08 aprile 2011

La decrescita non è impoverimento


corrbaks

L'idea (o slogan) della decrescita è una componente essenziale di un pensiero critico capace di confrontarsi con la situazione del mondo contemporaneo, e di interagire con una possibile nuova pratica politica adeguata ai gravissimi problemi attuali. Il punto di partenza del pensiero della decrescita è la ritrovata consapevolezza, annullata nel senso comune da qualche secolo di capitalismo, che i concetti di bene economico e di merce non sono identici: beni (intesi anche come servizi) sono i prodotti del lavoro umano che soddisfano determinati bisogni e necessità, merci sono, tra quei beni, quelli inseriti in un mercato monetario con un prezzo di vendita, e acquisibili, quindi, soltanto pagando quel prezzo. In termini logici, sono due concetti interconnessi, ma non coestensivi.


04 aprile 2011

Il picco del petrolio è storia

Nota dell'editore: Dmitri Orlov è l'autore di "Reinventing Collapse", basato sulle sue osservazioni dirette del collasso del Unione Sovietica e delle prospettive socioeconomiche degli Stati Uniti d'America. Il suo nuovo articolo descrive i fattori chiave fisici, sociali, politici ed economici che gli analisti dell'industria dell'energia devono prendere in considerazione nelle previsioni della produzione di petrolio, perché queste siano significative. "Il picco del petrolio è storia" è esclusivamente su CultureChange.org fino al 1° Novembre – JL

La quarta di copertina della prima edizione del mio primo libro, Reinventing Collapse, mi descriveva come "un eminente teorico del Picco del Petrolio". Quando l'ho letto per la prima volta sono rimasto a bocca aperta. Vedete, se scorrete una lista di seri eminenti teorici del Picco del Petrolio : i vostri Hubbert, Campbell, Laherrère, Heinberg, Simmons e pochi altri che vale la pena di menzionare, non troverete un solo Orlov tra di essi. Cercherete invano tra gli annali e i procedimenti delle conferenze dell' Associazione per lo Studio del Picco del Petrolio una traccia del vostro umile autore. Ma ora che questo sproposito è stato stampato e messo in circolazione in un numero così alto di copie, suppongo che non abbia altra scelta che corrispondere alle aspettative che ha suscitato.

01 aprile 2011

Due brevi video per mostrare e dimostrare efficacemente l'esistenza delle scie chimiche


Questo filmato, mostra come le prove dell'esistenza delle scie chimiche si ottengono con una osservazione continua del cielo, e col raffronto storico con quanto avveniva 20 anni fa. 

Avete mai visto una scia nelle vecchie foto scattate con la pellicola 20 anni fa? NO! Eppure il 20 anni il traffico aereo è si e no raddoppiato.E il doppio di zero quant'è? ZERO! E se oggi vediamo fino a 20 o 40 scie persistere nel cielo, dovrebbe essere normale scorgerne la metà (una o due decine!) nelle vecchie foto scattate con le pellicole 20 anni fa. 

E invece in quelle foto di scie non se ne vedono. Il motivo evidentemente è che le buone vecchie scie di condensa erano così rare ed effimere che scorgerle nel cielo non era un'esperienza abituale. Infatti in molte zone d'Italia c'era l'usanza di esprimere un desiderio quando si vedeva la scia di un aereo, così come avviene per le stelle cadenti. 

Due fenomeni effimeri, quelli delle autentiche scie di condensa e delle stelle cadenti, ed entrambi non molto frequenti: se così non fosse, 20 anni fa saremmo stati tutti autorizzati ad esprimere un desiderio come minimo ogni 20 minuti. Invece ormai che di scie se ne vedono in grande quantità quell'usanza è chiaramente caduta in disuso. Ma un fenomeno molto raro di cui raddoppia la frequenza resta sempre un fenomeno molto raro, segno che tutte quelle scie che sporcano i nostri cieli non sono assolutamente dovute al fenomeno della condensa del vapore acqueo fuoriuscito dai motori, e che sono scie chimiche.

Il filmato si può scaricare in formato .avi (6,8 Mega) o in formato wmv (27,7 Mega).

28 marzo 2011

Intervista a Robert Fisk- Internazionale a Ferrara 2010

newIntervista a Robert Fisk- Internazionale a Ferrara 2010

NADiRinforma incontra Robert Fisk:
il 2 ottobre 2010, nel corso del festival di Internazionale a Ferrara, Angelo Boccato intervista Robert Fisk, corrispondente dal Medio Oriente del quotidiano britannico The Independent (in precedenza per il Times), autore di libri come Cronache mediorientali (il Saggiatore 2006) e Il martirio di una nazione (Il Saggiatore 2010) che ha avuto modo di intervistare per tre volte Osama Bin Laden e di descrivere in prima persona avvenimenti come la guerra civile libanese, l'invasione israeliana del Libano, il conflitto iracheno- iraniano, l'invasione sovietica dell'Afghanistan e così via, fino agli eventi odierni.
Le dinamiche che investono i paesi mediorientali devono essere analizzate e intese oltrepassando le semplificazioni, ma facendo in modo di porsi anche nella prospettiva di coloro che le vivono e le soffrono in prima persona, andando oltre le cronache mediorientali generalmente piatte realizzate dal giornalismo occidentale; tutto ciò avviene ponendosi tra possibili sviluppi futuri, guardando al passato e al presente, senza poter purtroppo evincere speranze positive per l'avvenire di una delle aree più travagliate del globo.


25 marzo 2011

Carte in regola - I professionisti modenesi sfidano con l'etica mafie e corruzione

newCARTE IN REGOLA - I professionisti modenesi sfidano con l'etica mafie e corruzione

Il convegno che si è svolto venerdì 28 gennaio 2011 presso l'auditorium Marco Biagi di Modena. L'iniziativa è stata promossa dal Comitato Unitario delle Professioni di Modena e da Libera e Libera Informazione.

Sono intervenuti:
- Dott. Ing. Pietro BALUGANI,Presidente Comitato Unitario delle Professioni di Modena
- Dott. Roberto ALFONSO, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bologna
- Dott. Matteo RICHETTI, Presidente dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna
- Don Luigi CIOTTI, Fondatore e Presidente di Libera "Associazioni, nomi e numeri contro le mafie"


21 marzo 2011

NWO, prove generali? Il Dipartimento di Sicurezza Nazionale americano chiude 84000 siti web "per errore"

L' "Operazione proteggere i nostri figli" del Dipartimento di Sicurezza Nazionale americano (DHS, Department of Homeland Security), lanciata questa settimana per la lotta contro siti web di pedopornografia, è andata storta:  
le autorità hanno bloccato "per errore" 84 000 siti web che non presentavano contenuti illegali.
La DHS doveva agire solo contro 10 siti, per i quali avevano un mandato di sequestro..
Sotto la giurisdizione degli Stati Uniti, la polizia può chiedere direttamente il sequestro del dominio a l'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) l'organizzazione che gestisce i nomi di dominio; negli altri paesi, la polizia deve intervenire contro i web hosting dei siti.
Ma un errore durante la procedura ha indotto le autorità a sequestrare il dominio diFreeDNS, un servizio di server di nomi di dominio, che consente di fare un collegamento tra l'indirizzo di un sito Web e il suo indirizzo Internet Protocol.
Risultato: 84 000 siti che dipendono da questo fornitore sono diventati inaccessibili, immediatamente.


18 marzo 2011

Washington affronta le rivolte arabe: sacrificare i Dittatori per salvare lo stato

Washington affronta le rivolte arabe: sacrificare i Dittatori per salvare lo Stato

Nello sforzo di cogliere la profonda complessità, la sfumatura e la considerevole ramificazione della sommossa egiziana, il Voltaire Network ha pubblicato una serie di articoli analitici, offrendo ai suoi lettori vari punti di vista. Dotato di respiro storico, questo saggio di James Petras considera le ragioni che stanno dietro all'esitazione di Barack Obama, quando è evidente che Hosni Mubarak ha terminato il suo ruolo di strumento utile per gli Stati Uniti e la sua destituzione sembrerebbe approvata da tutti, eccetto da Israele.

Introduzione

Per comprendere la politica di Obama nei confronti del Egitto, della dittatura di Mubarak e della rivolta popolare è necessario collocare la vicenda in un contesto storico. Il punto essenziale è che Washington, dopo vari decenni di inserimento nelle strutture statali delle dittature arabe, dalla Tunisia al Marocco, Egitto, Yemen, Libano, Arabia Saudita e Autorità palestinese, sta provando ad orientare le sue politiche in modo tale da innestare sull'attuale configurazione del potere e/o estorcere dei politici liberali favorevoli alle elezioni.

Mentre la maggior parte dei cronisti e dei giornalisti versa inchiostro sul "dilemma" del potere statunitense, sulla novità degli eventi egiziani e le dichiarazioni del giorno per giorno di Washington, ci sono abbondanti precedenti storici, essenziali per capire la direzione strategica delle politiche di Obama.