17 febbraio 2009

Strategie per una guerra mondiale: Una coalizione internazionale di politici vuole la verità sull’11/9

Nel mondo pochi parlamentari hanno tenuto ferma una visione critica nei confronti delle versioni ufficiali sui fatti dell’11 settembre 2001. Queste personalità politiche, di diverse provenienze partitiche e nazionali, hanno trovato però il modo di coordinarsi per rafforzare la loro azione e riaprire le inchieste sui mega-attentati dell’11/9, la pietra angolare del nuovo secolo e delle sue guerre. Le assemblee elettive – misurandosi con lo stragismo degli anni duemila - non hanno tentato indagini paragonabili a quelle sperimentate in Italia per lo stragismo di qualche decennio fa. Allora si comprendeva la complessità dei fenomeni e perciò si cercava di scavare nelle complicità di Stato condizionate dalla “strategia della tensione”. Le commissioni parlamentari italiane, per quanto non fossero tribunali in grado di portare a una verità giudiziaria sufficiente a rendere giustizia, erano tuttavia capaci di frustrare il tentativo del potere di dar la colpa a un qualche capro espiatorio. Grandi movimenti, molti giornali e autorevoli politici creavano una consapevolezza collettiva molto forte. La ricerca della verità sul terrorismo era un terreno etico e politico di fondamentale importanza, sentito come tale da larghe porzioni dell’opinione pubblica, dei media e della politica. In questi anni invece ha vinto la linea Rumsfeld. I parlamenti si sono rifugiati nelle parole d’ordine che imponevano l’interpretazione corrente dell’11/9, che poi era quella dell’Amministrazione Bush-Cheney e delle sue officine della propaganda. Eppure, in molte aule e in molte tribune, diverse importanti voci ostinate hanno difeso con forza la necessità di una nuova inchiesta. Il network in cui ora queste voci si coordinano si chiama “Political Leaders for 9/11 Truth”, ossia “Leader politici per la Verità sull’11/9”. Il primo nucleo di parlamentari ed ex parlamentari della coalizione comprende fra i fondatori le seguenti personalità:
Berit Ås, ex parlamentare, Norvegia Andreas von Bülow, ex ministro della difesa, Germania Giulietto Chiesa, europarlamentare, Italia Yukihisa Fujita, membro della Camera dei Consiglieri in seno alla Dieta nazionale, Giappone Dan Hamburg, ex deputato californiano della Camera dei Rappresentanti in seno al Congresso (USA) Tadashi Inuzuka, membro della Camera dei Consiglieri in seno alla Dieta nazionale, Giappone. Karen S. Johnson, ex senatrice, Stato dell’Arizona, USA Paul Lannoye, ex europarlamentare, Belgio Cynthia McKinney, ex deputata georgiana della Camera dei Rappresentanti in seno al Congresso (USA) Michael Meacher, ex ministro dell’ambiente, Regno Unito Jesse Ventura, ex governatore dello Stato del Minnesota, USA
È imminente l’apertura di un sito che esporrà gli obiettivi del network. Intanto potete leggere di seguito la sua carta d’intenti e la petizione per una nuova inchiesta. Political Leaders for 9/11 Truth indirizzo e-mail: pl911truth@frontiernet.net Studiosi e professionisti con vari tipi di competenze - tra cui architetti, chimici, ingegneri, vigili del fuoco, agenti di intelligence, avvocati, ufficiali militari, filosofi, fisici, e piloti - hanno parlato apertamente in merito alle radicali differenze tra la versione ufficiale degli attentati dell’11/9 e quel hanno invece imparato in qualità di ricercatori indipendenti. Hanno stabilito al di là di ogni ragionevole dubbio che la versione ufficiale dell’11/9 è falsa e che, pertanto, le “inchieste” ufficiali sono davvero state operazioni di insabbiamento. Finora, tuttavia, non vi è stata alcuna risposta da parte dei leader politici a Washington né, se è per questo, in altre capitali in tutto il mondo. La nostra organizzazione, Political Leaders for 9/11 Truth (Leader politici per la Verità sull’11/9, ndt), è stata costituita per contribuire a far scaturire una tale risposta. Noi crediamo che la verità sul sull’11/9 abbia bisogno di essere svelata adesso - non fra 50 anni come una nota a piè di pagina nei libri di storia – in modo che possano essere cambiate le politiche fondatesi sull’interpretazione degli attacchi dell’11/9 da parte dell’amministrazione Bush-Cheney. Pertanto, facciamo appello a una nuova inchiesta indipendente sull’11/9, che tenga conto degli elementi di prova che sono stati documentati da ricercatori indipendenti, ma finora ignorati dai governi e dai media mainstream. Un’inchiesta "indipendente" significa, in particolare, indipendente dalle amministrazioni statunitensi che erano al potere, prima e al momento degli attentati dell’11/9, che potrebbero avere cose da nascondere. Come dimostrato dallo scrittore del New York Times Philip Shenon nel suo libro del 2008, The Commission, la Commissione sull’11/9 era guidata dal suo direttore esecutivo, Philip Zelikow, il quale era associato molto strettamente all'amministrazione Bush. Il National Institute of Standards and Technology (NIST), che ha rilasciato i rapporti ufficiali sulla distruzione del World Trade Center, è un’agenzia del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, il che significa che, durante la scrittura di queste relazioni, era una agenzia dell’amministrazione Bush-Cheney. Se ricoprite o avete ricoperto una carica politica negli Stati Uniti o in qualsiasi altro paese, siete invitati a firmare la petizione sotto riportata. (Partecipare a Political Leaders for 9/11 Truth non richiede in qualsiasi momento nient’altro che firmare la petizione, anche se ulteriori attività volte a diffondere la verità sull’11/9 saranno naturalmente incoraggiate.) Potete indicare la vostra disponibilità a firmare la petizione sia scrivendo un’email all’indirizzo pl911truth@frontiernet.net sia per iscritto inviando una lettera a Political Leaders for 9/11 Truth, P.O. Box 2289, Show Low, AZ 85902 U.S.A. Si prega di indicare esattamente come si desidera che il nome sia scritto, quali incarichi politici avete ricoperto, e qualsiasi altra cosa che eventualmente desideriate dire). PETIZIONE:
CONSIDERANDO che la pubblica interpretazione degli attentati dell’11/9 da parte dell'amministrazione Bush-Cheney ha avuto conseguenze radicali, in gran parte negative, per gli Stati Uniti d'America e il mondo intero; CONSIDERANDO che le indagini ufficiali su questi attacchi effettuate finora sono state guidate da persone strettamente allineate all’amministrazione Bush-Cheney, o perfino da essa assunte; CONSIDERANDO che le conclusioni di tali indagini differiscono radicalmente da quelle raggiunte da ricercatori indipendenti con vari tipi di esperienza professionale; CONSIDERANDO che le organizzazioni dei ricercatori - Firefighters for 9/11 Truth, Lawyers for 9/11 Truth, Pilots for 9/11 Truth, Scholars for 9/11 Truth and Justice, and Veterans for 9/11 Truth - hanno fatto appello a un’indagine nuova, veramente indipendente; CONSIDERATO che riteniamo che sia passato molto tempo per i leader politici affinché prestassero attenzione a questi appelli; PER TUTTE QUESTE RAGIONI, i sottoscritti membri di Political Leaders for 9/11 Truth, chiedono che il governo degli Stati Uniti d'America autorizzi un’indagine nuova, veramente indipendente, volta a determinare quel che è accaduto l’11/9.
di Pino Cabras - da «Megachip» Strategie per una guerra mondiale: Una coalizione internazionale di politici vuole la verità sull’11/9

13 febbraio 2009

Oscar Luigi Scalfaro Manifestazione in difesa della Costituzione

Il Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro parla alla Manifestazione in difesa della Costituzione del 12/02/2009

10 febbraio 2009

Emanuela Orlandi e servizi segreti

La presenza dei servizi segreti nel caso Orlandi. A "Chi l'ha visto" del 22 dicembre 2008.

29 gennaio 2009

Roma Piazza Farnese 28-01-2009

Il giorno 28-01-2009. Difendiamo la democrazia e la legalità costituzionale. Giustizia per i magistrati, NO alla sospensione del procuratore Luigi Apicella. Why not, la repressione dei giudici, l'informazione deviante. La società civile reagisce alla grave ingerenza del potere politico nei confronti dell'autonomia della magistratura e risponde a quella stampa che confonde le masse inventando la guerra fra procure. L' associazione nazionale Familiari Vittime di Mafia (www.familiarivittimedimafia.com). Intervengono: Sonia Alfano, Carlo Vulpio, Salvatore Borsellino, Beppe Grillo, Benny Calasanzio, Serenetta Monti, Antonio Di Pietro, Marco Travaglio, Emiliano Morrone. Fonte: www.youtube.com/watch?v=XMFwX_wOxRs

27 gennaio 2009

Dialogo dopo "Canto del popolo ebraico massacrato"

Lo spettacolo ricorda - con la forza della poesia, del canto e della testimonianza diretta - lo sterminio del popolo ebraico e di tutti coloro che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte perché ebrei, zingari, omosessuali, handicappati o perché si opponevano al regime e al folle progetto di purificazione della razza ariana. Lartista yiddish riparte da Auschwitz, il luogo simbolo da cui cominciare a ricordare. Qui si sono incrociati due destini: quello dalla tredicenne italiana Liliana Segre deportata dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, e quello del poeta di origine russa Yitzhak Katzenelson, vissuto a Lodz in Polonia e passato attraverso la disperazione del ghetto di Varsavia. Sia Liliana che Yitzhak sono in modo diverso sopravvissuti: la prima salvando la vita e diventando testimone oculare della Shoah; il secondo lasciando ai posteri prima di morire nei forni di Auschwitz questo poema, il Canto del popolo ebraico massacrato. Il testo fu scritto da Katzenelson negli ultimi giorni di prigionia nel lager di Vettel, in Francia, poi fu nascosto in un barattolo e interrato. Solo dopo la fine della guerra fu ritrovato e pubblicato come straordinario documento poetico sullOlocausto. Moni Ovadia con questo testo teatrale adattato appositamente per la televisione tramanda al grande pubblico il tragico ricordo della Shoah affinché niente di simile possa più accadere. Trasmesso da raidue.

16 gennaio 2009

REBUS SEQUEL, il ritorno

Riprendono su Odeon TV le trasmissioni di "Rebus, questioni di conoscenza". Prima della nuova serie vera e propria (13 aprile), ci saranno 4 puntate denominate "Sequel" con le quali faremo il punto sulle cose dette in passato. I macrotemi dei 4 appuntamenti saranno: 1 - ufologia 2 - complottismo, scie chimiche, 11 settembre 2001 e signoraggio; 3 - misteri dell'antico Egitto, Maya e 2012; 4 - i misteri celati nei Vangeli, la figura della Maddalena e S. Giovanni. Appuntamento lunedì 2 febbraio alle 21.30 su Odeon e Odeon SAT (Sky827).

08 gennaio 2009

Dobbiamo aggiustare l’immagine distorta che abbiamo di Hamas

timesonline Gaza è una società laica dove la gente ascolta musica pop, guarda la tv, e molte donne camminano per strada senza il velo.La settimana scorsa ero a Gaza. Mentre ero lì ho incontrato una ventina di poliziotti che partecipavano a un corso in gestione dei conflitti. Erano ansiosi di sapere se gli stranieri si sentivano al sicuro da quando Hamas era al governo. “Sì, certamente!” ho risposto. Senza dubbio gli ultimi 18 mesi hanno visto una relativa calma per le strade di Gaza; nessun uomo armato per le strade, niente più rapimenti. Hanno sorriso pieni di orgoglio e ci hanno salutato con un arrivederci. Meno di una settimana dopo tutti questi uomini erano morti, uccisi da un razzo israeliano durante una cerimonia di passaggio di grado. Erano “uomini armati e pericolosi di Hamas” ? No, erano poliziotti disarmati, impiegati pubblici uccisi non durante un “campo di addestramento militante” ma nella stessa stazione di polizia al centro di Gaza City usata dagli Inglesi, dagli Israeliani e da Fatah durante il periodo in cui questi guidavano il paese. Questa distinzione è cruciale perché mentre le terrificanti scene di Gaza e Israele vengono trasmesse nei nostri schermi televisivi, si sta combattendo anche una guerra fatta di parole che sta oscurando la nostra comprensione della realtà dei fatti. Chi o cosa è Hamas, il movimento che il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak vorrebbe annientare come se fosse un virus? Perchè ha vinto le elezioni palestinesi e perché permette che vengano sparati razzi su Israele? La storia degli ultimi tre anni di Hamas rivela come l’incomprensione riguardo a questo movimento da parte dei governi di Israele, degli Stati Uniti e Regno Unito ci abbia condotto alla situazione brutale e disperata in cui siamo. La storia comincia circa tre anni fa quando “Cambiamento e Riforma”, il partito politico di Hamas, ha inaspettatamente vinto le prime elezioni libere e regolari del mondo arabo, in una piattaforma politica che vedeva la fine della corruzione endemica e il miglioramento dei quasi inesistenti servizi pubblici nella Striscia di Gaza. Contro un’opposizione divisa questo partito apparentemente religioso si è impresso nella comunità a prevalenza laica tanto da guadagnare il 42 per cento dei voti. v I palestinesi hanno votato per Hamas perchè hanno pensato che Fatah, il partito del governo che hanno bocciato, li ha delusi. Nonostante la rinuncia alla violenza e il riconoscimento dello Stato d’Israele, Fatah non ha realizzato uno Stato palestinese. v E’ essenziale sapere questo per capire la cosiddetta posizione di rifiuto di Hamas. Che non riconoscerà Israele o rinuncerà al diritto di resistere finchè non sarà sicuro dell’impegno mondiale a raggiungere una soluzione per la questione palestinese. Nei cinque anni in cui ho visitato Gaza e la Cisgiordania ho incontrato centinaia di politici e di sostenitori di Hamas. Nessuno di loro ha professato lo scopo di islamizzare la società palestinese, in stile talebano. Hamas conta troppo sui votanti laici per fare questo. La gente ascolta ancora la musica pop, guarda la televisione e le donne ancora scelgono se indossare il velo o no. La leadership politica di Hamas è probabilmente la più qualificata nel mondo. Può vantare nelle sue file più di 500 laureati col titolo di dottorato, la maggioranza fatta di professionisti della classe media (dottori, dentisti, scienziati, e ingegneri). La maggior parte della leadership di Hamas si è formata nelle nostre università è non ha maturato nessun odio ideologico contro l’Occidente. E’ un movimento basato sul malcontento, dedicato ad affrontare l’ingiustizia compiuta sul suo popolo. Ha coerentemente offerto una tregua di dieci anni per fornire uno spazio di respiro per poter risolvere un conflitto che continua ormai da pià di 60 anni. La reazione di Bush e Blair alla vittoria di Hamas nel 2006 è la chiave dell’orrore di oggi. Invece di accettare il governo democraticamente eletto, hanno finanziato un tentativo di rimuoverlo con la forza; addestrando e armando i gruppi di combattenti di Fatah per rovesciare militarmente Hamas e imporre ai Palestinesi un governo nuovo e non eletto da loro. Come se non bastasse, 45 membri del Parlamento di Hamas sono ancora detenuti nelle prigioni israeliane. v Sei mesi fa il governo israeliano ha accettato una tregua, mediata dall’Egitto, con Hamas. In cambio del cessate il fuoco Israele ha acconsentito all’apertura dei valichi e permesso il libero flusso dei beni essenziali dentro e fuori da Gaza. I lanci di razzi sono terminati ma i valichi non sono stati mai totalmente aperti, e la popolazione di Gaza ha iniziato a morire di fame. Questo devastante embargo non è una vittoria della pace. Quando gli occidentali chiedono che cosa abbiano in mente i leader di Hamas quando ordinano o permettono il lancio di razzi su Israele, non stanno comprendendo la posizione dei palestinesi. Due mesi fa le Forze di Difesa israeliane hanno rotto la tregua entrando a Gaza e cominciando di nuovo il ciclo di uccisioni. Dal punto di vista palestinese ogni giro di razzi lanciati è una risposta agli attacchi israeliani. Dal punto di vista israeliano è il contrario. Ma cosa significa quando Barack parla di distruzione di Hamas? Significa uccidere il 42 per cento dei palestinesi che hanno votato per esso? Significa rioccupare la Striscia di Gaza da cui Israele si è ritirato così dolorosamente tre anni fa? O significa separare in modo permanente i palestinesi di Gaza e quelli della Cisgiordania, politicamente e geograficamente? E per coloro il cui mantra è la sicurezza di Israele, quale sorta di minaccia costituiscono i tre quarti di un milione di giovani che stanno crescendo a Gaza con un odio implacabile contro chi li riduce alla fame e li bombarda? E’ stato detto che questo conflitto è impossibile da risolvere. In realtà, è davvero semplice. Il vertice delle mille persone che governano Israele (politici, generali e lo staff della sicurezza) e il vertice dei palestinesi islamisti non si sono mai incontrati. Una pace che sia tale richiede che questi due gruppi si siedano insieme senza pregiudizi. Ma gli eventi di questi giorni sembra abbiano reso ciò più improbabile che mai. Questa è la sfida per la nuova amministrazione di Washington e per i suoi alleati europei. Fonte: Times on line Traduzione a cura di www.gennarocarotenuto.it