21 febbraio 2020

L’influenza stagionale uccide 1.000 volte più del coronavirus

Paul Craig Roberts Se il coronavirus si rivela grave, poiché al momento non sembra esserlo, molte economie potrebbero essere influenzate negativamente. La Cina è la fonte di molte parti fornite ai produttori di altri paesi e la Cina è la fonte dei prodotti finiti di molte aziende statunitensi come Apple. Se non è possibile effettuare spedizioni, le vendite e la produzione al di fuori della Cina ne risentono. Senza entrate, i dipendenti non possono essere pagati. A differenza della crisi finanziaria del 2008, si tratterebbe di una crisi di disoccupazione e di un fallimento delle grandi società manifatturiere e commerciali. Questo è il pericolo a cui il globalismo ci rende vulnerabili. Se le società statunitensi producessero negli Stati Uniti i prodotti che commercializzano negli Stati Uniti e nel mondo, un’epidemia in Cina influenzerebbe solo le loro vendite cinesi, non minaccerebbe i ricavi delle società. Le persone sconsiderate che hanno costruito il “globalismo” hanno trascurato che l’interdipendenza è pericolosa e può avere enormi conseguenze indesiderate. Con o senza un’epidemia, le forniture possono essere tagliate per una serie di motivi. Ad esempio, scioperi, instabilità politica, catastrofi naturali, sanzioni e altre ostilità come guerre e così via.
Chiaramente, questi pericoli per il sistema non sono giustificati dal minor costo del lavoro e dalle conseguenti plusvalenze per gli azionisti e bonus per i dirigenti aziendali. Solo l’uno per cento beneficia del globalismo. Il globalismo è stato costruito da persone motivate dall’avidità a breve termine. Nessuna delle promesse del globalismo è stata mantenuta: il globalismo è un errore enorme. Tuttavia, quasi ovunque i leader politici e gli economisti sono protettivi nei confronti del globalismo. Questo per quanto riguarda l’intelligenza umana. A questo punto, è difficile comprendere l’isteria sul coronavirus e le previsioni della pandemia globale. In Cina ci sono circa 24.000 infezioni e 500 morti in una popolazione di 1,3 miliardi di persone. Questa è una malattia insignificante. Rispetto alla normale influenza stagionale che infetta milioni di persone in tutto il mondo e uccide 600.000, il coronavirus finora non equivale a nulla. Le infezioni al di fuori della Cina sono minuscole e sembrano essere limitate ai cinesi. È difficile sapere con certezza, a causa della riluttanza a identificare le persone per razza. Eppure la Cina ha vaste aree in quarantena e i viaggi da e verso il paese sono limitati.
Nulla di simile a queste precauzioni è preso contro l’influenza stagionale. Finora questa stagione influenzale nei soli Stati Uniti 19 milioni di persone sono state ammalate, 180.000 ricoverate in ospedale e 10.000 sono morte. L’ultimo rapporto è che 16 persone negli Stati Uniti (forse tutti cinesi) hanno avuto il coronavirus, e nessuno è morto. Forse il coronavirus si sta appena scaldando e molto peggio deve arrivare. In tal caso, il Pil mondiale subirà un colpo. Le quarantene impediscono il lavoro. I prodotti e le parti finiti non possono essere realizzati e spediti. Le vendite non possono avvenire senza prodotti da vendere. Senza entrate le aziende non possono pagare dipendenti e altre spese. I redditi diminuiscono in tutto il mondo. Le aziende falliscono. Se scoppia una micidiale pandemia di coronavirus o di qualosa’altro e c’è una depressione mondiale, dovremmo essere molto chiari nella nostra mente che il globalismo ne sarà stata la causa. I paesi i cui governi sono così sconsiderati o corrotti da rendere le loro popolazioni vulnerabili a eventi dirompenti all’estero sono instabili dal punto di vista medico, economico, sociale e politico. La conseguenza del globalismo è l’instabilità mondiale.
(Paul Craig Roberts, “La conseguenza del globalismo è l’instabilità mondiale”, dal blog di Craig Roberts del 5 febbraio 2020).

www.libreidee.org

19 febbraio 2020

The Choice | The risks of web democracy



The Choice | The risks of web democracy from u n o z e r o z e r o u n o on Vimeo.

La rete avvicinerà i cittadini alla politica. È l'alba di un nuovo sistema democratico, diretto e digitale. Per alcuni è utopia; per gli altri, il futuro. (In italiano)

18 febbraio 2020

Coronavirus, un aggiornamento


Utilizzando i dati cinesi più recenti sull’infezione e i tassi di mortalità del Coronavirus rilevati dagli scienziati indiani, “Moon of Alabama” conclude che la “pandemia” ha raggiunto il suo apice e si concluderà tra circa un mese.
Se è così, allora Jon Rappoport aveva ragione fin dall’inizio nell’affermare che questo Coronavirus è solo un’altra grande campagna pubblicitaria del terrore.
Speriamo sia così e che il Coronavirus sia solo una minaccia grave quanto una normale epidemia di influenza. Tuttavia, anche un esito felice lascia ancora molte domande sconcertanti. Eccone alcune:
1. Perché uno sforzo così enorme da parte del governo cinese, con l’utilizzo di draconiane misure di quarantena che colpiscono milioni di persone e il blocco dei voli internazionali da e verso la Cina, per una minaccia molto meno grave di una normale influenza?
2. Perché tutta questa fretta di sviluppare un vaccino?
3. Perché gli esperti prevedono una pandemia mondiale?
4. Perché il virus ha avuto origine in una città cinese nota per ospitare laboratori per lo studio di virus pericolosi?
5. Perché i virus più paurosi arrivano dalla Cina: SARS, influenza suina, influenza aviaria, Coronavirus?
6. Perché un team di scienziati indiani ha trovato nel genoma del Coronavirus elementi dell’HIV che si ritiene siano in grado di aumentare il potenziale infettivo, una scoperta che, se corretta, implicherebbe l’ingegnerizzazione di un’arma bioterroristica?
I ricercatori indiani potrebbero aver preso un abbaglio, ma non hanno formulato una teoria della cospirazione. Hanno pubblicato il loro articolo in via provvisoria, per avere dei riscontri da parte di altri scienziati. Non ho idea se i loro risultati saranno convalidati o meno e, qualunque cosa ci venga detta, potremmo anche non sapere mai la verità. Se il virus mostra di essere bioingegnerizzato, il governo cinese saprà se è qualcosa che era sfuggito dalle loro mani. Se non sono loro i responsabili lo prenderanno come un attacco da parte degli Stati Uniti. Questo genere di informazioni confermerebbe i sospetti cinesi:
“Le ricerche condotte dal Pentagono, e in particolare dalla DARPA [Defense Advanced Research Projects Agency], hanno continuamente sollevato preoccupazioni, non solo [per il loro interesse] nel campo delle armi biologiche e della biotecnologia, ma anche nei settori delle nanotecnologie, della robotica e molti altri. DARPA, ad esempio, ha sviluppato una serie di inquietanti progetti di ricerca, che vanno dai microchip in grado di creare ed eliminare i ricordi dal cervello umano ad un problematico software per il voto elettronico.
Ora, mentre la paura per l’attuale epidemia di Coronavirus sta arrivando all’apice, alcune aziende legate direttamente alla DARPA sono state incaricate di sviluppare un vaccino, i cui effetti a lungo termine sull’uomo e sull’ambiente sono sconosciuti e tali rimarranno fino quando, tra qualche settimana, questo vaccino non sarà disponibile sul mercato.
Inoltre, DARPA e l’interessamento di lunga data del Pentagono per le armi biologiche e i loro recenti esperimenti sulle tecnologie di alterazione ed estinzione genetica, nonché sui pipistrelli e sui Coronavirus, eseguiti in prossimità della Cina, sono stati in gran parte tenuti fuori dalla narrativa, nonostante il fatto che le informazioni fossero pubblicamente disponibili. Sono stati inoltre esclusi dalla narrativa dei media i legami diretti tra la Duke University e l’USAMRIID [Istituto di ricerca medica sulle malattie infettive dell’esercito degli Stati Uniti], partner della DARPA, con la città di Wuhan, incluso il suo Institute of Medical Virology.
Anche se molte delle informazioni sulle origini dell’epidemia di Coronavirus rimangono sconosciute, i legami delle forze armate statunitensi con le suddette istituzioni e centri di ricerca meritano un esame più approfondito, in quanto una tale ricerca, anche se giustificata per la causa della ‘sicurezza nazionale,’ ha lo spaventoso potenziale di provocare conseguenze, magari non intenzionali, ma in grado di cambiare il mondo. La mancanza di trasparenza su questa ricerca, come la decisione della DARPA di tenere segreta la sua controversa ricerca sull’estinzione genetica e l’uso di questa tecnologia come arma da guerra, aggrava queste preoccupazioni. Sebbene sia importante evitare il più possibile speculazioni sconsiderate, è opinione dell’autore che le informazioni contenute in questo rapporto siano di interesse pubblico e che i lettori debbano utilizzare tali informazioni per trarre le proprie conclusioni sugli argomenti discussi in questa sede.”
Se i risultati dei ricercatori indiani sono corretti, dovremmo aspettarci che vengano smentiti dagli scienziati sostenuti dal governo. Per salvare le loro carriere, [questi ricercatori] dovrebbero poi riconoscere di aver commesso errori nel loro studio. Se il virus fosse stato sintetizzato negli Stati Uniti, la Cina sarebbe ugualmente incentivata a coprire le malefatte di Washington, perché il renderlo pubblico scatenerebbe una guerra, e la Cina non è pronta per una cosa del genere.
Ci sono altre preoccupazioni. Ad esempio, in concomitanza con l’annuncio del nuovo virus, ci sono state accuse secondo cui lo stesso laboratorio di virologia cinese sarebbe il responsabile della minaccia pandemica e che avrebbe persino potuto diffonderlo di proposito fra la propria popolazione. Moon of Alabama ha ragione nel definirla una teoria della cospirazione. È una teoria della cospirazione per screditare il governo cinese agli occhi della popolazione cinese e del resto del mondo. Il governo cinese non ha alcun interesse a danneggiare la propria economia e a screditare se stesso mentre sta cercando di governare con il guanto di velluto, ma è nell’interesse di Washington causare danni economici alla Cina.
Penso sia positivo che ci si chieda se il Coronavirus possa essere un virus ingegnerizzato. In tutto il mondo esistono numerosi laboratori segreti ad alta sicurezza che fanno cose spaventose. Come scrive Whitney Webb, “La mancanza di trasparenza su queste ricerche, così come la decisione della DARPA di classificare la sua controversa ricerca sull’estinzione genetica e la relativa tecnologia come arma di guerra, aggrava queste preoccupazioni.” C’è un trattato (o c’era perchè Washington potrebbe averlo ripudiato, come ha fatto con gli accordi con la Russia per il controllo degli armamenti) che dovrebbe impedire ai vari paesi di produrre armi biologiche. Tuttavia, indipendentemente dal fatto che si stiano fabbricando o meno tali armi, si stanno compiendo ricerche che potrebbero essere rapidamente militarizzate.
Forse sarebbe una buona cosa se ci fosse una discussione pubblica mondiale che chiarisca se il beneficio della ricerca è maggiore del rischio di una pandemia mortale. La mancanza di trasparenza rende possibile ogni malizia. Ricordate, dopo l’11 settembre, le lettere all’antrace che, come si era scoperto, contenevano un tipo di antrace disponibile solo in un laboratorio del governo degli Stati Uniti? Per nascondere questo fatto, la colpa delle lettere era stata data ad un morto che non aveva nessun motivo di inviare le lettere e nessun accesso all’antrace. Una cosa pericolosa come [fare esperimenti con] germi patogeni bioingegnerizzati richiede molta trasparenza.
Non vi è alcun motivo per cui gli scienziati dovrebbero essere autorizzati a fare esperimenti su tutto ciò vogliono. Pensateci per un minuto, qual è il vantaggio delle armi nucleari? Forse, se la Terra fosse invasa da alieni supertecnologici, le armi termonucleari potrebbero essere una difesa. Forse, se un asteroide fosse in rotta di collisione con la Terra, i missili nucleari potrebbero frantumarlo in piccoli pezzi che brucerebbero nell’atmosfera o in pezzi ancora più piccoli che farebbero meno danni. A cosa servono le armi nucleari se non per portarci all’Armageddon?
È necessario riflettere molto anche sulla robotica e sull’intelligenza artificiale. Sono utili robot come quelli in grado di resistere alle alte pressioni sottomarine e alle radiazioni. Ma i robot che sostituiscono le persone possono lasciare la gente senza lavoro e senza scopo nella vita. E vogliamo davvero macchine intelligenti o più intelligenti degli esseri umani o magari armate?
Le sfide poste da queste tecnologie possono essere molto interessanti per gli scienziati, ma le conseguenze indesiderate e sconosciute possono essere terrificanti.
Una domanda ovvia è: se le persone con la pelle bianca non possono usare determinate parole o espressioni consolidate, non possono leggere, studiare o insegnare determinati argomenti che alcuni ritengono offensivi e non possono organizzarsi o magari segregarsi, come altri sono autorizzati a fare, perché gli scienziati e i governi possono studiare e produrre cose che potrebbero porre fine alla vita stessa? Questo non ha senso. Se non inizieremo presto ad usare il buonsenso, le teorie della cospirazione diventeranno assai realistiche.
Non possiamo fare affidamento sull’etica e sulla moralità dei governi. Non ne hanno. Prendete come esempio gli Stati Uniti e i loro vassalli europei. Per 20 anni hanno bombardato, invaso, assassinato e devastato sette paesi, distruggendoli completamente o in parte, il tutto sulla base di palesi bugie. E non si fa nulla al riguardo. In effetti, il processo omicida continua.
Sulla base di queste trasparenti menzogne, il presidente George W. Bush aveva violato la Costituzione degli Stati Uniti e incarcerato a tempo indefinito dei cittadini americani sulla base del semplice sospetto, e il presidente Obama aveva violato il diritto ad un giusto processo assassinando dei cittadini americani, anche lui sulla base del semplice sospetto.
Nessuno dei due è stato messo sotto accusa. Il Congresso, la magistratura e il pubblico hanno accettato questa distruzione della Costituzione degli Stati Uniti e ci hanno fatto entrare in uno stato di polizia. Quando non ci sono media onesti che proteggono la gente, la trasparenza del governo diventa ancora più critica.
Dal 2009, il governo degli Stati Uniti ha rovesciato i governi di Honduras, Ucraina, Bolivia, Brasile, Argentina, ha invertito il processo di riforma in Ecuador, ha rovesciato temporaneamente Chevez in Venezuela e continua a cercare di rovesciare il suo successore, Maduro. Cuba, la Corea del Nord, la Siria, l’Iran, la Russia e la Cina rimangono nella lista di Washington dei paesi da rovesciare.
Questa straordinaria arroganza è facilmente in grado di utilizzare come false flag un patogeno ingegnerizzato per scatenare disordini che facciano cadere un governo. Per questo motivo, la trasparenza nella ricerca è della massima importanza.
Paul Craig Roberts

16 febbraio 2020

Attilio Manca / “Suicidato” 16 Anni Fa. Quando La Verita’?


Ennesimo appello alle istituzioni di Angela Manca, la madre del giovane medico, Attilio, “suicidato” 16 anni fa a Viterbo.
Un giallo che la magistratura ha letteralmente insabbiato, archiviando il caso come quello di un suicidio.
Quando invece ci sono tutti gli elementi in grado di corroborare la pista dell’omicidio mafioso.
Il corpo di Attilio Manca venne ritrovato senza vita il 12 febbraio 2004, giorno di San Valentino, a Viterbo, con il viso tumefatto e due punture al braccio sinistro, a terra due siringhe sulle quali non è stata rinvenuta alcuna impronta. Nelle siringhe sono state trovate tracce di una miscela mortale a base di eroina.
La tesi del suicidio è stata subito contestata dai genitori del giovane urologo. Attilio era mancino: come avrebbe fatto quindi, tra le altre cose, ad iniettarsi il letale mix nel braccio sinistro?
Ma veniamo ai fatti concreti, mai tradottisi, però, in una vera e propria inchiesta giudiziaria. Manca è stato indicato da ben 5 collaboratori di giustizia come vittima di mafia.
Alcuni mesi prima della sua morte – o meglio, della sua uccisione – il superboss di Cosa nostra Bernardo Provenzano venne operato di prostata a Marsiglia. Ed Marsiglia si trovava, proprio in quei giorni, il giovane urologo.
Ad Attilio – racconta il pentito Carmelo D’Amico, ex capo dell’ala militare della mafia messinese – si era rivolto il capo-mafia di Barcellona Pozzo di Gotto, Rosario Cattafi, chiedendogli di operare Provenzano, in seguito alle “sollecitazioni di un soggetto non precisato, appartenente ai carabinieri o ai servizi segreti”.
Così si scopre in alcuni fascicoli giudiziaria; e così trova un concreto motivo il depistaggio che di tutta evidenza ha permesso l’insabbiamento del caso.
Il viaggio a Marsiglia di Attilio Manca trova un altro riscontro attraverso le intercettazioni di un altro boss, Francesco Pastoia, che per anni aveva organizzato e gestito la latitanza di Provenzano. In quelle intercettazioni Pastoia rivelava che Provenzano era stato curato da un medico italiano lì a Marsiglia. Pochi giorni dopo quelle strategiche e illuminanti intercettazioni, Pastoia viene trovato impiccato nella sua cella.
Un altro suicidio, per gli investigatori.
Ed oggi Angela – che con il marito Gino Manca e l’altro figlio Gianluca chiedono da 16 anni che si indaghi finalmente per trovare killer e mandanti – urla disperata: “verità per mio figlio”.

14 febbraio 2020

Coronavirus III° / La Super Bufala Del Primo Isolamento Allo Spallanzani


La bufala del secolo sparata in prima pagina su tutti i giornali e lanciata in coro da tutte le tivvù: Italia prima nell’isolare il coronavirus!
Esplode in una incontenibile gioia da stadio il ministro della Salute Roberto Speranza, spara i tric trac Nicola Zingaretti, 5 Stelle 5 Stars, la stampa e i partiti di destra inneggiano all’orgoglio italiano.

La più classica delle fake news, gigantesca, creata e amplificata da Media & Vati da anni pronti ad accusare proprio di fake news quelli che cercano di far luce sui maxi affari di Big Pharma, ad esempio sul fronte dei vaccini, con Roberto Burioni portabandiera.
Ma vediamo più in dettaglio come è salita la montatura.
E, soprattutto, occhio ai tempi e ai luoghi.

DIAMO I PRIMI NUMERI

Le tre ricercatrici dello Spallanzani. In apertura l’ingresso dell’Istituto e a destra il ministro Roberto Speranza
L’equipe rosa dello Spallanzani indice una conferenza stampa il 2 febbraio per comunicare il risultato: tre ricercatrici sono riuscite a isolare il Coronavirus (il ministro Speranza subito precisa: “il virus del Coronavirus”, meglio abbondare per rendere il concetto).
E giù fiumi di inchiostro e di interviste alle tre eroine che arrivano dal Sud, meravigliose imprese di dedizione, passione e scienza allo stato puro. Nel team c’è anche la giovane precaria a 1.500 euro mese: storie che fanno piangere di commozione (e di orgoglio) gli italiani, opportunamente “distratti” dai problemi veri, ben più grandi.

Dopo poche ore la cosa, però, comincia lievemente a scolorarsi.
Primi in Europa, viene precisato, perché tutti avevamo immediatamente pensato ad un primato mondiale. Quindi restiamo campioni d’Europa. Ottimo e abbondante, la Champions League è il trofeo comunque più ambito a livello internazionale.
Ma peccato che non sia proprio così. E stiliamo allora una classifica, non taroccata.
16 gennaio. Al German Center for Desease Research di Berlino arriva uno storico plico dalla Cina. Contiene la scoperta, quella vera, circa l’isolamento del virus che i laboratori hanno portato a termine il 12 gennaio, condividendola subito con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS, quindi, fin dal 12 gennaio sa che il Coronavirus è stato isolato dai cinesi.
E cosa fanno adesso a Berlino? Si occupano di sviluppare, sulla base della scoperta cinese, i nuovi metodi di laboratorio per diagnosticare la patologia. In sostanza, i cinesi hanno fornito il propellente, effettuato la scoperta, elaborato il software, mentre i tedeschi provvedono all’organizzazione tecnologica, puntano all’hardware. Un gemellaggio che funziona.

PASTEUR & DOHERTY
A ridosso la Francia, che isola il virus il 29 gennaio, quindi 4 giorni prima di noi. E’ lo storico Istituto Pasteur a portare a buon termine la sua ricerca, e come di rito comunica subito il risultato all’OMS, prima ancora di indire una conferenza stampa (così del resto hanno fatto tutti gli altri paesi).
E tutto viene comunicato, altre che all’OMS, anche alla World Medical Association che ha sede a Ginevra.
Quindi a questo punto già mezza Europa sa; con ogni probabilità tutta, per via delle ulteriori comunicazioni dell’OMS agli organismi nazionali europei preposti.

L’Istituto Pasteur di Parigi
Noi quindi non primi, ma forse ultimi e sparando i tric trac!
Per non parlare di quel che è successo al di fuori dell’Europa.
La hit estera vede così disposte le formazioni: prima Cina (ovvio del resto fosse così, per i casi scoppiati in anticipo, of course, rispetto agli altri paesi); poi Australia, quindi Giappone e Stati Uniti.
In Australia si è attivata con grande efficacia una eccellenza sul fronte dell’identificazione virale, il Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne. I ricercatori hanno lavorato, evidentemente, sulla scorta dei dati riscontrati sul primo paziente australiano affetto dal Coronavirus.
Negli Usa, invece, si sono rimboccati le maniche al CDC, ovvero Contagious Desease Center di Atlanta, in Georgia; dove tra l’altro c’è il quartier generale della celebre Food and Drug Administration. E in brevissimo tempo gli americani hanno predisposto (come del resto i tedeschi) il kit per effettuare una diagnosi in tempo brevissimo.

Quel kit che comincia ad arrivare nei presidi sanitari italiani. Per esempio al Cotugno di Napoli – il polo per la cura delle malattie infettivi di maggiore importanza nel Mezzogiorno – il kit è arrivato la mattina del 3 febbraio.

LA CILIEGINA DI LANCET
Ciliegina sulla torta. La prestigiosa rivista scientifica Lancet ha pubblicato un ampio servizio sul Coronavirus e soprattutto circa il suo isolamento, focalizzando l’attenzione sulla scoperta cinese subito comunicata all’OMS e all’Università di Berlino (come visto, al German Center for Infection Research).
E sapete di quando è il reportage di Lancet? Del 29 gennaio!

Il Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne
Da quel giorno in poi, quindi, chiunque avrebbe potuto isolarlo, anche un laboratorio di provincia. Altro che scoperta del secolo allo Spallanzani!
Da una tempistica all’altra, eccoci al cuore del problema, i mega interessi di Big Pharma, la gigantesca mole di soldi che affluirà nelle casse delle star del settore farmaceutico per brevettare il taumaturgico vaccino.
Anche a proposito dei tempi per la realizzazione del vaccino se ne sono sentite di tutti i colori: si va con estrema facilità dai 6-8 mesi ai 12, fino addirittura ad un anno e mezzo. Fake su fake, a pioggia. Nella gara di cimenta il gotha della virologia, pronto a dare i numeri.

La sede di Sanofi
Sentiamo cosa osa osservare qualcuno al ministero della Salute: “Adesso che negli altri paesi, certo non da noi (è stato inscenato il tutto – spiega – perché l’Italia potesse sedere al tavolo con gli altri paesi per il business del vaccino), è stato isolato il virus, comincia la frenetica corsa al vaccino d’oro. Ma sappiamo bene che in un caso del genere colosso non mangia colosso. Come succede per le grandi tariffe elettriche o assicurative, decide il Cartello, e a quanto pare stavolta la scelta spetta agli Stati Uniti: i quali sembra stiano dando disco verde ad una azienda europea, francese per la precisione, Sanofi, che punta le sue fiche sui celebri laboratori Pasteur. Una sorta di lasciapassare di Trump a Macron, una cortesia stramiliardaria che verrà ovviamente ricambiata. Ma come altrettanto bene si sa, tutte le case farmaceutiche leader nel settore dei vaccini riceveranno danari con la pala e vivranno una stagione d’oro. Nei periodi di emergenza e crisi, a godere sono le star che diventano ancora più luminose. E ricche”.


Di seguito pubblichiamo una nota scientifica elaborata da Giulio Tarro, il nostro maggior virologo, due volte candidato al Nobel per la medicina.

L’attuale malattia respiratoria dalla Cina


Il professor Giulio Tarro
È stato identificato un nuovo virus della famiglia dei coronavirus come responsabile della sindrome respiratoria acuta che iniziando dalla città cinese di Wuhan sta adesso diffondendosi in tutto il mondo. I focolai di polmonite sono iniziati a dicembre scorso particolarmente in persone che avevano visitato il mercato del pesce e già il 9 gennaio di quest’anno veniva identificata la sequenza genetica del virus appartenente alla stessa famiglia che aveva contagiato migliaia di persone nel 2002-2003 con una mortalità del 10%, la SARS (Sindrome Acuta Respiratoria Severa). Dopo un mese dalla comunicazione ufficiale all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci troviamo difronte al contagio di 9.700 casi con 213 morti (31-01-2020).
La trasmissione da una persona all’altra è stata stabilita dopo tre settimane della denuncia all’OMS e così il passaggio da Wuhan in Tailandia, Hong Kong e Corea del Sud. Esperti dell’università di Southampton hanno identificato le città e le nazioni a più alto rischio nel mondo per la diffusione del nuovo coronavirus (2019-nCoV). Dopo un mese il virus è già arrivato in tutti i continenti dall’Asia (Taiwan, Giappone, Singapore, Malesia, Vietnam, Nepal, India) all’Australia, all’Africa (Costa D’Avorio), alle Americhe (USA, Canada, Messico) e all’Europa (Francia, Germania, Finlandia) e da ieri in Italia – due cinesi di un gruppo turistico che dopo una settimana da Milano sono poi arrivati a Roma.

Cerchiamo adesso di stabilire l’eziopatogenesi, cioè il come ed il perché dell’attuale SARS e soprattutto come possiamo prevenire futuri scoppi epidemici. La sindrome respiratoria del medio oriente (MERS) ci aiuta a capire la porta di entrata delle cellule da parte del virus sia del pipistrello che dei cammelli o dei diversi animali (zibetto, furetto, roditori, maiali, cani, gatti, scimmie) per arrivare poi a noi umani.
“Angiotensin converting enzyme 2” (ACE 2) è lo stesso recettore di superficie della cellula usato dal virus studiato dal gruppo scientifico dell’Istituto di Virologia di Wuhan. Pertanto è noto come il virus abbia raffigurato la chiave adatta ad aprire il buco della serratura, cioè la base biochimica per penetrare la cellula umana. Sono stati isolati almeno 50 coronavirus nei pipistrelli (per lo più dall’intestino) che rappresentano il vero serbatoio di questa famiglia virale.
Il 3% degli agricoltori che lavorano nei campi della provincia di Yunnan, sudovest della Cina, presentano anticorpi nei riguardi di questi coronavirus dei pipistrelli. Il significato di tutto ciò è che in questa regione esiste una infezione da parte dei suddetti virus con una malattia mite senza segni clinici oppure causando una malattia respiratoria giammai diagnosticata in modo appropriato. Questo scoppio epidemico è successo adesso nel territorio meridionale della Cina.
Se poi vogliamo ipotizzare che il virus sia stato diffuso per un maldestro spargimento dal centro di ricerca batteriologica di Wuhan (tecnico o ricercatore contagiato a sua insaputa), allora possiamo temere maggiormente sulla globalizzazione dell’agente infettante per i motivi prima riportati.
Se pensiamo realmente che le epidemie e le pandemie potranno emergere ancora, come accaduto in questo periodo è necessario approfondire gli studi sulle terapie mediante gli anticorpi monoclonali o potenziali vaccini al costo di poche centinaia di milioni di dollari altrimenti ne spenderemo miliardi di milioni di dollari per non parlare delle vite umane.

                                                                                                                           Giulio Tarro

www.lavocedellevoci.it

12 febbraio 2020

Coronavirus II°/ Il Laboratorio Segreto Di Wuhan – I Mega Business Americani


Al centro di Wuhan, la megalopoli cinese dove si è registrato il primo caso di coronavirus, da tre anni è stato installato un gigantesco laboratorio in cui vengono studiati i più letali virus al mondo. Più che pensare al mercato del pesce da cui sarebbe partito il virus, non sarebbe il caso di riflettere su quel centro che più segreto non si può?



Bill e Melinda Gates. In apertura folla a Wuhan per ricevere medicinali e informazioni
Secondo fronte. Appena 100 giorni fa a New York si è svolta una simulazione di pandemia globale: guarda caso da coronavirus. Ad organizzare l’Evento 201 – così è stato battezzato – tre star dell’american system: la ‘Fondazione Bill & Melissa Gates’, il ‘Johns Hopkins for Health Security’ e il ‘World Economic Forum’. Un bel tris d’assi.
Nel frattempo, stanno cominciando a scorrere fiumi e fiumi da miliardi di dollari e le major di Big Pharma stanno raccogliendo le prime, già colossali cifre. Una casa farmaceutica di medie dimensioni, in particolare, si sta mettendo in luce per il suo frenetico attivismo e per la eccezionale capacità di calamitare palate di dollari: si tratta di Moderna Inc., una corporation nata dieci anni fa a Cambridge e che collabora anche con la Fondazione di Bill e Melinda Gates. I casi della vita.
Direte. Ma come si collegano le tre situazioni? Senza peraltro glissare sulla anomala coincidenza temporale tra lo scoppio della pandemia e il forum di Davos. Non azzardiamo ipotesi. Cerchiamo invece di raccogliere elementi in grado di mettere meglio a fuoco il tutto.

IL LABORATORIO BIOLOGICO SEGRETO DI WUHAN
Partiamo dalla Cina e dallo scoppio della pandemia, che da giorni occupa le prime pagine della stampa mondiale.
Fresca la notizia di Wuhan come capitale internazionale per la produzione di mascherine, quelle che si usano in tutto il mondo per proteggersi la bocca e mezzo viso. Le fanno lì dove è si è registrato il primo focolaio di coronavirus; come dire, ce le mettiamo in faccia e arrivano proprio dall’epicentro del dramma.

Un bruscolino, comunque, la notizia rispetto alla scoperta di quel mega laboratorio nel cuore di Wuhan, tenuto a battesimo nel 2017, nel più totale silenzio mediatico internazionale.
Più che positivo lo scopo, quello di fronteggiare le minacce biologiche di ogni giorno. Molto diversa è la realtà, la quale parla di studi che comportano gravissimi rischi di contaminazione, anche se – sulla carta, quindi solo in teoria – per la sua realizzazione sono state usate tutte le precauzioni possibili e nel laboratorio esisterebbe il massimo livello di biosicurezza.
Ma resta in piedi il gigantesco interrogativo. Non è più credibile l’ipotesi di una qualche perdita, di una fuoruscita anche minima di sostanza batterica capace di scatenare quell’inferno? Piuttosto che andare a pesca di virus nel mercato – non certo igienico né tantomeno consigliabile – di Wuhan, ora chiuso dalle autorità?
I sospetti, d’altra parte, sono ancora più alimentati dall’intervista che il Washington Time ha realizzato con un ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, Dany Shoham, esperto sul fronte delle guerre batteriologiche. A suo parere, il laboratorio di Wuhan è collegato con il programma segreto di armi chimiche elaborato a Pechino. Se vi par poco!

QUELLA PROFETICA SIMULAZIONE

Il Forum Economico Mondiale
Ci saranno voluti mesi e mesi per organizzare un evento di tale portata, non a caso denominato Event 201. E, come detto, sono scesi in campo degli autentici colossi, come la Fondazione dei Paperoni del mondo, Bill e Melinda Gates, nonché il prestigioso Forum economico mondiale e un’eccellenza scientifica come il centro Hopkins.
Mesi e mesi di durissimo lavoro per vederne i frutti quel fatidico 18 ottobre nel cuore di New York. Lo scopo, per la precisione, era quello di conoscere, gestire e ridurre le conseguenze economiche su larga scala di un’eventuale pandemia globale, a base – guarda caso – di coronavirus, dagli effetti economici e sulla salute incalcolabili (si è parlato espressamente di 65 milioni di morti).

Allo scoppio dell’epidemia, settimane fa, il centro Hopkins è stato investito da una marea di richieste di chiarimento dai cittadini, e si è visto costretto a diramare un comunicato, in cui si cerca di minimizzare il caso. Hanno infatti precisato che “lo scenario era modellato su una pandemia immaginaria di coronavirus” e dichiarato che “non si trattava di una previsione”. Aggiungendo ancora che “non prevediamo ora che l’epidemia noCoV-2019 ucciderà 65 milioni di persone. Sebbene il nostro esercizio da tavolo includesse un finto coronavirus”.
Esercizi da tavolo? Finto coronavirus? Danno i numeri o cosa?

LA GROSSA COALIZIONE
Come i cinesi hanno realizzato a Wuhan un ospedale da mille posti in quindici giorni, altrettanto hanno impiegato gli americani per mettere in piedi una maxi Coalizione in grado di dichiarare guerra all’invasione virale. Si tratta della “Coalition for Innovations in Preparation for Epidemics”.
Ma chi ne sarà mai il portabandiera? L’onnipresente, infaticabile Bill Gates, pronto a scendere in campo al primo squillar di trombe per difendere la propria amata bandiera a stelle e strisce.
E quale è stato il primo provvedimento preso dalla grande Coalition? Quello di stanziare cash 11 miliardi di dollari a favore di due star del firmamento farmaceutico. Non le solite big – che stanno comunque rastrellando danari con la pala, Merck & Co, Sanofi, GlaxoSmitheKline e Pfizer – ma due sigle più che mai in rampa di lancio, Inovio e Moderna.
Queste ultime, Inovio e Moderna, in compagnia di una terza casa farmaceutica, Novavax, stanno infatti correndo per riuscire a brevettare un vaccino nel più breve tempo possibile e quindi decretare la propria fortuna per sempre.
La Coalition, comunque, non foraggia solo le stelle di casa sua, perché la generosità è senza limiti e senza confini: per fare un solo esempio, ha già finanziato l’Università del Queensland, in Australia, impegnata nella caccia al vaccino anti coronavirus.
Osserva un analista finanziario di Wall Street: “Basta seguire i listini e vedere non solo adesso ma soprattutto nelle prossime settimane, come andranno i titoli. In picchiata quelli industriali e commerciali, in stratosferica impennata quelli di Big Pharma. Perché in queste grandi emergenze, spesso gonfiate a dismisura, c’è sempre chi costruisce le proprie fortune”.

MODERNA & MELINDA
Qualche parola in più sulla star emergente, Moderna Inc. Costituita nel 2010, è cresciuta molto in fretta, stabilendo – come si suol dire – sinergie operative con la Fondazione Gates, con la stella già splendente Merck, e un’altra azienda che fa la sua fortuna in pillole, Astrazeneca. Per non sottolineare, poi, gli stretti rapporti di collaborazione di Moderna con DARPA, Defense Advanced Research Projects Agency, vale a dire l’Agenzia del Dipartimento americano della Difesa che si occupa di ricerche militari. Un bel programma di… difesa immunitaria!
La lista della spesa per le ricerche, ora, è in pieno sommovimento. Da tener presenti anche i 7 miliardi di dollari che la già onnipresente Coalition sta muovendo in direzione del National Institute of Health onde utilizzare la sua piattaforma di sviluppo di farmaci genetici per produrre un vaccino sperimentale. Un occhio, dunque, non solo per Big Pharma, ma anche per il settore pubblico, dove proliferano di possibilità di consulenze a tanti zeri per research & friends.


Una strada di Wuhan deserta per il cordone sanitario
Per finire, passiamo in rapida carrellata quanto emerge da un questionario inviato da un sito scientifico americano a proposito delle strategie che le singole case farmaceutiche stanno adottando.
Una delle più attive, oggi, è il gigante Johnson & Johnson, con il capo scientifico Paul Stoffels super impegnato nell’elaborazione di un programma che possa consentire di arrivare ad un vaccino in circa sei massimo dodici mesi, e da poter produrre su larghissima scala, vista la l’enorme capacità del gruppo (oltre 1000 unità produttive sparse per il mondo). I suoi esperti ritengono che il virus somigli più al tipo Zika che a Ebola.
I quattro calibri prima citati (Merck & Co, Sanofi, Glaxo e Pfizer) sono considerati i leader per quanto concerne la produzione di vaccini, e quindi ovviamente stanno lavorando a mille.
Per la precisione Glaxo sta monitorando molto da vicino la situazione; Sanofi sta seguendo con attenzione gli sviluppi e fa parte essa stessa della CoalizioneMerck ha formato un agguerrito, nutrito team di super esperti e anche loro promettono grossi risultati entro massimo otto mesi un anno; bocche del tutto cucite a Pfizer.
Alla fine del tour, balzano in tutta evidenza i mega affari che si stanno sviluppando negli Stat Uniti, con la stessa velocità di propagazione del coronavirus.
D’altra parte balza in evidenza l’esistenza – fino ad oggi ignota – del maxi laboratorio segreto di Wuhan, che lavora ad un altro programma segreto, quello sul fronte biologico, vale dire di biodifesa e forse anche di bio terrorismo.
Guerra dei dazi a parte, è una delle nuove facce del conflitto (o cosa) tra le due super potenze?

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