22 marzo 2019

Dalle armi di distruzione di massa irachene alle armi chimiche siriane, di Thierry Meyssan


In un rapporto del 1° marzo 2019, l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche certifica che nell’attacco di Duma (Siria) del 7 aprile 2018 non c’è stato uso di sostanze chimiche vietate; il bombardamento tripartito, intrapreso per rappresaglia da Stati Uniti, Francia e Regno Unito, era perciò ingiustificato: uno scandalo che ricalca esattamente quello delle pseudo-armi di distruzione di massa irachene. Le manipolazioni non finiranno, almeno fino a quando gli Occidentali si fideranno a occhi chiusi dei loro media.


Il comportamento dei giornalisti occidentali è davvero sconcertante: prendono per buone e diffondono le affermazioni dei politici ritenendole fondate a priori,senza tener conto delle smentite degli organismi internazionali. Sono incapaci di riconoscere di essere stati manipolati.

La giustificazione della devastazione dell’Iraq

Nel 2003 i media occidentali unanimemente presero per buone le affermazioni di George W. Bush, secondo cui l’Iraq disponeva di armi di distruzione di massa. In seguito, credettero a Tony Blair, secondo cui l’Iraq aveva vettori in grado di colpire l’Occidente in 45 minuti e di far morire le popolazioni disperdendo gas tossici. Infine, credettero persino al segretario di Stato, Colin Powell, secondo cui l’Iraq offriva rifugio a Osama Bin Laden.
Eppure, nello stesso periodo la Commissione di Controllo, Verifica e Ispezione delle Nazioni Unite (COCOVINU, UNMOVIC in inglese) dichiarava che le affermazioni di Bush e Blair erano senza alcun dubbio false. La Commissione fu l’unico organismo ad aver accesso al territorio iracheno, nonché a effettuare tutte le necessarie verifiche. Né CIA né MI6 ne ebbero l’opportunità; eppure entrambi smentirono le conclusioni della Commissione.
Ricordiamo, incidentalmente, che la Francia di Jacques Chirac si oppose alla guerra contro l’Iraq, a motivo che «la guerra è sempre la peggiore delle soluzioni». Nemmeno la Francia quindi affermò che le accuse anglo-statunitensi erano, con ogni evidenza, false, come si deduceva dalle conclusioni dell’organismo di controllo internazionale, la COCOVINU appunto.
Oggi si ricostruire la storia a forza di film e serie televisive. Siamo tutti concordi nel riconoscere di essere stati manipolati. Però sosteniamo che le intelligence statunitense e britannica sono state a loro volta manipolate dai politici e che nessuno aveva strumenti per conoscere la verità. È falso. Basta immergersi nella stampa dell’epoca per verificare come tutti congiurassero per screditare il direttore della COCOVINU, lo svedese Hans Blix, che osava tenere testa alla più grande potenza mondiale del tempo. Questo è quanto ha stabilito, tredici anni più tardi, la Commissione Chilcot [1].
E si tace anche delle accuse scagliate da Colin Powell al Consiglio di Sicurezza dell’ONU [2]: nel 2002 Osama Bin Laden viveva a Bagdad, i suoi luogotenenti erano tuttora lì e fabbricavano derivati tossici del ricino. Lì, sosteneva Powell, si preparavano attentati in Francia, Regno Unito, Spagna, Italia, Germania e Russia. Era perciò urgente intervenire.
Ebbene, credere a simili sciocchezze significa non conoscere affatto il partito al potere in Iraq, il Baas. Così, per non riconoscere la propria ignoranza, i giornalisti occidentali hanno preferito dimenticare l’episodio.

La complicità dei media è immutata

Dopo l’attacco all’Iraq da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, i media hanno continuato a mentire, questa volta volontariamente, per nascondere la precedente menzogna involontaria. Tutti hanno preferito raccontare di essere stati ingannati. Nessuno ha ammesso il proprio errore professionale: l’aver sottovalutato il parere degli esperti delle Nazioni Unite.
Gli storici che hanno studiato la propaganda di guerra hanno dimostrato come, quando si vuole una guerra, si fabbrichi sempre una quantità incredibile di testimonianze e prove false. Benché tutti i giornalisti riconoscano che «la prima vittima di una guerra è la Verità» (Rudyard Kipling), nessuno ha adottato il semplice metodo che ci vaccina contro le intossicazioni: conservare sangue freddo mentre tutti si agitano, non esitare ad andare controcorrente e svolgere il proprio lavoro, verificando le fonti. Questo è il metodo di Réseau Voltaire, che ci è valso il marchio di «cospirazionisti».

La giustificazione della guerra contro la Siria

Così, a proposito della guerra in Siria tutti persistono a non voler aprire gli occhi, a credere che i fatti siano scaturiti da «una rivoluzione contro una dittatura», cui il «regime» ha risposto «massacrando il suo stesso popolo» a colpi di «tortura», di «barili-bomba», «di armi chimiche», spingendo la popolazione alla violenza. Ebbene, tutto questo, oltre che stupido, come nel caso del preteso invito di Osama Bin Laden da parte del presidente Saddam Hussein, è stato anche smentito da missioni internazionali, come la COCOVINU.
La «rivoluzione contro la dittatura» è stata formalmente smentita dall’unica organizzazione che ha avuto gli strumenti per giudicare: una missione internazionale della Lega Araba, autorizzata a viaggiare in tutta la Siria e che con il personale a disposizione ha potuto coprire l’intero territorio, dal 24 dicembre 2011 al 18 gennaio 2012 [3]. Ma i giornalisti occidentali preferiscono sempre credere alle versioni dei fatti offerte dai governi piuttosto che agli organismi che hanno gli strumenti per verificarli.
Le fotografie dei morti per “tortura”, che il Rapporto Cesar ha imputato alla Siria, sono in realtà le immagini delle vittime della tortura degli jihadisti. Basterebbe riflettere solo un po’: Cesar dichiara di averle scattate per l’esercito arabo siriano, ma di non conoscere l’identità dei morti. Quale interesse potrebbe avere Damasco per un archivio fotografico senza informazioni sulle vittime?
I «barili-bomba» sono una leggenda altrettanto stupida: perché l’esercito arabo siriano avrebbe utilizzato bombe artigianali quando ne dispone di sofisticate fornite dalla Russia?

Dopo le armi di distruzione di massa irachene,
le armi chimiche siriane

Il fatto più significativo è l’accusa alla Siria di aver fatto uso di armi chimiche. L’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC, OPCW in inglese), incaricata di fare luce sull’asserito attacco del 7 aprile 2018 a Duma – che Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno sanzionato unilateralmente con un bombardamento sulla Siria – ha reso pubblico il proprio rapporto il 1° marzo 2019. Pur senza affermarlo esplicitamente, esso conferma, punto per punto, che la vicenda fu una montatura.
Si noti che cinque anni prima dell’attacco della Ghuta, la Siria aveva aderito alla Convenzione internazionale contro le armi chimiche. Le sue scorte di armi chimiche furono poste sotto sequestro, quindi distrutte congiuntamente da Russia e Stati Uniti, sotto il controllo dell’OPAC. Affermare che nel 2018 Damasco fosse ancora in possesso di armi chimiche significa innanzitutto contestare l’operato dell’Aia, di Mosca e Washington.
Nel 2018 il Dipartimento di Stato sostenne di essere in possesso di prove credibili dell’«uso di gas sarin da parte della Siria» contro i «democratici»; la Russia denunciò invece una messinscena orchestrata dal Regno Unito. Con grande faccia tosta, il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, s’indignò per le accuse russe, definendole «grottesche, bizzarre», nonché una «flagrante menzogna».
Ebbene
- Le tre fonti che confermarono l’attacco sono tutte britanniche: i Caschi Bianchi (ONG controllata dal MI6), l’Osservatorio Siriano per i Diritti dell’Uomo (fucina dei Fratelli Mussulmani, alimentata con le informazioni dell’MI6) e l’Esercito dell’Islam (gruppo armato fondato da Zohran Allouche, la cui famiglia all’epoca risiedeva a Londra, in una lussuosa residenza presidiata dalla polizia).
- L’Esercito dell’Islam impedì all’OPAC di vedere i corpi delle vittime, di contarli e di fare le autopsie. La delegazione poté entrare a Duma solo dopo che i cadaveri furono cremati. La cremazione non è costume islamico e non fu necessaria per ragioni sanitarie.
- Secondo l’OPAC i reperti prelevati dimostrano che a Duma non è stata utilizzata alcuna sostanza chimica. Neanche una.
- L’organizzazione ammette tuttavia che sul luogo del preteso attacco chimico potrebbero essere stati tirati due razzi, che avrebbero potuto contenere una sostanza tossica clorata. Tuttavia, il cloro all’aria aperta si disperde. Può uccidere solo in uno spazio chiuso. Per questo motivo il cloro non è inserito nella lista delle armi chimiche vietate ed è utilizzato come presidio per la manutenzione.
Facciamo incidentalmente notare che l’Esercito dell’Islam (Jaych al-Islam) è l’organizzazione “democratica” che decapitò i «cani di Bashar» tenuti alla catena, ossia i siriani che si rifiutavano di dileggiare il presidente eretico Bashar el-Assad [4]. Salì alla ribalta per aver condannato a morte siriani giudicati omosessuali gettandoli dai tetti. E fu il loro capo, Mohamed Allouche, a presiedere la delegazione dell’«opposizione moderata» durante i negoziati ONU a Ginevra.
In poche parole, il bombardamento della Siria da parte di Stati Uniti, Francia e Regno Unito non soltanto fu una violazione del diritto internazionale, ma non ha nemmeno giustificazione.

Come la stampa ha trattato il rapporto dell’OPAC

Se la stampa occidentale fosse onesta, avrebbe fatto un resoconto fedele del rapporto dell’OPAC. Ma così non è stato.
I giornalisti anglosassoni sono stati particolarmente silenziosi e solo in via eccezionale hanno trattato l’informazione. I giornalisti francesi sono stati più capziosi.
In Francia i media non hanno mancato di ricordare che in precedenza un rapporto del Meccanismo congiunto ONU/OPAC aveva confermato l’uso di armi chimiche da parte della Siria. Hanno però omesso di dire che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU aveva respinto il rapporto, perché il Meccanismo non aveva rispettato le regole OPAC.
Altri giornalisti hanno affermato che la delegazione ha accertato l’uso di cloro a Duma. Hanno però omesso di precisare che l’OPAC ritiene probabile l’uso di un agente tossico contenente clorina, utilizzata come arma, e ritiene possibile che la dispersione sia avvenuta per mezzo di due razzi. In particolare hanno evitato di dire che, all’aria aperta, anche la clorina non è un agente tossico mortale, bensì solo un irritante; per questa ragione non è un’arma chimica vietata.
Vi state chiedendo perché questi articoli vi sono sfuggiti e perché non avete sentito May, Macron e Trump scusarsi? Semplicemente perché la stampa non fa informazione e perché la classe politica occidentale non ha principi morali.

21 marzo 2019

Questa cartina geografica mostra la ragione da trilioni di dollari del perché gli Stati Uniti appoggiano il terrorismo nella Cina occidentale


Come parte di un impegno più ampio e concertato per accerchiare e contenere la Cina, è stata intrapresa dai media occidentali una campagna di disinformazione che è in corso, contro la massiccia frenesia infrastrutturale globale di Pechino, conosciuta come la Belt and Road Initiative (BRI).
Un esempio recente e particolarmente abietto in merito a ciò proviene da un articolo di Business Insider intitolato , “This map shows a trillion-dollar reason why China is oppressing more than a million Muslims.” (“Questa cartina geografica mostra la ragione da trilioni di dollari del perché la Cina sta opprimendo più di un milione di Musulmani”).
L’articolo è stato ampiamente diffuso dai fronti finanziati dall’Occidente, citati nell’articolo stesso, tra cui Human Rights Watch (HRW) il cui Direttore esecutivo – Kenneth Roth – avrebbe asserito in un post sui social media:
La detenzione di massa dei Musulmani Uiguri in Cina è determinata [non] solo dall’islamofobia, ma anche dalla centralità della loro regione, lo Xinjiang, nella Belt and Road Initiative.
Le affermazioni che la politica cinese sia “motivata dall’islamofobia” sono particolarmente assurde. Il più stretto alleato e partner della Cina nella regione è il Pakistan, una nazione indubbiamente a maggioranza musulmana. Roth non spiega mai perché la “centralità” della BRI determini “detenzioni di massa” nello Xinjiang, quando progetti infrastrutturali cinesi altrove, sia in Cina che all’estero -anche nel Pakistan a maggioranza musulmana – non prevedono né richiedono tali “detenzioni”.
Manca qualcosa alla [narrativa] di Business Insider, di Human Rights Watch e al resto della narrativa sullo Xinjiang dei media occidentali. L’articolo di Business Insider afferma:
Pechino ha iniziato ad applicare tolleranza zero sulla vita degli Uiguri nello Xinjiang. I funzionari dicono che la repressione è un’operazione necessaria contro il terrorismo, ma gli esperti dicono che in realtà protegge i loro progetti della BRI.
Questi “esperti” non spiegano mai perché i funzionari di Pechino sentano la necessità di “proteggere i loro progetti della BRI”. Né spiegano da chi hanno bisogno di essere protetti. L’ovvia spiegazione è infatti che – come ha dichiarato Pechino – lo Xinjiang si trova di fronte a una significativa minaccia terroristica.
Una minoranza della popolazione uigura dello Xinjiang è stata indubbiamente radicalizzata e ha portato a termine, negli ultimi anni, numerosi attacchi terroristici di alto profilo non solo nello Xinjiang, ma in tutta la Cina. Un articolo di Reuters pubblicato da Business Insidernel 2014, intitolato “Knife-Wielding Attackers In Chinese Train Station Leave 27 Dead, 109 Injured” (“Aggressori armati di coltello in una stazione ferroviaria cinese fanno 27 morti e 109 feriti”), descrive solo uno dei numerosi attacchi degli estremisti Uiguri.
Un articolo di Reuters del 2015, pubblicato da Business Insider, conferma che gli aggressori erano in realtà dei terroristi uiguri. La stazione ferroviaria situata a Kunming si trova a oltre 2.000 miglia dalla regione dello Xinjiang, il che illustra la portata della minaccia terroristica che Pechino sta affrontando.
Nonostante queste precedenti – ben note ammissioni – pubblicate dalla stessa Business Insider – la piattaforma mediatica e molti altri, insieme a fronti come HRW sfidano spudoratamente l’ignoranza sui reali problemi di sicurezza dell’odierna Cina nello Xinjiang.
La propaganda occidentale rovescia la realtà
L’articolo di Business Insider afferma:
Il governo cinese da anni incolpa gli Uiguri di terrorismo e afferma che essi dicono che il gruppo sta importando l’estremismo islamico in Asia centrale.
Ma c’è un’altra ragione per cui Pechino vuole reprimere gli Uiguri nello Xinjiang: la regione ospita alcune delle componenti [infrastrutturali] più importanti della Belt and Road Initiative (BRI), il principale progetto commerciale della Cina.
In tale sede Business Insider rovescia deliberatamente la causa e l’effetto – affermando che la Cina sta dando un giro di vite sugli Uiguri, semplicemente perché segmenti essenziali del suo progetto BRI passano attraverso lo Xinjiang – invece di attuare una repressione più severa al terrorismo molto reale, che minaccia un corridoio economico evidentemente fondamentale.
E come rivela la cartina geografica di Business Insider, la BRI cinese attraversa molte altre regioni della Cina e non solo, comprese le regioni dominate da comunità musulmane, dove simili tensioni sono assenti.
Il terrorismo uiguro è reale
È chiaro che Business Insider, HRW e altri stanno deliberatamente prendendo in considerazione le politiche cinesi nello Xinjiang e travisando la causa principale dell’estremismo uiguro. Ma persino l’articolo stesso ammette una minaccia per la sicurezza molto reale, affermando:
La Cina ha accusato i militanti uiguri di essere terroristi e di incitare alla violenza in tutto il Paese, almeno dagli inizi del 2000, poiché molti separatisti Uiguri, al fine di diventare combattenti, hanno lasciato la Cina per posti come l’Afghanistan e la Siria.
Voice of America (VOA), finanziata dal Dipartimento di Stato americano, in un articolo intitolato “Analysts: Uighur Jihadis in Syria Could Pose Threat” (“Analisti: gli Jihadisti uiguri potrebbero rappresentare una minaccia”) riconoscerebbe che (grassetto aggiunto):
Gli analisti avvertono che il gruppo jihadista del Turkistan Islamic Party (TIP) nella Siria nordoccidentale potrebbe rappresentare un pericolo per l’instabile provincia siriana di Idlib, dove continuano gli sforzi per mantenere un fragile cessate il fuoco negoziato tra Turchia e Russia, tra le forze del regime siriano e i vari gruppi ribelli.
Il TIP ha dichiarato un emirato islamico a Idlib, alla fine di novembre, ed è rimasto largamente al riparo dalle autorità e dai media, grazie al suo basso profilo. Fondato nel 2008 nella regione nord-occidentale cinese dello Xinjiang, il TIP è stato uno dei maggiori gruppi estremisti in Siria dallo scoppio nel 2011 della guerra civile nel Paese.
Il TIP è composto principalmente da Musulmani uiguri provenienti dalla Cina, ma negli ultimi anni ha incluso tra le sue fila anche altri combattenti jihadisti.
L’articolo riconosce inoltre che fino a 3.000 militanti potrebbero aver combattuto per il TIP in Siria e ha messo in guardia contro la possibilità che questi militanti possano trasferire le loro abilità di combattimento in Cina.
Tali ammissioni –[provenienti] anche dalle attività mediatiche statali statunitensi – aiutano a esporre l’attuale campagna di disinformazione rivolta a Pechino per la presunta “repressione”, il che significa che gli interessi speciali occidentali – incluso lo stesso governo americano – stanno minando alla base gli sforzi legittimi di lotta al terrorismo della Cina.
Gli Stati Uniti stanno intenzionalmente fomentando la violenza nello Xinjiang per interrompere la BRI
Ma gli indizi, persino nell’articolo di Business Insider, rivelano che il supporto degli Stati Uniti per minare la sicurezza interna cinese va ben oltre la semplice disinformazione.
Business Insider cita tra gli “esperti” Rushan Abbas, descritta dall’articolo come “attivista di etnia uigura in Virginia”.
Quello che l’articolo omette intenzionalmente è che Abbas è in realtà una dipendente di lungo corso e contractor del governo degli Stati Uniti – riconoscendo nella sua biografiapubblicata da una società di consulenza con sede a Washington DC per cui lavora, che:
[Rushan Abbas] ha una vasta esperienza di lavoro con agenzie governative degli Stati Uniti, tra cui l’Homeland Security, il Dipartimento della Difesa, il Dipartimento di Stato, il Dipartimento di Giustizia e varie agenzie di intelligence degli Stati Uniti.
La biografia riconosce anche:
È stata anche impiegata presso L-3, come consulente a Cuba, presso Guantanamo Bay, a sostegno dell’operazione Enduring Freedom nel 2002-2003 e come reporter di Radio Free Asia.
La signora Abbas ha anche lavorato come linguista e traduttrice per diverse agenzie federali, incluso il lavoro per il Dipartimento di Stato americano a Guantanamo Bay, a Cuba e per il Presidente George W. Bush e l’ex First Lady Laura Bush.
La sua affermazione che i membri della [sua] famiglia sono stati rapiti, a causa del suo “attivismo” con base negli Stati Uniti si inserisce in un modello di “oltraggi” inventati dei diritti umani, usato da parte degli USA per dipingere nella peggiore luce possibile, gli obiettivi della coercizione e dell’aggressione.
Abbas è solo una dei tanti che lavorano a Washington DC per sostenere quello che è apertamente il separatismo uiguro nello Xinjiang sostenuto dagli USA.
Il National Endowment for Democracy (NED) – un’organizzazione finanziata dal governo degli Stati Uniti dedicata all’interferenza politica in tutto il mondo – ha un’intera pagina dedicata allo “Xinjiang / Turkestan orientale” – il Turkestan orientale è lo Stato che gli estremisti Uiguri cercano di ritagliarsi dal territorio, riconosciuto dal diritto internazionale come Cina.
Le organizzazioni sovversive che promuovono apertamente il separatismo come il World Uyghur Congress (WUC) mantengono anche uffici a Washington DC e ricevono denaro e sostegno direttamente dal governo degli Stati Uniti.
Quindi un segreto malamente mantenuto implica l’ampia quantità di armi, equipaggiamento, denaro e altro materiale fornito dagli Stati Uniti ai terroristi che muovono guerra al governo siriano – tra cui sono inclusi i terroristi Uiguri come ammesso dalla stessa VOA.
Da Washington DC, ai campi di battaglia della Siria settentrionale, allo Xinjiang stesso – gli Stati Uniti stanno sviluppando con tutta franchezza una vasta minaccia terroristica, che rappresenti un ostacolo significativo per la BRI cinese.
Il pubblico è davvero intenzionato a credere che una minaccia terroristica sponsorizzata dallo Stato, tesa a paralizzare un corridoio economico da svariati trilioni di dollari, non sia una ragione sufficiente per Pechino per lanciare una vasta campagna antiterrorismo? Washington non solo sta fomentando il terrorismo nella Cina occidentale, ma sta tentando, in reazione a ciò, di paralizzare le operazioni di sicurezza interna di Pechino – il tutto sfruttando e facendo abuso della difesa dei diritti umani e rappresentando come colpevole la vittima del terrorismo, sponsorizzato dagli Stati Uniti.
Che tutto questo contesto sia stato intenzionalmente omesso da Business Insider e da Kenneth Roth di Human Rights Watch dimostra che l’Occidente sta conducendo una guerra contro la Cina e la sua espansione economica, non solo sul terreno da Washington, alla Siria [e] allo Xinjiang, ma pure in tutto il settore dell’informazione.
Tony Cartalucci, ricercatore e autore geopolitico di base a Bangkok, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook”.
Tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

20 marzo 2019

LA VOCE rooseveltiana N° 7 di Martedì, 19 Marzo 2019


La Voce Rooseveltiana


D(i)RITTI VERSO LA LIBERTÀ DAL BISOGNO
 
Siamo una comunità di cittadini che sognano il Rinascimento democratico
di cui la società ha bisogno




Editoriale
 
LA SOLITUDINE DI FEDERICA, FUGGITA ALL'ESTERO PER SALVARE SUO FIGLIO DANNEGGIATO DAI VACCINI

di Giorgio Cattaneo








Si chiama Federica, vive in provincia di Gorizia. Ha una voce melodiosa da cantante jazz, e un coraggio da eroe greco.
Federica Santi

Antigone, con due bambini da difendere con le unghie e coi denti. Entrambi minacciati da un orco invisibile, armato di siringa. Il piccolo Nicola, il primogenito, oggi ha otto anni. Da poco è tornato tra noi. Era scomparso: muto, assente, estraneo. Un bambino divenuto alieno, anaffettivo, indifferente a tutto. In una parola: autistico. Lo è diventato di colpo, dopo un vaccino "sbagliato", esavalente: antitetanica, antiepatite B, antipolio, anti-difterica, anti-haemophilus, anti-pertosse. «A tredici mesi, Nicola sgambettava come un leprotto. A 20 parlava e cantava, manifestava il suo talento artistico in ogni occasione: sapeva dipingere, era affettuoso, baciava il fratellino nel pancione». Poi, intorno ai 22 mesi, subito dopo la nascita di Enrico, ha avuto un improvviso arresto dello sviluppo. «E in poche settimane ha smesso di parlare, di mangiare, di dormire». Sintomi allarmanti: vomito "a getto". All'epoca, Federica non sapeva ancora della stretta correlazione fra cervello, stomaco e intestino. Già, perché l'intestino è il secondo cervello. E proprio dall'intestino è cominciata la guarigione "impossibile": eliminando glutine e caseina, Nicola ha ripreso a parlare, a mangiare, a sorridere. Ma non in Italia: all'estero. Grazie al costoso intervento di medici all'avanguardia, in cliniche private.


 
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TragiComix
di Mirko Bonini

TragiComix by Mirco Bonini 07
 



Secondo Noi
   
GM MAGALDI: LA GIOVANE GRETA È ANTICA COME MALTHUS, L'INFELICE PROFETA DELLA SCARSITÀ CARO ALL'ÉLITE

Dietro alla piccola Greta, paladina della campagna contro il climate change, ci sono idee "antiche" come quelle settecentesche di Malthus, il teorico della scarsità smentito dal boom della tecnologia. Secondo Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, nella decrescita "climatologica" c'è il darwinismo sociale dell'élite che ha creato la scarsità artificiosa della moneta su cui si fonda il feudalesimo neoliberista. Sbagliato temere il futuro e la robotica: ancora una volta sarà l'innovazione a risolvere molti problemi. Ne beneficeremo tutti, se sapremo riconquistare la perduta sovranità democratica.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee). 
GALLONI: GRETA E I "GRETINI" CHE CREDONO ANCORA ALLA FIABA DELL'ANIDRIDE CARBONICA

Greta e i "Gretini", cioè i seguaci della giovanissima attivista-fenomeno, la svedese Greta Thunberg, non sanno che l'anidride carbonica pesa solo per il 2% sulla variazione climatica, peraltro non arrestabile né imputabile alle sole attività umane? Per Nino Galloni, vicepresidente MR, la crociata contro il global warming è un utile diversivo: l'élite finanziaria sa benissimo che l'emergenza ecologica sarebbe affrontabile a costo zero, introducendo nuove tecnologie per produrre cibo ed energia senza impatti ecologici.
(Intervento su Scenari Economici).
NG
FM MAGGINO: OLTRE IL PIL, SCOMMETTIAMO SU INDICATORI COME IL RISPETTO E LA FIDUCIA, PER UN VERO RATING DELL'ITALIA

Nuove idee per superare il semplice Pil. Le suggerisce la rooseveltiana Filomena Maggino, docente di statistica e consulente di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, col quale sta per lanciare il programma interministeriale "Benessere Italia". Occorre recuperare indicatori di valore attendibili, come ad esempio il rispetto umano e la fiducia nel sistema, per fornire un "rating" più attendibile della comunità nazionale italiana, altrimenti affidato ai soli indicatori finanziari controllati dalle agenzie di Wall Street.
(Intervento in video sul sito web della Camera, ripreso dal blog MR).
 
MAGALDI: BEPPE GRILLO IN DECLINO E ORMAI SENZA IDEE, DOPO LA PERDITA DI GIANROBERTO CASALEGGIO

Gioele Magaldi riconosce a Grillo il merito di aver dato un salutare scossone al sistema politico italiano. Ora però l'ex comico appare in declino, orfano del massone Gianroberto Casaleggio (che non aveva paura di confrontarsi con la massoneria). Proprio l'ipocrita massonofobia di oggi, secondo il presidente del Movimento Roosevelt, dimostra l'inconsistenza politica dei 5 Stelle: incapaci di mantenere le promesse, perché privi del coraggio di opporsi a Bruxelles difendendo la possibilità di ricorrere alla leva del deficit.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
GM
RH HECHICH: L'ITALIA DIFENDA LA GRECIA E CIPRO NELLA NUOVA "GUERRA DI TROIA" PER IL GAS DELL'EGEO

Proteggere la Grecia e Cipro, dimostrando di essere una potenza mediterranea. Secondo Roberto Hechich, direttore del Dipartimento geopolitica e difesa del Movimento Roosevelt, l'Italia dovrebbe intervenire con equilibrio e fermezza per ridurre le gravi tensioni che si stanno accumulando nell'Egeo dopo la scoperta di immensi giacimenti di gas, che scatenano gli appetiti "neo-ottomani" della Turchia di Erdogan e creano seri problemi commerciali anche alla Russia di Putin, presente militarmente nell'area in appoggio alla Siria.
(Intervento sul blog MR).
GALLONI: SE NON RIPUDIA IL NEOLIBERISMO, IL PD SERVIRÀ SOLO A FRENARE GLI ECCESSI DELLA LEGA

Stupisce la partecipazione popolare alle ultime primarie del Pd, pur in assenza di vere differenziazioni politiche nelle proposte dei candidati. Secondo Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, se il Pd non ripudia l'austerity neoliberista non potrà tornare al governo. Gli resterà un ruolo soltanto residuale: presidiare la tutela dei diritti civili come quelli dei migranti, magari frenando gli eccessi polemici della Lega.
(Intervento su Scenari Economici
). 
NG
GM MAGALDI: NICOLA ZINGARETTI SI SALVA DAL NAUFRAGIO SOLO SE IL SUO PD DIVENTA FINALMENTE PROGRESSISTA

Abbia il coraggio di gettare a mare l'intera eredità politica del centrosinistra, cioè 25 anni in cui gli eredi del Pci-Pds si sono limitati a obbedire ai diktat dell'élite finanziaria neoliberista. Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, avverte il neo-segretario Nicola Zingaretti: ha di fronte un'unica chance, quella di trasformare il Pd in un partito finalmente progressista, capace di opporsi alla governance antidenmocratica dell'Unione Europea.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
PERON: SOLO IL LIBRO "MASSONI" DI GIOELE MAGALDI CI SPIEGA CHI COMANDA DAVVERO IL NOSTRO MONDO

Chi detiene il potere in questo mondo? Come lo gestisce? Come lo conserva? Domande a cui risponde, in modo esclusivo, il bestseller "Massoni" di Gioele Magaldi, uscito nel 2014. Un libro sconcertante e al tempo stesso illuminante, imprescindibile: lo conferma l'ottima analisi critica che ne fa Roberto Peron, ricercatore e astrofisico, direttore del Dipartimento per l'università e la ricerca nell'ambito della segreteria generale del Movimento Roosevelt.
(Intervento sul blog MR).
RP
GC CATTANEO: QUASI DUE MILIONI DI ITALIANI ALLE PRIMARIE PD, PARTITO RIMASTO ALL'ETÀ DELLA PIETRA

Un successo le primarie del Pd, nonostante i tre candidati-fotocopia (Zingaretti, Martina e Giachetti). Secondo Giorgio Cattaneo, non cessa di stupire la base di un partito che è rimasto all'età della pietra, ancorato al neoliberismo e impotente di fronte al successo di Lega e 5 Stelle, che hanno intercettato al meglio la delusione degli italiani per le politiche della Seconda Repubblica, col centrosinistra ridotto a mero esecutore del rigore finanziario.
(Intervento sul blog MR, ripreso da Libreidee).
ALICE: LA CINA PROTEGGE I LAVORATORI CON IL CAPITALISMO SOCIALE, DA NOI INVENTATO E POI DIMENTICATO

Con imponenti detrazioni fiscali, la Cina sta proteggendo i suoi lavoratori e creando un solido sistema di welfare, che mette al riparo le famiglie dalle incertezze del futuro. Lo sottolinea Roberto Alice, dirigente piemontese del Movimento Roosevelt e candidato 5 Stelle alle prossime regionali. In pratica, la Cina sta inaugurando il provvidenziale capitalismo sociale, da noi stessi inventato ma poi dimenticato negli ultimi decenni.
(Intervento sul blog MR).
RA
Antonio Avigliano AVIGLIANO: EASTMED, LA RETE DI GASDOTTI CHE CI RENDERÀ PIÙ INDIPENDENTI SUL PIANO DELL'ENERGIA

Porte aperte a EastMed, lo spettacolare sistema di gasdotti on-offshore finalizzato a distribuire gas naturale estratto dai giacimenti più orientali del Mediterraneo. Lo spiega Antonio Avigliano, del Dipartimento geopolitica e difesa del Movimento Roosevelt: con i suoi 1900 chilometri, EastMed (di cui il Tap pugliese sarebbe un "passante") si rivelerebbe un "toccasana" per l'Europa in termini di differenziazione energetica. Un gasdotto decisivo per l'Italia: potrà contribuire all'indipendenza energetica del paese.
(Intervento sul blog MR).
GALLONI: LA SOLUZIONE NON È L'AUTONOMIA REGIONALE, MA LA QUALITÀ DELLA CLASSE DIRIGENTE LOCALE

Falsa pista, l'autonomia regionale come via d'uscita: se qualcuno pensa di trasformare il Nord-Est nella Catalogna italiana, farebbe meglio a notare com'è stata mal gestita una Regione a statuto speciale come la Sicilia. Per Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, la soluzione sta nella classe dirigente: se si creano mezzi monetari territoriali, incoraggiando così anche il credito bancario, si risolve il malcontento di Lombardia e Veneto, reduci da referendum che potrebbero rivelarsi il vero banco di prova per il governo.
(Intervento su Scenari Economici).
NG
 
PS SCANU: SCUOLA-AZIENDA REGIONALIZZATA? LOMBARDIA E VENETO, ATTENTATO CONTRO L'ISTRUZIONE DEMOCRATICA

No alla regionalizzazione della scuola proposta in Lombardia e Veneto, e in parte anche in Emilia. Protesta Patrizia Scanu, segretaria generale del Movimento Roosevelt: così si rompe l'unitarietà nazionale dell'istruzione, generando scuole differenziate sotto la guida di dirigenti scolastici di nomina regionale, sottoposti a pressioni politiche locali. Il rischio: accelerare verso la scuola-azienda destinata a riprodurre diseguaglianze anziché pari opportunità, con scuole di serie A e scuole di serie B, scuole ricche e scuole povere.
(Intervento sul blog MR).
 
GALLONI: UNA MONETA TERRITORIALE, PARALLELA ALL'EURO, SALVEREBBE DALLA CRISI I PASTORI SARDI

Salvare i pastori sardi, esposti alla concorrenza globalizzata che non tiene conto della qualità superiore del loro latte? Per l'economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, la soluzione sarebbe a portata di mano se l'Italia emettesse una moneta di Stato, non a debito e parallela all'euro, con la quale tutelare i produttori del pecorino sardo, eccellenza nazionale.
(Intervento su Scenari Economici).
NG


 
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ROOSEVELT IN EMILIA,
AL LAVORO
IL GRUPPO REGIONALE

 

Il Movimento Roosevelt ha aggiornato la sua agenda di idee per l'Emilia Romagna dopo la riunione del 17 marzo a Stellata di Bondeno, in provincia di Ferrara. A cura del coordinatore territoriale, Federico Caselli, la prima assemblea regionale 2019 con iscritti e simpatizzanti, per far crescere il movimento anche in Emilia.


(Info: federico.caselli@movimentoroosevelt.com).

GALLONI A TORINO,
MONETA ALTERNATIVA
PER SALVARE L'ITALIA


Nino Galloni propone di emettere moneta di Stato, non a debito, parallela all'euro, per creare posti di lavoro e risollevare l'economia. L'ha spiegato lo stesso Galloni, introdotto da Enrica Perucchietti nell'affollato convegno "Soldi per noi, non contro di noi" promosso a Torino il 15 marzo dal Movimento Roosevelt Piemonte, con la partecipazione di Egidio Rangone e Roberto Alice.

(Info: daniele.gervasoni@gmail.com).

AL VIA IL GRUPPO
ROOSEVELTIANO
DELLA PUGLIA 


Nuovi impegni territoriali per il Movimento Roosevelt in Puglia, dopo l'assemblea regionale tenutasi il 9 marzo a Bari, sotto la guida del coordinatore regionale Michele Ciccarone. Un incontro importante, per definire progressivamente le iniziative rooseveltiane sul suolo pugliese.


(Info: michele.ciccarone@movimentoroosevelt.com, telefono 349.3591295).
 

Agenda MR

 

23 MARZO

23 MARZO
ASSEMBLEA MR UMBRIA
(PERUGIA - h 18.15)

 
Contro la crisi della democrazia, per il rilancio di infrastrutture e trasporti nel Centro Italia e per una prospettiva di rinnovato impegno territoriale dei rooseveltiani umbri, coordinati da Simone Casagrande Moretti. Questi i temi che saranno affrontati sabato 23 marzo dall'assemblea regionale Umbria del Movimento Roosevelt, convocata alle ore 18,15 nella  Sala della Vaccara, spazio comunale del Palazzo dei Priori a Perugia, in piazza IV Novembre.

(Info: simone.casagrande@movimentoroosevelt.com). 
RIUNIONE MR UK
(LONDRA - h 15)

 
Sovranismo o sovranità? Stati sempre meno indipendenti: se ne parla a Londra, al "forum ateniese" promosso dalla sezione Uk "William Beveridge" del Movimento Roosevelt domenica 24 marzo. Che cos'è la sovranità? Chi la garantisce? E' vero che la sovranità degli Stati sta erodendosi? E cosa significa "governo sovranista"? Il sovranismo è realmente una forma di populismo? Sono solo alcune delle domande a cui cercheremo di dare una risposta, annuncia Emanuele Barrasso nel presentare l'incontro, che si svolgerà presso l'Inca Uk, Italian Advice Centre (124 Canonbury Road, London N1 2UT). Orario: 3pm. L'iniziativa durerà un paio d'ore.

(Info: info@rooseveltmovement.co.uk).

30 MARZO

03 maggio
UN NEW DEAL PER L'ITALIA
E PER L'EUROPA

(LONDRA - h 14.30)

 
"Un New Deal rooseveltiano per l'Italia e l'Europa". Dall'importante convegno di Londra, il Movimento Roosevelt si prepara a lanciare un messaggio a tutti gli europei: difendere le istituzioni democratiche dalle ricette economiche del neoliberismo. Nella Fyvie Hall della Westminster University interverranno fra gli altri Ilaria Bifarini, Danilo Broggi, Guido Grossi e Antonio Maria Rinaldi, accanto a Nino Galloni, Egidio Rangone, Pino Cabras, Gioele Magaldi, Marco Moiso, Patrizia Scanu e Giovanni Smaldone.

(Info: https://blog.movimentoroosevelt.com/home/1967-grande-evento-europeo-organizzato-il-30-marzo-a-londra-dal-movimento-roosevelt.html).
NEL SEGNO DI OLOF PALME,
CARLO ROSSELLI E THOMAS SANKARA

(MILANO - h 14)

 
"Nel segno di Olof Palme, Carlo Rosselli e Thomas Sankara e contro la crisi della democrazia in Italia, Europa, Africa e a livello globale". Questo il tema dell'importante evento rooseveltiano in programma il prossimo 3 maggio a Milano, ore 14, al Museo del Risorgimento, col patrocinio del Comune di Milano e un intervento dell'ambasciatore italiano a Stoccolma. Costituito il comitato organizzativo, presieduto da Gioele Magaldi.

18-19 Maggio
ASSEMBLEA GENERALE MR
(ROMA)
 
In preparazione, per il 18 e 19 maggio, la prossima assemblea nazionale del Movimento Roosevelt, destinata a produrre l'ennesimo salto di qualità, configurando il movimento come soggetto giuridico di primo piano. L'assise sarà ospitata, come di consueto, dall'Istituto 



 
   



 
Movimento Roosevelt / Democrazia contro oligarchia
 
Il mondo non è mai stato così ricco, eppure la società è colpita da diseguaglianze inaudite:
senza giustizia sociale non si possono garantire né diritti né pari opportunità.
Grazie all'opposizione artificiosa tra destra e sinistra, l'élite neoliberista ha potuto privatizzare il mondo, minando, dagli anni '70, il futuro delle istituzioni democratiche.
Oggi la vera contrapposizione politica non è più tra destra e sinistra, ma tra democrazia e oligarchia. 
Il Movimento Roosevelt è un soggetto politico meta-partitico ispirato da Gioele Magaldi
e istituito da 500 soci fondatori a Perugia  il 21 marzo del 2015.
Il nostro movimento è impegnato a smascherare la pretesa scientificità economicistica
del rigore nei bilanci pubblici, contribuendo al risveglio democratico della politica italiana, europea e mondiale.
Dobbiamo utilizzare indicatori economici che siano accurati nel misurare il benessere della collettività e ricominciare a costruire ricchezza con le politiche economiche proprie del modello post-keynesiano,
fondato sull'investimento pubblico strategico per rilanciare il settore privato.
Si tratta di una sfida culturale per la quale il Movimento Roosevelt si rivolge a tutte le persone di animo sinceramente progressista, disposte a contribuire a far crescere una nuova consapevolezza.
Per ridiventare cittadini e smettere di essere "sudditi" di anonimi tecnocrati, al servizio di potentati economici privatistici, abbiamo bisogno della consapevolezza, del supporto e dell'impegno del popolo.
L'orizzonte per il quale lavoriamo è squisitamente democratico: vogliamo restituire alla collettività
un futuro prospero e degno di essere vissuto appieno.


 
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