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05 agosto 2018

RAI / BURIONI ATTACCA IL CANDIDATO FOA SUI VACCINI: UN CAVERNICOLO



Attacco su tutti i fronti a 360 gradi dai media di regime al candidato presidente Rai Marcello Foa. Da Repubblica al Corsera una velina pressocchè identica: "ultrà di Putin", "contro le Ong", "sovranista", "no euro" e – tanto per aggiungere un ingrediente al minestrone che non guasta mai – anche "No Vax".
Su quest'ultimo fronte entra in scena (anzi in sceneggiata) il solito scienziato (sic) pret a porter, Roberto Burioni, il Verbo Unico sul tema, il solo degno di dare il suo parere e gli altri tutti zitti, muti e "somari" (dal titolo della sua ultima illeggibile fatica letteraria), in ginocchio ad ascoltare il verbo del Vate.
In perfetto conflitto d'interessi, Burioni, come la Voce ha più volte documetato, per i suoi rapporti d'affari con svariate società farmaceutiche in tema di brevetti.
E già ce lo immaginiamo, Fratel Burioni, tra alambicchi & provette, cappucci & grembiulini per inventare le sue miracolose pozioni: visto è iscritto al Grande Oriente d'Italia. Il fatto è che Burioni se ne vergogna, non lo ammette, dice che non è vero. Mostrando un indomito coraggio che non sarà poi tanto gradito ai confratelli del GOI, fieri invece di esserlo.
Ma eccoci all'ultima polemica.


Roberto Burioni. In apertura, Foa

Scrive il Corsera: "ora riemerge dalla memoria della Rete un intervento assai dubbioso del giornalista italo svizzero sull'efficacia dei vaccini. Lo ha scoperto il virologo Roberto Burioni che ha ripescato un'intervista concessa al sito Informarexresistere in cui Foa ricorda che 'in Svizzera i vaccini non sono obbligatori. La gente può scegliere di non vaccinarsi eppure la popolazione non è particolarmente malata".
Suona la fanfara Repubblica: "Il 3 dicembre 2017 in una videointervista al videoblog 'Crescere informandosi', Foa esprime un punto critico sull'obbligatorietà dei vaccini. 'Iniettare 12 vaccini in un arco temporale di tempo molto stretto nel corpo di un bambino, provoca uno choc nel corpo. I vaccini dovrebbero esere limitati allo stretto indispensabile e solo per le malattie davvero gravi".
Ecco i commenti di Mago Burioni via twitter alle estrapolazioni effettuate dai due media di Palazzo.
Scrivono sul quotidiano di via Soferino: secondo Burioni "il presidente Foa dice menzogne sui vaccini, quelle degli antivaccinisti cavernicoli, ignoranti ed egoisti. Sulla salute ci vuole corretta informazione, non la diffusione di balle mortali con i soldi del canone". A valutare se siano o meno balle abbiamo un Giudice Unico, il Mago Burioni.
Più conciso il quotidiano diretto da Mario Calabresi: "Foa dice menzogne sui vaccini, quelle degli antivaccinisti cavernicoli, ignoranti ed egoisti".
Come del resto "cavernicoli, ignoranti ed egoisti" sono il premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier e il virologo Giulio Tarro, allievo di Albert Sabin, l'inventore del vaccino antipolio. Forse qualcosina in più di Burioni ne sanno (ce ne vuol poco, del resto), forse qualche titoluccio accademico in più lo hanno nel loro curriculum, forse quel diritto alla Verità che il solo Burioni si arroga andrebbe un momentino rivisto.
Sorge spontanea la domanda: ma come mai l'Onnisciente Burioni non accetta un confronto pubblico con Montagnier e Tarro? Ha paura di qualcosa? Teme una figura barbina? O si scopra che il re è nudo?
E non hanno diritto di parola coloro i quali non mettono in dubbio l'utilità dei vaccini, ma le modalità di produzione (lo abbiamo scritto altre volte) e di utilizzo, da effettuare basandosi nel modo più assoluto sul principio di "Precauzione", come hanno stabilito un quarto di secolo fa la Nazioni Unite, ribadito 18 anni fa l'Unione Europea e ripetuto ad ogni convegno Montagnier, Tarro e altri scienziati che non la pensano come Mago Burioni.

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27 luglio 2018

CHIAMALE SE VUOI DONAZIONI / LE MAZZETTE MILIONARIE DAI MARCUCCI A POGGIOLINI



Sempre più bollente il processo per la strage del sangue infetto in corso a Napoli (il 19 luglio l'ultima udienza prima della pausa estiva) e che ha provocato almeno 5000 morti per la trasfusione di emoderivati non testati. Vittime e familiari da vent'anni (20) attendono giustizia, visto che il processo iniziò a Trento nel 1998. Fino ad oggi un muro di gomma.
L'ultima benzina sul fuoco arriva dalla risposta ad un fresco articolo della Voce che riportava testualmente la verbalizzazione di Duilio Poggiolini, l'ex re Mida della Sanità e braccio destro di Sua Sanità Franco De Lorenzo, resa ai carabinieri la bellezza di 23 anni fa e solo adesso venuta alla luce.
Ne ha ricevuto copia la Voce alla sua redazione, ma fa parte anche parte del fascicolo processuale davanti al giudice della sesta sezione civile del tribunale di Napoli, Antonio Palumbo, che ha condotto il processo per due anni e mezzo e si avvia alla battute conclusive: a settembre ci saranno le arringhe del pm, delle parti civili e dei difensori degli imputati, ossia di Duilio Poggiolini e di alcuni ex funzionari-dipendenti del gruppo Marcucci, all'epoca oligopolista nella lavorazione e distribuzione di emoderivati.

QUELLE SUPER MAZZETTE PER GLI EMODERIVATI
Ma procediamo con ordine, in modo cronologico, perchè la vicenda è non poco articolata.
La Voce, dicevamo, il 1 giugno scrive un'inchiesta basata su un verbale d'interrogatorio di Poggiolini.



Uno stabilimento del gruppo Marcucci. In apertura l'ingresso del Tribunale di Napoli con una "pioggia" di globuli rossi
Per completezza d'informazione, a questo punto, in basso potete leggere integralmente quel verbale da brividi. Si parla di 280 milioni (in lire) di mazzette consegnate da un funzionario del gruppo Marcucci, Edo Rinaldi, al responsabile della Commissione Unica del Farmaco, Poggiolini appunto. "Mittente" della bustarellona è il gruppo Marcucci, in particolare il patròn di famiglia, Guelfo Marcucci, passato a miglior vita circa due anni fa e ovviamente non presente al processo. Così come non è presente Edo Rinaldi, il latore della ricca missiva, anche lui passato a miglior vita.
Nel verbale redatto davanti ai carabinieri, Poggiolini ammette con estremo candore di aver ricevuto soldi & regali per 280 milioni di lire, solo per aver dato alcuni consigli e pareri circa le pratiche amministrative da svolgere per presentare istanze e domande al ministero della Salute, sul fronte degli emoderivati.
Riposte che avrebbe potuto fornire, in cambio di una cena, un qualsiasi dipendente, anche il più idiota, dello stesso ministero.
E invece i Marcucci puntano in alto, al Mago del Farmaco, al Re Mida della Sanità, al Profeta che – unico – può dar Vaticini: Poggiolini.
Un disgustoso spartito – quel verbale – a base di dazioni & pareri, consigli & soldi a palate, regali & relazioni: e il tutto sulla pelle dei cittadini.
Cosa fa a questo punto il legale della famiglia Rinaldi, Massimilano Capecchi, il cui studio si trova a Fornaci di Barga, a un tiro di schioppo dal quartier generale di casa Marcucci e dove era residente lo stesso Rinaldi?
Ci invia una lettera (che per completezza di cronaca pubblichiamo in un link in basso) nella quale viene in primo luogo contestato il fatto che l'articolo è diventato "virale" via internet e quindi gli effetti si allargano a macchia d'olio.
Poi l'avvocato contesta due fatti: il diritto all'oblio, dal momento che la vicenda risale a 23 anni fa. E la circostanza che nel frattempo – per la precisione nel 2002 – la Corte d'Appello di Napoli ha pronunciato una sentenza che assolve Edo Rinaldi dagli addebiti contestatigli, e per i quali aveva subito una condanna in primo grado.
Queste le espressioni utilizzate da Capecchi: "Lei classifica addirittura come clamorosa una notizia ampiamente coperta dal diritto di oblio, ma soprattutto completamente inveritiera perchè nell'enfasi di una narrazione scandalistica per un evento di nessun interesse pubblico verificatosi ben ventitrè anni fa si dimentica completamente di precisare che Edo Rinaldi fu definitivamente prosciolto dalla Corte d'Appello di Napoli con sentenza del 28 febbraio 2002 insieme a Duilio Poggiolini poichè il fatto non costituiva reato".

ALTRO CHE DIRITTO ALL'OBLIO

Duilio Poggiolini

Così risponde la Voce all'avvocato Capecchi: "La ringrazio della comunicazione, che le propongo, visti i contenuti e i toni, di pubblicare integralmente insieme alla nota che le sto inviando. Mi pare infatti corretto darne contezza ai lettori, in modo che abbiamo una visione completa sulla vicenda: il punto di vista dell'erede del Dr. Edo Rinaldi da un lato, compresa la sentenza di assoluzione, quello della redazione dall'altro".
Prosegue la nota della Voce: "Quanto al diritto all'oblio, vorrei attirare la sua attenzione sul fatto che l'interesse è attualissimo in relazione al processo penale che si sta svolgendo a Napoli e che riguarda condotte degli anni '70 e '80, e morti di persone emofiliache avvenute recentemente, in cui il Dr. Poggiolini è imputato e nel quale, in fase di indagini, prima del decesso, era stato coinvolto il medesimo Dr. Edo Rinaldi. La notizia data, che riguarda i rapporti avvenuti tra il gruppo Marcucci, ove il Rinaldi lavorava, ed il direttore del servizio ministeriale che controllava i farmaci plasmaderivati, è pertanto sicuramente di interesse attuale e concreto".
Questa è la risposta della Voce.
Alla quale ovviamente in tempo reale l'avvocato Capecchi replica: "apprezzo il garbo della sua risposta. Tuttavia il dileggio del padre accusato di aver commesso un reato dal quale è stato prosciolto in via definitiva (come da Lei richiesto allego la sentenza di proscioglimento) è motivo di sofferenza troppo grande per il mio assistito per lasciare sul web un articolo il cui presupposto è falso e che non rende giustizia alla verità. Le ricordo inoltre che il processo di Napoli non ha per niente visto coinvolto il Dott. Rinaldi che può, pertanto, liberamente opporre il diritto all'oblio, che gli compete sicuramente".
Ci sono svariati punti da chiarire. Ma è meglio partire dalla sentenza di assoluzione del 2002 cortesemente inviataci dall'avvocato Capecchi. Una sentenza che assolve tutti gli imputati (ben compreso Edo Rinaldi). Ma che, se letta con un minimo di attenzione, parla da sola. E ne racconta delle belle.
A pronunciarla, il 24 maggio 2002, il presidente della sesta sezione della Corte d'Appello di Napoli  Michele Morelli, affiancato dai consiglieri Fernando Giannelli e Francesco Paolo Caiati (relatore).
Una sentenza che in qualche modo "mescola" le due vicende "storiche" dalla sanità d'affari & morti in Campania: quella della "Farmatruffa"(per la quale De Lorenzo e Poggiolini sono stati condannati a 5 miliardi di lire di risarcimento a testa per danno all'immagine dello Stato); e quella degli emoderivati, dalla quale Sua Sanità ha sempre teso a scindere ogni sua responsabilità, pur essendo legato a doppio filo sia al re Mida Poggiolini che ai maggiori distributori di emoderivati, appunto i Marcucci: tanto che il figlio Andrea Marcucci – oggi capogruppo del PD al Senato – nel '91 si presentò alle politiche sotto l'ala protettiva di Sua Sanità con i vessilli del PLI, e il fratello Renato De Lorenzo è stato membro del CdA della Scalvo, per un paio d'anni perla dell'impero Marcucci.

DUE SENTENZE CONTRO: CORRUZIONE O DONAZIONI ? 

Andrea Marcucci

Nella prima parte della sentenza del 2002 viene fatto un sunto della "Farmatruffa", dell'associazione a delinquere messa in piedi dallo stesso titolare della Sanità, dal suo segretario particolare Giovanni Marone (l'uomo che soleva bruciare i documenti bollenti in un calderone) e lo stesso Poggiolini (uso invece nascondere i milioni spiccioli nei puff del salotto).
Ma eccoci al clou. Al capo 192, pagina 460 della sentenza, alla voce "Imputati Poggiolini Duilio, Rinaldi Elio", così si legge: "Il Tribunale (di primo grado, ndr) ha dichiarato Poggiolini Duilio e Rinaldi Edo colpevoli del reato loro ascritto. Avverso detta decisione ha proposto appello il Poggiolini chiedendo la assoluzione dal reato ascritto, considerato che il Rinaldi, tratto in arresto in base alle sue rivelazioni, aveva espressamente riferito di aver spontaneamente effettuato i versamenti per gli utili consigli ricevuti".
"Spontaneamente"? "Utili consigli" pagati la bellezza di 280 milioni di lire? Da neurodeliri.
Ma la catena dei fatti ai confini della realtà è appena all'inizio.
Scrivono i togati capeggiati da Morello: "Ha inoltre proposto appello il Rinaldi chiedendo la assoluzione dal reato ascrittogli, assumendo che le sue dazioni in denaro erano state spontanee e non frutto di un accordo corruttivo". Di nuovo spontanee? Beneficenza? Regali sotto l'albero della cuccagna? Corrotti e corruttori di tutto il mondo unitevi in questa linea difensiva – peraltro incredibilmente avallata da un tribunale italiano – e la farete franca a vita!
Ma la sceneggiata, tipicamente partenopea, continua.
Scrivono le toghe della sesta corte: "In sede dibattimentale Poggiolini ha dichiarato che: 'Rinaldi Edo si era recato spesso da lui per chiedere consigli sui prodotti dell'impresa di cui era titolare insieme ai fratelli Marcucci; detta impresa si interessava soprattutto di 'emoderivati'; in particolare Rinaldi gli chiedeva precisazioni tecniche sulle metodiche da seguire per istituire, nelle tecniche di produzione, quei controlli e procedure".


Piermannuccio Mannucci

Sorge spontanea a domanda: ma cosa ci stanno a fare consulenti e super esperti che un gruppo stramilionario come quello di casa Marcucci si poteva abbondantemente permettere? Uno per tutti, quel Piermannuccio Mannucci, il primo teste nella lista stilata dal pm al processo di Napoli: un pomposo pedigree, ma un un teste in palese conflitto d'interessi essendo stato, appunto, più volte consulente del gruppo Kedrion (che oggi raduna le perle di casa Marcucci).
La ciliegina sulla torta è in arrivo: "Per questi suoi consigli il Rinaldi, spontaneamente e sotto forma di regali natalizi, dagli anni '80 sino al 1992, gli aveva versato la complessiva somma di 280 milioni di lire, confluiti in parte sul suo conto corrente personale acceso presso la Banca di Roma ed in parte su quello acceso presso la Comit".
Non basta: così prosegue la sentenza della Corte d'Appello di Napoli: "successivamente, due – tre volte l'anno, a Natale e a Pasqua, aveva continuato a portare somme di danaro a Poggiolini pari a 5 milioni di lire a volta, gradualmente aumentate prima a 10 e poi a 20 milioni di lire; complessivamente aveva erogato a Poggiolini la somma di 180 miloni di lire, prelevati da un fondo 'ISI' destinato al fondo spese". Sicuramente si tratta dell'Istituto Serioterapico Italiano, del quale a inizio anni '90 Edo Rinaldi è stato al vertice del cda.
Ma ecco – comica finale – il commento delle toghe: "In cambio il Poggiolini non gli aveva fatto alcuna agevolazione, ma dallo stesso aveva ricevuto solo cortesie": evidentemente, a base di colombe pasquali d'oro massiccio e tempestate di diamanti. Uno spirito francescano coltivato negli anni? Un sorta di ipnotismo infinito? Un masochismo spinto agli estremi?
Una perizia psichiatrica potrebbe sciogliere l'arcano.
Così concludeva la sesta sezione della Corte d'Appello di Napoli nel 2002: "Orbene, ritiene la Corte di non poter condividere il ragionamento seguito dal primo Giudice. Invero, sostenere che ogni rapporto intercorso tra Poggiolini – sia pur gravemenre scorretto o censurabile sotto il profilo disciplinare per il pubblico funzionario – debba essere automaticamente ricondotto nello schema di una intesa corruttiva sol perchè inserito in un più ampio contesto effettivamente caratterizzato da una vasta serie di rapporti di tale natura, significa generalizzare senza tenere conto delle peculiari caratteristiche del caso specifico e delle risultanze probatorie".
Ma Mani pulite ce la siamo sognata o no? La Corruzione se la sono inventata i giornalisti o chi altro? E Big Pharma s'è improvvisamente trasfigurata nello Spirito Santo?

DOPO 20 ANNI, GESU' FATE LUCE
Ma non c'è mai limite alla psichiatria forense: "Nel caso in esame, dalle dichiarazioni pienamente concordanti rese dal Poggiolini e dal Rinaldi si ricava che le dazioni in questione furono davvero elargite spontaneamente dal Rinaldi a fronte dei consigli che solo un esperto come il Poggiolini poteva fornire su un settore tanto specifico e delicato, quale quello della produzione di farmaci emoderivati". Il Messia sceso in terra a miracol spiegare, l'allora Poggiolini?
Arieccoci, gli emoderivati. La tragedia che da vent'anni tormenta migliaia e migliaia di famiglie.
A questo punto, ci par d'obbigo porci e porre qualche interrogativo.
Vale il tanto celebrato diritto all'oblio rispetto ad una vera e propria carneficina per la quale dovrebbe decidere, a questo punto, solo il tribunale dell'Aja per i crimini contro l'umanità?


Una manifestazione di protesta degli ammalati per sangue infetto

Secondo noi, rispetto ad ogni diritto all'oblio, deve prevalere il diritto-dovere alla memoria, la memoria storica..

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17 luglio 2018

I RE DEI FARMACI / IL TANDEM BARRA-PESSINA SBANCA IN CINA


L'irresistibile ascesa del gruppo "Walgreens Boots Alliance", che fa capo alla coppia italiana Stefano Pessina e Stefania Barra: vent'anni fa due signor nessuno e oggi a capo del più potente gruppo internazionale sul fronte della distribuzione dei prodotti farmaceutici.
Il gruppo italo-statunitesne, infatti, ha portato a segno un altro colpo da novanta: ossia l'acquisto del 40 per cento del pacchetto azionario della più importante catena farmaceutica cinese, "Sinopharm Holding GouDa Drugstores". La trattativa andava avanti da alcuni mesi ma ha subìto un'accelerazione nelle ultime settimane.
Un'espansione davvero senza confini. E partita – incredibile ma vero – da un piccolo deposito di farmaci nella sgarrupata periferia di Napoli, gestito dal pescarse Stefano Pessina, e da una farmacista di Lavagna, Stefania Barra.


Ornella Barra

Due vite che poi si congiungono sia sotto il profilo degli affari che degli affetti. Ed è recentissimo, solo un paio di settimane fa, l'ingresso nella super hit delle imprese a stelle e strisce della perla dell'impero Pessina, come ha dettagliato la Voce.
La scalata, riassunto molto sommariamente (ma potete trovare molte inchieste e articoli cliccando su "Pessina-Barra" nel cerca nomi del sito), comincia con alcune piccole acquisizioni in Francia. Poi si passa in altri paesi europei e infine in Inghiletrrra, dove ottengono il controllo della storica, principale catena di distribuzione dei farmaci. E' quindi la volta dello sbarco negli Usa, dove arrivano addirittura a mettere le mani sul colosso a stelle e strisce Walgreen Boots, che unisce il suo nome a quello di casa Barra-Pessina (Alliance).
Ci siamo già chiesti altre volte. Come mai le star internazionali Pessina-Barra non spiegano non tanto al piccolo mercato italiano ma ai mercati internazionali il segreto del loro successo? Niente per svelare segreti industriali, brevetti o robe simili, ma solo per far conoscere ad una platea più vasta, che giudica ancora l'Italia un paese di fascia non certo alta sotto il profilo industriale, il segreto di tanto successo.
Quale la ricetta vincente? Siamo tutti curiosi di saperlo.
A cominciare dalle origini del gruppo e della liquidità necessarie, all'epoca, per il decollo. Si fa nelle migliori famiglie, come è capitato nel caso Berlusconi: è lesa maestà nei confronti dei neo monegaschi Barra-Pessina?

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09 luglio 2018

VACCINI / UNA BAGARRE 5 STELLE MONTATA DAL CORSERA


Stavolta è il Corriere della Sera a montare la polemica tra i 5 Stelle sui vaccini. Una mezza pagina del 7 luglio titolata "La 5 Stelle: 'E se mentono sui vaccini?". Boh.
Al centro della querelle, nella ricostruzione effettuata dallo 007 di via Solferino Paolo Foschi, le dichiarazioni della senatrice pentastellata Elena Fattori, che con parole strappalacrime si rivolge alla collega e ministra della Salute Giulia Grillo.
Il nodo è nelle autocertificazioni che occorrerà presentare per le iscrizioni alle scuole in materia di vaccini.
Ecco le frasi griffate Fattori, da vero Libro Cuore: "Faccio i miei più sentiti auguri alla ministra che diventerà mamma, le auguro di poter vaccinare suo figlio come ha dichiarato. Perchè questa volontà non sempre si puo' adempiere".
E il finalone: "La prego di ricordarsi, quando darà i suoi pareri sulla legge che verrà, di tutti i bimbi fragili e delle mamme silenziose che li osservano senza fare clamore come foglie appese a un albero quando tira il vento forte"..

I DESIDERATA DI BIG PHARMA
Ottimo per una perfetta imitazione ungarettiana, il Fattori-Pensiero ("Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"), meno per far chiarezza su un argomento tanto drammatico che coinvolge milioni di genitori e andrebbe trattato con competenza scientifica e senza ricorrere, appunto, al De Amicis.


Il Comitato per la libera scelta delle vaccinazioni

E' il caso di ribadire ancora una volta, per chi non ha capito, non ha voluto capire o per chi è in malfade, che la società italiana non si divide tra NO VAX e PRO VAX, ma tra chi vuole senza se e senza ma i vaccini, senza alcuna discussione, perchè così ordina Big Pharma che – come più volte è stato dimostrato in modo documentale – fa affari a palate di miliardi sui vaccini e sulla pelle di bambini innocenti – e chi invece vuole semplicemente discutere, porre il problema, affrontare il tema in tutti i suoi aspetti.
Vogliamo vaccini di qualità oppure no? E' questo il primo interrogativo base. Perchè oggi i livelli di  qualità, visti gli immensi profitti derivanti dalle quantità, lasciano molto a desiderare. Perchè il governo non si pone, ADESSO, il problema di un'azienda di Stato in grado di produrre vaccini ipercontrollati, ipertestati, ipergarantiti? C'è la Cassa Depositi e Prestiti che scoppia di salute, ha milioni da spendere: perchè non mette su oppure rileva – come anni fa fece l'Eni con l'Anic – un'azienda, la rilancia, la controlla e produce vaccini super doc?

METODI NAZISTI
Secondo problema. I vaccini non sono acqua fresca, ma vanno somministrati con estrema cautela e precauzione, valutando caso per caso lo stato di salute dei bambi che li stanno per ricevere. Perchè di tutto ciò le autorità governative se ne strafottono, ordinando invece con metodi semplicemente nazisti vaccinazioni di massa senza alcun controllo, tanto per raggiungere gli auspicati livelli di 'gregge'? Anche il solo sentire parlare di "greggi di bambini" fa venir la pelle d'oca.
Terza questione. Come mai su temi tanto controversi e delicati hanno diritto di parola sui grandi media cartacei e televisivi i soliti soloni neanche in grado di fornire dati scientifici attendibili, ma solo di taroccare le carte per il popolo bue?


Elena Cattaneo

Per fare qualche esempio concreto, perchè ha diritto di parola l'onnipresente Roberto Burioni, uno scienziato incapucciato (è iscritto al Grande Oriente d'Italia) e in palese conflitto d'interessi per i brevetti sui vaccini di cui non fa certo beneficenza ma vende a case farmaceutiche, e non il Nobel per la Medicina Luc Montagnier che la pensa in modo diametralmente opposto e forse ha qualche titolo accademico in più?
Perchè dar tribuna continua alla senatrice e farmacista Elena Cattaneo e non al due volte candidato al Nobel, sempre per la Medicina, Giulio Tarro, l'allievo di Albert Sabin che non ha scoperto un callifugo, ma il vaccino antipolio?
Un modo capovolto. Dove i 'somari' hanno pieno diritto di parola, perchè foraggiati dalle case farmaceutiche, da Big Pharma: mentre gli scienziati, quella con la S maiuscola, vengono letteralmente ridotti al più totale silenzio. Come neanche nei Gulag.
E' questa una democrazia al servizio dei cittadini su un tema così bollente? E' questo il livello di sotto informazione che il nostro Paese è costretto quotidianamente a subire? Non è arrivato forse il momento di ribellarsi?


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02 luglio 2018

VACCINI / CONTINUA LA CAMPAGNA DI BUFALE DEI PRO VAX. MA IL NOBEL LUC MONTAGNIER LI SPUTTANA


Il vicepremier tuttofare Matteo Salvini dice una frase sui vaccini e apriti cielo. Si alzano dal sarcofago i PD, tuonano dalle loro cattedre (sic) i soloni della scienza di casa nostra, suona la fanfara mediatica tutta pro vax. 
Ormai il copione è ben noto: appena si alza un dito per mettere in dubbio non l’utilità dei vaccini, ma solo le modalità d’uso, di somministrazione e caso mai la qualità dei vaccini stessi, si mette in moto la possente macchina di Big Pharma, che con i suoi tentacoli arcimiliardari è in grado di comprare l’ok degli scienziati, quello dei partiti sempre a caccia di fondi e quello ormai in svendita dei media. 
Ad essere fregati i cittadini, i genitori che in questo bailamme politico e (dis)informativo non sanno che pesci prendere, stretti da un obbligo alla vaccinazione che neanche nella Germania hitleriana sarebbe stato mai adottato e quindi ricattati – pistola alla tempia – sul fronte del diritto all’istruzione e all’educazione dei loro figli. 

Giulia Grillo. In apertura Matteo Salvini e, sullo sfondo, il popolo dei NO VAX
Nel bel mezzo da un lato il decreto Lorenzin, che appunto obbliga all’assunzione di 10 vaccini dieci, cosa che in nessun paese civile europeo è in voga; e dall’altro il paragrafo del ‘contratto’ gialloverde che sul tema così si esprime: “pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva, garantendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra diritto all’istruzione e diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale”.
Un tema, comunque, mal posto. Perchè non si tratta solo di diritto all’istruzione, ma di diritto alla salute – quella vera – da rispettare senza se e senza ma: e quindi non costrigendo i ‘greggi’ dei bimbi italiani a subire un’imposizione parahitleriana, invece a ricevere tutte le cure del caso, ben compresi i vaccini. Ma attenzione: vaccini di qualità super controllata; e somministrati – quelli che risultano necessari – in maniera cauta, saggia, dopo i dovuti e rigorosi controlli, nel più totale rispetto del “Principio di Precauzione”, come hanno stabilito in modo inequivocabile le Nazioni Unite a Rio de Janerio nel 1992 e ha ribadito la stessa Unione Europea nel 2002.
ATTENTI A QUEI TRE, I MAGHI DEI VACCINI 
Partiamo dalle news. 
Dopo le parole del titolare del Viminale, Matteo Salvini, subito osserva la ministra della Salute, la 5 Stelle Giulia Grillo: “Le valutazioni scientifiche non competono alla politica. La politica non fa scienza, la scienza la fanno gli scienziati”. Tortuoso. Anche perchè non dice una sola parola sugli immensi interessi di Big Pharma nel settore e sui giganteschi conflitti d’interessi che coinvolgono alcuni ‘soloni’ in camice bianco che dettano il Verbo scientifico.

Roberto Burioni
Eccoci, allora, a questi Soloni, i Maghi dei Vaccini. Genuflessi tutti i media a raccoglierne le Parole, fregandose di sentire il parere di qualche scienziato che la pensi in modi diverso: quasi avesse la peste. 
Scende in campo Repubblica sempre più in ginocchio davanti agli interessi di Big Pharma, soprattutto da quando Mario Calabresi è al timone del quotidiano: “Salvini fa il no-vax. ‘Dannosi 10 vaccini’. La ministra lo stoppa”, romba il titolo. 
I pareri eccellenti raccolti? Quello della “scienziata e senatrice a vita” Elena Cattaneo che etichetta Salvini come “irresponsabile e incompetente” e del Super No Vax Stefano Burioni, il quale parla di “bugia pericolosissima”. 
Da una campana all’altra, eccoci a quella del Corsera che parte lancia in resta con Ariete Burioni: “Accusa il titolare del Viminale di ‘aver detto una menzogna’ e gli lancia una sfida: ‘mi indichi quali vaccini sono ‘assolutamente superflui’, indicando la bibliografia che supporta le sue affermazioni, altrimenti avremo la certezza che il ministro dell’Interno racconta pericolose bugie”. 
Il quotidiano diretto da Luciano Fontana passa poi all’altro Vate in gonnella, la farmacista a vita Cattaneo, che accusa Salvini di “irresponsabilità: parla di cose di cui non ha competenza” e di “fare campagna elettorale sulla salute dei bambini”.
Il Corsera stavolta fa di più, e intervista un altro maitre a penser pro Vax, quell’Alberto Mantovani che consorella Repubblica ha più volte definito “lo scienziato italiano più citato nella letteratura scientifica mondiale”. Ecco, tra ovvietà & baggianate, il Mantovani Pensiero. 

Elena Cattaneo
Alla domanda del cronista sui rischi legati alle vaccinazioni risponde: “Ne corriamo molti di più in automobile ed esiste il rischio di intossicazione per tutti i farmaci”. Da ricovero.
Poi, sulle possibili reazioni avverse ai vaccini: “Le reazioni avverse sono per una maggior parte legate alla puntura dell’ago”. O a quella di una vespa che si trovi nei paraggi. 
Ancora, il cronista del Corsera chiede sulla vaccinazione contro l’epatite B: “L’epatite B ha flagellato l’Italia. Ora le nuove generazioni sono immuni da un virus che è causa di grave infezione al fegato e può portare al tumore”. Vedremo a breve cosa ne pensa uno scienziato appena più ‘illustre’ di lui.
Dicevamo prima: come mai i Palazzi dell’informazione di casa nostra non hanno il coraggio di sentire neanche una volta il parere di uno scienziato che la pensa in maniera diversa? 
Interpellano i soliti noti: dal massone Burioni in palese conflitto d’interessi per i suoi brevetti nel campo dei vaccini e che tratta tutti come “Somari” (dal titolo del suo ultimo capolavoro), alla farmacista Cattaneo che combatte da una vita anche sul fronte della vivisezione senza se e senza ma, ben sapendo che è perfettamente inutile e serve solo a gonfiare i porfatogli di Big Pharma.
PARLA IL NOBEL PER LA MEDICINA LUC MONTAGNIER
Mistero. Quando basta andare ad un convegno organizzato dall’Ordine dei Biologi per incontrare, ad esempio, il premio Nobel Luc Montagnier, che di vaccini se ne intende centomila volte più di un Burioni, di una Cattaneo e di un Mantovani. 
Riportiamo alcune frase pronunciate da Montagnier poco più di tre mesi fa a Roma, invitando i lettori ad ascoltare il testo dell’intervento tenuto il 10 marzo presso la sede dell‘Ordine nazionale dei Biologi, ancora reperibile via internet. Eccone alcuni passaggi salienti.
“Siamo in presenza di una moltitudine di fattori tossici. Si sviluppano epidemie, insorgono nuove malattie, si moltiplicano gli agenti infettivi. Le risposte non possono essere univoche, ma articolate, non fornite in modo semplicistico per la salute umana. Come succede attraverso i vaccini”.

Luc Montaigner
A proposito dell’alluminio che è contenuto nei vaccini: “Molti sostengono che ingeriamo alluminio anche mangiando. Ma una cosa è ingerire ed eliminarlo attraverso l’intestino, altra cosa è iniettarlo nelle vene, quindi introdurre subito la sostanza in circolo. Resta per parecchio in sito ma poi arriva fino al cervello. L’alluminio nei muscoli può essere causa di malattie. Per questo deve essere eliminato assolutamente dai vaccini”. 
A proposito del tanto discusso obbligo vaccinale, così sottolinea il premio Nobel per la Medicina: “Quando in Francia è stato varato l’obbligo per alcuni vaccini, io sono stato contrario, perchè la vaccinazione di massa può essere molto pericolosa”.
“Prima di somministrare qualsiasi vaccino vanno effettuati accurati, più che approfonditi esami su chi lo riceve; occorre misurare con attenzione gli anticorpi, valutare tutte le possibili reazioni. Insomma andare molto cauti, con i piedi di piombo”. E non trattare i bambini come tanti polli in batteria da vaccinare tanto al pezzo per rispettare diktat & interessi di Big Pharma.
Continua Luc Montagnier nel suo intervento: “In Francia la campagna di vaccini ha prodotto molti effetti collaterali, perchè le industrie pensavano solo ai loro profitti e sono aumentate in modo sensibile le patologie”. Appunto.
E a proposito dell’epatite B di cui discetta Mantovani: “Ricordo una tragedia che ha colpito la Francia ma anche altri Paesi. La campagna di vaccini contro l’epatite B ha causato moltissimi decessi di emofiliaci, per via degli emoderivati somministrati, a cominciare dai fattori VIII e IX”. Proprio come è successo in Italia per la strage del sangue infetto, con un processo finalmente in corso a Napoli dopo 20 anni (venti) di attesa!
Va giù molto duro, Montagnier: “In Francia abbiamo avuto una campagna di vaccinazioni obbligatoria per la somministrazione di vaccini entro i due anni. Un grande errore medico, scientifico e politico”. E anche morale. 
E, per chi non ha ancora capito, spiega: “I vaccini vanno somministrati con saggezza, senza abusi, dopo una serie di controlli, rispettando e attuando il principio di Precauzione adottato oltre un quarto di secolo fa dalle Nazioni Unite e poi confermato dalla Ue”.

Giulio Tarro
Sorge a questo punto più che spontanea una domanda. Se lorsignori, i Super Scienziati del calibro di Burioni, Cattaneo, Mantovani e compagnia bella non vogliono parlare con cittadini, medici e ‘somari’ certo non alla loro siderale altezza, perchè non accettano il confronto con qualcuno che è un po’ al di sopra di loro, visto che è stato insignito di un Nobel per la Medicina e non fa parte di logge e loggette di alcun tipo? 
Come mai i Vati di casa nostra continuano a suonarsela e cantarsela tra loro, in mezzo a chitarre e mandolini, nani e ballerine di un’informazione ormai comprata e venduta tanto al pezzo? 
P.S. Consigliamo a tutti di evitare fonti ‘inquinate’ per una approfondita conoscenza in materia. 
Se volete saperne realmente di più leggete “10 cose da sapere sui vaccini – Tutta la verità – Un libro indispensabile per genitori consapevoli” (Newton Compton Editori). 
Lo ha scritto Giulio Tarro, un virologo di fama mondiale, per due volte candidato al Nobel per la Medicina, allievo di Albert Sabin, l’inventore del vaccino antipolio. 
La Voce ne ha scritto in un paio d’inchieste che potete trovare cliccando in basso. 
Utile – il libro – per capire e misurare gli interessi di Big Pharma, i conflitti d’interesse che appestano il mondo scientifico e accademico, e per sapere chi lotta davvero per la salute dei bambini e dei genitori: e chi invece fa affari speculandovi sopra e puntando le sue carte proprio sull’ignoranza dei cittadini.   

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