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05 dicembre 2017
Thomas Torelli newsletter: verso Choose Love! ❤
04 dicembre 2017
Vincenzo Agostino: ''L'assassino di mio figlio è dentro lo Stato, non si è voluto cercarlo''
Ieri l'intervento a "Nemo"
di AMDuemila - Video
"L'assassino di mio figlio non ha mai pagato per quello che ha fatto perché non l'hanno voluto cercare. Perché l'assassino è dentro lo Stato, dentro agli uomini deviati dello Stato". Vincenzo Agostino, il papà del poliziotto Nino, ucciso davanti ai suoi occhi assieme alla moglie il 5 agosto 1989, torna a chiedere giustizia. Ieri sera è intervenuto alla puntata di Nemo - nessuno escluso, la trasmissione condotta da Enrico Lucci e Valentina Petrini andata in onda su Rai 2. Un racconto commovente il suo, in una puntata che ha visto come ospiti la giornalista Bianca Berlinguer e l'attore Giampaolo Morelli.
Agostino, che ha deciso di non tagliare più barba e capelli fin quando non avrà giustizia, ha detto con forza: "Mio figlio è stato ucciso 40 giorni dopo il fallito attentato all'Addaura. Sono forse l'unico padre vivente che ha visto uccidere il figlio davanti ai propri occhi. Ricordo bene quei colpi di proiettile che maledettamente entravano nel corpo di mio figlio. Lui mi chiamava mentre trascinava la moglie per terra per proteggerla. Io correvo verso di lui per non farlo cadere. Lei, giovane donna di 19 anni, dice a quei bastardi che hanno ucciso mio figlio 'io so chi siete'. E questi sparano anche a lei". "Prima che venisse il medico legale sono passate ore - ha ricordato ancora - Poi hanno trovato un biglietto addosso a mio figlio dove era scritto: 'se mi succede qualcosa andate nel mio armadio'. Nessuno mi ha mai detto cosa vi fosse. Cosa hanno trovato? Chi c'era sugli scogli all'Addaura? Io ancora non ho verità e giustizia".
Agostino ha anche ricordato il giorno in cui un uomo, con la "faccia da mostro", venne a chiedere notizie del figlio tempo prima dell'omicidio. "Lui era partito in viaggio di nozze e viene questo uomo che ho definito 'faccia da mostro'. Ci sono voluti 26 anni per poterlo cercare. Alla fine l'ho trovato e l'ho riconosciuto in un confronto all'americana all'aula bunker dell'Ucciardone. Questo uomo è stato lasciato libero ed è morto il 21 agosto. Si chiamava Giovanni Aiello, stroncato da un infarto. Che posso pensare io? Che è un infarto vero o un infarto di Stato?".
Infine, quando Lucci gli ha chiesto se riuscirà mai a tagliarsi i capelli e la barba, ha risposto: "Io me lo auguro ma non più per me, ma per i giovani che sono il presente. Loro devono costruire il domani".
03 dicembre 2017
Aggiornamenti sull'incredibile storia Majorana - Pelizza. Con Rino Di Stefano.
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02 dicembre 2017
All'ONU, l'incapacità degli Stati Uniti di ammettere la realtà, di Thierry Meyssan
Mentre i presidenti Putin e Trump fanno progressi sulla questione siriana, gli alti funzionari statunitensi all'ONU sono impegnati in un braccio di ferro con la Russia. Rifiutandosi di indagare su un crimine, giudicato tale a priori, hanno provocato non uno, bensì quattro veti al Consiglio di Sicurezza. Secondo Thierry Meyssan, il comportamento schizofrenico degli Stati uniti sulla scena internazionale attesta la divisione dell'amministrazione Trump e, al tempo stesso, il declino dell'imperialismo americano.
Adottando lo stesso atteggiamento del suo lontano predecessore, Adlai Stevenson, durante la crisi dei missili cubani, Nikki Haley ha denunciato l'incidente di Khan Shaykhun mostrando come prova fotografie raccapriccianti. "Prove" la cui autenticità il Meccanismo d'inchiesta congiunto Onu-OPAC [Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, ndt] si è tuttavia rifiutato di certificare. Si noti che il falco Jeffrey Feltman è seduto accanto all'ambasciatrice.
01 dicembre 2017
Suicidio Conti, il telefonista anonimo si rivela: «ho chiamato io PrimaDaNoi.it»
ABRUZZO. Quando ha scoperto che la sua telefonata anonima era finita sui giornali, trovando ampio risalto mediatico, ha deciso di uscire allo scoperto: «sono io che ho chiamato PrimaDaNoi.it per dire che l'ex generale Guido Conti aveva lasciato la Total. E' stato un gesto impulsivo». Il telefonista anonimo si è rivelato agli investigatori, come riporta oggi Il Tempo.
Si tratta di un dirigente della Total che, dispiaciuto per quello che era accaduto, aveva deciso di avvisare il giornale che già qualche settimana prima aveva dato la notizia del nuovo incarico. Il tempo non fornisce il nome del telefonista «per tutelare la sua posizione all’interno dell’azienda».
Il dirigente era già stato ascoltato dagli inquirenti il 20 novembre come persona informata sui fatti ma non aveva fatto cenno di quella telefonata al nostro giornale. Solo il giorno dopo, quando si è reso conto che la registrazione era finita sul nostro sito e che era stata ripresa da tanti giornali nazionali, ha deciso di uscire allo scoperto.
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30 novembre 2017
Suicidio Conti, c’è anche una inchiesta per fuga di notizie sulle lettere
PESCARA. La procura della Repubblica di Sulmona ha aperto un procedimento penale nei confronti di ignoti per il reato di rivelazione segreto di ufficio in relazione alla divulgazione su organi di stampa il 19 novembre 2017 di parte del contenuto del manoscritto rinvenuto dai Carabinieri nell'autovettura dell'ex generale Guido Conti, divulgazione avvenuta prima della consegna di copia della lettera ai familiari ed alla Procura.
Conti si è suicidato il 17 novembre con un colpo di pistola.
La sera del 18 novembre l’agenzia di stampa nazionale AdnKronos pubblica ampi stralci delle lettere: «da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l'albergo - insisteva - di cui non so nulla, ma per l'edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: potevo fare di più?»...
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