31 gennaio 2013

Mary Poppins e Pound spiegano la crisi


Con C'era una volta... l'economia (Bietti, pp. 92, euro 12), Luca Gallesi ha compiuto un'operazione molto intelligente: esporre le teorie economiche di Ezra Pound non direttamente, bensì mostrando il paesaggio di economisti e di politici «seri», ancorché eterodossi, in cui esse si iscrivono. In questo modo l'autore evita il tranello degli incompetenti che considerano Pound un grande poeta, «nonostante» le sue idee economiche «bislacche». Per quanto «bislacco», Pound si trova dunque in buona compagnia, sia di onorati presidenti americani, sia di economisti che lo stesso Keynes considerava con rispetto.
Nel breve ma densissimo saggio di Gallesi, Pound non è quasi mai nominato, se non per indizi che strizzano l'occhio ai poundologhi. Innanzitutto, c'è il sottotitolo, Oro e lavoro nelle favole dal Mago di Oz a Mary Poppins: come non moltissimi ricordano, Oro e lavoro è il titolo di un pamphlet scritto da Pound nel 1944, direttamente in italiano. Poi c'è la dedica «a Giano», cioè a Giano Accame (1928-2009), autore del finora insuperato volume Ezra Pound economista (1995).


H.A.A.R.P. sguinzaglia il “raggio della morte” di Tesla


Stanno emergendo inquietanti prove circa un uso di H.A.A.R.P. come arma. Il fisico brasiliano, Dottor Fran De Aquino, ha recentemente affermato che la rete completamente funzionale di H.A.A.R.P. non è atta solo a modificare gli eventi geofisici: infatti può anche influire sul continuum spazio-temporale e sulla gravità.

Le onde radio di H.A.A.R.P. possono essere modulate e dirette verso qualunque bersaglio del pianeta: la tecnologia degli impianti H.A.A.R.P. è fondata su alcune delle ricerche più avanzate del leggendario inventore e scienziato serbo, Nikola Tesla. Tesla lavorò per decenni ad una tecnologia rivoluzionaria denominata “teleforce”, un potente raggio che, secondo il suo ideatore, avrebbe cambiato per sempre le strategie belliche.

Recentemente, bizzarre aurore boreali ed aberrazioni di varia natura hanno richiamato l'attenzione sulla possibilità che gli elementi della tecnologia H.A.A.R.P. siano stati dotati del “raggio della morte”, dispositivo inventato da Tesla. E’ un raggio che funziona con la propagazione di frequenze radio capaci di distruggere i legami che tengono insieme le molecole.

24 gennaio 2013

Famoso artista reggae denuncia le scie chimiche (il suo managere è il fratello di Mariah Carey)



Dell'artista Skull e della sua canzone avevamo già parlato nel precedente articolo, ma adesso sono emerse delle interessanti novità.

articolo di Laura Caselli - fonte: http://www.losai.eu

Intervista esclusiva a Skull e a Morgan Carey (fratello di Mariah) per Lo Sai
Vi racconto tutto dal principio. Il mio ragazzo mi chiama tutto euforico “Laura, corri a vedere questo video! Non ci crederai mai…”. Ed infatti stentavo a crederci. Una canzone sulla geoingegneria su un canale youtube VEVO (di proprietà di Sony Music Entertainment, Universal Music Group e Abu Dhabi Media Company).

Mi metto subito a fare delle ricerche su questo SKULL e decido di contattarlo per fargli qualche domanda… Gli lascio un messaggio di posta su youtube e gli scrivo sulla sua pagina facebook ufficiale. Mi risponde dopo qualche ora il suo manager: Morgan Carey. Verifico su google che questo Morgan sia davvero il manager di Skull; non solo trovo la conferma, ma scopro che Morgan è il fratello maggiore di Mariah Carey! Sono letteralmente spiazzata. Ero partita con l’idea di aver contattato un cantante emergente e mi ritrovo a chattare col fratello della Carey! …e la cosa ancora più assurda è che stavamo parlando di chemtrails!
Ma veniamo ora all’intervista a Skull…

1. Ciao Skull, puoi raccontarci un po’ chi sei e che genere di musica fai?
Mi sono innamorato della musica Reggae quando per la prima volta ho sentito  la canzone di Bob Marley “No woman no cry” in un negozio di musica a Seoul, in Korea, quando ero solo un bambino. La musica Raggae non era popolare in Korea a quel tempo e solamente adesso sta iniziando a prendere piede.

17 gennaio 2013

Perché viene "suicidato" un tenente dei carabinieri


Il 28 ottobre del 2010 l’ANSA dirama la notizia del suicidio di un tenente dei carabinieri. Un suicidio strano, uno di quelli che, fin da piccolo, mi facevano montare una rabbia incontenibile, che mi facevano voglia di urlare la stupidità di chi legge i giornali, che mi facevano paura non tanto per l’evento in sé, quanto per l’indifferenza da cui era accolta la notizia anche nell’ambiente in cui la persona uccisa viveva.
Le stranezze di questo omicidio sono infatti molte.
La prima è che Claudia Racciatti, questo il nome della donna tenente “suicidata” in caserma, era un po’ la testimonial dell’Arma dei Carabinieri: era comparsa nel calendario ufficiale stampato dall’Arma e in alcune pubblicità. Non si tratta quindi di una morte qualunque, ma di una morte che dovrebbe destare maggiore interesse, curiosità e sospetto.
La seconda stranezza è che la donna si sarebbe suicidata proprio in caserma. Uno strano posto per suicidarsi; in genere chi si uccide lo fa in luoghi isolati, lontano dalla folla, quando la disperazione giunge al culmine, non quando è in mezzo a colleghi, amici, e conoscenti. Vero è che di suicidi in caserma, tra polizia e carabinieri, ce ne sono una marea; ma è altrettanto vero che, appunto, in genere non si tratta di suicidi.
La terza stranezza è che la donna si sarebbe suicidata con due colleghi nella stanza che erano lì per interrogarla su alcuni ammanchi per i quali era stata a lei la responsabilità. In altre parole la donna avrebbe preso una pistola in presenza di questi due colleghi e si sarebbe sparata, senza che costoro abbiano fatto in tempo a fermarla. La cosa è certamente possibile (se la pistola aveva già il colpo in canna, la donna potrebbe aver approfittato di una momentanea distrazione dei colleghi e aver fatto in tempo a spararsi), ma abbastanza improbabile.
La quarta stranezza è il motivo del suicidio. Pare infatti – questa è la stronzata riferita dai giornali (chiedo scusa per il termine, ma utilizzare termini normali e politicamente corretti a fronte di queste assurdità è ridicolo, non ci sono altri modi per definire come l’informazione ufficiale tratta questi argomenti) – che la donna avesse rubato qualcosa ai colleghi e stesse per essere accusata di furto.

10 gennaio 2013

La grande truffa: fatela conoscere a tutti

Con questi appunti, che non vogliono essere un articolo, si cerca di ricapitolare, per titoli, la truffa che stanno attuando sulla nostra pelle. Si ha solamente l’ambizione di semplificare delle linee guida per la necessaria opera di divulgazione giornaliera su come questi criminali ci stanno massacrando economicamente, e non solo.
408954 238413322913964 173278516094112 508847 176539380 nL’ euro non è una moneta sovrana. La moneta è estranea alla nazione, è una valuta estera. Gli Stati non hanno sovranità su questa moneta ma sono costretti a chiederla in prestito alla BCE che detta le sue condizioni
Se la valuta che si usa nella nazione è presa a debito da altri non è moneta sovrana e la nazione potrebbe fallire proprio perché la moneta è di altri, che possono darla o non darla
Se una moneta è presa a debito si debbono pagare gli interessi ed il denaro che viene usato a questo scopo viene a mancare per gli investimenti ed i servizi:
1) BCE autorizza l’emissione di moneta, che rimane di sua proprietà, e la presta agli Stati
2) Gli Stati, a causa degli interessi composti, non riescono più a pagare
3) La BCE chiede misure fiscali, di politica del lavoro e le privatizzazioni per essere sicura di incassare gli interessi
4) Lo Stato inasprisce la pressione fiscale, creando recessione, e vende i beni nazionali svuotando la Nazione degli stessi beni necessari alla produzione o alla qualità della vita
5) Per mantenere questo sistema usuraio la BCE usa ogni arma a sua disposizione per bloccare l’emissione di moneta direttamente da parte degli Stati ( trattati di Maastricht e Lisbona ). In particolare il Trattato di Lisbona esautora gli Stati della propria sovranità in quanto è stato introdotto come Nuova Costituzione Europea che ha la precedenza rispetto a qualsiasi altra Costituzione Nazionale

La situazione greca è emblematica: le banche centrali si prendono tutto per il guadagno di pochi: i porti, la terra, il turismo.
L’economia greca è controllata e animata da un ente di controllo, la famigerata troika, nominata dai tecnocrati. Per aver accettato questo stato di cose i politici greci dovrebbero essere incriminati pe tradimento verso lo Stato ed il popolo greco
La sola cosa che i tecnocrati hanno in mente è PRIVATIZZARE lo Stato. Lo Stato costretto a recuperare soldi prendendoli in prestito è completamente in balia dei mercati dei bond
Il sistema europeo esiste per distruggere per sempre la gente e creare un nuovo tipo di europa che sia disposta ad accettare povertà, sacrifici, basso tenore di vita, salari equiparati a quelli cinesi
Non ci debbono essere più Stati sovrani. Nel nuovo ordine il potere deve essere trasferito ad una classe capitalista di tecnocrati

03 gennaio 2013

Gaza, Repubblica e Odifreddi: la censura impossibile

Qualcuno si stupisce che La Repubblica abbia censurato brutalmente un post di Piergiorgio Odifreddi sul nuovo massacro di Gaza, portando  l'autore a chiudere il suo blog intitolato "Il non-senso della vita". Noi non ci sorprendiamo, da osservatori della parabola seguita per anni dai più importanti organi di informazione in tema di Israele e Palestina. Così, sul quotidiano israeliano Haaretz possiamo trovare articoli estremamente critici verso i crimini della classe dirigente di Israele. Su Repubblica invece non si può. Questo perché Repubblica non è la nostra Haaretz, ma la nostra Pravda. Non sia mai che accolga paragoni come quelli di Odifreddi. Infatti non ha mai pubblicato gli analoghi raffronti pronunciati nel 2009 nientemeno che da un deputato ebreo inglese, Gerald Kaufman.  Patetici davvero, questi censori, che ancora oggi pensano che quel che non pubblicano non esista, e invece si ritrovano a essere travolti da una reazione web virale. Lo hanno fatto tanti siti e lo facciamo anche noi: riproponiamo a futura memoria sia il testo oscurato, sia il post con il quale il matematico si congeda dal blog. 

01 gennaio 2013

Alberi di un bosco, o un bosco di alberi?

Ogni guerra quando arriva, o prima che arrivi, viene presentata non come guerra, ma con atto di autodifesa contro un maniaco omicida. (George Orwell)

Ogni aggressione è fondata sull’inganno. (Sun Tzu)

Se i miei soldati iniziassero a pensare, nessuno di loro resterebbe nell’esercito. (Federico il Grande)

Se inviti la gente a pensare, solleciti la rivoluzione. (Ivana Gabara)

Non temere rapinatori o assassini. Sono pericoli esterni, miserevoli. Dovremmo temere noi stessi. I pregiudizi sono i veri rapinatori, i vizi i veri assassini. I grandi percili sono dentro di noi. Perché preoccuparsi di quanto minaccia le nostre teste o borse? Pensiamo piuttosto a quanto minaccia le nostre menti. (Victor Hugo)

Di olocausto in olocausto
Su Gaza, al di là del congiungersi al coro mondiale (un po’ fievole da noi) di con-dolore per vittime e abitanti di Gaza e di deprecazione dei macellai nazisionisti, sarebbe bene ragionare un po’.

I mostri dell’apocalisse si sono scatenati a livello planetario,  l’ora è stellare, se passa la falce di questi necrofori, domani siamo tutti o morti o schiavi. Ma quelli che si considerano ancora  vivi dalle nostre parti, reagiscono sempre volta per volta, caso per caso, situazione per situazione. I mostri hanno un disegno e lo attuano in coordinamento. Noi no. Noi siamo quelli dell’albero nel bosco e tutto il resto è nebbia, fino a sbattere contro l’albero successivo. Un giorno ci strappiamo i capelli per le brutalità inflitte ai nostri ragazzi deprivati di presente e di futuro (e quelli buoni e perbene se li strappano anche perché qualche ragazzino, sempre più in effetti, non ci sta a farsi svuotare la testa e poi anche a farsela spaccare senza reagire), un altro piangiamo sulle vittime di Gaza e ululiamo sdegno ai genocidi.