22 aprile 2010

Byoblu.Com - L'Italia al 42° posto per le libertà su YouTube

21 aprile 2010 - 19.26 

L'Italia al 42° posto per le libertà  su YouTube

L'italia 42 posto libertà su YouTube

 Google ha messo a disposizione i dati  delle richieste di rimozione ed oscuramento dai suoi servizi che i governi, a vario titolo, hanno avanzato tra il primo di luglio e il 31 dicembre 2009. E' già abbastanza inquietante che, a livello di classifica globale, risultiamo sesti. Prima di noi il Brasile con 291 richieste, la Germania con 188, l'India con 142, gli Stati Uniti con 123, la Corea del Sud con 64 e il Regno Unito con 59. Tutti gli altri 36 sono dietro, ovvero fanno meno telefonate e mandano meno raccomandate chiedendo di togliere di mezzo questo o quel contenuto.

 Così è come la raccontano più o meno tutti, noi raccontiamola diversa.

16 aprile 2010

REBUS di Maurizio Decollanz: Codici Animati, il prossimo REBUS

Semplici cartoni animati o molto di più? Che cosa è possibile scorgere oltre il velo superficiale del cinema d'animazione? La prossima puntata di REBUS sarà dedicata ad un viaggio esoterico tra i personaggi più amati di ieri e di oggi con un occhio particolare al genio di Walt Disney e della Pixar.
Quali messaggi emergono da lungometraggi come Wall.E o Monsters&co.? Cosa abbiamo imparato da Goldrake o da Jeeg robot d'acciaio? Pokemon, Winx e Ben10, gli eroi dei piccoli in questo periodo, sono esempi positivi o negativi?
Cercheremo di rispondere a queste e ad altre domande, tentando di decodificare i codici dei cartoni animati.
Vi aspetto lunedì 19 aprile alle 21.15 su Odeon e Odeon24 (Sky827). Non mancate.
Maurizio Decollanz
REBUS di Maurizio Decollanz: Codici Animati, il prossimo REBUS http://rebustv.blogspot.com/2010/04/codici-animati-il-prossimo-rebus.html

06 aprile 2010

Byoblu.Com - Gli ultimi giorni di King Kong

6 aprile 2010 - 16.14
 

Gli ultimi giorni di King Kong


 Un anno fa ero a L'Aquila.

 Oggi è semplice per il mondo parlarne, ma importante sarebbe stato parlarne prima. Invece, chi sapeva che le case erano di burro; chi sapeva che ogni 300 anni un forte terremoto colpisce l'aquilano - e indovinate un po' quanti anni erano passati dall'ultima volta?; chi vedeva montare, lentamente e inesorabilmente, uno sciamo sismico sempre più pressante e, anziché affrettarsi a prendere precauzioni, si preoccupava solo di ripetere che non c'era nessun pericolo, perché questa era l'indicazione che doveva essere data; chi sapeva e poteva parlarne, insomma, non ne ha parlato. Nè prima, nè - ostinatamente - dopo, se non perché costretto sotto intercettazione spinta.

 Il blog c'è stato dentro, nel cadavere dell'Aquila. L'ha vista al suolo, stramazzata, agonizzante, mentre ancora stordita non si rendeva conto di chi o cosa l'avesse colpita, del perché stesse lì a terra, senza più riuscire neppure a muoversi. Non capiva, quella fiera orgogliosa e atterrita, perché tutti la stessero guardando con insistenza, perché all'improvviso nessuno avesse più voglia di parlare, specialmente i ragazzi che fino alla sera prima facevano festa nelle vie del centro.

01 aprile 2010

Byoblu.Com - Il nuovo asse Vaticano-Padania

1 aprile 2010 - 17.34 

Il nuovo asse Vaticano-Padania

Bagnasco Bossi Ratzinger Lawrence Murphy

 L'asse Vaticano-Padania si manifesta in tutto il suo splendore, a dimostrazione del fatto che le tonache siano più interessate a benedire le maggioranze di governo che i sudditi fedeli.

 Le recenti dichiarazioni di Roberto Cota, neo-eletto Presidente alla Regione Piemonte, illuminano a giorno gli antri segreti, polverosi e oscuri ove erano confinate le dichiarazioni del cardinal Bagnasco, a pochi giorni dal voto, che invitava gli elettori a difendere la vita nello scelta dei loro rappresentanti. Ovvio era il riferimento, che più esplicito non poteva essere, a sabotare Emma Bonino a vantaggio di Renata Polverini nel Lazio, quest'ultima portatrice di un programma elettorale che metteva invece al primo posto la rivalutazione e la diffusione dei karaoke in tutte le piazze e in tutti gli uffici pubblici (storica, ormai entrata negli annali, la sua campagna elòettorale a base di Lucio Battisti, per esempio qui, ma anche qui). Più velato, ma finalmente ormai manifesto, il riferimento al Piemonte, dove correva la Lega, quella stessa Lega Nord che, per bocca del suo stesso pontefice, il leader maximo, l'unno invasore, il barbaro conquistatore, il Tolkien dei poveri che inventa un'immaginifica terra di mezzo - la Padania - in un posto come tanti altri, suddiviso in regioni, comuni e province, nel 1997 diceva:
« i preti non si mettano al carro del colonialismo romano, non predichino la politica! »
e apprezzava pubblicamente e smodatamente papa Giovanni XXIII che predicava la neutralità del Vaticano, pestando giù duro su Karol Wojtyla, reo di avere investito nel potere temporale, nello Ior e nei Marcinkus.

29 marzo 2010

REPORTAGE – Ciudad Juárez: viaggio al termine del neoliberismo 3

Juarez5 Il sogno dell’industrializzazione neoliberale si è trasformato in un incubo. Ciudad Juárez, frontiera tra il nord e il sud del mondo, la città delle “maquiladoras” e dei femminicidi è oggi la città più violenta del pianeta. Negli ultimi due anni la guerra tra narcos, nella quale è coinvolto come parte in causa l’esercito messicano, ha già causato 4.700 morti e 100.000 rifugiati.

Terza e ultima parte, la prima parte può essere letta qui, la seconda qui.

Reportage di Gennaro Carotenuto e Chiara Calzolaio da Ciudad Juárez

STATO D’ASSEDIO Da quando è stato eletto, il presidente Felipe Calderón ha dichiarato guerra al narcotraffico. La sua strategia non consiste nell’investire nella società civile e nella legalità ma nella militarizzazione del territorio attraverso il controverso esercito messicano. Questo è costruito per occuparsi dell’ordine interno e in molteplici contesti si è dimostrato essere pienamente coinvolto nel narcotraffico che dovrebbe combattere. Lo dimostra il fatto che il 16 dicembre 2009, a Cuernavaca (centinaia di km dal mare nello stato di Morelos), la DEA statunitense sia ricorsa alla Marina, nell’operazione per detenere e uccidere Arturo Beltrán Leyva, alias “il capo dei capi”. Questo, quella sera stessa, aspettava a cena il generale Leopoldo Díaz Pérez, responsabile militare dell’intera regione.

25 marzo 2010

REPORTAGE – Ciudad Juárez: viaggio al termine del neoliberismo

Juarez3 Il sogno dell’industrializzazione neoliberale si è trasformato in un incubo. Ciudad Juárez, frontiera tra il nord e il sud del mondo, la città delle “maquiladoras” e dei femminicidi è oggi la città più violenta del pianeta. Negli ultimi due anni la guerra tra narcos, nella quale è coinvolto come parte in causa l’esercito messicano, ha già causato 4.700 morti e 100.000 rifugiati.

Seconda parte, la prima parte può essere letta qui.

Reportage di Gennaro Carotenuto e Chiara Calzolaio da Ciudad Juárez

MODERNITÀ Juárez è enorme. Lo spazio urbanizzato verso il deserto non ha limiti. Le grandi strade sono percorse da decine di pattuglie dell’esercito e della polizia federale. In mimetica vanno i militari, in nero la polizia federale, entrambi in passamontagna e armati fino ai denti. I posti di blocco asfissianti rallentano il traffico in una città dove il desiderio di normalità si scontra con la realtà. Non erano passate due ore dal mio arrivo in città quando sono stato fatto scendere dall’auto per una perquisizione corporale circondato di militari armati.

La maggior parte delle automobili private non ha targa e chi è a bordo è nascosto da vetri polarizzati. Dopo la perquisizione percorriamo la città su vecchi autobus statunitensi acquistati per terminare le loro vite qui. Le facce dei passeggeri sintetizzano quelle di tutti i popoli indigeni messicani venuti a cercare fortuna qui. A volte vi si possono scorgere anche quelle di etnie del Nord America, gli indiani dei western, così simili ai gruppi indigeni del nord del Messico e oltre frontiera costretti nelle riserve.

21 marzo 2010

Byoblu.Com - Il villaggio delle libertà

20 marzo 2010 - 19.33
 

Il villaggio delle libertà 

Manifestazione PDL 20 marzo 2010


 Qualunque cosa vi dicano stasera i tg, questa è piazza San Giovanni alle 17.40 di oggi, fotografata dal terrazzo di Edoardo, il vicino di casa di Alessandro Gilioli, durante il discorso di Silvio Berlusconi

La parte sinistra della piazza (guardando il palco) è quella che vedete. La parte destra, quella più vicina al sagrato e al seminario, era stata chiusa e transennata, quindi non c’era nessuno.


Più che un popolo delle libertà, pare un modesto villaggio. Anzi... "il sabato del villaggio".