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11 luglio 2017

Newsletter Voce delle Voci 11 luglio 2017

LA NEWSLETTER DI MARTEDI' 11 LUGLIO 2017

INCHIESTE

L'EX SOLE 24 ORE BENEDINI IN AFFARI CON I CLAN / E SPUNTA IL GIALLO AMBROSIO

di Andrea Cinquegrani
Corruzioni da milioni di euro lungo l'asse Roma-Giugliano, nel vesuviano, e a bordo personaggi eccellenti, come Benito ...Continua a leggere

BRUNO CONTRADA E LA REPUBBLICA DEI PENTITI

di Redazione
A luglio del 2001 la Voce incontra Bruno Contrada nella casa di Varcaturo del fratello Vittorio. L'ex capo del Sisde,  ...Continua a leggere

IL PM DEL CASO ALPI / IL DEPISTAGGIO E' FINITO, ANDATE IN PACE

di Andrea Cinquegrani
L'ennesimo ceffone alla memoria di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ad assestarlo, stavolta, il pm della procura di Roma  ...Continua a leggere

mont shwazer

GIALLO SCHWAZER / ECCO LE MAIL CHE SVELANO LA COMBINE INTERNAZIONALE TRA IAAF E WADA

Alex Schwazer, è sempre più giallo. Dagli hacker russi di Fancy Bear vengono fuori una ventina di mail piratate dai siti  ...Continua a leggere

mont raiola

MINO RAIOLA, IL BOSS DEL MERCATO / TUTTE LE SIGLE IN CAMPO E I GIALLI DONNARUMMA E IBRA

Il re del mercato pallonaro in Italia, il quarto al mondo per la speciale classifica di Forbes. Ma chi è davvero Mino Raiola ...Continua a leggere

--PANTANI

GIALLO PANTANI / ANCORA APERTO, NONOSTANTE LE PROCURE E STEFFENONI

Come mai il fascicolo Pantani giace da dieci mesi sulla scrivania di un pm della procura antimafia di Napoli a far polvere?   ...Continua a leggere

---mont RAGGI

STADIO DI ROMA, IL PROGETTO FARSA / CI MANCAVA SOLO IL SEGRETO DI STATO

Non solo le patate bollenti Marra e Romeo, per il sindaco di Roma Virginia Raggi. Adesso torna la bomba ad orologeria ...Continua a leggere

MONT POMODORO

APPALTI AL TRIBUNALE DI MILANO / IL POMODORO BOLLENTE DELL'INFORMATICA

Appalti informatici al tribunale di Milano, è bufera. In fibrillazione tutti gli uffici giudiziari, a cominciare quello del ...Continua a leggere

NEWS
anti fasci

Allarmi, son fascisti 

di Luciano Scateni
Quando si sveglierà da un comodo quanto colpevole torpore l'anima democratica che in settant'anni ha tenuto a bada rigurgiti ...Continua a leggere

Carlo Lio

DIFENSORI CIVICI / DALLA LOMBARDIA ALLA CAMPANIA ZERO TITULI

di PAOLO SPIGA
Difensori civici, continua la sceneggiata dalla Lombardia alla Campania. Sul primo fronte, s'è ormai insediato da  ...Continua a leggere

POTERE
padoan

PADOAN: DA 4 ANNI PROCLAMA STABILE UN SISTEMA BANCARIO PIENO DI BUCHI

di ELIO LANNUTTI
Anche oggi il ministro dell'Economia Padoan, dopo aver regalato le due banche venete, subendo il ricatto allo Stato  ...Continua a leggere

banco-di-napoli

SGA BANCO NAPOLI / AL LAVORO PER LA BAD BANK VENETA. E 'SCORDAMMOCE ATLANTA…

di PAOLO SPIGA
Dopo vent'anni è diventata una star, ora tutti la vogliono tutti la cercano. Si tratta della Società Gestione Attività ...Continua a leggere

armi chimiche

ARMI CHIMICHE E PREVEGGENZA – L'ULTIMA TROVATA USA

di Giulietto Chiesa
Un tempo le crisi politiche si consumavano sulla base dei fatti. Facciamo un esempio: Cuba e i missili sovietici. Oppure un ...Continua a leggere

Laboccetta

CAMERE  GIREVOLI / DOPO L'ARRESTO TORNA L'EX FASCISTA LABOCCETTA, ESCE L'OPUS DEI CALABRO'

di PAOLO SPIGA
Arrestato prima dello scorso Natale per associazione a delinquere a livello internazionale e ora fresco di sbarco in Parlamento ...Continua a leggere
MISTERI

ustica

USTICA / UCCISI PER L'ENNESIMA VOLTA, ORA DALLE CARTE VOLATE VIA

di Cristiano Mais
Uccisi per l'ennesima volta. Le 81 vittime della tragedia di Ustica del 27 giugno 1980 oggi vengono sepolte sotto una  ...Continua a leggere

vassallo

GIALLO VASSALLO / IMMERSI NELLE NEBBIE, MA SI CONTINUA FINO AL 2018

di Cristiano Mais
Sette anni fa l'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica. Esecutori e mandanti, ancora oggi, sono  ...Continua a leggere

caccia

GIALLO CACCIA / IL PM CADE E SI RIALZA. E GIA' SUBITO SCIVOLA

di PAOLO SPIGA
Dopo un lungo letargo ed errori macroscopici, improvvisamente si desta il pm della procura di Milano Marcello Tatangelo, che ...Continua a leggere

AMBIENTE
Ennio Cascetta

METRONAPOLI, ARRIVA ENNIO CASCETTA / SAPRA' RISOLVERE IL GIALLO COSTI ?

di Cristiano Mais
Fresco di nuova nomina al vertice di Metronapoli, Ennio Cascetta, che per evitare conflitti d'interesse ha dovuto lasciare ...Continua a leggere

TAV afragola

ALTA VELOCITA' AD AFRAGOLA / SOTTOPASSO KO, TUTTO OK PER LA CAMORRA

di MARIO AVENA
Maxi stazione TAV di Afragola nell'hinterland partenopeo. Inaugurata un mese fa dal premier Paolo Gentiloni e dal governo ...Continua a leggere

CULTURE
Premio relatori

Premio Amato Lamberti – Assegnate le borse di studio 2017

di Rita Pennarola
"Trent'anni fa, quando noi in Sicilia studiavamo e provavamo a contrastare i fenomeni mafiosi, avevamo in Italia un punto ...Continua a leggere

Philip Lymbery

Nutrire il mondo – La Dead Zone di Philip Lymbery

di Stella Cervasio
Può un animale da allevamento europeo mangiare noccioli del frutto della palma invece che erba? A chi volete che importi se ...Continua a leggere

IL RACCONTO DELLA DOMENICA
per caso

PER CASO – di Luciano Scateni


Un racconto per caso. A cominciare dal titolo, che non lo è. Esiste, altroché, un rapporto con­flittuale con la tastiera  ...Continua a leggere

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06 luglio 2017

Caso Alpi-Hrovatin: oggi con la madre di Ilaria Alpi in FNSI. Vieni anche tu?


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Caso Alpi-Hrovatin: il 6 luglio Luciana Alpi presenta in Fnsi il suo libro "Esecuzione con depistaggi di Stato"

Caso Alpi-Hrovatin: il 6 luglio noi saremo insieme a Luciana Alpi in Fnsi. E tu?

La madre della giornalista uccisa insieme al suo operatore Miran Hrovatin in Somalia in 20 marzo 1994 presenta il suo libro "Esecuzione con depistaggi di Stato".
Domani giovedì 6 luglio 2017 alle 17.30 la sala "Walter Tobagi" della Fnsi, in corso Vittorio Emanuele II, 349 a Roma (secondo piano), ospiterà la presentazione del libro di Luciana Alpi "Esecuzione con depistaggi di Stato" (Kaos Edizioni). L'evento è promosso da Articolo 21,  Fnsi e Usigrai.
Sarà importante la partecipazione di tanti soprattutto alla luce della notizia di ieri della richiesta della Procura di Roma di archiviazione dell'inchiesta sull'uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e dalla recente sentenza emessa dal tribunale di Perugia che ha scagionato l'unico imputato e ha di fatto confermato l'impressionante serie di depistaggi e bugie che hanno caratterizzato questa vicenda.
All'incontro saranno presenti, insieme con Luciana Alpi, la mamma di Ilaria Alpi, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti; il segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani; la presidente e la portavoce di Articolo21, Barbara Scaramucci ed Elisa Maricola; il deputato Walter Verini; gli avvocati della famiglia Alpi, Domenico e Giovanni D'Amati; i giornalisti Rai Chiara Cazzaniga e Fabrizio Feo, che dialogheranno con la signora Alpi approfondendo i temi del libro.
Ilaria Alpi, giornalista del Tg3, fu assassinata il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, insieme con il cineoperatore Miran Hrovatin, mentre indagava su un possibile traffico di armi e di rifiuti tossici. Da allora, nonostante l'impegno e il coraggio dei familiari di Ilaria, dei loro legali e dei cittadini e delle associazioni che si sono schierati al loro fianco, la verità sulla sorte dei due colleghi non è ancora venuta alla luce. Tanto da portare Luciana Alpi a parlare apertamente nel libro di "depistaggi di Stato".

TI ASPETTIAMO GIOVEDI 6 LUGLIO ORE 17.45 A ROMA NELLA SEDE DELLA FNSI


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10 aprile 2017

Moby Prince, la pista Usa

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«Mayday, Mayday, Mayday, Moby Prince, siamo in collisione, prendiamo fuoco! Ci serve aiuto!»: questo il drammatico messaggio trasmesso venticinque anni fa, alle 22:25:27 del 10 aprile 1991, dal traghetto Moby Prince, entrato in collisione, nella rada del porto di Livorno, con la petroliera Agip Abruzzo.
Richiesta di aiuto inascoltata: muoiono in 140, dopo aver atteso per ore invano i soccorsi. Richiesta di giustizia inascoltata: da venticinque anni, i familiari chiedono invano la verità. Dopo tre inchieste e due processi. Eppure essa emerge prepotentemente dai fatti.
Quella sera nella rada di Livorno c’è un intenso traffico di navi militari e militarizzate degli Stati uniti, che riportano alla base Usa di Camp Darby (limitrofa al porto) parte delle armi usate nella prima guerra del Golfo.
Ci sono anche altre misteriose navi. La Gallant II (nome in codi-ce Theresa), nave militarizzata Usa che, subito dopo l’incidente, lascia precipitosamente la rada di Livorno. La 21 Oktoobar II della società Shifco, la cui flotta, donata dalla Cooperazione italiana alla Somalia ufficialmente per la pesca, viene usata per trasportare armi Usa e rifiuti tossici anche radioattivi in Somalia e per rifornire di armi la Croazia in guerra contro la Jugoslavia.
Per aver trovato le prove di tale traf-fico, la giornalista Ilaria Alpi e il suo operatore Miran Hrovatin vengono assassinati nel 1994 a Mogadiscio in un agguato organizzato dalla Cia con l’aiuto di Gladio e servizi segreti italiani [1].
Con tutta probabilità, la sera del 10 aprile, è in corso nella rada di Livorno il trasbordo di armi Usa che, invece di rientrare a Camp Darby, vengono segretamente inviate in Somalia, Croazia e altre zone, non esclusi depositi di Gladio in Italia [2]. Quando avviene la collisione, chi dirige l’operazione – sicuramente il comando Usa di Camp Darby – cerca subito di cancellare qualsiasi prova. Ciò spiega una serie di «punti oscuri»: il segnale del Moby Prince, ad appena 2 miglia dal porto, che giunge fortemente disturbato; il silenzio di Livorno Radio, il gestore pubblico delle telecomunicazioni, che non chiama il Moby Prince; il comandante del porto Sergio Albanese, «impegnato in altre comunicazioni radio», che non guida i soccorsi e viene subito dopo promosso ammiraglio per i suoi meriti; la mancanza (o meglio sparizione) di tracciati radar e immagini satellitari, in particolare sulla posizione dell’Agip Abruzzo, appena arrivata a Livorno dall’Egitto stranamente in tempo record (4,5 giorni invece di 14); le manomissioni sul traghetto sotto sequestro, dove spariscono strumenti essenziali alle indagini. Così da far apparire quello del Moby Prince un banale incidente, anche per responsabilità del comandante.
I familiari delle vittime sono riusciti ora a ottenere l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, non solo per dare giustizia ai loro cari, ma per «chiudere un capitolo indegno della storia italiana». Capitolo che resterà aperto se la commissione limiterà come al solito l’inchiesta all’esterno di Camp Darby, la base Usa al centro della strage del Moby Prince. La stessa inquisita dai giudici Casson e Mastelloni nell’inchiesta sull’organizzazione golpista «Gladio». Una delle basi Usa/Nato che – scrive Ferdinan-do Imposimato, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione – fornirono gli esplosivi per le stragi, da Piazza Fontana a Capaci e Via d’Amelio. Basi in cui «si riunivano terroristi neri, ufficiali della Nato, mafiosi, uomini politici italiani e massoni, alla vigilia di attentati».
Il Mayday del Moby Prince è il Mayday della nostra democrazia.

20 marzo 2017

La scottante verità di Ilaria Alpi

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Ilaria Alpi
La docufiction «Ilaria Alpi – L’ultimo viaggio» (visibile sul sito di Rai Tre) [1] getta luce, soprattutto grazie a prove scoperte dal giornalista Luigi Grimaldi, sull’omicidio della giornalista e del suo operatore Miran Hrovatin il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Furono assassinati, in un agguato organizzato dalla Cia con l’aiuto di Gladio e servizi segreti italiani, perché ave-vano scoperto un traffico di armi gestito dalla Cia attraverso la flotta della società Schifco, donata dalla Cooperazione ita-liana alla Somalia ufficialmente per la pesca.
In realtà, agli inizi degli anni Novanta, le navi della Shifco erano usate, in-sieme a navi della Lettonia, per trasportare armi Usa e rifiuti tossici anche radioattivi in Somalia e per rifornire di armi la Croazia in guerra contro la Jugoslavia. Anche se nella docu-fiction non se ne parla, risulta che una nave della Shifco, la 21 Oktoobar II (poi sotto bandiera panamense col nome di Urgull), si trovava il 10 aprile 1991 nel porto di Livorno dove era in corso una operazione segreta di trasbordo di armi Usa rientrate a Camp Darby dopo la guerra all’Iraq, e dove si con-sumò la tragedia della Moby Prince in cui morirono 140 per-sone.
Sul caso Alpi, dopo otto processi (con la condanna di un somalo ritenuto innocente dagli stessi genitori di Ilaria) e quattro commissioni parlamentari, sta venendo alla luce la verità, ossia ciò che Ilaria aveva scoperto e appuntato sui tac-cuini, fatti sparire dai servizi segreti. Una verità di scottante, drammatica attualità.
L’operazione «Restore Hope», lanciata nel dicembre 1992 in Somalia (paese di grande importanza geostrategica) dal presidente Bush, con l’assenso del neo-presidente Clinton, è stata la prima missione di «ingerenza umanitaria».
Con la stessa motivazione, ossia che occorre in-tervenire militarmente quando è in pericolo la sopravvivenza di un popolo, sono state lanciate le successive guerre Usa/Nato contro la Jugoslavia, l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria e altre operazioni come quelle nello Yemen e in Ucraina. Preparate e accompagnate, sotto la veste «umanita-ria», da attività segrete. Una inchiesta del New York Times [2] ha confermato l’esistenza di una rete inter-nazionale della Cia, che con aerei qatariani, giordani e sauditi fornisce ai «ribelli» in Siria, attraverso la Turchia, armi pro-venienti anche dalla Croazia, che restituisce così alla Cia il «favore» ricevuto negli anni Novanta.
Quando il 29 maggio scorso il quotidiano turco Cumhuriyet ha pubblicato un video che mostra il transito di tali armi attraverso la Turchia, il pre-sidente Erdogan ha dichiarato che il direttore del giornale pa-gherà «un prezzo pesante».
Ventun anni fa Ilaria Alpi pagò con la vita il tentativo di dimostrare che la realtà della guerra non è solo quella che viene fatta apparire ai nostri occhi. Da allora la guerra è divenuta sempre più «coperta». Lo conferma un servizio del New York Times [3] sulla «Team 6», unità supersegreta del Comando Usa per le operazioni speciali, incaricata delle «uccisioni silenziose». I suoi specia-listi «hanno tramato azioni mortali da basi segrete sui calan-chi della Somalia, in Afghanistan si sono impegnati in com-battimenti così ravvicinati da ritornare imbevuti di sangue non loro», uccidendo anche con «primitivi tomahawks». Usando «stazioni di spionaggio in tutto il mondo», camuffan-dosi da «impiegati civili di compagnie o funzionari di amba-sciate», seguono coloro che «gli Stati uniti vogliono uccidere o catturare».
La «Team 6» è divenuta «una macchina globale di caccia all’uomo». I killer di Ilaria Alpi sono oggi ancora più potenti.
Ma la verità è dura da uccidere.

28 gennaio 2016

Iaria Alpi: Nuovo processo per Hashi Hassan



Iaria Alpi: Nuovo processo per Hashi Hassan, ammessi tutti i testi from Mario Rossi Network on Vimeo.
La Corte d'appello di Perugia ha ammesso l'istanza per la revisione del processo a carico di Hashi Omar Hassan il quale è stato condannato a 26 anni per l’omicidio della giornalista del Tg3, Ilaria Alpi, e dell'operatore Miran Hrovatin, a Mogadisco il 20 marzo del 1994. ll collegio presieduto da Giancarlo Massei ha ammesso tutte le deposizioni chieste dalla difesa e dalla procura generale, tra i quali l’ex ambasciatore Giuseppe Cassini e Giancarlo Marocchino. Lo stesso procuratore generale Dario Razzi ha detto: "Va ricercata la verità per il rispetto delle vittime e dell'imputato". Erano presenti in aula lo stesso Hashi Omar Hassan e la madre di Ilaria Alpi, Luciana. L’esame dei testimoni è stato fissato al 5 aprile “con riserva di disporre eventuali rogatorie per i testi che, reperibili fuori del territorio dello Stato, non dovessero presentarsi”. Il caso era stato riaperto dopo le dichiarazioni del supertestimone Gelle, rintracciato da “Chi l’ha visto?” in Gran Bretagna. "E' fondamentale sentirlo al più presto", ha chiesto il legale di Luciana Alpi, l'avvocato D'Amati, ricordando che l'altro testimone del duplice omicidio, l'autista somalo della giornalista, è stato ucciso.

20 marzo 2013

Toxic Somalia. Sulla pista di Ilaria Alpi

Rai Tre presenta un reportage – Premio Speciale alla 18° edizione del concorso dedicato a Ilaria Alpi - scritto e diretto da Paul Moreira, firma di prestigio del giornalismo d’inchiesta in Europa.

Moreira è riuscito a intervistare i pirati somali (che accusano l’Occidente di scaricare, nelle loro acque, rifiuti tossici) e ha documentato l’aumento di infezioni e malattie (triplicate, in due decenni), seguendo la strada aperta da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sul traffico dei rifiuti tossici e ricostruendo i rapporti segreti tra il mondo degli affari e quello della criminalità.