11 settembre 2006

Le Monde Diplomatique - edizione Norvegese

Le Monde Diplomatique - 1° Luglio 2006 L'11 Settembre è stato un autoattentato? Sono sempre di più le persone convinte che le Autorità Statunitensi stiano nascondendo il loro coinvolgimento nella tragedia dell'11 Settembre. Dichiarazioni di testimoni, secretate per anni, indicano ora che potrebbero esserci state delle demolizioni controllate. Il Governo Statunitense aveva anticipato da molto un simile evento - come indica il documento Repubblicano del 2000 "Ricostruire la Difesa Americana". L'organizzazione 911Truth.org crede che gli Stati Uniti probabilmente abbiano orchestrato un avvenimento di questo tipo per giustificare l'invasione di Afghanistan ed Iraq, cosi come la riduzione delle libertà personali dei propri cittadini attraverso l'introduzione del Patriot Act. E' ora emerso che alcuni tra i maggiori esperti militari americani approntarono nel 1962 un piano per un attacco premeditato sugli Americani, che avrebbe incluso l'abbattimento di un aereo passeggeri, così che la colpa sarebbe potuta ricadere su Cuba. Allora perché dovremmo escluderlo oggi? Molti credono anche che l'intelligence Pakistana abbia collaborato con la Cia ed Al-Qaeda a causa delle significanti somme di denaro trasferite al dirottatore Mohammed Atta nei giorni immediatamente precedenti l'11 Settembre. Tennero anche Bin Laden sotto sorveglianza durante la sua cura in un ospedale militare di Peshawar, in Pakistan, nei giorni che precedettero [gli attentati del]l'undici settembre. La maggior parte di noi sarebbe portata a credere che sia normale che l'impatto di un aereo passeggeri possa essere stato sufficiente a causare il crollo di un grattacielo. Infatti non furono in molti a dubitare su cosa potesse aver buttato giù le Twin Towers o le identità dei perpetratori. Tuttavia, negli anni successivi, molti individui e gruppi, sia in Nord America che in Europa, hanno iniziato a dubitare che questo sia necessariamente corretto. Per loro, c'è una mole di circostanze contraddittorie negli attacchi che non corrisponde alle spiegazioni offerte dalle Autorità Statunitensi e dalla Commissione 11-9 designata dal Parlamento. Una ragione di fondo per questo dubbio potrebbe essere quella che ci sono testimoni e sopravvissuti agli eventi che descrivono fatti che non collimano con la narrazione della versione ufficiale. Un esempio è offerto dagli spettatori che hanno visto o udito quelle che credevano essere esplosioni nelle Twin Towers prima che fossero colpite dagli aerei. Poliziotti dissero che sembrò come una “implosione programmata.” Il pompiere Richard Banaciski: "C'è stata un'esplosione. Sembrava come alla televisione, [quando] fanno saltare gli edifici. Sembrava che si muovesse tutto intorno come una cintura, tutte quelle esplosioni.” L'assistente del Capo dei Pompieri, Stephen Gregory, ha dichiarato: “Pensavo... prima... che la n°2 crollasse, di aver visto dei lampi nella parte inferiore ... Ho... visto come un flash, flash, flash ... in corrispondenza dei livelli bassi dell'edificio. Avete presente come quando demoliscono un palazzo?” Un altra controversa testimonianza è quella di un addetto alla manutenzione, William Rodriguez, che stava lavorando nella Torre Nord l'11 Settembre. In una intervista al New York Magazine disse di aver udito una grande esplosione mentre si trovava in uno dei sotterranei del grattacielo, e di aver visto coi propri occhi delle vittime che provenivano dal pozzo dell'ascensore con la pelle delle braccia bruciata e penzolante. Dopo l'esplosione nei sotterranei ne sentì un'altra provenire dall'alto. Era un Boeing 767. William è stata l'ultima persona ad essere sopravvissuta dalle macerie delle Torri Gemelle. Fu accolto come un eroe ed invitato in visita da George Bush ed alla Casa Bianca. In seguito, quando iniziò a parlare pubblicamente della sua testimonianza dell'esplosione nei sotterranei, fu ostracizzato dalle Autorità Americane. Ha ora denunciato quelle stesse autorità secondo lo statuto RICO, una legge creata originariamente per perseguire le famiglie mafiose. Oltre alle dichiarazioni dei testimoni che descrivono una demolizione controllata con esplosivi delle Torri Gemelle, i critici dell'Amministrazione credono che ci siano molte altre circostanze a riguardo dell'11 Settembre che forniscono buone ragioni per sospettare che la storia ufficiale non sia corretta. E' un fatto che nessuno dei quattro aerei dirottati siano stati intercettati da caccia. Che questo non sia successo, insieme al fatto che una parte significativa della difesa aerea fosse occupata in esercitazioni militari, ha dato peso al sospetto che la difesa aerea statunitense abbia dato l'ordine di “rimanere a terra” cosi che gli attacchi terroristici poterono continuare indisturbati. Un altro fatto sospetto è che il WTC7 – conosciuto anche come Edificio 7 – un grattacielo di 47 piani, sia crollato senza essere stato colpito da nessun aereo. Al contrario, gli edifici che gli stavano attorno sono ancora intatti. Per quanto riguarda la conoscenza anticipata degli attacchi, hanno creato interesse le dichiarazioni a proposito della NSA che tenne sotto controllo nell'agosto del 2001 conversazioni tra Mohammed Atta e Khalid Sheikh Mohammed, tradotte in tempo reale. In una delle conversazioni, si dice che Atta diede a Mohammed il via libera per gli attacchi; la NSA dunque sarebbe dovuta esserne al corrente. L'agente dell'FBI Coleen Rowley sostiene che i dirigenti dell'FBI ostruirono intenzionalmente la sua investigazione di Zacarias Moussauoi. In relazione all'investigazione che avrebbe potuto portare alla conoscenza dei dirottatori, l'agente Rowley sostiene che i dirigenti dell'FBI ostruirono deliberatamente la sua investigazione di Zacarias Moussaoui – al tempo in cui egli stava frequentando una scuola di volo a Minneapolis. Lo fecero nonostante aver ricevuto avvertimenti dall'intelligence francese. Rowley crede che, se l'FBI avesse permesso l'investigazione, si sarebbero potuti scoprire i piani di Moussauoi cosi come quelli di molti altri dirottatori iscritti alle scuole di volo. Che l'intelligence Pakistana (ISI) trasferì significative somme di denaro a Mohammed Atta nei giorni che precedettero l'11 Settembre, alcuni credono, è la prova della cooperazione tra l'ISI, la Cia ed Al-Qaeda. Potrebbe inoltre sembrare sospetto che George Bush ha ammesso che le Autorità Americane hanno interrotto la caccia ad Osama Bin Laden, il principale indiziato degli attacchi. Il Generale Richard Myers ha anche dichiarato che la guerra in Afghanistan non riguardava la ricerca di Bin Laden. Un ex agente della CIA, Gary Berntsen, ha inoltre affermato che l'Amministrazione Bush ha fatto scappare Bin Laden quando era accerchiato in un angolo delle montagne di Tora Bora nel 2001 in Afghanistan. E' anche stato riportato che l'intelligence americana sapeva di Bin Laden nel Luglio del 2001 quando fu ricoverato in un ospedale Americano a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, per problemi renali. Alcuni mesi dopo, a Settembre, ricevette assistenza medica in ospedale americano di Peshawar, in Pakistan, sotto la sorveglianza dell'intelligence Pakistana. L'ESISTENZA DI FATTI e testimonianze che contraddicono gli aspetti della storia ufficiale ha portato alcuni individui e gruppi a ricercare spiegazioni alternative per cosa sia accaduto l'11 Settembre 2001. Di conseguenza, è emersa un'autentica giungla di teorie su cosa possa essere accaduto veramente negli Stati Uniti cinque anni fa. Le versioni si snodano in molte direzioni interconnesse. Una comparazione di opinioni differenti è presentata nel libro “La nuova Pearl Harbor: domande inquietanti sull'11 Settembre e l'Amministrazione Bush (2004),” scritto da David Ray Griffin, Professore di Teologia alla Claremont School of Theology in California. Una premessa chiave che egli presenta nel suo libro è che la responsabilità degli attacchi dell'11 Settembre può essere attribuita, in larga parte, ad ex membri del think-tank neoconservatore “Project For a New American Century (PNAC),” che sono ora membri chiave dell'Amministrazione Bush. Nel documento intitolato “ricostruire le Difese dell'America: strategie, forze e risorse per un Nuovo Secolo Americano(2000),” scritto dai firmatari del PNAC, viene affermato che: “Il processo di trasformazione[della difesa americana, auspicato dal documento stesso], anche se porterà ad un cambiamento rivoluzionario, sarà verosimilmente un processo lungo, a meno di un un qualche evento catastrofico e catalizzatore, come una nuova Pearl Harbor. “ Il titolo del libro di Griffin si riferisce alla dichiarazione del PNAC che indicava la necessità di “una nuova Pearl Harbor” per trasformare l'esercito Statunitense. Griffin vede questa citazione alla luce del principio legale del movente, o “qui bono” e conclude che l'11 Settembre è stato esattamente il catalizzatore desiderato dall'Amministrazione Bush. Per Griffin, è dunque probabile che gli Stati Uniti abbiano architettato una tragedia di questo genere per giustificare l'invasione di Iraq ed Afghanistan, e per la riduzione delle libertà civili in America attraverso l'introduzione del Patriot Act. Egli considera la scelta di aver invaso paesi Mediorientali come continuazione delle politiche che gli Usa hanno portato avanti con le elite Saudite, l'intelligence Pakistana (ISI), il regime dei Talebani e regimi in Asia Centrale. E per Griffin, l'agenda per il Medio Oriente e l'Asia Centrale è piuttosto chiara: è relativa alla produzione ed al trasporto del petrolio attraverso oleodotti e autocisterne. Griffin non indica nessuna figura in particolare come responsabile di aver pianificato gli attacchi dell'11 Settembre. Si limita a notare che ci sono opinioni differenti sulla questione. Per esempio, la speculazione sull'identità dei responsabili tocca le agenzie di intelligence come la NSA, l'FBI e la CIA. Altri credono che sia stata la Casa Bianca. Una terza ipotesi è portata da quelli che credono che siano state singole figure quali Dick Cheney, Paul Wolfovitz, Jeb Bush, George Tenet e Donald Rumsfeld ad essere stati i veri architetti degli attacchi. Alternativamente, altre possibili combinazioni di perpetratori ed organizzazioni potrebbero aver collaborato. Nel suo articolo, “qual'è il tuo livello HOP [Happen On Purpose, sarà chiaro nelle prossime righe, NdT] Nicholas Levis categorizza le opinioni sugli attacchi suddividendole in quattro filoni principali: a) La storia ufficiale: che è stato responsabile Osama Bin Laden, che gli aerei sono stati dirottati da 19 musulmani fondamentalisti e che la Casa Bianca non ha ricevuto alcun avvertimento. b) La teoria dell'incompetenza: accetta la storia ufficiale ma accusa la Casa Bianca, l'FBI, la CIA, la NSA ed altri per non aver dato peso a molti avvertimenti. Questa è la linea seguita, con forti dosi di insabbiamenti e propaganda, dal rapporto della Commissione 9/11. c) LIHOP - Lo hanno lasciato succedere di proposito (“Letting It Happen on Purpose”): Questo filone si divide in un certo numero di variazioni. E' principalmente basato sul come i vari gruppi interni Statunitensi e del settore privato fossero stati al corrente del piano dei dirottatori ma non fecero niente per fermarli, dato che l'11 Settembre era in linea con gli obiettivi politici. d) MIHOP - Lo hanno fatto succedere di proposito (“Making It Happen On Purpose”): le Autorità Statunitensi o forze private hanno pianificato e messo a punto gli attacchi. Per gli scettici, il denominatore comune è la loro convinzione che almeno uno degli elementi della presentazione ufficiale dell'11 Settembre non sia corretto. Per quelli che condividono la radicale ipotesi MIHOP, una premessa chiave è che le Torri Gemelle – incluso l'edificio 7 – siano crollati come risultato di demolizione controllata con esplosivi: che è stata un'operazione interna. L'aspetto tecnico di questa affermazione è stato tuttavia direttamente rigettato da un rapporto di circa 10.000 pagine scritto dall'Istituto Nazionale degli Standard e della Tecnologia (NIST), che afferma che sarebbe stato il carburante degli aerei passeggeri a danneggiare la struttura delle torri e a portarle successivamente al crollo. Il NIST non è stato finora in grado di offrire una soddisfacente spiegazione sul perché sia crollato il terzo edificio, che lo ha fatto senza essere stato colpito da nessun aereo. Un Professore di Fisica della Brigham Young University dello Utah, Steven E. Jones, rigetta le conclusioni del NIST a proposito delle Torri Gemelle (si veda anche a questo proposito l'articolo di Greig.) Egli tratta, ad esempio, di come testimoni abbiano verificato la presenza di acciaio fuso nelle macerie di tutti e tre gli edifici, (in alcuni casi, l'acciaio fu trovato ancora incandescente tre settimane dopo gli attacchi) e che era alterato in un modo che può essere spiegato solamente dall'utilizzo di “cariche di taglio” pre-posizionate. Secondo Jones, si trattò di thermate, HMX o RDX, esplosivi usati nelle demolizioni controllate. Un altro importante punto a favore di Jones è che gli incendi negli edifici ed il carburante dagli aerei, (la massima temperatura che può raggiungere il kerosene è 1000 gradi Celsius) non produsse sufficiente calore per fondere l'acciaio – cosa che richiederebbe temperature tra i 1550 ed i 1990 gradi Celsius – e questo nel giro dell'ora e mezza che impiegarono le Torri Gemelle a cedere. Le affermazioni di Jones sono supportate dal matematico Jim Hoffman. Dopo un'analisi basata sui video e sulle foto degli eventi, Hoffman conclude che tutti e tre gli edifici sono crollati quasi simmetricamente, in un tempo vicino a quello di caduta libera e direttamente sulle proprie fondamenta. Quindi secondo Hoffman, la velocità del crollo, la polverizzazione del cemento in polvere finissima e la presenza di sbuffi orizzontali osservati sul fianco del WTC7 sono collegati all'uso di esplosivi pre-posizionati negli edifici. MOLTI NON CREDONO PIU' alla spiegazione ufficiale, ma sono convinti che il crollo delle Torri sia stata un'autoattentato – che le Autorità lo abbiano “lasciato succedere” o “fatto succedere.” Molti di quelli che ripongono la loro fiducia nelle spiegazioni alternative, hanno unito le forze sotto l'ombrello dell'organizzazione 9/11 Truth – un'associazione fondata ad hoc, con lo scopo di restare in vita fino a quando non sarà fornita una risposta a tutte le domande irrisolte. 9/11 Truth ha messo assieme uno spaccato trasversale della società; membri con differenti idee politiche fanno parte delle stesse associazioni e gruppi di pressione. Questa cooperazione è concentrata soprattutto sui meetings, sulle dimostrazioni, sulla produzione di documentari, sui forum in rete, sulle pubblicazioni online e conferenze. In Inghilterra, è nata da una costola di 9/11 Truth l'organizzazione JulySeventhTruth, cosi chiamata perché cerca di ricostruire cosa è accaduto durante gli attacchi terroristici a Londra il 7 Luglio del 2005. 9/11 Truth chiede perché nessun caccia è riuscito ad intercettare i quattro voli dirottati. 9/11 Truth cerca la risposta alla domanda se l'Amministrazione Bush abbia o meno mentito quando sostenne di non aver avuto alcuna conoscenza anticipata degli attacchi. E se le agenzie di intelligence come FBI, CIA e NSA fallirono intenzionalmente nell'investigare le piste e scartando prove che avrebbero potuto portare ad identificare i dirottatori prima dell'11 Settembre. 9/11 Truth ha organizzato una importante conferenza intitolata “9/11 rivelare la Verità / reclamare il nostro futuro” a Chicago dal 2 al 4 Giugno. Ogni giorno, il portavoce della sezione NewYorkese di 9/11 Truth, Jes Jamieson si trova nella parte Sud di Manhattan, dove tutte le domeniche aiuta ad organizzare dimostrazioni a Ground Zero o seminari nella Chiesa di St. Mark, messa a disposizione dal prete, Frank Morales. Jamieson ha fornito le seguenti risposte alle domande poste da Le Monde Diplomatique: - L'11 Settembre rappresenta una nuova giustificazione per dichiarare guerra? - No. E' successo in precedenza in Germania quando il Reichstag fu dato alle fiamme. I responsabili vestirono tedeschi cosi da farli apparire Comunisti e fecero sembrare invece che furono dei Russi ad appiccare il fuoco al palazzo del Parlamento Tedesco. I tedeschi fecero lo stesso con la Polonia. Vestirono prigionieri cosi da farli sembrare soldati tedeschi e li uccisero. In questo modo, fecero sembrare che soldati Polacchi stavano sparando a dei Tedeschi – cosa che venne utilizzata come scusa per invadere la Polonia. Ed è recentemente emerso che, qui negli USA, le Autorità pianificarono di inscenare una simile operazione, chiamata Operazione Northwoods: un piano pensato nel 1962 dal piu' alto leader militare Statunitense. Il piano consisteva nell'improvvisare un attacco terroristico in casa, sulle cose della Florida dove sarebbero stati uccisi Americani, abbattuto un aereo passeggeri, affondata una nave – e tutta la colpa sarebbe ricaduta sui Cubani. Dunque non c'e' niente di nuovo, sono tutte cose già fatte in passato. - Quanto può diventare cinico un governo? - Anche la guerra del Vietnam venne scatenata grazie ad una bugia – gli eventi nel Golfo del Tonchino. Venne riportato che navi da guerra vietnamiti attaccarono navi americane nel Golfo del Tonchino. Tuttavia quei rapporti erano inventati. Il Presidente Lyndon B. Johnson ed il ministro degli esteri Robert McNamara sfruttarono quei rapporti per passare la Risoluzione del Golfo del Tonchino al Congresso – che era in realtà una dichiarazione di guerra. Morirono 50.000 Americani, centinaia di migliaia ne restarono tragicamente segnati. Venne utilizzato l'erbicida Agente Arancio per avvelenare fattorie e terre. Questo è quello che accade quando i governi e le elite al comando orchestrano le guerre. C'è davvero un apice di malvagità, un odio verso l'umanità. Lo dimostra Henry Kissinger che una volta dichiarò a proposito della guerra tra Iran ed Iraq: “Spero che si uccidano l'un l'altro,” o: “Il petrolio è un bene troppo importante per essere lasciato nelle mani degli arabi.” - E' allo stesso modo possibile suggerire che ci possa essere stato un gruppo segreto collegato al Governo, uno “stato dentro lo stato,” che ha pianificato e causato gli attacchi dell'11 Settembre? - Si. Non dimentichiamo che si sono gruppi privati di agenti, eserciti privati che orbitano al di fuori del campo visivo del Congresso. Essi mettono a punto operazioni segrete molto addentro la CIA, ed hanno tagliato tutti i contatti con il Governo Americano, che a sua volta non ha idea di cosa succeda. Questo accade dagli anni 50. Quando Dwight Eisenhower lasciò la sua presidenza disse che si sarebbe dovuto vigilare sull'espansione del Complesso Militare-Industriale. Ad oggi, abbiamo ancora un governo ombra, un governo invisibile e crediamo che questo collabori con elementi di agenzie di intelligence, il MI5, il MI6 e forse il Mossad. Il Mi5 e la CIA lavorano certamente insieme per interpretare l'agenda per le elite internazionali al comando. - Non ha paura di essere etichettato un teorico della cospirazione? - L'espressione “Teoria della Cospirazione” deve anche essere compresa come una strategia dei mass media e degli individui che fanno parte delle elite al potere per piantare i semi del dubbio su questo tipo di informazioni. Per esempio, l'affare Iran-Contras fu il risultato di un'enorme cospirazione che permise la vendita di droghe per acquistare armi per i Contras. Poi abbiamo lo scandalo della BCCI nel 1991 – un gigantesco scandalo bancario. C'è anche il voto in Florida nel 2000 e in Ohio nel 2004. Se uno studia queste faccende, scopre delle cospirazioni grosse quanto mammut. E cosa dire delle bugie che hanno portato all'invasione dell'Iraq? Ci era stato raccontato che esistevano certamente armi di distruzione di massa e che Saddam provò a comprare uranio dalla Nigeria. Erano solo bugie basate sull'inganno. Questo genere di eventi necessitano di cospirazioni! La versione ufficiale del Governo Statunitense su cosa accadde l'11 Settembre è una scandalosa teoria della cospirazione: è da non credere! Nella nostra organizzazione ci sono detectives ed investigatori. Cerchiamo di assemblare una teoria e siamo realmente estremamente rigorosi nell'elaborare le migliori analisi possibili. La Versione ufficiale del Governo su cosa accadde l'11 Settembre è una scandalosa teoria della cospirazione: da non credere! Les Jamieson JAMIESON NON E' L'UNICO ad approvare tali teorie. L'attivismo di molte comunità di persone e di collaboratori collegati a 9/11 Truth ha generato un'ondata di ricerche ed articoli. Un gruppo chiamato Studiosi per la Verità sull'11 Settembre si descrive come una “... associazione non-partigiana di facoltà, studenti, ed accademici, nei campi piu' svariati come la storia, la scienza, le cose militari, la psicologia e la filosofia, e dedicata ad esporre le falsità ed a rivelare le verità dietro l'11 Settembre.” E' stata fondata dal Professore di filosofia James Fetzer e dal Professore di Fisica Steven E. Jones – il principale esperto del movimento sul crollo delle Torri Gemelle. Il suo ultimo lavoro verrà pubblicato a Settembre, un contributo alla antologia “9/11 e l'Impero Americano: intellettuali vengono allo scoperto (2006).” Nel libro, curato da David Ray Griffin e Peter Dale Scott, c'è anche un'introduzione di Ola Tunander, Professore al PRIO – L'istituto Internazionale per la Pace di Oslo – all'articolo “La guerra al Terrore e la pax americana.” Nafeez Mosaddeq Ahmed scrisse uno dei primi libri pubblicati a mettere in discussione la narrativa ufficiale dell'11 Settembre – “Guerra alla Libertà: perchè e come l'America è stata attaccata l'11 Settembre del 2001 (2002).” Esso esprime una critica profonda della politica estera Americana, sia precedente che successiva all'11 Settembre. Paul Thompson, membro degli Studiosi per la Verità sull'11 Settembre, è l'autore di “The Terror Timeline, A Comprehensive Chronicle of the Road to 9/11 and America’s Response.” Questa è una collezione completa degli articoli di giornale riguardanti gli attacchi terroristici dell'11 Settembre. Thompson lavora al Center for Cooperative Research. Un altro membro degli Studiosi per la Verità sull'11 Settembre di cui si parla molto è David Ray Griffin. Oltre a libri su argomenti come la teologia, la religione e la filosofia, ha scritto “La nuova Pearl Harbor” (2004) e “Rapporto della Commissione 11-9: omissioni e distorsioni” (2005). Nell'ultimo, Griffin sottolinea 115 punti dove il Rapporto della Commissione 11-9 ha fallito nel valutare dati rilevanti o abbia dedotto conclusioni fondamentalmente errate dai dati a disposizione. Griffin è anche una mente dinamica dietro l'organizzazione MUJCA.net – un forum di discussione per Cristiani, Ebrei, Musulmani ed altri credenti che sono scettici della spiegazione ufficiale dell'11 Settembre. Il Direttore dell'organizzazione è l'intellettuale, dottore ed imam Faiz Khan, che lavora presso un ospedale ebraico di New York. Nello scritto “The Paralysis of Discourse; The Incompetence of Academia, and The Need for an Accurate Diagnosis” argomenta che l'11 Settembre ha precipitato una semplificazione nel linguaggio e nei concetti di cosa voglia dire essere Musulmano e Arabo – specialmente quando i Musulmani del mondo intero vengono considerati responsabili delle azioni che avrebbero messo a punto una piccola minoranza di terroristi. Khan crede che i dirottatori fossero probabilmente “finti” Musulmani, cioè che non credevano veramente nell'Islam nel modo in cui la politica estera americana è americana. Il fatto che la colpa per gli attacchi terroristici venga attribuita a qualcosa di cosi indefinito come un “network militante islamico”, egli crede che equivalga ad una abdicazione di responsabilità da parte degli Stati Uniti,Le Monde Diplomatique - 1° Luglio 2006 dato che questi ultimi lavorarono assieme all'ISI (l'intelligence Pakistana) ed all'Arabia Saudita per mettere in piedi quegli stessi network. Fonte: www.diplo.no 1 Luglio 2006 dall'inglese www.gnn.tv Traduzione dall'inglese di Roberto Toso

Il movimento per la verità sull'11/9.

Nel movimento vi sono molte personalità. Tra i parlamentari, Earl Hilliard e Cynthia McKinney (democratici) e Bob Barr (repubblicano), che la macchina elettorale dei rispettivi partiti ha poi boicottato per aver avanzato domande e fatto richieste importanti in relazione alla versione ufficiale dei fatti. Tra i giornalisti troviamo: Ian Woods, tra i maggiori animatori del movimento, nonché direttore della rivista e sito web Global Outlook, www.globaloutlook.ca); Michael C. Ruppert (ex-investigatore della polizia di Los Angeles e fondatore della pubblicazione web From the Wilderness, nonché autore di un fondamentale libro sul 9/11: «Crossing the Rubicon. The Decline of American Empire at the End of the Age of Oil», 2004); Webster Tarpley, autore di «9/11: Synthetic Terror. Made in Usa» (giunto alla terza edizione); Paul Thompson (Center for Cooperative Research), autore della più completa ricostruzione temporale (letteralmente minuto per minuto) degli eventi relativi all'11 settembre. Tra gli studiosi e scienziati: David Ray Griffin (autore di una critica serrata e documentatissima della verità ufficiale: «The 9/11 Commission Report. Omissions and Distorsions», 2004), il fisico Steven E. Jones (fondatore con il prof. James Fetzer del gruppo Scholars for 9/11 Truth (Accademici per la verità sull'11 Settembre), www.st911.org, che include una nutrita serie di ingegneri strutturali e aeronautici, nonché fisici, matematici e docenti di computer science. Tra i non pochi ex-militari troviamo in particolare Robert M. Bowman (tra i massimi esperti di sicurezza nazionale, ingegnere aeronautico e nucleare, tenente colonnello pilota della Us Air Force e, sotto le presidenze Ford e Carter, capo del progetto segreto che diverrà noto sotto Reagan come «Star Wars» o Strategic Defense Initiative), decorato dei più alti riconoscimenti militari e civili quali la Eisenhower Medal, la President's Medal of Veterans' for Peace, la Engineers Gold Medal e il George F. Kennan Peace Prize. Infine, e ancora esemplificativamente perché molti altri meriterebbero di essere citati, un tecnico, Kevin Ryan, che ha pagato un alto prezzo personale per la sua volontà di verità e la cui conferenza a Chicago sulle caratteristiche tecniche del crollo delle torri del Wtc è stata ripresa da Karen Harvey della snowshoefilms.com ed è disponibile su www.911blogger.com (si veda anche «9/11 & American Empire: Intellectuals Speak Out», 2006, di cui è co-autore con Peter Dale Scott). Sergio Finardi Fonte: www.ilmanifesto.it

09 settembre 2006

Speciale di "Report".

24 settembre, su Raitre alle 21: una puntata speciale di "Report" trasmetterà l'edizione italiana di "Confronting the evidence", filmato americano che mette in luce i punti oscuri della vicenda e tutte le omissioni prodotte dalla Commissione d'indagine. Anteprima: Fonte: www.sat-zone.it

Roma: Manifestazione Locale sull'11 settembre.

La Capitale comincia a degnarsi! 11/16 settembre 2006 Prima Manifestazione sul territorio del comune di Roma Casale Podere Rosa Casale Podere Rosa Martedì 12 e sabato 16 settembre, il Casale Podere Rosa e il Roma NORD-EST Social Forum in occasione della riapertura delle attività, organizzano due serate di informazione e spettacolo sugli avvenimenti dell'11 settembre di cinque anni fa, invitando a riflettere su come i media ufficiali omettono importanti documenti che mettono in evidenza incongruenze e mistificazioni. Via Diego Fabbri (angolo via A. De Stefani) V° Municipio, Talenti/San Basilio Martedì 12 settembre dalle ore 20,30 "the day after 11th september: the big lie" ore 21.00 proiezione di ***LOOSE CHANGE - 88' ore 22.30 proiezione di ***PAINFUL DECEPTIONS - DOLOROSE BUGIE (con sottotitoli in italiano) 118' Sabato 16 settembre dalle ore 20.30 ore 21.00: la compagnia "La podeRosa" (gruppo mediattivismo del RomaNORD-EST Social Forum) presenta " 11 SETTEMBRE o della MEMORIA" uno spettacolo a cura di M.A. D'Erme ...perché l'11 settembre 2001 non oscuri altri 11 settembre di cui vogliamo serbare memoria..." ore 22.30 - proiezione di ***11 settembre 2001: INGANNO GLOBALE - 92' Fonte: www.casalepodererosa.org

06 settembre 2006

Bologna: Manifestazione Internazionale sull'11 settembre.

Arena del Sole - Teatro Stabile di Bologna Via Indipendenza 44 - info: 051.2910.910 All'Arena del Sole "Menzogna globale. Natura e significato dell'11 settembre". Domenica 17 settembre 2006 L'associazione Scholè Futuro Emilia Romagna e il gruppo Faremondo organizzano per l’ 11 settembre “Menzogna globale. Natura e significato dell'11 settembre”, primo incontro nazionale del movimento di inchiesta sugli eventi dell'11 settembre 2001. L’evento si terrà a Bologna presso il Teatro Arena del Sole domenica 17 settembre 2006 dalle ore 14 alle 23. Il programma provvisorio dell'evento ore 14.00-14.15: introduzione di Emanuele Montagna (Scholè Futuro e Faremondo) ore 14.15-15.45: spettacolo teatrale con brani-video sull'11 settembre. Regia di Gabriele Ciampichetti (Scholè Futuro e Faremondo) ore 15.45-16.00: interventi d'apertura di Franco Soldani e di Roberto Di Marco (Scholè Futuro e Faremondo) ore 16.00-17.00: intervento di David Ray Griffin, autore dei fondamentali The New Pearl Harbor. Disturbing Questions about the Bush Administration and 9/11 e The 9/11 Commission Report. Omissions and Distortions ore 17.00-17.15: Giulietto Chiesa (europarlamentare e giornalista, presidente di Megachip) dialoga con David Ray Griffin ore 17.15-18.00: intervento di Giulietto Chiesa ore 18.15-18.30: Massimo Mazzucco (redattore di www.luogocomune.net, autore del film-inchiesta 11 settembre 2001. Inganno globale) e Maurizio Blondet (direttore di www.effedieffe.com, autore di 11 settembre: colpo di stato in Usa) presentano le video-conferenze ore 18.30-19.15: video-conferenza di Steven E. Jones, fisico presso la Brigham Young University di Provo (Utah), co-fondatore del movimento degli Scholars for 9/11 Truth ore 19.15-20.00: video-conferenza di Eric Hufschmid, primo acuto studioso dei fatti dell'11 settembre, autore di Painful Questions. An Analisys of the September 11th Attack e del video Painful Deceptions ore 21.00-23.00: tavola rotonda con interventi dal pubblico, repliche degli ospiti e dibattito D. R. Griffin, G. Chiesa, S. E. Jones, E. Hufschmid, M. Mazzucco, M. Blondet. Coordinano E. Montagna e Arena del Sole - Teatro Stabile di Bologna Via Indipendenza 44 - info: 051.2910.910. Per informazioni tel. 051/291.09.11 - fax. 051/648.6071 acquisto on line: www.arenadelsole.it (dalla home page cliccare su "biglietteria on line") Altre Manifestazioni sull'11 settembre in Italia (oltre a quelle già segnalate il 31 agosto e il 4 settembre) TERNI 11 settembre 2006 Meetup Amici di Beppe Grillo di Terni Festa de l'Unità, presso la Passeggiata di Terni, ore 20,30. TRENTO 14 settembre 2006 Aula Magna Scuole Elementari - via Raffaelli - Volano (TN) 11 settembre 2001 - cinque anni dopo. Tra verità politiche e storiche. proiezione del film "Inganno Globale" di Massimo Mazzucco proiezione della videointervista a Giulietto Chiesa, Giornalista Ed Europarlamentare per informazioni: associazione_torre@yahoo.it

05 settembre 2006

The Cutting Edge: The Truth about the "Terror Plot".... and the new "pseudo-terrorism"

La verità sul "piano terroristico" e il nuovo "pseudo-terrore". Nafeez Mosaddeq AhmedSono veramente dispiaciuto nel constatare l'assenza di qualsiasi seria discussione critica, basata su una rigorosa analisi dei fatti, sulla presunta cospirazione terroristica sventata la mattina di mercoledì 10 agosto 2006. Eccetto qualche notevole approfondimento, come le critiche speculazioni di Craig Murray pubblicate dal Guardian venerdì 18 agosto, i media principali hanno abbondantemente, e servilmente, ripetuto in maniera meccanica le asserzioni del governo inglese e di quello statunitense. Questo fatto è una vergogna, perché un'indagine sui fatti solleva numerosi problemi sulla versione ufficiale. Nessun piano a breve termine Sulla base del "piano terroristico", il primo ministro Tony Blair sta pianificando di "far passare i 90 giorni di detenzione senza capi d'accusa per i sospetti terroristi". Il ministro dell'interno, il dottor John Read, ha commissionato la bozza di una nuova legislazione anti-terrorismo che sospenderebbe i punti chiave dello "Human Rights Act 1998", per facilitare la detenzione a tempo indeterminato dei sospetti terroristi nel Regno Unito, senza capi d'accusa o prove. La legge è disegnata per essere applicata anche ai cittadini brittanici. Soltanto negli ultimi giorni è stata ritirata perché "dura". La triste verità è che la descrizione del "piano terroristico" è stata totalmente, irrimediabilmente, politicizzata. Non c'era nessuna prova di un piano imminente. Un funzionario britannico di alto grado, coinvolto nell'indagine, ha detto ad NBC News del 14 agosto: "In contrasto con i precedenti rapporti ... un attacco non era imminente, [e] i sospetti non avevano ancora comprato il biglietto aereo. Infatti, alcuni non avevano nemmeno i passaporti". Se i funzionari di sicurezza britannici sapevano che un attacco non era imminente, la decisione di alzare il livello d'allerta al livello critico, indicante una minaccia imminente, non era giustificata dalle informazioni dello spionaggio – questa è, in altre parole, un'iniziativa politica. Altri funzionari inglesi hanno detto alla NBC News che molti dei sospetti erano sotto sorveglianza da più di un anno, da prima degli attacchi terroristici del 7 luglio 2005. "La polizia britannica aveva stabilito di continuare la sorveglianza per almeno un'altra settimana al fine di provare ad ottenere un maggior quantitativo di prove" – come se queste fossero chiaramente assenti. Ma: "I funzionari statunitensi hanno fatto pressione affimché arrestassero i sospetti al più presto". Un funzionario Usa ha inoltre confermato il disaccordo sui tempi. Gli Inglese si opposero all'arresto e alla tortura di un informatore chiave Il resoconto della NBC News rivela anche, citando fonti dei servizi di sicurezza britannici, che la polizia inglese non voleva ancora arrestare Rashid Rauf, il supposto cervello, faccendiere di al-Qaeda e informatore chiave sui dettagli del piano: "I servizi di sicurezza britannici erano preoccupati che Rauf fosse stato preso in custodia nelle circostanze "in cui era in attesa di processo", secondo le parole del funzionario, così che potesse essere giudicato nelle corti britanniche". Alla fine, dice questo ufficiale, Rauf fu arrestato nonostante le obiezioni degli inglesi". Comunque, l'arresto di Rashid Rauf è il nodo della questione, in quanto si dice abbia scatenato l'ondata degli arresti, poiché i particolari dettagliati del piano sono stati ricavati dal suo interrogatorio in Pakistan. Tra i dettagli attribuiti a Rauf c'è l'idea che i cospiratori intendessero mescolare delle "bevande sportive" con gel composto da una pasta a base di perossido, per generare un esplosivo chimico che "avrebbe potuto essere innescato con un lettore Mp3 o un telefono cellulare". Il problema consiste nel fatto che molti quotidiani pakistani riportano il 13 agosto che «Rauf era "crollato" nel corso dell'interrogatorio». I resoconti sono stati interpretati da un gruppo pakistano difensore dei diritti umani "come la conferma che è stato torturato". Secondo il Guardian, Asma Jehangir, della commissione sui diritti umani del Pakistan, ha detto che è ovvio il modo in cui l'informazione è stata ottenuta. "Io non deduco, lo so – tortura" ha detto. "Semplicemente non ci sono dubbi a riguardo, dubbi di nessun genere". Che la maggior parte dei particolari sul piano provengano da Rauf, il quale è stato torturato ed è "crollato" durante un interrogatorio in Pakistan, solleva serie perplessità sulla credibilità della versione dal governo inglese e da quello statunitense. Torture precedenti: il "piano della ricina" La rivelazione ha le caratteristiche di uno schema ricorrente. È ormai abbastanza noto che da interrogatori di sospetti terroristi sotto tortura si sviluppò la falsa storia del "piano della ricina". In maniera molto simile a quelli pakistani di ora, nel gennaio 2003 i servizi segreti algerini allertarono quelli britannici riguardo un presunta piano dopo aver interrogato e torturato un ex cittadino inglese, Mohammed Meguerba. Ora sappiamo che la storia era falsa. Gli ufficiali della polizia hanno ripetutamente rivendicato di aver trovato quattro tubetti di plastica contenenti ricina – ma quelle affermazioni erano false. Quattro imputati sono stati prosciolti dall'accusa di terrorismo e di altri quattro si è interrotto il processo. Soltanto Kamal Bourgass è stato condannato, ma non in connessione con la "cospirazione della ricina", bensì per l'assassinio dello "Special Branch Detective Constable" Stephen Oake, durante un'incursione. Infatti, la "rendita" dei sospettati di terrorismo orchestrata dall'Inghilterra, dagli Stati Uniti, e da altri stati occidentali tenta di istituzionalizzare e di legittimare la tortura come strumento per la produzione di fondamentali informazioni compromettenti impiegate dagli stati occidentali per manipolare la propria opinione pubblica. Non è forse del tutto sorprendente sapere che, secondo il titolo del Daily Mail, i Pakistani non hanno trovato "nessuna prova contro il cervello del terrore", a dispetto delle due settimane di interrogatorio sotto tortura e dell'ispezione legale dell'abitazione e del computer di Rauf. Il piano "non poteva essere serio, o così avanzato, come le autorità avevano proclamato inizialmente" osserva il Mail, piuttosto imbarazzato, e con ritardo. «Gli analisti sospettano che le autorità pakistane abbiano esagerato il ruolo di Rauf per apparire "dure contro il terrorismo" e impressionare così l'Inghilterra e gli Stati Uniti». Mi chiedo se la scarsità di prove abbia qualcosa a che fare con ciò, perché, come riporta domenica l'Indipendent: «Tanto l'Inghilterra quanto il Pakistan affermano che la questione della possibile estradizione di Rauf [nel regno Unito] è fuori questione. Infatti, un portavoce del ministro dell'interno pakistano ha fornito un'informazione abbastanza utile, dicendo al Mail che l'estradizione "non è presa in considerazione"». L'estradizione in Inghilterra del presunto cervello di una cospirazione per uccidere migliaia di cittadini statunitensi e inglesi attraverso l'esplosione simultanea di molteplici aerei di linea è stata, in altre parole, scartata definitivamente. Ancora nessuna prova... Tutta la situazione ci suggerisce ora che gli Statunitensi volevano gli arresti immediatamente, senza solide prove. Così sembra: non c'era un'imminente necessità di un tale comportamento, non c'erano prove evidenti di un piano imminente, tranne le confessioni di un informatore sotto tortura. Ci sono solo altre due possibilità. O non c'era nessuna prova del piano, oppure quegli arresti prematuri potrebbero aver seriamente compromesso una lunga operazione di sorveglianza contro sospetti che potrebbero essere coinvolti in una rete più estesa, a sua volta implicata in attività terroristiche correlate; un'operazione auto-affondata – significa che potremmo non sapere mai con sicurezza che operazioni stessero effettivamente pianificando. Nel frattempo, nel Regno Unito, i rapporti sulle prove materiali sono stati in gran parte ridimensionati. Soltanto undici dei ventiquattro sospetti arrestati per il presunto complotto sulle bombe negli aerei sembra siano stati incriminati sulla base dell'"equipaggiamento per fabbricare bombe e video di martirio" rinvenuti dalla polizia. Degli altri tredici, due sono stati rilasciati senza capi d'imputazione. Ma "l'equipaggiamento per fabbricare bombe" scoperto, comprendente "elementi chimici ed elettrici", è nel migliore delle ipotesi una prova ambigua, specialmente per la descrizione dello schema di costruzione della presunta bomba fornita dalla polizia, consistente nel mescolare la bevanda sportiva con un gel da casa a base di perossido d'idrogeno (elemento chimico) e innescare la mistura con un lettore Mp3 o un telefono cellulare (componenti elettrici). Se il possesso di tali elementi vi trasforma in sospetti terroristi con la possibilità di preparare una bomba, allora siamo tutti sospetti terroristi. Come osserva Craig Murray: "Lasciatemi confessare. Ho appena controllato, e nel nostro appartamento ci sono un pulitore di smalto per unghie, delle bevande sportive, e una varietà di prodotti per la pulizia della casa. Anche lettori Mp3 e telefoni cellulari. Così le autorità hanno potuto annunciare – come hanno bisbigliato ai media in questo caso – che i potenziali ingredienti per una bomba liquida, e i potenziali dispositivi di innescamento, sono stati scoperti. È sufficiente per abbassare la sbarra, non è vero?". Si, certamente, si potrebbe potenzialmente abbassare la sbarra a milioni di onesti e normalissimi cittadini inglesi. La storia della polizia è pure semplicemente assurda dal punto di vista scientifico, come Murray nota più avanti: "L'idea che un esplosivo potente possa essere assemblato velocemente in una toilet d'aereo mescolando a temperatura ambiente un po' di smacchiatore per unghie, di candeggina e di Red Bull e dando al tutto una veloce rimescolata, è senza senso. Citando periti chimici statunitensi, il giornalista Thomas Greene analogamente conclude che: "... l'immaginario liquido esplosivo binario – che altro non è che l'improvvisa mistura di perossido d'idrogeno e di acetone con acido solforico per creare un'esplosione pianificata e assassina, è fuori questione... Ma il mito hollywoodiano del liquido binario esplosivo ora muove i governi e guida la politica pubblica. Stiamo reagendo alla trama di un film". CIA, MI6 e ISI Un resoconto del responsabile dell'ufficio pakistano di Asia Times, Syed Shahzad, citando fonti dello spionaggio pakistano, conferma che i Pakistani nati in Inghilterra arrestati a Lahore e a Karachi, erano membri attivi di Al-Muhajiroun, un gruppo estremista islamico interdetto dal Regno Unito attualmente diretto da Omar Bakri Mohammed dal Libano. Inoltre, il gruppo è stato penetrato dai servizi segreti pakistani. "Non posso affermare con certezza" ha detto una fonte pakistana "che i ragazzi arrestati [recentemente] in Pakistan erano stati identificati da lungo tempo dai vertici pakistani". Vennero in Pakistan e "interagirono con qualche ufficiale dell'esercito pakistano" con l'obiettivo di organizzare un colpo di stato contro il regime di Musharraf. Infatti: "L'intelligence pakistana – provenendo da un solido retroterra militare – è penetrata profondamente dentro loro ... La vicinanza dell'intelligence pakistana con alcuni ragazzi con un passato in Muhajiroun era un fatto conosciuto, ma a che livello ciò li coinvolgesse nel "piano terroristico di Londra", ne siamo completamente all'oscuro. Tuttavia, alcuni ragazzi fortemente motivati sono stati sfruttati da agenti provocatori. Un ragazzo Musulmano sui vent'anni è indubbiamente pieno di odio contro gli Stati Uniti, e se qualcuno lo volesse guidare per effettuare un qualsiasi attacco contro gli interessi statunitense, con ogni probabilità accetterebbe. E penso che questo sia esattamente avvenuto ... sono stati incastrati". Non ho dubbi che questi individui potrebbero essere associati con gruppi estremisti. Ma mentre potrebbero essere stati coinvolti in attività terroristiche correlate, è ora sicuro che non c'era nessuna prova di un piano terroristico imminente, e le affermazioni in merito sono state ottenute da un informatore sotto tortura. Dovremmo dunque essere prudenti nell'accettare la versione del "piano terroristico", constatando che allo stesso tempo c'è l'evidente pericolo che l'interferenza politica continui a manipolare le indagini in corso dell'intelligence per convenienza politica. Ma il profondo coinvolgimento dell'ISI pakistano nella penetrazione del gruppo reale, alcuni componenti del quale sono stati successivamente arrestati e torturati, solleva serie domande su quello che stava accadendo. Inoltre, l'Asia Times nota anche che l'operazione dell'intelligence pakistana contro questi gruppi era coordinata su iniziativa della CIA e del MI6. Effettivamente, il MI6 aveva pure garantito che un agente dell'intelligence inglese sotto copertura "s'infiltrasse nel gruppo, rivelando ai vertici dell'intelligence il presunto piano" secondo numerose fonti del governo Usa. La rivelazione che gli arrestati sono stati associati ad Al-Muhajiroun solleva pure alcuni seri problemi riguardo lo spionaggio. Omar Bakri Mohammed, il leader del gruppo, che recentemente ha operato sotto i nomi di Saved Sect e al-Ghuraaba, fu ingaggiato dal MI6 a metà degli anni Novanta per reclutare musulmani inglesi che combattessero in Kosovo. Malgrado fosse implicato negli attentati del 7 luglio 2005 a Londra, il governo inglese lo esiliò in Libano dove vive sicuro fuori dalla giurisdizione inglese, e così è immune all'indagine e al processo. Inevitabilmente ci si pone delle domande riguardo la natura della corrotta relazione di Bakri con i servizi segreti britannici oggi. P2OG: Stimolare reazioni Cosa stavano facendo quindi la CIA, il MI6 e l'ISI? Dato il contesto confuso, nel quale l'intera storia del "piano terroristico" del Terrore" è stata ovviamente politicizzata e in parte addirittura inventata, un'analisi equilibrata necessita di dare una spiegazione precisa delle nuove dichiarate strategie del "contro-terrorismo" dei servizi d'intelligence occidentali. Nell'agosto del 2002, un rapporto del comitato scientifico di difesa ("Defence Science Board") del Pentagono rivelò l'ultimo linea strategica riguardo la creazione di una nuova organizzazione di "contro-intelligence", il Proactive Preemptive Operations Group (P2OG), che avrebbe condotto, tra le altre cose, operazioni clandestine per "stimolare reazioni" presso gruppi terroristi, grazie a infiltrati, o di implicarli in azioni allo scopo di favorire la loro cattura. Nel gennaio del 2005, Seymour Hersh rivelò al New Yorker che la strategia del P2OG era stata attivata: "Nell'ambito del nuovo approccio di Rumsfeld, mi è stato detto, ad agenti militari statunitensi sarebbe permesso di proporsi all'estero come corrotti uomini d'affari stranieri in cerca di elementi di contrabbando da poter usare nella preparazione di armi nucleari. In qualche caso, secondo i consiglieri del Pentagono, potrebbero essere reclutati cittadini locali a cui chiedere di unirsi ai guerriglieri o ai terroristi. Questo potrebbe portare all'organizzazione e all'effettuazione di operazioni di combattimento, o addirittura di attività terroristiche". Hersh si riferisce a una serie di articoli di John Arquilla, un professore di analisi della difesa alla "Naval Postgraduate School", a Monterey in California, e consulente sul terrorismo per la Rand Corporation, dove elabora la sua strategia di "controbattere il terrorismo" con dello pseudo-terrorismo. Quando le convenzionali operazioni militari e i bombardamenti non riuscirono a sconfiggere l'insurrezione dei Mau-Mau in Kenia negli anni Cinquanta" riflette il professor Arquilla, "gli inglesi formarono squadre di membri della tribù amica, i Kikuyu, che circolavano fingendo di essere dei terroristi. Queste "pseudo-gang", come vengono chiamate, gettarono rapidamente i Mau Mau sulla difensiva, attraverso l'amicizia e tendendo agguati alle bande armate oppure guidando i bombardieri nelle basi dei terroristi". Arquilla prosegue suggerendo che i "servizi d'intelligence occidentali potrebbero utilizzare il caso inglese come modello per creare nuove "pseudo-gang" di gruppi terroristici, allo scopo di insidiare vere reti terroristiche. "Il modo in cui operarono mezzo secolo fa rappresenta una meravigliosa opportunità per scoprire la verità sul reclutamento delle reti terroristiche dei giorni nostri. Creare nuove "pseudo-gang" non dovrebbe essere difficile". Poi osserva fiducioso sul caso di John Walker Lindh, il giovane scapestrato statunitense che si unì ai Talebani prima del 11 settembre: "Se un giovane confuso della contea di Marin può arruolarsi in al-Qaeda, pensiamo cosa potrebbero fare agenti professionisti". Hmmm.... Pensando a questo, ed esaminando la profonda penetrazione di rete affiliate ad alQaeda come al-Muhajiron da parte della CIA, del MI6 e dell'ISI, sfortunatamente non provo lo stesso senso di esaltazione di Arquilla. Il "piano terroristico" del 10 agosto è forse connesso alla strategia del P2OG seguita all'undici settembre? Qualsiasi cosa sia avvenuta il 10 agosto, non si tratta della fantastica "storia a lieto fine" presentata dal governo inglese e da quello statunitense, Anzi, è sintomatica di qualcosa di abbastanza peggiore, le cui dinamiche non saranno comprese realmente in assenza di un'inchiesta indipendente e pubblica su larga scala che si concentri sugli attentati del 7 luglio, ma che includa le associate polizie inglesi e occidentali che pensano allo pseudo-terrorismo come ad un legittimo strumento di governo. Nafeez Mosaddeq Ahmed Fonte: www.nafeez.blogspot.com Traduzione di ALESSANDRO LUCCHI

04 settembre 2006

Altre Manifestazioni sull'11 settembre in Italia.

Piombino - 11/12 Settembre 2006 «INGANNO GLOBALE» e «LOOSE CHANGE» a Piombino Il prossimo 11 settembre si celebrano cinque anni dall’evento che dal 2001 ha cambiato le sorti del mondo: L’attacco alle Torri gemelle e al Pentagono. Questo avvenimento è stato successivamente la causa delle azioni statunitensi in Afghanistan ed Iraq, e della serie di azioni che abbiamo pagato e che paghiamo tutt’oggi, a livello di vite umane, anche noi italiani. Per ricordare questi tragici eventi la Proloco di Piombino, in collaborazione con il Portale della Costa degli Etruschi BazarEtrusco.it, ha organizzato una due giorni, l’11 e 12 settembre 2006: Questi due appuntamenti si terranno presso i giardini Pro Patria a Piombino a partire dalle ore 21.15, dove saranno trasmessi documenti che mostrano in dettaglio le immagini riguardanti quel tragico giorno, e tutti i dubbi che ancora oggi, a distanza di cinque anni sussistono sul vero svolgimento della vicenda. Sono ancora molti infatti i punti, che le indagini eseguite fino ad oggi, hanno lasciato oscuri, e da più parti c’è la richiesta di approfondire le ricerche su un avvenimento che, oltre alle quasi 3000 vittime morte l’11 settembre nei due palazzi e sugli aerei, conta ad oggi, nel solo Iraq già circa 45.000 morti civili. Per portare alla luce tutti i particolari dubbi che vengono ad oggi contestati, gli organizzatori proietteranno due dei più importanti documentari realizzati nel 2006 sull’argomento, che saranno poi commentati da Massimo Mazzucco e Giulietto Chiesa. Il programma: 11 settembre 2006 Ore 21.15 Proiezione del Film – Documentario «Inganno Globale» di Massimo Mazzucco (Italia, 2006). A seguire collegamento in diretta da Los Angeles con il regista che illustrerà il film e i temi contenuti nel documentario. 12 settembre 2006 Ore 21.15 Proiezione del Film – Documentario «Loose Change 2» di Dylan Avery e Korey Rowe (USA, 2006). A seguire intervista registrata con Giulietto Chiesa (Timeline n°3 – Taxi Channel). Inoltre a Milano: 11 settembre 2006 Teatro Edi-Barrio's - via Barona (ang. via Boffalora) ore 21 14 settembre 2006 Palazzo Granaio - largo Papa Giovanni XXIII (Settimo Milanese) ore 21:30 20 settembre 2006 Circolo Lato B - piazza XXIV Maggio, 2 ore 21 20 ottobre 2006 Auditorium La Cordata - via Zumbini, 24 ore 21

31 agosto 2006

Giulietto Chiesa sull' 11 settembre.

Paolo Mondani, reporter e autore di Report con Milena Gabanelli, intervista, per Timeline, Giulietto Chiesa in una riflessione sulla versione ufficiale dei fatti del 11 Settembre 2001 e sulla versione complottista.

Manifestazioni sull'11 settembre in Italia.

7 settembre 2006 Genova Giulietto Chiesa, Marina Montesano, Franco Fracassi e Paolo Jormi Bianchi sono alla Festa dell'Unità di Genova per un incontro dibattito sugli attentati dell'11 settembre del 2001, a 5 anni dalla tragedia. Proiezione del video "Sette Domande sull'11 Settembre" a cura di Megachip. Festa dell'Unità di Genova, ore 21.00 9 Settembre 2006 Milano Presso l’aula magna del Liceo Scientifico "Severi" ore 17,30 Bastioni di Porta Volta, n 16 Proiezione in anteprima pubblica e gratuita di 11 Settembre 2001 - Inganno Globale Un film-inchiesta di Massimo Mazzucco. Dopo la proiezione del film seguire un buffet e poi dibattito con il regista e altri ricercatori indipendenti che hanno approfondito gli scabrosi retroscena di questo evento i cui contorni, a cinque anni dal crollo delle Torri Gemelle di New York, rimangono ancora avvolti in un alone di "mistero". Un evento che, anche alla luce di quanto sta accadendo oggi in Italia e in numerosi altri luoghi del pianeta, possiamo ben dire che ha "cambiato i destini del mondo". Informazioni: antepaglia@tiscali.it 10 settembre 2006 Napoli Tam Tam DigiFest – Il Cinema Fuori dal Cinema - Sezione Scenario Fahrenheit – La battaglia dell'Informazione – Organizzata da Megachip - Coop. TamTam in collaborazione con Movies Event, ore 21:00. Incontro con Giulietto Chiesa: Sette domande sull'11 settembre a cura di Giulietto Chiesa, Paolo Jormi Bianchi, Roberto Vignoli (Italia - 2006 – 59 min.) Un film documentario prodotto in Italia, da Megachip, sui misteri irrisolti dell'attentato che ha cambiato la storia del mondo. Testimonianze inedite e immagini particolari che riassumono la più grande controinchiesta di massa mai avvenuta grazie a Internet. Alla ricerca di una verità negata.

04 agosto 2006

Ferite inspiegabili

“Ferite inspiegabili trovate sui corpi di combattenti palestinesi” denuncia Rainews24 il direttore delle pubbliche relazioni dell’ospedale di Alshefa a Gaza Il Dr. Joma Alsaka Direttore delle pubbliche relazioni dell’Ospedale di Alshefa a Gaza denuncia effetti specifici ed inspiegabili trovati sui corpi dei palestinesi ricoverati nel principale ospedale di Gaza “. Si trattava di lacerazioni gravi dei tessuti e i tratti facciali completamente distrutti tanto che nessuno riusciva a riconoscere la vittima, nemmeno le persone più vicine e gli amici più stretti. Dopo le operazioni chirurgiche a volte a volte abbiamo notato che esternamente non si trovavano i frammenti dei proiettili, ma solo dei segni , quindi abbiamo eseguito una radiografia, ma non siamo riusciti a trovare questi frammenti dei proiettili nemmeno con la radiografia-“ Secondo il dott . Joma Alsaka i corpi presentavano ustionasi 4 grado fino alle ossa “. Inoltre”continua il Dottore “ abbiamo riscontrato che il fegato è completamente distrutto e l’intestino è totalmente lacerato e ustionato, i polmoni sono ustionati e così via. Non ci sono frammenti dei proiettili, abbiamo trovato anche che il fegato è ridotto a pezzi e il pezzo più grande è di circa 2 o 3 millimetri. Inoltre l’intestino è completamente distrutto e i polmoni sono distrutti e così via. A questo possiamo aggiungere che le ossa stesse erano completamente ustionate e non c’è alcuna possibilità di rinnovare i tessuti e ricostruire questi arti. Finora abbiamo avuto circa 40 pazienti feriti che hanno subito delle amputazioni di uno o più arti. Il dott. Joma chiede che sia creata una commissione internazionale sopra le parti che indaghi su questi misteri”. Credo che siano siano state usate delle sostanze come il fosforo o armi come quelle ad energia o al laser o simili. Occorre una commissione internazionale al disopra delle parti che studi questo fenomeno per arrivare a una relazione conclusiva, sono sicuro che queste armi siano proibite a livello internazionale ma si continua a usarle e si compiono ancora esperimenti sul popolo palestinese, e questo è proibito a livello internazionale. Contattata da Rainews24 per commentare questa intervista , l’Ambasciata Israeliana ha dichiarato:“ Israele respinge categoricamente ogni accusa poiché non fa in alcun modo uso di armi proibite dalle leggi e dai trattati internazionali”. Fonte: www.rainews24.rai.it video.google.com

03 agosto 2006

Guerre stellari in Iraq.

Guerre stellari in Iraq è una nuova inchiesta di Maurizio Torrealta e Sigfrido Ranucci. Il lavoro parte dall’ inquietante testimonianza di Majid Al Ghezali, primo violinista dell’ orchestra di Baghdad, che ha assistito ai duri combattimenti per la conquista dell’aeroporto da parte dell’esercito Usa. Al Ghezali racconta di aver visto i corpi delle vittime della battaglia ridotti nelle loro dimensioni e di aver sentito parlare dell’utilizzo di armi al laser. Anche il primario del General Hospital di Hilla, Saad al Falluji , racconta un episodio riguardante le orribili mutilazioni dei passeggeri di un autobus colpito a un posto di blocco americano da un’arma misteriosa e silenziosa. Il medico iracheno si stupisce di non aver riscontrato sui morti e feriti la presenza dei proiettili. I giornalisti di Rai News 24 hanno chiesto informazioni al Pentagono sull’ eventuale utilizzo letale di armi al laser , sui loro effetti e sul loro impiego nelle zone di guerra, ma fino a oggi non hanno ottenuto risposte. Partendo proprio da queste testimonianze, l’inchiesta di Rai news 24, analizza l’attuale impiego di una nuova tipologia di armamenti, destinata a segnare il passaggio epocale dalle armi "cinetiche" a quelle a energia. Dispositivi laser montati su Humvee sono già stati sperimentati in Afghanistan ed Iraq, ufficialmente per fare brillare mine ed ordigni occultati Nell' inchiesta si descrive, in particolare, anche un'arma considerata "non letale": il raggio del dolore. Le caratteristiche di questo strumento, che utilizza un raggio invisibile e provoca un intensissimo dolore ma non la morte, suscitano la preoccupazione delle organizzazioni che agiscono in difesa dei diritti umani che vedono in questa nuova arma il rischio di uno strumento di tortura graduale e legalizzata. Un allarme motivato anche dal fatto che gli studi degli effetti di queste armi sull'organismo umano, sono ancora coperti da segreto militare. Scheda in PDF: Le armi a energia diretta Fonte: www.rainews24.it

25 luglio 2006

Lettera di Giulietto Chiesa ai firmatari del manifesto sull'11 settembre.

Care amiche e amici,

il 30 giugno scorso le perdite militari Usa in Iraq e in Afghanistan hanno superato le 2.833, cioè il numero delle vittime degli attacchi terroristici dell'11 Settembre 2001 contro New York e Washington. Lo indicano i dati del ufficiali Pentagono, secondo cui le perdite militari americane in Iraq sono state almeno 2527 e quelle in Afghanistan e sugli altri fronti della guerra al terrorismo almeno 308.
Questa lettera è rivolta a tutti voi che avete sottoscritto il nostro manifesto "11 Settembre: rompere il muro del silenzio". Se lo avete fatto probabilmente è perché condividete il nostro spirito e il nostro approccio alla materia, fondato su un'analisi rigorosa dei fatti e sulla serietà nella valutazione delle fonti. Avete compreso quanto il tema sia dirompente, come sia essenziale studiarlo per capire il nostro presente e avere qualche chance di influire sul futuro. Si, perché il futuro appare minaccioso, è un futuro di guerra, di Guerra Infinita.
Gli scontri in Palestina e l'aggressione di Israele al Libano sono sviluppi della stessa trama.
Chi ha interesse a mantenere il pianeta in un perenne stato di mobilitazione fonda tutta la sua strategia propagandistica sui fatti dell'11 settembre 2001, con l'aiuto di una potente macchina della menzogna e della manipolazione fondata sull'opera instancabile dei grandi network dell'informazione globale.
Noi crediamo che impegnarsi a far luce sull'11 settembre significhi portare avanti un'importantissima operazione politica al servizio della Pace. Mettere chi di dovere in serio imbarazzo e costringerlo a dare spiegazioni esaurienti su tutti i punti controversi della versione ufficiale, può ostacolare ulteriori iniziative belliche. Se si pone in discussione il Grande Pretesto per tutte le "guerre preventive" dell'amministrazione americana, possono essere salvate molte vite, possono essere risparmiate le vittime dei prossimi conflitti basati sulla medesima menzogna.
Come agire? Noi abbiamo un'idea: andare lì dove si manipolano le menti e i cuori dei cittadini del mondo, ovvero nei mass media, e lanciare un bastone in mezzo agli ingranaggi. La versione ufficiale, con tutte le sue sbalorditive contraddizioni e assurdità, viene diffusa, alimentata e rafforzata dall'opera dei media: attacchiamola lì dove si alimenta la sua credibilità.
Da tempo Megachip lavora alla produzione di un film-documentario. Ve ne sono già altri in circolazione, ma solo su Internet. Noi non stiamo parlando della Rete. Stiamo parlando del Cinema e della Televisione. È lì che vogliamo arrivare, uscendo dal Web. E' nella vita reale che si decide cosa è vero e cosa è falso. È lì che vogliamo irrompere con le nostre scomode domande su cosa è accaduto l'11-9-2001.
Arrivare a proiettare il nostro documentario al cinema e poi in televisione è un'impresa difficile, ma non impossibile. Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Non possiamo promettere di riuscire nell'impresa, ma possiamo garantire che verranno messe in campo la massima serietà, professionalità e impegno civile.
Siete quasi 3500 persone, un numero che continua a crescere. Se ognuno di voi dà un piccolo contributo economico, possiamo raggiungere un budget sufficiente a portare a termine la lavorazione del documentario. Accanto a questa lettera troverete tutti i dettagli dell'operazione e più sotto il link per effettuare una sottoscrizione.
Voglio precisare che questa iniziativa non coinvolge l'Associazione Megachip, da me presieduta, in quanto tale. Megachip ha ospitato il Dossier sull'11 settembre; dalle fila di Megachip è emerso il gruppo di lavoro che sta costruendo il film; non fosse esistita Megachip, associazione per la democrazia nella comunicazione, nemmeno questo discorso sarebbe stato possibile. Megachip inoltre si occuperà della raccolta dei vostri contributi. Tuttavia è possibile che non tutti i membri e simpatizzanti dell'Associazione siano del tutto d'accordo sugli obiettivi che ci siamo proposti. E non vogliamo forzarli a condividerli.
Per queste ragioni la presente lettera viene inviata ai firmatari del manifesto, ed esclusivamente a loro.
Saluti di Pace,
Giulietto Chiesa
www.megachip.info/sostieni911.htm

16 luglio 2006

Gruppo di lavoro sull'11 settembre 2001 dell'associazione Megachip

Megachip - Democrazia nella comunicazione Dossier 9-11 11 settembre 2001: rompere il muro del silenzio di Giulietto Chiesa e il Gruppo di lavoro sull'11 settembre 2001 dell'associazione MegachipL'esplosione c'è stata; enorme, spaventosa. Il botto ci raggiungerà, ci assordirà. Potrebbe spazzarci via”. Tiziano Terzani E' difficile “creare il consenso su questioni di politica estera, tranne che in presenza di una minaccia nemica, enorme, direttamente percepita a livello di massa”. Zbignev Brzezinski L'11 settembre del 2001 ha cambiato il corso della storia e ha modificato l'intero quadro mondiale. A seguito del tragico e spettacolare attentato, in cui hanno perso la vita circa tremila persone innocenti, gran parte delle certezze occidentali sono andate in frantumi. Ne è seguita un'offensiva statunitense che ha già prodotto due guerre e ha modificato non solo la geopolitica di intere aree del pianeta, ma tutti i rapporti di forza consolidati nei decenni precedenti. Sebbene i responsabili dell'attacco siano stati additati al mondo con singolare rapidità, una spiegazione complessiva degli avvenimenti dell'11 settembre, e della loro preparazione, ha impiegato oltre tre anni per venire formulata da una commissione d'inchiesta del Congresso degli Stati Uniti. Un solo, presunto responsabile, è stato giudicato da un regolare tribunale e condannato all'ergastolo. Tuttavia dopo un'analisi attenta si evince che la versione ufficiale è non solo lacunosa in decine di punti essenziali, ma in altre decine di punti essa è dimostrabilmente falsa. La falsità, le reticenze e le palesi incongruenze della ricostruzione ufficiale, sollevano altri, pesantissimi interrogativi. Non vi è bisogno di mentire quando la verità è chiara. Dunque, se i poteri mentono, ciò significa che vogliono impedire l'emergere della verità. E la menzogna indica che i presunti kamikaze non hanno agito da soli e che essi hanno avuto potenti alleati a diversi livelli dell'establishment statunitense, nelle stesse strutture difensive, nelle istituzioni preposte alla difesa della sicurezza del paese. I media – a cominciare da quelli statunitensi – hanno, salvo rarissime eccezioni, seguito l'interpretazione ufficiale, e negli anni successivi hanno lasciato cadere la cortina del silenzio assoluto. Essi hanno applicato la legge del giornalismo contemporaneo, secondo cui “ciò che non dovrebbe essere vero, non lo è” (Gore Vidal). Noi non accettiamo questo criterio. L'eccezionale rilevanza dell'evento 11 di settembre, e delle sue ripercussioni planetarie , appare del tutto incompatibile con tali e tante omissioni, distrazioni, dimenticanze, silenzi. La tesi dell'inefficienza, delle incompetenze, non regge alla più elementare delle verifiche. Tanto da indurre il sospetto che vi sia stata e vi sia tuttora una deliberata intenzione di impedire l'accertamento della verità. Di fronte a tante inspiegabili stranezze che circondano un evento cruciale per la nostra storia comune, è doveroso porre domande e cercare risposte. Molti hanno già cercato di farlo in questi anni e una enorme mole di fatti, di dati, di analisi, di immagini è già stata raccolta e posta sotto il vaglio rigoroso delle verifiche. Esse confermano tutti i sospetti. Noi intendiamo portare il nostro contributo a questo lavoro, consapevoli che la pace e la democrazia corrano gravi pericoli fino a che non si riuscirà a fare luce sulle responsabilità e sulle stesse modalità con cui gli attentati terroristici del 11 settembre furono compiuti. E' stato scritto autorevolmente che la verità sull'11 settembre non la saprà questa generazione. Noi non possiamo pretendere di sostituirci agl'investigatori che hanno svolto la loro opera a partire dai dati primari raccolti sui luoghi e ascoltati dai testimoni diretti. Ma i materiali che essi stessi hanno prodotto rivelano falsità ed errori che possono essere dimostrati. Nostro compito non potrà dunque essere quello di ricostruire integralmente la verità dei fatti, ma quello di verificare se, dove, come le ricostruzioni fin qui tentate (quelle ufficiali e quelle di studiosi, giornalisti, ricercatori, esperti, esponenti dei servizi segreti) siano coerenti con i fatti accertati e con le deduzioni praticabili in termini scientificamente e logicamente corretti. Solo dopo avere evidenziato l'errore si cercherà di procedere oltre nella ricerca delle possibili spiegazioni. La gigantesca opera di raccolta dati e di analisi impone un lavoro di gruppo. Noi intendiamo portare avanti una ricerca collettiva, il cui obiettivo sarà di produrre una serie di iniziative informative multimediali, capaci di raggiungere in primo luogo il pubblico specialistico e i giornalisti. Una serie di verifiche preliminari ci consente di affermare che il livello d'informazione attorno a questo evento e alle sue implicazioni è estremamente basso perfino ai livelli delle decisioni politiche e dei luoghi dove l'informazione viene elaborata. Siamo consapevoli che toccare questo argomento significa esporsi al rischio (minore) di vedersi inclusi nella categoria dei visionari, dei complottisti, dei dietrologi. E al rischio (maggiore) di essere sottoposti all'attacco (prevedibile) del mainstream informativo, cioè di coloro che hanno finora taciuto. Per questa ragione abbiamo coinvolto e coinvolgeremo un gran numero di specialisti di provata competenza nei diversi campi dell'indagine. Essi daranno le garanzie sufficienti per evitare rischi di manipolazione e di interpretazione malevola e partigiana del lavoro che stiamo compiendo. Noi siamo consapevoli del fatto che le valutazioni sulla ampiezza delle complicità più o meno ufficiali possono essere assai diverse, ma siamo accumunati dalla convinzione della necessità di una investigazione indipendente, resa indispensabile dall'enorme vastità delle implicazioni. In nome delle vittime prima di tutto, ma anche per difendere la pace mondiale e la nostra stessa vita di cittadini, i cui diritti civili e umani sono stati, a partire dall'11 settembre, già seriamente minati, così come sono state lesionate le fondamentali regole della convivenza internazionale. Chiunque condivida queste preoccupazioni sottoscriva questo manifesto, “per rompere il muro del silenzio”. Clicca qui per dare la tua adesione a questo manifesto: riceverai aggiornamenti sulle nostre iniziative Giulietto Chiesa Gruppo di lavoro sull'11 settembre 2001 dell'associazione Megachip