03 settembre 2010

Lula inaugura la nuova era della diplomazia

 
 

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tramite L'alternativa Isaia di Faber il 09/06/10

Martedì 08 Giugno 2010 08:29 Adital

L'accordo raggiunto da Lula e dal Primo Ministro turco con l'Iran, riguardo alla produzione di uranio arricchito per fini pacifici, presenta una particolarità che vale la pena di mettere in risalto. È stato raggiunto con il dialogo, la fiducia reciproca che nasce dal guardarsi negli occhi e la negoziazione, in una logica di  mutuo vantaggio. Nessuna intimidazione, imposizione, minaccia, pressione di nessun tipo, né demonizzazione dell'altro.

Quest'ultima era e continua ad essere la strategia delle potenze militariste e imperialiste che non si rendono conto che il mondo è cambiato. Sono rimasti al vecchio paradigma del big stick, della negoziazione con il bastone in mano, dell'intervento
duro e puro, per il quale tutto vale; la bugia sfacciata, come nel caso dell'ingiusta guerra all'Iraq, oppure la violenza militare più sofisticata contro uno dei paesi più poveri del mondo, l'Afghanistan, o i famosi golpe armati dalla CIA in diversi paesi, soprattutto in America Latina.

Sorprendentemente, questa strategia non ha mai dato nessun risultato in nessun luogo. Gli Stati Uniti stanno perdendo tutte le guerre, perché nessuno sconfigge un popolo disposto a dare la propria vita fino al punto di diventare uomini-bomba per combattere un nemico armato fino ai denti, che è però pieno di paura ed esposto alla vergogna e all'irrisione internazionale. Quello che hanno ottenuto è stato alimentare la rabbia, il rancore e la sensazione di vergogna, che dà forza al terrorismo.

Oggi la più grande minaccia per la stabilità mondiale sono gli Stati Uniti, visto che l'illusione di essere "il nuovo popolo eletto" – secondo  il "destino manifesto" al quale i neoconservatori molto forti, come Bush, credono ciecamente - fa sì che si arroghino il diritto di intervenire in tutto il mondo. Pretendono di portare diritti umani, quando invece li violano vergognosamente; vogliono imporre la democrazia quando, in realtà, creano una farsa; cercano di aprire il libero mercato alle proprie multinazionali affinché possano liberamente sfruttare la ricchezza dei vari paesi, il loro petrolio e il loro gas.

La diplomazia di Lula si contrappone direttamente a quella del Consiglio di Sicurezza e a quella di Barack Obama. Quella di Lula guarda avanti e si adegua al nuovo mondo. Quella di Barack Obama guarda al passato e vuole riprodurre vecchie dinamiche.

Il vecchio paradigma presuppone che esista una nazione egemone ed imperialista, in questo caso gli Stati Uniti, che si regge sul paradigma del nemico, in linea con il teorico della filosofia politica, Carl Schmitt, che pose le fondamenta dei regimi di forza così come del nazismo. Nel suo libro Il Concetto del politico dice chiaramente: "L'esistenza politica di un popolo dipende dalla sua capacità di definire chi è amico e chi è nemico... Il nemico deve essere combattuto e deve essere categorizzato a livello psicologico come cattivo e brutto". Non è stato esattamente quello che ha fatto Bush, chiamando i paesi da cui venivano i terroristi "paesi canaglia", contro i quali bisognava intraprendere una "guerra infinita"?

Questa argomentazione è sistemica e funziona ancora oggi nella testa dei dirigenti statunitensi. Le politiche che si ispirano a questo paradigma, già superato, possono portare a situazioni drammatiche, con il serio pericolo di distruggere l'umanità. Questo paradigma è bellicista, riduzionista e miope, in quanto non percepisce che questo periodo storico esige invece strategie di cooperazione in grado di proteggere la terra e ogni forma di vita.

Il nuovo paradigma, rappresentato da Lula, prende in considerazione propria la singolarità di questo momento storico. La nostra percezione del mondo è cambiata: siamo tutti interdipendenti, abitiamo insieme nella stessa casa: la terra. Nessuno ha un futuro individuale e proprio. Andiamo verso un destino comune globalizzato: o ci prendiamo cura dell'umanità affinché non si divida tra chi mangia e chi non mangia e proteggiamo il pianeta terra affinché non venga distrutto dal riscaldamento globale, o non avremo nessun futuro. Siamo legati in maniera definitiva uno all'altro.

Lula, con la sua sottile percezione per la novità, ha agito coerentemente: non si può isolare e castigare l'Iran. Bisogna portarlo alla tavola dei negoziati, con fiducia e senza pregiudizi. Questa attitudine di rispetto darà buoni frutti, è l'unica sensata in questa fase della storia dell'umanità. Lula segna e inaugura il futuro della nuova diplomazia, l'unica che ci garantirà la pace.

Leonardo Boff (Teologo, filosofo e scrittore)

Traduzione di Elena Bonicelli


 
 

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