15 giugno 2021

Lettera aperta di ex militari: un complotto contro la Repubblica? di Thierry Meyssan


Negli ultimi tre anni la Francia ha attraversato due grandi crisi, cui non è stata data risposta: la messa in discussione della globalizzazione da parte dei Gilet Gialli e la denuncia da parte dei sindacati di polizia del disgregamento dello Stato. Entrambe non hanno ricevuto risposte adeguate alla sostanza dei problemi sollevati. Sebbene le ragioni di coloro che hanno suonato l’allarme siano condivise da tutti, è impossibile discuterne pubblicamente. Così la democrazia muore, non già per mancanza di confronto, ma perché si ergono tabù.

I Gilet Gialli contro la globalizzazione

Nel 2018 la Francia è stata scossa da un vasto movimento popolare, i Gilet Gialli. Nato da una protesta contro il rialzo delle imposte sulla benzina, molto presto si è palesato come contestazione degli effetti sociologici della globalizzazione degli scambi: scomparsa delle classi medie occidentali, emarginazione in zone rurali malservite [1].

Due settimane dopo l’inizio delle manifestazioni, gruppi non identificati si sono infiltrati nel movimento e l’hanno sabotato dall’interno. Così, dopo 15 giorni in cui tutti i manifestanti brandivano con fierezza la bandiera francese e cantavano la Marsigliese – cosa che da cinquant’anni non accadeva nelle manifestazioni popolari – teppisti incappucciati e vestiti di nero vandalizzavano l’Arco di Trionfo, in particolare la scultura della Marsigliese. Al processo che seguì si dimostrò come questo gruppo di provocatori non avesse alcun rapporto con i Gilet Gialli, che però furono gli unici a venire arrestati.

In mancanza di un leader che denunciasse l’infiltrazione, nel giro di un anno il movimento dei Gilet Gialli si smorzò progressivamente. Tuttavia, i problemi che erano all’origine permangono.

14 giugno 2021

Operazione Corona: i golpisti vorrebbero farla franca

Conte

Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.

In altre parole, anche il finale dovrà avere il sapore della farsa: avremo “sconfitto il virus” – si dirà – grazie ai sacrifici imposti con i lockdown, e poi soprattutto grazie alla vaccinazione di massa (imposta col ricatto, nonostante la Costituzione vieti di disporre Tso sulla base di farmaci ancora sperimentali). Tra tante voci eretiche, quella di Nicola Bizzi – storico e fondatore delle Edizioni Aurora Boreale – spicca per la precisione delle denunce solitarie, il tempismo delle previsioni e la lucidità delle analisi. Il saggio “Operazione Corona”, che oggi è il libro più censurato d’Italia, parla di un “colpo di Stato globale”: un golpe «finalizzato innanzitutto a un Grande Reset economico, finanziario e sociale, e in secondo luogo anche a una drastica riduzione delle libertà civili e democratiche, su scala planetaria». Secondo alcuni indizi doveva essere attuato solo nel 2022, ma a bruciare i tempi – nel settembre 2019 – sarebbe stata la crisi dei Repo, le compensazioni interbancarie tra banche centrali: non c’era più denaro per garantire i prestiti, e l’unica soluzione consisteva nell’arresto improvviso dell’economia, trovando un espediente adatto (il provvidenziale virus mediatico).

11 giugno 2021

Terrorismo e strage: Covid, la denuncia ai Pm di Roma

Franco Trinca

Associazione a delinquere, omicidio, strage e terrorismo: sono alcuni del capi di imputazione ipotizzati nel voluminoso dossier inoltrato alla Procura di Roma dal biologo Franco Trinca, assistito dagli avvocati Alessandro Fusillo e Francesco Scifo, quest’ultimo presidente dell’associazione European Consumers. Covid a mano armata: un’operazione criminale, deliberatamente pianificata e attuata per ottenere il massimo disastro possibile, facendo esattamente il contrario di quanto occorreva fare? Su questo i denuncianti non hanno dubbi, come anticipato il 21 aprile nella conferenza stampa alla Camera, su iniziativa di Sara Cunial. Il professor Trinca esibisce un faldone gigantesco: 80 pagine di prove, dove ogni affermazione è accuratamente documentata. «Lo sottoponiamo all’autorità giudiziaria – afferma – invitando il magistrato a valutarne i gravissimi profili penali». Un invito anche ai cittadini: basta scaricare il dossier dal sito di Trinca, stamparlo in due copie a presentarlo alla prima caserma dei carabinieri, perché sia inoltrato alla magistratura inquirente.

Prima accusa: il Sars-Cov-2, agente della malattia Covid-19, «non è affatto arrivato in Italia come un “fulmine a ciel sereno”: il pericolo imminente di una pandemia da coronavirus diffusivo e potenzialmente pericoloso (se non curato tempestivamente e opportunamente) era stato ampiamente previsto e denunciato dall’Oms e dalla comunità scientifica internazionale». Non solo: «Le autorità sanitarie e governative italiane – questa l’accusa – non hanno compiuto le azioni dovute per preparare il paese e il sistema sanitario nazionale all’impatto con l’ondata pandemica». Come? «Specialmente con la medicina di territorio, come raccomandato dall’Oms». Per esempio: «Non è stato adeguato il piano pandemico risalente al 2006». Su questo, la Procura di Bergamo ha già aperto un’inchiesta giudiziaria, che fra l’altro ha messo sotto accusa Ranieri Guerra, ex dirigente del ministero della salute e poi direttore aggiunto dell’Oms. Peggio ancora: «Non è stato applicato nemmeno uno dei punti-chiave comunque previsti nel vecchio piano del 2006, che prescriveva la somministrazione tempestiva di farmaci antivirali e cure di supporto: non è stato fatto assolutamente nulla».

10 giugno 2021

Borsa: il Vaticano ha scommesso e lucrato sul Covid

Enrico Crasso

E’ ufficiale: il Vaticano ha incassato un bel po’ di soldi, dalla pandemia, speculando in Borsa e giocando d’anticipo sugli eventi. «Abbiamo investito in un fondo che prevedeva dei rischi ambientali, di guerra: non avremmo mai pensato a una pandemia», dice il broker Enrico Crasso, nell’intervista video rilasciata a “Report” nella puntata in onda il 17 maggio e anticipata sul profilo twitter del programma televisivo di RaiTre. «Abbiamo investito circa l’8% del patrimonio, cioè 4 milioni, proprio in uno strumento di questo genere, e credo veramente che sia stata un’ottima strategia», spiega Crasso. «Poi purtroppo è scoppiata la pandemia, e questo fondo ha cominciato a salire tantissimo». Con le sue dichiarazioni, Crasso spiega come avrebbe investito alcuni capitali della Segreteria di Stato vaticana che – secondo la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci – negli anni si sarebbero stati affidati proprio a lui e al suo fondo d’investimenti “Centurion”, che avrebbe ricevuto circa 400 milioni di euro da gestire.

Dalla sua villa sul lago di Lugano, in Svizzera, rispondendo alla domanda se tutti gli investimenti siano stati fatti d’accordo con la Segreteria di Stato vaticana, Crasso non ha esitazioni: «Nulla è stato fatto di nascosto». Il fondo in questione, che garantiva profitti altissimi in caso di crisi geopolitiche o pandemiche grazie alla speculazione sulle valute internazionali – ricorda “La Nuova Padania” – è il Geo-Risk gestito dalla banca d’affari Merrill Lynch, che dopo i primi mesi di pandemia (con i rendimenti schizzati alle stelle) ha poi dovuto addirittura chiuderlo. «Dovranno rispondere di questo – protesta Crasso – perché a febbraio, quando la pandemia scoppiò, il fondo fece un salto, facendo quasi il 20% in un solo giorno». Aggiunge il manager finanziario di fiducia del Vaticano: «Nel periodo successivo, non dico che avrebbe triplicato il valore, ma lo avrebbe almeno raddoppiato».

09 giugno 2021

Covid – Le vite che potevano essere salvate


Decine di migliaia di vite avrebbero potuto essere salvate

se la ricerca sui trattamenti Covid non fosse stata soppressa, dicono medici ed economisti.

La mancanza “quasi completa” di orientamenti e ricerche sulle opzioni di trattamento da parte del governo- “esclusi i vaccini” – è “inconcepibile”, ha detto il dottor Pierre Kory, specialista in cure critiche dell’Università del Wisconsin.

Fin dai primi giorni della dichiarata pandemia di coronavirus, i medici fedeli al loro giuramento di Ippocrate hanno cercato – e identificato – trattamenti efficaci per la Covid-19.

A metà novembre, il dottor Peter McCullough, vice-direttore del reparto di medicina interna al Baylor University Medical Center, e altri tre esperti, hanno delineato trattamenti sicuri e disponibili da sottoporre l’influente Comitato per la Sicurezza interna e gli Affari governativi del Senato.

Lo specialista di cure critiche dell’Università del Wisconsin, il dottor Pierre Kory, ha proseguito con un’ulteriore discussione sui trattamenti Covid praticabili in una testimonianza dell’8 dicembre davanti allo stesso comitato.

Tuttavia, come il presidente di Children’s Health Defense Robert F. Kennedy, Jr. ha osservato durante una conversazione del marzo 2021 con McCullough,

abbiamo visto questo conflitto molto strano … che molti di quei trattamenti che potrebbero salvare vite, invece di essere promossi, esaminati e studiati dalle autorità sanitarie, vengono invece sabotati e resi … inaccessibili“.

08 giugno 2021

“SUICIDIO” DETTORI / IL GIALLO DELL’“AGENTE” FRANCESE SPARITO


Il giallo del “suicidio” di Mario Alberto Dettori, il maresciallo dell’Aeronautica trovato impiccato ad un albero sette anni dopo la tragedia di Ustica.

Giorni fa il gip del tribunale di Grosseto, Marco Mezzaluna, ha archiviato il caso, nato cinque anni fa, nel 2016, in seguito alla denuncia “contro ignoti” dei familiari della vittima, che hanno sempre parlato di omicidio, escludendo con forza e con convinzione che il maresciallo abbia mai potuto pensare di togliersi la vita.

Giancarlo Dettori. Sopra, il gip Marco Mezzaluna

Taglia corto adesso il gip toscano: “Ritiene questo giudicante che il decesso del Dettori sia da attribuire ad un gesto suicidiario, senza responsabilità alcuna di terze persone, non esistendo agli atti alcun elemento che possa anche solo lontanamente portare a ritenere che la morte sia stata dovuta ad un omicidio o comunque ad un intervento di terze persone, così come già escluso dal Giudice Istruttore che ebbe ad indagare sul disastro di Ustica”.

Niente di nuovo, nessun passo avanti, nessun elemento interessante venuto a galla in tutti questi anni, vale a dire dalle prime indagini del giudice istruttore Rosario Priore degli anni ’80 fino ad oggi. E’ questa la realtà giudiziaria (non) emersa.

Ma la famiglia non si arrende, e replica a muro duro, come abbiamo riportato nell’inchiesta di pochi giorni fa. Non vuole più la Verità, perché ormai acclarata, e tale da non esser vista solo da chi non vuol vedere; ma la Giustizia, mai affiorata, e soprattutto per onorare la memoria di un eroe, fino ad oggi poco celebrato, perché la sua storia non ha mai avuto la ribalta delle cronache, quasi dimenticata dai media.

07 giugno 2021

L’epidemiologo di Stanford sbugiarda Crisanti e accusa Formigli: «Travisato in tv»


A cura di Fabio Dragoni, “La Verità” maggio 2021

Ioannidis, celebre epidemiologo di Stanford, tira le orecchie al microbiologo di riferimento per i chiusuristi: «Il mio studio non è stato ritirato». E a «Piazzapulita» contesta: «Mi hanno messo in bocca parole non mie»

Da qualche giorno è l'epidemiologo del momento anche qui in Italia. Professore di medicina, epidemiologia e salute pubblica all'università di Stanford, John P. A. Ioannidis è diventato noto anche al grande pubblico televisivo italiano. Si è parlato di lui nelle ultime due puntate di Piazzapulita su La 7. Chi legge La Verità non si farà cogliere impreparato. Il primo a parlarvi di lui è stato il nostro Antonio Grizzuti, che nel numero del 31 marzo vi ha illustrato uno dei suoi ultimi studi, pubblicato sul Journal of clinical epidemiology. Le conclusioni sono chiare: «Pur non potendo
escludere piccoli benefici dalle chiusure (in gergo Npi) in termini di contenimento della diffusione dei casi, non ne troviamo di significativi. Simili riduzioni possono essere raggiungibili con provvedimenti meno severi».