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05 novembre 2018

I MOSTRI DEL RATING / DENTRO MOODY’S, CON UN SOROS NEL MOTORE


Aspettiamo il voto delle agenzie di rating come se dovessero parlare degli oracoli. Le definiscono "indipendenti". Una bugia alta come le Twin Towers. Invece sono degli organismi del tutto parziali, perchè controllati da precisi gruppi economici, finanziari e spesso speculativi. I quali, cioè, hanno tutto l'interesse a dare questo o quel voto, per poter quindi declassare un Paese e "mangiarlo meglio" o farne un gustoso spezzatino.
Si è pronunciata, affibbiandoci un pessimo voto (da Baa2 a Baa3), Moody's, in genere la più "perfida" delle tre sorelle.
Ma entriamo nelle sue segrete e ovattate stanze. Ecco a chi fa capo, non certo dei santi. Il primo tra i soci è Warren Buffet, l'arcimiliardario e super speculatore, attraverso il suo Fondo, of course, che si chiama Berkshire Hataway. Ha sponsorizzato le campagne presidenziali di Barack Obama e Hillary Clinton, tanto per darsi un tono 'democratico'.
Nell'azionariato, poi, spicca la stella (nera) di Blackrock, il principe di tutti i Fondi: pensate che come 'advisor' eccellente può contare su un calibro come George Soros, il magnate umanitario MangiaPaesi, il numero uno degli speculatori internazionali che vuol tanto bene ad ong e migranti…..
Non è certo finita, perchè tra i soci da novanta fanno capolino gli altri due colossi dei Fondi, come Vanguard Groupe e State Street. Dei veri mostri sacri, capaci di avere in pancia (Blackrock, Vanguard e State) quasi la metà delle azioni di tutte le aziende a stelle e strisce, anche concorrenti tra loro. Quindi capaci, da sole, di controllare economie e finanze di mezza America.
Lorsignori hanno in mano i destini di Paesi, come l'Italia, che cercano di crescere. Non c'è un qualche conflitto d'interessi, visto appunto che poi possono fare un sol boccone di pezzi interi di questo o quel paese, attraverso la miriade di aziende che a loro volta controllano?
Una autentica forma di gangsterismo finanziario, nella tanto democratica America. Altro che Al Capone. Val la pena di ricordare il titolo di un libro scritto da Elio Lannutti sul sistema creditizio: "Bankster – Peggio di Al Capone i vampiri di Wall Street e piazza Affari".
Meno complessi i contesti azionari delle altre due sorelle. Fitch fa capo al gruppo Hearst che controlla mezzo settore delle comunicazioni negli States (ricordate tanti anni fa il rapimento di una rampolla, Patricia?). Standard & Poor's è riconducibile ad un altro colosso, il gruppo Mc Graw Hill, controllato dalla Capital Word Investment.

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24 ottobre 2018

EMANUELA ORLANDI / COME MAI TACCIONO I PALAZZI ?


Come mai non si ha più lo straccio di una notizia sul caso di Emanuela Orlandi? Cosa fa la procura di Roma, che sembra tornata quel porto delle nebbie d'un tempo, dopo i clamorosi flop – per fare un solo esempio – sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin?
Eppure ad inizio anno sembrava che finalmente si fosse ad un passo dalla verità. Quando emerge dalle casseforti degli archivi vaticani un documentazione che attesta la presenza di Emanuela Orlandi (quindi ben viva e vegeta) in un collegio femminile a Londra. Si tratta di alcuni fogli che dettagliano le spese sostenute dal Vaticano per la permanenza, a metà anni '90, della giovane a Londra.
La Voce ne scrive per prima, un lungo resoconto delle novità e soprattutto la clamorosa notizia di quel documento. Il Vaticano cerca di minimizzare, nega, sostiene che con c'è alcuna documentazione. Quel documento invece esiste, ne scrive – e lo mostra – anche l'Espresso.
La famiglia di Emanuela chiede l'immediata riapertura delle indagini, ma dalla procura il solito muro di gomma, quelle nebbie che tornano ad infittirsi.
Come mai la Procura non riapre il fascicolo? Ha paura dei misteri vaticani? Teme di scoperte dirompenti? E' preoccupata di turbare gli equilibri interni alle sante mura?
Anche papa Francesco ha più volte ricordato il caso di Emanuela e auspicato finalmente la Verità.
Ma forse si tratta di un muro invalicabile anche per lui, già preso nella battaglia nei confronti delle gerarchie interne che non vogliono rinunciare ai loro privilegi milionari.
Quanto tempo dovrà ancora trascorrere prima che Francesco riesca a trovare la forza per abbattere gli ultimi, più resistenti e robusti muri?

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17 settembre 2018

VACCINI / PRECAUZIONE E PERSUASIONE, LA RICETTA DI GIULIO TARRO


Preferisce glissare sulle roventi polemiche sui vaccini, il professor Giulio Tarro, allievo di Albert Sabin, che scoprì l'antipolio.
E' sconcertato della retromarcia grillina, perchè giudicava quel provvedimneto adottato "equo e giusto". "Mi sembrava un buon passo avanti – commenta – tenuto conto della consapevolezza dei genitori dei bimbi che devono ricevere la vaccinazione e soprattutto in linea con quel che avviene negli altri Paesi del mondo".
Non intende parlare del Mago dei Vaccini, Roberto Burioni, e della sua mega intervista da 6 pagine per la 7 del Corsera, quel Burioni che non vuol confrontarsi con i "Somari", come discetta nel suo ultimo capolavoro editoriale
Ma di "IGNORANTI", di una profonda ignoranza che permea questo settore scientifico e soprattutto dell'ignoranza alla quale sono costretti i cittadini ci tiene a porre l'accento Tarro.
Ecco le sue parole.
"Da noi esiste una profonda ignoranza, cioè una non conoscenza dei problemi di cui parliamo e dei delicatissimi temi che ci troviamo ad affrontare. Non siamo in grado di fare scelte consapevoli perchè viviamo dentro un 'Grande Fratello' e detta legge la parola di chi grida più forte o riempie le pagine dei giornali, o usa i social media per diffondere le più grosse corbellerie".
"Dobbiamo metterci in testa che il vaccino è un farmaco, non una tisana o una camomilla. Va quindi utilizzato con tutte le cautele più rigorose, attuando in pieno il principio di precauzione. Le vaccinazioni multiple non possono essere rese obbligatorie, non si può inoculare qualcosa in un bimbo se i genitori non sono pienamente consapevoli dei rischi ai quali può andare incontro, perchè a volte il rimedio può essere più pericoloso del rischio che si può lontanamente correre".
"Ricordiamo che negli Stati Uniti, come in tutti i paesi anglosassoni, la scelta è libera, una scelta basata sulla persuasione, che non è coercizione, ma libero convincimento su una serie di dati che vengono forniti ai genitori dal medico e dagli operatori sanitari. Pensate che in questo modo, la già alta percentuale dei vaccinati negli Usa, è incrementata del 3 per cento. Per quale motivo, allora, scatenare battaglie terroristiche con la minaccia che i bimbi non possano nemmeno entrare negli asili o nelle aule scolastiche? Una follia".



"E ricordiamo alcuni fatti storici. Il tragico episodio dei militari mandati dagli Usa per la Guerra del Golfo. Quanti ne sono morti per le massicce dosi di vaccini inoculate? Una valanga. E nessuno ne vuole parlare (lo stesso, anche se in misura minore, è successo con la guerra in Kossovo, ndr)".
"E ricordiamo ancora che dal 1992 esiste una legge che prevede un risarcimento per chi riceve danni permanenti, se non addirittura la morte, a causa di un vaccino inoculato. C'è da dimostrare causa ed effetto, lo sappiamo: ma la legge esiste, gli specialisti e gli avvocati devono studiare i singoli casi e quando viene dimostrata l'associazione tra assunzione di vaccini e insorgenza della malattia bisogna andare avanti nella battaglia per il risarcimento. E' da paese civile, altro che".
"E infine. Vorrei ricordare che quello dei vaccini è e resta un colossale business per Big Pharma. Nel '92 le case farmaceutiche hanno avuto paura della cause civili per risarcimento danni, moltissime hanno chiuso, ne sono rimaste sostanzialmente tre. Ora il business è tornato, più forte che mai. E le case farmaceutiche sono estremamente agguerrite ".
"Quelle case che con i giganteschi mezzi finanziari a disposizione sono capaci di inventare campagne di terrorismo mediatico, creare dal nulla, con la complicità dei media, pandemie inesistenti. E la gente, ovviamente, ci casca. C'è addirittura chi ogni tanto arriva a parlare del ritorno del vaiolo. Ma nessuno sa che ne esistono solo due ceppi in tutto il mondo perfettamente isolati: uno ad Atlanta, negli Usa, e uno in Russia. Ma vedrete che prima o poi si riprenderà a suonare allarmi per una nuova suina oppure bovina".
O una caprina?
Nella foto di apertura il professor Giulio Tarro

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16 settembre 2018

VACCINI / LE GIRAVOLTE LAST MINUTE DEL MINISTRO GRILLO E LE “VERITA’ ” DI MAGO BURIONI


Abbiamo scritto questo articolo alle 17 circa del 6 settembre quando alle 19 i Tg danno notizia dell'ennesima giravolta gialloverde sui vaccini. Siamo al caos più totale: e ci chiediamo se il ministro Giulia Grillo esista sul serio o sia un clone del suo capo. Se sappia, soprattutto, che stiamo parlando della salute dei bambini e non di bambolotti.
Un articolo appunto che comunque pubblichiamo, il quale prende spunto da una maxi intervista rilasciata dal mago dei Vaccini, lo scienziato più "social" d'Italia, il Maestro del popolo bue: ma chi può essere se non Mago Roberto Burioni?
Impettito, mascella volitiva alla Mussolini, gli manca solo il Cappuccio e il Grembiulino per completare l'arredo massonico che gli è tanto familiare. Fin da quando si iscrisse al Grande Oriente d'Italia, la maggior loggia italiana con oltre 18 mila affiliati, seguita a lunga distanza dalla Gran Loggia d'Italia di palazzo Vitelleschi.

6 PAGINE PER IL MAGO DEI VACCINI SU 7
Sembra un servizio di Vogue o Mani di Fata, invece siamo tra le patinate pagine di 7, il supplemento del Corriere della Sera diventato utile per avvolgere nobili ortaggi, dai cavolfiori alle melanzane, da quando ne ha assunto la direzione Beppe Severgini, ospite permanente ad Otto e Mezzo di Lilli Gruber, che ha una rubrica fissa su La7, appunto 7 e mezzo. Tutto ok.
Le sei paginate a colori con foto kolossal andrebbero bene per le confessioni di Donald Trump sul Russiagate o di una Hillary Clinton che vuota il sacco sui misteri delle sue Fondazioni miliardarie gestite con il maritino Bill. Invece no.


Roberto Burioni. Sopra, il ministro Giulia Grillo

Parla un esperto di pubblicità & giornalismo: "Questo è un classico redazionale pubblicitario, dove in realtà non ci sono vere notizie perchè da mesi tutti parlano, anche le pietre, di vaccini. Ma si dà così il modo a Burioni di comparire come l'Uomo che conosce la Verità, l'Unico a possedere la Ricetta magica. La cosa grave è che il tutto avviene senza contraddittorio, senza che uno scienziato di diverso parere possa esprimersi, dire la sua, contrastare le opinioni di Burioni. E tra gli addetti ai lavori circola comunque la domanda: ma Burioni ha pagato a prezzo di tariffe redazionali o Servignini gli voluto fare un favore molto particolare? ". Boh.
Ma ecco, fior tra fiore. L'intervista, teniamo conto, è stata rilasciata in un momento di particolare commozione, quando il Maestro aveva appena ricevuto l'ennesima minaccia di morte. Anche stavolta sono le Brigate Rosse ad annunciare la sua uccisione.
"Non vale più la pena di stare in ansia per me", esordisce l'Eroe.
"Non penso di dover discutere sullo stesso piano con qualcuno che ha letto una decina di aritcoli su internet".
"Lasciar circolare tutte le fandonie che si dicono sui vaccini vuol dire permettere che vengano minate le basi del benessere di tutti, e in particolare delle generazioni dei nostri figli".
"Se in un teatro grido che c'è una bomba scappano tutti ed è difficile calmarli. La stessa cosa fanno gli antivaccinisti: diffondono timori che è complicato arginare".
Elementare, Watson.
Un Burioni che, petto in fuori stile Benito, dà del "Somaro" (dal titolo del suo ultimo capolavoro "La congiura dei Somari") ad ognuno che osi contraddire le sue Teorie: un Galileo sceso in Terra a miracol mostrare.
Quando ci fu lo "scazzo televisivo" in cui Burioni alzò i tacchi e se ne andò, o giù di lì, il confronto era con un disk-jokey (a quanto pare Red Ronnie) e con una povera famiglia che aveva perso il figlio dopo una vaccinazione. Non ti vuoi confrontare col dolore di quella famiglia perchè tu sei il Vate e loro le Capre? Bene. Almeno abbi compassione per la loro enorme sofferenza, scendi dalla cattedra che ti sei creato e confrontati. Macchè.

SOMARI ANCHE LORO, MONTAGNIER E TARRO ?

Luc Montaigner

Lo abbiamo più volte scritto su queste colonne. Ci sono due scienziati, entrambi noti a livello internazionale, il premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier, che ha inventato il vaccino anti Aids, e il noto virologo partenopeo Giulio Tarro, due volte candidato al Nobel per la Medicina e allievo di Albert Sabin, che ha inventato, dal canto suo, il vaccino antipolio.
Non si tratta di due "signor nessun" o due presi a caso per la strada. Come mai – ci siamo più volte chiesti – un Genio del calibro di Burioni non vuole confrontarsi con Montagnier o Tarro? Di cosa ha paura? Cosa teme dalle inarrivabili Vette della sua Scienza?
Nel corso di un convegno indetto dall'Ordine Nazionale dei Biologi tenutosi mesi fa a Roma, la relazione di Montagneir non lasciava scampo ai dubbi: i vaccini vanno utilizzati non estrema cautela, occorre valutare caso per caso, occorre usare il Principio di Precauzione sancito prima dalle Nazioni Unite nel 1992 e poi ribadito dall'Unione Europea nel 2000. Il presidente nazionale dell'ordine ricevè una comunicazione piena di insulti, tendenti a delegittimare il convegno e paragonando i relatori a dei vecchi tromboni, somari, rincoglioniti o giù di lì. Da qui è scattata, ovvia, la querela da parte del presidente dell'ordine.
Ma come mai la stampa di Regime – Repubblica e Corsera in testa – per non parlare di Rai, Mediaset e strada facendo non hanno il coraggio di intervistare uno scienziato di fama mondiale che la pensa in modo diverso da Burioni? Tutti asserviti e incapucciati? Tutti genuflessi e in grembiulino?


Ortensio Zecchino

Sale in cattedra ad Avellino a magnificare le sorti di Tigen del suo amico ex Dc Ortensio Zecchino perfino Sergio Matterella, per sottolineare l'importanza della scienza. Le solite ovvietà presidenziali del capo dello Stato robot. Ma chi ha mai messo in dubbio la necessità sempre maggiore di progressi nella scienza? Ma veri, al servizio della salute dei cittadini, per il progresso dell'ambiente in cui viviamo.
Non per genuflettersi di fronte agli interessi di Big Pharma, delle mega industrie famaceutiche che lucrano miliardi di euro e di dollari sulla salute dei cittadini: e la cosa è ancora più spregevole se ciò riguarda i bambini. Ricordate le acrobazie di Novartis per stipulare un folle contratto con il governo italiano (allora Berlusconi premier) per far comprare dosi e quantità di vaccini antinfluenzali risultati del tutto inutili? Usato solo il 10 per cento, il resto buttato nelle discariche attrezzate per i rifiuti speciali: e però il conto venne saldato fino all'ultimo milione di euro! E nessuna penale, o comunque norma minimamente favorevole allo Stato era stata prevista.

I FASTI DI SUA SANITA' & LE CARNEVALATE DI MARCUCCI 
Proprio come succedeva nell'era di Sua Sanità Francesco De Lorenzo e del re Mida Duilio Poggiolini. A proposito, il processo sulla strage per il sangue infetto in corso a Napoli da due anni e mezzo, e che vede come imputati lo stesso Poggiolini e una dozzina di funzionari del gruppo Marcucci (allora un arcipelago di società, oggi radunate sotto l'ombrello miliardario di Kedrion), ricomincia il 27 settembre e si avvia – dopo un autentico Calvario – alle battute finali.
Tra le variegate foto che immortalano le feste inscenate da Pd e fauna varia per la retromarcia (inspiegabile comunuqe) dei pentastellati sul caso vaccini, ovviamente in prima fila il capoguppo Pd al Senato Andrea Marcucci.


Duilio Poggiolini

L'ex enfant prodige del De Lorenzo team ai tempi sfolgoranti del Pli presieduto da Renato (l'Altissimo): e lui, Andrea, fu il più giovane parlamentare italiano, sotto le insegne di Sua Sanità e l'ala protettiva del ras del sangue Guelfo Marcucci. Una dinasty ingigantitasi su commerci e lavorazioni degli emoderivati e per anni – almeno fino al '92 – anche con la produzione dei vaccini attraverso la Sclavo (poi passata alla Novartis), miliardi realizzati sulle salute e sulle pelle degli italiani.
Per non doverci ripetere, vi invitiamo a leggere le inchieste realizzate alcuni mesi fa (dopo febbraio dalla Voce proprio in seguito al convegno nazionale dei Biologi). Troverete riportati i passaggi essenziali dell'intervento di Montagnier e troverete anche due articoli sulle pubblicazioni di Tarro: una recentissima, appena diffusa, "100 cose da sapere sui vaccini" – attualissima soprattutto nell'odierna bagarre – e uno studio scientifico, pubblicato anche in Cina, sui giganteschi pericoli, da qui a breve-medio termine, derivante dall'utilizzo di metalli pesanti (e tossici) nell'ambiente, cosa che produrrà un aumento esponenziale nelle percentuali di bambini autistici fra la popolazione.
Studi la cui adozione andrebbe resa obbligatoria nelle scuole: altro che obblighi vaccinali di stampo fascista!

In basso i 4 link base
ROBERTO BURIONI / IL MAGO DEI VACCINI CONTRO IL NOBEL – SOMARO LUC MONTAGNIER 
10 marzo 2018

VACCINI / CONTINUA LA CAMPAGNA DI BUFALE DEI PRO VAX. MA IL NOBEL LUC MONTAGNIER LI SPUTTANA
23 giugno 2018

VACCINI / IL MANUALE ANTI FAKE NEWS FIRMATO DAL VIROLOGO GIULIO TARRO
19 marzo 2018

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13 settembre 2018

GIALLO PANTANI / GIRO TAROCCATO & SCOMMESSE DI CAMORRA: E’ CALATO UN MURO DI GOMMA


"Voglio vederli in faccia questi bastardi che me lo hanno ucciso". Non si arrende, non arretra di un centimetro Tonina, la mamma di Marco Pantani, il nostro campione di ciclismo ammazzato ("suicidio" per la Cassazione) in un residence di Rimini il 14 febbraio 2004. Una sentenza da brividi.
Resta solo un filo di speranza a Napoli, dove da due anni esatti (fine agosto 2016) è depositata la richiesta di riapertura indigini presentata dall'ultimo avvocato della famiglia Pantani, Antonio De Rensis.


Tonina Pantani col figlio Marco

Ma ricostruiamo i fatti partendo dalle news. Una immensa folla di giovani, sportivi, turisti, concittadini e curiosi si raduna in queste ore (1 e 2 settembre) a Cesenatico per ricordare Marco, il Pirata, l'eroe della montagne, il campione che tutti gli italiani hanno nel cuore anche dopo tanti anni per il coraggio, l'eroismo, la sofferenza per la fatica che vedevi disegnata sul suo viso.
"La mia battaglia – sussurra tra le lacrime mamma Tonina – è iniziata 14 anni fa e non avrà mai fine. Ho cambiato sette avvocati e non è successo nulla. Muri di gomma, dai tribunali solo silenzi e archiviazioni. Sono andata in crisi tante volte, ma ogni volta mi rialzo e ricomincio, come faceva lui con le sue salite interminabili. Mi batto per uno sport pulito, soprattutto per i giovani, e la mia battaglia non avrà fine fino al momento in cui non avrò la verità. Voglio vederli in faccia quei bastardi".
Non sarà certo facile, un'impresa titanica, una di quelle che Marco era comunque abituato, con la sua tenacia senza confini, a compiere.
La Voce ha scritto varie inchieste sul giallo Pantani che potete trovare in archivio. Ma vogliamo riassumere gli ultimi sviluppi. O meglio, "non sviluppi".
Come abbiamo detto c'è in vita ancora un esile filo di speranza, si trova presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, visto che a fine agosto 2016 l'avvocato de Rensis depositò una articolata memoria per ottenere la riapertura delle indagini, negata dalla procura di Forlì, basandosi su una mole di elementi. E chiedendo il trasferimento del fascicolo, appunto, da Forlì a Napoli.

QUEL GIRO D'ITALIA 1999 ERA TAROCCATO 

Renato Vallanzasca

Come forse ricorderete, tutto parte da Renato Vallazzasca, che rinchiuso nel carcere di Bollate riceve alcune confidenze, molto particolareggiate, da un pentito di camorra, il quale gli consiglia, al Giro 'd'Italia del 1999, di scommettere sulla sconfitta di Marco: "'O Pelato non arriva a Milano".
E gli racconta di maxi scommesse effettuate dalla camorra, come ritualmente accade per grossi eventi sportivi, a cominciare dalla 'vendita' dello scudetto al Milan del 1989.
Vallanzasca scrive alla madre di Pantani descrivendole la storia. La signora Tonina in un baleno si precipita alla procura di Forlì, sporge denuncia e allega la lettera: il fascicolo è affidato al pm Sergio Sottani, il quale effettua una serie di riscontri. Per prima cosa individua il pentito che nel carcere aveva parlato con Vallanzasca: collabora, dà nomi e cognomi di altri camorristi con cui parlare e ulteriori elementi. Gli altri camorristi vengono sentiti dal pm, forniscono conferme, e soprattutto ribadiscono che quel Giro era taroccato: la camorra ci aveva puntato palate di soldi e 'O Pelato non doveva concluderlo.


Il pm Sergio Sottani

E' così che era successo, nel 1999, il dramma dalla tappa a Madonna di Campiglio: i valori del sangue di Marco risultano leggermente alterati, ma tali da farlo escludere dalla gara. I sanitari che hanno effettuato il prelievo sono reticenti, il capo dell'equipe, un medico svedese, Wim Jeremiasse, guarda caso un mese dopo finisce dentro un lago ghiacciato austriaco con la sua auto: e dopo quel prelievo aveva dichiarato, "oggi il ciclismo è morto". Poi è successo a lui.
Uno dei massaggiatori del campione, Roberto Bregnolato, parla espressamente di alterazione delle provette da parte dei sanitari, "convinti" con i metodi che la camorra solitamente usa. E afferma: "Marco Pantani fu ucciso quella mattina a Madonna di Campiglio".
Insomma, una montagna di elementi probatori che avrebbero dovuto condurre in dirittura d'arrivo verso il traguardo dei rinvii a giudizi e quindi l'inizio del processo. Invece niente: Forlì nicchia, sostiene che molte testimonianze sono solo "de relato", cioè di camorrristi che le riferiscono da altri camorristi. Insomma, non ci sarebbe la prova regina, la pistola fumante o, in questo caso, l'ago nella vena del campione e il sangue alterato davanti agli stessi pm.
Ma fateci il piacere… avrebbe detto Totò. La Procura di Forlì, del resto, non capisce un tubo di camorra e quindi avrebbe dovuto spedire il fascicolo a Napoli, anche perchè proprio nel capoluogo partenopeo in precedenza, e anche per altri fatti delittuosi, avevano testimoniato diversi camorristi che erano a conoscenza della combine creata intorno a quel maledetto Giro del 1999.


Il penalista Antonio De Rensis

Niente. Forlì è ben decisa a tenersi stretto il fascicolo, a far tutto da sola, ed ad archiviare il tutto. E così fa.
E' a questo punto, due anni fa, che l'avvocato De Rensis, proprio in forza di quelle carte, quei documenti, quelle verbalizzazioni, quei fatti successi, si presenta alla Dda di Napoli e deposita la richiesta di riapertura del caso.
Sono passati due anni esatti. Ma di quel fascicolo, oggi, non si ha un sola notizia. E' stato mai aperto? E' stata fatta un'indagine? E' stato sentito qualche pentito? E' stato effettuato qualche riscontro? A quanto pare no, perchè dopo un anno circa (settembre 2017) la Voce intervistò il pm incaricato Antonella Serio, che disse poche e vaghe parole: "il fascicolo è in evidenza. Quando ci sarà qualche sviluppo lo comunicheremo".
Invece, fino ad ogni lo zero più assoluto. Un muro di gomma. Ci fosse stato un minimo di sviluppo il procuratore capo avrebbe convocato una mini conferenza stampa – come di rito – e aggiornato sulle eventuali novità. Invece niente.
Abbiamo contattato anche lo studio dell'avvocato De Rensis, via telefono e via mail. Nessuna novità.
Passiamo al secondo atto, non meno sconcertante del primo. Perchè esiste un'altra inchiesta, sempre condotta dalla procura di Forlì, riguardante l'omicidio (etichettato ovviamente come "suicidio") di Marco, avvenuto appunto nella pensione Le Rose di Rimini.

UN SUICIDIO ALLA PINELLI O ALLA DAVID ROSSI 
Anche qui due inchieste parallele. Una condotta dalla polizia e dalla procura, l'altra dall'avvocato de Renzis.
La scena del crimine, per sintetizzare, è da tsunami: mobili distrutti, letto squarciato, suppellettili di ogni tipo fatte a pezzi. E il cadavere di Marco che presenta evidenti segni di ferite e di trascinamento. La scena somiglia molto a quella di un altro omicidio spacciato per suicidio, quello di David Rossi, il responsabile comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, che di segreti su Mps ne conosceva una caterva e avrebbe potuto rivelarli ai pm che l'avevano convocato per il giorno seguente al "volo" dal quarto piano di palazzo Salimbeni.

E anche Marco era una "mina vagante". Avrebbe potuto rivelare un mare di cose non solo su quel Giro taroccato, ma sul mondo della droga nello sport, sul colossale giro d'affari del doping, sui controlli taroccati, sugli organismi che sulla carta dovrebbero controllare e invece fanno esattamente il contrario, sulla maxi corruzione imperante. E poi sul mega giro di scommesse illegali e di camorra nella cui trappola era caduto.
Per gli inquirenti bazzecole, pinzellachere: si era drogato, aveva perso il controllo di sè, aveva distrutto tutto. Si era inferto quelle ferite, in palese stato di masochismo acuto, si era autotrascinato per metri.
In più, ciliegina sulla torta, due elementi che fanno a cazzotti con questa ricostruzione: un giubbotto che non apparteneva a Marco trovato nella stanza del residence e un cornetto gelato Algida nel contenitore dei rifiuti (marca che Marco non consumava). Commentano i pm: "lo aveva mangiato un poliziotto per distrarsi". E tu inquini la scena del crimine in quel modo?
Ai confini della realtà.
La controperizia redatta dall'avvocato De Renzis, soprannominata delle "100 anomalie", per la immensa mole di elementi contraddittori e mai chiariti, contiene una sequela di fatti che fanno a pugni con la ricostruzione ufficiale. La Voce li ha descritti nelle passate inchieste che potete rileggere.

ARCHIVIAZIONI KILLER
Ma alla fine di tutta questa battaglia giudiziaria cosa è partorito? L'ennesima richiesta di archiviazione della procura di Forlì. Per la quale non bastano tutti gli elementi e moventi: occorreva filmare il killer col pugnale nello stomaco di Pantani.
E pensare che anche una perizia scientifica aveva dimostrato come Pantani fosse stato costretto ad ingurgitare una pallina di coca, allo scopo di ammazzarlo con una maxi over dose. E microtracce di quella pallina si trovavano ancora sulla scena del crimine. Il filmato delle operazioni dei primi investigatori è stato poi tagliato. Perchè durava troppo, secondo alcune spiegazioni.
Come del resto è stato tagliato il filmato delle telecamere del Monte dei Paschi che documentano la caduta di David Rossi. Troppo lungo e noioso.
Dopo l'archiviazione richiesta dal pm e accettata dal gip di Forlì, tutto morto. Non è restato, a De Renzis, che fare l'estremo tentativo in Cassazione, dove quasi tre anni fa, il 19 settembre 2015, giorno di San Gennaro, le toghe non ha fatto certo un miracolo: ma semplicemente apposto una fredda pietra tombale sulla tragedia: archiviazione.  

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03 settembre 2018

NEWSLETTER VOCE DELLE VOCI 3 settembre 2018

VOCE DELLE VOCI
LA NEWSLETTER DI LUNEDI 3 SETTEMBRE 2018
LE INCHIESTE

GIALLO PANTANI / GIRO TAROCCATO  & SCOMMESSE DI CAMORRA: E' CALATO UN MURO DI GOMMA 


STAI "SERENO" ENRICO LETTA / CON TUTTA LA MONTAGNA DI POLTRONE CHE OCCUPI…









NEI MISTERI DI PAVIMENTAL / L'OSCURO BRACCIO OPERATIVO DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA



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