08 gennaio 2009

Dobbiamo aggiustare l’immagine distorta che abbiamo di Hamas

timesonline Gaza è una società laica dove la gente ascolta musica pop, guarda la tv, e molte donne camminano per strada senza il velo.La settimana scorsa ero a Gaza. Mentre ero lì ho incontrato una ventina di poliziotti che partecipavano a un corso in gestione dei conflitti. Erano ansiosi di sapere se gli stranieri si sentivano al sicuro da quando Hamas era al governo. “Sì, certamente!” ho risposto. Senza dubbio gli ultimi 18 mesi hanno visto una relativa calma per le strade di Gaza; nessun uomo armato per le strade, niente più rapimenti. Hanno sorriso pieni di orgoglio e ci hanno salutato con un arrivederci. Meno di una settimana dopo tutti questi uomini erano morti, uccisi da un razzo israeliano durante una cerimonia di passaggio di grado. Erano “uomini armati e pericolosi di Hamas” ? No, erano poliziotti disarmati, impiegati pubblici uccisi non durante un “campo di addestramento militante” ma nella stessa stazione di polizia al centro di Gaza City usata dagli Inglesi, dagli Israeliani e da Fatah durante il periodo in cui questi guidavano il paese. Questa distinzione è cruciale perché mentre le terrificanti scene di Gaza e Israele vengono trasmesse nei nostri schermi televisivi, si sta combattendo anche una guerra fatta di parole che sta oscurando la nostra comprensione della realtà dei fatti. Chi o cosa è Hamas, il movimento che il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak vorrebbe annientare come se fosse un virus? Perchè ha vinto le elezioni palestinesi e perché permette che vengano sparati razzi su Israele? La storia degli ultimi tre anni di Hamas rivela come l’incomprensione riguardo a questo movimento da parte dei governi di Israele, degli Stati Uniti e Regno Unito ci abbia condotto alla situazione brutale e disperata in cui siamo. La storia comincia circa tre anni fa quando “Cambiamento e Riforma”, il partito politico di Hamas, ha inaspettatamente vinto le prime elezioni libere e regolari del mondo arabo, in una piattaforma politica che vedeva la fine della corruzione endemica e il miglioramento dei quasi inesistenti servizi pubblici nella Striscia di Gaza. Contro un’opposizione divisa questo partito apparentemente religioso si è impresso nella comunità a prevalenza laica tanto da guadagnare il 42 per cento dei voti. v I palestinesi hanno votato per Hamas perchè hanno pensato che Fatah, il partito del governo che hanno bocciato, li ha delusi. Nonostante la rinuncia alla violenza e il riconoscimento dello Stato d’Israele, Fatah non ha realizzato uno Stato palestinese. v E’ essenziale sapere questo per capire la cosiddetta posizione di rifiuto di Hamas. Che non riconoscerà Israele o rinuncerà al diritto di resistere finchè non sarà sicuro dell’impegno mondiale a raggiungere una soluzione per la questione palestinese. Nei cinque anni in cui ho visitato Gaza e la Cisgiordania ho incontrato centinaia di politici e di sostenitori di Hamas. Nessuno di loro ha professato lo scopo di islamizzare la società palestinese, in stile talebano. Hamas conta troppo sui votanti laici per fare questo. La gente ascolta ancora la musica pop, guarda la televisione e le donne ancora scelgono se indossare il velo o no. La leadership politica di Hamas è probabilmente la più qualificata nel mondo. Può vantare nelle sue file più di 500 laureati col titolo di dottorato, la maggioranza fatta di professionisti della classe media (dottori, dentisti, scienziati, e ingegneri). La maggior parte della leadership di Hamas si è formata nelle nostre università è non ha maturato nessun odio ideologico contro l’Occidente. E’ un movimento basato sul malcontento, dedicato ad affrontare l’ingiustizia compiuta sul suo popolo. Ha coerentemente offerto una tregua di dieci anni per fornire uno spazio di respiro per poter risolvere un conflitto che continua ormai da pià di 60 anni. La reazione di Bush e Blair alla vittoria di Hamas nel 2006 è la chiave dell’orrore di oggi. Invece di accettare il governo democraticamente eletto, hanno finanziato un tentativo di rimuoverlo con la forza; addestrando e armando i gruppi di combattenti di Fatah per rovesciare militarmente Hamas e imporre ai Palestinesi un governo nuovo e non eletto da loro. Come se non bastasse, 45 membri del Parlamento di Hamas sono ancora detenuti nelle prigioni israeliane. v Sei mesi fa il governo israeliano ha accettato una tregua, mediata dall’Egitto, con Hamas. In cambio del cessate il fuoco Israele ha acconsentito all’apertura dei valichi e permesso il libero flusso dei beni essenziali dentro e fuori da Gaza. I lanci di razzi sono terminati ma i valichi non sono stati mai totalmente aperti, e la popolazione di Gaza ha iniziato a morire di fame. Questo devastante embargo non è una vittoria della pace. Quando gli occidentali chiedono che cosa abbiano in mente i leader di Hamas quando ordinano o permettono il lancio di razzi su Israele, non stanno comprendendo la posizione dei palestinesi. Due mesi fa le Forze di Difesa israeliane hanno rotto la tregua entrando a Gaza e cominciando di nuovo il ciclo di uccisioni. Dal punto di vista palestinese ogni giro di razzi lanciati è una risposta agli attacchi israeliani. Dal punto di vista israeliano è il contrario. Ma cosa significa quando Barack parla di distruzione di Hamas? Significa uccidere il 42 per cento dei palestinesi che hanno votato per esso? Significa rioccupare la Striscia di Gaza da cui Israele si è ritirato così dolorosamente tre anni fa? O significa separare in modo permanente i palestinesi di Gaza e quelli della Cisgiordania, politicamente e geograficamente? E per coloro il cui mantra è la sicurezza di Israele, quale sorta di minaccia costituiscono i tre quarti di un milione di giovani che stanno crescendo a Gaza con un odio implacabile contro chi li riduce alla fame e li bombarda? E’ stato detto che questo conflitto è impossibile da risolvere. In realtà, è davvero semplice. Il vertice delle mille persone che governano Israele (politici, generali e lo staff della sicurezza) e il vertice dei palestinesi islamisti non si sono mai incontrati. Una pace che sia tale richiede che questi due gruppi si siedano insieme senza pregiudizi. Ma gli eventi di questi giorni sembra abbiano reso ciò più improbabile che mai. Questa è la sfida per la nuova amministrazione di Washington e per i suoi alleati europei. Fonte: Times on line Traduzione a cura di www.gennarocarotenuto.it

27 dicembre 2008

ZERO il film inchiesta sull' 11 settembre (parte 1)

L'intero docufilm inchiesta sui misteri all'italiana dell'11 settembre 2001. Titolo Zero – Inchiesta sull’11 settembre Un film di Giulietto Chiesa, Franco Fracassi, Thomas Torelli, Francesco Trento e Paolo Jormi Bianchi Con la partecipazione straordinaria di Dario Fo, Lella Costa, Moni Ovadia e Gore Vidal Prodotto da Thomas Torelli per la TPF Telemaco s.r.l Coprodotto da Megachip – “Democrazia nella Comunicazione” e Xtend S.r.l. Regia Franco Fracassi, Francesco Trento Sceneggiatura Giulietto Chiesa, Franco Fracassi, Francesco Trento, con la collaborazione di Claudio Fracassi e Paolo Jormi Bianchi Consulente alla sceneggiatura Mario Balsamo Inchiesta giornalistica Giulietto Chiesa, Franco Fracassi, Paolo Jormi Bianchi con la collaborazione di Laura Di Pasquale e Salim Katrina Produttore esecutivo Thomas Torelli Direttore di produzione Vanessa Barreiro, Fulvia D’Ottavi, Gabriella Guido Art director Giuseppe Reggio Fotografia Christian di Prinzio, Marco Ricchello Post produzione Xtend s.r.l Responsabili di Post produzione Roberto Borrello, Alessandro Marinelli Montaggio Annalisa Schillaci Musiche originali Alessandro Molinari Durata 110’ Formato HDV e Super 8 Genere Film documentario Sito web Roberto Vignoli Tutti i credits

13 dicembre 2008

Hiroshima e Nagasaki: era necessario?

Ad Ulisse si parla della bomba atomica e delle città di Hiroshima e Nagasaki. Si cercherà di capire come si arrivò, e sè era necessario, alla decisione di sganciare la bomba su Hiroshima, ripercorrendo le tappe dal 1943, anno in cui si riunirono a Los Alamos le migliori intelligenze della fisica, come Oppenheimer e Fermi, per sperimentare la prima bomba. L'esperimento riuscì e, durante un incontro al vertice tra Truman, Churchill e Stalin, cominciò a serpeggiare lidea di usare questa nuova bomba contro il Giappone. Andato in onda il 22 novembre 2008

12 dicembre 2008

Zeitgeist Addendum

Zeitgeist Addendum è un web film non profit del 2008, diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph ed è il secondo capitolo di Zeitgeist, the Movie; è diviso in quattro parti: * Prima parte: viene criticata la tecnica della riserva frazionaria che permette la creazione di moneta tramite debiti. Secondo l'autore i dollari vengono stampati quando la Federal Reserve compra i titoli del tesoro americano. Questo denaro finisce nelle banche commerciali, dove viene moltiplicato attraverso il sistema della riserva frazionaria e quindi viene prestato ai consumatori. Nel film si afferma che tale sistema è assurdo in quanto il denaro che dev'essere pagato per saldare i debiti non esiste; non è stato mai creato. Nel film tale argomento non è trattato nei minimi dettagli perché è già stato sviluppato in Zeitgeist, the Movie. * Seconda parte: viene intervistato John Perkins, che si autodefinisce un killer economico. Perkins racconta di come ha aiutato la CIA e le elite politiche e industriali per le quali lavorava per minare dalle fondamenta legittimi regimi stranieri che ponevano gli interessi della propria popolazione prima di quelli delle multinazionali. * Terza parte: viene intervistato Jacque Fresco, fondatore del "Venus Project", progetto concepito per la liberazione della società dal denaro, utilizzando sapientemente la tecnologia e le risorse, in contrapposizione all'attuale società basata sul profitto e sulla scarsità delle risorse. Fresco propone numerose soluzioni per poter "migliorare" il mondo: in materia energetica, di trasporti, di lavoro(Fresco sostiene che:"l'America oggi è incline al fascismo, la sua filosofia religiosa e dominante ha una propensione verso il sostegno di punti di vista fascisti; l'industria americana è essenzialmente un'istituzione fascista") utilizzando l'ingegno umano, dunque la tecnologia ("Abbiamo la tecnologia per dare case e ospedali a tutta la popolazione"). Fonte: www.zeitgeistmovie.com it.wikipedia.org/wiki/Zeitgeist:_Addendum

19 novembre 2008

Berlusconi da RECORD!

10 STRONZATE IN 3,14 MINUTI! E' RECORD! Dal Ballaro' del 18 Novembre 2008, ennesima conferma di che razza di individuo ha dirottato l' Italia.

06 novembre 2008

Nikola Tesla

Il secolo uscente è stato il secolo di Einstein Albert; il secolo entrante è il secolo di Nikola Tesla! Chi occulta l'opera di un genio?

30 ottobre 2008

La terza bomba nucleare

L’ACCUSA DEL VETERANO LA TERZA BOMBA NUCLEARE Nell’inchiesta un veterano americano che ha partecipato a “Desert Storm”, accusa l’Amministrazione americana di aver utilizzato una piccola bomba nucleare a penetrazione di 5 chilotoni di potenza nella zona tra la città irachena di Basra ed il confine con l’Iran. Per controllare queste dichiarazioni Rainews24 ha cercato di verificare se durante la prima guerra del Golfo era stato registrato un evento sismico pari a 5 chilotoni. Consultando l’archivio "on line" del "Sismological International Center" ha trovato che proprio nella zona descritta dal veterano, era stato registrato un evento sismico di potenza corrispondente a 5 chilotoni, l’ ultimo giorno del conflitto. Si tratta dunque di un indizio che richiede lo sviluppo di un vasto lavoro di verifiche che noi di Rainews24 vogliamo svolgere coinvolgendo giornalisti di altri paesi, i centri sismici che hanno registrato l'evento ai quali richiediamo ulteriori dati sulle onde sismiche, e le organizzazioni internazionali preposte al monitoraggio nucleare. La redazione ha deciso di trasmettere questa intervista perché la situazione sanitaria a Basra ha raggiunto livelli di pericolosità davvero critici: i decessi annuali per tumore, secondo il responsabile del reparto oncologico dell’ ospedale di Basra , Dott Jawad Al Ali , sono aumentati da 32 nel 1989 (prima della guerra del Golfo) a più di 600 nel 2002. Il Dipartimento della Difesa statunitense chiamato ad esprimersi sulle accuse del veterano ha dichiarato che durante “Desert Storm” sono state utilizzate solo armi convenzionali. www.rainews24.it