16 ottobre 2019

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 15 ott 2019


Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
Douces sanctions US contre la Turquie
 

 
Le PKK-YPG, terroriste selon le côté de la frontière
 

 
Les armées syrienne et turque tentent d'occuper le terrain
 

 
Les 15 camps de prisonniers de Daesh au « Rojava »
 

 
L'accord d'Hmeimim
 

 
Les militaires français pris au piège en Syrie
 

 
Les jihadistes au cœur du désaccord atlantiste
 

 
Le révisionnisme historique du parlement européen
 

 
L'accord secret sur la question kurde
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Communiqué du Conseil de Défense et de Sécurité nationale
 

 
Qu'est ce que l'opération « Source de paix » ?
 

 
Déclaration de Jens Stoltenberg sur l'opération « Source de paix »
 

 
Mise en garde de la Syrie
 

 
Déclaration du président du Conseil de sécurité sur la Syrie
 

 
Déclaration de Federica Mogherini sur la Syrie
 

 
Communiqué du Ministère russe des Affaires étrangères concernant l'interpellation d'une députée de la Douma aux États-Unis
 

 
Déclaration de la Maison-Blanche à propos des terroristes du Nord de la Syrie
 

 
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La verità su Ettore Majorana – Alfredo Ravelli



Alfredo Ravelli, cugino di Rolando Pelizza, strettissimo collaboratore del fisico Ettore Majorana e realizzatore della sua famosissima (e ricercatissima) macchina in grado di trasformare energia e materia, espone a Byoblu le prove che secondo lui documentano inequivocabilmente che Majorana, scomparso misteriosamente nel 1938, sarebbe stato ancora vivo fino a pochi anni fa, e la sua macchina avrebbe dimostrato di poter funzionare.
Chi era Ettore Majorana, perché sparì nel nulla tra il 26 e il 27 marzo del 1938 e soprattutto, che fine fece?
Alfredo Ravelli approfondisce il segreto di Majorana attraverso il suo ultimo libro, “2006: Majorana era vivo! – Le ultime lettere di Ettore Majorana a Rolando Pelizza”.
Quest’ultimo, che sarebbe rimasto in contatto con Majorana attraverso 15 lettere vergate a mano nel 1976 sulla piattaforma di un forte in alta montagna, con un esperimento videotrasmesso mostra ad alcuni conoscenti come sia capace di annichilire una roccia mediante una piccola macchina elaborata da Majorana e afferma di poter utilizzare l’antimateria.
Nei molti esperimenti eseguiti seguendo le istruzioni di Majorana, Pelizza con questa macchina – il cui uso pacifico consiste nella distruzione dei rifiuti e delle scorie radioattive – otterrebbe non solo la possibilità di distruggere elementi, ma soprattutto di poter ricavare grandi quantità di energia praticamente a costo zero. Nei successivi esperimenti Pelizza cerca piena conferma della terza fase indicatagli dal suo maestro: la trasformazione della materia.

15 ottobre 2019

[Reseau Voltaire] Les militaires français pris au piège en Syrie 14 ott 2019

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Les militaires français pris au piège en Syrie
Réseau Voltaire | 14 octobre 2019
Le président Emmanuel Macron a réuni un Conseil de défense au PC Jupiter de l'Élysée, le 13 octobre 2019 en fin de soirée, pour statuer sur les forces militaires et civiles positionnées au Nord de la Syrie.
• En secret, le président Macron avait ajouté huit bases militaires à celle déjà implantée par le président Hollande. Toutes les neuf sont illégales au regard du droit international. Elles avaient pour mission de soutenir le démantèlement de la Syrie et la création d'un nouvel État, le « Rojava » (Kurdistan).
• Il avait également donné instruction à la DGSE de favoriser l'engagement d'anarchistes français dans les rangs du YPG kurde [1], dont un est déjà revenu en France et a tenté d'abattre un hélicoptère de la Gendarmerie nationale [2].
• Il avait enfin encouragé le déplacement d'ONG humanitaires sous contrôle militaire.
On ignore si le Conseil de défense a été informé à temps de l'accord, négocié au même moment par l'armée russe sur sa base aérienne d'Hmeimim, entre le YPG et la République arabe syrienne.
Les personnels français ont assisté durant trois ans, sans être autorisés à intervenir, aux crimes contre l'humanité perpétrés par des éléments kurdes contre les Assyriens chrétiens et les Arabes musulmans au Nord-Est de la Syrie.
Ils n'ont pas été repliés lorsque, le 6 octobre, la Maison-Blanche a informé la France de l'imminence de l'invasion turque, laquelle a débuté le 9 octobre.
Aujourd'hui, en l'absence des forces US, les personnels français sont pris entre deux feux : d'une part l'armée turque que le président Hollande a trahi en 2015, d'autre part les ex-alliés kurdes ralliés à la République arabe syrienne que la France combat.
Carte des bases secrètes françaises publiée par l'agence officielle turque, Anadolu Agency, en janvier 2019 :
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À lire sur voltairenet.org : Tout ce que l'on vous cache sur l'opération turque « Source de paix », une étude en trois parties de Thierry Meyssan.
- 1. La généalogie de la question kurde (mardi 15 octobre)
- 2. Le Kurdistan, imaginé par le colonialisme français (mercredi 16 octobre)
- 3. L'invasion turque du Rojava (jeudi 17 octobre)
[1] Cf. le film Sœurs d'armes, de Caroline Fourest, ex-porte-parole de l'Union communiste libertaire.
[2] « Ces revenants du Rojava qui inquiètent les services de renseignement », Matthieu Suc et Jacques Massey, Médiapart, 2 septembre 2019.
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14 ottobre 2019

Il golpe anglo-americano che aveva messo fine all’indipendenza dell’Australia


Nel 1975, il Primo Ministro Gough Whitlam, che è mancato questa settimana [L’articolo è dell’ottobre 2014 ed era stato scritto subito dopo la morte dell’ex primo ministro, N.D.T.], aveva osato rivendicare l’autonomia del proprio paese. La CIA e il MI6 si erano assicurati che ne pagasse il prezzo.
Sui media e nell’establishment politico australiano è calato il silenzio sulla memoria del grande Primo Ministro riformatore Gough Whitlam. I suoi successi sono riconosciuti, seppur a malincuore, i suoi errori vengono sottolineati con falso rincrescimento. Ma la ragione principale del suo straordinario insuccesso politico, essi sperano, sarà seppellita con lui.
L’Australia, durante gli anni di Whitlam, 1972-75, era diventata per un breve periodo di tempo uno stato indipendente. Un commentatore americano aveva scritto che nessun paese aveva “invertito la sua posizione negli affari internazionali in modo così totale senza passare attraverso una rivoluzione interna.” Whitlam aveva posto fine alla servilità coloniale della sua nazione. Aveva abolito il patrocinio reale, indirizzato l’Australia verso il Movimento dei paesi non allineati, sostenuto le”zone di pace” e si era opposto ai test sulle armi nucleari.
Anche se non veniva considerato un laburista di sinistra, Whitlam era un socialdemocratico anticonformista per principio, orgoglio e correttezza. Credeva che una potenza straniera non dovesse controllare le risorse del suo paese e dettarne la politica economica ed estera. Aveva intenzione di “ricomprare la fattoria.” Nel redigere i primi atti legislativi sui diritti delle terre degli aborigeni, il suo governo aveva risvegliato il fantasma del più grande esproprio terriero nella storia dell’umanità, la colonizzazione britannica dell’Australia e la questione di chi fossero le enormi ricchezze naturali del continente insulare.
I Latino-Americani riconosceranno l’audacia e il pericolo di questa “voglia di libertà” in un paese il cui establishmente era indissolubilmente legato ad un grande potenza straniera. Gli Australiani avevano partecipato ad ogni avventura imperiale britannica, fin da quando in Cina era stata repressa la ribellione dei Boxer. Negli anni ’60, l’Australia aveva implorato per unirsi agli Stati Uniti nell’invasione del Vietnam, poi aveva messo a disposizione i suoi “black team” [gruppi di specialisti per operazioni clandestine], gestiti però dalla CIA. I cablogrammi diplomatici statunitensi pubblicati lo scorso anno da Wikileaks rivelano i nomi di figure di spicco in entrambi i principali partiti, tra cui un futuro primo ministro e un ministro degli esteri, nel ruolo di informatori di Washington durante gli anni di Whitlam.
Whitlam conosceva il rischio che stava correndo. Il giorno dopo la sua elezione, aveva ordinato che il suo staff non venisse “controllato o molestato” dal servizio di sicurezza australiana, Asio, allora come adesso legato all’intelligence anglo-americana. Quando i suoi ministri avevano pubblicamente condannato i bombardamenti americani sul Vietnam definendoli “corrotti e barbari,” un funzionario della stazione della CIA a Saigon aveva dichiarato: “Ci hanno detto che gli Australiani potrebbero benissimo essere considerati dei collaboratori dei Nord-Vietnamiti.
Whitlam aveva chiesto di sapere se e perché la CIA gestisse una base di spionaggio a Pine Gap, vicino ad Alice Springs, un gigantesco aspirapolvere che, come ha da poco rivelato Edward Snowden, consente agli Stati Uniti di spiare tutti. “Se cercherete di fregarci o di manipolarci,” aveva detto il primo ministro all’ambasciatore degli Stati Uniti, “[Pine Gap] diventerà una questione tutta da rivedere.
Victor Marchetti, l’ufficiale della CIA che aveva contribuito a creare Pine Gap, mi aveva confidato in seguito: “Quella minaccia di chiudere Pine Gap aveva fatto venire un colpo apoplettico alla Casa Bianca … si era iniziato a preparare una specie di [golpe come in] Cile.”
I messaggi top-secret di Pine Gap venivano decodificati da un’azienda dipendente dalla CIA, la TRW. Uno dei decodificatori era Christopher Boyce, un giovane turbato dall’inganno e dal tradimento da parte di un alleato. Boyce aveva riveato che la CIA si era infiltrata nella dirigenza politica e sindacale australiana e che si riferiva al Governatore Generale dell’Australia, Sir John Kerr, come “il nostro uomo, Kerr.”
Kerr non era solo l’uomo della Regina, aveva legami di vecchia data con l’intelligence anglo-americana. Era un appassionato sostenitore dell’Associazione Australiana per la Libertà Culturale, descritta da Jonathan Kwitny del Wall Street Journal nel suo libro, The Crimes of Patriots, come “un gruppo d’élite, esclusivamente su invito … smascherato di fronte al Congresso come fondato, finanziato e completamente gestito dalla CIA.” La CIA “aveva pagato i viaggi di Kerr, costruito il suo prestigio … Kerr aveva continuato ad assecondare la CIA per soldi.”
Quando Whitlam era stato rieletto per un secondo mandato, nel 1974, la Casa Bianca aveva inviato a Canberra come ambasciatore Marshall Green. Green era una figura imperiosa e sinistra, che operava all’ombra dello “stato profondo” americano. Conosciuto come il “maestro del golpe,” aveva avuto un ruolo centrale nel colpo di stato del 1965 contro il presidente Sukarno in Indonesia, che aveva provocato quasi un milione di morti. Uno dei suoi primi discorsi in Australia, presso l’Australian Institute of Directors, era stato descritto da un membro allarmato del pubblico come “un incitamento agli imprenditori del paese a ribellarsi contro il governo.
Gli Americani e gli Inglesi avevano lavorato insieme. Nel 1975, Whitlam aveva scoperto che il MI6 britannico stava operando contro il suo governo. “Gli Inglesi stavano effettivamente decodificando i messaggi segreti che arrivavano nel mio ufficio per gli affari esteri,” aveva detto in seguito. Uno dei suoi ministri, Clyde Cameron, mi aveva riferito: “Sapevamo che il MI6 stava spiando le riunioni di gabinetto per conto degli Americani.” Negli anni ’80, alcuni alti funzionari della CIA avevano rivelato che il “problema Whitlam” era stato discusso “con urgenza” dal direttore della CIA, William Colby e dal capo del MI6, Sir Maurice Oldfield. Un vicedirettore della CIA aveva detto: “Kerr ha fatto quello che gli era stato detto di fare.
Il 10 novembre 1975, a Whitlam era stato mostrato un messaggio telex top-secret proveniente da Theodore Shackley, il noto capo della divisione della CIA per l’Asia Orientale, che aveva contribuito al colpo di stato contro Salvador Allende in Cile, due anni prima.
Il messaggio di Shackley era stato letto a Whitlam. In esso si diceva che il primo ministro australiano rappresentava un rischio per la sicurezza del suo paese. Il giorno prima, Kerr aveva visitato il quartier generale del Defence Signals Directorate (DSD), la NSA australiana, dove era stato informato sulla “crisi della sicurezza.”
L’11 novembre, il giorno in cui Whitlam avrebbe dovuto informare il parlamento della presenza segreta della CIA in Australia, era stato convocato da Kerr. Invocando arcaici, vice-regali “poteri di riserva,” Kerr aveva licenziato il suo primo ministro democraticamente eletto. Il “problema Whitlam” era stato risolto e la politica australiana, e la nazione intera, non avrebbero mai più riconquistato la loro vera indipendenza.
John Pilger
Fonte: www.theguardian.com

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

11 ottobre 2019

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 9 ott 2019


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Focus




En bref

 
L'accord secret sur la question kurde
 

 
30 morts dans les manifestations en Iraq
 

 
Le plan Erdoğan pour le Nord de la Syrie
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Déclaration de Federica Mogherini sur la Syrie
 

 
Communiqué du Ministère russe des Affaires étrangères concernant l'interpellation d'une députée de la Douma aux États-Unis
 

 
Déclaration de la Maison-Blanche à propos des terroristes du Nord de la Syrie
 

 
Sergueï Lavrov au Club de Valdaï
 

 
Discours d'Emmanuel Macron devant l'Assemblée parlementaire du Conseil de l'Europe
 

 
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Unione nazionale in Siria e Venezuela, di Thierry Meyssan


All’inizio di settembre siamo stati i soli ad annunciare il passo decisivo contemporaneamente compiuto in Siria e Venezuela. Paesi che ora non cercano più di negoziare con i terroristi, bensì di costruire un nuovo regime in collaborazione con l’opposizione patriottica.

Siria e Venezuela si giocano contemporaneamente e parallelamente il proprio futuro. Ed è normale sia così, perché trattasi di conflitti che non hanno origine locale, ma sono frutto della strategia del Pentagono di distruzione delle strutture statali, avviata dapprima nel Medio Oriente Allargato, in seguito nel Bacino dei Caraibi (dottrina Rumsfeld/Cebrowski [1]).
La situazione e le capacità dei due Stati sono molto diverse, ma la resistenza al capitalismo globale è la medesima. Hugo Chávez (presidente dal 1999 al 2013) è stato portavoce delle popolazioni delle periferie del mondo, di fronte alle ambizioni delle società transnazionali. Deluso dalla defezione di alcune nazioni del Movimento dei Paesi Non-allineati, diventate vassalle degli Stati Uniti, Chávez e il presidente siriano Bashar al-Assad immaginarono di rifondare il Movimento su basi rinnovate e di chiamarlo Movimento dei Liberi Alleati [2]. A chi si poneva domande sui tempi di realizzazione di quest’ambizioso progetto, il presidente venezuelano rispondeva con la previsione che l’omologo siriano avrebbe occupato il suo posto sulla scena internazionale. Nel piano quinquennale 2007-2013, che redasse in prima persona, Chávez inserì anche istruzioni per le amministrazioni del Paese affinché sostenessero un alleato politico tanto lontano, la Siria [3].
Da 18 anni la guerra imperversa nel Medio Oriente Allargato e da otto in Siria. Afghanistan, Iraq e Libia sono già stati distrutti. Lo Yemen è ridotto alla fame. In Siria un governo in esilio è stato riconosciuto dagli Stati Uniti e da un pugno di loro alleati. Il patrimonio del Paese in Occidente è stato confiscato. Nella Lega Araba un governo alternativo ha rimpiazzato quello costituzionale. I vassalli regionali del Pentagono si sono messi agli ordini della NATO.
Nel Bacino dei Caraibi il preludio alla guerra è già in fase avanzata, soprattutto in Nicaragua e a Cuba. In Venezuela un autoproclamato presidente è stato riconosciuto dagli Stati Uniti e da un pugno di loro alleati. Il patrimonio del Paese in Occidente è stato confiscato. Nell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) un governo alternativo ha rimpiazzato quello costituzionale. I vassalli regionali del Pentagono stanno riattivando il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR).
La guerra in Siria è al termine perché la presenza militare russa rende impossibile l’invio di nuove truppe per combattere il governo [legittimo] del Paese, siano esse formate da soldati regolari statunitensi, da mercenari ufficialmente ingaggiati dal Pentagono o da mercenari ufficiosamente ingaggiati dagli alleati della NATO. Ma la vittoria contro decine di migliaia di mercenari dell’Esercito Arabo Siriano non significa pace.
In Siria e Venezuela la pace sarà possibile solo a condizione che la società fratturata – dalla guerra nel primo caso e dalla sua preparazione nel secondo – venga riparata. In Siria la riparazione potrà avvenire attraverso la redazione e l’adozione d’una nuova Costituzione, come previde quattro anni fa la risoluzione ONU 2254. Anche in Venezuela la pace dovrà passare dalla creazione di un regime di unione nazionale, ove si associno gli chavisti e l’opposizione patriottica, ancora viva nel Paese, cui sta a cuore la preservazione della nazione.
Con l’assenso del presidente Trump, nonostante l’opposizione dei generali del Pentagono e dei diplomatici del dipartimento di Stato, il 16 settembre Siria e Venezuela hanno fatto passi avanti in questa direzione. Lo stesso giorno Iran, Russia e Turchia hanno annunciato la formazione della Commissione Costituzionale Siriana [4] e il Venezuela l’apertura di un Tavolo di dialogo che riunisce rappresentanti del governo e dell’opposizione patriottica [5]. Un’iniziativa che si sostituisce ai negoziati che il governo costituzionale aveva intavolato alle Barbados – alla presenza di mediatori norvegesi – con i rappresentanti dell’autoproclamato presidente Guaidó; negoziati che quest’ultimo dichiarò esauriti e abbandonò. Analogamente, la Commissione Costituzionale Siriana mette fine ai negoziati che il governo conduceva da anni con gli jihadisti “moderati”, sotto gli auspici dell’ONU.
Dopo l’inizio della guerra in Siria il principio di Unione Nazionale si è gradualmente affermato. Il presidente Assad riuscì a organizzare nel 2014 un’elezione presidenziale conforme agli standard internazionali dei regimi democratici. In Venezuela invece questo principio rappresenta una novità, di cui ancora non tutti sono convinti. Un precedente tentativo avviato da papa Francesco è fallito. Questa volta, in poche ore, i negoziatori sono riusciti ad accordarsi su tutto quel che Guaidó asserisce di rivendicare, ma che in realtà rifiuta di formalizzare. Gli chavisti hanno smesso di disertare le sedute dell’Assemblea Nazionale; la riforma della Commissione elettorale è in gestazione; il vice-presidente dell’Assemblea Nazionale, prima agli arresti, è stato rilasciato; e via di questo passo.
La diffusione della notizia di questi considerevoli progressi ha coinciso con la vacanza del posto di Consigliere per la Sicurezza Nazionale USA. La sostituzione di John Bolton con Robert O’Brien favorisce l’avvio di un nuovo indirizzo a Washington. I due uomini hanno le medesime referenze ideologiche, l’“eccezionalismo statunitense”, ma stili opposti: il primo minaccia di guerra l’intero pianeta, il secondo è consumato negoziatore.
Giacché i partigiani del terrorismo – gli jihadisti “moderati” e i guarimberos di Juan Guaidó – ne sono esclusi, Unione Europea e Gruppo di Lima, privi del pragmatismo del presidente Trump, condannano questi progressi.

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10 ottobre 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 9 ott 2019


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Focus




In breve

 
L'accordo segreto sulla questione kurda
 

 
Iraq, trenta morti nelle manifestazioni
 

 
Il piano Erdoğan per il nord della Siria
 
Controversie

 
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