensurabile in sede di legittimità".
Inoltre, a differenza di quanto contenuto nella sentenza di primo grado, è stato confermato il giudizio dei giudici d'appello che, con la sentenza del 27 giugno 2014, scrivevano: "Peraltro, anche con riguardo ai rilievi concernenti la ricostruzione degli ultmi giorni di vita del De Mauro e l'urgenza di eliminare il predetto giornalista, può condividersi l'assunto del pm appellante. (…) Tuttavia, la fondatezza di tali rilievi non pare che possa comunque giovare alla tesi accusatoria, solo rafforzando il convincimento che- soprattutto in considerazione del lunghissimo lasso di tempo trascorso dai fatti, del relativo atteggiamento di riserbo tenuto dal De Mauro sulla natura della scoperta fatta, degli svariati campi di indagine che il suo lavoro in quegli ultimi tempi poteva avere riguardato; dell'opera di sistematico depistaggio compiuta da soggetti interessati a dissolvere nel nulla ogni elemento utile a ricostruire la vicenda -, risulti particolarmente difficile se non impossibile distinguere con certezza i fatti come realmente accaduti". Ciò significa che a differenza di quanto scritto dai giudici in primo grado sull'eventuale coinvolgimento di Graziano Verzotto, ex dirigente dell'Eni e all'epoca segretario regionale della Dc, morto il 12 giugno 2010, nelle vicende De Mauro e Mattei, non è affatto da ritenersi certo o "centrale". Tant'è che il Verzotto non è mai stato imputato in un processo per tali fatti di cronaca.

25 gennaio 2017

TZM Crowdfunding Support & Update

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TZM Update | Jan, 2017


CrowdFunding Initiative

Dear TZM Community,
The time has come to not only upgrade TZM's web infrastructure for our Global Websites but also work to create a new robust Chapter Network. Upgrades to occur feature better integration of our ideas/efforts, user friendly Chapter web hosting/admin, and more streamlined information/content.
As we know well today, to do anything costs money and a crowdfunding campaign has been created for this asking for only $3500, to allow the global community to collectively support and make possible this important new development for the movement; further connecting us as a global community, connecting our ideas, and expanding this direction toward a more sustainable future. 
For more information and to make a contribution visit the official Crowd Funding Campaign page here: https://chuffed.org/project/tzm-web-infrastructure.
View Youtube Support Video for this Fund Drive: https://www.youtube.com/watch?v=KGHUlnX1oS0


ZDay 2017, Australia!


The 9th Annual Zeitgeist Day is only weeks away.
The 2017 Main Event will take place:
at the New Globe Theatre in Brisbane, Australia
on March 25-26th, 2017

"Zeitgeist Day", or ZDAY for short, is the flagship annual, global event day which occurs in the middle of March, each year. The goal is to increase public awareness of The Zeitgeist Movement and our potential for a new society.




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13428 Maxella Ave #663
Marina Del Rey, CA 90292 

Creative Commons, The Zeitgeist Movement
Contact: media@thezeitgeistmovement.com


11 maggio 2016

PASOLINI: La Commissione Parlamentare d'Inchiesta si farà!




Il mese di maggio 2016 ha portato una notizia STORICA, non esito a definirla così.
Dopo aver dimostrato che la versione di Pelosi e delle sentenze non corrispondeva a verità, un'altra importante vittoria è stata raggiunta dal lavoro svolto in questi ultimi mesi dal grandissimo Stefano Maccioni.

La commissione parlamentare d'inchiesta richiesta da Stefano con la raccolta di 10.000 firme e sostenuta in Parlamento tra gli altri da Serena Pellegrino, SI FARA'.
E' quello che tutti i quotidiani hanno pubblicato riaccendendo la speranza nella giustizia.

Contro tutti quelli che hanno sempre remato contro, tentando di nascondere ancora la verità, contro tutti quelli che non hanno mai creduto nella riuscita di questa impresa, contro tutti quelli che hanno speculato sulla morte di Pasolini per interessi che nulla hanno a che fare con la giustizia, ecco la notizia:

"L'ufficio di presidenza della Camera ha avviato la discussione in commissione affari costituzionali.
Toccherà al Parlamento approvare a giugno, al massimo luglio, la legge, e quindi far partire la commissione d'inchiesta".


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