Visualizzazione post con etichetta Res Noster Pubblica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Res Noster Pubblica. Mostra tutti i post

19 luglio 2020

POTERE E PEDOFILIA: LE TRAME OSCURE ESCONO DAL DARK WEB



Sono circa un milione i bambini che scompaiono ogni anno in Europa. Solo una piccola percentuale viene ritrovata. Molti finiscono nella tratta dei minori e nelle reti dei pedofili. In questi giorni in tutta Europa sono in corso operazioni di polizia contro diversi gruppi criminali. Su #Byoblu24 interviene don Fortunato di Noto, Presidente dell'associazione Meter che afferma con forza: "Non possiamo più rimanere in silenzio". Byoblu ha poi sentito il criminologo e psichiatra Alessandro Meluzzi, secondo il quale i recenti fatti di cronaca potrebbero anche nascondere l'ombra delle élite e dei poteri forti.

17 luglio 2020

Moby Prince / Dopo 30 Anni Spuntano “Nuove” Foto Satellitari…


A quasi trent’anni dalla tragedia del Moby Prince saltano fuori immagini satellitari inedite.
Sono parto degli archivi militari americani e francesi, decisamente un po’ lenti nell’elaborare quelle immagini.
Ai confini della realtà.
In questi trent’anni la giustizia italiana ha solo pensato a produrre inchieste e processi farlocchi. Dai quali non è emerso uno straccio di verità, nonostante ci fossero chiare prove di “traffici” inusuali, quella sera, nelle acque antistanti il porto di Livorno dove, con una perfetta visibilità, si verificò la tragica collisione tra il Moby Prince carico di passeggeri e la petroliera Agip Abruzzo di proprietà della SNAM.
Secondo gli inquirenti, invece, quella sera tra il 10 e l’11 aprile 1991, intorno alle ore 21, c’era una fitta nebbia, che avrebbe favorito la collisione. Niente di più falso, come invece emerso da non poche testimonianze e dalle rilevazioni meteo.

Tanto è bastato, comunque, per archiviare la scomoda “pratica” della tragedia del Moby.
Tre anni fa è partita una commissione parlamentare d’inchiesta, che ha prodotto qualche risultato concreto. Ad esempio, ha fatto luce proprio su quella inesistente nebbia killer. Ma poi la stessa commissione è finita in naftalina.
Adesso, a quanto pare, si starebbe rianimando un nuovo filone d’inchiesta da parte della sempre dormiente procura livornese. Filone che trarrebbe spunto proprio da quelle immagini satellitari, attraverso le quali viene documentato come la petroliera della Snam si trovasse in una posizione fuorilegge: e cioè in quel “triangolo” di mare davanti al porto di Livorno che doveva essere lasciato sempre libero, per via dei traffici marittimi massicci in entrata e in uscita.
Era ed è vietato rimanere in rada, in quelle acque. Ma la motonave Agip Abruzzo si trovava tranquillamente posizionata lì, quella tragica sera.
Si tratta di un elemento da non poco, visto che nel corso dell’inchiesta e anche al processo la circostanza non era emersa, ed anzi era prevalsa la tesi sostenuta dal comandante della Capitaneria di Livorno, Sergio Albanese, secondo cui l’Agip era posizionata in modo regolare. Tutto ok.
A scattare le immagini nel corso di alcuni mesi, prima e dopo la tragedia, sono stati due satelliti: uno americano e l’altro francese.
Il primo è il Landsat 5, che fa capo all’agenzia scientifica americana USGS, ossia l’equivalente del nostro ISPRA. Solo un paio d’anni fa, a quanto pare, ha provveduto a riorganizzare i suoi uffici e ad elaborare in modo decente le immagini (9 in tutto) di quasi 30 anni fa. Alla faccia dell’efficienza a stelle e strisce!

Le altre due (2) immagini sono parto del satellite francese Spot 2.
Come mai nessuno si sogna di chiedere ai due “satelliti” perché ci hanno messo trent’anni per “elaborare” le 11 fotografie?
Perchè nessuna procura ha mai avviato un’inchiesta sui colossali depistaggi che si sono verificati nel corso di questi anni?

16 luglio 2020

La spinta di Anthony Fauci alla ricerca pericolosa ha contribuito a creare la pandemia COVID-19?


Gli americani hanno validi motivi per mettere in dubbio la leadership di Fauci nella risposta al COVID-19.
Di: Matthew Cullinan Hoffman Lunedì 15 giugno 2020
 (1a parte) – (2a parte) – (3a parte) – (4a parte) – (5a parte) – (6a parte) – (7a parte)

La violazione della sicurezza in un laboratorio cinese ha portato alla pandemia di H1N1 nel 1977
Il peggior fiasco confermato nella storia della ricerca sui vaccini come risposta alle pandemie virali è stata la pandemia di H1N1 del 1977, che oggi la maggior parte dei ricercatori crede sia stata scatenata da uno dei laboratori incaricato di fare ricerche sul vaccino per una nuova influenza, che ha causato il panico nel 1976. La sequenza di eventi che ha portato alla pandemia è stata la commedia degli errori dei funzionari sanitari che è costata ai contribuenti milioni di dollari in ricerche non necessarie, ha ucciso decine di destinatari del vaccino e, infine, ha causato proprio il tipo di epidemia che la ricerca intendeva prevenire.
Il panico si diffuse negli Stati Uniti, quando un’epidemia di influenza dovuta al virus H1N1 (influenza suina) causò 13 ricoveri ospedalieri e un decesso a Fort Dix, New Jersey. L’epidemia fu bloccata a Fort Dix, ma suscitò timori nell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Gerald Ford, che riteneva il virus potenzialmente pericoloso quanto il virus H1N1 del 1918, che aveva ucciso 50 milioni di persone in tutto il mondo. Ford decise quindi di accelerare la realizzazione di un vaccino che proteggesse la popolazione, con lo scopo dichiarato di vaccinare tutti gli americani.
Quando il vaccino fu pronto, l’influenza era già scomparsa, ma l’amministrazione Ford decise comunque di lanciare una campagna di vaccinazione nazionaleQuarantotto milioni di americani ricevettero il vaccino che, essendo stato fatto in fretta e furia con virus vivo, alla fine provocò la sindrome di Guillain-Barré (paralisi) in oltre 500 persone. In totale 25 persone morirono a causa della reazione e altri subirono danni permanenti.
Tuttavia, il costoso vaccino e i decessi associati non rappresentano la fine della storia. In risposta all’epidemia di H1N1, i laboratori di tutto il mondo hanno iniziato a sperimentare con le scorte esistenti di H1N1 che avevano conservato nei congelatori per decenni, dopo la scomparsa del virus A dell’influenza H1N1 20 anni prima. Improvvisamente, nel maggio 1977, il virus A dell’influenza H1N1 è ricomparso esattamente nella stessa forma di vent’anni prima, dimostrando in modo definitivo l’origine di laboratorio (probabilmente uno cinese), dove la malattia è ricomparsa per la prima volta.
Il virus H1N1 resuscitato ha poi travolto il mondo causando una pandemia ormai dimenticata, chiamata erroneamente “influenza russa”, che ha colpito soprattutto i bambini e, fortunatamente, sembra non aver avuto alcun effetto rilevabile sui tassi di mortalità influenzale stagionale. Il tentativo globale di indagare sull’H1N1 allo scopo di creare un vaccino per una pandemia inesistente aveva ora creato una vera pandemia, anche se i suoi effetti erano lievi.
Poco più di trent’anni dopo, il mondo avrebbe vissuto una farsa simile con l’emergere, ancora una volta, di un’epidemia di “influenza suina” H1N1, questa volta originatasi in Messico nel 2009. L’influenza, che tendeva a essere più letale per i non anziani, ha scatenato il panico in Messico e in tutto il mondo, con la pubblicazione quotidiana del numero dei decessi negli ospedali (tò, che novità, n.d.t.). Cominciò una corsa alla ricerca di un vaccino a costi esorbitanti, e la preoccupazione che la fretta potesse produrre un vaccino pericoloso, come nel 1976.
Tuttavia, man mano che l’influenza si diffondeva, è diventato chiaro che l’influenza suina del 2009 non era nel complesso molto più mortale dell’influenza stagionale, anche se si stima che abbia ucciso circa 12.000 americani durante la sua corsa iniziale, di cui l’87% aveva meno di 65 anni. La maggior parte dei ricoverati aveva condizioni preesistenti.
Quando il vaccino è stato introdotto alla fine del 2009, la pandemia si era già affievolita, e c’era poco interesse per il vaccino tra gli americani, nonostante i suggerimenti del dottor Anthony Fauci e di Barack Obama. Gli operatori sanitari dello stato di New York hanno protestato contro le regole che impongono loro di ricevere il vaccino, preoccupati che non fosse stato testato e che potesse creare effetti negativi sulla salute. Alla fine, più della metà del massiccio stock di vaccino H1N1 acquistato dal governo degli Stati Uniti è rimasto inutilizzato, e la maggior parte di quelle dosi – 71 milioni in totale – è stata semplicemente smaltita.
I critici dicono che la ricerca pericolosa non dà “alcun risultato” per combattere le malattie virali
Un esempio più recente dello stesso tipo di ricerca pericolosa si trova nel recente finanziamento da parte di Fauci di esperimenti sui virus dell’influenza aviaria per la creazione di futuri vaccini, che ha comportato la modifica del virus dell’influenza per renderlo trasmissibile all’uomo. Sebbene tale ricerca suscitasse opinioni contrastanti tra gli scienziati, e fosse stata vietata dall’amministrazione Obama nel 2014 dopo la documentazione di allarmanti violazioni della sicurezza, i funzionari sanitari avevano nuovamente approvato gli esperimenti e permesso il finanziamento del governo degli Stati Uniti, come riferito dalla rivista Science nel febbraio del 2019, seguita dal New York Times nel marzo del 2019. L’articolo del Times citava Fauci che difendeva la ricerca, scrivendo che la considerava una “buona decisione di far riprendere la ricerca”, e rilevando che il suo istituto aveva contribuito con più di 600.000 dollari.
Gli Istituti Nazionali di Sanità non sono stati l’unica organizzazione a finanziare la ricerca sui virus animali. L’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) ha istituito nel 2009 un programma chiamato “PREDICT” per tentare di studiare i virus animali e anticipare le possibili minacce di malattie negli esseri umani. Gli studi hanno riguardato lo stesso tipo di ricerca di “gain of function” condannata dai ricercatori e limitata dai funzionari sanitari statunitensi.
In particolare, USAID e PREDICT hanno anche sostenuto la ricerca presso il Wuhan Institute of Virology. Il programma PREDICT è stato annullato nel 2018, una mossa che è stata decretata dai sostenitori ma sostenuta da scienziati che hanno dubitato della sua efficacia e si sono preoccupati dei pericoli che ha creato.
Richard Ebright, che studia le malattie infettive alla Rutgers, ha dichiarato a Newsweek in aprile che, nonostante i benefici propagandati di tale ricerca promossa dal PREDICT, dopo dieci anni di esistenza il programma aveva avuto zero risultati positivi nella lotta contro le malattie.
“Il programma PREDICT non ha prodotto alcun risultato – assolutamente nessun risultato – utile per prevenire o combattere le epidemie”, ha detto Ebright. “Non ci sono informazioni da quel progetto che contribuiscano in alcun modo, forma o modalità ad affrontare l’epidemia in questione”. La ricerca non fornisce informazioni utili per lo sviluppo di farmaci antivirali. Non fornisce informazioni utili per lo sviluppo di vaccini.
L’ossessione per i vaccini piuttosto che la prevenzione delle malattie alla radice del problema?
Una ricerca così pericolosa è stata abbracciata e promossa da Fauci, Collins e dall’establishment sanitario americano, a causa di un orientamento generale verso la ricerca sui vaccini e i farmaci antivirali, piuttosto che i metodi più tradizionali per affrontare le epidemie di malattie infettive, tra cui la ricerca di contatti e la quarantena. Tali metodi, se eseguiti in modo rigoroso e all’inizio di una nuova epidemia, possono eliminare completamente una nuova malattia.
Fauci ha usato la sua vasta esperienza con l’HIV e l’AIDS come pretesto per affrontare tutte le malattie virali con la stessa strategia di ricerca di vaccini e trattamenti medici. Anche se dopo decenni non è stato sviluppato alcun vaccino per l’HIV, i trattamenti medici possono ora prolungare la durata della vita dei malati per molti decenni. Tuttavia, lo stesso successo non è stato riscontrato in molti casi di malattie infettive, in particolare nelle pandemie di tipo influenzale che colpiscono rapidamente le popolazioni, che sviluppano rapidamente una “immunità del gregge” alla malattia in questione.
Una rassegna delle recenti pandemie illustra il punto. Nella pandemia influenzale del 1957, un vaccino è stato sviluppato rapidamente, ma è stato solo parzialmente efficace e ha avuto uno scarso impatto sulla malattia. Nel 1958 il virus era semplicemente diventato parte dell’influenza stagionale. Anche la pandemia influenzale del 1968 non sembra essere stata influenzata in modo sostanziale dal vaccino sviluppato per contrastarla. Anche gli allarmi “influenza suina” del 1976 e del 2009 hanno portato a una produzione frettolosa di vaccino, che ha avuto scarsi effetto benefici.
L’epidemia di SARS del 2002 è particolarmente esemplificativa. Nel 2004 è stato prodotto un vaccino per la malattia, che da allora ha letteralmente cessato di esistere perché la tradizionale ricerca di contatti e la quarantena l’aveva eliminata.
Il dottor Anthony Fauci ha ammesso da tempo che gli Stati Uniti non sono preparati ad un’epidemia pandemica. Tuttavia, invece di sostenere un sistema di test rapidi e di ricerca di contatti, che se applicato correttamente potrebbe salvare gli Stati Uniti da qualsiasi nuova epidemia di malattia contagiosa, ha spinto per ottenere sempre più denaro per la ricerca di vaccini, sperando che le nuove scoperte scientifiche eliminino in qualche modo la minaccia della malattia.
La disgraziata mentalità di Fauci è stata esposta in due diverse conferenze sulla preparazione alla pandemia nel 2017. In un incontro sul tema organizzata dalla Smithsonian Institution, Fauci ha tenuto una conferenza in cui ha ammesso che la produzione di vaccini arriva sempre troppo tardi per fermare le epidemie di influenza pandemicae così ha sostenuto la necessità di un “vaccino universale” per prevenire tutte le forme di influenza (eccolo qua, n.d.t.). Fino ad allora, ha affermato Fauci, saremo impreparati ad affrontare pandemie influenzali globali.
In un’altra conferenza organizzata da Bill Gates lo stesso anno, Fauci ha continuato a perseguire il tema di un “vaccino universale” anche ammettendo che le “misure antiquate” di rintracciamento e contenimento dei contatti avevano eliminato la SARS nel 2002 senza un vaccino. Al momento dell’iniziale epidemia di COVID-19 negli Stati Uniti nel gennaio del 2020, Fauci e altri importanti sanitari statunitensi non erano ancora riusciti a creare un sistema di test e di ricerca dei contatti a risposta rapida, l’unico metodo noto per sopprimere efficacemente potenziali focolai di pandemia.
La spinta ossessiva per lo sviluppo di farmaci e vaccini attraverso la ricerca virale, piuttosto che ragionevoli misure preventive, può essere trovata alla fine alla base della pandemia COVID-19. Potrebbe aver portato non solo alla creazione e allo scatenarsi del nuovo coronavirus, ma anche a uno stato di impreparazione per quanto riguarda il contenimento.
Per quanto la ricerca virale possa essere utile in certi contesti, l’eccessiva attenzione del Dr. Fauci e del Dr. Collins per le pericolose funzionalità di “gain of function” della ricerca, nonché la mancanza di enfasi sul tradizionale controllo dell’epidemia, possono ora aver contribuito a creare la pandemia più distruttiva che il mondo abbia mai visto, dai tempi della pandemia influenzale del 1918. Ha spinto loro e altri leader sanitari nazionali in un pericoloso intreccio con la Cina e in una ingenua dipendenza dall’Organizzazione Mondiale della Sanità influenzata dalla Cina. La situazione attuale del mondo dopo la pandemia COVID-19 dovrebbe portare a una rigorosa ricerca della fonte dell’epidemia e, in ultima analisi, a una rivalutazione dello stato di controllo della pandemia e della scienza – o della sua mancanza – del controllo delle malattie pandemiche.
Scelto e tradotto da Cinthia Nardelli per ComeDonChisciotte

15 luglio 2020

Giallo In Svezia / La “Morte” Di Un Blogger Che Indagava Su Soros


Un giornalista e blogger indipendente, con passaporto svedese, Bechir Rabani, è “morto” due anni e mezzo fa in circostanze ben poco chiare. Ma le autorità di Stoccolma stanno per archiviare il caso. Due le ipotesi secondo gli inquirenti: morte per cause naturali o suicidio con barbiturici.
Lo scrive un sito di controinformazione, “The Truth Seeker”, che nella sua inchiesta evidenzia come nessuna delle due ipotesi sia valida. Mentre è molto concreta una terza pista, quella che porta all’assassinio di un giornalista scomodo, in grado di alzare il sipario su non pochi misteri da novanta. Come gli affari “tanti umanitari” di non poche ONG, soprattutto quelle battenti bandiera griffata George Soros.
Ecco cosa hanno scoperto i reporter del sito.

14 luglio 2020

Vaccini / L’Italia Venduta A Big Pharma


Sul sito fondato e animato da Robert Kennedy junior “Children’s Health Defence”, dedicato ovviamente alla salute dei bambini e soprattutto per suscitare sempre maggiore consapevolezza e cautela nell’uso dei vaccini, compare un messaggio-sos sulla situazione italiana.
A lanciarlo Antonietta M. Gatti, presidente di “Health, Law and Science Association” (l’associazione per la salute, la legge e la scienza) e consulente della commissione governativa sul delicato tema dell’uranio impoverito.
Ecco quanto scrive Gatti a Robert Kennedy. “Non so se sei a conoscenza della situazione italiana. Riassumendo tutto in poche parole, l’Italia è stata venduta a Big Pharma ed è diventata un enorme laboratorio in cui vengono condotti esperimenti sulla popolazione: adulti, bambini, anziani, persone sane, malate… non fa alcuna differenza, siamo tutti cavie. Ora il business, e non solo economico, è quello di costringere 60 milioni di italiani a vaccinarsi contro il Covid, al punto che sono già state acquistate decine di milioni di dosi di un prodotto, un prodotto che in effetti è sconosciuto sia in termini di efficacia, sia, soprattutto, in termini di effetti collaterali”.
“Come sapete, da anni analizziamo i vaccini, trovandoli sempre pericolosamente inquinati e veniamo quotidianamente contattati da famiglie di bambini danneggiati dai vaccini”.
“Ora, nel nostro Parlamento non c’è più alcuna differenza tra maggioranza e opposizione e, se la situazione rimane quella di oggi, non avremo scampo”.
“Saremmo tutti molto grati se potessi informare la tua gente di ciò che sta accadendo in Italia. L’unica possibilità che resta è quella di far sentire una voce diversa da quella di regime”.

11 luglio 2020

Esclusivo: come Ghislaine Maxwell e Kevin Spacey si sono rilassati a Buckingham Palace "come ospiti del Principe Andrew"


Esclusivo: Ghislaine Maxwell e Kevin Spacey seduti su troni appartenenti alla regina e al duca di Edimburgo a Buckingham Palace nel 2002
Seduto sul trono della regina a Buckingham Palace, Ghislaine Maxwell fa un cenno regale alla telecamera.
Accanto a lei nel posto normalmente occupato dal duca di Edimburgo c'è Kevin Spacey, l'attore di Hollywood accusato ma mai condannato per molteplici reati sessuali.
Al Daily Telegraph è stato detto che la coppia è stata invitata nella sala del trono in un tour privato del palazzo organizzato dal duca di York, un caro amico della signora Maxwell.
Ottenuta esclusivamente da The Telegraph, la foto è stata scattata nel 2002 e mostra Maxwell in una finta posa reale con Spacey che finge di essere il Principe Filippo... 

www.telegraph.co.uk

10 luglio 2020

Tarro: una fesseria il vaccino antinfluenzale contro il Covid

L'immunologo Giulio Tarro Il governatore campano Vincenzo De Luca ha più volte annunciato che il vaccino antinfluenzale sarà obbligatorio per gli over 65 in autunno? C’è un lavoro americano conosciutissimo, commissionato dal Pentagono, che ha dimostrato che – nel 28% dei casi – un coronavirus come questo viene attivato soprattutto nei soggetti che hanno fatto la vaccinazione antinfluenzale. A suo tempo anche il primo ministro inglese disse che era necessario proteggere gli anziani, quelli che erano affetti da altre patologie e soprattutto coloro che si erano recentemente vaccinati contro l’influenza stagionale. In casi rari, il vaccino antinfluenzale può addirittura attivare il coronavirus? Non lo dico io: ci sono studi scientifici che hanno approfondito il problema. Sia chiaro: non possiamo vaccinare la gente per fare una migliore diagnosi di coronavirus. Queste fesserie lasciamole ai tuttologi. Se mi vaccinerò? Io sono l’unico in famiglia a non aver avuto mai problemi, con l’influenza, pur visitando diversi pazienti. Ho scoperto di essere resistente all’influenza; ma certamente non tutti sono in queste condizioni. Se c’è una nuova epidemia influenzale, il nuovo vaccino è molto utile.
Il vaccino cambia ogni anno, a seconda dei gruppi, ma facciamo sempre riferimento a influenze passate – e non future. Quando ci sarà il famoso vaccino a otto geni, che sarà definitivo, allora sarà molto valido, efficace e sicuro. Intanto il mio instant book sul Covid-19, “Il virus dalla paura” pare sia introvabile anche on line: cosa accade? Niente di particolare, c’è difficoltà ad avere il mio libro come si richiedono normalmente tutti i volumi. Bisogna ordinarlo tramite il sito “ilmiolibro.it”. Per gli abbonati ad Amazon sarebbe stato facilissimo acquistarlo con un click, ma non si può: per violazione della Covid-policy. Nel libro spiego la mia teoria sulla gestione dell’emergenza, sui divieti e sulle prospettive di questa pandemia. Mi sembrano cose contro la democrazia. La censura? Se vogliamo, è una cosa gravissima. Meno male che io osservo tutto questo con molto distacco. Qualcuno comincia a darmi ragione? L’altro giorno, “Libero” ha pubblicato un pezzo di Paolo Becchi che appoggia in toto la mia teoria. Il tempo è galantuomo: siamo oramai in estate e si è avverato tutto quello che avevo previsto.
Stop alle mascherine all’aperto, in Campania? Beh, era quasi ora. Io fortunatamente non la sto usando: con l’aria aperta e il sole bastano sei minuti e il virus è distrutto. Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro? Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Ora possiamo dire qualcosa in più: buona parte della popolazione ha anticorpi specifici per il virus; è un dato di fatto. Siamo a fine epidemia e abbiamo notizie anche di importanti risposte immunocellulari al betacoronavirus. Ci sono ancora alcuni focolai? Ricordiamo lo sviluppo della Mers, conosciuta anche come “sindrome respiratoria mediorientale”: a macchia di leopardo. Potrebbe essere anche una delle soluzioni dell’epidemia. Qualche caso ci sarà ancora, ma non sarà l’epidemia che pensavamo né quella che dovrebbe tornare in autunno. Ora abbiamo le armi adatte: quelle personali come gli anticorpi e quelle indirette come l’immunità cellulare. Poi ci sono l’antimalarico e la sieroterapia, che ci tolgono da qualsiasi problema serio per il futuro.
(Giulio Tarro, dichiarazioni rilasciate a Barbara Ruggiero per l’intervista “Vaccino antinfluenzale per tutti? Chi lo propone si meriterebbe una bella denuncia”, pubblicata dal “Quotidiano del Sud”, di Salerno, e ripresa da “Coscienze in Rete” il 30 giugno 2020).

07 luglio 2020

Il complotto dei bugiardi e la Nuova Frontiera che ci attende

John Kennedy Tutti a tifare viva Conte, abbasso Conte, forza Meloni, morte a Salvini. Ma chi se ne accorge, quando certe cose accadono e il mondo finisce per cambiare passo? Lì, per lì, in pochi: per decenni – dice un’autorità culturale come lo storico Alessandro Barbero – abbiamo creduto alla bufala del medioevo, un tunnel di secoli oscuri, quando invece non s’era mai vista, tutta insieme, una tale esplosione di progressi, conquiste, signorie illuminate e benessere socialmente percepito. Mille anni, di cui sappiamo ancora pochissimo. Una sola, grande certezza: tutto quello che credevamo di sapere, dice Barbero, era inesatto, se non falso. Indicatori esemplari: la leggenda barbarica dello jus primae noctis e, meglio ancora, quella del terrore millenaristico; a pochi mesi dal fatidico Anno Mille, si firmavano regolarmente carte e contratti pluriennali, come se il mondo non dovesse finire mai. E se questo vale per l’epoca medievale, oltre che per tanti altri periodi storici (di cui non esistono fonti dirette, ma solo storiografiche e quindi fatalmente soggettive), non potrebbe valere anche per oggi?
Lo scorso 26 aprile l’Italia ha perso uno dei suoi osservatori più scomodi, Giulietto Chiesa: emarginato come complottista, quasi che i complotti non esistessero. Davvero? La Guerra del Vietnam esplose dopo l’incidente del Golfo del Tonchino; nel 1964, gli Usa accusarono la marina nordvietnamita di aver attaccato l’incrociatore statunitense Uss Maddox. Ci ha messo quarant’anni, la verità, a emergere: nel 2005, tramite la Nsa, l’intelligence di Washington ha finalmente ammesso che quello scontro navale non era mai avvenuto: era solo una fake news, per inscenare il casus belli. Molto più recentemente, siamo stati capaci di invadere l’Iraq, disastrando un’area che poi sarebbe diventata il brodo di coltura del cosiddetto terrorismo “islamico”, grazie alla maxi-bufala mondiale delle inesistenti armi di distruzione di massa in dotazione a Saddam Hussein. Era anche quella un’invenzione, rilanciata in mondovisione dalla “fialetta di antrace” agitata all’Onu da Colin Powell.
La preparazione della realtà virtuale da somministrare al pubblico era stata accuratissima, come sempre. Il britannico Tony Blair, in primis, si era dato da fare per accreditare la bufala, in collaborazione con l’intelligence (anche italiana) che fabbricò la falsa pista del Nigergate, in base alla quale il regime di Baghdad – già armato dagli Usa contro l’Iran, anni prima – avrebbe cercato di approvvigionarsi di uranio in quel paese africano. Non che qualcuno possa rimpiangere (a parte molti iracheni, forse) un regime dispotico come quello di Saddam. Ma possibile che loro, i “padroni Colin Powell all'Onudel discorso”, debbano ricorrere in modo sistematico alla manipolazione, fondata su clamorose menzogne, per ottenere il consenso necessario a supportare grandi cambiamenti? Non potrebbero autorizzare i nostri governanti a dire semplicemente la verità, ancorché sgradevole? Gliene manca il coraggio?
Retropensiero: se tanto impegno viene profuso per raccontare il contrario del vero, non sorge il sospetto che la nostra opinione in fondo conti parecchio, nonostante si cerchi di declassarla a fenomeno irrilevante? Certo, votiamo inutilmente: i partiti – tutti – poi si piegano sempre a direttive sovrastanti. Parla da sola la vicenda incresciosa dei 5 Stelle, che hanno tradito per intero le loro promesse elettorali. Idem, la storia tutta italiana dei recenti referendum: regolarmente celebrati, ma poi ignorati; il risultato quasi mai applicato, spesso annacquato se non aggirato e sostanzialmente azzerato. Eppure: se il cosiddetto potere ormai scavalca impunemente la democrazia, mortificandola e sterilizzandola nei suoi effetti, perché si affanna così tanto a imporci la sua narrazione disonesta? Non sarà che teme, nonostante tutto, che prima o poi possa insorgere una reazione, da parte del pubblico?
Negli anni Ottanta, agli italiani è stato raccontato che era meglio che Bankitalia smettesse di finanziare direttamente lo Stato, a costo zero: era più trendy avvalersi della finanza privata speculativa, pagandole i salatissimi interessi che fecero esplodere di colpo il famoso debito pubblico. Negli anni Novanta, i medesimi narratori hanno cantato le magnifiche sorti e progressive della sottospecie deforme di Unione Europea fabbricata a Maastricht, quella che oggi impedisce all’Italia – devastata dalle conseguenze del lockdown – di rimettere in piedi le aziende che non riescono a riaprire o che chiuderanno tra poco, quelle che Giulietto Chiesalicenzieranno i dipendenti in autunno, quelle che scapperanno all’estero o, meglio ancora, si svenderanno agli attuali committenti esteri, specie tedeschi, prima di cedere il timone al capitale cinese o alla mafia nostrana, che già pregusta il banchetto.
Tutti a ridere, nel 2002, quando Giulietto Chiesa scrisse – per primo – che non era possibile credere alla versione ufficiale dell’11 Settembre. Ora la voglia di ridere è passata, dopo che i pompieri di New York hanno cercato di far riaprire le indagini, in base alle loro testimonianze personali e alle evidenze scientifiche schiaccianti fornite dai tremila ingegneri e architetti americani del comitato “Verità sull’11 Settembre”: le torri di Manhattan non potevano crollare in quel modo, su se stesse e in pochi secondi, se non fossero state “minate” ben prima dell’impatto degli aerei. Una cosa però è la verità, e un’altra il suo sdoganamento. Tanto per cominciare, certe verità sono troppo indigeste: se anche venissimo scoperti, dicevano i nazisti, nessuno crederà mai che siamo stati capaci di inventarci una cosa come Auschwitz. E’ un fatto che la mente umana, semplicemente, non accetta. La prima risposta è invariabile: non può essere vero, mi rifiuto di crederlo.
Il tempo è galantuomo, si dice; solo che se la prende comoda. Caso classico: John Kennedy, assassinato a Dallas nel 1963. Tuttora, le fonti manistream – da Wikipedia in giù – seguitano a incolpare Lee Harvey Oswald, presentato come una specie di squilibrato solitario, confinando nelle “ipotesi cospirazionistiche” la nuda verità dei fatti, fiutata da subito ma emersa solo Howard Huntquando l’allora numero due della Cia, Howard Hunt, scomparso nel 2007, ha confessato in punto di morte che quello di Dallas fu un complotto del Deep State, attuato attraverso varie complicità: la Cia, l’Fbi, la manovalanza della mafia di Chicago e ben tre futuri presidenti degli Stati Uniti (Lyndon Johnson, Richard Nixon e George Bush). A sparare a Kennedy non fu Oswald, ma il mafioso Chuck Nicoletti. Ma a far saltare il cervello al presidente della New Frontier fu il killer di riserva, James Files: reo confesso, tuttora detenuto per altri reati e mai interrogato, su quei fatti, da nessun magistrato.
Di Kennedy ha riparlato due mesi fa il grande Bob Dylan, con l’epico brano “Murder Most Foul”. L’omicidio di Dallas messo in relazione addirittura con il coronavirus: come se la pandemia che ha paralizzato il mondo nascesse da una regia occulta, direttamente ispirata dagli eredi dei criminali al potere che organizzarono il complotto costato la vita a Jfk. Il 19 giugno è finalmente uscito “Rough and Rowdy Ways”, il disco che contiene la denuncia kennedyana: non si contano gli elogi che la grande stampa profonde per quest’opera musicale del 79enne Premio Nobel per la Letteratura, ma nessun giornalista s’è peritato di scavare tra le righe per decifrare il codice esoterico Bob Dylanattraverso cui Dylan lancia un’accusa esplicita, accennando al 33esimo grado che contrassegnava i massoni oligarchici e reazionari che vollero spegnere il sogno di un mondo libero, esattamente mezzo secolo fa.
Quanto ci vorrà, ancora, prima che un nuovo Howard Hunt confessi il suo ruolo nella strage dell’11 Settembre? Meno di quanto si pensi, forse, calcolando la velocità della crisi in corso e il prestigio dei personaggi che, in vario modo – da Dylan a Mario Draghi, fino a Christine Lagarde e Joseph Stiglitz – si stanno mettendo di traverso, rispetto al copione (emergenza, dunque crisi) messo in scena a livello planetario con la presunta pandemia frettolosamente dichiarata da una strana Oms, supportata dalla Cina. Proprio l’Oms ha provato a imporre ovunque il modello Wuhan, lockdown e coprifuoco, anche a paesi come l’Italia: non avendo più sovrantià finanziaria, a differenza di Pechino, noi non ce lo possiamo proprio permettere, un blocco di tre mesi che già quest’anno costerà 15 punti di Pil e chissà quanti milioni di disoccupati. Questo, almeno, è quello che sta finalmente emergendo, giorno per giorno, agli occhi di tutti: non è stato un affare, rinunciare a Bankitalia. E non era d’oro, la promessa europea che i super-privatizzatori come Prodi avevano fatto luccicare.
Unire i puntini? Non è mai facilissimo, specie in mezzo al frastuono assordante di un mainstream che tace l’essenziale e ridonda di gossip politico irrilevante. In primo piano, ora e sempre, la superficie epidermica della realtà: viene esibita la rozzezza retorica e spesso inaccettabile di Donald Trump, mettendo in ombra il cuore del fenomeno. Un vero e proprio incidente della storia, che ha proiettato alla Casa Bianca un outsider incontrollabile, capace di imporre uno stop alla super-globalizzazione che ha schiantato i lavoratori americani. Istrionico, ambiguo, già aggregato ai democratici, nel 2016 Trump s’è travestito da repubblicano sui generis, riuscendo a fermare il pericolo pubblico numero uno, Hillary Clinton, grande sponsor della nuova guerra fredda contro la Russia. Poi Trump – teoricamente, “di destra” – ha fatto cose che la sinistra (americana edTrump europea) si poteva solo sognare, negli ultimi decenni: ha dimezzato le tasse e raddoppiato il deficit. Risultato: disoccupazione azzerata. Infine, ha imposto uno storico stop – con i dazi – alla creatura preferita dei globalizzatori atlantici più reazionari e guerrafondai: la Cina.
Manco a dirlo, l’emergenza Covid è esplosa a Wuhan un minuto dopo il “niet” inflitto da Trump a Xi Jinping, facendo dilagare la crisi giusto alla vigilia delle presidenziali americane. Come dire: è in gioco qualcosa di enorme, due versioni del mondo. La prima ce l’hanno fatta intravedere anche i prestanome italiani del governo Conte, peraltro non ostacolati minimamente dall’altrettanto farsesca opposizione: lockdown e niente aiuti, repressione orwelliana, distanziamento, mascherine, panico amplificato (bare sui camion militari) e cure efficaci contro il Covid regolarmente oscurate, emarginando i medici che per primi erano riusciti a sconfiggere il nuovo morbo, trasformandolo in malattia normalmente curabile. La seconda ipotesi di mondo – quella per la quale morì Kennedy – è tutta da difendere e da ricostruire, dopo il “golpe” mondiale della finanza neoliberista che s’è inventata persino l’eurocrazia stracciona che impoverisce i popoli e oggi li avvelena, mettendoli l’uno contro l’altro. Di Nuova Frontiera, probabilmente, si può riparlare solo se rivince Trump: se invece perde, prepariamoci a farci spiegare da Bill Gates come sarà la nostra vita domani.
(Giorgio Cattaneo, “Il complotto dei bugiardi e la Nuova Frontiera che ci attende”, dal blog del Movimento Roosevelt del 24 giugno 2020).

06 luglio 2020

Magaldi: fermiamo Zingaretti, vuole imporre il Tso al Lazio

Gioele Magaldi Ma che razza di paese siamo? Nella sua circolare per impostare le campagne vaccinali d’autunno, il ministero della sanità sposa la “forte raccomandazione” della Regione Lazio, che invita a vaccinare contro l’influenza anche i bambini dai 6 mesi ai 6 anni, anche se – come scrive lo stesso ministero – a sconsigliarlo sono voci autorevoli della comunità scientifica. «Esilarante: anziché ai cittadini del Lazio, che Zingaretti vorrebbe sottoporre al trattamento sanitario obbligatorio, io il Tso lo prescriverei per i funzionari che scrivono cose come quelle. Ma come: la comunità scientifica sconsiglia, e noi – impunemente – raccomandiamo?». Gioele Magaldi annuncia l’ennesima azione, sulla crisi Covid, intrapresa dal Movimento Roosevelt: un ricorso al Tar del Lazio, affidato all’avvocato “rooseveltiamo” Vanni Oddino, per annullare l’ordinanza che, nella regione, impone da ottobre l’obbligo del vaccino antinfluenzale per medici, infermieri e over-65. Un atto «assurdo, rischioso e ingiusto, perché incostituzionale». Magaldi condanna il “trattamento sanitario obbligatorio” imposto da Zingaretti, che ha spinto gli stessi medici laziali a rivolgersi alla magistratura. Attenti: il Lazio – già imitato dalla Calabria – potrebbe fare da battistrada per l’Italia intera. Tanti i denari in ballo: 115 milioni di euro, per prenotare i vaccini antinfluenzali destinati alle due Regioni. E i soldi dei vaccini, avverte Magaldi, spesso finanziano gli apparati politici.
Di fronte all’ordinanza della giunta Zingaretti, osserva il presidente “rooseveltiamo”, «si capisce perché molti sono esacerbati e scivolano nell’insensato antivaccinismo: le autorità politiche e sanitarie hanno abdicato al principio scientifico e anche a quello del buon senso». Secondo Magaldi, ormai «è passata l’idea che più vaccini imponiamo, e meglio tuteliamo la popolazione. In realtà – obietta – a essere tutelato è chi ha approfittato di questa situazione: a chi arrivano poi tutti questi milioni? E chi ha avuto interesse a muovere un tale flusso di denaro? L’unica cosa certa – aggiunge Magaldi – è che queste vaccinazioni plurime, con gli inconvenienti che si iniziano a comprendere e i benefici che non sempre si comprendono, hanno foraggiato potentemente il sistema politico. E questo può spiegare anche la crociata ideologica dei No-Vax». Beninteso, precisa Magaldi: «Non sono mai stato No-Vax e non ho mai apprezzato quella canea di strepiti, alimentati da suggestioni antiscientifiche, ma nemmeno ho apprezzato l’obbligo di tanti vaccini imposti ai bambini con motivazioni friabili». Motivazioni che poi, nel caso dell’ordinanza laziale, diventano ridicole e insostenibili, sia dal punto di vista legale che sotto l’aspetto medico-scientifico.
«C’è una diffusa indignazione per le modalità dello strumento adottato dal Lazio», conferma Monica Soldano, coordinatrice del servizio di Sostegno Legale del Movimento Roosevelt, sportello che difende gratuitamente i cittadini colpiti da sanzioni ingiuste durante il lockdown: «L’ordinanza regionale non può imporre un Tso, visto che l’articolo 32 della Costituzione lo consente solo se c’è un pericolo imminente: e l’influenza stagionale non rappresenta certo un pericolo così grave, né tantomeno imminente, al punto da imporre un trattamento sanitario obbligatorio». Non solo: «Sempre in base alla Costituzione, un ente come la Regione non ha il potere di emanare una simile ordinanza: chiediamo infatti al Tar che venga annullata per eccesso di attribuzione di potere (abuso di potere, quasi) e per assenza di competenza costituzionale». Il Lazio, poi, si rifà al Dpcm sull’emergenza Covid firmato da Giuseppe Conte lo scorso 27 aprile, «quando ormai la pandemia si stava attenuando», mentre l’obbligo vaccinale nel Lazio scatterebbe solo a ottobre, «cioè 5 mesi dopo l’emergenza». Infine, serviva Monica Soldanoalmeno un cospicuo avallo scientifico: invece, il Lazio dichiara solo di aver “sentito per vie brevi” il Comitato tecnico-scientifico del governo. Solo una telefonata? «Questa ordinanza – sottolinea Monica Soldano – è nata in maniera preoccupante, sul piano del rispetto delle procedure».
Tante le perplessità, a livello sanitario: il vaccino antinfluenzale può essere un rimedio peggiore del male, avverte il dottor Antonino Laudani, direttore del Dipartimento Salute del Movimento Roosevelt. «Esistono vaccini sicuri e più che giustificati, come quello contro la poliomielite: ma paragonare l’antinfluenzale all’antipolio non ha senso, visto che molti studi evidenziano come i benefici, in questo caso, non siano affatto rilevanti». Azzardato, quindi, puntare sull’obbligo del vaccino antinfluenzale, specie in relazione al Covid. «La Sars è scomparsa da sola, e senza “seconde ondate”: nessuno può sapere se il Covid tornerà in autunno, oppure no». Avverte il dottor Laudani: «L’antinfluenzale, oltretutto, è tra i vaccini meno efficaci: lo dicono i dati clinici». Meglio essere prudenti: «Oltre i 65 anni, la mortalità aumenta del 12%». Vaccinare contro l’influenza nel caso in cui dovesse riapparire il Covid, insiste Laudani, potrebbe essere deleterio: «Dove gli anziani sono stati vaccinati in maniera massiccia, quella degli over-65 è stata la fascia di popolazione che ha avuto il maggior numero di morti per Covid: anche questo dovrebbe costringerci a essere cauti, evitando le “vie brevi” adottate dalla Regione Lazio».
Semplificare è sempre un errore, aggiunge il medico: «Ogni anno muoiono 12.000 persone per polmonite di origine batterica, e chi è defedato potrebbe aver bisogno di una vaccinazione specifica per lo streptococco, non per il virus influenzale». Altra complicazione: «Il vaccino antinfluenzale viene sviluppato sulla base di un gruppo di virus che sono già vecchi, relativi a una precedente infezione: quindi non è detto che il vaccino sia efficace sul ceppo di virus in circolazione durante l’inverno». Inoltre, la stessa Aifa ricorda che, nei vaccini, è sempre da valutare il rapporto rischio-beneficio, «e nel caso dell’influenza il rischio è basso». Inoltre, il vaccino antinfluenzale sfugge al diritto del paziente (e anche a quello del medico, di curare “secondo scienza e coscienza”). «Medico e paziente vengono cioè esautorati da questo loro diritto naturale», sostiene Laudani. «Mi sembra una violazione dei diritti della categoria: se il vaccino viene imposto, i medici non possono prendere la decisioneAntonino Laudaniche reputano migliore». Dover far firmare al paziente un consenso informato per un trattamento che magari non gli servirà, ribadisce il dottor Laudani, è un aspetto medico-legale tutto da valutare: «Stando all’ordinanza del Lazio, il medico dovrebbe assumersi la responsabilità di vaccinare una persona che invece ha altre problematiche, che magari sconsigliano di somministrare il vaccino».
Dal canto suo, Gioele Magaldi punta l’indice contro quelli che hanno messo in piedi «questa sorta di dittatura vaccinista, aumentando a dismisura la retorica sul vaccino come chiave risolutiva di ogni malattia», senza contare «il bombardamento di vaccini a cui sono stati sottoposti i bambini». E aggiunge: «Attraverso queste derive, poi si arriva a dire che devono essere vaccinati anche gli adulti, gli insegnanti, i medici, gli anziani. Si finirà per proporre una vaccinazione plurima per tutti? Siamo all’assurdo». Quello del Movimento Roosevelt – sottolinea il presidente – resta un approccio laico, «non basato sulla fede o sull’abbraccio mortale con qualche suggestione alla quale aggrapparsi, e per la quale militare in modo fazioso e tribale: noi vogliamo ragionare, e vogliamo che la dignità umana possa mostrarsi anche nell’esercizio dello spirito critico». Per questo, conclude, «intendiamo combattere contro l’ordinanza iniqua e anticostituzionale promossa dalla Regione Lazio per imporci un vaccino antinfluenzale che molto probabilmente non serve a nessuno: se vogliamo vivere in Italia e non in un sistema come quello cinese, certe imposizioni lasciamole alla Cina».