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18 giugno 2018

I CASI DI ILARIA ALPI E PAOLO BORSELLINO / DEPISTAGGI DI STATO & MURI DI GOMMA


Quando è lo Stato a depistare. Quando sono alte istituzioni a calpestare la verità. Quando alcuni magistrati fanno a pezzi quel poco che ormai resta della giustizia.
Succede in modo sempre più clamoroso in due vicende che hanno segnato il tragico destino del nostro Paese: la strage di via D'Amelio in cui sono stati trucidati Paolo Borsellino e la sua scorta; e l'assassinio dei giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Tutto succede nel più totale silenzio da parte delle massime autorità, con il Capo dello Stato Sergio Mattarella fino ad oggi muto, spettatore assente. Nel tombale silenzio di tutte le forze politiche impegnate a spartirsi le poltrone di sottogoverno, mentre le opposizioni sono ormai in via di liquefazione. E nel più assordante silenzio mediatico.
Autentici muri di gomma.
A levarsi, solitarie, le voci di Luciana Riccardi, madre di Ilaria, e di Fiammetta Borsellino, la figlia di Paolo. Due donne coraggio nel deserto.

ROMA E PERUGIA, PROCURE CONTRO 
Partiamo dalla freschissima, ennesima richiesta di archiviazione tombale ribadita l'8 giugno al tribunale di Roma dal pm Elisabetta Ceniccola e super avallata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone.
Il caso Alpi-Hrovatin, secondo loro, deve sparire per sempre nel dimenticatoio. Assassini e mandanti non esistono: di certo si è trattato di un suicidio provocato dalla calura somala.



Giuseppe Pignatone. Nel montaggio in alto, Ilaria Alpi e Paolo Borsellino
Uscendo dai paradossi ed entrando nelle spirali della giustizia di casa nostra, la imperturbabile pm Ceniccola se ne frega delle ultime acquisizioni arrivate dalla procura di Firenze e relative alle intercettazioni di alcuni somali che nel 2012 parlavano di "quei due italiani ammazzati a Mogadiscio". Inutili.
Se ne sbatte della montagna di documenti portata in giudizio dai legali di Luciana Riccardi, ossia Giovanni D'Amati, Giuseppe D'Amati e Carlo Palermo.
E soprattutto se ne fotte della sentenza cardine pronunciata dal tribunale di Perugia poco più di un anno fa, con la quale è stato scagionato il povero Hashi Omar Hassan (16 anni di galera da innocente) e soprattutto in cui è stato messo nero su bianco che la costruzione del teste taroccato a tavolino, Ahmed Ali Rage, al secolo Gelle, ha rappresentato un vero e proprio "Depistaggio di Stato".
Raramente capita di leggere una sentenza tanto chiara, inequivocabile e densa di contenuti come quella scritta a Perugia. In cui viene ricostruito per filo e per segno il Grande Depistaggio, minuto per minuto, settimana per settimana, mese per mese. Con un Gelle nel motore, addestrato a puntino per mentire davanti ad un pm; per fuggire con l'aiuto della polizia di stato, per trovare un lavoro grazie alla stessa polizia che addirittura lo ha accompagnato in una officina meccanica romana per due mesi andandolo pure a prendere con l'auto di servizio; e infine agevolandone la fuga in Germania prima e in Inghilterra poi.
Ai confini della realtà.
Gelle non ha mai testimoniato in dibattimento, eppure – caso più unico che raro, il teste chiave che non ribadisce in aula le sue accuse – la vittima predestinata è stata condannata a 26 anni, di cui 16 scontati. Perchè un mostro andava comunque sbattuto in prima pagina e un colpevole a tutti i costi trovato.
Se ne sono altamente fregate, le autorità tutte, di andare a cercare Gelle. Che se la spassava libero come un fringuello a Londra. Dove non lo hanno trovato gli 007 di casa nostra né l'Fbi, ma l'inviata di "Chi l'ha visto" Chiara Cazzaniga, con i non eccelsi mezzi di cui può disporre un normale giornalista.


Chiara Cazzaniga

Le parole di Gelle sono state la chiave del processo di Perugia, dove le toghe non hanno avuto difficoltà a capire la trama, svelare le alte connection, comprendere fino in fondo il meccanismo del clamoroso "Depistaggio di Stato".
Un perfetto assist per la procura di Roma. La quale non doveva fare altro che leggere e capire la sentenza, riaprire il caso, fare un po' di indagini e scovare killer e mandanti. Impresa non titanica, visto che moltissimi elementi probatori erano contenuti proprio nella sentenza perugina.
Come mai Ceniccola e Pignatone non hanno pensato di interrogare quei poliziotti depistatori, di cui nella sentenza di Perugia vengono fatti nomi e cognomi? Perchè non hanno richiamato a verbalizzare l'allora ambasciatore italiano a Mogadiscio? Perchè non hanno 'invitato' a deporre i tanti che hanno chiuso gli occhi e voltato la sguardo dall'altra parte?
Niente, alla procura di Roma hanno pensato bene di incrociare le braccia. E ora mettono insieme quattro frasi: "Non c'è alcuna prova di presunti depistaggi legati alla gestione in Italia del teste Ali Rage". Alcuna prova? Prove colossali che solo chi non vuol vedere non vede.  
E aggiungono: "C'è improbabilità di raggiungere dei risultati, anche alla luce della complessa situazione politica dello Stato africano, della divisione in clan ostili tra loro, dell'inesistenza di forze di polizia che potessero dare affidamento e dell'assenza, ancor oggi, di relazioni diplomatiche".
Capito? Tutta colpa dei somali!


Hashi Omar Hassan

E sulle ultime indagini fiorentine: "le nuove intercettazioni – viene sostenuto – sono sostanzialmente irrilevanti e non rappresentano uno spunto solido per avviare nuovi accertamenti. Non modificano di una virgola il quadro probatorio".
E chissenefrega della sentenza di Perugia! Ai confini della realtà.
Oserà dire una qualcosa, adesso, il Csm? O come al solito resterà muto, sordo e cieco?
L'ultima parola, comunque, spetta al giudice Andrea Fanelli, che dovrà pronunciarsi in modo definitivo sulla richiesta di archiviazione firmata dal suo capo, Pignatone, e dalla pm Ceniccola. Staremo a vedere.

UN ALTRO PENTITO TAROCCATO E L'AGENDA DEI MISTERI
Da un depistaggio all'altro eccoci alla strage di via D'Amelio. Siamo arrivati al Borsellino quater,  con un percorso processuale caratterizzato dal taroccamento del pentito di turno, Vincenzo Scarantino, che esattamente nello stesso modo di Gelle è stato addestrato di tutto punto dagli inquirenti.
Sandro Provvisionato, sulle colonne della Voce, negli scorsi anni ha ricostruito in modo perfetto quel depistaggio, con una serie di inchieste da far tremare le vene e i polsi. Facendo nomi e cognomi, anche stavolta, degli artefici della connection.


Fiammetta Borsellino

Contro i quali si è più volte scagliata Fiammetta Borsellino, la coraggiosa figlia del grande magistrato che alcune settimane fa ha incontrato in carcere i fratelli Graviano, e con i quali avrebbe voluto un secondo incontro, invece negato dai vertici della magistratura, sia locale che nazionale.
Ha appena ribadito le accuse in occasione del festival "Una marina di libri". Ecco le sue accorate parole: "Oggi la ricerca della verità è ancora più difficile perchè è connessa alla ricerca delle ragioni della disonestà di chi questa verità doveva scoprirla. Io non smetto di chiederla. Il contributo di onestà non devono darlo solo i mafiosi, ma anche le persone delle istituzioni che sanno". E non parlano.
A proposto del falso pentito Scarantino, la figlia di Borsellino chiama in causa non solo i poliziotti ma anche diversi magistrati che sin dalle prime battute avrebbero avallato le tante deviazioni. "Sono stati loro stessi autori di un processo caratterizzato da grossolane anomalie. Neanche il CSM ha saputo dare delle risposte". Tanto per cambiare.
Continua il j'accuse di Fiammetta: "Mafia e politica si fanno guerra o si mettono d'accordo. In quei giorni evidentemente si misero d'accordo. Mentre tutti sussurravano a mio padre che il tritolo per lui era arrivato. Lo sapeva anche il procuratore Pietro Giammanco che però non lo avvertì. E nessuno ha mai sentito il bisogno di avvertirlo".
Per la storia, pochi giorni prima della strage di via Capaci Giammanco partecipò ad una cena a casa di Paolo Borsellino. L'ultima cena. Erano presenti alcune toghe 'amiche', tra cui Anna Maria Palma.


Nino Di Matteo

Anna Maria Palma ha istruito i primi processi Borsellino, coadiuvata dall'icona antimafia (allora giovane virgulto fra le toghe siciliane) Nino Di Matteo: insieme hanno diretto "l'operazione Scarantino". A rivelarlo, nel corso di un'udienza del Borsellino quater, lo stesso pentito taroccato. Che non ha mancato di ricordare come i 'suggeritori' gli fossero sempre vicino: anche nel corso delle stesse udienze. Quando non ricordava una 'battuta', chiedeva di andare in bagno, dove trovava chi (il poliziotto o lo 007 di turno) gli rammentava la parte.
La giornalista e scrittrice Roberta Ruscica, in occasione della presentazione a Napoli del suo libro "I Boss di Stato – I protagonisti, gli intrecci e gli interessi dietro la trattativa Stato-Mafia", ha ricordato: "Ho conosciuto Anna Maria Palma e ho creduto anche io in quella pista che si è poi rivelata del tutto sbagliata. E ricordo un particolare che mi raccontò Palma: era entrata in possesso della famosa agenda rossa di Paolo Borsellino. L'aveva avuta nelle sue mani. Non mi ha detto a chi poi l'aveva consegnata o che fine avesse fatto".
Una storia sulla quale nessuno, fino ad oggi, ha mai pensato di far luce.
Come mai? Un mistero tra i misteri.

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12 giugno 2018

GIALLO PALME / IL LEADER DEL CAMBIAMENTO “DOVEVA MORIRE”


Olof Palme, un giallo mai risolto. L'assassinio del premier più 'innovativo' d'Europa resta ancora oggi un incredibile buco nero, nonostante i 32 anni trascorsi. E restano in piedi quelle piste massoniche legate ai "poteri forti" mai battute a sufficienza, nonostante la sterminata mole di lavoro – inutile – degli 007 svedesi.
Ecco cosa ha dichiarato, qualche mese fa, un criminologo di Stoccolma, Leif Gustav Willy Persson: "Probabilmente l'assassino di Olof Palme è ancora in vita e nel delitto potrebbero essere coinvolti la polizia o qualche esponente dell'esercito". Non ha mai creduto, Persson, nella colpevolezza del presunto assassino, un piccolo criminale di strada, quello che oggi definiremmo un 'balordo', Christer Pettersson.
E proprio Pettersson voleva incontrare il figlio del premeir ammazzato, Marten Palme, nel 2004, per "raccontare alcuni particolari del delitto". Ma l'incontro non potè mai avvenire, perchè due giorni dopo la conversazione telefonica il presunto assassino venne trovato con il cranio fracassato. I destini della vita.
E' invece conservato negli ormai strapolverosi faldoni giudiziari il testo di un messaggio, inviato tre giorni prima dell'assassinio del premier (28 febbraio 1986). A spedirlo nientemeno che il Venerabile Licio Gelli, il quale ragguagliava il confratello Philip Guarino su una novità: "Informa il nostro amico che la palma svedese verrà abbattuta". Più chiari di così, è il caso di dirlo, si muore.
Ma chi era mai Guarino? Un fedelissimo dell'entourage di George Bush senior e stretto collaboratore di Michael Leeden, l'eminenza grigia di tutti i servizi a stelle e strisce, negli ultimi anni anche ottimo amico di Marco Carrai, il braccio destro di Matteo Renzi.
Sul giallo Palme ha a lungo indagato il super giornalista d'inchiesta e scrittore svedese Stieg Larson, il quale aveva raccolto una montagna di documenti e con ogni probabilità si accingeva a scrivere un libro bomba: consegnò un voluminoso dossier alla polizia in grado di documentare i rapporti tra i servizi segreti e i presunti killer. Ma forse sbagliò indirizzo, visto che fu poi trovato morto, ovviamente per arresto cardiaco, in circostanze – come si suol dire – 'misteriose'.
Tutta la vicenda Palme è stata inquadrata in un contesto di conflitti tra massonerie internazionali da un esperto del tema, l'avvocato Gianfranco Carpeoro: si tratta di un cosiddetto "massone progressista", alla stregua di Gioele Magaldi, che un paio d'anni fa ha scritto una sorta di enciclopedia delle "Ur Lodges" che dominano nel mondo, espressione di quella "massoneria conservatrice" impersonata da Mario Draghi, Mario Monti & C. Tornata oggi di grande attualità, alla luce degli scontri per la nomina di Paolo Savona al ministero dell'Economia nell'esecutivo gialloverde.
Ricostruisce Carpeoro: "Olof Palme era il padre spirituale del welfare europeo, il sistema di diritti estesi su cui la sinistra moderna e riformista ha costruito il benessere dell'Unione europea nel dopoguerra: cioè quel sistema contro cui si batte strenuamente l'Unione europea del rigore e dell'austerithy".
Già impegnato nel movimento socialista europeo, Carpeoro ha partecipato in modo diretto a non pochi congressi del partito di Palme, il quale più di ogni altro rappresentava il volto del cambiamento possibile e per questo "doveva morire". Proprio come, in Italia, Aldo Moro.

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06 giugno 2018

BILDERBERG / ECCO I PARTECIPANTI AL SUMMIT DI TORINO


Parte a Torino il super summit dei Bilderberg, giunto al suo sessantaseiesimo appuntamento. Si tiene da 7 al 10 giugno. E finalmente si alza il sipario sul nome dei partecipanti, come al solito coperto dal più totale riserbo fino a 48 ore dall’apertura dei lavori.
Ecco gli italiani in pista, in ordine alfabetico e con le qualifiche, per ciascun nome, dettagliate dall’organizzazione.
Alesina Alberto, economista, docente alla Harvard University
Caracciolo Lucio, direttore Limes
Cattaneo Elena, docente all’Università di Milano
Colao Vittorio, Ceo Vodafone
Elkan JohnFiat
Gruber Lilli, Editor chief, Anchor La 7
Mazzacurato MarianaUniversity College Londra
Parolin Pietro, cardinale, Segretario di Stato Vaticano
Rossi Salvatore, direttore Bankitalia

Elena Cattaneo. Nella foto in alto Lilli Gruber
Sono 128 i partecipanti in arrivo, a Torino, da 23 paesi. Si tratta di politici, economisti, finanzieri, imprenditori, docenti universitari e tutto quanto rappresenta il gotha a livello di potere mondiale.
Tra i pezzi da novanta spicca su tutti un nome, quello dell’inossidabile Henry Kissinger. Gli tengono compagnia, fior tra fiori, l’ex commissario Ue e oggi ai vertici di Goldaman Sachs Josè Manuel Barroso; il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg; l’ex generale a stelle e strisce e oggi al timone di Kkr Global Institute David Petraeus.
Passiamo ai temi che verranno affrontati dei ‘grandi’ della Terra.
Il Populismo in Europa”; “Il futuro del lavoro”; “L’intelligenza artificiale”; “Il libero commercio”; “La leadership mondiale degli Usa”; “La Russia”; “Arabia Saudita e Iran”.
Il primo argomento è di particolare attualità, alla luce degli ultimi risultati elettorali, in pole position quello italiano con il trionfo gialloverde che ha destato non pochi allarmi a livello europeo.
Sorge spontanea una domanda. Come mai tra i media di casa nostra si è alzata una totale cortina di silenzio intorno all’ormai storico appuntamento?
Forse per non dar fastidio ai manovratori?
O per seguire l’ultimo consiglio impartito da Emma Bonino nel salotto di Lilli Gruber, Otto e mezzo, cioè di non paragonare mai più quei santi radunati alla convention Bilderberg ai bad boys del Ku Klux Klan?

02 giugno 2018

NEWSLETTER VOCE DELLE VOCI 2 giugno 2018

06 maggio 2018

VACCINI / CONTINUANO LE CAMPAGNE DI BUFALE ANTI-BUFALE

Fanfare Rai: grandi risultati per la vaccinazione obbligatoria. Suona le trombe Repubblica: "La battaglia dell'Europa alle fake news sui vaccini – Ecco il piano per fermarla". Non contento, il quotidiano scalfariano da sempre in prima linea pro Big Pharma aggiunge: "Bruxelles approva oggi la strategia contro le bufale e per rendere più capillare la copertura".
Continuano le "bufale sulle bufale". Con quale criterio mai si può diluviare i cittadini con l'ossessione dei vaccini obbligatori, mentre ci sarebbero da rendere tre volte obbligatori i test pre-vaccinali per tutti i bimbi? E da rendere altrettanto super obbligatoria la 'qualità' e la composizione di quei vaccini?
Più in dettaglio, per fare un solo esempio: perchè non prevedere un obbligo per i produttori di escludere il famigerato alluminio dai vaccini prima ancora di renderli obbligatori?
Interrogativi che chiunque, al mondo, si pone. Da noi no. Accecati dalla forsennata campagna Pro Vax issata dai media di casa nostra, uniti nella battaglia finanziata a suon di euro & dollari da Big Pharma, fregandose altamente della salute degli "utilizzatori finali", i bimbi.
Non era stata proprio Repubblica ad ingaggiare la celebre battaglia contro l'utilizzatore finale maximo, alias Silvio Berlusconi, a proposito di escort & bunga bunga? Come mai adesso quella stessa Repubblica griffata Mario Calabresi è genuflussa davanti ai colossali interessi di Big Pharma, dai vaccini agli Ogm passando per la sperimentazione animale?
Torniamo alle trombe del quotidiano fondato dal Vate che colloquia quotidianamente con Dio: "La sfida più delicata e importante per Bruxelles – scrive l'inviato Alberto D'Argenio – resta quella alla propaganda anti vaccini. 'La rapida diffusione della disinformazione attraverso i media online – si legge nel testo della strategia che sarà approvata oggi dal collegio dei commissari Ue guidato da Junelter – che ha portato a ritenere affidabili notizie false, mette in discussione le verità scientifiche di fronte ad accuse infondate su rischi collaterali e danneggia le vere informazioni sui vaccini. Per questo l'Europa punta ad aumentare l'accesso alle informazioni di buona qualità e trasparenti sui vaccini coinvolgendo la scuola, i media e fondando una Coalizione per le vaccinazioni che coinvolga tutta la società, compresi i professionisti della sanità".
Italiano improbabile a parte, quale organismo o ente mai può stabilire dove stiano la "buona informazione" e le "vere" notizie? Lo decide mister D'Argenio?


Giulio Tarro

Nelle ultime settimane abbiamo riportato ampi stralci delle più recenti ricerche portate avanti da uno studioso che di vaccini se ne intende: Giulio Tarro, due volte candidato al Nobel per la Medicina e allievo di Albert Sabin, che scoprì un vaccino da non poco, l'antipolio. Ebbene, in due freschi studi dedicati ai vaccini e ai metalli tossici contenuti negli stessi vaccini (oltre che negli alimenti e nell'ambiente), Tarro spiega in modo minuzioso e scientificamente inattaccabile quali siano i veri problemi sul campo e quali siano i rischi di una dissennata campagna di vaccini obbligatori tout court.
In occasione di un convegno organizzato a Roma dall'Ordine nazionale dei Biologi, un altro premio Nobel, Luc Montagnier, ha denunciato tutti i rischi – come nel caso dei vaccini – di una scienza e una medicina che rispondono a finanza ed economia e non ai bisogni dei cittadini e dei bambini in primis.
Come mai i media di casa nostra fanno solo da mega cassa di risonanza di Big Pharma e dei suoi 'Vati', come Roberto Burioni, e se ne fregano di far conoscere ai cittadini quanto sostengono un Tarro e un Montagnier? Mistero.

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12 aprile 2018

PARLA GIULIO TARRO / SOS METALLI TOSSICI, NEL 2050 UN BIMBO AUTISTICO SU DUE

Bomba autismo. Se il trend di crescita della patologia non verrà frenato, corriamo un rischio gigantesco: fra 30 anni un bimbo su due potrà essere autistico. Ma c'è un'altra percentuale da brividi diertro l'angolo, se non si interverrà in tempo e in modo efficace: un bimbo su sei potrà accusare dei disturbi nello sviluppo.
Non solo fattori genetici, alla base, ma soprattutto il fortissimo e crescente inquinamento ambientale per la sempre più massiccia presenza di Metalli Tossici. Che si ritrovano dappertutto, dall'aria all'acqua alla terra. E anche in strumenti sanitari d'uso di massa – ora resi perfino obbligatori – come i vaccini.

Giulio Tarro

"Tutto ciò rappresenta un allarme assoluto per la nostra specie". Sono le parole del virologo Giulio Tarro, due volte candidato al Nobel per la Medicina e allievo di Albert Sabin, lo scienziato che scoprì il vaccino antipolio. Tarro ha appena scritto un illuminante eBook messo in rete da Newton Compton, "10 cose da sapere sui vaccini" di cui la Voce ha pubblicato alcuni estratti significativi (potete leggere dal link in basso).
Qualche mese prima Tarro aveva redatto uno studio, "Toxic Metals and autism" di enorme importanza per comprendere fino in fondo questa patologia che si sta trasformando in una incredibile epidemia. Lo studio è stato tradotto in inglese e anche in cinese. C'è da augurarsi che tanti italiani, tante famiglie e tanti 'soloni' che discutono di autismo e vaccini, senza i giusti strumenti interpretativi e le conoscenze ad hoc, possano leggerlo. Ne riportiamo, a seguire, alcuni stralci. Ma prima una breve intervista al professor Tarro.

PARLA TARRO, L'ALLIEVO DI ALBERT SABIN
Sono realistiche le drammatiche cifre sull'autismo nel 2050, il 50 per cento dei bambini affetti da questa patologia?
Se non vengono presi drastici provvedimenti soprattutto sul fronte ambientale e alimentare, quindi se lo scenario non cambia, il trend è quello.
Uno scenario davvero apocalittico.
Siamo sull'orlo del precipizio e non ce ne accorgiamo. Si stiamo imbarcando sul Titanic e non ce ne rendiamo conto.
Ma i tempi sono brevissimi, non come per certe previsioni a lungo termine. Qui parliamo di un paio di generazioni…
Sì, ma nessuno se ne accorge. Anche per via dell'informazione che non arriva. E del grande potere dell'industria farmaceutica, di Big Pharma, che ha interesse a che nulla si modifichi. E ben poco si sappia.

Sintetizzando, si può dire che per l'insorgere dell'autismo ci sono alla base dei fattori genetici. Sui quali, però, poi intervengono in modo decisivo i fattori inquinanti ambientali, in primo luogo i metalli tossici, il vero cancro che sta distruggendo il pianeta e i suoi abitanti. I vaccini rappresentano in qualche modo il detonatore – contenendo alcuni metalli tossici pur se in minime dosi – perchè sono una vera bomba immessa nell'organismo di un bimbo di pochi mesi, spesso immaturo e non attezzato a riceverli. E' giusta questa ricostruzione?
Sì. Occorre una base genetica, sulla quale però può succedere tutto o niente. E' il fattore ambientale esterno che provoca lo scatenamento, come ad esempio un'infezione. Il vaccino può essere il detonatore, anche per una piccola infezione cutanea che può intervenire. C'è poi la concausa dei metalli, come l'alluminio, contenuti nei vaccini. Quindi i fattori ambientali di ogni giorno. Per fare un esempio alla portata di tutti, potremmo dire che è proprio come può succedere nella vita di un ragazzo: se frequenta cattive compagnie, come spesso accade, poi succede il guaio. Se unisci un fattore all'altro, si provoca la reazione. Non dimentichiamo inoltre, sotto il profilo scientifico, che con i vaccini possono prodursi appunto delle infezioni, possono introdursi nell'organismo dei virus che modificano la cellula, la rivoluzionano in modo negativo e da qui poi si scatenano ulteriori reazioni gravi.
Occorre quindi usare cautela massima nella somministrazione dei vaccini.
E' ovvio. Il principio di precauzione viene prima di tutto. Per ottenere quei benefici auspicati dai vaccini, dobbiamo riuscire ad evitare il più possibile i rischi che si possono correre. E' una questione, appunto, di rischi e benefici.
Ma la qualità dei vaccini può incidere? 
Certo. Mi ricordo che quando ero studente universitario negli Usa, compravo lì l'aspirina perchè dicevano che l'aspirina americana era più efficace.
Per evitare il prevalere costante degli interessi di Big Pharma e poter esercitare un controllo pubblico, potrebbe essere valida l'idea dar vita ad un'azienda nazionale pubblica in grado di produrre vaccini di qualità, super controllati e a costi contenuti? Ad esempio potrebbe intervenire la Cassa Depositi e Prestiti che si occupa ormai di tutto e potrebbe dire la sua in un settore strategico come questo.
Certo, un intervento pubblico sarebbe auspicabile per garantite il controllo massimo di qualità.
E la ricerca in grandi paesi come la Cina potrà dare contributi in futuro? 
E' proprio per questo che abbiamo fatto tradurre subito lo studio anche in cinese. Le dico un piccolo aneddoto. Nella versione originale, e forse c'è ancora adesso, quando si è trattato di tradurre la parola 'stagno', ossia il metallo, l'hanno tradotta come 'piccolo lago'…
Eccoci adesso ad alcuni passaggi della ricerca, firmata da Giulio Tarro, e alla quale hanno collaborato Renato Minguzzi (per il Comune di Bologna, dal momento che ragazze e ragazzi sui quali è stato condotto il test sono bolognesi) e Franco Verzella, ricercatore di "Medicina Funzionale" a Zola Pedrosa.

SOS METALLI TOSSICI 
Ecco l'incipit del saggio. "I metalli tossici (MT) costituiscono il primo inquinante dei terreni (37,3 per cento in Europa), vengono prodotti dalla attività industriale, entrano a far parte del nostro ciclo biologico, attraverso la cute, la respirazione, l'ingestione degli alimenti e dell'acqua. A soffrirne sono soprattutto le fasce biologicamente più fragili, in particolare i bambini nei primi tre anni di vita. La diffusione epidemica dell'Autismo e dei distrubi dello sviluppo, che è stata registrata negli ultimi 20 anni, costituisce un termometro sensibile dell'attuale inquinamento".

Una delle tabelle allegate allo studio

Poi i primi numeri della ricerca: "Abbiamo svolto un test su 20 MT in un gruppo di 73 soggetti con diagnosi di autismo, di età media da 1 a 8 anni. Tutti i 73 pazienti risultano soprasoglia per almeno un metallo. Sette metalli (mercurio, piombo, antimonio, stagno, arsenico, tallio, cesio) presentano valori soprasoglia in oltre il 50 per cento (37 pazienti)".
Ecco i pericoli. "La ricerca tossicologica ha recentemente dimostrato l'estrema pericolosità della esposizione cronica a bassi dosaggi, perchì i MT si accumulano lentamente all'interno dei nostri tessuti, non partecipano ad alcuna attività funzionale biologica e la loro azione consiste nel bloccare l'attività di numerosi complessi enzimatici".
In estrema sintesi, "i MT entrano nel nostro metabolismo e lo alterano profondamente. Nel cervello, fegato, rene, sistema immunitario, ossa, polmoni, i MT creano reazioni localizzate di tipo infiammatorio e reazioni generalizzate, con genesi tossica e/o immunitaria, che ci predispongono ad una lunga serie di disturbi e malattie".

QUELLA TASSA PERMANENTE SULLA SALUTE
Si è appena svolta la giornata mondiale dell'autismo, sono stati forniti dati e cifre, anche di 'aumenti' e 'crescite' nelle patologie. Ma senza entrare nel vivo, senza fornire informazioni nuove o utili alla maggior comprensione del fenomeno. E soprattutto sul "che fare" per arginare la prossima epidemia, alla quale – ovvio – non s'è minimamente accennato. I Tg di casa nostra hanno trasmesso più volte l'intervista ad uno psichiatra romano, Paolo Curatolo, che come in una cantilena ripeteva il gingle: "per l'autismo ci sono alla base fattori genetici e poi anche ambientali". Niente di nuovo.
Riprende Giulio Tarro nel suo studio: "Le interpretazioni più recenti attribuiscono un ruolo fondamentale nella genesi dell'autismo a fattori neurofisiologici e genetici. Tale atteggiamento interpretativo si è andato via via sostituendo alle iniziali ipotesi psicodinamiche e ambientali. Rispetto all'eziologia dell'autismo, la teoria oggi comunemente accettata è che elementi genetici e ambientali agiscano nelle fasi precoci dello sviluppo del bambino, durante la gravidanza, o durante i primi anni di vita".
Ancora: "L'ipotesi attuale è che nell'autismo siano implicati non meno di tre geni e non più di quindici-venti geni. Ognuno di questi agisce come fattore di rischio, ossia causa l'insorgenza della malattia, solo se sono presenti altri fattori di rischio. Secondo questa teoria, nella popolazione generale esisterebbero molti soggetti normali, portatori di geni che predispongono all'autismo, i quali non hanno sviluppato l'autismo perchè non sono intervenuti altri fattori 'precipitanti'".
Ma eccoci al punto focale, descritto con grande perizia scientifica e estrema lucidità da Giulio Tarro: "I Metalli Tossici costituiscono il primo inquinante dell'ambiente in cui viviamo, sono il risultato dell'attività industriale e del mercato, condizionano ogni aspetto della nostra quotidianità, come una tassa permanente sulla salute a partire dal concepimento. Termometro sensibile di questa condizione è la popolazione infantile, con particolare riguardo ai primi tre anni, in rapporto alla fragilità, complessità, dinamicità che caratterizzano questa fase di sviluppo. MT e disturbi dello sviluppo sono due marker sensibili della qualità antibiologica dell'ambiente in cui viviamo".
Continua il report: "In Italia e in Europa la Sanità è in grave ritardo su entrambi i fronti. I MT vengono trattati da qualche decina di medici 'alternativi' in attività privata ed i bambini autistici sono affidati alle cure di una Neuropsichiatria che pronuncia il verdetto di incurabilità e contemporaneamente si nega al dialogo multidisciplinare con la medicina biologica incentrata sulla persona".

UN APPROCCIO SCIENTIFICO E UMANO
Tornano quella tragiche cifre e previsioni, se qualcosa nel frattempo non muta: "L'attuale andamento epidemico dell'autismo (1 bambino su 50) e dei disturbi dello sviluppo (1 bambino su 6) costituisce un allarme assoluto per la nostra specie, quando la proiezione statistica conferma che fra 30 anni l'autismo interesserà metà della popolazione infantile. Metalli tossici di origine iatrogena comprendono vaccini (etilmercurio e alluminio) e amalgami dentali (mercurio, argento e stagno), che interessano una larga percentuale della popolazione oltre i 35 anni e vengono correttamente rimossi in una strettissima minoranza dei casi da qualche decina di odontoiatri. Il gadolinio, come mezzo di contrasto per la risonanza magnetica nucleare, si deposita nei tessuti e la sua rimozione richiede un protocollo di terapia chelante personalizzato, che viene sistematicamente ignorato dalla Neurologia e dalla Neuroradiologia e che nessun Istituto pubblico oggi offre".
"In conclusione, metalli tossici e autismo promuovono una nuova strategia dell'approccio medico, perchè non la diagnosi ma il paziente venga posto al centro della indagine, come unica vera evidenza, che scienza e conoscenza sono chiamate a indagare, secondo un approccio autenticamente multidisciplinare".

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09 aprile 2018

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Proposta per un inviato molto speciale

  di Luciano Scateni
Repubblica è il quotidiano che ha adottato come tuttologo l'autore di Gomorra, Roberto Saviano. Al suo libro si deve la successiva, omonima fiction, prodotta e messa in onda da Sky, multinazionale televisiva presente in mezzo mondo. Il danno di immagine per Napoli è difficilmente ...continua



STRAGE DI VIAREGGIO / PARTI CIVILI DA ROTTAMARE, QUESTIONE DI STILE

  
Processo di appello per la strage di Viareggio, si muovono i primi passi. Sono appena scaduti i termini per la presentazione delle memorie difensive per gli imputati tedeschi, ossia le società Gatx (Germania e Austria) e Officina Jughental di Hannover. Tra gli imputati eccellenti l'ex big ...continua


IL RACCONTO DI PASQUA – Un nuovo imperdibile Dizionario a cura di Luciano Scateni

  di Redazione
Grande autore di memorabili racconti per la Voce, Luciano Scateni ci dona a partire da questa domenica di Pasqua un nuovo, imperdibile Dizionario delle parole: sono rare, eppure comprese nella lingua italiana di oggi. Molto più che un "divertissement" da scrittore di razza, questo ...continua