30 giugno 2009

Testimonianza dall'Honduras: non credete ai media officiali,

In considerazione del livello di disinformazione e su precisa richiesta dall’Honduras di chi resiste al golpe di far sentire la loro voce e non lasciarli soli si prega di far circolare il più possibile questa informazione, forse la prima testimonianza in italiano dal paese centroamericano. A questo link [www.gennarocarotenuto.it/8789-ultimora-sequestrato-il-presidente-zelaya-il-golpe-accelera-in-honduras] invece si trovano gli articoli via via pubblicati.

Testimonianza dall’Honduras: non credete ai media officiali, la gente vota e resiste!

[www.gennarocarotenuto.it/8844-testimonianza-dallhonduras-non-credete-ai-media-officiali-la-gente-vota-e-resiste]

DSC038331Dopo ore di tentativi finalmente Giornalismo partecipativo riesce a comunicare con P. T. cooperante di un paese europeo residente da anni in Honduras. “E’ che il primo segnale che stava succedendo qualcosa è che i militari hanno staccato la luce in tutta la città. Solo da poco ci siamo procurati un generatore, ma abbiamo pochissima benzina perché è razionata, non si vende, e quindi posso restare collegata pochissimo tempo”.

di Gennaro Carotenuto

Quando avete saputo del golpe? “in mattinata prestissimo si è saputa la notizia che hanno preso il presidente con la forza. La capitale ha iniziato a reagire, mentre dalle altri parti del paese si è animata la gente a continuare a votare per il referendum. Anzi le ultime notizie sono che anche nella capitale dove può sta votando in massa”.

Si sta votando che tu sappia? “Qui dove mi trovo sono arrivati i militari e hanno sequestrato le urne per impedire il voto. Nella capitale è successo in molti posti ma ho molte testimonianze che in tutto il resto del paese e anche in alcune zone della capitale la gente sta correndo a votare come forma di dire NO al golpe”.

I media funzionano? “Hanno spento tutto. Appena hanno sequestrato il presidente Zelaya hanno chiuso il Canal 8, l’unico favorevole al governo e poi anche tutti gli altri. Adesso credo funzioni solo una radio della destra golpista HRN”.

Che tipo di reazione c’è da parte dei movimenti? “ti dico solo che i popoli indigeni hanno iniziato una marcia a piedi verso la capitale. Inoltre molte persone sono andate al palazzo presidenziale. Ma non ho informazioni verificate”. Riuscite a comunicare? “la mancanza di corrente fa che i cellulari sono quasi tutti scarichi. Qui dove sono li possiamo ricaricare ma le centinaia di persone nascoste non hanno maniera di farlo”.

Ci sono le notizie di violenza? “Gira voce di almeno un morto, ma non posso confermartela. Le uniche violenze sicure che ho io sono quelle contro i medici cubani. Alcuni sono stati aggrediti, gli altri li stiamo nascondendo. Inoltre qui da noi quando hanno sequestrato le urne del referendum hanno detenuto tre persone ma sono stati costretti a rilasciarli quasi subito. Inoltre ho notizie di liste nere di dirigenti popolari che vengono ricercati, soprattutto quelli che hanno lavorato al referendum. Non ho notizie di persone precise arrestate. Ma centinaia se non migliaia di persone si sono dovute nascondere”.

Sei uscita? Com’è la città? Che idea ti sei fatta sui rapporti di forza? “Ho girato per il quartiere ma come straniera non mi sono avvicinata al punto dove si votava. I militari sono estremamente aggressivi, puntano le armi in faccia alla gente. La gente sta chiamando alla calma e cerca di parlare loro e si stanno facendo azioni pacifiche in tutto il paese. Il messaggio è calma, pace e non opporre altre forme di resistenza”.

Che messaggio puoi lasciarmi in conclusione? “Faccio un appello internazionale a non lasciare solo l’Honduras e a fare informazione su quello che sta succedendo in Honduras. Non credete ai media ufficiali”.

Altro dall’Honduras: Honduras resiste al golpe

Sequestrati gli ambasciatori di Nicaragua, Cuba, Venezuela e il Ministro Patricia Rodas

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Honduras: avrebbe giurato come presidente il dittatore Roberto Micheletti

L’Unione Europea condanna il golpe e chiede l’immediata liberazione di Manuela Zelaya

Honduras, Uruguay, Argentina, domenica di democrazia in America latina

Honduras: il pericolo del golpe sta scemando, il referendum si farà

“El País”: come ti nascondo il golpe in Honduras

Colpo di Stato in Honduras: il Presidente Manuel Zelaya, con al fianco i movimenti sociali, resiste

Giornalismo partecipativo

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28 giugno 2009

ULTIMORA Sequestrato il Presidente Zelaya, il golpe accelera

AZIONE URGENTISSIMA RICHIESTA: SONO ORE DECISIVE PER SALVARE LA VITA DI MEL ZELAYA E LA DEMOCRAZIA IN HONDURAS

zelayaCirca un’ora fa un commando di militari incappucciati ha sequestrato il presidente della Repubblica dell’Honduras Manuel Zelaya.

Nel paese è in corso il referendum per decidere se in novembre si eleggerà una nuova costituente.

Anche la televisione Canal 8 è stata presa d’assalto dai militari e in questo momento non trasmette e il ministro degli esteri Patricia Rodas denuncia che sarebbero in azione francotiratori nelle strade della capitale Tegucigalpa.

Il perché il referendum di oggi abbia provocato addirittura un golpe è presto detto: sarà una pietra miliare nella storia del paese. In Honduras infatti ben il 30% del territorio nazionale è stato alienato a imprese straniere, soprattutto dei settori minerari e idrici. Le multinazionali quasi non pagano tasse in un paese dove tre quarti della popolazione vive in povertà. Così l’opposizione, al solo odore di una nuova Costituzione che affermi che per esempio l’acqua è un bene comune e che imponga per lo meno un sistema fiscale che permetta processi redistributivi, è disposta a spezzare il simulacro di democrazia rappresentativa che evidentemente considera utile solo quando sono i poteri di sempre a comandare.

SONO ORE DECISIVE PER SALVARE LA VITA DI MEL ZELAYA E LA DEMOCRAZIA IN HONDURAS

Giornalismo partecipativo

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27 giugno 2009

Colpo di Stato in Honduras: il Presidente Manuel Zelaya con

Colpo di Stato in Honduras: il Presidente Manuel Zelaya, con al fianco i movimenti sociali, resiste
[www.gennarocarotenuto.it/8736-colpo-di-stato-in-honduras-il-presidente-manuel-zelaya-con-al-fianco-i-movimenti-sociali-resiste/]

MELLe parole drammatiche nella notte del presidente dell’Honduras Manuel Zelaya: “È in corso un colpo di stato nel paese” sono state confermate e supportate dall’ONU. Il presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Manuel D’Escoto, nella notte ha condannato con parole fermissime il tentativo di colpo di stato in corso in Centroamerica: “condanniamo fermamente il colpo di stato in Honduras contro il governo democraticamente eletto di Manuel Zelaya” dove i poteri di fatto di sempre, le élite, l’esercito, le alte gerarchie cattoliche, le casta politica, sono disposti a tutto perché nel paese neanche si parli di Assemblea Costituente. È infatti questo l’oggetto del contendere che ha scatenato la sedizione: un referendum che domenica prossima dovrà decidere se convocare o no l’elezione di un’assemblea Costituente voluta secondo i sondaggi dall’85% della popolazione.

di www.gennarocarotenuto.it

Leggi tutto in esclusiva su Latinoamerica.

[www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaNotizia.php?idnotizia=249] Su precisa richiesta dai movimenti che in Honduras stanno resistendo al golpe si invita alla particolare diffusione di questo articolo. Nelle prossime ore aggiornamenti.

Contrordine: niente Consiglio dei Ministri oggi per la riforma dell’Università [www.gennarocarotenuto.it/8733-contrordine-niente-consiglio-dei-ministri-oggi-per-la-riforma-delluniversit]

Escort: edulcorando la lingua italiana

[www.gennarocarotenuto.it/8729-escort-edulcorando-la-lingua-italiana]

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22 giugno 2009

Le carte di Silvio Berlusconi per uscire dalla casa del "Grande fratello"

Le carte di Silvio Berlusconi per uscire dalla casa del “Grande fratello”

economistGiuliano Ferrara, sulle pagine de “Il Foglio”, ha invitato in settimana Silvio Berlusconi a riprendere in mano il proprio destino: “Berlusconi deve liberarsi della molta stupidità e inesperienza politico-istituzionale che lo circonda, e deve decidersi: o accetta di naufragare in un lieto fine fatto di feste e belle ragazze oppure si mette in testa di ridare, senza perdere più un solo colpo, il senso e la dignità di una grande avventura politica all’insieme della sua opera e delle sue funzioni”.

di Gennaro Carotenuto

Il quotidiano della CEI “Avvenire” intanto ha messo sul tappeto un punto ineludibile: Berlusconi deve “sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti, che non vengono solo dagli avversari politici ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier”.

Figurarsi, pensa lo stolto, con l’estate alle porte, l’anziano libertino (“rattuso” in napoletano) starà visionando i book delle nuove Noemi da portarsi a Villa Certosa e i famigli (chissà se lo fanno di persona Gasparri, Cicchitto, Bondi…) staranno già caricando le casse di champagne sui voli di Stato e chiunque non crede, obbedisce, combatte è comunista. Nella chiusura della campagna elettorale, a Cinisello Balsamo, un Berlusconi particolarmente iracondo ha insultato così chi lo contestava prima di inscenare la solita gag compiacente sulle signore presenti: “Siete dei poveri comunisti. Vergogna!” Non è così, ha ricordato il quotidiano della CEI. Esiste un’opinione pubblica che magari ha votato per Berlusconi, che non è certo manipolata da Marco Travaglio e Rupert Murdoch (che, uomo di destra, agirebbe per ripicca, sic!) e considera Vauro blasfemo, ma non è così evoluta da accettare questo simulacro della realtà. Non è pronta, semplicemente, ad accettare un primo ministro e un governo (prima ancora che un paese) che va a puttane e dove alle feste, in mancanza di farina, non resta che affiancare la forca.

No, Silvio non può più stare a pettinare le veline. E Berlusconi non è uomo da arrendersi senza combattere. Per anni, dalla bicamerale in avanti, il centrosinistra si è illuso come Chamberlain a Monaco di poterlo contentare, limitare, addomesticare, sostenendo perfino che l’antiberlusconismo non paghi. Ma adesso Berlusconi, che un paio di mesi fa sembrava avere i colli fatali di Roma ai suoi piedi e che invece oggi teme di vivere un 24 luglio prolungato e si guarda le spalle tra i suoi alla ricerca del Bruto che sferrerà la prima coltellata, sa che non se la caverà con un Minzolini compiacente, con un Ghedini troppo cinico da ragliare quell’agghiacciante utilizzatore finale come sinonimo di “puttaniere” oppure tagliando qualche nastro all’Aquila o magari facendo le corna a Barack Obama al G8. La vicenda Mauro a Strasburgo lo conferma. Qualcuno dotato di senno può sostenere che ci sia un complotto franco-polacco o del PPE contro Berlusconi? Semplicemente il nostro capo del governo non aveva l’autorevolezza per imporre il proprio uomo.

Per resistere Berlusconi deve ricostituire quel consenso con i poteri fattici, la CEI, la BCE, Confindustria, senza il quale né le maggioranze bulgare di cui dispone in parlamento più che nel paese né l’infinita capacità corruttiva che lo caratterizza possono bastare. Altrimenti Mario Draghi, Gianfranco Fini o chi per loro, eletti o meno ma con la stessa maggioranza e blocco sociale, potrebbero davvero fare quel governo del fare che l’uomo del fare non è stato capace di fare mentre naufragava negli ozi di Capua (o Villa Certosa o Palazzo Grazioli o dove vuole, anni fa un magistrale pezzo di Luigi Pintor aveva calcolato che solo nelle ville in Sardegna Berlusconi possedesse 77 cessi), rimuovendolo senza neanche promuoverlo al Quirinale.

Ci siamo baloccati per anni a pensare che purtroppo gli italiani sono così, che amano Berlusconi e che l’invidiano nel senso buono del termine: vorrebbero essere come lui, con Noemi sulle ginocchia, Patrizia che l’aspetta in camera da letto e Apicella che fa finire tutto a tarallucci e vino. E invece mai come in questo momento la distanza tra Silvio e gli italiani è stata così siderale. L’uomo dei 77 cessi o delle 77 chirurgie plastiche è altrove, pensa a sé come neanche al tempo delle leggi ad personam e può solo nascondere le rughe del paese: “la crisi è percepita, spendete” blatera da mesi copiando George Bush del post-11 settembre. Sappiamo come è finita nelle strade d’Iraq e in quelle statunitensi e già oggi non basta più la censura né sulla crisi né sui ginecei. La crisi economica non può essere esorcizzata col silenzio e non un ricco qualsiasi ma il “presidente del fare” non può passare di festa in festa con costumi che non solo la maggioranza cattolica del paese considera disdicevoli.

L’argine è rotto. Da una parte “l’Espresso” fa flop con foto dove nulla di rilevante penalmente si vede e dove neanche si dà soddisfazione al voyerismo dell’antiberlusconismo più irriflessivo. Dall’altra parte in compenso entra in scena un faccendiere come Giampaolo Tarantini, l’imprenditore pugliese che avrebbe speso 100.000 Euro al mese per la villa accanto a Villa Certosa per ingraziarsi il primo ministro. Sembra un personaggio da fiction per lo squallore che emana. Poi spunta una Patrizia D’Addario, una Barbara Montereale… Nelle foto di questa poveretta senz’arte né parte c’è tutta una visione di mondo: gli abbracci a Flavio Briatore, Fabrizio Corona, Emilio Fede come carta d’identità. Basterà il racconto della poveretta in questione del re taumaturgo che le dona 10.000 Euro per lenire i danni?

berlusconi_imperatoreNon basta più, ma s’illude chi può pensare che le soluzioni alla crisi possono essere cercate al di fuori del regime, magari in un’opposizione che resterà allo sbando a lungo e dove perfino Francesco Rutelli si concede all’antiberlusconismo in assenza totale di altre idee. Al più si stanno accelerando i tempi per quel berlusconismo senza Berlusconi che la biologia comunque avvicina. Ma ad oggi è ancora il padrone di Mediaset quello che dà le carte e che ora deve passare alla controffensiva non con le stesse armi tristi ma efficaci del gruppo “L’Espresso”(foto di Di Pietro a Montenero di Bisaccia? Rivelazioni sulla vita sessuale di Franceschini?), ma governando il paese e ricostituendo il consenso scalfito che le urne due settimane fa ci hanno detto essere limitato a un italiano su tre tra quanti si sono presi il disturbo di andare a votare. Per resistere e rilanciare ci sono almeno tre fronti dove il primo ministro, per dimostrare di essere ancora in arcione, si deve esercitare subito, presto e bene. Uno di questi è coperto, sugli altri due dovrà giocare alla luce del sole e non sarà facile.

Il primo fronte è quello del segreto. Non basta più neanche la legge sulle intercettazioni per rassicurare il primo ministro. Quanta gente è in grado di ricattare il primo ministro? Non parlo di accompagnatrici occasionali come Patrizia D’Addario o dal ruolo ancora incerto come Noemi Letizia. Di quanti avvocati Mills comprati con 600.000 sterline è disseminata la carriera di Berlusconi? Quanti Gianpaolo Tarantini allietano la vita di Berlusconi? All’apice del successo poteva convenire loro star zitti ma al momento della frana potrebbero tornare all’incasso o pensare che convenga loro parlare. Quanti “eroi” come Vittorio Mangano sono stati finora in silenzio ma da domani potrebbero tornare a ricattare il signor B.?

Può fidarsi di servizi segreti che hanno permesso che Villa Certosa e Palazzo Grazioli diventassero un colabrodo? Forse non è a rischio l’incolumità del capo del governo, chi può volergli male? Ma anche un primo ministro che ha fondato la televisione commerciale in Europa quanto può resistere vivendo come fosse nella casa del “Grande fratello”? E soprattutto Silvio Berlusconi è l’uomo più ricco e più potente d’Italia o è solo l’uomo più ricattabile?

Sciolto, non si sa come, questo primo ineludibile nodo, Berlusconi dovrà passare al contrattacco alla luce del sole. Verso la chiesa cattolica e verso quella parte di consenso di massa e per scelta che vanta ma verso i quali ha potuto poco: le piccole e medie imprese, le partite IVA. Sono i punti due e tre del piano di uscita dalla crisi personale in cui si è cacciato. Se riprendere i deliri dell’epoca della povera Eluana Englaro e convertirli in legge sul testamento biologico sarebbe economicamente a costo zero, gli altri punti del prezzo da pagare alla CEI per chiudere un occhio su una vita libertina poco consona a un politico devoto, ha invece un costo altissimo: scuole cattoliche e sostegno alle famiglie.

Sulle scuole ha sguinzagliato Mariastella Gelmini (leggete questo magistrale Geppino Aragno) in rampa di lancio per succedere a Roberto Formigoni come governatore della Lombardia, con in testa una sola idea meravigliosa: togliere alla scuola pubblica per dare alla privata. Non è facile, perché se l’obbiettivo è quello di fare uscire le private da un mercato di nicchia e farle diventare come da programma un’alternativa reale alla pubblica istruzione i costi, economici prima che politici, divengono altissimi, e aprono dossier sindacali inestricabili. Finora i tagli (come se fosse poco) hanno inciso sulla qualità dell’educazione e sul destino dei giovani precari. Difficile ma necessario andare oltre.

Ancora peggio va sul fronte quoziente familiare e simili. Una cosa sono le parole o fare le scampagnate al family day e un’altra sono politiche vere di sostegno alle famiglie e alla natalità (basterebbe guardare alla Francia) che costano punti del PIL. E ancora più difficile è il punto tre, accontentare le piccole e medie imprese, il popolo delle partite IVA che per Berlusconi ha votato in massa e che non può più essere tenuto a freno solo aizzandolo contro gli immigrati o chiudendo gli occhi sull’evasione fiscale. Adesso per non mugugnare si aspettano una politica robusta ed espansiva, detassazioni, aiuti fiscali, una spallata alle banche che avranno pure resistito meglio di quelle straniere alla crisi ma solo perché conservative e incapaci di aiutare il paese quando ne ha bisogno. E’ quello che si è fatto all’estero e che Berlusconi ha creduto di poter solo fingere di fare.

Soldi, soldi, soldi, Berlusconi per venir fuori dalla casa del Grande fratello ha bisogno di montagne di soldi per governare davvero. Dovrebbe avere una visione di futuro come quella di Barack Obama e soprattutto dovrebbe convincere Giulio Tremonti a trovare le risorse senza far esplodere conflitti sociali irrisolvibili. Forse è vero, la stagione di Silvio Berlusconi sta per finire. Ma è difficile che per l’Italia ci sarà un lieto fine di feste e belle ragazze.

Moussavi pronto al martirio?

Da Arcoiris: Frei Betto, la mano invisibile del Mercato

Il giallo dei due giapponesi con bond americani da 134,5 miliardi di dollari di Paolo Roversi

Giornalismo partecipativo

18 giugno 2009

Successo in cento metri quadri - Arcoiris TV

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Dalla sezione lettere ad Arcoiris

Tonio Dell'Olio: Mosaico dei giorni - Elogio della dittatura Parlando ai giovani industriali e riferendosi a Gheddafi, il presidente del consiglio ha affermato testualmente: “è un uomo intelligentissimo, come dimostra il fatto che sia alla guida da 40 anni di un Paese. Vuol dire che è uno che ci sa fare”. La regola che se ne deduce è che il criterio per valutare il valore politico di un capo di Stato è il tempo in cui riesce a restare al potere. A questo punto è bene che il presidente sappia che il record in questa classifica è attualmente detenuto da Fidel Castro che ha guidato ufficialmente Cuba per 49 anni.... Per leggere la lettera completa clicca qui!

L'adolescenza rubata dal computer

Hikikomori, sindrome che isola i ragazzi dal mondo reale Arriva in Italia l’anoressia sociale che ha sconvolto il Giappone Quando un ragazzo chiude la porta della stanza dove dorme e studia, padre e madre lo pensano piegato sui libri i libri della lezione del giorno dopo, o videogiochi o tentazioni del web. Succede che la porta a volte non si apre per giorni, settimane, mesi. Il cibo viene passato attraverso una fessura. Genitori disperati si arrendono e vivono così una situazione tutt'altro che “normale” e la famiglia trema. La sindrome, definitasi nel tempo dall'attenta, osservazione di medici specialisti in psichiatria e in psicologia, porta un nome giapponese: Hikikomori. Hikikomori, si traduce, “stare in disparte”. Isolarsi, insomma. È un fenomeno in evoluzione ... Prosegui

Ci sono due categorie di televisione: la televisione intelligente, che crea cittadini difficili da governare, e la televisione imbecille, che crea cittadini facili da governare - Guéhenno Jean

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4Kb di umorismo dalla sezione Vignette di ArcoirisTV

Successo in cento metri quadri

Film scritto e diretto a quattro mani da Filippo Giardina ed Alfredo De Marco. LA TRAMA Un appartamento,due giorni e un solo uomo che, nell' attesa di un ospite importante, dialoga con sé stesso e di sè stesso. Nei folli 80 minuti di "Successo in 100 metri quadri" scopriamo che Francesco "Checco" Raggio è un comico e ha un obiettivo preciso, fare un provino televisivo... o forse fa un altro lavoro e ha un'altro scopo? Il misterioso appuntamento con "il Professore" e l'aspettativa che ne deriva immergono lo spettatore in un crescendo di tensione e comicità, verso un finale che scioglierà più di un nodo dell'affascinante intreccio. Protagonista, oltre il mistero e l'intrigo, la satira feroce con monologhi estremi e un linguaggio esasperato. La macchina da presa, ora statica ora vorticosa e nevrotica, esattamente come il protagonista in scena, segue e insegue l'attore nel suo mondo di perplessità e inquietudini, di sorrisi e pianti, di colloqui surreali con uno psicanalista-confessore. Un progetto complesso e ambizioso che si articola con disarmante velocità e un complicato meccanismo cronologico di "flash back" e "flash forward". Il nastro della vita di Francesco Raggio nell'arco delle 2 giornate si avvolge e riavvolge continuamente in un ordine-disordine , riflesso fedele della mente del protagonista e della società in cui vive.

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http://www.filippogiardina.com/satira/

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Il tumore continuava a ritornare

Una nuova intervista ad un paziente che ha fatto la terapia Simoncini. Dopo sette operazioni alla vescica il tumore continuava a ritornare. E' stato il suo medico a consigliargli di provare la cura con il bicarbonato.

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http://www.luogocomune.net

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Greenpeace contro il nucleare

Terrafutura VI edizione La temperatura globale media è aumentata di 0,8 gradi centigradi dall'inizio della rivoluzione industriale. Ma possiamo fare qualcosa per risolverlo. Non è una minaccia che proviene dallo spazio. Sono gli esseri umani ad aver causato i cambiamenti climatici immettendo nell'atmosfera quantità eccessive di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra. In questo siamo fortunati. Se abbiamo iniziato noi tutto questo, siamo anche in grado di fermarlo. Le tecnologie necessarie già esistono.

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http://www.greenpeace.it

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comunicare in scienza e medicina

Fiera internazionale del libro di torino 2009 Maria giovanna Luini e Monica Ramaioli parlano dell'importanza di comunicare medicina al giorno d'oggi

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Chemo-brain Chemo-brain, o chemio-cervello, è il nuovo termine usato per definire una

condizione sempre più diffusa fra le donne che hanno affrontato la chemioterapia per il cancro al seno: perdita di memoria, incapacità di ragionare, difficoltà a svolgere la mansioni più semplici ed abituali, per dirla con un eufemismo.

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Intervista a Rocco Carlomagno Intervista a Rocco Carlomagno, del coordinamento nazionale di lotta contro i siti di stoccaggio nucleare

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Hercòlubus o pianeta rosso Terrafutura VI edizione

Uscito in Colombia in prima edizione nell'agosto del 1998 con il titolo "Hercólubus o Planeta Rojo" questo libro è già stato tradotto e distribuito in oltre 50 paesi nel mondo. L'autore descrive in modo semplice e diretto i prossimi cambiamenti della superficie terrestre: terremoti, eruzioni vulcaniche, alterazioni climatiche, spostamento degli assi terrestri, epidemie e catastrofi senza precedenti dovute al passaggio di Hercòlubus, un pianeta extrasolare cinque o sei volte più grande di Giove.

Visita il sito: http://www.hercolubus.it/

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L'intercettatore

Intercettando una conversazione telefonica
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intervista alla dottoressa Luisa Mondo

Fiera internazionale del libro di Torino 2009

La Dottoressa Mondo- epi piemonte parla della pericolosità di vaccinare le bambine contro il papilloma virus

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Massimo Toschi

Terrafutura VI edizione

Massimo Toschi assessore della regione Toscana alla cooperazione internazionale al perdono e alla conciliazione dei popoli, ci parla dell'annuario armi e disarmi

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CIPSI: campagna “Libera l’Acqua” NADiRinforma propone il documento video inserito nella Campagna "Libera l'Acqua" promossa dal CIPSI.

Riconosci un diritto. Portalo a chi non ce l'ha. L'Acqua è di tutti. Impegnamoci, insieme, perché lo sia davvero, soprattutto per le popolazioni dei paesi impoveriti del sud del mondo. “Oggi la carenza d’acqua nel mondo è una realtà dai numeri inaccettabili: un miliardo e seicento milioni di persone ancora oggi non hanno accesso all’acqua potabile, due miliardi e seicento milioni non beneficiano di alcun servizio sanitario, un milione e ottocentomila bambini muoiono ogni anno per malattie connesse alla mancanza di risorse idriche”. Per contrastare questa situazione, le associazioni del Cipsi (Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale) lanciano la campagna triennale "Libera l’acqua" di sensibilizzazione, informazione e raccolta di fondi per finanziare 14 progetti in territori afflitti da miseria. (...) Musiche: "La canzone dell'acqua" - Ron "osp-osp" e "4-4" - Stefano Castrucci "La canzone dell'acqua" arrangiamenti ed esecuzione: violino - Alessandra Mirabelli percussioni - Moustapha N'Dao, Papa Abou Diop Canto di saluto delle Donne del Panzi Hospital di Bukavu (RDC) Poesia "Il prezzo dell'acqua" scritta e interpretata da Marco Cinque Testo: Luisa Barbieri Nicola Perrone Voce narrante: Luisa Barbieri Riprese e Montaggio: Paolo Mongiorgi Daniele Marzeddu Post produzione audio: Bethedrine H.Ambhouse Produzione: CIPSI Realizzazione: NADiRinforma

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Atypicalmovie al 65° Festival del Cinema di

Venezia: Tinto Brass

Walter Ciusa incontra il maestro Brass, accompagnato da Caterina Varzi, futura protagonista di Zive. Giornata di chiusura del Festival, questa volta in compagnia dell'amico psicologo- sassofonista Stefano Scippa. Arriviamo alle 15 quando stanno già sbaraccando tutto. Peccato, nelle mie intenzioni c'era l'idea di portare a casa una qualche altra intervista. Detto e fatto! Maestro Brass gironzolava in compagnia, destinazione Hotel Excelsior. Gli giro intorno e in un nano secondo devo decidere come agganciarlo. Regola numero 1: "Non essere scontato e banale" Regola numero 2: "Omaggiare il Maestro"- sono un suo fan-. Attacco con Bob Guccione, produttore di Caligola e alter ego di Brass. Poi è la volta del grande Kim Arcalli, montatore che rivoluzionò il cinema italiano e anche collaboratore di Brass all'inizio degli anni 60. Inevitabile la domanda sulla qualità di questa 65 esima edizione. Inevitabile la risposta del Maestro: "C'è una deriva progressiva verso la catastrofe totale"e per il Maestro che fu anche allievo del grande Luchino Visconti- e si vede- Morte a Venezia è il vero leit motiv di critici, cineasti e addetti ai lavori che non si riconoscono con le scelte del direttore Muller. Ma c'è anche Caterina Varzi, la nuova musa di Brass, protagonista del prossimo "Ziva", il film che sarà interamente girato in un faro... Promosso da Arcoiris tv Bologna

Visita il sito:

http://www.atypicalmovie.blogspot.com

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Migliora il tuo inglese con Arcoiris TV

The Kennel Murder Case

1933 - Mystery Archer Coe has been found dead in his locked bedroom. The cops consider it suicide, but Philo believes otherwise. When the Coroner shows up, he finds that Archer had been hit with a blunt object, stabbed and shot - making suicide unlikely. When the evidence points to his brother, Brisbane is found stabbed to death in the closet. Archer had a number of enemies, any one of which would have been glad to knock him off, but which one did and how did the murder occur in a room looked from the inside. Only one man, the keen, fascinating, debonair detective Philo Vance, would be able to figure out who is the killer. Directed by: Michael Curtiz Writing credits: S.S. Van Dine, Robert Presnell Sr. Cast: William Powell, Mary Astor, Eugene Pallette, Ralph Morgan, Robert McWade, Robert Barrat, Frank Conroy, Etienne Girardot, James Lee, Paul Cavanagh, Arthur Hohl, Helen Vinson, Jack La Rue. Visit the site: www.publicdomaintorrents.com How to turn on caption Download subtitles:

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17 giugno 2009

Aggiornamento sito LATINOAMERICA

www.giannimina-latinoamerica.it

PERÙ, L’ORDINE DI ALAN GARCÍA ERA UCCIDERE GLI INDIGENI

Gennaro Carotenuto

(16 giugno 2009)

La resistenza degli indigeni ha obbligato il governo di Lima a fermare e derogare i decreti che permettevano alle multinazionali di spogliare l’Amazzonia che dovranno essere riesaminati in Parlamento a Lima. Il tempo e la tenacia dei popoli originari diranno se è un diversivo neoliberale, una semplice tregua per dirottare l’attenzione internazionale (poca ma combattiva) oppure l’inizio di una vittoria storica di chi difende la biodiversità dell’Amazzonia…

http://www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaNotizia.php?idnotizia=246

LA BANDIERA DEL SOCIALISMO

Alessandra Riccio

(15 giugno 2009)

In una delle sue Riflessioni, il “compañero Fidel” sosteneva il diritto di Cuba a sostenere la bandiera del socialismo, a mio modo di intendere, proprio quello straccio rosso che Pasolini si augurava fosse sollevato da terra dal più povero per tornare a sventolare, per quanto impolverato. E’ la bandiera della Rivoluzione cubana che ha raggiunto l’incredibile traguardo dei cinquanta anni in un esercizio di resistenza che ha dato coraggio a tutta la regione che le riconosce un ruolo guida per le trasformazioni in atto. Questa bandiera è oggi nelle mani di intere popolazioni dal Venezuela, alla Bolivia, all’Ecuador e non solo. Il recente sollevamento a Bagua, nell’Amazzonia, contro i tentativi di svendita del territorio allo sfruttamento mercantile, è solo l’ultimo degli esempi…

http://www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaTaccuino.php?idtaccuino=51

_______________________________________________ Il sito internet di LATINOAMERICA e tutti i sud del mondo: http://www.giannimina-latinoamerica.it

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05 giugno 2009

Cuba riammessa all'OSA

Cuba riammessa all’OSA. Gli Stati Uniti abbassano la testa

fidel-castro

Dopo 47 anni l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA, OEA in spagnolo) ha cancellato all’unanimità e senza condizioni la risoluzione imposta dagli Stati Uniti che escludeva Cuba dalle strutture comunitarie continentali. E’ successo nel vertice in Honduras e nelle dichiarazioni di tutti i governanti è la riparazione ad una ingiustizia storica perpetrata dall’OSA contro Cuba e la sanzione che la politica latinoamericana non è più dettata dalla corruzione, i ricatti, le minacce del cosiddetto “Consenso di Washington”.

di Gennaro Carotenuto

Il presidente hondureño Manuel Zelaya, nel discorso nella località di San Pedro Sula, col quale con parole inaudite è stata seppellita la risoluzione del 1962 che escludeva Cuba, in presenza di una Hillary Clinton che poteva solo fare buon viso, si è rivolto direttamente a Fidel Castro citando la storica arringa difensiva di questo del 1953: “lo dico al comandante Fidel Castro, oggi lei è stato assolto dalla storia”.

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