Il 28 ottobre del 2010 l’ANSA dirama la notizia del suicidio di un tenente dei carabinieri. Un suicidio strano, uno di quelli che, fin da piccolo, mi facevano montare una rabbia incontenibile, che mi facevano voglia di urlare la stupidità di chi legge i giornali, che mi facevano paura non tanto per l’evento in sé, quanto per l’indifferenza da cui era accolta la notizia anche nell’ambiente in cui la persona uccisa viveva.
Le stranezze di questo omicidio sono infatti molte.
La prima è che Claudia Racciatti, questo il nome della donna tenente “suicidata” in caserma, era un po’ la testimonial dell’Arma dei Carabinieri: era comparsa nel calendario ufficiale stampato dall’Arma e in alcune pubblicità. Non si tratta quindi di una morte qualunque, ma di una morte che dovrebbe destare maggiore interesse, curiosità e sospetto.
La seconda stranezza è che la donna si sarebbe suicidata proprio in caserma. Uno strano posto per suicidarsi; in genere chi si uccide lo fa in luoghi isolati, lontano dalla folla, quando la disperazione giunge al culmine, non quando è in mezzo a colleghi, amici, e conoscenti. Vero è che di suicidi in caserma, tra polizia e carabinieri, ce ne sono una marea; ma è altrettanto vero che, appunto, in genere non si tratta di suicidi.
La terza stranezza è che la donna si sarebbe suicidata con due colleghi nella stanza che erano lì per interrogarla su alcuni ammanchi per i quali era stata a lei la responsabilità. In altre parole la donna avrebbe preso una pistola in presenza di questi due colleghi e si sarebbe sparata, senza che costoro abbiano fatto in tempo a fermarla. La cosa è certamente possibile (se la pistola aveva già il colpo in canna, la donna potrebbe aver approfittato di una momentanea distrazione dei colleghi e aver fatto in tempo a spararsi), ma abbastanza improbabile.
La quarta stranezza è il motivo del suicidio. Pare infatti – questa è la stronzata riferita dai giornali (chiedo scusa per il termine, ma utilizzare termini normali e politicamente corretti a fronte di queste assurdità è ridicolo, non ci sono altri modi per definire come l’informazione ufficiale tratta questi argomenti) – che la donna avesse rubato qualcosa ai colleghi e stesse per essere accusata di furto.