30 luglio 2016

La siciliana ribelle. Da Antimafiaduemila

La siciliana ribelle

atria rita web1di Lucio Garofalo
Pochi conoscono la vicenda di Rita Atria, raccontata dal film di Marco Amenta, "La siciliana ribelle", uscito nel 2009 nelle sale cinematografiche. Il film si ispira alla tragica storia di questa ragazza, figlia di un boss mafioso ammazzato nei primi anni '80. Rita fu testimone oculare dell'omicidio del padre e, pochi anni dopo, fu ucciso anche suo fratello. Per vendicarli Rita decise di denunciare gli assassini. Grazie alla sua collaborazione con la magistratura, in particolare con il giudice Paolo Borsellino che diventò un secondo padre, fu possibile arrestare i mafiosi da lei accusati ed intraprendere un'inchiesta sull'ex sindaco di Partanna, paese natio di Rita. Il 26 luglio di ogni anno si commemora la figura di Rita Atria, che a 18 anni si suicidò gettandosi dal balcone al settimo piano della palazzina di Roma dove abitava segretamente. Accadde una settimana dopo la strage di via d'Amelio del 19 luglio 1992, in cui furono massacrati il giudice Borsellino e la sua scorta. La scelta di collaborare con la giustizia aveva spinto Rita in uno stato di estrema solitudine socioaffettiva. L'omicidio di Borsellino fu fatale. Per infangare la memoria di Rita anche dopo la sua morte, la madre, che l'aveva già ripudiata in vita, ne violò la lapide a colpi di martello. Ciò che mi preme rinnovare è il coraggio interiore e la forza morale di questa "novella Antigone", "eroina" dei nostri tempi, che rinunciò alla sfera dei suoi affetti più cari pur di realizzare il proprio ideale di giustizia. In un'epoca in cui i simboli e gli eroi dell'anti-mafia sono personaggi del calibro di Falcone, Borsellino, Peppino Impastato, figure minori come Rita Atria, sono eclissate o spinte ai margini della memoria collettiva. Il gesto di chi sacrifica tutto nel nome di un ideale impone un ragionamento sul tema dell'omertà sociale, cioé la tacita complicità con chi delinque. Nel gergo mafioso chiunque infranga il codice dell'omertà per far luce su una verità, è disprezzato come "infame". L'infausta catena omertosa è la sovrastruttura culturale su cui si erge il potere terroristico delle mafie. La frase che esprime meglio l'omertà sociale è: "non vedo, non sento, non parlo". Da qui il ricorso intelligente al linguaggio, che può comunicare un gesto di rottura contro il silenzio dell'omertà, della complicità mafiosa, complicità con il crimine economico-politico. Il verbo della verità offre un modello educativo improntato a codici non costrittivi ed oscurantistici, bensì aperti e democratici. In linea teorica, la parola può spezzare le catene del pregiudizio, dell'ignoranza, dell'indifferenza e dell'ipocrisia sociale derivanti dal codice omertoso. Antonio Gramsci scriveva che "la verità è sempre rivoluzionaria". Il linguaggio della verità è di fatto sovversivo e giova alla causa della libertà e della giustizia sociale, nella misura in cui modifica comportamenti che ci opprimono e ci indignano. Le parole che testimoniano un altro modo di intendere e costruire i rapporti interpersonali, improntati ai principi della solidarietà, della libertà, della giustizia e della convivenza democratica, offrono una modalità alternativa rispetto all'ordine omertoso della mafia e, per estensione, rispetto all'oppressione coercitiva esercitato dalla potente criminalità economica del capitalismo. Il delitto, il cinismo, l'ipocrisia, l'inganno, la sopraffazione, la violenza terroristica sono elementi intrinseci al sistema di potere mafioso, ma si iscrivono nella natura più intima dell'economia capitalistica. La logica mafiosa è insita nella struttura stessa del modello affaristico, liberistico, imperialistico che imperversa in ogni angolo del pianeta, ovunque riesca ad insinuarsi l'economia di mercato e l'impresa capitalista con i suoi atroci misfatti. Ciò che varia è solo il grado di mafiosità, di irrazionalità, o di aggressività terroristica dell'imprenditoria capitalista. C'è chi sopprime fisicamente i propri avversari, come nel caso delle "onorate società", e chi ricorre a mezzi solo apparentemente meno rozzi e più raffinati, ma altrettanto crudeli, pericolosi e spregiudicati. Non a caso, Honoré de Balzac scrisse: "Dietro ogni grande fortuna economica si cela sempre un crimine".

09 luglio 2016

La verità sul debito pubblico



La verità sul debito pubblico

Perché il bilancio dello Stato è sbagliato!

L'ultima intervista finanziata da voi, "La verità sulle banche" (che potete vedere qui), è stata vista complessivamente quasi 30 mila volte in meno di due mesi! Abbiamo utilizzato tre videocamere e l'abbiamo sottotitolata e tradotta in italiano, inglese e francese.

Quell'intervista era solo la prima parte di un'approfondimento più ampio, che comprende anche i bilanci dello Stato i quali, così come sono scritti, giustificano la narrazione del debito pubblico come il peggiore dei nostri mali. Ma che il debito pubblico sia il problema da risolvere corrisponde al vero?

"Quando andiamo in banca ad accendere un mutuo ci viene concessa una somma fino a cinque volte il nostro reddito annuale. Il reddito di un Paese è il Prodotto interno lordo, ma il debito va paragonato al patrimonio che è di gran lunga superiore.Questa idea per cui siamo appesi ai conti economici delle entrate e delle uscite è una mistificazione che comprime le possibilità di sviluppo e di piena occupazione."

Per realizzare anche questa intervista, che spiegherà cos'è, come funziona e come deve essere cambiato il bilancio dello Stato per  tornare a riappropriarci delle nostre vite, chiedo il tuo contributo di lettore informato e consapevole.

In cambio, come la scorsa volta, avrai la possibilità di scrivere il tuo nome o dare visibilità al tuo messaggio all'interno del video.

La libera informazione ha fatto tanto per te. Anche tu puoi fare qualcosa per lei. Per sapere come, clicca qui: "Regala un'intervista".
IMPORTANTE  Ricordati che per tutti i donatori è possibile partecipare al gruppo Telegram "Io sono un editore libero", dove chi finanzia o ha finanziato le interviste di Byoblu può confrontarsi e prendere decisioni sulle domande da fare.

Per sapere come entrare, scrivimi attraverso il modulo contatti del blog.

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06 luglio 2016

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 6 luglio 2016



Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Il Consiglio per i diritti dell'uomo dell'ONU si dota di un esperto in "discriminazioni derivanti dall'orientamento sessuale"
 

 
L'Iraq bombarda un convoglio di Daesh nonostante il parere contrario degli Stati Uniti
 

 
Mohammed Abrini è un informatore dei britannici
 

 
La duplice politica belga nei confronti della Siria
 

 
Kerry e Stoltenberg preparano il Consiglio europeo
 

 
Urgente: Ayrault e Steinmeier preparano una «Nuova Europa»
 

 
Didier Seeuws nominato negoziatore capo per la Brexit
 

 
Il commissario francese viola lo status di funzionario europeo
 

 
La Casa Bianca e la NATO preparano il sabotaggio della Brexit
 

 
La Norvegia si prepara a inviare Forze speciali in Siria
 

 
L'esercito siriano indietreggia davanti alle armi chimiche
 

 
Turchia e Israele ripristinano le relazioni diplomatiche
 
Controversie

 
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05 luglio 2016

Byoblu.com: Prenditi 10 minuti per leggere questo



Prenditi 10 minuti per leggere questo

Querelate anche Varoufakis?

Caro lettore di Byoblu,
dal 23 di giugno ho iniziato una serie di articoli che mi hanno portato, con sempre maggiore apprensione, a sottolineare un'evidenza, e cioè che i vertici del Movimento 5 Stelle, grazie ai privilegi che la loro posizione gli garantisce, stavano portando tutto il Movimento (fatto di attivisti e amministratori locali che ogni giorno lavorano e lavorano bene) in una direzione nuova, lontana dalle posizioni iniziali sull'Europa.

La logica è che l'informazione libera debba essere il cane da guardia del potere, e quando un Movimento si appresta a diventare tale, allora diventa estremamente pericoloso non occuparsene, ma per il suo stesso bene è necessario che l'operazione fiato sul collo riguardi anche e soprattutto loro: i nostri dipendenti nelle istituzioni di alto livello.
Le argomentazioni erano solide, la base chiedeva spiegazioni, ma le prime risposte dei "vertici" sono state "ignorate Messora". E quando "ignorate Messora" non ha più funzionato, sui canali Facebook del M5S è comparsa un'anomima minaccia di querela, che bollava come "fantascienza" le ricostruzioni politiche che avevo pubblicato.

Tuttavia, oggi sono in grado di dimostrare analiticamente che tali ricostruzioni non solo non erano campate per aria, ma provenivano da uno degli stessi attori coinvolti nella vicenda: Yanis Varoufakis, l'ex ministro greco dell'economia.

Per leggere e comprendere la storia, consiglio di iniziare dall'ultimo post "Querelate anche Varoufakis?", perché contiene all'inizio tutti i link grazie ai quali risalire ai passaggi intermedi. 
Io continuo con onestà a fare il mio lavoro nell'ambito dell'informazione libera, senza fare sconti a nessuno. E si vede.

Grazie della vostra attenzione, della vostra imparzialità, del vostro equilibrio e della vostra determinazione a sostenermi nella mia battaglia sempre meno solitaria.
Claudio Messora

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Grasso “imbosca” un’interrogazione su Napolitano – #GrassoImbosca



Grasso "imbosca" un'interrogazione su Napolitano – #GrassoImbosca

#GrassoImbosca: L'interrogazione che Pietro Grasso non vuole farvi vedere

Ricordate lo scontro tra Alessio Grancagnolo e Maria Elena Boschi, avvenuto nel maggio scorso all'Università di Catania? Aveva fatto notizia, ma per il motivo sbagliato! Il Ministro per le riforme costituzionali si era infatti lasciata sfuggire che  Giorgio Napolitano, nel conferire il suo mandato a Renzi, l'aveva fatto a condizione che il nuovo Governo avesse portato a termine la riforma del Senato e Dio solo sa chissà cos'altro. Un intervento a gamba tesa non previsto dalla Costituzione. Io lo avevo segnalato, con un video, suggerendo come questo non fosse tra le prerogative del Capo dello Stato ma rappresentasse al contrario un'ingerenza politica illegittima.
  Poi però è successa una cosa: il video è diventato un'interrogazione del Senato, che Grasso ha respinto, arbitrariamente. Ma non finisce qui: Marco Mori l'ha diffidato e ha chiesto l'annullamento della sua disposizione. È una storia che nessuno vi racconterà, perché certamente non conviene a qualcuno. Qui tutti i fatti e tutti i documenti esclusivi, che ho mostrato in un lungo live su Youtube, oggi pomeriggio. Se fossi in voi, lo guarderei e poi diffonderei il più possibile.

David Rossi, Monte Dei Paschi di Siena: e questo sarebbe un suicidio??

Un nuovo filmato esclusivo sulla morte di David Rossi, responsabile della Comunicazione dei Monti dei Paschi di Siena nel periodo in cui ancora doveva essere reso noto il suo crack, mostra con tutta evidenza che parlare di suicidio è assurdo. Ho sintetizzato e doppiato, ove necessario, il video per voi.

I veri jihadisti indossano giacca e cravatta e usano il mouse. Gianluca Ferrara

I veri jihadisti non hanno la barba lunga e non hanno un fucile in spalla. I veri jihadisti indossano giacca e cravatta e usano il mouse. La Nato costa agli italiani 72 milioni di euro al giorno e usa dittatori, terroristi, eserciti di governi criminali solo per conservare l'egemonia su popoli e culture. Se tutti gli abitanti del pianeta fossero statunitensi, avremmo bisogno di sei pianeti. L'Italia è una colonia dell'Impero statunitense: facciamo queste semplici domande a Renzi. Di Gianluca Ferrara.

Un frammento dell'intervento di Luigi Di Maio a Di Martedì, mentre spiega che il nuovo modello pensionistico di Renzi prevede che siano le banche a "prestarci" la nostra pensione. Saremo costretti ad accendere un mutuo, e dovremo solo sperare di morire per ripagarlo. Il video:

Il Premio Nobel per l'economia, Joseph Stiglitz, intervistato sul Brexit, spiega come è morta l'eurozona: troppa Germania e nessuna fiducia tra gli Stati.

Nell'acqua di piscine e idromassaggi, prodotti per la disinfezione si mischiano a sudore e altre sostanze prodotte da chi fa il bagno, creando composti teoricamente dannosi. Una ricerca mostra sintomi respiratori, perfino tumori e rischio di mutazioni del DNA.

Gennaro Migliore, Sottosegretario di Stato PD, risponde al M5S: ecco perché Torino non avrà 250 milioni di €, come dice la Boschi, se vince Appendino.

Ecco il confronto appena andato in onda a Sky tra Virginia Raggi e Roberto Giachetti, candidati sindaco per la città di Roma, in previsione del ballottaggio di oggi.

Il confronto finale Sky tra Chiara Appendino (M5S) e Piero Fassino (Pd), entrambi candidati sindaco di Torino, per il ballottaggio di oggi.

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