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12 aprile 2019

Magaldi: gialloverdi al 70% se osano sfidare il Deep State

Gioele Magaldi Primo round: il governo gialloverde fa qualcosa di veramente eretico, straordinario e rivoluzionario. Ovvero: annuncia un deficit del 7-8%, o anche del 10%. Secondo round: l’eurocrazia insorge, massacrando l’Italia con ogni mezzo. E quindi minacce, ritorsioni, spread a mille, bocciatura del bilancio (e assedio dei media pro-Ue, a reti unificate). Terza mossa: il governo si dimette, clamorosamente, appellandosi agli elettori. Magari indice un referendum, come quello voluto in Grecia da Tsipras. Poi affronta nuove elezioni, e incassa un plebiscito: gialloverdi al 70% dei consensi. A quel punto, finalmente, la resa dei conti: epurazione di tutti i burocrati infiltrati dal potere-ombra negli uffici che contano, cominciando dai ministeri. Un sogno? Per ora, sì. Ma se non si agisce in questo modo, sostiene il sognatore Gioele Magaldi, la rivoluzione non l’avremo mai. E attenzione: per come siamo ridotti, proprio una rivoluzione – pacifica, democratica – è l’unica soluzione possibile, l’unica via d’uscita dignitosa dall’euro-stagnazione inflitta a tutta l’Europa, e in particolare all’Italia, dai signori del neoliberismo. Sono i super-oligarchi che impongono regole di ferro agli altri, ma campano alla grande facendosi fare leggi su misura per il loro business, anche truccando i conti pubblici come fa la Germania (che dichiara un debito all’80% del Pil mentre quello reale è il triplo).
Non se ne esce mai, dal trappolone europeo? Certo, e non se ne uscirà fino a quando il cosiddetto Deep State sarà saldamente radicato in tutti i gangli vitali dello Stato. Burocrati e tecnocrati, servizi segreti pubblici e privati, banca centrale, uffici ministeriali, Quirinale. Ne ha parlato apertamente un parlamentare pentastellato, Pino Cabras, il 30 marzo a Londra. Eletto alla Camera in Sardegna lo scorso anno, Cabras – storico collaboratore di Giulietto Chiesa – ha partecipato al convegno “Un New Deal per l’Italia e per l’Europa”, promosso dal Movimento Roosevelt, soggetto meta-partitico fondato da Magaldi per rigenerare in senso democratico la politica italiana, stimolando i partiti a fare di più per recuperare la perduta sovranità popolare. Decisamente fuori programma l’esplicita ammissione di Cabras: a unire Lega e 5 Stelle, alleati ma sostanzialmente divisi su tutto, è l’impegno a resistere insieme alle “mostruose” pressioni del Deep State, che si è attivato per frenare il cambiamento promesso: dare più soldi agli italiani, ampliando il welfare e tagliando le tasse. Ed è intervenuto sin dal primo giorno, lo “Stato profondo”, inserendo le sue pedine nell’esecutivo Conte. Postilla: senza i “controllori di volo” (esempio, Tria al posto di Savona), il governo non sarebbe mai nato.
Di Maio e Salvini hanno accettato la sfida: meglio di niente, si sono detti, perché solo il governo gialloverde (benché azzoppato in partenza) avrebbe potuto almeno tentare di cambiare qualcosa, liberando l’Italia dall’incubo dell’austerity. Ce l’ha fatta? No, purtroppo. Si è visto bocciare persino la timida richiesta di portare il deficit al 2,4%, cioè ben al di sotto del famigerato tetto del 3% imposto da Maastricht (e che la Francia di Macron violerà, con l’alibi della protesta dei Gilet Gialli). Proprio i Gilet Jaunes, sostiene Magaldi, erano un regalo della massoneria progressista internazionale. Il piano: destabilizzare la Francia, sentinella dell’euro-rigore, proprio mentre l’Italia friggeva, per quel misero 2,4%, sulla graticola della Commissione Europea. Ma il governo Conte non ne ha saputo approfittare: raro caso di insipienza politica e di mancanza di coraggio, di assenza di Tsiprasvisione. Ora i pericoli sono dietro l’angolo: senza la necessaria benzina finanziaria per mantenere le promesse, i 5 Stelle sono già in picchiata nei sondaggi. Regge la Lega, ma solo per ora, grazie alla muscolarità (verbale) di Salvini. Però il tempo vola: in soli due anni, Matteo Renzi è passato dal 40% all’estinzione politica.
Si spera nelle europee, per erodere il potere dello “Stato profondo” neoliberista che utilizza come clava l’asse franco-tedesco? Pie illusioni: secondo Magaldi non cambierà proprio niente, fino a quando la bandiera della protesta sarà agitata dai sedicenti sovranisti, velleitari demagoghi delle piccole patrie. Per chi non se ne fosse accorto, impera la globalizzazione: tutto è fatalmente interconnesso. Nessun paese, da solo, può sperare di uscire indenne da una fiera diserzione. Parla per tutti la Grecia, che disse “no” all’euro-tagliola. Risultato: Tsipras fu intimidito e costretto a piegarsi, tradendo la volontà del popolo. Alla Grecia arrivarono aiuti finanziari, ma solo per soccorrere le banche tedesche e francesi esposte con Atene. Il paese è stato sventrato, svenduto e distrutto, riducendo i greci in povertà. E nessuno Stato europeo è intervenuto in suo soccorso. In Francia, era stato François Hollande a candidarsi come anti-Merkel, promettendo di allentare il rigore di bilancio imposto da Bruxelles. Esito inglorioso: blandizie e minacce, compresi gli attentati terroristici targati Isis. In pochi mesi, Hollande ha ceduto su tutta la linea, rassegnandosi al ruolo di docile esecutore dell’ordoliberismo Ue.
Anni fa, proprio Magaldi sosteneva che solo l’Italia avrebbe potuto accendere la miccia del cambiamento. «L’Italia traccia le strade», diceva Rudolf Steiner, attribuendo al Belpaese un ruolo storico di battistrada. Una specie di destino: prima il “format” dell’Impero Romano, poi il Rinascimento e la democraziacomunale, le prime università, le prime banche. Italia caput mundi, nel bene e nel male: in fondo, Hitler si considerava allievo del maestro Mussolini. Proprio l’Italia primeggiò ancora una volta nel dopoguerra: fece il record mondiale di crescita, con il boom economico, anche se non tutti applaudivano. L’uomo-simbolo di quegli anni ruggenti, Enrico Mattei, fu disintegrato a bordo del suo aereo. Oggi, dopo mezzo secolo, l’Europa è ancora una volta alle prese con il “problema” Italia, grazie a un governo teoricamente non-allineato a Bruxelles. Esecutivo capace di firmare un memorandum d’intesa commerciale con la Cina, che irrita pericolosamente gli Usa e manda su tutte le furie Parigi Paul Krugmane Berlino, ovvero i due maggiori nazionalismi anti-europeisti su cui si regge l’infame Disunione Europea, quella che ha lasciato morire impunemente i bambini greci, negli ospedali rimasti senza medicine.
Non bastano più, dice Magaldi, le sole analisi degli economisti democratici che in questi anni hanno smascherato tutte le bugie del neoliberismo. La prima: tagliare il debito pubblico risana l’economia. Falso: lo dimostra la scienza economica, da Keynes in poi, e lo confermano Premi Nobel come Krugman e Stiglitz. Ovvero: il deficit strategico – a patto che sia massiccio, e investito con oculatezza – può valere anche il 400%, in termini di Pil. Tradotto: oggi spendo dieci, e domani incasserò quattro volte tanto (lavoro, salari, consumi, e infine anche tasse). Beninteso: lo sanno tutti, a cominciare da quelli che fingono di non saperlo. Come Mario Draghi, che fu allievo del maggior economista keynesiano europeo – italiano, tanto per cambiare: il professor Federico Caffè. Tesi di laurea del giovane Draghi: l’insostenibilità di una moneta unica europea. Farebbe ridere, se non ci fosse da piangere. Specie se si calcola che Draghi fu accolto a bordo del Britannia, all’epoca della grande spartizione della Penisola, alla vigilia delle privatizzazioni degli anni ‘90 che hanno sabotato la nostra florida economia. Lo stesso Draghi ha lasciato il segno anche in Grecia: prima come manager della Goldman Sachs, la banca-killer che gonfiava i bilanci di Atene, e poi – a disastro compiuto – come inflessibile censore della Bce, in seno alla spietata Troika europea.
Ancora lui, Mario Draghi, è l’uomo a cui risponde, di fatto, il governatore di Bankitalia. E proprio da Ignazio Visco, il presidente Mattarella – con una mossa senza precedenti – spedì l’allora premier incaricato, Conte, a prendere appunti su come non attuarlo affatto, il cambiamento appena promesso agli elettori. Pino Cabras lo chiama “Stato profondo”, e difende la strategia di Di Maio e Salvini: accettare la logica di una guerra di logoramento, dice Cabras, è l’unica soluzione praticabile. Non la pensa così Gioele Magaldi: a suo parere, è una tattica perdente. Nel libro “Massoni”, uscito nel 2014 per Chiarelettere, ridisegna la mappa del Deep State, presentandolo come interamente massonico. Un potere a due facce: quella progressista (da Roosevelt ai Kennedy, fino allo svedese Olof Palme) spinse avanti la modernità dei diritti sociali in senso democratico, nei decenni del grande benessere diffuso. L’altra faccia, oligarchica – Merkel e Macron, Prodi e D’Alema, lo stesso Draghi – ha Olof Palmechiuso i rubinetti della finanza pubblica, inaugurando la globalizzazione del rigore e quindi l’impoverimento generale della popolazione occidentale, fino alla quasi-sparizione della classe media (che infatti oggi in Italia vota Salvini e Di Maio).
Contro questo regime, insiste Magaldi, non valgono più né le pregevoli rivelazioni dei tanti economisti onesti, né i recenti tatticismi dei gialloverdi. Serve una rivoluzione, a viso aperto. Un paese che dica: “Adesso sforiamo il tetto di Maastricht. E se non vi va bene, sospendiamo la vigenza dei trattati europei”. Addirittura? Certo, altra via non esiste. Se ci si piega al racket, l’estorsione continua all’infinito. Anche in politica: la molla su cui fa leva il prevaricatore è sempre la stessa, la paura. Se invece si smette di avere paura, tutto il castello crolla. Perché quel ricatto è basato su un sortilegio psicologico, come quello che rende misteriosamente tenebroso l’invisibile Mago di Oz, in apparenza invincibile: in realtà è soltanto una bolla, che può dissolversi in un attimo. E’ già successo, nella storia. Sotto la sferza della Grande Depressione, la destra economica consigliò a Roosevelt di tagliare il debito – pena, l’apocalisse. Ma il presidente, ispirato da Keynes, fece l’esatto contrario: espansione smisurata del deficit. Risultato: l’America, che era alle prese con l’incubo quotidiano della fame, divenne una superpotenza. Non è che siano cambiate, le regole: il sistema è sempre quello capitalista. Non solo: è diventato universale, incorporando anche Russia e Cina (che infatti, così come gli Usa e il Giappone, non hanno nessuna paura di fare super-deficit, sapendo che è il solo modo per alimentare il mercato interno dei consumi, e quindi l’occupazione).
Il Mago di Oz ora si chiama Unione Europea, si chiama Eurozona. Una vergogna mondiale, senza più democrazia: comanda la Bce, insieme alla Commissione formata da tecnocrati non-eletti. Non c’è una vera Costituzione, e il Parlamento Europeo non può eleggere il governo europeo. Siamo precipitati nella barbarie di un neo-feudalesimo, una specie di Sacro Romano Impero. D’accordo, ma per volere di chi? Magaldi non ha esitazioni nell’indicare i responsabili: massoni reazionari. Militano nelle Ur-Lodges neoaristocratiche. Sono strutture segrete e trasversali, spregiudicate e apolidi, senz’altra patria che il denaro. Hanno deformato la stessa geopolitica: quando parliamo di Russia, Europa, Cina e Stati Uniti, dovremmo invece saper distinguere tra élite oligarchiche ed élite a vocazione democratica. Esistono anche quelle, infatti: sono di segno progressista. Negli ultimi decenni sono state costrette a cedere il passo alla plutocrazia neoliberista, ma adesso stanno rialzando la testa. Lo stesso Il Mago di OzMagaldi ammette di agire d’intelligenza con alcune di queste strutture, come la superloggia Thomas Paine. Problema pratico, innanzitutto: se è stata la supermassoneria a creare il problema, non può che essere la stessa supermassoneria (lato B, progressista) a contribuire a risolverlo.
Magaldi non demonizza le Ur-Lodges, non ne fa una speculazione complottistica. Se la massoneria sa di aver fondato la modernità – Stato di diritto, laicità delle leggi, suffragio universale democratico – è umano che pensi (sbagliando) di poter fare quello che vuole, della sua “creatura”. La distorsione è cominciata negli anni ‘70, con il saggio sulla “Crisi della democrazia” commissionato dalla Trilaterale, potente entità paramassonica. La tesi: troppa democrazia fa male. Dove siamo arrivati, oggi? Lo si è visto: un certo signor Pierre Moscovici, non votato da nessuno, ha il potere di bocciare il bilancio del governo italiano regolarmente eletto. Lo si può subire in silenzio, un affronto simile? Nossignore: la verità va gridata. Lo stesso Moscovici sa benissimo che un deficit robusto farebbe volare l’economia. Una volta, lo sapeva anche la sinistra (che oggi tace). Lega e 5 Stelle? Si limitano a brontolare, ma poi ingoiano il rospo. Peggio: sparano a vanvera contro la massoneria, fingendo di non sapere che sono proprio i supermassoni oligarchici a ostacolare il loro governo. Cosa aspettano a vuotare il sacco?
Magaldi è esplicito: le Ur-Lodges progressiste sono pronte ad aiutarli, se smetteranno di essere ipocriti sulla massoneria, come se non sapessero che persino il governo gialloverde pullula di massoni occulti, non dichiarati. Sperano nelle europee, leghisti e grillini? Errore grave: nessuno verrà in aiuto dell’Italia, se non sarà il nostro paese – per primo – ad alzare la testa. Come? Nell’unico modo possibile: una rivoluzione gandhiana, basata sull’obiezione ideologica. Può svanire in un attimo, la grande paura del Mago di Oz, se solo qualcuno avrà l’elementare coraggio democratico che oggi ancora manca, ai gialloverdi. Una rivoluzione potrebbe spazzarli via in un amen, i mammasantissima del peggior Deep State. Restano invece al loro posto, i boiardi dello “Stato profondo”, proprio perché a proteggerli – prima di ogni altra cosa – è proprio la nostra stessa paura. Per Magaldi, scontiamo anche un vuoto culturale: da riempire, per la precisione, ricorrendo al socialismo liberale teorizzato da Carlo Rosselli. Una corrente di pensiero illuminante ma rimasta in ombra, schiacciata dal fascismo e dallo stesso socialismo massimalista, prima ancora che dal comunismo. Poi venne l’atroce neoliberismo, nelle due versioni: quella sfrontata, della D'Alema e Blairdestra economica reaganiana, e quella – più ambigua nella forma ma identica della sostanza – del “terzismo” di Anthony Giddens adottato dall’ex-sinistra occidentale, da Blair fino a D’Alema, grandi protagonisti dell’attuale post-democrazia.
Il succo non cambia: Stato minimo, il privato ha sempre ragione. Nei fatti, il neoliberismo è un imbroglio: santifica l’impresa, ma a spese dello Stato. E quando scoppia Wall Street, è il bilancio pubblico a tenere in piedi le banche-canaglia. Turbo-globalizzazione mercantile, e addio diritti. Delocalizzazioni, privatizzazioni. Parola d’ordine, per i non privilegiati: arrangiarsi. Dogma assoluto: demolire l’impresa pubblica, che era il cemento armato del boom italiano. In Svezia, Olof Palme impegnò lo Stato nel salvare le aziende traballanti, a due condizioni: management statale, e lavoratori coinvolti come azionisti (con tanto di dividendi, a fine anno). Fu ucciso a Stoccolma nel 1986, all’uscita di un cinema. Tuttora sconosciuto il killer, ma non il mandante: possiamo chiamarlo Deep State. Con Palme, questa Europa cialtrona non sarebbe mai potuta nascere. Al leader svedese, il Movimento Roosevelt dedicherà un convegno a Milano il 3 maggio. Sul podio altri due giganti, lo stesso Rosselli e l’africano Thomas Sankara, anch’essi assassinati. Non difettavano di coraggio: sapevano di dover combattere, sfidando il potere ostile a viso aperto. E’ quello che dovrebbe fare anche l’Italia, ribadisce Magaldi. Sapendo che, da sole, le élite possono fare poco. Se però si sveglia il popolo, allora non c’è Deep State che tenga. E’ così che funzionano, le rivoluzioni che mandano avanti, da sempre, la storia dell’umanità.
(Le riflessioni di Gioele Magaldi sono tratte dalla diretta web-streaming su YouTube “Gioele Magaldi Racconta” del 1° aprile 2019, condotta da Fabio Frabetti di “Border Nights”).

08 aprile 2019

Magaldi: ipocriti e invidiosi, i nemici dell’accordo Italia-Cina

Gioele MagaldiBei sepolcri imbiancati, i nemici dell’accordo Italia-Cina: di loro, par di capire, “il più pulito ha la rogna”. Francia e Germania friggono d’invidia: ma come possono rinfacciare a Roma il fatto di aver scavalcato Bruxelles, se Parigi e Berlino sono reduci dal Trattato di Aquisgrana, stipulato come se l’Unione Europeanon esistesse neppure? Una discreta faccia tosta anche da parte dell’alleato americano: furono proprio gli Usa ad aprire alla Cina le porte del mercato globale, ricorda Gioele Magaldi in web-streaming su YouTubecon Fabio Frabetti. Sempre in video-chat con il conduttore di “Border Nights”, lo stesso Gianfranco Carpeoro (che del Movimento Roosevelt è un dirigente) rincara la dose: «Ha fatto benissimo, il governo Conte, a fare l’accordo con la Cina: tutela i legittimi interessi dell’Italia. Gli Usa strepitano? Pazienza, capiranno: anche loro mirano all’interesse nazionale. Ci rinfacciano che stringiamo un’alleanza con un paese non democratico? Prima ci spieghino la loro alleanza con monarchie autoritarie come l’Arabia Saudita». Aggiunge Carpeoro: «Dopo l’accordo con la Cina, ora l’Italia passi oltre: faccia fronte comune con paesi come la Spagna e la Grecia. E’ ora di metter fine al domino abusivo nord-europeo, finora esercitato da nazioni come la Germania, la Francia e l’Olanda».
La verità è che siamo attaccati in modo pretestuoso da politici invidiosi e smemorati, sintetizza Gioele Magaldi. Sono ipocriti, i bellimbusti come Macron che vorrebbero imporre proprio all’Italia una cabina di regina europea per la gestione del commercio con Pechino. Quanto ai rimbrotti degli Usa, irritati dal fatto che l’Italia stringa accordi con un paese non esattamente democratico, Magaldi ricorda che fu proprio il massimo potere statunitense – ben incarnato da una struttura come la Trilaterale, guidata dai vari Kissinger, Rockefeller e Brzezinski – ad accogliere la Cina nel Wto, senza pretendere da Pechino né una svolta democratica né la tutela dei diritti sindacali del lavoro, pur sapendo che in quel modo la Cina avrebbe potuto immettere sul mercato globale prodotti a bassissimo costo. Del resto, sostiene Magaldi, questa è la natura dell’attuale globalizzazione progettata dalla massoneria sovranazione di segno reazionario: un club opaco, che ha anteposto il business ai dirittiumani e alla sovranità democratica. Nessuno, oggi, ha le carte in regola per criticare l’Italia: chi dice di pretendere democrazia da Pechino non gestisce affatto in modo democratico la stessa governance europea, preferendo il neoliberismo mercantile al libero mercato, e la post-democrazia alla sovranità effettiva delle istituzioni, completamente piegate all’ordoliberismo dell’élite finanziaria.
Pur ribadendo la propria fede atlantista, Magaldi critica la stessa Nato, che in passato supportò in Grecia il regime dittatoriale dei colonnelli. La Cina, ribadisce Magaldi, non è certo un modello di democrazia. E l’aspetto peggiore del suo turbo-capitalismo, che pure ha fatto progredire rapidamente il paese garantendo un crescente benessere, sono i protagonisti del boom cinese: grandi magnati che hanno acquisito posizioni dominanti, in patria e all’estero, in quanto provenienti dalla ristretta oligarchia del partito comunista. Da qui a contestare l’Italia, però, ne corre: tra i grandi gestori mondiali del vero potere – conclude Magaldi – nessuno è estraneo alla vorticosa ascesa della Cina, con la quale l’Italia ha giustamente stretto il suo recente accordo. Secondo Magaldi, il nostro paese dovrebbe insistere proprio nell’interpretare il suo ruolo naturale di “ponte”: non solo verso Pechino ma anche verso la Russia, l’Africa e il Medio Oriente, impegnandosi a sviluppare relazioni che, accanto ai commerci, producano un’evoluzione democratica dei partner. Tutto questo, per arrivare infine a pretendere – come il Movimento Roosevelt chiederà nel suo convegno il 30 marzo a Londra – un “New Deal Rooseveltiano” per l’Europa, basato sul recupero del capitalismo sociale keynesiano: un forte investimento pubblico per sostenere l’economia e, al tempo stesso, la conquista di istituzioni comunitarie finalmente democratiche.

20 marzo 2019

LA VOCE rooseveltiana N° 7 di Martedì, 19 Marzo 2019


La Voce Rooseveltiana


D(i)RITTI VERSO LA LIBERTÀ DAL BISOGNO
 
Siamo una comunità di cittadini che sognano il Rinascimento democratico
di cui la società ha bisogno




Editoriale
 
LA SOLITUDINE DI FEDERICA, FUGGITA ALL'ESTERO PER SALVARE SUO FIGLIO DANNEGGIATO DAI VACCINI

di Giorgio Cattaneo








Si chiama Federica, vive in provincia di Gorizia. Ha una voce melodiosa da cantante jazz, e un coraggio da eroe greco.
Federica Santi

Antigone, con due bambini da difendere con le unghie e coi denti. Entrambi minacciati da un orco invisibile, armato di siringa. Il piccolo Nicola, il primogenito, oggi ha otto anni. Da poco è tornato tra noi. Era scomparso: muto, assente, estraneo. Un bambino divenuto alieno, anaffettivo, indifferente a tutto. In una parola: autistico. Lo è diventato di colpo, dopo un vaccino "sbagliato", esavalente: antitetanica, antiepatite B, antipolio, anti-difterica, anti-haemophilus, anti-pertosse. «A tredici mesi, Nicola sgambettava come un leprotto. A 20 parlava e cantava, manifestava il suo talento artistico in ogni occasione: sapeva dipingere, era affettuoso, baciava il fratellino nel pancione». Poi, intorno ai 22 mesi, subito dopo la nascita di Enrico, ha avuto un improvviso arresto dello sviluppo. «E in poche settimane ha smesso di parlare, di mangiare, di dormire». Sintomi allarmanti: vomito "a getto". All'epoca, Federica non sapeva ancora della stretta correlazione fra cervello, stomaco e intestino. Già, perché l'intestino è il secondo cervello. E proprio dall'intestino è cominciata la guarigione "impossibile": eliminando glutine e caseina, Nicola ha ripreso a parlare, a mangiare, a sorridere. Ma non in Italia: all'estero. Grazie al costoso intervento di medici all'avanguardia, in cliniche private.


 
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TragiComix
di Mirko Bonini

TragiComix by Mirco Bonini 07
 



Secondo Noi
   
GM MAGALDI: LA GIOVANE GRETA È ANTICA COME MALTHUS, L'INFELICE PROFETA DELLA SCARSITÀ CARO ALL'ÉLITE

Dietro alla piccola Greta, paladina della campagna contro il climate change, ci sono idee "antiche" come quelle settecentesche di Malthus, il teorico della scarsità smentito dal boom della tecnologia. Secondo Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, nella decrescita "climatologica" c'è il darwinismo sociale dell'élite che ha creato la scarsità artificiosa della moneta su cui si fonda il feudalesimo neoliberista. Sbagliato temere il futuro e la robotica: ancora una volta sarà l'innovazione a risolvere molti problemi. Ne beneficeremo tutti, se sapremo riconquistare la perduta sovranità democratica.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee). 
GALLONI: GRETA E I "GRETINI" CHE CREDONO ANCORA ALLA FIABA DELL'ANIDRIDE CARBONICA

Greta e i "Gretini", cioè i seguaci della giovanissima attivista-fenomeno, la svedese Greta Thunberg, non sanno che l'anidride carbonica pesa solo per il 2% sulla variazione climatica, peraltro non arrestabile né imputabile alle sole attività umane? Per Nino Galloni, vicepresidente MR, la crociata contro il global warming è un utile diversivo: l'élite finanziaria sa benissimo che l'emergenza ecologica sarebbe affrontabile a costo zero, introducendo nuove tecnologie per produrre cibo ed energia senza impatti ecologici.
(Intervento su Scenari Economici).
NG
FM MAGGINO: OLTRE IL PIL, SCOMMETTIAMO SU INDICATORI COME IL RISPETTO E LA FIDUCIA, PER UN VERO RATING DELL'ITALIA

Nuove idee per superare il semplice Pil. Le suggerisce la rooseveltiana Filomena Maggino, docente di statistica e consulente di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, col quale sta per lanciare il programma interministeriale "Benessere Italia". Occorre recuperare indicatori di valore attendibili, come ad esempio il rispetto umano e la fiducia nel sistema, per fornire un "rating" più attendibile della comunità nazionale italiana, altrimenti affidato ai soli indicatori finanziari controllati dalle agenzie di Wall Street.
(Intervento in video sul sito web della Camera, ripreso dal blog MR).
 
MAGALDI: BEPPE GRILLO IN DECLINO E ORMAI SENZA IDEE, DOPO LA PERDITA DI GIANROBERTO CASALEGGIO

Gioele Magaldi riconosce a Grillo il merito di aver dato un salutare scossone al sistema politico italiano. Ora però l'ex comico appare in declino, orfano del massone Gianroberto Casaleggio (che non aveva paura di confrontarsi con la massoneria). Proprio l'ipocrita massonofobia di oggi, secondo il presidente del Movimento Roosevelt, dimostra l'inconsistenza politica dei 5 Stelle: incapaci di mantenere le promesse, perché privi del coraggio di opporsi a Bruxelles difendendo la possibilità di ricorrere alla leva del deficit.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
GM
RH HECHICH: L'ITALIA DIFENDA LA GRECIA E CIPRO NELLA NUOVA "GUERRA DI TROIA" PER IL GAS DELL'EGEO

Proteggere la Grecia e Cipro, dimostrando di essere una potenza mediterranea. Secondo Roberto Hechich, direttore del Dipartimento geopolitica e difesa del Movimento Roosevelt, l'Italia dovrebbe intervenire con equilibrio e fermezza per ridurre le gravi tensioni che si stanno accumulando nell'Egeo dopo la scoperta di immensi giacimenti di gas, che scatenano gli appetiti "neo-ottomani" della Turchia di Erdogan e creano seri problemi commerciali anche alla Russia di Putin, presente militarmente nell'area in appoggio alla Siria.
(Intervento sul blog MR).
GALLONI: SE NON RIPUDIA IL NEOLIBERISMO, IL PD SERVIRÀ SOLO A FRENARE GLI ECCESSI DELLA LEGA

Stupisce la partecipazione popolare alle ultime primarie del Pd, pur in assenza di vere differenziazioni politiche nelle proposte dei candidati. Secondo Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, se il Pd non ripudia l'austerity neoliberista non potrà tornare al governo. Gli resterà un ruolo soltanto residuale: presidiare la tutela dei diritti civili come quelli dei migranti, magari frenando gli eccessi polemici della Lega.
(Intervento su Scenari Economici
). 
NG
GM MAGALDI: NICOLA ZINGARETTI SI SALVA DAL NAUFRAGIO SOLO SE IL SUO PD DIVENTA FINALMENTE PROGRESSISTA

Abbia il coraggio di gettare a mare l'intera eredità politica del centrosinistra, cioè 25 anni in cui gli eredi del Pci-Pds si sono limitati a obbedire ai diktat dell'élite finanziaria neoliberista. Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, avverte il neo-segretario Nicola Zingaretti: ha di fronte un'unica chance, quella di trasformare il Pd in un partito finalmente progressista, capace di opporsi alla governance antidenmocratica dell'Unione Europea.
(Intervento su YouTube, ripreso da Libreidee).
PERON: SOLO IL LIBRO "MASSONI" DI GIOELE MAGALDI CI SPIEGA CHI COMANDA DAVVERO IL NOSTRO MONDO

Chi detiene il potere in questo mondo? Come lo gestisce? Come lo conserva? Domande a cui risponde, in modo esclusivo, il bestseller "Massoni" di Gioele Magaldi, uscito nel 2014. Un libro sconcertante e al tempo stesso illuminante, imprescindibile: lo conferma l'ottima analisi critica che ne fa Roberto Peron, ricercatore e astrofisico, direttore del Dipartimento per l'università e la ricerca nell'ambito della segreteria generale del Movimento Roosevelt.
(Intervento sul blog MR).
RP
GC CATTANEO: QUASI DUE MILIONI DI ITALIANI ALLE PRIMARIE PD, PARTITO RIMASTO ALL'ETÀ DELLA PIETRA

Un successo le primarie del Pd, nonostante i tre candidati-fotocopia (Zingaretti, Martina e Giachetti). Secondo Giorgio Cattaneo, non cessa di stupire la base di un partito che è rimasto all'età della pietra, ancorato al neoliberismo e impotente di fronte al successo di Lega e 5 Stelle, che hanno intercettato al meglio la delusione degli italiani per le politiche della Seconda Repubblica, col centrosinistra ridotto a mero esecutore del rigore finanziario.
(Intervento sul blog MR, ripreso da Libreidee).
ALICE: LA CINA PROTEGGE I LAVORATORI CON IL CAPITALISMO SOCIALE, DA NOI INVENTATO E POI DIMENTICATO

Con imponenti detrazioni fiscali, la Cina sta proteggendo i suoi lavoratori e creando un solido sistema di welfare, che mette al riparo le famiglie dalle incertezze del futuro. Lo sottolinea Roberto Alice, dirigente piemontese del Movimento Roosevelt e candidato 5 Stelle alle prossime regionali. In pratica, la Cina sta inaugurando il provvidenziale capitalismo sociale, da noi stessi inventato ma poi dimenticato negli ultimi decenni.
(Intervento sul blog MR).
RA
Antonio Avigliano AVIGLIANO: EASTMED, LA RETE DI GASDOTTI CHE CI RENDERÀ PIÙ INDIPENDENTI SUL PIANO DELL'ENERGIA

Porte aperte a EastMed, lo spettacolare sistema di gasdotti on-offshore finalizzato a distribuire gas naturale estratto dai giacimenti più orientali del Mediterraneo. Lo spiega Antonio Avigliano, del Dipartimento geopolitica e difesa del Movimento Roosevelt: con i suoi 1900 chilometri, EastMed (di cui il Tap pugliese sarebbe un "passante") si rivelerebbe un "toccasana" per l'Europa in termini di differenziazione energetica. Un gasdotto decisivo per l'Italia: potrà contribuire all'indipendenza energetica del paese.
(Intervento sul blog MR).
GALLONI: LA SOLUZIONE NON È L'AUTONOMIA REGIONALE, MA LA QUALITÀ DELLA CLASSE DIRIGENTE LOCALE

Falsa pista, l'autonomia regionale come via d'uscita: se qualcuno pensa di trasformare il Nord-Est nella Catalogna italiana, farebbe meglio a notare com'è stata mal gestita una Regione a statuto speciale come la Sicilia. Per Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, la soluzione sta nella classe dirigente: se si creano mezzi monetari territoriali, incoraggiando così anche il credito bancario, si risolve il malcontento di Lombardia e Veneto, reduci da referendum che potrebbero rivelarsi il vero banco di prova per il governo.
(Intervento su Scenari Economici).
NG
 
PS SCANU: SCUOLA-AZIENDA REGIONALIZZATA? LOMBARDIA E VENETO, ATTENTATO CONTRO L'ISTRUZIONE DEMOCRATICA

No alla regionalizzazione della scuola proposta in Lombardia e Veneto, e in parte anche in Emilia. Protesta Patrizia Scanu, segretaria generale del Movimento Roosevelt: così si rompe l'unitarietà nazionale dell'istruzione, generando scuole differenziate sotto la guida di dirigenti scolastici di nomina regionale, sottoposti a pressioni politiche locali. Il rischio: accelerare verso la scuola-azienda destinata a riprodurre diseguaglianze anziché pari opportunità, con scuole di serie A e scuole di serie B, scuole ricche e scuole povere.
(Intervento sul blog MR).
 
GALLONI: UNA MONETA TERRITORIALE, PARALLELA ALL'EURO, SALVEREBBE DALLA CRISI I PASTORI SARDI

Salvare i pastori sardi, esposti alla concorrenza globalizzata che non tiene conto della qualità superiore del loro latte? Per l'economista Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, la soluzione sarebbe a portata di mano se l'Italia emettesse una moneta di Stato, non a debito e parallela all'euro, con la quale tutelare i produttori del pecorino sardo, eccellenza nazionale.
(Intervento su Scenari Economici).
NG


 
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ROOSEVELT IN EMILIA,
AL LAVORO
IL GRUPPO REGIONALE

 

Il Movimento Roosevelt ha aggiornato la sua agenda di idee per l'Emilia Romagna dopo la riunione del 17 marzo a Stellata di Bondeno, in provincia di Ferrara. A cura del coordinatore territoriale, Federico Caselli, la prima assemblea regionale 2019 con iscritti e simpatizzanti, per far crescere il movimento anche in Emilia.


(Info: federico.caselli@movimentoroosevelt.com).

GALLONI A TORINO,
MONETA ALTERNATIVA
PER SALVARE L'ITALIA


Nino Galloni propone di emettere moneta di Stato, non a debito, parallela all'euro, per creare posti di lavoro e risollevare l'economia. L'ha spiegato lo stesso Galloni, introdotto da Enrica Perucchietti nell'affollato convegno "Soldi per noi, non contro di noi" promosso a Torino il 15 marzo dal Movimento Roosevelt Piemonte, con la partecipazione di Egidio Rangone e Roberto Alice.

(Info: daniele.gervasoni@gmail.com).

AL VIA IL GRUPPO
ROOSEVELTIANO
DELLA PUGLIA 


Nuovi impegni territoriali per il Movimento Roosevelt in Puglia, dopo l'assemblea regionale tenutasi il 9 marzo a Bari, sotto la guida del coordinatore regionale Michele Ciccarone. Un incontro importante, per definire progressivamente le iniziative rooseveltiane sul suolo pugliese.


(Info: michele.ciccarone@movimentoroosevelt.com, telefono 349.3591295).
 

Agenda MR

 

23 MARZO

23 MARZO
ASSEMBLEA MR UMBRIA
(PERUGIA - h 18.15)

 
Contro la crisi della democrazia, per il rilancio di infrastrutture e trasporti nel Centro Italia e per una prospettiva di rinnovato impegno territoriale dei rooseveltiani umbri, coordinati da Simone Casagrande Moretti. Questi i temi che saranno affrontati sabato 23 marzo dall'assemblea regionale Umbria del Movimento Roosevelt, convocata alle ore 18,15 nella  Sala della Vaccara, spazio comunale del Palazzo dei Priori a Perugia, in piazza IV Novembre.

(Info: simone.casagrande@movimentoroosevelt.com). 
RIUNIONE MR UK
(LONDRA - h 15)

 
Sovranismo o sovranità? Stati sempre meno indipendenti: se ne parla a Londra, al "forum ateniese" promosso dalla sezione Uk "William Beveridge" del Movimento Roosevelt domenica 24 marzo. Che cos'è la sovranità? Chi la garantisce? E' vero che la sovranità degli Stati sta erodendosi? E cosa significa "governo sovranista"? Il sovranismo è realmente una forma di populismo? Sono solo alcune delle domande a cui cercheremo di dare una risposta, annuncia Emanuele Barrasso nel presentare l'incontro, che si svolgerà presso l'Inca Uk, Italian Advice Centre (124 Canonbury Road, London N1 2UT). Orario: 3pm. L'iniziativa durerà un paio d'ore.

(Info: info@rooseveltmovement.co.uk).

30 MARZO

03 maggio
UN NEW DEAL PER L'ITALIA
E PER L'EUROPA

(LONDRA - h 14.30)

 
"Un New Deal rooseveltiano per l'Italia e l'Europa". Dall'importante convegno di Londra, il Movimento Roosevelt si prepara a lanciare un messaggio a tutti gli europei: difendere le istituzioni democratiche dalle ricette economiche del neoliberismo. Nella Fyvie Hall della Westminster University interverranno fra gli altri Ilaria Bifarini, Danilo Broggi, Guido Grossi e Antonio Maria Rinaldi, accanto a Nino Galloni, Egidio Rangone, Pino Cabras, Gioele Magaldi, Marco Moiso, Patrizia Scanu e Giovanni Smaldone.

(Info: https://blog.movimentoroosevelt.com/home/1967-grande-evento-europeo-organizzato-il-30-marzo-a-londra-dal-movimento-roosevelt.html).
NEL SEGNO DI OLOF PALME,
CARLO ROSSELLI E THOMAS SANKARA

(MILANO - h 14)

 
"Nel segno di Olof Palme, Carlo Rosselli e Thomas Sankara e contro la crisi della democrazia in Italia, Europa, Africa e a livello globale". Questo il tema dell'importante evento rooseveltiano in programma il prossimo 3 maggio a Milano, ore 14, al Museo del Risorgimento, col patrocinio del Comune di Milano e un intervento dell'ambasciatore italiano a Stoccolma. Costituito il comitato organizzativo, presieduto da Gioele Magaldi.

18-19 Maggio
ASSEMBLEA GENERALE MR
(ROMA)
 
In preparazione, per il 18 e 19 maggio, la prossima assemblea nazionale del Movimento Roosevelt, destinata a produrre l'ennesimo salto di qualità, configurando il movimento come soggetto giuridico di primo piano. L'assise sarà ospitata, come di consueto, dall'Istituto 



 
   



 
Movimento Roosevelt / Democrazia contro oligarchia
 
Il mondo non è mai stato così ricco, eppure la società è colpita da diseguaglianze inaudite:
senza giustizia sociale non si possono garantire né diritti né pari opportunità.
Grazie all'opposizione artificiosa tra destra e sinistra, l'élite neoliberista ha potuto privatizzare il mondo, minando, dagli anni '70, il futuro delle istituzioni democratiche.
Oggi la vera contrapposizione politica non è più tra destra e sinistra, ma tra democrazia e oligarchia. 
Il Movimento Roosevelt è un soggetto politico meta-partitico ispirato da Gioele Magaldi
e istituito da 500 soci fondatori a Perugia  il 21 marzo del 2015.
Il nostro movimento è impegnato a smascherare la pretesa scientificità economicistica
del rigore nei bilanci pubblici, contribuendo al risveglio democratico della politica italiana, europea e mondiale.
Dobbiamo utilizzare indicatori economici che siano accurati nel misurare il benessere della collettività e ricominciare a costruire ricchezza con le politiche economiche proprie del modello post-keynesiano,
fondato sull'investimento pubblico strategico per rilanciare il settore privato.
Si tratta di una sfida culturale per la quale il Movimento Roosevelt si rivolge a tutte le persone di animo sinceramente progressista, disposte a contribuire a far crescere una nuova consapevolezza.
Per ridiventare cittadini e smettere di essere "sudditi" di anonimi tecnocrati, al servizio di potentati economici privatistici, abbiamo bisogno della consapevolezza, del supporto e dell'impegno del popolo.
L'orizzonte per il quale lavoriamo è squisitamente democratico: vogliamo restituire alla collettività
un futuro prospero e degno di essere vissuto appieno.


 
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